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Archivio del Tag ‘coraggio’

  • “Sassoli e Biscardi, due morti collegate. Ma la farsa è finita”

    Scritto il 14/2/22 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Pochi sanno che David Sassoli, che aveva un problema di leucemia, è stato un trapiantato: e aver subito un trapianto rientra tra le controindicazioni per qualsiasi vaccino. Era un uomo di Draghi, che l’aveva spinto nella posizione che occupava nelle istituzioni europee. Sassoli aveva ricevuto il siero C-19 ed era stato male. Al che, è stato contattato da Domenico Biscardi: i due si sono parlati, tra loro c’è stato uno scambio di informazioni importante. Dopodiché, Sassoli ha depositato 9 denunce, che erano delle bombe. Le ha depositate non solo all’Ema, non solo all’Aifa, ma anche più su. Quello che posso dire, ben consapevole dei rischi che corro, è che – dopo queste denunce – Sassoli è stato “spento”, diciamo così. Esattamente come sembra sia accaduto all’amico Domenico Biscardi, che avevo intervistato pochi giorni prima del decesso. Credo che la sua morte sia strettamente collegata a quella di Sassoli, nonostante le problematiche di Biscardi (lo stress) e quelle di Sassoli (la leucemia).
    Questo – tra i due – è un collegamento importante, di cui nessuno ha mai parlato: lo sto dicendo qui, per la prima volta. Come sono venuto a conoscenza di tutto questo? Be’, ad Aviano (dove Sassoli era ricoverato, ndr) ci sono tante persone: brave persone, coscienziose; ci sono tanti medici, che parlano tra di loro; e non soltanto medici. Ora, come sappiamo, è morto anche Luc Montagnier. Non appena ho appreso la notizia, ho chiamato immediatamente Ornella Mariani, per trent’anni sua collaboratrice in tanti progetti comuni, Ornella è anche molto amica della compagna di Montagnier e del suo entourage: le persone più strette non sanno spiegarsi l’accaduto. Che dire? C’è chi invoca un secondo Processo di Norimberga. Bene: posso dirvi che la prospettiva è molto più concreta di quanto si immagini. Con la persona che sta portando avanti questa causa internazionale, l’avvocato Reiner Fuellmich, il mio gruppo sta lavorando da anni.
    L’avvocato Fuellmich, che incontrerò nei prossimi giorni, è una persona molto più introdotta di quanto possiate immaginare: un uomo di grande coraggio, veramente molto preparato, con agganci importantissimi. Quindi, ripeto: il discorso Norimberga-2 è estremamente realistico. Il cambiamento è dietro l’angolo: quando parliamo di Quantum Financial System, di Global Currency Reset e del nuovo sistema economico in arrivo, è importante che la gente capisca che c’è un apparato di professionisti, ad altissimo livello, che si sta muovendo – da anni – verso quella direzione. Poi è spuntata l’Operazione Corona: il “colpo di Stato globale” ha cercato di rallentare qualcosa che, in realtà, nessuno può fermare. Ormai i giochi sono fatti: e quando nomino certe persone, non le nomino a caso. Quello di cui parlo, da due anni, su “Database Italia”, non sono fantasie. E’ ovvio che non si può divulgare tutto, non posso mostrare certi documenti che riceviamo: è un’operazione finanziaria, di intelligence e militare.
    Se non si è addentro, non si può capire quello sta davvero succedendo: non si può capire perché la testa della piovra è stata recisa. In televisione i virologi parlano di “richiami” fino al 2030? Lasciate perdere tutte queste buffonate: ripeto, i giochi ormai sono stati fatti. Certo: essendo un cambio epocale, non può avvenire in due giorni. E’ una rivoluzione, che deve armonizzare tutto il mondo: non la puoi fare in due giorni, e neanche in dieci anni. Il quadro è molto complesso, in continua evoluzione, con accelerazioni molto importanti: qualcosa è visibile, qualcosa no. Abbiamo assistito al tentativo in corso, da parte di chi si sta opponendo a questo colpo di Stato globale, cercando di svegliare sempre più persone, anche se il risveglio purtroppo è lento. Molti eroi – medici, scienziati schieratisi al nostro fianco, anche i più in vista – spariscono, in un modo o nell’altro. Qualcosa si sa, ma alcune cose non si possono dire, perché il regime è ancora attivo.
    La testa del serpente, ripeto, è comunque stata recisa: il corpo si muove ancora, per inerzia. In ogni caso, insisto: dietro le quinte, i giochi sono già fatti, positivamente parlando. Sono appena stato fuori Italia: a certi livelli ormai è tutto chiaro, la trasformazione è già in atto. E si sta accelerando, nonostante qualcuno cerchi ancora di rallentare. Ma certi meccanismi non si possono frenare: il cambiamento in arrivo è epocale, ed stato già accettato a tutti i livelli (e chi vi si è contrapposto non ha più il potere di aprir bocca). Ci troviamo davvero sulla soglia del più grande cambiamento, credo, dell’intera storia dell’umanità. E non dovremo aspettare tanto tempo, per vederlo: ci sarà un’accelerazione sempre più evidente, in positivo. Anche la narrativa cambierà: nei prossimi mesi vedremo un allentamento di queste norme insulse. Ci stiamo dirigendo verso una primavera intesa anche come un “risorgimento” dell’umanità. Ovvero: verso la creazione di una nuova umanità, perché il solco che si è creato nella società è una ferita che non credo possa essere ricucita.
    Le persone che sono rimaste illese, da questo bombardamento, hanno sempre di più la necessità di interagire con persone che vibrano alla loro stessa frequenza; altri invece continuano a indossare la mascherina all’aperto, benché non sia più obbligatorio. Quindi pensiamo alla nostra parte di società, che ha bisogno di socializzare e riappropriarsi della gioia di vivere, di condividere, e anche di impostare tanti nuovi progetti, che ora potremo portare avanti nel piccolo. Molto presto, però, con il cambio del sistema economico-finanziario, saranno progetti che verranno richiesti e finanziati. Il tessuto, comunque, lo dobbiamo creare da adesso. Cosa accadrà, nell’immediato, in Italia? Ci sarà un allentamento graduale: per maggio-giugno saremo usciti quasi del tutto, da questa situazione. Ma attenzione: il discorso Covid, pandemia e Green Pass è il 5% di quello che c’è dietro. Il cambiamento forte lo vedremo già in questo 2022.
    La vera e propria “disclosure” è un altro discorso. Però, per i cambienti epocali – lo dico ancora una volta – i giochi sono fatti. E le cose si vanno definendo, man mano. A livello politico, gli equilibri cambieranno. Stiamo vedendo una marea di dimissioni, ovunque: Australia, Inghilterra, Canada. Ci sarà anche il “twist”, il colpo di scena, negli Stati Uniti. E probabilmente dovrà “venire giù” l’Europa. Tante persone spariranno: qualcuno si dimetterà, qualcuno si ammalerà di Covid, qualcuno verrà meno: è quello a cui assisteremo. La gente stenterà a capire quello che c’è dietro, ma questo è l’anno in cui i giochi si faranno: perché non è verosimile che, da una parte, ci sia un capovolgimento epocale, strutturale, finanziario, e dall’altra parte rimanga la buffonata dell’info-psico-pandemia, che è stata soltanto un tentativo di rallentare questo processo, che è inarrestabile.
    (Luca La Bella, dichiarazioni rilasciare l’11 febbraio 2022 nella trasmissione “Gli ultimi retroscena”, con Gianluca Lamberti e Adrian Fiorelli, sul canale YouTube “Facciamo Finta Che”. Giornalista e blogger, La Bella è l’animatore di “Dabase Italia”, spesso fonte di notizie esclusive su ciò che si muove dietro le quinte del potere. Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, si è spento l’11 gennaio 2022. A poche ore di distanza è morto anche Biscardi, farmacologo, autore di clamorose denunce sulla presenza di nano-chip che sarebbero contenuti nell’ossido di grafene rilevato nei sieri C-19).

    Pochi sanno che David Sassoli, che aveva un problema di leucemia, è stato un trapiantato: e aver subito un trapianto rientra tra le controindicazioni per qualsiasi vaccino. Era un uomo di Draghi, che l’aveva spinto nella posizione che occupava nelle istituzioni europee. Sassoli aveva ricevuto il siero C-19 ed era stato male. Al che, è stato contattato da Domenico Biscardi: i due si sono parlati, tra loro c’è stato uno scambio di informazioni importante. Dopodiché, Sassoli ha depositato 9 denunce, che erano delle bombe. Le ha depositate non solo all’Ema, non solo all’Aifa, ma anche più su. Quello che posso dire, ben consapevole dei rischi che corro, è che – dopo queste denunce – Sassoli è stato “spento”, diciamo così. Esattamente come sembra sia accaduto all’amico Domenico Biscardi, che avevo intervistato pochi giorni prima del decesso. Credo che la sua morte sia strettamente collegata a quella di Sassoli, nonostante le problematiche di Biscardi (lo stress) e quelle di Sassoli (la leucemia).

  • Giovagnoli ai cristiani: sveglia, è il Vaticano a schiacciarci

    Scritto il 11/2/22 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Eternamente grazie, professor Luc Montagnier: eternamente grazie. Non è una brutta notizia, quella che è arrivata. Sapete, funziona così: dobbiamo educarci al trascorrere delle cose, alla fine della bellezza fisica, al tramonto del sole, alla vecchiaia, così come ci meravigliamo della nascita, del sorgere, della giovinezza, e poi della barba che si imbianca. Si chiama vita: è così. La vita si può soltanto accettare. Si può soltanto consegnarsi, alla vita: perché, se ci si consegna alla vita, allora ci si consegna anche all’immortalità. Montagnier ha lasciato un solco indelebile, dentro ognuno di noi. E si è andato ad annidare dentro ognuno di noi. Da bravissimo virologo, è diventato un virus d’amore. E questo rende decisamente immortale la sua essenza, il suo passaggio qui su questa Terra. Tutti siamo destinati a morire, ma in pochi riescono a morire – e a farsi luce – come si è fatto luce il professor Luc Montagnier: dedicando la sua vita alla verità, che è il precursore di ogni giustizia.
    Continuiamo la sua opera; “siamo” la sua opera. Siamo tutti parte di questa grande opera, noi che abbiamo deciso di sacrificare la nostra vita a un ideale più alto, a un valore più alto. Non siamo venuti qui per sopravvivere: “Fatti non foste a viver come bruti”. Virtù e conoscenza, dunque. Tempo fa, parlando con una carissima amica, parlavo dello sguardo di quest’uomo. E avevamo notato che, dentro questo sguardo, risiedeva già la fermezza di chi ci parla ormai da un altro luogo: di chi non è già più qui. Arriva qui, ma non è più qui: perché ha già superato l’esistenza terrena. E’ lo stesso sguardo che avevamo colto in Giulietto Chiesa; lo stesso sguardo che vedevi nella bellezza, nell’umiltà del dottor De Donno. Questo sguardo lo descrive bene Gabriele La Porta in un libro bellissimo, dedicato a Giordano Bruno, raccontando i momenti che precedono il patibolo, prima che venisse consegnato alle atrocità viste da tutti. Gabriele La Porta si sofferma invece sulle atrocità che soltanto lui aveva visto. E dice: nei suoi occhi si vedeva già quell’assenza, tipica della santità. Gli occhi di Giordano Bruno brillavano già di una luce che arrivava da un altro mondo.
    Anche durante l’ordinarietà di questa vita, è possibile prendere in prestito delle schegge di quella luce. Succede ogni volta che ci mettiamo al servizio di questa verità suprema, e quindi decidiamo che la nostra vita sia qualcosa di molto più alto. Così ci stacchiamo da tutte quelle perplessità, quelle paure che la vita ordinaria propone: la precarietà, la paura di non avere successo, la paura di morire di fame, la paura di essere visti come “sbagliati”. Ecco, tutto questo è bassamente umano. E quindi viene totalmente sciolto, spazzato via – da questi atteggiamenti – con una speciale freschezza, un profumo, una giovinezza d’animo. L’invito che rivolgo innanzitutto a me stesso, tutti i giorni, è sempre questo: diventa la cosa più bella che tu possa diventare, lo strumento d’amore più potente; immolati dentro questo grande flusso: solo così potrai avere (e toccare con mano) un senso superiore, di questa vita. Altrimenti avrai semplicemente abitato una macchina, e da quella macchina avrai preso ordini.
    Io non prendo ordini da nessuno, neanche dalla mia macchina. Io sono al servizio di una forza che è più grande di me. E quando la sento, sento di essere in tutte le cose: è questo stato, questo “sentirsi in Dio”. Quando mi domandano, “tu credi in Dio?”, rispondo: io non credo in niente; io sento che posso entrare in uno stato. La divinità è uno stato, dove tu senti di essere dentro qualunque cosa. E senti di non essere più te stesso; perché, quando sei te stesso, parlano le tue eredità; parla la tua macchina, parlano la tua vecchiaia, la tua paura; parla il tuo ego. “Sentirsi Dio” significa trasmutare, letteralmente, quella che è la tua espressione esistenziale, e diventare qualcos’altro. Quando ti senti “in Dio”, allora ricevi le facoltà per poter compiere grandi opere: per poterti staccare, e per poter raggiungere gli altri, per dare un contributo, per “far atterrare” su questa Terra questa parola, che altrimenti non vale niente, se rimane soltanto dentro le preghiere e dentro le confessioni. Non vale niente, se rimane dentro le istituzioni: la parola Dio, se non diventa opera, non vale niente. Questi “Dio” che sono rimasti nelle parole hanno generato mostri, e lo vediamo anche oggi.
    Ormai sono di fronte a un ulteriore scarto, in quello che è il mio cammino. Lo sapete, io sono un alchimista. E noi alchimisti siamo stati sempre bruciati, sempre: ma non da chi animava e faceva “atterrare” il messaggio cristico, non da chi diventava espressione diretta di un Dio che, altrimenti, è solo il vuoto contenitore di una parola sterile. Siamo stati bruciati vivi da chi aveva creato un’istituzione, da chi sfruttava quella cosa. Noi li abbiamo avuti sempre contro: sono stati sempre avversi alla verità che portiamo. E’ normale: l’unico modo per spegnere gli effetti di una lampadina che offre luce è coprirla, altrimenti la luce annienta qualunque ombra, qualunque buio. E abbiamo giocato, nei secoli, questo gioco che si chiama vita. Siamo cresciuti. E oggi viviamo un momento straordinario: abbiamo un mese e mezzo di tempo, per meritarci questa libertà. Insieme, in questi mesi, ci siamo fortificati e preservati; abbiamo tenuta viva la fiamma, la speranza di trasformare qualcosa.
    “Speranza”: questa parola è anch’essa priva di significato, se non diventa opera. La speranza non ha senso, se non diventa volontà: è per questo che scriviamo sempre “né fede né speranza”, nei nostri studi di alchimisti. La speranza diventa una conseguenza naturale, se ci metti la volontà: se tu diventi la volontà, se tu entri nel flusso della volontà. E siamo arrivati a questo punto, a questi giorni cruciali e definitivi, nei quali io darò tutto quello che ho. Perché adesso non è più pensabile fare spettacolo, dedicarsi allo show, pensare ai follower. Guardate Andrea Colombini: più gli bloccano i profili sui social e più lui va avanti, stoico, imperterrito. Perché l’unica cosa che possiamo perdere è quella che molti hanno già perso: il senso di quest’esistenza. O siamo al servizio della luce, o la nostra esistenza non vale niente. O siamo al servizio della verità, o la nostra esistenza – ripeto – non vale assolutamente niente. Rimaniamo incastrati dentro una macchina che ci dice cosa fare e poi, a un certo punto, si spegne. E si rimane lì, si muore così. Si dice: quindi? Tutto qui? Ma dov’era, la bellezza della vita?
    Dobbiamo dare un senso, alla vita, altrimenti il senso è questa stupidità. In questi mesi, quindi, mi giocherò tutto. Mi sono domandato cosa fare, adesso: come ottimizzare tutta questa forza che abbiamo preservato. Stiamo fermi: siamo arrivati fin qui, ormai non ci smuove più nessuno. Però le cose non stanno cambiando. O meglio: stanno maturando, ma devono essere accompagnate. Cosa manca? Quali sono gli ingredienti che mancano? Me lo domando, non ci dormo la notte: perché devo dare un senso a questa potenza, a questa vita. Devo darle un senso, altrimenti non mi sento compiuto. E allora ho pensato a come è stato possibile costruire questo grande inganno, come ci si è arrivati, quali sono stati i personaggi che hanno giocato la loro dote. Si è mossa la finanza, si è mossa la politica, si sono mossi tutti i tentacoli del male. E si sono mosse anche queste istituzioni religiose. Si sono mosse: e hanno fagocitato quello che era un messaggio. Loro si sono fatti portavoce di quello che, in Italia, è il messaggio cristico: un messaggio fatto di fratellanza, di uguaglianza, di solidarietà, di aiuto, di comprensione, di crescita.
    Un messaggio che è arrivato con una volontà, ma viene trasformato: viene reso l’esatta antitesi. L’istituzione che se ne fa portavoce è la più ricca, la più occulta possibile. E’ l’istituzione intoccabile alla quale è permesso fare tutto: benedice le bombe atomiche e benediceva i fascisti, quando c’era il fascismo. E si mette a fianco del più grande dittatore. E continua, ancora oggi, a muoversi in questo regime di falsità. Quando un personaggio così benedice – come atto d’amore – tutto quello che si sta facendo, allora il gioco s’incarta. Perché c’è qualcosa che si va a infilare nella matrice sociale, bloccandola. Perché in Italia la gente non riesce a fare quel salto in più? Perché lo fanno in Canada, con dieci gradi sotto zero, e lo fanno in tutto il mondo, mentre in Italia non si riesce a raggiungere quella determinazione? Perché c’è un’infezione. C’è una falsità, che si è infiltrata nel contesto sociale. In questo anno lo abbiamo capito: il messaggio di Cristo è una cosa, la Chiesa cattolica è ben altra cosa.
    E allora, fino a quando il contesto sociale rimane prigioniero dei dettami imposti da questa realtà, che tradisce appieno il messaggio di fratellanza, di umiltà e di verità, noi non andremo da nessuna parte. Perché l’Italia ha una matrice cristiana potentissima. E se i cristiani italiani continuano a rimanere inerti, e a non trasformare il Verbo in azione, se non diventano essi stessi le mani del loro Dio, non abbiamo la forza per muovere un passo in più, mancherà sempre qualcosa. E loro lo sapevano che, facendo prendere questa posizione all’uomo vestito di bianco, la situazione si sarebbe totalmente “impallata”. Manca una spinta, una collaborazione, un’unità di intenti. E’ stato annichilito il più grande dei messaggi: che non ha più bandiere, se si parla di solidarietà, perché altrimenti non ha senso più niente. Se non troviamo un intento comune, nel nome di questa verità – un intento che porti a termine questa persecuzione – allora è finita l’umanità.
    Siamo tutti chiamati a dare un senso, una forza, alle parole di cui ci riempiamo la bocca. Premetto: io ho sempre tenuto le distanze, da quella realtà. Ma nelle piazze incontro sempre più gente che mi dice: «Guarda, io sono un cristiano; e questa Chiesa non mi piace, e nemmeno questo Papa: non mi risuona». Bene. Quanti sono, questi cristiani? Quanti siete? Siete tantissimi, sapete. Venite nelle piazze e vi confidate di nascosto, quando finisco un intervento. A volte mi consegnate un pensierino, un santino. E io li ricevo, da apostata, perché mi sono anche “sbattezzato”: non si può far convivere un’espressione di verità e di amore con chi invece usa il verbo della verità e dell’amore per poi mettere in campo una volontà che è tutt’altro che verità e amore. E allora il mio gesto, adesso, è quello di chiamare a una grande alleanza trasversale, che non deve più guardare in faccia a niente. Faccio un passo avanti io, per primo, che sono l’eretico per eccellenza e ho scritto anche un libro (“La messa è finita”, ndr) che mi ha procurato un dossier sulle spalle e l’impossibilità di lavorare con certe realtà.
    Faccio un passo io perché non me ne faccio niente, di Michele: devo essere oltre Michele, più avanti di Michele; perché Michele è un essere finito; e invece, l’espressione che Michele può abitare è eterna: e io sono dentro quell’espressione, come lo è ognuno di voi. Siamo chiamati a creare un’alleanza trasversale, in questi ultimi giorni che abbiamo a disposizione: perché poi non ne avremo più. E allora avrà senso che ognuno faccia i conti con se stesso. In questi giorni, insisto, siamo chiamati a creare questa grande alleanza. Ci sono dei movimenti; ci sono degli albori, lo vedo. Non ci “state dentro” nemmeno voi, dall’altra parte; avete bisogno, non vi sentite più rappresentati; volete vivere una realtà spirituale sana, come la vuole vivere chiunque. Non si può più stare dietro al dettame impartito dal “grande capo”. Se sentite che quelle parole hanno sempre animato la vostra fede, che vi hanno fatto riconoscere in un certo modo, se cioè siete dei cristiani, se sentite che quel messaggio è universale, allora è arrivato il momento di trasformare quel messaggio in una volontà: senza più guardare a quello che si può perdere, a come si verrà giudicati, e soprattutto a chi camminerà al tuo fianco.
    Lo dico pubblicamente: io camminerò a fianco di qualunque cristiano che voglia trasformare la propria energia in una volontà, in un’azione concreta. Il periodo è troppo serio, abbiamo un incendio in casa: non possiamo più metterci a discutere sul colore del tavolo. Poi magari torneremo a dividerci, ma oggi viviamo un momento di una serietà totale: non c’è mai stato un periodo più serio di questo. Ci serve un’unità di intenti, una volontà comune. Penso a don Emanuele Personeni: lo ringrazio, dal profondo del cuore. Un sacerdote coraggioso, di quelli che trasformano le parole in fatti. Don Emanuele ha iniziato un cammino, un pellegrinaggio in nome della verità; ha dichiarato apertamente che il suo intento è quello di far togliere qualunque obbligo di “pozione magica”, qualunque schedatura, e vuole andare di parrocchia in parrocchia. Se non ho capito male, dall’alto hanno intimato alle parrocchie di non riceverlo. Mi auguro che non sia vero: sarebbe la conferma del fatto che sta facendo qualcosa di davvero importante. Confido in tutte le persone che lo affiancheranno, in questo cammino: qualcosa che porti le idee nelle piazze e le renda visibili. Bisogna dichiararsi, e questa persona sta compiendo un gesto veramente degno.
    E’ un’anticipazione di un’era nuova, dove si esce da questa sterilità delle parole e si diventa realmente fatto, opera. A voi cristiani dico: date forza alle parole del vostro Dio, altrimenti rimangono aria fritta e il vostro Dio rimane impotente. Perché il vostro Dio si manifesta tramite voi, tramite la vostra espressione, tramite quello che fate. E’ inutile predicare e recitare in un angolo della vostra stanza, avendo paura di dire come la pensate. Quel Dio lì scappa; non viene più, a trovarvi. E allora, diventate l’espressione di quel Dio. Io ho il mio concetto di divinità, e sono stato sempre al suo servizio. Quando la natura mi insegna a essere sincero, onesto e palese, io cerco di esserlo il più possibile. E quando mi insegna che un’era è finita e che bisogna anticipare una stagione nuova, non tengo chiuse le mie gemme. Ecco, date senso – trasformandole in opera – alla vostre parole. Io mi unirò a don Emanuele Personeni nel suo percorso, intreccerò il suo cammino e farò un po’ di strada con lui. E sono disposto a fare spazio e dare energia: siamo una comunità di 150.000 persone; in parallelo c’è la realtà di “Essere Solare”, quasi 25.000 persone; e c’è un gruppo Telegram di altre 50.000 persone (il canale YouTube me invece l’hanno censurato, quindi non lo posso più usare).
    La mia forza, in ogni caso, è al servizio di tutte che le persone che, adesso, vogliono trasformare le belle parole in fatti. Ho quest’immagine di questa espressione cristiana, dove ci siano dei preti che si ricordano di cosa son venuti a fare, nel mettersi dentro quell’abito. Possono avere mille limiti, perché ognuno fa la sua scelta. Però, se mi parli d’amore, fallo “atterrare”, questo amore. E’ un invito rivolto a tanti sacerdoti: e ne ho incontrati. Alcuni mi hanno chiesto anche scusa. Una volta, a Riva del Garda, uno mi ha detto: «Guarda, tu hai chiesto scusa alle donne, a nome di tutti gli uomini, per quello che è successo nella storia; hai chiesto scusa in nome del dolore che hanno provato. E io, in qualità di sacerdote e a nome dell’istituzione che rappresento, ti chiedo scusa per il dolore che abbiamo fatto provare alle anime come te, nei secoli». Mi sono commosso. Abbiamo spremuto qualche lacrima, insieme, stretti in un abbraccio. E se mi ascolta, quel sacerdote lo ringrazio anche adesso. E che sia l’inizio, questo.
    Ho avuto questa visione, dicevo, dei sacerdoti che cominciano a scendere in piazza, a girare per le strade, e raccolgono tutte le persone di buona volontà. Mi auguro che si crei, finalmente, un’alleanza trasversale che dia espressione anche a chi è ai livelli più alti. Mi sono immaginato pure altri personaggi, che hanno manifestato la loro fede in questi valori e quindi cercano di dare un senso a quelle parole (altrimenti, non ha senso niente). Ho seguito alcune persone, sto seguendo Meluzzi, sto seguendo monsignor Viganò. Siamo chiamati a fare questo passo avanti: dobbiamo giocare tutte le carte, anche se questo richiede di fare un passo indietro e di sospendere certi attriti. Siamo chiamati a farle, queste mosse: non possiamo permetterci di arrivare alla fine di questo periodo, tra un mese e mezzo, senza aver tentato di stringere tutte le alleanze possibili. Invito tutti: date un senso alle parole d’amore che finora avete ospitato. O gli date un senso, o smettere di parlare a nome di chi ha portato certi messaggi: perché se quello che ha portato certi messaggi si affacciasse adesso, sicuramente non sarebbe contentissimo di quello che stanno facendo le istituzioni; ma chiederebbe a voi cristiani, uno ad uno: perché continuate a nascondervi?
    Mi auguro che il mio gesto sia compreso e sia supportato. Lo ripeto: io sono un eretico apostata, mi sono “sbattezzato” e ho scritto anche un testo, ben nutrito, contro le istituzioni cattoliche. E sono qui, in prima persona, a mettere la mia energia al servizio di tutti i cristiani di buona volontà. Confido nella luce che vi illumina (da dentro, non da fuori). Nel frattempo, lo so, gli altri non si fermano. Hanno cambiato la Costituzione? Certo: continueranno a fare tutto quello che è possibile, per portare a termine il loro disegno. Voglio ricordare che, come è stata cambiata, la Costituzione si può ri-cambiare. La nostra Costituzione parlava di diritti, di discriminazioni, di come non arrivare a certe situazioni; e invece è stata ampiamente superata. La Costituzione è come una bella preghiera, un bellissimo enunciato, un epitaffio straordinario, un testamento insuperabile. Ma se non viene trasformato in volontà, non vale niente: è carta straccia. Quindi, sì: possono cambiare anche la Costituzione. Ma non allarmatevi troppo: lasciate che facciano quello che vogliono; cominciate voi a decidere che cosa volete fare: perché abbiamo un mese e mezzo di tempo. Siamo arrivati liberi, su questa Terra: liberi torneremo a casa.
    (Michele Giovagnoli, dal video trasmesso su Facebook il 10 febbraio 2022).

    Eternamente grazie, professor Luc Montagnier: eternamente grazie. Non è una brutta notizia, quella che è arrivata. Sapete, funziona così: dobbiamo educarci al trascorrere delle cose, alla fine della bellezza fisica, al tramonto del sole, alla vecchiaia, così come ci meravigliamo della nascita, del sorgere, della giovinezza, e poi della barba che si imbianca. Si chiama vita: è così. La vita si può soltanto accettare. Si può soltanto consegnarsi, alla vita: perché, se ci si consegna alla vita, allora ci si consegna anche all’immortalità. Montagnier ha lasciato un solco indelebile, dentro ognuno di noi. E si è andato ad annidare dentro ognuno di noi. Da bravissimo virologo, è diventato un virus d’amore. E questo rende decisamente immortale la sua essenza, il suo passaggio qui su questa Terra. Tutti siamo destinati a morire, ma in pochi riescono a morire – e a farsi luce – come si è fatto luce il professor Luc Montagnier: dedicando la sua vita alla verità, che è il precursore di ogni giustizia.

  • Verità e giustizia: è sempre giovane il sole della resistenza

    Scritto il 17/1/22 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Li allinearono all’alba, in montagna. Il comandante, Giulio Nicoletta (calabrese di Crotone, socialista, tenente dei carristi) spiegò loro che i nazisti avevano appena fucilato 51 ostaggi civili, giù a Cumiana. I prigionieri – Ss italiane e sottufficiali tedeschi – pensarono: ecco, ora ci fucilano per rappresaglia. E invece no: non vi fuciliamo, precisò il comandante, perché i vostri hanno in mano ancora cento ostaggi rastrellati per la strada. E non vi fuciliamo, soprattutto, perché non siamo bestie, noi. Lo scambio infine avvenne, e che scambio: militari contro civili inermi. Un anno dopo, a Torino – il 26 aprile, tra gli ultimi spari – il comandante si sentì chiamare. Erano loro, i prigionieri dell’anno prima. Ma ormai, vestiti anch’essi da partigiani. Abbiamo disertato, gli spiegarono, poco dopo esser stati rilasciati. Non erano bestie, nemmeno loro. E avevano imparato. Avevano anche visto che i partigiani rilucevano di una speciale bellezza giovane: ridevano. Quando potevano, nonostante tutto, suonavano e cantavano. Ballavano. Nel sangue avevano il futuro, non il lutto.
    Tachipirina e vigile attesa: per il Tar del Lazio, è stato folle impedire ai medici di curare i pazienti. Due anni dopo, gli inservienti del grande potere oscuro insistono: ai loro tirapiedi dei media fanno tuttora contare i contagi e possibilmente i ricoveri, senza mai ricordare che i protocolli per le efficacissime cure domiciliari non sono ancora stati varati. Se Conte poteva accampare qualche attenuante, raccontando la storiella della catastrofe inaspettata (e certo amplificata in ogni modo, anche dalla richiesta di evitare le autopsie), per Draghi non esistono alibi possibili. Alcuni legali, spiega Andrea Colombini, stanno predisponendo le denunce: concorso in strage colposa. Questo è il punto davvero dirimente, oggi oscurato dalla barzelletta dei non-vaccini (che non immunizzano nessuno). Non-vaccini che, per essere imposti, avevano bisogno esattamente di quello: di tanta inutile Tachipirina, di tanta pericolosa attesa. Lo hanno fatto, lo hanno rifatto, e continuano tuttora a farlo. Tanto, la colpa – per i telegiornali, per i ministri – è dei cosiddetti No-Vax, i renitenti al Super Green Pass.
    A proposito: secondo Confesercenti, nella sola Torino, la demolizione controllata dell’economia italiana (disposta dai signori che manovrano il governo Draghi) costa qualcosa con un milione e mezzo di euro al giorno. E il bello deve ancora arrivare, con l’ultima stretta in scadenza. Quanti sono, i cittadini muniti di terza dose? Non più del 35%, secondo lo stesso Colombini (una delle voci della resistenza civile). Per Michele Giovagnoli, altro esponente dell’Italia libera, sono 6,7 milioni le persone finora sottrattesi all’inoculo. Vanno sommate a chi ha subito la prima e la seconda dose, ma ora esitano di fronte alla terza: e infatti disertano bar e ristoranti (e domani, anche i negozi). Non sono tutti cretini: le ascoltano, le parole pronciate a Milano dal grande Luc Montagnier. Giovagnoli, che predica incessantemente la nonviolenza, paventa comunque il rischio di disordini entro febbraio. Spiega: la menzogna governativa è ormai talmente scoperta, e talmente persecutoria, da non poter produrre altro che rabbia e disperazione. Persino in un paese come il nostro, sempre riluttante di fronte alla possibilità di vere rivolte.
    Ben diverso, dice Michele, il caso della Francia: la sua rivoluzione cambiò il mondo. L’Italia sembra più immatura, più adolescente, anche se ha prodotto l’Impero Romano e quello vaticano, il Rinascimento, il fascismo e tante altre cose. Non è un caso – insiste Giovagnoli – che oggi il male infierisca sui due paesi europei storicamente dotati di maggior potenziale creativo, proprio mentre la Gran Bretagna festeggia la ritrovata libertà (zero restrizioni, nessuna emergenza sanitaria) e la stessa Spagna annunci di voler chiedere all’Ue di declassare il Covid, nella variante Omicron, al rango di semplice influenza, senza più alcun bisogno di politiche speciali. Da noi no, la musica è ben diversa: in attesa che la verità finisca di emergere anche ufficialmente, magari per via giudiziaria, questo potere colpevole e bugiardo (che la verità la conosce benissimo) va avanti per la sua strada, verso il baratro, sapendo di fare il male deliberatamente. Fino a quando? Già a luglio, si sbilancia Giovagnoli, assisteremo alle prime, grandi sorprese. In altre parole: la farsa ha ormai i mesi contati.
    Certo, agli italiani tocca soffrire ancora. Chi è riuscito a resistere al ricatto, oggi vede benissimo l’infinita debolezza (civile, politica) di chi invece all’estorsione ha ceduto: vede cioè che il ricatto aveva l’effetto magico di oscurare le cure, la drammatica necessità delle terapie. Cedere, in fondo, significava dire: vi diamo partita vinta, cose se davvero foste detentori di una parte di verità. Ma senza verità – ripeteva Giuletto Chiesa – non c’è alcuna possibilità di ottenere libertà e quindi giustizia. Proprio verso il raggruppamento di Ferruccio Parri (Giustizia e Libertà) inclinava la 43esima divisione autonoma della Val Sangone, sui monti fra Torino e Pinerolo. Era una specie di Cln in armi: la brigata garibaldina del padre di Piero Fassino convineva con quella (monarchica) del marchese Felice Cordero di Pamparato, nome di battaglia Campana, cui poi il capoluogo piemontese intitolò la storica sede universitaria delle facoltà umanistiche.
    Ebbi la fortuna di conoscere personalmente Giulio Nicoletta. Un uomo di pace, costretto dalla storia a fare il guerriero: scelto come comandante di divisione proprio per la sua capacità di conciliare anime tanto diverse. In casa, aveva conservato come una reliquia la pistola Luger avuta in dono dal generale delle Ss Peter Hansen, con il quale nel 1944 aveva trattato il rilascio degli ostaggi superstiti di Cumiana. Per sviare testimoni e interpreti, i due si erano parlati in latino. Ora l’ho capito, gli disse il generale, nella lingua di Cicerone: se fossi italiano – scandì – sarei anch’io partigiano. Prima regola: tirar fuori il coraggio. Mezzo secolo dopo, alla valle di quei combattenti, il Quirinale conferì una medaglia al valor militare. A una condizione: che nella cerimonia non pronuciassero mai la parola “fascismo”. Lo aveva imposto Oscar Luigi Scalfaro, spaventato dalla Lega di Pontida: la storia andava riscritta, per non rianimare il fantasma della guerra fratricida fra italiani. Me lo confidò lo stesso Nicoletta, con un groppo in gola, poco prima di prendere la parola, al sacrario dei loro caduti. Poi, quando toccò a lui, guardò in faccia il presidente Scalfaro. E vuotò il sacco: non era stata solo colpa dei tedeschi. Né si diventa partigiani per caso. Bisogna lottare, per la libertà. E qualcuno deve pur farlo.
    (Giorgio Cattaneo, 17 gennaio 2022).

    Li allinearono all’alba, in montagna. Il comandante, Giulio Nicoletta (calabrese di Crotone, socialista, tenente dei carristi) spiegò loro che i nazisti avevano appena fucilato 51 ostaggi civili, giù a Cumiana. I prigionieri – Ss italiane e sottufficiali tedeschi – pensarono: ecco, ora ci fucilano per rappresaglia. E invece no: non vi fuciliamo, precisò il comandante, perché i vostri hanno in mano ancora cento ostaggi rastrellati per la strada. E non vi fuciliamo, soprattutto, perché non siamo bestie, noi. Lo scambio infine avvenne, e che scambio: militari contro civili inermi. Un anno dopo, a Torino – il 26 aprile, tra gli ultimi spari – il comandante si sentì chiamare. Erano loro, i prigionieri dell’anno prima. Ma ormai, vestiti anch’essi da partigiani. Abbiamo disertato, gli raccontarono, poco dopo esser stati rilasciati. Non erano bestie, nemmeno loro. E avevano imparato. Avevano anche visto che i partigiani rilucevano di una speciale bellezza giovane: ridevano. Quando potevano, nonostante tutto, suonavano e cantavano. Ballavano. Nel sangue avevano il futuro, non il lutto.

  • Nuovo Mondo, il talento dell’arcangelo: dare il meglio di sé

    Scritto il 28/12/21 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Il mio maestro, in India, mi diceva: «Non ti preoccupare, al massimo muori: mica succede niente di grave». Ma te lo diceva con un sorriso tale, per cui quella verità la sentivi, perché lui era già lì. Vi assicuro che è stata dura, tornare a lavorare come fotografo nelle serate di moda dopo aver imparato a fare pratica di meditazione, in India. Così, con lo sguardo al cielo, un giorno ho chiesto un lavoro che fosse sulle mie corde: e subito è apparsa la Sacra di San Michele, che mi ha commissionato un libro. Da lì mi si è aperto un mondo, e ogni volta che salivo alla Sacra – l’ho fatto per due anni, anche dormendovi – mi si accendeva dentro un piccolo fuoco, che mi faceva stare bene. Da allora sono rimasto connesso, con quel luogo speciale. E nei giorni del primo lockdown, in testa mi risuonava una frase: bisogna portare luce.
    D’un tratto mi chiama una persona che non conoscevo: il marketing manager della Spacecannon, l’azienda che ha creato l’installazione luminosa al posto delle Torri Gemelle, a Ground Zero. E scopro, con mia grande sorpresa, che questa persona – che aveva fatto quella cosa così importante, a New York – abita vicino a me, proprio sotto la Sacra. Pensavo mi proponesse qualche lavoro, invece ci limitavamo a prendere il caffè insieme; però c’era risonanza, restava la sensazione di dover fare qualcosa insieme. Al terzo caffè, guardando la Sacra, gli dico: e se creassimo un fascio di luce che rappresenta la Spada di Michele? Al che, sondo lo scrittore Michele Peyrani, autore di libri sull’arcangelo Michele. Giorni dopo, Peyrani mi risponde: sì, l’idea è voluta dall’alto; però dovete muovere più energie. Così, la mattina dopo, contattiamo amici giornalisti. E il pomeriggio stesso arriva inatteso il via libera della Sacra: ok, la cosa si fa.
    Da lì è esplosa questa avventura, la Spada dell’Arcangelo, accesa il 29 settembre 2021, giorno di San Michele. Poi, attraverso il web, mi hanno contattato moltissime persone: mi dicevano “grazie”, da tutto il mondo. Il fascio di luce saliva nel cielo per 15 chilometri; praticamente si vedeva anche da Torino, nelle serate terse. E in quel momento ho sentito questo: non l’ho fatta io, quella roba; se c’è, è perché “è arrivata” qui. Sì, ha attraversato me: ma semplicemente perché ero quello più vicino alla Sacra, tra quelli che potevano recepire il messaggio. Davvero, ho sentito una forza, in quella cosa: è vero, simboleggiava la Spada dell’Arcangelo, ma ha portato davvero luce in mezzo a tanto buio. Gli arcangeli? Credo siano energie, a disposizione di chi le chiama.
    Sincronicità: proprio mentre accendevamo il faro per la prima volta, sotto di noi – in valle di Susa – pare transitasse la Porta dell’Inferno, l’opera di Auguste Rodin diretta a Roma. In quei giorni erano migliaia, le persone che salivano alla Sacra a vedere la Spada da vicino, la strada che sale all’abbazia era letteralmente intasata di auto. Ora, al di là delle singole appartenenze religiose, io percepisco un’energia che riguarda proprio tutti, e che davvero ci può contattare. E tutto è nato da intuizioni istantanee, non da ragionamenti. E’ qualcosa che arriva, semplicemente, nel momento in cui “fai spazio” e ti metti a disposizione, anche in modo umile. Nessuno di noi ha intascato un euro, da questa operazione: credevamo che la cosa potesse portare luce, tutto qui. O forse, questa cosa ci ha essenzialmente attraversato: ed è stato davvero emozionante. Non avevo mai visto una folla simile, lassù. La sera che ci siamo radunati a recitare l’Om al Sepolcro dei Monaci, io piangevo.
    Col tempo, ho imparato a distinguere quando a parlare è la mia testa, o quando è un’intuizione che arriva da un’altra parte. Quando riconosci questa differenza, dentro di te senti affiorare un coraggio, nell’andare avanti. E penso che proprio nell’estrema durezza del momento storico che stiamo vivendo vi sia un’opportunità ancora maggiore di contattare l’Altrove, di seguire un percorso e di tirare fuori – ciascuno di noi – il proprio talento. Siamo piccole gocce: ma ognuno di noi è fondamentale, per dare vita a questo Nuovo Mondo che siamo chiamati a creare. Non credo ci si debba scontrare, col Vecchio Mondo. Il nostro compito è portare una nuova energia: creare qualcosa di nuovo. E anche incoraggiare gli altri. Pensiamoci: oggi, il Vecchio Mondo ha semplicemente paura. Chi ha fatto certe scelte lo ha fatto per paura, o perché obbligato. Fa parte del gioco. E quando capisci che è un gioco, mi dico: almeno, scegliamoci il personaggio che più ci si addice, in questo gioco.
    (Franco Borrelli, dichiarazioni rilasciate il 27 dicembre 2021 nella diretta “The World United Italia II”, sul canale YouTube di Luca Nali. Apprezzato fotografo torinese residente in valle di Susa, Borrelli ha ideato – con Riccardo Croce, della Spacecannon – l’installazione luminosa della Spada di Michele, lo scorso autunno, in collaborazione con i Padri Rosminiani che gestiscono la millenaria abbazia. Ammette: «Mi piacerebbe ripetere l’esperimento anche in altri santuari lungo la Linea di Michele, come Monte Sant’Angelo in Puglia e Mont-Saint-Michel in Normandia». Sul momento presente, Borrelli è esplicito: «Come fotografo perderò diversi lavori, avendo scelto di rinunciare al Green Pass: ma esperienze come quella della Spada di Michele non possono che incoraggiare me e tutti quelli come noi»).

    Il mio maestro, in India, mi diceva: «Non ti preoccupare, al massimo muori: mica succede niente di grave». Ma te lo diceva con un sorriso tale, per cui quella verità la sentivi, perché lui era già lì. Vi assicuro che è stata dura, tornare a lavorare come fotografo nelle serate di moda dopo aver imparato a fare pratica di meditazione, in India. Così, con lo sguardo al cielo, un giorno ho chiesto un lavoro che fosse sulle mie corde: e subito è apparsa la Sacra di San Michele, che mi ha commissionato un libro. Da lì mi si è aperto un mondo, e ogni volta che salivo alla Sacra – l’ho fatto per due anni, anche dormendovi – mi si accendeva dentro un piccolo fuoco, che mi faceva stare bene. Da allora sono rimasto connesso, con quel luogo speciale. E nei giorni del primo lockdown, in testa mi risuonava una frase: bisogna portare luce.

  • Obblighi e menzogne: ma l’ingiustizia ci sta rafforzando

    Scritto il 03/12/21 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Cosa c’è dietro l’attacco in corso contro di noi? Si parla tanto di libertà, ma spesso – sui grandi media – in modo distorto. Per esempio: si dice che, se non ti sottoponi al siero, stai ledendo la libertà degli altri, perché metti a rischio la loro e la tua salute. Quindi, la salute degli altri deve porre un limite alla tua libertà. E su questo si affannano una serie di servi del potere, dai costituzionalisti agli intellettuali: scrittori, presunti filosofi, giornalistucoli sempre genuflessi a chi comanda. Naturalmente, non tutti i costituzionalisti, gli intellettuali e i giornalisti la pensano così; ma quelli che la pensano diversamente, guarda un po’, sui grandi media non compaiono: li hanno resi muti. Il fatto è che, in effetti, questa affermazione (“la tua libertà deve avere come limite quella degli altri e quindi anche la loro salute”) sarebbe anche vera e sacrosanta: noi non possiamo avere la libertà di danneggiare la salute degli altri, no? Solo che le cose non stanno proprio così. Non ce la raccontano giusta: ci sono una serie di evidenti menzogne, in questa storia.
    Innanzitutto: cos’è la libertà? E’ la possibilità di pensare, sentire e, infine, decidere come agire e come comportarsi, nella vita. Ma si dimentica spesso qual è il presupposto fondamentale della libertà. Il presupposto per poter agire liberamente è sapere come stanno le cose, nella situazione nella quale dobbiamo prendere una decisione. Quindi, il presupposto è: conoscere quanto più possibile della verità delle varie situazioni nelle quali ci troviamo. Tutti abbiamo l’impulso a cercare quello che ognuno di noi considera, a torto o a ragione, il bene, per la propria vita, dai beni materiali ai beni superiori. Ma per scegliere come agire dobbiamo necessariamente sapere che cosa è un bene, veramente, e che cosa non lo è. Dobbiamo cioè conoscere la verità di quella situazione, per poi essere liberi di scegliere cos’è più utile fare. Se voglio il bene di un figlio che amo, devo cercare di sapere più cose possibili, di lui. La verità è indispensabile, per essere veramente liberi di decidere cosa fare.
    Altro esempio: un terapeuta, che vuole guarire una persona. Prima di tutto deve cercare di capire come sta, il paziente. Esamina gli organi, fa domande, non si accontenta di quello che il paziente racconta, o che trova scritto da qualche parte. Vuole sapere, vuole vedere: se no come fa, a fare il suo bene? Se io non so qualcosa, di una certa situazione – se non mi viene detto, se mi viene nascosto – io rischio di prendere una decisione sbagliata. Ma questo vuol dire che ho sbagliato in una situazione di non-libertà. Ho scelto pensando di essere libero, ma non ero in una situazione di libertà (come invece ci raccontano, mentendo). Quindi: ho deciso qualcosa essendo vittima di condizionamenti, a volte molto pesanti e sapientemente organizzati contro di noi, come in questa situazione del Covid e dei sieri. Diciamolo: i primi, veri attentatori alla libertà della gente sono il potere e i suoi servi, che ogni giorno aggrediscono e sfigurano la verità, proprio per renderci più schiavi e meno liberi.
    Quali sono i condizionamenti che hanno creato, nella maggioranza, una forte adesione ai piani di regime relativi alla situazione che stiamo vivendo? Primo: ci hanno detto, in tutti i modi, che il Covid era incurabile. E questo non era vero: le cure ci sono, eccome, e sono molto efficaci (ma ce le nascondono). Punto numero due: ci hanno detto che il siero, da loro imposto, era l’unica soluzione; ma non era affatto vero. Ci hanno detto che il siero non comporta nessun problema; ma pare che non sia proprio così. Quindi: evidenziano i problemi di chi non si è vaccinato, e per nulla quelli di chi si è vaccinato (dunque, sfigurano la verità). Altro punto: non hanno detto che la gente doveva cambiare alimentazione e curare molto meglio il proprio corpo fisico, perché proprio la cattiva “manutenzione” del nostro corpo è una delle principali cause dei decessi. Avrebbero dovuto fare corsi di rieducazione istantanea della popolazione e dei medici. Ma non l’hanno fatto, perché la gente doveva arrivare debole alla malattia.
    Non hanno istruito i medici su cosa dovevano effettivamente dire e fare ai loro pazienti, per guarirli da questa malattia. Non gli hanno dato la verità; li hanno invece obbligati a protocolli spesso dannosi. E hanno cancellato quasi del tutto la voce degli scienziati che cercavano di ristabilire la verità, sulla situazione. E ancora: hanno dato ordine di nascondere la verità, e di mentire, a un’intera classe di giornalisti di regime, silenziando così le voci indipendenti. Ancora: hanno condizionato alla menzogna un’intera classe politica (ma in questo caso devo dire che non hanno dovuto fare un particolare sforzo). E ancora: hanno tentato di interferire, in tutti i modi, con la libera circolazione delle informazioni sui social, con l’orribile e perverso fenomeno dei falsi “fact checker” di regime. Una vera e propria censura, degna delle peggiori dittature.
    E ancora: hanno imposto sieri garantiti da case produttrici, in collusione con gli organismi sanitari nazionali e mondiali. Hanno imposto il dogma dell’infallibilità della scienza, alimentando l’obbligo di obbedire a un “papato scientifico” chiaramente falso e contraddittorio, nelle sue (sempre apodittiche) affermazioni. E poi, ancora: hanno terrorizzato miliardi di persone, con la falsa prospettiva di una morte probabile e spaventosa, se non si ricorreva ai loro sieri. Questo ha creato una serie importante di condizionamenti interiori, nelle persone, che hanno annebbiato quasi completamente le capacità logiche e di pensiero di tantissima gente: spingendo all’ansia, all’odio, alla separazione, alle paure illogiche, basate su un cumulo di falsità e di condizionamenti. E poi hanno approfittato di questi programmati condizionamenti, interiori ed esteriori, e dell’emergenza che hanno artificiosamente costruito intorno a questa vicenda.
    Lo hanno fatto per avviare un orribile e inquietante cambiamento della società umana – il famoso Great Reset – basato su un’ulteriore meccanizzazione, elettromagnetizzazione, digitalizzazione e asservimento dell’essere umano e del suo ambiente, mentendo ogni giorno sui loro veri scopi. Insomma: hanno devastato, lacerato e ucciso quella verità che è l’unica possibilità, la sola condizione per poter esercitare la libertà. E poi vengono anche a dirci che chi non sottostà alle loro imposizioni, e magari si cura e si nutre bene, lede la libertà degli altri? E di chi? Di chi si è sottoposto al siero, e che poi – secondo loro – avrebbe dovuto essere immune? Anche questa si è rivelata una balla del “papato scientifico”. E naturalmente omettono di dire che, chi ha dato loro retta, si infetta e si ammala nello stesso modo, e magari continua a non curarsi e a maltrattare il proprio corpo e il proprio sistema immunitario, a danno proprio e della società (anche di quelli che sono riusciti a non accettare le loro imposizioni).
    Cancellata la verità, i componenti delle maggioranze hanno avuto la finta libertà di prendersi ripetutamente questo siero e di maltrattare chi non lo assume, pensando di essere liberi. Ma è chiaro che non lo erano affatto. Altro che libertà: queste persone erano vittime di una manipolazione di massa fatto attraverso menzogne, opportuni silenzi, condizionamenti interiori fatti di ansia di rabbia, fondati sul grande condizionamento emotivo della paura della morte, che nemmeno la nostra religione tradizionale rimuove (perché evita accuratamente, da sempre, di farti capire e sentire come si continua a vivere, nelle dimensioni tra una vita e l’altra). Sono le maggioranze dormienti, che si accontentano delle mezze verità: che poi sono menzogne intere. Sono le maggioranze ipnotizzate, che si accontentano delle parole d’ordine ricevute, che si prestano a essere usate come clava contro le libertà di quelli che non accettano le imposizioni del sistema di potere.
    La cosa interessante è che è proprio questo disprezzo, questo massacro della verità compiuto per condizionare la nostra vera libertà, ha prodotto l’effetto contrario in tante persone: che sono ancora minoritarie, ma in evidente crescita. Persone alla ricerca della verità vera, con un grado di libertà interiore già così maturo da non farsi condizionare, e da arrivare a vedere con chiarezza sempre maggiore le falsità dittatoriali del potere. Una volta, delle falsità del potere si accorgevano solo pochi intellettuali; ora invece il fenomeno – pur minoritario – è finalmente di massa, come dimostrano i social e le piazze che si riempiono di contestatori delle false verità del regime (e delle imposizioni conseguenti). L’unico limite, rispetto al quale bisogna stare attenti, è quello di non auto-condizionarsi con l’odio e la rabbia verso il potere, perché quest’odio e questa rabbia giocano lo stesso ruolo di condizionamento interiore, e quindi di alterazione della nostra vera libertà (di pensare, di sentire e di agire nel modo più giusto, per il bene).
    Abbiamo poi anche visto come il regime gioca, sfruttando la stessa rabbia che ha provocato, nella gente in risveglio, per isolarla e maltrattarla ancora di più: una vera e propria trappola. Dobbiamo certamente esercitare e diffondere una giusta indignazione, per la dittatura crescente che ci circonda, osservandola e denunciandola con chiarezza. Ma sempre stando attenti a non essere proprio noi, a condizionare la nostra stessa libertà con eccessivi sentimenti di ansia e di rabbia, che comunque altererebbero la nostra stessa visione della verità. Quindi continuiamo a cercare liberamente la verità e il bene, senza cadere nelle trappole del potere. E la spunteremo, più forti e consapevoli di prima. Ricordiamoci che il vero obiettivo di questi insani poteri è proprio il controllo dell’interiorità, dell’anima umana: questa è la chiave vera, questo è il terreno di conquista (che non dobbiamo lasciargli). E l’umanità nuova in risveglio, quella che sta crescendo, non appare affatto disposta a vendere la propria anima e la propria libertà.
    Comunque, non si può mentire per sempre. L’importante è mantenere la nostra libertà interiore, e guardarli bene in faccia. Alla fine vinceremo noi. Da questa situazione emergerà una minoranza più forte, più consapevole, più matura e ancora meno obbediente. La vera crescita, in termini di consapevolezza, è determinata dalle sofferenze. Guardate quanta voglia di verità c’è, adesso, che ci stanno maltrattando in questo modo. Noi impariamo dal dolore, e individui migliori alla fine daranno vita a una società migliore. E il “piano” funziona: con tutti i suoi difetti, questa società è comunque migliore di quella di cinquant’anni fa o di duemila anni fa. Noi ci lamentiamo molto – e abbiamo ragione – perché abbiamo degli ideali superiori alla realtà, che giustamente ci spingono in avanti. L’umanità migliore è in costruzione. Non c’era, prima, la possibilità di avere tutta questa gente, nelle piazze, senza parole d’ordine esterne.
    E’ gente ancora confusa, d’accordo, ma intanto vuole il bene, si è stufata di questi poteri, non guarda più i telegiornali. E sta facendo passi da gigante. Con tutte le difficoltà che stiamo vivendo, dico che sarebbe un grande peccato annullare questi ultimi due anni e tornare a come eravamo prima. Perché solo adesso si vede tanto risveglio: ed è il risveglio della parte immortale umana. Funziona, il “piano”. E allora facciamo la nostra parte: facciamo il ragionevole, il consapevole, facciamo quel tanto di bene che possiamo fare intorno a noi. Il “piano” è quello di far diventare gli individui migliori, più coscienti e più creatori di bene. Da questo verrà una società migliore: una società che un giorno sarà bellissima. Ma già quella di adesso è più bella di quella di prima. Questa è l’unica, vera novità evidenziata da questa crisi: stiamo crescendo nella direzione giusta. Avanti così, con coraggio e saggezza: con amore, e senza paura.
    (Fausto Carotenuto, dichiarazioni rilasciate il 1° dicembre 2021 nella diretta YouTube “L’attacco alla libertà”, con Fabio Frabetti di “Border Nights”).

    Cosa c’è dietro l’attacco in corso contro di noi? Si parla tanto di libertà, ma spesso – sui grandi media – in modo distorto. Per esempio: si dice che, se non ti sottoponi al siero, stai ledendo la libertà degli altri, perché metti a rischio la loro e la tua salute. Quindi, la salute degli altri deve porre un limite alla tua libertà. E su questo si affannano una serie di servi del potere, dai costituzionalisti agli intellettuali: scrittori, presunti filosofi, giornalistucoli sempre genuflessi a chi comanda. Naturalmente, non tutti i costituzionalisti, gli intellettuali e i giornalisti la pensano così; ma quelli che la pensano diversamente, guarda un po’, sui grandi media non compaiono: li hanno resi muti. Il fatto è che, in effetti, questa affermazione (“la tua libertà deve avere come limite quella degli altri e quindi anche la loro salute”) sarebbe anche vera e sacrosanta: noi non possiamo avere la libertà di danneggiare la salute degli altri, no? Solo che le cose non stanno proprio così. Non ce la raccontano giusta: ci sono una serie di evidenti menzogne, in questa storia.

  • Carraro: troppi italiani pronti a obbedire al totalitarismo

    Scritto il 02/12/21 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Ci siamo auto-convinti di essere in presenza di una “guerra mondiale” tra le élite e il popolo. Ma siamo proprio sicuri che sia così, oppure è un racconto consolatorio che ci stiamo facendo, nella speranza che i “cattivi” siano veramente una ristretta élite? Siamo sicuri che il popolo sia composto da invidui tutti buoni, intelligenti e volenterosi, e non invece da persone conniventi e complici di quello che sta accadendo? In quanti avrebbero il coraggio di mettersi davanti al carro armato, come il famoso cinese di piazza Tienanmen? Ci sono milioni di persone che non solo subiscono, ma subiscono felici: e votano esattamente coloro che stanno imponendo queste norme liberticide, giorno per giorno. Non giustifico neanche quelli che “non sanno, non hanno capito”. Oggi, la possibilità di approfondire è sterminata: e quindi, l’essere ignoranti è una colpa che non si può perdonare.
    Purtroppo, nel nostro paese, milioni di persone sono predisposte al dominio. Già oggi sono prone, pronte a subire l’instaurazione di un regime totalitario. E questo perché, attraverso fenomeni che risalgono anche a trent’anni fa, abbiamo avuto un impoverimento intellettuale, culturale, etico e civico delle masse, del famoso popolo “buono”. Questo fa sì che, in presenza di determinate condizioni, queste masse si trasformino in zelanti esecutrici degli ordini di un regime totalitario. E’ uno schema invariabile, dimostrato nel ‘900 da famosi esperimenti sociologici: nella simulazione della prigione, gli attori chiamati a recitare la parte dei guardiani si immedesimano in quel ruolo fino a superarlo, trasformandosi in carnefici, calandosi – insieme ai prigionieri – in una dimensione di autentico odio reciproco.
    E stiamo parlando di persone normalissime: se crei le condizioni giuste e spacchi la società in due categorie, una delle quali è la maggioranza sedicente “buona” e l’altra – minoritaria – è il capro espiatorio da schiacciare, tu produci poi il sadismo, quello del kapò del campo di sterminio nazista. L’aguzzino non nasce kapò in quanto psicopatico: è predisposto a diventarlo, purché attorno a lui si creino le condizioni adatte. Secondo me, in questo momento storico stanno scientificamente, dolosamente creando le condizioni perché un popolo – già deprivato di molte delle sue qualità – sia pronto a fare ben peggio di quanto abbiamo visto finora. Potrebbero arrivare anche a “perimetrare” fisicamente i reninenti, rinchiudendoli in qualche capannone: se davvero volessero arrivare lì, col supporto dei media ci arriverebbero. E a quel punto, la china sarebbe inarrestabile.
    (Francesco Carraro, dichiarazioni rilasciate il 25 novembre 2021 nella trasmissione “Politicamente Scorretto”, sul canale YouTube “Facciamo Finta Che”, con Enrica Perucchietti, Gianluca Lamberti e Adriano Fiorelli).

    Ci siamo auto-convinti di essere in presenza di una “guerra mondiale” tra le élite e il popolo. Ma siamo proprio sicuri che sia così, oppure è un racconto consolatorio che ci stiamo facendo, nella speranza che i “cattivi” siano veramente una ristretta élite? Siamo sicuri che il popolo sia composto da invidui tutti buoni, intelligenti e volenterosi, e non invece da persone conniventi e complici di quello che sta accadendo? In quanti avrebbero il coraggio di mettersi davanti al carro armato, come il famoso cinese di piazza Tienanmen? Ci sono milioni di persone che non solo subiscono, ma subiscono felici: e votano esattamente coloro che stanno imponendo queste norme liberticide, giorno per giorno. Non giustifico neanche quelli che “non sanno, non hanno capito”. Oggi, la possibilità di approfondire è sterminata: e quindi, l’essere ignoranti è una colpa che non si può perdonare.

  • Meluzzi: accelerano, temono che la strage diventi vistosa

    Scritto il 19/11/21 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Personaggi come Umberto Galimberti e Giuliano Cazzola criminalizzano e patologizzano il dissenso, come ai tempi della psichiatria di Stato introdotta da Stalin? Credo che ci sia una grande strumentalità, e una serie di vantaggi sociali ed economici che derivano da questa parte in commedia, questa commedia tragicomica e grottesca alla quale siamo sottoposti tutti i giorni dai media mainstream. E credo ci sia anche un atteggiamento screziato di paranoia, a fronte di una patologia che ha una letalità bassissima. Però ricordo, a questi vecchi malvissuti, che chi pensa di poter sacrificare la libertà alla sicurezza, alla fine, non avrà né l’una né l’altra. Non avrà la sicurezza (non avrà “l’immortalità”), mentre alla libertà ha già rinunciato da tempo. E, avendo rinunciato alla libertà, ha rinunciato anche alla dignità, al poter andare con la propria faccia di fronte ad uno specchio al mattino (e di fronte al Tribunale della Storia, in tempi – ritengo – medio-brevi).

  • Buffonata-Covid, siamo ai tempi supplementari: ecco perché

    Scritto il 13/11/21 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Qualcosa si è inceppato, qualcuno non è stato ai patti: è l’unica ragione per cui siamo ancora alle prese con la narrazione Covid, che doveva chiudersi entro fine anno. Lo afferma lo storico Nicola Bizzi nella trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, con Tom Bosco e Matt Martini. La scorsa primavera, Bizzi aveva ampiamente anticipato i segnali della de-escalation, programmata per aprile, poi puntualmente giunti a partire dalla Gran Bretagna, decisa a mettere gradualmente fine al “terrorismo sanitario”. Poi però qualcosa è andato storto: a luglio, dice Bizzi, il piano per uscire dall’incubo (politico-mediatico) della “pandemia” è stato disatteso da alcuni player, come i poteri che in Italia si esprimono attraverso Draghi. Il punto – osserva Bizzi – è che l’emergenza sanitaria “doveva” essere sostituita con l’emergenza climatica permanente, che però non sta funzionando: vi si oppongono svariate potenze, a livello mondiale. Ergo: i gestori della paura sono tornati all’emergenza-1, quella sanitaria. Da cui però non saprebbero più come uscire, vista anche la marea montante del dissenso, di fronte al Green Pass e alla follia “vaccinale”.
    «L’aver deciso addirittura di vietare le manifestazioni nel cuore delle città è l’estrema ammissione di debolezza, da parte di un potere che ormai teme il popolo». Vero, il coro dei media mainstream è invariato: continuano a raccontare che di Covid si muore, come se le cure non esistessero (e le terapie domiciliari non sono ancora state introdotte nella medicina di base: all’ospedale finisce solo chi non è stato curato per tempo, a casa). Verità scandalose: è lo stesso Istituto Superiore di Sanità ad ammettere che sono stati appena 3.783 (non 130.000) gli italiani morti a causa del solo Covid, cioè non affetti anche da patologie gravissime compresenti. Nulla però che, per il momento, incrini il granitico consenso di media e partiti, Confindustria e sindacati, a supporto delle scellerate politiche sanitarie tuttora in vigore. Ma attenzione: sono i semplici cittadini, ormai, a dire basta. Alle amministrative di ottobre, un italiano su due ha disertato le urne (e ai ballottaggi ha votato solo un elettore su tre). Non solo: l’Ansa annuncia che oltre il 54% degli italiani non guarda più la Tv in prima serata. In compenso, segnala Tom Bosco, si registra una strana impennata nella vendita libri, come pare non si vedesse dagli anni Settanta.
    «C’è una maggioranza silenziosa – dice Bizzi – che farà pesare la sua contrarietà, di fronte alle ultime, deliranti coercizioni dittatoriali: questo governo ha contro un buon 70% degli italiani, che rifiuteranno la “terza dose” e l’imposizione del Green Pass a tempo indeterminato». Non sarà facile fermare le proteste, nonostante le ingiunzioni di stampo “cileno” per blindare le città. A proposito: non è casuale che arrivi proprio oggi a Milano (centro nevralgico della protesta) un testimonial del peso di Robert Kennedy Junior, capace di denunciare l’impostura-Covid e i rischi connessi alla campagna “vaccinale” effettuata con sieri genici che starebbero producendo una vera e propria strage, oscurata dai media. Non si contano più i casi di pericardite sopraggiunti dopo l’inoculo, e il bilancio delle vittime sarebbe molto diverso da quello ufficialmente ammesso. In un recente convegno a Bolzano, un luminare della patologia come il professor Paolo Bellavite ha parlato di oltre 600 morti, solo in Italia, nel giro di pochi mesi. E per la farmacovigilanza dell’Ema, ad agosto erano già 24.000 le morti sospette, in Europa, correlabili con l’iniezione C-19.
    «Non sanno più come uscirne», insiste Bizzi: «Tale Sergio Brignani, del cosiddetto Comitato Tecnico-Scientifico, promette 5-10 anni di copertura immunologica, con la “terza dose”. Toni che ricordano una svendita di pentole da cucina». Dal canto suo, Matt Martini cita il virologo televisivo Roberto Burioni: «S’è messo a dire che non serve, fare il dosaggio anticorpale prima della “terza dose”, perché non ci sarebbe correlazione tra la presenza di anticorpi e la copertura immunitaria. Ma così – dice Martini – si negano le basi della stessa immunologia. Ed è l’ennesima conferma del fatto che, dietro l’intera narrazione Covid-vaccini, non vi sia proprio niente di scientifico». La riprova sembra arrivare da altri paesi, che dimostrano il vero tenore della sfida in corso, interamente politica: negli Usa l’obbligo vaccinale decretato da Biden è stato bloccato dalla magistratura. E sempre i giudici, in Spagna, hanno costretto il governo a rinunciare alle restrizioni, definite incostituzionali. In Italia, invece, si può tutto?
    Molto dipenderà dall’atteggiamento dei singoli cittadini, come quelli che il 14 novembre a Firenze si stringeranno attorno alla coraggiosa Nunzia Alessandra Schilirò, emarginata dal governo e pure oggetto di amenità complottistiche (come lo stesso Stefano Puzzer) da parte dei paranoici sempre pronti a chiedersi “chi c’è dietro” la determinazione di chi osa rivendicare il proprio diritto alla libertà. Tra i supporter di “Nandra”, per contro, si schierano gli agenti delle forze dell’ordine che – a migliaia – hanno aderito all’associazione “Osa”, che contesta apertamente la “dittatura sanitaria”. Nicola Bizzi accenna a precise segnalazioni da parte di “sensitivi”: «I loro presagi non sono da prendere per oro colato, beninteso: però annunciano grandi eventi di segno positivo, per noi, a partire dalla fine di novembre». Se qualcuno si mette a ridere, di fronte alla parola “sensitivi”, vale la pena ricordare – a proposito di affermazioni veramente surreali – quelle pronunciate da Draghi, secondo cui «se non ti vaccini muori, e fai morire chi è vicino a te».
    Funzionano così bene, i non-vaccini C-19, che dopo due dosi si pensa già di imporre la terza. Se qualcuno immagina che l’Italia sia popolata da 60 milioni di imbecilli, probabilmente ha sbagliato i conti. La manifestazione di Firenze, “Venere Vincerà”, schiera in prima linea le donne, e non a caso: si prevede infatti che facciano argine di fronte all’infamia definitiva, cioè la pretesa di inoculare il siero genico sperimentale anche ai bambini di 5 anni. Certo, con questo potere post-democratico non si scherza. «Il decreto sul Green Pass – osserva Matt Martini – sarà convertito in legge il 20 novembre: in quella data ci sarà un’eclissi lunare, fatto per noi teoricamente infausto, sul piano astrologico. Come se anche quella data fosse stata scelta di proposito, per potenziare gli effetti dell’imposizione». Sottolinea Bizzi: «Non c’è un solo atto del governo Draghi che sia stato compiuto senza prima consultare il calendario astrologico». Si ricorderà la scelta del 15 ottobre per varare il Green Pass obbligatorio, in coincidenza con l’inaugurazione alle Scuderie del Quirinale della mostra su Auguste Rodin e la sua Porta dell’Inferno.
    A proposito di allusioni simboliche: durante il G20, il lancio delle monetine nella Fontana di Trevi – dice ancora Martini – è sembrato un auspicio: la fine del cash, da sostituire con la moneta digitale. Si sa che il momento della foto-ricordo dei “grandi della Terra” davanti alla celebre fontana è stato turbato dal terribile spettacolo di un gabbiano che ha assalito e ucciso una cornacchia, tingendo l’acqua di sangue. Episodio, annota lo stesso Martini, che è stato collegato alla strage delle colombe bianche liberate qualche anno fa da Bergoglio e subito aggredite da corvi e gabbiani. «Stavolta, corvi e gabbiani si scannano tra loro: come se due grandi poteri, ieri alleati, fossero arrivati ai ferri corti». Nicola Bizzi cita un vescovo cristiano-ortodosso: non è vero che il Cremlino abbia cambiato posizione sul Covid (in Russia non esistono obblighi vaccinali né Green Pass). Il boom dei contagi, di cui parlano i media? «I casi riguardano soprattutto regioni della Siberia centro-meridionale, che Boris Eltsin cedette sciaguratamente “in comodato d’uso” alla Cina, per via delle risorse del sottosuolo: e pare che i cinesi vi stiano seppellendo rifiuti tossici, possibile vera causa di tanti decessi recenti».
    Ormai la verità salta agli occhi, a chi non è obnubilato dalle menzogne ufficiali: il governo italiano ha messo da parte diritti umani e Costituzione, rifiutando di curare i pazienti per arrivare a imporre il Green Pass dopo il fatale inoculo. L’Italia resta una trincea decisiva: mezza Europa è in bilico, tentata di seguire la via (suicida) imboccata da Conte e Draghi, con il placet di Bergoglio. Altri paesi – dalla Spagna alla Svezia, passando per il Regno Unito – si sono lasciati alle spalle l’orrore, basato sulla falsificazione dei dati e sulla criminale rinuncia alle cure precoci. Altra notizia: la strage silenziosa provocata dagli inoculi mRna sta perforando il silenzio complice dei media. Ed è in crescita esponenziale il numero di cittadini non più disposti a subire il brutale ricatto imposto dal governo Draghi. Come reagire? Semplice: disertando il lavoro. Lo propone l’alchimista Michele Giovagnoli: «Stiamo fermi per 21 giorni, a partire dall’11 dicembre, e vediamo chi dovrà cedere». Scontato: ci attendono altri giorni convulsi. E l’esecutivo stesso sa benissimo che sta imponendo qualcosa di inaccettabile. «Siamo arrivati ai “tempi supplementari” della faccenda Covid», sintetizza Bizzi: «Questa pagliacciata dovrà finire. Vedremo quando, e come».

    Qualcosa si è inceppato, qualcuno non è stato ai patti: è l’unica ragione per cui siamo ancora alle prese con la narrazione Covid, che doveva chiudersi entro fine anno. Lo afferma lo storico Nicola Bizzi nella trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, con Tom Bosco e Matt Martini. La scorsa primavera, Bizzi aveva ampiamente anticipato i segnali della de-escalation, programmata per aprile, poi puntualmente giunti a partire dalla Gran Bretagna, decisa a mettere gradualmente fine al “terrorismo sanitario”. Poi però qualcosa è andato storto: a luglio, dice Bizzi, il piano per uscire dall’incubo (politico-mediatico) della “pandemia” è stato disatteso da alcuni player, come i poteri che in Italia si esprimono attraverso Draghi. Il punto – osserva Bizzi – è che l’emergenza sanitaria “doveva” essere sostituita con l’emergenza climatica permanente, che però non sta funzionando: vi si oppongono svariate potenze, a livello mondiale. Ergo: i gestori della paura sono tornati all’emergenza-1, quella sanitaria. Da cui però non saprebbero più come uscire, vista anche la marea montante del dissenso, di fronte al Green Pass e alla follia “vaccinale”.

  • Green Pass, schedatura universale. Prima del fatale 2024

    Scritto il 24/10/21 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Raccontano gli appassionati di astrologia che il periodo che si aprirebbe il 22 gennaio 2024 potrebbe coincidere con l’inizio di una stagione epocale e liberatoria, per l’umanità, propiziata dallo “storico” ingresso di Plutone in Acquario. Qualcuno può pensare che siano favolette. Altri studiosi precisano: l’astrologia non determina mai cambiamenti così immediati, attorno a una data-spartiacque. Altri ancora, forse più prosaicamente, fanno notare come i portavoce del potere – anche se non lo ammetterebbero mai – siano attentissimi proprio alla simbologia energetica che presumono sia legata al moto degli astri: del governo Draghi non c’è un solo decreto, avverte Nicola Bizzi, che sia stato emanato in un giorno a caso, senza prima aver dato un’occhiata al cielo. A proposito: ha ben poco di astrologico, l’attenzione che Bizzi (e molti altri osservatori) concentrano sul “fatidico” 2024. Secondo alcuni, è vero, coinciderebbe con la nascita di una nuova “era precessionale”. Ma non si esauriscono qui, le voci sull’ipotetico traguardo in calendario. C’è ben altro, che bolle in pentola.

  • Bomba dall’Iss: appena 3.783 i morti “solo” per Covid

    Scritto il 23/10/21 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    «Non è una notizia, è una bomba: se ne dovrebbe parlare in ogni talk televisivo». Carlo Freccero commenta così la novità della settimana: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sono appena 3.783 le persone uccise in Italia “solo” dal Covid, cioè prive di gravi malattie preesistenti. Numeri pazzeschi, che demoliscono qualsiasi delirio securitario, dal coprifuoco di Conte al Green Pass di Draghi. «Rendetevi conto: meno di 4.000 vittime, contro le 130.000 esibite, in un paese in cui ogni anno, mediamente, i decessi sono 650.000», fa notare lo storico Nicola Bizzi. «La semplice influenza stagionale può uccidere anche 15.000 persone», osserva il professor Alessandro Meluzzi, nel frattempo sospeso dall’Ordine dei Medici per aver rifiutato il Tso governativo. Notizia nella notizia: a “sparare” il report dell’Iss è stato un solo quotidiano, “Il Tempo”, diretto da Franco Bechis (a sua volta ripreso soltanto da un’altra testata, “La Verità”, di Maurizio Belpietro). Da tutti gli altri, silenzio. Anzi: si parla solo di “casi” e contagi in rialzo, per spingere disperatamente sul tasto dell’inoculo genico sperimentale, ancora chiamato “vaccino”: misura coercitiva che Draghi impone sul lavoro ricorrendo col ricatto, pena la perdita dello stipendio.

  • Al lavoro i ladri di felicità: la grande lezione di Trieste

    Scritto il 19/10/21 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    E il bello è che, nella giornata degli idranti e dei lacrimogeni sugli inermi, qualcuno ha anche il coraggio di sostenere di esser stato eletto sindaco di Roma. Eletto da chi, nel vuoto cosmico dei seggi disertati da sette romani su dieci? Quella stessa mattina – a urne aperte – venivano amorevolmente manganellati i portuali di Trieste, spazzati via dalle truppe del ministero dell’interno. Immagini che fanno storia: il ragazzone Stefano Puzzer in lacrime, a terra, le mani strette in quelle dei compagni. L’Italia guarda, non dimenticherà. Vede perfettamente il senso dello spettacolo: spazzare via milioni di italiani fastidiosi, cioè ancora vivi e svegli. Milioni: troppi. Probabilmente destinati addirittura a dimezzarsi, come popolazione complessiva. Lo ha detto l’Istat, di recente: siamo un paese da 32 milioni di persone. Avanti di questo passo ci depopoleremo, semi-estinti dalla dilagante denatalità che affligge un sistema sociale ininterrottamente massacrato dal 1992, quando sua eccellenza Mario Draghi salì sul panfilo Britannia.
    Le privatizzazioni, la guerra al popolo italiano sotto forma di dismissione del più importante sistema pubblico-privato del mondo. Da lì in poi, come canta Edoardo Bennato, il seguito è una vergogna: mere conseguenze. Fino al venerabile Monti e alla genuflessione dei sindacati-fantoccio, oggi presi in braccio dall’imperatore in persona, mentre la generalità dei registrati all’anagrafe della repubblica – archiviata la Costituzione – viene sottoposta a vessazioni grottesche, medievali, verso un futuro di stampo cinese. La patente a punti, per sperare di restare semi-cittadini (ma sotto ricatto, per sempre). Un gioco antico: prima ti tolgo tutto e poi te ne restituisco una parte, con il peggior autoritarismo paternalistico: ma solo se farai quello che dico io. Di mezzo c’è stato un mare infinito di sciagure, minacce e cedimenti: le crisi finanziarie pilotate, i terrorismi fatti in casa. Oggi vale tutto, anche rincarare la benzina in modo folle. E raccontare, in modo altrettanto folle, oltre che ridicolo, che sarà l’auto elettrica a salvare il pianeta dall’esuberanza siderale del Sole.
    Eppure, Trieste lo mostra chiaramente: c’è un potere così vuoto e disperato da aver paura di cento ragazzi armati soltanto della loro tuta gialla, ovvero della loro irriducibile dignità di lavoratori. In una parola: armati della loro umanità. Alla faccia delle carnevalate incresciose che il copione sforna, tra porte infere e decreti varati a freddo, senza anestesia, tra gli alalà degli zombie politici presi in ostaggio, ipnotizzati da una sceneggiatura scritta altrove, lontanissimo da noi. Ecco il punto: il mondo ci guarda. Nei giorni scorsi, mentre la stampa nazionale taceva (che strano), la protesta di Trieste campeggiava sulle prime pagine dei quotidiani europei. A renderla visibile ha poi provveduto il Viminale, alla vecchia maniera: sprangate e getti d’acqua contro lavoratori in sciopero, decisi a far valere i diritti costituzionali dell’intera comunità italiana. Prima ti ignorano, poi ti deridono. Ora siamo alla terza fase della dinamica sintetizzata da Gandhi: ti combattono, temendo che sia vicinissimo il momento numero quattro, l’ultimo. La tua vittoria.
    Sempre nella giornata degli idranti (e delle elezioni-fantasma, a Roma e non solo), sui reticenti foglietti del post-giornalismo italico circolava la seguente indiscrezione: insieme al suo intero governissimo virtuale, sua eccellenza si starebbe preparando a metter fine alla presente pagliacciata, lasciando decadere il regime di apartheid il 31 dicembre. Come dare credito, ai pericolosi buffoni che da quasi due anni hanno sequestrato la vita degli italiani? Gli ottimisti, al contrario, scommettono su un allentamento ancora più rapido, magari truccando un po’ i numeri della campagna zootecnica di digitalizzazione di massa. Trieste, però, cambia le cose. Non ti aspetti più niente, da chi ti prende a secchiate in faccia. Lo fa perché ti teme, perché sa che non sei solo. Sa perfettamente che milioni di esseri umani stanno già inceppando la macchina, letteralmente, con un gesto semplicissimo: astenersi dal partecipare. Stare a casa: adesso sì. Far saltare – senza muovere un dito – i numeri della roulette in cui sono maestri, i bari e i ladri di vite umane, di destini, di gioventù. I ladri di felicità.
    (Giorgio Cattaneo, 19 ottobre 2021)

    E il bello è che, nella giornata degli idranti e dei lacrimogeni sugli inermi, qualcuno ha anche il coraggio di sostenere di esser stato eletto sindaco di Roma. Eletto da chi, nel vuoto cosmico dei seggi disertati da sette romani su dieci? Quella stessa mattina – a urne aperte – venivano amorevolmente manganellati i portuali di Trieste, spazzati via dalle truppe del ministero dell’interno. Immagini che fanno storia: il ragazzone Stefano Puzzer in lacrime, a terra, le mani strette in quelle dei compagni. L’Italia guarda, non dimenticherà. Vede perfettamente il senso dello spettacolo: spazzare via milioni di italiani fastidiosi, cioè ancora vivi e svegli. Milioni: troppi. Probabilmente destinati addirittura a dimezzarsi, come popolazione complessiva. Lo ha detto l’Istat, di recente: siamo un paese da 32 milioni di persone. Avanti di questo passo ci depopoleremo, semi-estinti dalla dilagante denatalità che affligge un sistema sociale ininterrottamente massacrato dal 1992, quando sua eccellenza Mario Draghi salì sul panfilo Britannia.

  • Eccoci, finalmente: ora comincia la grande diserzione

    Scritto il 14/10/21 • nella Categoria: idee • (1)

    Le grandi rivoluzioni, si dice, sono sempre state progettate, innescate e dirette da formidabili élite avanguardistiche. Vero, ma poi che fine han fatto, quei rivolgimenti? Quanto alle élite, oggi sembra disastrosamente crollato il loro prestigio: persino l’oceanico astensionismo che ha rimpicciolito le ultime elezioni italiane (amministrative, per giunta: tradizionalmente partecipate) suona come una campana a morto, per chi è solito utilizzare pedine locali. Sembra un avviso rivolto non solo al super-governo del Tecnocrate, ma in fondo anche alle possibilità dell’intera politica liberale, democratica, completamente svuotata. L’arena è ormai percepita come corrotta, infiltrata, devitalizzata: nemica, addirittura. Manipolata proprio dai mediocri, impresentabili terminali di quelle stesse élite che oggi esternano il loro delirio globalista a vocazione totalitaria. Lo fanno senza più nemmeno nascondersi, dichiarando in modo esplicito i loro obiettivi apertamente zootecnici. Imperativi categorici e funesti, monotoni e minacciosi: magari inventano emergenze e pandemie, mettendo in croce i sistemi sanitari con artifici criminosi.

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