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Guerra alla libertà: lo scempio del Tso sulla democrazia
Guerra alla libertà, sulla base di un equivoco: presentare la pozione genica sperimentale anti-Covid come se fosse un vero vaccino, e come se il preparato (che sta generando percentuali imbarazzanti di reazioni avverse) fosse davvero efficace per proteggere il corpo, o addirittura per limitare i contagi, quando è invece notorio che la persona che ha subito l’inoculo resta regolarmente contagiabile e quindi contagiosa: inclusi i medici, gli infermieri, gli insegnanti e gli studenti che il governo Draghi ha brutalmente costretto a sottoporsi al trattamento sanitario obbligatorio. La premessa: vengono solennemente ignorate le cure messe a punto dai migliori medici, da ormai un anno. Terapie che, nel caso, consentono di risolvere il problema in pochi giorni, da casa, senza ricorrere al ricovero in ospedale. Altro corollario increscioso: viene ignorata l’indicazione di uno dei padri della medicina moderna, Albert Sabin (inventore del vaccino antipolio), secondo cui è letteralmente un suicidio procedere con una campagna vaccinale mentre l’epidemia è in corso.Lo hanno appena ricordato, invano, scienziati come Jean-Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina (e da noi lo stesso Pietro Luigi Garavelli, primario infettivologo a Novara). Tutto inutile: si procede dritti verso il disastro. Lo dimostra il caso di Israele: i ricoverati sono in gran parte vaccinati. Presto spiegato: è proprio la diffusione degli inoculi a spingere il virus a mutare, aggirando le difese. Inoltre: si continua a finire all’ospedale solo quando non si viene curati per tempo, a casa, con farmaci ordinari che – ormai è accertato – funzionano benissimo. L’unica domanda da farsi, a questo punto, sembra essere la seguente: perché imporre la pozione-Covid (per giunta, chiamandola “vaccino”), quando l’unico effetto tangibile che pare garantire da subito è la sottomissione della popolazione, accertata la sua completa inutilità sul piano epidemiologico? Chi punta il dito contro la bulimia di Big Pharma e il suo immenso potere corruttivo esercitato da decenni sul sistema sanitario occidentale, probabilmente, coglie solo un aspetto solo consequenziale dell’operazione in corso, che non ha precedenti.Una situazione come quella attuale era stata prevista, anni fa, da svariati esponenti dell’élite: di recente, nella trasmissione web-streaming “L’Orizzonte degli Eventi”, Tom Bosco ha ricordato che il fantasma del lockdown comparve già in un paper ufficiale della Fondazione Rockefeller, nel lontano 2010. Gli ispiratori di network come la Fabian Society (in cui milita anche l’oscuro Roberto Speranza, ministro della sanità con Conte e con Draghi) sono notoriamente ossessionati dal “problema” del boom demografico mondiale, cavallo di battaglia – dal dopoguerra – degli apprendisti stregoni del Club di Roma, specializzati nella fabbricazione dell’ecologismo catastrofistico. Un paradigma fondato su calcoli regolarmente rivelatisi sbagliati, come ha fatto più volte notare un libero pensatore come l’economista Nino Galloni: chi teme lo sviluppo economico, demonizzandolo, trascura la variabile – determinante – del progresso tecnologico, che può sempre basarsi sull’adozione di saperi avanzati, capaci di ridurre l’impatto ambientale e lo stesso prelievo delle risorse naturali.C’è chi rileva come il Green New Deal (l’auto elettrica, per esempio) finirà con l’aggravare enormenente la pressione sull’ecosistema, dato l’aumento esponenziale della necessità di materiali preziosi e altamente inquinanti: il bilancio finale potrebbe essere peggiore di quello oggi condizionato dall’abuso di fonti fossili. Eppure, in un pianeta che si è puntualmente riscaldato e raffreddato in modo repentino, anche nella storia recente, grazie all’effetto dei potentissimi influssi solari, milioni di persone hanno dato credito alla teoria del ruolo umano nelle modificazioni climatiche: ipotesi contrabbandata per certezza “religiosa” grazie a una testimonial spuntata in apparenza dal nulla (Greta Thunberg), in realtà pienamente sorretta dal mainstream media e dall’establishment finanziario dell’Occidente, che ha foraggiato i climatologi “ideologici” dell’Ipcc Panel dell’Onu, presentandoli come nuovi, indiscutibili sacerdoti della verità (benché smentiti da 500 tra i massimi specialisti mondiali del settore, inclusi Premi Nobel).Come stupirsi, se oggi la maggioranza “crede” alla pozione magica come unica possibile arma contro il terribile Covid, altrimenti inaffrontabile? Abbiamo creduto a tutto: ai Bush e a Obama, al terrorismo “islamico”, al potere dello spread e allo spettro del debito pubblico come catastrofe, come colpa nazionale. Abbiamo creduto alla improvvisa necessità dell’obbligo vaccinale, persino neonatale, per malattie come il morbillo. Abbiamo creduto a Greta, a Fazio, a Burioni (a Speranza, addirittura). Logico che la sorte ci riservi il ricatto finale: quote di residua libertà vincolate al Tso, in una Società del Controllo prodotta dal capitalismo della sorveglianza, sempre più sinistramente zootecnico, secondo il modello che sempre l’Occidente ha fatto brevettare, su commissione, da paesi come Singapore e soprattutto la Cina. Alla legge medievale del “green pass”, basata sulla più spudorata frode sanitaria, si sottraggono per ora Germania, Spagna e Gran Bretagna. Ma il virus che uccide la libertà serpeggia quasi ovunque, in Europa, a macchia di leopardo.Del resto, in un mondo strettamente interconnesso, basta l’inaudita coercizione inaugurata da un governo-canaglia (o magari due, quello francese e quello italiano) per trasformare in prassi la degradazione “carceraria” della vita sociale, che finisce per fare terra bruciata attorno a quelli che Alberto Zangrillo chiama “asini”, cioè i refrattari al trattamento genico obbligatorio. Il medico di Berlusconi stima che i somari siano il 20% della popolazione italiana; secondo altre valutazioni, gli italiani ribelli sarebbero uno su tre. Molti di loro saranno costretti, con la forza, a sottoporsi a un ricatto imposto con la menzogna: pena, la perdita del posto di lavoro o la possibilità di frequentare corsi all’università. A tutti gli altri “asini” sarà vietato l’accesso a bar a ristoranti, musei, cinema, palestre, discoteche, concerti, stradi, treni. Sta quindi per nascere ufficialmente un’umanità di serie B, cui sembra mancare solo la stella gialla al braccio.E’ un’umanità completamente tradita dalla politica e abbandonata a se stessa: nessun movimento, oggi, sembra in grado di organizzare una risposta adeguata alla spettacolare gravità della situazione, che se non altro – come rileva l’alchimista Michele Giovagnoli – mostra per intero la reale nudità del sovrano, in tutto il suo squallore antidemocratico. Per Giovagnoli, a questa quota di società resta una estrema, drastica chance: resistere e boicottare chiunque si pieghi al regime sanitario, facendo pesare giorno per giorno la propria capacità di astenersi da determinati consumi, e ingaggiando in tal mondo un braccio di ferro, nonviolento, in grado di limitare lo strapotere dell’abuso. Una cosa l’hanno già imparata, gli “asini”: nessuno li ha difesi. Se i medici come Giuseppe De Donno hanno pagato con la vita il loro coraggio civile e professionale, nessuno – di quelli che presidiano la politica – ha saputo battersi per evitare che la democrazia italiana arrivasse a subire anche lo scempio del Tso.Guerra alla libertà, sulla base di un equivoco: presentare la pozione genica sperimentale anti-Covid come se fosse un vero vaccino, e come se il preparato (che sta generando percentuali imbarazzanti di reazioni avverse) fosse davvero efficace per proteggere il corpo, o addirittura per limitare i contagi, quando è invece notorio che la persona che ha subito l’inoculo resta regolarmente contagiabile e quindi contagiosa: inclusi i medici, gli infermieri, gli insegnanti e gli studenti che il governo Draghi ha brutalmente costretto a sottoporsi al trattamento sanitario obbligatorio. La premessa: vengono solennemente ignorate le cure messe a punto dai migliori medici, da ormai un anno. Terapie che, nel caso, consentono di risolvere il problema in pochi giorni, da casa, senza ricorrere al ricovero in ospedale. Altro corollario increscioso: viene ignorata l’indicazione di uno dei padri della medicina moderna, Albert Sabin (inventore del vaccino antipolio), secondo cui è letteralmente un suicidio procedere con una campagna vaccinale mentre l’epidemia è in corso.
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Fine del mondo: perché proprio adesso, e proprio a noi?
Il grande dolore non viene nemmeno dal potere, ma dal vicino di casa: pensa davvero che tu sia una specie di squilibrato, un mitomane, un esibizionista presuntuoso, un originalone. Non solo non approva il tuo ostinato diniego, di fronte alle imposizioni sempre più surreali e illogiche, soffocanti e dispotiche, ma prova nei tuoi confronti anche una sorta di sordo risentimento, che potrebbe persino sfociare in ostracismo aperto non appena il direttore d’orchestra dovesse alzare nuovamente il volume della sirena d’allarme, facendo correre i topolini a rintanarsi, pieni di paura per la loro sorte (e di veleno, per chi rifiuta di sottomettersi). C’è chi la chiama “speciazione”: è il bivio evolutivo terminale tra due umanità differenti, diverse nel sentire e nell’agire, che il Dominio riesce a separare irrimediabilmente, rompendo tutti i ponti del dialogo e della reciproca, amichevole comprensione. Altra tristezza: insieme alla Francia, l’Italia è l’altro paese europeo che ha imboccato la strada della coercizione violenta.C’è da piangere, appena ci si mette ad ascoltare medici indipendenti, scienziati e liberi ricercatori: non una, di tutte le misure imposte a partire dalla primavera 2020, ha mai avuto il minimo significato, in termini di contenimento di un problema sanitario. Tutto ha avuto sempre un altro sapore: quello della vessazione, dell’arbitrio autoritario, e con un’estetica sinistramente affine a quella dei totalitarismi del Novecento. Tutto vi si è piegato: la burocrazia sanitaria, la medicina ufficiale, la politica, l’industria, il sistema mediatico, il mondo culturale e quello dello spettacolo. Pochissime le voci dissonanti, immediatamente bollate come eretiche e colpite senza pietà: con l’irrisione, la censura, la denuncia e la radiazione, l’esilio, l’esecrazione pubblica. Chi avrebbe mai potuto pensare, seriamente, anche solo un paio d’anni fa, che i presunti non-dormienti avrebbero dovuto far ricorso a parafrasi e sinonimi, sui celebrati social, evitando le parole “Covid” e “vaccino” per non incorrere nell’immediata ghigliottina del censore?Di fronte a questo, è come se l’intera categoria della politica – la politica democratica occidentale, larvatamente affacciatasi alla fine del 1700, poi cresciuta nell’800 e infine fiorita nel “secolo breve”, sia pure con i drammatici contraccolpi delle dittature e delle guerre mondiali – fosse giunta a uno stadio terminale, alla fine di un ciclo storico, riguardo alla sua reale possibilità di riflettere l’umano, nella sua libera vita sociale. La devastazione è antropologica: quando si corre a subire un inoculo di materiale imprecisato, per obbedire a un ordine che si racconta impartito allo scopo di prevenire un malanno curabilissimo in modo ordinario, forse siamo arrivati oltre il civile e il consueto, oltre l’orizzonte conosciuto del ragionevole, del plausibile. Se poi si accetta di subire un simile ricatto per andare in pizzeria o in palestra, o allo stadio, la verità diventa esplosiva: un conto è sottoporsi a un’angheria inquietante per salvare in modo drammatico il proprio stipendio (all’ospedale, a scuola); un altro è apprestarsi anche a strisciare a terra, se richiesti, solo per poter continuare a frequentare un bar, una trattoria, con gli amici di sempre.Il trionfo del Dominio sull’umanità dormiente è totale, apocalittico: lo testimonia splendidamente la vile improntitudine degli imbecilli, i mentalmente devastati, che arrivano ad accusare i renitenti di avere “paura del vaccino”, mostrando così di detestare la loro residua libertà. Gonfi di livore, indifferenti alle notizie verificabili (e alle morti eccellenti, come quella di Giuseppe De Donno), i più miseri utilizzano con disinvoltura quella parola nobile, nella storia della medicina, come se la pozione-Covid fosse davvero un vaccino. Ma soprattutto: dopo un anno e mezzo di eccellenti terapie domiciliari, i poveretti preferiscono fingere di credere (o magari credere davvero, sinceramente) all’obbligatoria necessità di una profilassi di massa, assolutamente fondamentale, per arginare il terribile contagio di un ipotetico virus (mai isolato in laboratorio) la cui letalità è stata definita quasi irrisoria dai più eminenti epidemiologi del pianeta, rigorosamente messi fuori dalla porta (come i luminari della Great Barrington Declaration, pionieri della lotta contro una minaccia ben più temibile, l’Ebola).E’ durata meno di 24 ore, sul web, l’esposizione del filmato in cui il professor Stefano Scoglio (candidato nel 2018 al Nobel per la Medicina) spiegava come lo stesso virus Hiv fosse poco più che immaginario, frutto di un semplice “sequenziamento”, anziché di un “isolamento” biologico vero e proprio. Scoglio era intervenuto alla trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, dopo aver firmato un prezioso contributo nell’esemplare libro-denuncia “Operazione Corona”, edito da Aurora Boreale e curato da Nicola Bizzi e Matt Martini. In particolare, Martini – chimico farmaceutico, esperto in modellazione cellulare – insiste sul punto: persino gli Usa, attraverso il Cdc, hanno ammesso che l’ipotetico virus responsabile della sindrome Covid (quella sì, reale) non è mai stato isolato, in nessuna sede scientifica. Nonostante ciò, una parte dell’informazione – di ogni specie: mainstream, “gatekeeper” e reporter in buona fede – già sta raccontando del “virus manipolato”, sfuggito al laboratorio di Wuhan o addirittura diffuso intenzionalmente dai perfidi cinesi, con i loro complici occidentali.Se poi l’inventore del test Pcr raccomanda di non superare i 20-22 “cicli di amplificazione” del campione biologico, e invece i sanitari sottopongono il tampone anche a 45 “amplificazioni” (andando così a pescare tracce molecolari di virus antichi, residui di influenze stagionali del passato, contrabbandati per Covid), ecco che la “pandemia di asintomatici” supera di gran lunga la follia, entrando in quella che alcuni configurano come una dittatura in piena regola. Una tirannide che manipola la verità per suscitare allarme e imporre comportamenti normalmente inaccettabili, puntando a revocare – per sempre – i diritti umani e le libertà a cui la popolazione (occidentale) era abituata. Vero: davamo per scontati i nostri lussuosi privilegi, frutto in realtà di una precisa “finestra” storica, quella in cui si affermò – faticosamente e sanguinosamente – il tipo di regime politico chiamato democrazia. Un sistema che ovviamente non è il paradiso, ma è decisamente meno peggiore di qualsiasi altro possibile regime.A cosa doveva servire, l’infarto della democrazia? A pervenire infine al Green New Deal, cioè il Grande Reset imposto in modo fraudolento con l’alibi bugiardo dell’emergenza climatica, venduta anch’essa come dogma religioso da un clan di scienziati reclutati dall’Onu e pagati a peso d’oro per fare dichiarazioni a comando? Dove ci vorrebbero portare, i tagliatori seriali di alberi che dal 2019 hanno raso al suolo i parchi pubblici italiani per impedire alle fronde – come documentato dal governo britannico – di ostacolare la trasmissione delle onde 5G, la cui innocuità non è ancora stata dimostrata? Come tutti sanno, un semplice indizio non costituisce una prova; una somma di inidizi, invece, forse sì. Tutto punta verso l’essere umano, o meglio: il corpo umano. Secondo alcuni teorici, siamo di fronte alla cosiddetta biopolitica: archiviato il Giuramento di Ippocrate, dopo aver chiesto agli stessi medici di abdicare alla loro missione, è il nostro organismo – corpo e mente – il vero target della grande operazione in corso, che manifesta la sua intenzione di violare l’integrità dell’habeas corpus, il più sacro dei diritti della persona.Niente di nuovissimo, peraltro: la nostra civiltà proviene da millenni di dispotismo brutale, nudo e crudo. E i lampi migliori della gloriosa democrazia occidentale novecentesca, di marca anglosassone, secondo il memoriale di Giacomo Rumor (pubblicato dal figlio, Paolo Rumor, nel libro “L’altra Europa), provenivano dal cosiddetto “contingente americano”, che l’esoterista e gollista francese Maurice Schumann faceva discendere anch’esso dalla fantomatica Struttura che reggerebbe il mondo ininterrottamente, indossando le maschere più svariate (imperi, religioni) da qualcosa come 12.000 anni. Fantascienza? Fino a ieri, lo erano anche gli Ufo: oggi invece li sdogana il Pentagono, ribattezzandoli Uap, mentre il generale israeliano Haim Eshed parla di basi extraterresti e di alleanze spaziali, tra umani e non, nell’ambito di una Federazione Galattica. E alcuni illustri massoni, improvvisamente loquaci, parlano di storici accordi nel dopoguerra tra la dirigenza degli Usa e imprecisate entità aliene, per la governance condivisa del pianeta.Come sperare di raccontarlo, tutto questo, ai poveri ipnotizzati che – in pieno agosto – vanno ancora in giro, all’aperto, con quella ridicola pezzuola sul volto? Sono la prova vivente del pieno successo del Dominio: aveva ragione, l’ipotetico grande regista, nel ritenere che la gran parte dei sudditi avrebbe creduto proprio a tutto. Come dargli torto, del resto? Siamo riusciti a credere che un solitario fanatico saudita abbia potuto mettere in ginocchio gli Stati Uniti agendo da una grotta afghana, fino a beffare le difese della superpotenza, grazie a un manipolo di pecorai e talebani. Siamo riusciti a credere che due piccoli aerei di linea potessero abbattere due mostri d’acciaio come le Torri Gemelle, per la cui eventuale demolizione controllata era stato reputato (dal Comune di New York) che l’unica soluzione potesse essere il ricorso a mini-atomiche, da collocare in appositi vani predisposti nelle fondamenta. Abbiamo anche creduto che potesse essere autentico, tra le macerie di Ground Zero, il ritrovamento “fortunoso” dei passaporti dei misteriosi, feroci attentatori.Aveva visto giusto Giulietto Chiesa: da quel Rubicone non sarebbe stato facile, tornare indietro. Convalidando una falsità così mostruosa, avremmo finito per credere a qualsiasi frottola. E infatti: abbiamo steso il tappeto rosso al signor Mario Monti, venuto a disastrare l’economia nazionale per produrre crisi e afflizione sociale, dopo aver creduto che il debito pubblico fosse davvero un dramma, e che la Bce fosse una specie di forziere con capacità limitate, da cui la necessità di risparmiare – in modo oculato e parsimonioso, “come un buon padre di famiglia” – il tesoretto dell’euro-moneta, appannaggio di cosche finanziarie privatissime. In parallelo, era sorta la prima contro-narrazione, in Italia splendidamente interpretata da un lottatore come Paolo Barnard, vero pioniere in una trincea che poi si è affollata di illustri compagni di strada, dal sociologo Luciano Gallino all’eurocrate pentito Paolo Savona. E noi dov’eravamo? Al solito posto, davanti al televisore: ipnotizzati dalla finta guerriglia tra pseudo-destra e pseudo-sinistra; un film (comico) aperto dalla Berlusconimachia e proseguito, in un crescendo irresistibile, fino all’epica disfida tra Savini e le Sardine.E ora eccoci qui, dopo un anno e mezzo, ancora a contare “casi” e “contagi”, dentro la narrazione del Grande Male che falcia lo zero-virgola della popolazione mondiale e da noi minaccia gli ottantenni, ma solo a patto che vengano abbandonati per giorni a marcire a casa, da soli, senza cure, in modo che poi possano davvero arrivare all’ospedale fuori tempo massimo, alle prese con problemi respiratori e la compromissione funzionale di vari organi. Eccoci qui, a sputare in faccia a chi non la pensa come noi: a chiamare “no-vax” i renitenti alla follia, a definire “negazionisti” i poveretti che si ostinano inutilmente a pretendere spiegazioni. Siamo maestri, nell’arte della manipolazione spicciola: arriviamo tranquillamente a insultare i dissidenti e a deridere chi dà voce agli incubi, chiamando “complottista” chi vede una cospirazione in atto.Naturalmente ci sono, i visionari: ma difficilmente continuerebbero a esistere, se dall’alto giungessero informazioni precise, corrette e trasparenti. Dall’alto invece piovono solo bugie, insieme alle minacce (ogni giorno più inquietanti); ma noi facciamo finta che i “cospirazionisti” siano dei malati di mente, dei mentecatti in vena di protagonismo, anche se – cent’anni fa – un personaggio come Rudolf Steiner, per primo, aveva profetizzato l’avvento di “vaccini” specialissimi, in grado di “separare il corpo dall’anima”, depotenziando l’emotività. Il chimico Corrado Malanga la chiama “zombizzazione”, osservando il dilagare di persone ormai inebetite dalla paura, rassegnate a non pensare più. Nella sua visione spiritualistica di matrice steineriana, Fausto Carotenuto (già analista d’intelligence) sostiene che l’attacco in corso sia frutto di apprensione: come se il Dominio temesse un grande risveglio, e sapesse di avere le ore contate. Un altro esponente della cultura alternativa italiana, l’alchimista Michele Giovagnoli, preferisce sforzarsi di guardare al bicchiere mezzo pieno: un cittadino su tre si sta letteralmente sottraendo alle grottesche imposizioni quotidiane.Questo stesso blog, che ha ormai esaurito la sua missione (fornire informazioni e analisi non facilmente rintracciabili, dieci anni fa) ormai ha acquisito la piena consapevolezza della fine di un ciclo, e la completa inutilità dell’insistere su determinati temi. E’ vano indugiare nella narrazione politologica, visto che da un lato la maggioranza resta sorda a ogni richiamo alla ragione, e dall’altro la minoranza dispone finalmente di strumenti più adeguati per misurare la realtà. Tra le convinzioni raggiunte, c’è anche la seguente: è perfettamente inutile scommettere ancora sulle possibilità di redenzione della politica, nel momento in cui è irrimediabilmente mutata la stessa antropologia della platea. Per contro, è proprio la brutalità della crescente coercizione ad accelerare l’evoluzione dell’umanità trainante, che giustamente diffida di ogni forma associativa convenzionale, partiti e movimenti, avendo compreso l’essenziale valore della vicinanza tra esseri umani, non più mediata da alcuna struttura, e la necessità di procedere nell’espressione virtualmente contagiosa di onde benefiche, di narrazioni parallele orientate non al presente, ma al futuro prossimo.Il Novecento, severissimo maestro, ha mostrato come può essere facile manipolare milioni di individui, fino a scatenare le peggiori carneficine (mondiali) dell’era industriale. Ha anche allevato schiere di avanguardisti coraggiosi, pronti a rischiare la propria vita pur di resistere alla tirannia. Primo Levi, uno dei massimi scrittori contemporanei, ha spiegato quanto sia sempre invisibile, all’inizio, il recinto che viene silenziosamente steso, giorno per giorno, allo scopo di intrappolare le vittime senza allarmarle. Finestra di Overton, o Teoria della Rana Bollita: la differenza, rispetto a ieri, è che oggi il pentolone è planetario. E vorrà pur dire qualcosa, nei giorni in cui i militari statunitensi pubblicano le prove dei loro incontri ravvicinati con i simpatici Uap. E noi, qui, nel frattempo che si fa? Ce ne stiamo quieti, in attesa dell’Alieno Buono che ci verrà a salvare, come l’Extraterrestre della canzone di Finardi? Ci allineiamo “in fila per tre”, come chiede il governo e come cantava Edoardo Bennato? Continuiamo a credere a Babbo Natale, cioè al Telegiornale, o seguitiamo a torturarci con le atrocità quotidiane che i medici-coraggio denunciano, da ormai un anno?Cari amici, viene da dire, io tolgo il disturbo: qui non resto un attimo di più; perché mi sento soffocare, in questo grappolo di narrazioni e contro-narrazioni. Quello è davvero il nocciolo della questione: in base a decisioni prese chissà quando, qualcuno ha stabilito che – dai primi mesi del 2020 – non si dovesse più parlare d’altro. Il mondo andava semplicemente fermato, rintronato, ipnotizzato, piegato. Non tutto il mondo, in realtà: l’Occidente. Paesi-continente come la Russia e India, per esempio, non si sono lasciati sottomettere. Esiste sempre, una quota considerevole di renitenti: anche se oggi può sembrare difficile accettarlo, la cosiddetta “fine della storia” resta un mito, una suggestione ideologica. Un caposaldo della strategia militare, in ogni tempo, è questo: mai accettare di combattere una battaglia nelle modalità indicate dallo sfidante, che ha scelto il giorno e il luogo. E’ un vantaggio che, per l’aggressore, rappresenta un regalo clamoroso. La domanda di fondo, però, resta inevasa: perché è capitato proprio a noi, oggi, di vivere l’incubo di una tempesta come questa?La grande amarezza non viene nemmeno dal potere, ma è provocata dal vicino di casa: pensa davvero che tu sia una specie di squilibrato, un mitomane, un esibizionista presuntuoso? Non solo non approva il tuo ostinato diniego, di fronte alle imposizioni sempre più surreali e illogiche, soffocanti e dispotiche, ma prova nei tuoi confronti anche una sorta di sordo risentimento, che potrebbe persino sfociare in ostracismo aperto non appena il direttore d’orchestra dovesse alzare nuovamente il volume della sirena d’allarme, facendo correre i topolini a rintanarsi, pieni di paura per la loro sorte (e di veleno, per chi rifiuta di sottomettersi). C’è chi la chiama “speciazione”: è il bivio evolutivo tra due umanità differenti, diverse nel sentire e nell’agire, che il Dominio riesce a separare irrimediabilmente, rompendo tutti i ponti del dialogo e della reciproca, amichevole comprensione. Ulteriore tristezza: insieme alla Francia, l’Italia è l’altro paese europeo che ha imboccato la strada della coercizione violenta.
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Green Pass, la dittatura sanitaria diventa permanente
Le cure ci sono, ma è come se non ci fossero. Che esistano e funzionino lo sanno benissimo, ma se ne infischiano. Se ne stra-fregano anche dei medici che le hanno messe a punto, le terapie. Non solo: li emarginano, li minacciano, li ricattano. Con il Green Pass, anche l’Italia di Draghi (come la Francia di Macron) è entrata nella Dittatura Sanitaria Permanente. Obbedendo a ordini impartiti dall’alto, Giuseppe Conte non aveva esitato a mettere l’intero paese agli arresti domiciliari: lockdown e coprifuoco, in stile cinese, per schiantare l’economia e trasformare il Belpaese nell’apripista europeo dell’orrore orwelliano. Chi sperava che l’avvento del “nuovo” Draghi potesse cambiare il gioco, è rimasto amaramente deluso: da un lato, il super-tecnocrate del Grande Potere sembra puntare a risollevare l’economia evitando il massacro economico improntato all’antico rigore fiscale e caldeggiato dalla “sinistra”; ma dall’altro non retrocede di un millimetro, sul fronte della Menzogna Sanitaria che ha trasformato il Covid nella peste bubbonica del terzo millennio.Per chi alimenta blog come questo – da anni, ormai – probabilmente è giunto il momento di fermarsi. Il web, nonostante la censura medievale, straripa di notizie “clandestine”: social e video traboccano delle testimonianze dei medici (veri) che dimostrano come hanno sconfitto la grande paura, ricorrendo a farmaci semplicissimi e riducendo praticamente a zero i ricoveri. E l’establishment – anziché premiarli – li umilia, comportandosi come se non esistessero. Il governo non li considera neppure, e i grandi media li trattano come squilibrati e stregoni. L’intera politica italiana si è genuflessa alla Narrazione Universale della Menzogna, e Mario Draghi agisce in modo risoluto nella direzione più pericolosamente liberticida: mettere i cittadini di fronte a un obbligo irragionevole, anti-scientifico, irrazionale, corroborato unicamente da frottole, dati truccati e superstizioni ridicole. Di fronte a chi sostiene che tutto questo sarebbe il male minore (di fronte all’incubo di un nuovo lockdown autunnale) è facile obiettare che non è chiaro cosa sia peggio, tra una misura dracroniana ma temporanea e una “nuova normalità” imposta per decreto, destinata a durare per un bel po’, se non per sempre.I cittadini sembrano divisi in almeno tre fazioni. Ci sono gli ipocondriaci creluloni, disposti a seppellirsi in casa (e a seppellire anche i vicini) pur di non rischiare di ammalarsi: sono lavoratori dipendenti o pensionati, ai quali non importa nulla della strage economica causata dai lockdown. Poi ci sono gli opportunisti: hanno fiutato l’imbroglio, ma si adeguano a tutto pur di non subire inconvenienti. Una terza parte di cittadinanza – più attiva e sveglia, più libera, più intelligente, più democratica – rifiuta la Dittatura Sanitaria: ieri violava il lockdown e il coprifuoco, mentre oggi si astiene dall’ambigua, preoccupante profilassi genica sperimentale (che gli ipocriti chiamano “vaccino”) e domani affronterà vasti disagi a causa del rifiuto del Green Pass, imposto proditoriamente a intere categorie (scuola, sanità) e trasversalmente all’intera cittadinanza, sottoposta al ricatto come precondizione per frequentare gli spazi della vita sociale. Si è raggiunto un punto di non ritorno, perché l’imposizione è basata sulla più squallida e conclamata menzogna. Da oggi in poi, vigente l’attuale regime, avrà ancora senso parlare di politica?Le cure ci sono, ma è come se non ci fossero. Che esistano e funzionino lo sanno benissimo, ma se ne infischiano. Se ne stra-fregano anche dei medici che le hanno messe a punto, le terapie. Non solo: li emarginano, li minacciano, li ricattano. Con il Green Pass, anche l’Italia di Draghi (come la Francia di Macron) è entrata nella Dittatura Sanitaria Permanente. Obbedendo a ordini impartiti dall’alto, Giuseppe Conte non aveva esitato a mettere l’intero paese agli arresti domiciliari: lockdown e coprifuoco, in stile cinese, per schiantare l’economia e trasformare il Belpaese nell’apripista europeo dell’orrore orwelliano. Chi sperava che l’avvento del “nuovo” Draghi potesse cambiare il gioco, è rimasto amaramente deluso: da un lato, il super-tecnocrate del Grande Potere sembra puntare a risollevare l’economia evitando il massacro economico improntato all’antico rigore fiscale e caldeggiato dalla “sinistra”; ma dall’altro non retrocede di un millimetro, sul fronte della Menzogna Sanitaria che ha trasformato il Covid nella peste bubbonica del terzo millennio.
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Magaldi: l’orrido Green Pass e lo spettro del lockdown-bis
Invitare a non vaccinarsi equivale a un invito a morire: perché, se non ti vaccini, muori. Non è l’uscita estemporanea di un cabarettista, o di un demente conclamato. Anche perché il “demente” in questo caso, risponderebbe al nome di Mario Draghi. Uno scivolone o un’oscura minaccia? Pochi giorni dopo, è seguita la strana morte del dottor Giuseppe De Donno, uomo-simbolo della risposta medica al Covid, mediante adeguata terapia. L’avvocato Paolo Franceschetti, coraggioso dietrologo e autore del saggio “Sistema massonico e Ordine della Rosa Rossa”, accende una spia sulla seconda ipotesi, la peggiore: i supermassoni come Draghi sono abituati a pesarle, le parole; sicché, quell’infelice uscita potrebbe anche suonare come una sorta di “avvertimento”? Nel mirino, secondo Franceschetti, potrebbe finire chiunque (medico, scienziato di fama) dovesse battersi contro il delirio dell’obbligo vaccinale, che si vorrebbe imporre – di fatto – attraverso la trappola del Green Pass, fondata sul ricatto e la discriminazione sociale.Niente affatto: quella di Draghi è stata semplicemente una disastrosa gaffe. Lo sostiene Gioele Magaldi, autore del bestseller “Massoni” e leader del Movimento Roosevelt. Dopo aver svelato l’esistenza del network mondiale delle superlogge, rappresentate come livello superiore di potere (non piramidale ma conflittuale, lacerato nello scontro perenne tra reazionari e libertari), Magaldi – a capo del Grande Oriente Democratico, collegato al circuito dei supermassoni “progressisti” – spezza una lancia a favore dell’ex banchiere centrale, che (non da oggi) avrebbe abbandonato i vecchi sodali dell’ordoliberismo per approdare tra le fila del fronte massonico internazionale che ieri si opponeva al rigore di bilancio, e oggi all’Operazione Corona. Sintetizza Magaldi, ai microfoni di “Border Nights”: lo scopo del piano psico-terroristico mondiale che ha paralizzato l’Occidente non è mai stato il “depopolamento” del pianeta, ma semmai un brutale, mostruoso test per verificare fino a che punto si sarebbe spinta l’obbedienza (cieca) di masse spaventate da una presunta pandemia, in nome della quale sospendere diritti e libertà.Magaldi conferma la sua scommessa su Draghi: siede a Palazzo Chigi – dice – essenzialmente con un obiettivo, e cioè rimettere in piedi l’Italia sul piano economico. Ed è proprio a questo, sostiene Magaldi, che serve il maldestro, inaccettabile Green Pass: nella testa di Draghi, quantomeno, il “lasciapassare” avrebbe la funzione di evitare, nelle prossime settimane, l’ennesimo lockdown, che il premier vuole scongiurare ad ogni costo. Il suo primo obiettivo, oggi, è quello di resistere alle micidiali pressioni cui sarebbe sottoposto, anche da segmenti del suo stesso esecutivo. Chi sono? Veri e propri terminali italiani del grande potere oligarchico mondiale, quello che s’è inventato l’Ue dei diktat (al posto di una vera Unione Europea) dopo aver affidato al sistema-Cina il ruolo di rottamatore della democrazia occidentale, sull’onda di un boom economico che sarebbe stato ampliamente gonfiato da regole truccate, industriali e commerciali.In altre parole: persino l’osceno Green Pass sarebbe un estremo tentativo di limitare i danni, cioè le chiusure indiscriminate motivate dal consueto terrorismo sanitario, in vista della presunta crescita dei contagi grazie all’ennesima, inevitabile “variante” di un ipotetico virus che, come ora ammesso anche dagli Usa, non è mai stato neppure isolato in laboratorio. A rendere ancora meno credibile l’esistenza clinica del SarsCov2 sono gli stessi tamponi rinofaringei, che rappresentano il business del secolo: sottoposto ad “amplificazioni” folli (e sconsigliatissime, dagli inventori del test), il campione biologico “pesca” tracce molecolari di virus precedenti, che poi vengono classificati “coronavirus” senza alcun controllo scientifico. Del resto, ormai, tutto sembra follia: gli stessi contagi (chiamati “casi”, e quasi tutti asintomatici) vengono ancora considerati il problema, anziché la soluzione, che è l’immunità di gregge; ed è ovvio che sono proprio le profilassi geniche sperimentali (ridicolmente chiamate “vaccini”) a prolungare all’infinito la vita del virus influenzale, che aggira fisiologicamente gli ostacoli evolvendo attraverso progressive mutazioni, che danno luogo alle cosiddette varianti.Ultra-scandaloso, quindi, il perdurante silenzio istituzionale sulle normali cure che annullanno la pericolosità (molto modesta) dell’anomala sindrome influenzale esplosa già nel 2019: è ormai noto che a finire all’ospedale siano state migliaia di persone non curate, abbandonate per giorni nelle loro case senza una visita medica né un farmaco appropriato. Nonostante ciò, neppure il governo Draghi osa mettere in discussione il criminale paradigma sanitario che ha prodotto la strage di massa, falcidiando gli ultra-ottantenni già alle prese con gravi patologie. E dopo i tamponi falocchi, si è passati – inesorabilmente, come anticipato dal “profeta” Massimo Mazzucco – ai non-vaccini genici, di fatto imposti come unica soluzione possibile, di fronte a un problema trasformato in incubo dal sistema politico-mediatico occidentale. La situazione (politica, non sanitaria) è così grave – sembra dire Magaldi – che neppure Draghi, candidatosi a far uscire l’Italia dal coma – è in grado di porre fine al tragico imbroglio, dovendo puntare intanto a tenere in piedi il paese, imponendosi su chi vorrebbe richiuderlo.Può non piacere, l’indigesta lucidità dell’analisi di Magaldi, comunque coerente con la narrazione offerta in questi anni: siamo stati per decenni alla mercé di poteri occulti che non hanno esitato a demolire le Torri Gemelle, pur di inaugurare un ininterrotto film dell’orrore che ha messo in scena guerre e stragi, carneficine planaterie e spaventose pantomime come quelle dell’Isis. E’ lo stesso potere che, solo nel 2018, sbarrava la strada a Paolo Savona e negava al governo gialloverde un pur minimo incremento del deficit. E’ il potere che, con Conte – avallato anche da Bergoglio – agli italiani ha imposto il lockdown “cinese” e poi addirittura una pazzia come il coprifuoco. A chi denuncia come un supremo pericolo la presenza a Palazzo Chigi del Grande Tecnocrate, l’uomo del Gruppo dei Trenta fondato dai Rockefeller, il “rooseveltiano” Magaldi (che denunciò apertamente Draghi, insieme a Napolitano, per il funesto avvento di Monti nel 2011) oggi ricorda che Letta, Renzi e Gentiloni non fecero altro che eseguire i dettami della stessa agenda montiana, che il libro “Massoni” descrive come opera di supermassoni determinati a schiacciare il nostro paese.E’ un fatto: a Palazzo Chigi non siedono più i soliti maggiordomi, alla Conte. A dirigere il ponte di comando c’è un peso massimo del potere mondiale: uno che, le regole, è abituato a dettarle. E’ davvero lì per cambiarle da cima a fondo, come auspica (e crede) Magaldi, arrivando a incidere – domani – su una possibile riforma finalmente democratica della stessa governance Ue? Se questa è la posta in gioco, si possono comprendere – non giustificare – i tatticismi sanitari che, nella scacchiera del potere, lasciano ancora al suo posto persino un rinomato spaventapasseri come il ministro della sanità. Certo, stavolta la maxi-bomba sganciata non si è limitata ai tremila morti delle Twin Towers, alle vittime irachene e siriane, al martirio europeo della Grecia. Stavolta la biopolitica maneggiata nelle officine di Davos punta dritto al cuore dell’Occidente, provando a trasformare in un pallido ricordo le conquiste democratiche del Novecento. Scatta la caccia all’uomo: il Green Pass inaugura potenzialmente una forma di apartheid, da parte di un regime che continua a non fare nulla per curare i malati. Il che obbliga i non-dormienti a prendere posizione, ora e per sempre, accanto ai tanti medici coraggiosi che non hanno mai tradito il Giuramento di Ippocrate.Corsi e ricorsi: qualsiasi potere, nell’imporre misure impopolari, evoca sempre un pericolo peggiore. Teoria e pratica del Male Minore: quella che finora, dall’inizio della psico-sciagura chiamata Covid, ha preteso il suicidio socio-economico in cambio di chissà quale beneficio futuro, utilizzando una narrazione follemente bugiarda. Quella narrazione è ancora pienamente al governo del paese: chi si batte per la verità viene ignorato, oscurato, emarginato e perseguitato. Fioriscono i complottismi, anche quelli più fantasiosi? E’ il minimo che ci si possa aspettare, se l’establishment garantisce un tasso di sincerità che si aggira attorno allo zero. Lo stesso Mario Draghi pensa di poter continuare a fingere di credere alla Grande Menzogna (non certo inventata da lui) per avere il tempo di rianimare l’Italia, costringendo Francia e Germania a cambiare spartito, in Europa? Se è un calcolo preciso, resta da vedere quanto sarà indovinato. Nel frattempo, diverrà evidente anche il bilancio della lesione sociale indotta dalla prolungata rinuncia alla conquista della verità: ormai, almeno un italiano su tre a diffida dell’ennesimo commissariamento, che Draghi ha il “merito” di rendere drammaticamente evidente.Invitare a non vaccinarsi equivale a un invito a morire: perché, se non ti vaccini, muori. Non è l’uscita estemporanea di un cabarettista, o di un demente conclamato. Anche perché il “demente” in questo caso, risponderebbe al nome di Mario Draghi. Uno scivolone o un’oscura minaccia? Pochi giorni dopo, è seguita la strana morte del dottor Giuseppe De Donno, uomo-simbolo della risposta medica al Covid, mediante adeguata terapia. L’avvocato Paolo Franceschetti, coraggioso dietrologo e autore del saggio “Sistema massonico e Ordine della Rosa Rossa”, accende una spia sulla seconda ipotesi, la peggiore: i supermassoni come Draghi sono abituati a pesarle, le parole; sicché, quell’infelice uscita potrebbe anche suonare come una sorta di “avvertimento”? Nel mirino, secondo Franceschetti, potrebbe finire chiunque (medico, scienziato di fama) dovesse battersi contro il delirio dell’obbligo vaccinale, che si vorrebbe imporre – di fatto – attraverso la trappola del Green Pass, fondata sul ricatto e la discriminazione sociale.
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Carotenuto: non ci piegheremo alle vostre minacce
No, non ci piegheremo alle vostre minacce. Volete sospenderci dal lavoro? Volete bloccare le nostre libertà di movimento? Volete annichilirci con la paura e poi offrirci briciole di libertà esteriore? Noi vediamo chiaramente il vostro gioco, per spingerci a perdere la nostra libertà. Ma noi non ci piegheremo, alle vostre minacce. State premendo l’acceleratore delle falsità e della repressione perché il virus si sta esaurendo, o sta comunque diminuendo il suo impatto sulle persone. Avete visto che già la gente cominciava a non presentarsi più per le vaccinazioni. Avete visto che i reparti di rianimazione si sono svuotati. E avete visto che il vostro bieco, criminale trucco di non curare le persone per mandarle all’ospedale a morire (invece di curarle bene a casa) non funzionava più. E allora avete lasciato che i vostri media schiavi lanciassero un’offensiva isterica, fatta di blandizie e di minacce, contando sulle paure, sulle ansie, sulle debolezze e l’immaturità di tante persone.Tante persone, alle quali siete riusciti – con la paura – a mutilare pezzi importanti dei loro processi di pensiero, a mutilare pezzi importanti di lucidità mentale, pezzi importanti di forze di cuore, instupidendole con la paura o presssandole in modo bieco e perverso con le minacce alla libertà. E siete stati seguiti senza fiatare dal coro ipocrita di un mondo politico e dei media che, mai come in questi mesi, hanno rivelato il loro vero volto di puri esecutori di una democrazia ridotta a finzione, a vera e propria truffa di orribili poteri mondialisti a danno dei popoli. Certo, la vostra azione perversa è pesante e minacciosa, ma noi non ci piegheremo. Volete toglierci delle libertà esteriori? E noi combatteremo per mantenerle. Ma se non sarà possibile, manterremo e rafforzeremo ancora di più la nostra dignità umana e la nostra vera libertà, che è la libertà interiore: quella libertà interiore che è capace di vedere bene le vostre malefatte, senza farsene trascinare.Quella libertà interiore non ce la potrete mai togliere. E più ci perseguiterete, più questa si rafforzerà: e lo farà proprio per fare la differenza con voi, schiavi di subdole menti nascoste nell’ombra. Non ci piegheremo, di fronte alle vostre schiere di omuncoli, burattini del potere. Non ci piegheremo alle vostre schiere di ciechi esecutori di oscure strategie anti-umane, compensati con il basso, vile prezzo di denari e carriere: anime comprate per tradire i loro fratelli, gli altri esseri umani. Noi, serenamente indignati, vi diciamo che manterremo quella libertà interiore che voi non avete mai provato: perché l’avevate già svenduta sull’altare della vostra convenienza, della vostra insipienza, della vostra ignoranza, della vostra supponenza, del vostro gretto e ottuso egoismo. Voi, resi talmente inetti dalle lusinghe del potere da essere tranquillamente capaci di avvelenare l’acqua della vita che voi stessi ed i vostri figli bevete, inconsapevoli.Certo, lo sappiamo, continuerete a metterci l’uno contro l’altro: nei posti di lavoro, nelle amicizie, nelle famiglie, come avete fatto in questo periodo e come state facendo ancora di più. Ma noi cercheremo di mantenere l’armonia ad ogni costo, perché noi comunque amiamo la libertà e, contrariamente a voi, rispettiamo le scelte di chi non la pensa come noi, anche se sono dettate da paure, da immaturità, dalle vostre minacciose pressioni e imposizioni. Noi non ci inginocchieremo: né a voi, né ai vostri idoli neri. Noi non tremeremo, e risponderemo con la forza di una ferma ma quieta indignazione. E con ragionamenti pacati e intelligenti, pieni di amore per quel genere umano innocente, anche se abbondantemente dormiente, che voi massacrate e sacrificate ogni giorno, il nome del potere, del profitto, della corruzione dei vostri cuori e delle vostre menti. E nemmeno ci faremo prendere dall’odio e dalla rabbia, da quel veleno i vostro padroni oscuri tanto amano immettere nei cuori proprio di chi si sta ridestando, per impedirne il risveglio della coscienza.No, non ci costringerete ad odiarli; non ci costringerete a perdere quella libertà interiore che ci fa essere capaci di giudicare con serenità e fermezza proprio le vostre nefandezze. Non vi daremo la soddisfazione di rovinare, di sporcare la nostra anima per voi. Più vorrete limitare la nostra libertà esteriore, più ci sentiremo liberi e capaci di vedere quanto è misera, quanto è meschina la vita che ci offrite, così come la vostra stessa vita. Non spegnerete il tesoro che è nel nostro cuore, e che un giorno sarà capace di trasformare questo mondo in un posto migliore, nel quale voi non conterete più nulla, perché verrete pesati in base la purezza del vostro cuore – a meno che il dolore dell’orribile karma che vi state costruendo non riesca a convertirvi al bene, e non vi faccia finalmente ricongiungere (e lo speriamo) con l’umanità cosciente. Una umanità che continua a crescere, proprio rispondendo alle vostre furbe ma miopi trame. Ce la faremo, ce la stiamo facendo. Basta che non ci facciamo travolgere da quei cattivi sentimenti che ci stanno inoculando se non ci vacciniamo. Rimaniamo liberi, il più possibile: fuori, ma soprattutto dentro.(Fausto Carotenuto, “Non ci piegheremo alle vostre minacce”, video-messaggio sul canale YouTube di “Coscienze in Rete”, 28 luglio 2021).No, non ci piegheremo alle vostre minacce. Volete sospenderci dal lavoro? Volete bloccare le nostre libertà di movimento? Volete annichilirci con la paura e poi offrirci briciole di libertà esteriore? Noi vediamo chiaramente il vostro gioco, per spingerci a perdere la nostra libertà. Ma noi non ci piegheremo, alle vostre minacce. State premendo l’acceleratore delle falsità e della repressione perché il virus si sta esaurendo, o sta comunque diminuendo il suo impatto sulle persone. Avete visto che già la gente cominciava a non presentarsi più per le vaccinazioni. Avete visto che i reparti di rianimazione si sono svuotati. E avete visto che il vostro bieco, criminale trucco di non curare le persone per mandarle all’ospedale a morire (invece di curarle bene a casa) non funzionava più. E allora avete lasciato che i vostri media schiavi lanciassero un’offensiva isterica, fatta di blandizie e di minacce, contando sulle paure, sulle ansie, sulle debolezze e l’immaturità di tante persone.
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Addio Italia: se siamo all’apartheid, la democrazia è finita
E’ semplice: basta cedere su un punto cruciale (la verità) e la rovina sarà garantita. La verità omessa è questa: il Covid è curabilissimo, da casa. La menzogna: il “vaccino” (che vaccino non è) resta l’unica soluzione. Falso: la terapia genica sperimentale introdotta nel 2021, che mai sarebbe stata autorizzata se si fosse ammessa l’esistenza delle normali terapie, non solo non riduce affatto i contagi, che di per sé oltretutto non significano nulla; il “non-vaccino” è anche la corda con cui impiccare quel che resta della democrazia italiana. Addio giustizia, diritti, libertà, privacy. Addio economia, addio socialità. Addio cinema e teatro, addio bar e ristoranti. Addio Italia. Imperdonabile, la scelta di Mario Draghi: puntare tutto solo sul “non-vaccino”, trascurando in modo sciagurato le terapie. L’associazione medica “Ippocrate” ha appena presentato il suo bilancio, dopo 60.000 pazienti Covid curati e guariti da casa: nessun ricovero, nessuna vittima. Lo scandalo: l’Italia non ha ancora adottato un protocollo come quello di “Ippocrate”.
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Rumor: restiamo uomini, non subiamo questa dittatura
Negli ultimi decenni, l’Europa è stata effettivamente unita, anche se non sul piano politico. Cos’è avvenuto, dagli anni ‘70 in poi? Il piano europeista iniziale, sia quello dei fondatori nascosti (occulti), sia quello dei realizzatori ufficiali, è stato considerevolmente modificato. Lo stesso politologo Giorgio Galli, che ha scritto insieme a me e a Loris Bagnara il libro “L’altra Europa”, ha offerto una serie di opinioni per interpretare le variazioni di percorso, svolte da quella “struttura interna” dell’Unione, negli ultimi tratti del secolo scorso e nei primi di quello attuale. Io stesso non ho mai smesso di pormi domande, ben sapendo che ci troviamo a che fare con qualcosa di molto elusivo, e a mio parere anche pericoloso, per la civiltà odierna. Sintetizzo: il piano politico di riorganizzazione dell’Occidente, che è la parte centrale della Struttura descritta da Maurice Schumann, sembra aver subito uno spostamento. Vi sono molti motivi per ritenere che quel piano sia stato revisionato, dopo che ha prevalso, nella Struttura, quel cosiddetto Contingente Americano. Il riferimento non è alla nazione statunitense, ma ai fautori dei liberismo.Il liberismo proviene da una certa mentalità anglosassone: è piuttosto aggressivo, pervasivo. Questo ha ampliato e anche trasformato il progetto originario, realizzandone uno più vasto, che chiamerei “l’occidentalizzazione del mondo”. Un obiettivo raggiunto utilizzando il fattore dell’accentramento economico. Il progetto unionista autentico, che mirava solo all’area del Mediterraneo e voleva riprodurre una situazione arcaica, ha fatto un salto di livello: ha abbandonato l’Unione a se stessa. Attualmente non si rivolge più alle nazioni o alla politica: le scavalca, facendo leva espressamente sugli organismi finanziari globali. Il traguardo finale sembra essere una sorta di dittatura planetaria, condotta anche mediante computer “intelligenti”. In questa visione, gli Stati perdono influenza, e ne acquistano invece i super-Stati trasversali, ossia le alleanze capitalistiche mondiali. E’ quel processo che è stato chiamato Quarta Rivoluzione Industriale: consiste nel ridimensionamento della vita politica e sociale, nella centralizzazione del controllo del potere, nello svuotamento della mediazione politica e dei partiti.Il considetto Contingente Americano, nella Struttura segreta di cui Maurice Schumann parlò a mio padre (un network che deterrebbe il potere in modo ininterrotto, da qualcosa come 12.500 anni), ha realizzato l’occidentalizzazione del mondo, ha utilizzato l’accentramento economico. L’ultimo obiettivo sarà realizzare un nuovo modello tecnologico centralizzato. Questa rivoluzione è realmente in corso, da decenni. Di fatto, la personalità di noi uomini è stata ampiamente limitata, negli ultimi decenni: dalla robotica e dall’accettazione passiva che ha livellato sia la conoscenza, sia l’espressione in termini umani. La globalizzazione economica sta ridisegnando il pianeta, e sta prendendo le redini della civiltà. E’ da temere una profonda disumanizzazione, contraria all’etica sociale per com’era uscita dalle Costituzioni moderne, che avevano come scopo l’umanesimo. Questa globalizzazione potrebbe consegnarci una società disgregata e una mera parvenza di democrazia, al servizio del grande capitale che governa il mondo, e non certo dell’uomo comune, dell’espressione umana.Questo è veramente il più grave pericolo che l’umanità abbia incontrato. Ed è ancora più subdolo, perché si presenta con la parvenza del benessere e della sicurezza. E’ un momento di passaggio, in cui le persone dovrebbero stare attente. Sta succedendo qualcosa, dietro le nostre spalle, che non ci piacerà, domani. A me non piace neanche adesso. L’unica cosa che abbiamo è la mente, la nostra intelligenza: non buttiamola via. Ragioniamo con la nostra mente, e seguiamo l’istinto profondo che la natura ci ha dato: quello di capire ciò che accade, e interrogarci. Noi siamo uomini perché ci interroghiamo, perché siamo curiosi di capire. Se la massa perde questa facoltà, per correre dietro allo stipendio, siamo veramente finiti. Se invece rimaniamo attivi, con la nostra intelligenza, non potremo rimproverarci, domani, di essere stati lì a subire passivamente. Siamo uomini proprio perché non subiamo.(Paolo Rumor, dichiarazioni rilasciate il 16 luglio 2021 nella trasmissione “L’altra Europa: organizzazioni segrete antiche”, con Loris Bagnara, sul canale YouTube “Facciamo Finta Che”, di Gianluca Lamberti).Negli ultimi decenni, l’Europa è stata effettivamente unita, anche se non sul piano politico. Cos’è avvenuto, dagli anni ‘70 in poi? Il piano europeista iniziale, sia quello dei fondatori nascosti (occulti), sia quello dei realizzatori ufficiali, è stato considerevolmente modificato. Lo stesso politologo Giorgio Galli, che ha scritto insieme a me e a Loris Bagnara il libro “L’altra Europa”, ha offerto una serie di opinioni per interpretare le variazioni di percorso, svolte da quella “struttura interna” dell’Unione, negli ultimi tratti del secolo scorso e nei primi di quello attuale. Io stesso non ho mai smesso di pormi domande, ben sapendo che ci troviamo a che fare con qualcosa di molto elusivo, e a mio parere anche pericoloso, per la civiltà odierna. Sintetizzo: il piano politico di riorganizzazione dell’Occidente, che è la parte centrale della Struttura descritta da Maurice Schumann, sembra aver subito uno spostamento. Vi sono molti motivi per ritenere che quel piano sia stato revisionato, dopo che ha prevalso, nella Struttura, quel cosiddetto Contingente Americano. Il riferimento non è alla nazione statunitense, ma ai fautori dei liberismo.
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Trump, battaglia contro la censura universale del regime
Donald Trump sembra quasi patetico, nell’annunciare la sua guerra legale contro Facebook, Twitter e Google. Naturalmente ha ragione da vendere: dai grandi social è stato escluso in modo pazzesco, completamente arbitrario, mentre era ancora in carica come presidente degli Stati Uniti. Twitter lo ha bannato a vita, Facebook fino al 2023. Tutto questo, mentre il voto postale (adottatato in massa grazie al panico da Covid) e le macchine di Dominion Voting Systems provvedevano a conteggiare magicamente le schede per la “vittoria” di Joe Biden, l’uomo che all’ultimo G7 ha annunciato un’epocale “rivoluzione” nella tassazione delle multinazionali, incluse le Big Tech. E’ così punitiva, la riforma fiscale verso i padroni del web, che le grandi major festeggiano: hanno scoperto che, in Europa, pagherebbero ancora meno tasse (il dovuto sarà molto inferiore all’Ires richiesta alle Pmi italiane, spiega il “Fatto Quotidiano”, che rileva come l’economista francese Thomas Piketty definisca «scandaloso» l’accordo emerso dal G7, strombazzato come un successo).La situazione appare decisamente comica: il potere atlantico, che spedisce navi da guerra del Mar Nero per infastidire la “democratura” di Putin, cui imputa orribili violazioni dei diritti umani, è lo stesso che pratica la tortura a Guantanamo, tiene in carcere Julian Assange e permette che venga silenziato – come in un qualsiasi regime dittatoriale – il politico che, secondo oltre metà degli elettori statunitensi (si vedano i sondaggi Gallup) è stato vittima di inaudite frodi elettorali, nell’autunno 2020. Brogli così vasti da determinare lo “scippo” delle presidenziali? Lo affermano le prove prodotte dalla difesa di Trump, ma mai valutate nel merito: le autorità giudiziarie (Corte Suprema) si sono finora rifiutate di analizzare il materiale, opponendo un diniego motivato da ragioni solo formali e procedurali, non sostanziali, dunque non basate sull’analisi della documentazione fornita dai legali di Trump. E dall’alto di questa incresciosa mortificazione della democrazia, senza la piena legittimità che solo la trasparenza conferisce, l’establishment di Washington assiste alla protesta legale di Trump contro la censura di cui è vittima, agendo come un qualsiasi privato cittadino.Se il Circo Biden e le Big Tech sono “più uguali” degli altri, come il Napoleone della Fattoria degli Animali, resta il fatto che Donald Trump è decisamente “meno uguale” di loro: tutta la stampa italiana ripete infatti che l’ex presidente è stato silenziato per le sue “istigazioni all’odio e alla violenza”, oltre che per le “false accuse sui brogli elettorali” e per “l’invito ad assaltare il Campidoglio”. Qualcuno se ne può davvero stupire, nel Meraviglioso Mondo del Covid in cui si ignorano le terapie per sdoganare i “vaccini genici” con procedura d’emergenza, operazione resa possibile solo fingendo che non esistessero cure? Idem per la Green Card e per la Terribile Variante Delta, grazie a cui già si incolpano gli incorreggibili non-vaccinati, compresi gli insegnanti, in un paese che minaccia di “stanare” i renitenti, casa per casa, dopo aver imposto un abuso come l’obbligo, per i sanitari, di sottoporsi all’inoculo delle terapie geniche sperimentali spacciate per “vaccino”. Trump si lamenta per essere stato oscurato? Sui social lo sono tutti, se appena si toccano certi temi. E meno male che siamo in democrazia: liberi di dire tutto quel che si vuole, tranne che la verità.Donald Trump sembra quasi patetico, nell’annunciare la sua guerra legale contro Facebook, Twitter e Google. Naturalmente ha ragione da vendere: dai grandi social è stato escluso in modo pazzesco, completamente arbitrario, mentre era ancora in carica come presidente degli Stati Uniti. Twitter lo ha bannato a vita, Facebook fino al 2023. Tutto questo mentre, grazie anche al voto postale (adottato in massa sfruttando il panico da Covid), le macchinette di Dominion Voting Systems provvedevano a conteggiare magicamente le schede per la “vittoria” di Joe Biden, l’uomo che all’ultimo G7 ha annunciato un’epocale “rivoluzione” nella tassazione delle multinazionali, incluse le Big Tech. E’ così punitiva, la riforma fiscale verso i padroni del web, che le grandi major festeggiano: hanno scoperto che, in Europa, pagherebbero ancora meno tasse (il dovuto sarebbe molto inferiore all’Ires richiesta alle Pmi italiane, spiega il “Fatto Quotidiano“, che rileva come l’economista francese Thomas Piketty abbia definito «scandaloso» l’accordo emerso dal G7, strombazzato come un successo).
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Draghi: resta la farsa-Covid, ma in cambio stop al rigore
La follia quotidiana nella quale il pianeta sembra precipitato, da un anno e mezzo, la si può misurare anche dall’ipocrisia con cui politica e media chiamano ancora “vaccini” i preparati genici sperimentali, che vaccini non sono. Ma il carattere paradossale dei giorni che stiamo vivendo è confermato anche dall’inaudita imposizione (italiana) di questi non-vaccini al personale sanitario, e dall’ignobile ostinazione (non solo italiana) con cui si continuano a ignorare le efficaci terapie domiciliari anti-Covid, come se non esistessero nemmeno. L’espediente serve ad assegnare ai non-vaccini il ruolo di farmaco unico e totemico, perfetto contrappeso simbolico alla psico-montatura mondiale chiamata Covid. Ovvero: la più grande pandemia di asintomatici che la storia ricordi, gonfiata da numeri improbabili e da tamponi Pcr palesemente manipolati, oltre che da cure negate, ritardate o addirittura drammaticamente errate.Ed è in questo disastro, a quanto pare, che sta maturando il vero braccio di ferro tra i massimi poteri mondiali: da una parte i fautori dell’oligarchia più reazionaria, con pulsioni apertamente totalitarie, e dall’altra un’élite antagonista che vorrebbe riscrivere a modo suo il Grande Reset, comunque ineludibile, entrando in un futuro svincolato dal ricatto della schiaviù finanziaria di ieri, grande protagonista del Nuovo Ordine Mondiale neoliberista fabbricato con i golpe, il terrorismo e le crisi pilotate degli spread. Nel caos italiano, tra partiti ridicoli e ridotti a fantasmi, Mario Draghi archivia il mediocre piazzista Giuseppe Conte e ostenta senza difficoltà il suo spessore incamerando gli applausi dell’Ue per il Recovery, riproiettando l’Italia nel Mediterraneo e ottenendo anche di inserire la questione-migranti nell’agenda ufficiale di Bruxelles.E’ come se di colpo (a parte l’indecente politica sul Covid) l’Italia si fosse riaffacciata sulla scena europea e mondiale nel segno della sovranità relativa, sia pure formalmente coniugata con l’Unione Europea e con il gruppo che ha insediato alla Casa Bianca l’anziano Joe Biden. Messo fuori gioco Donald Trump, quella odierna di Washington si presenta come un’élite dal curriculum opaco, proveniente da elezioni presidenziali più che incresciose. Un gruppo che oggi si mostra comunque deciso a fermare l’insidioso espansionismo cinese, per decenni strumento del peggior neoliberismo atlantico. Per buon peso, la nuova leadership statunitense intende anche ridimensionare il ruolo di Mosca, fastidiosa potenza mondiale: fu messa al bando, la Russia, quando Vladimir Putin mise fine alla politica di sottomissione atlantista varata da Boris Eltsin e dai suoi oligarchi, al soldo del peggior capitalismo finanziario razziatore e, all’occorrenza, anche terrorista.E’ evidente che l’élite che fa capo alla Casa Bianca punta molte delle sue carte proprio sull’Italia, affidando al “nuovo” Draghi (non più guardiano dell’austeriy) il ruolo di ariete in doppiopetto, per rompere gli aspetti peggiori della gabbia eurocratica che ha finora impedito la nascita di una vera Unione Europea. Spariti gli inglesi con la Brexit, il “gigante” Draghi ha davanti a sé un traballante Macron, mentre Angela Merkel sta per lasciare il trono da cui ha contribuito in modo decisivo a paralizzare lo sviluppo europeo, tenendo il continente in balia di una crisi infinita. Gli osservatori più attenti, anche sui grandi media, non possono fare a meno di notare i passaggi-chiave del nuovo corso italiano: è lo stesso Draghi a ripetere che l’incubo del Patto di Stabilità (il freno imposto al benessere economico) è da considerarsi storicamente archiviato. A quale prezzo?Se qualcuno aveva legittimamente sperato che l’approccio al Covid (finalmente la verità, dopo un anno di menzogne) potesse essere la cartina di tornasole della “rivolzione democratica” dietro al cambio della guardia a Palazzo Chigi, si è sbagliato di grosso: evidentemente, la perdurante ipocrisia sulla gestione allarmistica della “crisi pandemica” è una moneta di scambio, nazionale e non solo: si lascia sostanzialmente inalterato il paradigma sanitario, per poter ribaltare completamente l’altro paradigma, quello economico-finanziario, secondo traiettorie disegnate però nell’alto dei cieli, fuori dalla portata dai Parlamenti. Il panorama politico italiano, poi, è ridotto a una platea di comparse del calibro di Enrico Letta, accanto a piccoli leader un tempo pugnaci ma oggi quasi ammutoliti, da Salvini alla Meloni, per non parlare di Di Maio.Tra parentesi: nessuno dei capi-partito (ma proprio nessuno) ha mai imposto in modo netto l’introduzione delle terapie anti-Covid, boicottate anche in sede giudiziaria dal bis-ministro Speranza. Quanto alle strategie per il futuro, tra Green Card e “varianti” paventate all’infinito, non è dato sapere dove si arriverà, né se il “partito cinese” (quello dei lockdown di Conte, approvati da Bergoglio) rialzerà la testa, o se invece sarà definitivamente sconfitto, e a quali condizioni. L’alternativa pare rappresentata da un’élite altantista che maneggia parole come libertà (tenendo in carcere Julian Assange e mantenendo in funzione Guantanamo) e come democrazia, dopo aver “vinto” le elezioni negli Stati Uniti nel modo che si è visto. Alla fine, lo spettacolo più sorprendente è proprio quello che sta offrendo l’Italia, con Mario Draghi impegnato a demolire, giorno per giorno, tutti i dogmi difesi per decenni a mano armata dall’altro Mario Draghi, quello di ieri.La follia quotidiana nella quale il pianeta sembra precipitato, da un anno e mezzo, la si può misurare anche dall’ipocrisia con cui politica e media chiamano ancora “vaccini” i preparati genici sperimentali, che vaccini non sono. Ma il carattere paradossale dei giorni che stiamo vivendo è confermato anche dall’inaudita imposizione (italiana) di questi non-vaccini al personale sanitario, e dall’ignobile ostinazione (non solo italiana) con cui si continuano a ignorare le efficaci terapie domiciliari anti-Covid, come se non esistessero nemmeno. L’espediente serve ad assegnare ai non-vaccini il ruolo di farmaco unico e totemico, perfetto contrappeso simbolico alla psico-montatura mondiale chiamata Covid. Ovvero: la più grande pandemia di asintomatici che la storia ricordi, gonfiata da numeri improbabili e da tamponi Pcr palesemente manipolati, oltre che da cure negate, ritardate o addirittura drammaticamente errate.
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Cabras: l’Occidente esalta i diritti ma perseguita Assange
La prigionia e la libertà di JulianAssange costituiscono una questione cruciale del moderno Occidente. Quando Ernesto Balducci parlò dell’incontro dell’Europa con le popolazioni delle Americhe che c’erano prima di Colombo disse che «l’Uomo incontrò se stesso e non si riconobbe». Nacque cinque secoli fa una strana alienazione e doppiezza dell’Occidente, vero propulsore di meravigliose Carte dei diritti umani e capace nel contempo di perpetrare orribili genocidi. Anche oggi, con Assange, le libertà politiche occidentali incontrano se stesse e non si riconoscono. Il giornalismo occidentale incontra se stesso e non si riconosce. La giustizia democratica incontra se stessa e non si riconosce. Invece, riconoscere libertà politica, di parola, riconoscere la giustizia è ancora possibile. Da undici anni, Julian Assange è al centro di un caso diplomatico e giuridico. Nel 2006 aveva fondato il sito WikiLeaks con l’obiettivo di offrire uno spazio libero ai “whistleblower” disposti a pubblicare documenti sensibili e compromettenti, in forma anonima e senza la possibilità di essere rintracciati.Il sito ha fatto da palestra per il più efficace giornalismo investigativo degli ultimi anni, rivelando segreti e scandali, relativi, tra gli altri, a guerre, loschi affari commerciali, episodi di corruzione e di evasione fiscale. L’uomo che oggi langue da troppo tempo in una prigione britannica ha contribuito ad aumentare la consapevolezza di larghi strati della pubblica opinione mondiale rispetto a governi, uomini di potere, grandi lobby, reti di relazioni ed eventi, ben oltre la narrazione ufficiale. La sua Wikileaks ha consentito alla democrazia contemporanea di superare e mostrare i limiti del giornalismo tradizionale. Lasciare che Assange sia soggetto alle sue dure condizioni carcerarie è l’attentato definitivo – oltre che alla sua persona – al giornalismo investigativo, in un mondo che vede le leve dell’informazione in sempre meno mani. Avere invece un’informazione coraggiosa aiuta i parlamenti nel correggere i comportamenti opachi di vari governi.Parliamo di un dissidente che ha segnato a livello planetario un’epoca nuova nella tensione fra lo scrutinio democratico delle decisioni dei poteri di governo e la Ragion di Stato. La sua cattività pone un problema drammatico alla coscienza politica di tutto l’Occidente. Assange ha dato coraggio alla pratica del “whistleblowing” e dell’obiezione di coscienza, fino a farla riconoscere nelle leggi e nei codici etici a tutti i livelli. Niente retorica vuota sulla democrazia dal basso, Assange ha fatto una cosa pratica: un sistema che valorizzava il controllo dal basso e la democratizzazione dell’informazione nell’ambito di una rivoluzione tecnologica con un grande potenziale di liberazione per individui e popoli. La storia coraggiosissima di Julian Assange esige che sia riconosciuto il valore e il rango politico del suo attivismo, da sempre minacciato con ogni mezzo, che sia salvaguardata la sua incolumità, che non ci siano forzature politiche nelle procedure a cui sarà sottoposto.Si è fatto molti nemici, certo. Anche fra i giornalisti. Ce ne sono che si proclamano perfino difensori dei diritti umani. Ma, siccome una parte di loro li viola tutte le sere, privando la gente di una informazione decente, ovviamente non ama i disturbatori della quiete del Potere. C’è quello che condanna Assange dicendo che «gli Stati hanno bisogno delle loro zone d’ombra». C’è chi lo condanna perché ha rivelato segreti di Stato. C’è chi lo qualifica come agente di potenze nemiche. Chi afferma che è un «personaggio ambiguo». Assange non piace insomma a quella parte di giornalisti che non fanno tanto i giornalisti, quanto gli addetti alle pubbliche relazioni del Potere. Figuriamoci se possono assolverlo. Insomma, in troppi stanno zitti e lasciano che la minaccia colpisca tutti coloro che vorranno dire la verità. È normale che i governi e i potenti abbiano qualcosa da nascondere (che ci vuoi fare?); ma il compito dell’informazione, ineludibile, è quello di andare a scoprire i loro nascondigli e di rivelarli al pubblico, ai popoli. E se non lo fa, l’informazione, cessa di essere tale. Non è il momento di stare allineati e coperti.In oltre 15 anni, WikiLeaks ha diffuso più di 10 milioni di documenti classificati. Possiamo dire che ci sono 10 rivelazioni di Assange che hanno cambiato il modo di vedere il potere e li voglio elencare per inquadrare l’esatta dimensione di questa opera: gli archivi di Guantánamo; le notizie segrete sulle guerre e le torture, dall’Afghanistan e all’Iraq; i dispacci diplomatici dello scandalo Cablegate; i video sui civili bersagliati a Baghdad; i documenti dell’agenzia Stratfor sulla sorveglianza totale; le rivelazioni sui negoziati dei grandi accordi commerciali che diminuivano il peso delle democrazie a favore delle multinazionali; le magagne di tante e fortissime corporation dominanti; l’uso dello spionaggio globale come strumento geopolitico che ha diminuito la forza delle cancellerie europee; la messa a nudo del potere del clan dei Clinton e delle sue connessioni saudite; l’analisi spietata e dati alla mano dello strapotere del Big Tech nel determinare la morte della privacy per miliardi di individui.La mozione ricorda lo stato attuale delle condizioni di Assange. È una persecuzione contro una persona e una ritorsione contro il progetto WikiLeaks, ma rappresenta anche un brutto precedente per attivisti, giornalisti e “whistleblower” ovunque nel mondo. La sua detenzione – i cui presupposti erano già stati respinti nel 2015 dal Gruppo di lavoro dell’Onu sulla Detenzione Arbitraria e rivelatasi anche avvenire in condizioni gravosamente severe – nonché le eventualità di estradizione e persecuzione a vita negli Usa, sono uno scandalo denunciato dalle organizzazioni per i diritti umani. Nel novembre 2019 il relatore Onu sulla tortura ha dichiarato che Assange avrebbe dovuto essere rilasciato e la sua estradizione negata. Il Consiglio d’Europa ha fatto propria la dichiarazione. Nel dicembre 2020 lo stesso relatore Onu sulla tortura, oltre a rinnovare l’appello per l’immediata liberazione di Assange, ha chiesto, senza esito, che questi venisse almeno trasferito dal carcere ad un contesto di arresti domiciliari.Il 5 gennaio 2021 la giustizia britannica ha negato l’estradizione di Assange agli Stati Uniti per motivi di natura medica. Nonostante tutto, Assange è ancora detenuto in durissime condizioni nella prigione di Belmarsh. La mozione è semplice e impegna il governo a fare di tutto – anche in aderenza alle convenzioni internazionali e specificatamente alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali – affinché le autorità britanniche garantiscano la protezione e l’incolumità di Julian Assange e non procedano alla sua estradizione. Questo significa, di fatto, riconoscergli lo status di rifugiato politico e la protezione internazionale. Sarà un contributo alla libertà in grado di trovare le giuste vie diplomatiche senza morire di troppa prudenza. Viva la libertà! Viva Julian Assange!(Pino Cabras, “Riconoscere a Julian Assange lo status di rifugiato politico”; intervento alla Camera il 14 giugno 2021. Stretto collaboratore di Giulietto Chiesa, eletto deputato nel 2018 con i 5 Stelle, Cabras è oggi esponente del movimento “L’Alternativa c’è”).La prigionia e la libertà di JulianAssange costituiscono una questione cruciale del moderno Occidente. Quando Ernesto Balducci parlò dell’incontro dell’Europa con le popolazioni delle Americhe che c’erano prima di Colombo disse che «l’Uomo incontrò se stesso e non si riconobbe». Nacque cinque secoli fa una strana alienazione e doppiezza dell’Occidente, vero propulsore di meravigliose Carte dei diritti umani e capace nel contempo di perpetrare orribili genocidi. Anche oggi, con Assange, le libertà politiche occidentali incontrano se stesse e non si riconoscono. Il giornalismo occidentale incontra se stesso e non si riconosce. La giustizia democratica incontra se stessa e non si riconosce. Invece, riconoscere libertà politica, di parola, riconoscere la giustizia è ancora possibile. Da undici anni, Julian Assange è al centro di un caso diplomatico e giuridico. Nel 2006 aveva fondato il sito WikiLeaks con l’obiettivo di offrire uno spazio libero ai “whistleblower” disposti a pubblicare documenti sensibili e compromettenti, in forma anonima e senza la possibilità di essere rintracciati.
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Ipnosi sociale Covid, l’eterna sindrome di Colin Powell
L’intera vicenda del Covid – qualunque cosa questa sigla significhi esattamente, sotto l’aspetto scientifico – ricorda in modo sinistro la storiella di Colin Powell alle Nazioni Unite: platea davanti a cui l’allora segretario di Stato agitò una fialetta, sostenendo che si trattasse di antrace. Un falso favoloso, ma inquietante: serviva a scatenare l’inferno della guerra in Iraq e a insanguinare la sospensione della democrazia occidentale all’alba del terzo millennio, e nel frattempo introduceva – come incubo – il fantasma della guerra biologica, incarnato da agenti tossici invisibili e inafferrabili quanto, secondo la narrazione dell’epoca, i terribili terroristi islamici, che poi si sarebbero reincarnati ininterrottamente fino ad assumere le sembianze dei barbarici tagliagole dell’Isis. A tracciare l’analogia tra il Covid e Colin Powell è Matt Martini, co-autore di “Operazione Corona” (Edizioni Aurora Boreale) nonché voce – con Tom Bosco e Nicola Bizzi – de “L’Orizzonte degli Eventi”, il giovedì sera sul canale YouTube di “Border Nights”.Comunque li si voglia leggere, i drammatici eventi che hanno travolto l’Occidente a partire dal 2020, emergono due dati sovrastanti: da un lato la totale intattendibilità delle fonti ufficiali, e dall’altro l’altrettanto sconfortante remissività della popolazione, che ha dimostrato ai manipolatori di essere pronta a subire qualunque vessazione, anche se non motivata da alcuna ragione credibile e seriamente presentata. A valle di questo doppio assunto, ogni altra considerazione si alleggerisce fatalmente di peso specifico, perdendo rilevanza. Se oggi il mainstream si divide, tra i falchi che vorrebbero proseguire in eterno con il delirio emergenziale e le colombe che hanno invece avviato una sostanziale de-escalation (fondata sull’imposizione propagandistica delle terapie geniche come unica possibile soluzione), dal canto loro i media continuano a recitare un copione surreale, mentre le voci indipendenti riescono a dividersi a loro volta, tra complotti ammissibili e cospirazioni immaginarie.L’enormità dell’accaduto – l’enfatizzazione allarmistica del pericolo, l’arresto dell’economia e della vita sociale, la sospensione delle libertà, l’imbuto stretto attraverso cui far passare la “ripartenza”, verso modelli socio-economici comunque inediti e disegnati dall’alto – non si vede come si possano coltivare qualche forma di ottimismo, quei (pochi) cittadini così ingenui da aver sperato di poter accedere in tempi ragionevoli a una qualche verità effettiva, conquistabile attraverso ordinari procedimenti politici orientati al raggiungimento di una giustizia condivisa, capace di mettere in ordine il prima e il dopo, il come e soprattutto il perché. Al massimo, sotto i riflettori finiranno capri espiatori, insieme alla sensazione – ormai solida – che almeno per il momento il cittadino comune non toccherà palla, essendo il suo destino (in un senso o nell’altro) interamente nelle mani di gestori sottili. Buoni o cattivi, nessuno di loro pare disposto a uscire allo scoperto, mettendo fine al genere di fitcion inaugurato nel 2003 dal vecchio Colin Powell.L’intera vicenda del Covid – qualunque cosa questa sigla significhi esattamente, sotto l’aspetto scientifico – ricorda in modo sinistro la storiella di Colin Powell alle Nazioni Unite: platea davanti a cui l’allora segretario di Stato agitò una fialetta, sostenendo che si trattasse di antrace. Un falso favoloso, ma inquietante: serviva a scatenare l’inferno della guerra in Iraq e a insanguinare la sospensione della democrazia occidentale all’alba del terzo millennio, e nel frattempo introduceva – come incubo – il fantasma della guerra biologica, incarnato da agenti tossici invisibili e inafferrabili quanto, secondo la narrazione dell’epoca, i terribili terroristi islamici, che poi si sarebbero reincarnati ininterrottamente fino ad assumere le sembianze dei barbarici tagliagole dell’Isis. A tracciare l’analogia tra il Covid e Colin Powell è Matt Martini, co-autore di “Operazione Corona” (Edizioni Aurora Boreale) nonché voce – con Tom Bosco e Nicola Bizzi – de “L’Orizzonte degli Eventi”, il giovedì sera sul canale YouTube di “Border Nights”.
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L’Orizzonte degli Eventi: serve un’intelligence popolare
Un bel po’ di anni fa, dal grande Giampaolo Pansa udii queste parole: se avete una notizia, datela. Cioè: non stateci a pensare troppo, non abbiate paura dell’impatto che potrà avere. Certo, le notizie vanno prima controllate, verificate. Ma lo sport nazionale – aggiunse l’autore di “Carte false”, brillante pamphlet sulle troppe cialtronerie del giornalismo italiano – consiste nel non darle quasi mai, le vere notizie, se non in dosi omeopatiche e dopo aver sondato con infinita cautela tutti i potentati, anche politici, che potrebbero non gradire l’articolo in uscita. Il corollario del Pansa-pensiero: meglio una notizia imprecisa, piuttosto che il silenzio. Così almeno la lezione fu recepita, allora, dai giovani aspiranti colleghi, che ancora vedevano nella professione del reporter (proprio grazie alla presenza di fuoriclasse come Pansa) la possibilità di fare davvero i “cani da guardia della democrazia”. Con le dovute proporzioni, certo: al netto delle limitate capacità di ciascuno. E ben sapendo che l’errore, lo svarione e la presbiopia ideologica sono sempre dietro l’angolo.Il mondo di Pansa, come sappiamo, è tramontato con la fine dei grandi partiti, travolti da Mani Pulite, per poi inabissarsi definitivamente dopo l’11 Settembre insieme a tutto il resto (compresi i “cani da guardia” e la stessa democrazia, almeno per come la si era conosciuta e apprezzata negli anni d’oro del libero scrivere e del libero parlare). Dal pianeta delle stragi e delle “guerre al terrorismo” – passando per le tempeste artificiali dello spread – siamo approdati al nuovo universo della Verità Unica Pandemica, nel quale è diventato lecito anche togliere la parola al presidente degli Stati Uniti, sebbene ancora in carica. Banale dirlo, oggi: l’informazione stessa sembra sia stata letteralmente inghiottita da un buco nero, risucchiata nella terra di nessuno che gli astrofisici chiamano “l’orizzonte degli eventi”, oltre il limite misurabile dalla velocità della luce. L’Orizzonte degli Eventi è anche il nome della trasmissione web-streaming condotta il giovedì sera da Tom Bosco con Matt Martini e Nicola Bizzi sul canale YouTube di “Border Nights”. Obiettivo: monitorare gli accadimenti e provare a spiegarli, tentando di decifrarne il significato.Missione rischiosa, naturalmente: si può sempre essere imprecisi, specie in diretta. Ne è consapevole lo stesso Martini, chimico farmaceutico e appassionato studioso dei legami (anche di matrice esoterica) tra passato e presente, con una particolare predilezione per le culture orientali. Martini è anche co-autore e curatore, insieme a Bizzi, dell’instant-book “Operazione Corona”, trasformatosi in bestseller. Un libro editato a tempo di record da Aurora Boreale, con il contributo di personaggi come l’avvocato Marco Della Luna e, tra gli altri, di un medico del calibro di Stefano Scoglio, già candidato al Nobel per la Medicina. Ebbene: di fronte al prevedibile clamore suscitato dalla trasmissione, sempre più seguita, lo stesso Martini si è sentito in dovere di fornire qualche precisazione. Per esempio, questa: non si può pretendere che la nostra diretta del giovedì sera diffonda sempre e solo notizie certificate. A volte si limita, per così dire, a segnalare spunti, indizi, semplici opinioni e possibili tracce di verità eventuali. Siamo una sorta di “intelligence popolare”, dice Martini, spiegando: ve lo immaginate, un servizio segreto che trascurasse qualche pista?Il menù (proprio come quello degli 007) comprende inevitabilmente anche la possibilità di imbattersi nelle cosiddette bufale, quelle che oggi va di moda chiamare fake news. Per verificarle occorre tempo, e dunque ci si trova di fronte al famoso bivio: tacere (che è la scelta più comoda) o parlare comunque, pur sapendo di poter cadere in errore. La risposta del pubblico (decine di migliaia di visualizzazioni) sta premiando la scelta di immediatezza operata dalla trasmissione: parlare, sempre e comunque. Un “collega” come Massimo Mazzucco, anche lui presente nel circuito di “Border Nights”, è più prudente: sceglie di pronunciarsi solo quando è certo di poter documentare quanto afferma, sapendo benissimo che l’avversario (politici, media, debunker) non aspettano altro che un passo falso, magari su un aspetto secondario, per poter attaccare la fonte – screditandola – allo scopo di squalificare l’intero contenuto, scomodo, che ha presentato.Esemplare l’ultimo colpo messo a segno dall’inappuntabile Mazzucco: in un video documentatissimo anticipato sul suo canale (”Contro Tv”, fondato insieme a Giulietto Chiesa) ha dimostrato come l’establishment si sia rifiutato di riconoscere le ormai numerose terapie che contrastano il Covid in modo efficace, senza nemmeno dover ricoverare i pazienti. Perché lo hanno fatto? Perché l’abilitazione di una qualunque terapia – spiega Mazzucco – avrebbe reso impossibile la concessione dell’autorizzazione d’emergenza per i “vaccini genici”, ancora sperimentali, presentati (in modo fraudolento, dunque) come unica soluzione possibile. Si domanda Mazzucco: se le terapie messe a punto dai migliori medici italiani a partire dalla tarda primavera 2020 fossero state prontamente adottate, quante vittime in meno avremmo avuto? La risposta “sta soffiando nel vento”, per dirla con Bob Dylan, o magari è stata inghiottita – anche lei – dal grande buco nero nel quale sono finite le principali verità, riguardo allo spettacolo planetario della cosiddetta pandemia.Il paziente lavoro di Mazzucco – indagini e reportage – è strettamente correlato con quello di molti altri analisti che, a monte, si confrontano ogni giorno con fonti aperte, come ricorda lo stesso Matt Martini: si tratta sempre di notizie (o anche solo di voci e indizi) comunque rintracciabili “in chiaro”, sulla stampa o sul web. Blog, social media, siti ufficiali, web-tv: un “concerto” caotico e contraddittorio, worldwide, dal quale estrarre spunti da approfondire. Il giovedì sera, L’Orizzonte degli Eventi si comporta come una sorta di prima linea: registra dati, selezionandone alcuni. Non sappiamo sempre quanto siano attendibili, ammette Martini, che però spiega: non possiamo permetterci di trascurarne nessuno, di quelli che ci paiono interessanti. E il pubblico – è il caso di ripeterlo – apprezza questa scelta metodologica, che poi (nel caso de L’Orizzonte degli Eventi) viene declinata, legittimamente, in base alla sensibilità culturale degli speaker, alla loro esperienza e alla capacità effettiva di proporre analisi coerenti (in diretta) sulla base dei fatti evidenziati.Possono apparire surreali, queste riflessioni, in un mondo in cui una forte minoranza della popolazione ha ormai raggiunto una radicata convinzione: del mainstream, semplicemente, non ci si può più fidare. Ed è abbastanza illusorio sperare in una sua prossima “redenzione”, tenendo conto di un fatto basilare: le società che controllano i media sono pochissime, un pugno di operatori, strettamente correlati fra loro e al servizio dei massimi poteri. L’autonomia della singola redazione, in pratica, è come se si fosse estinta. Un giorno la situazione cambierà, come in fondo tutto, sulla Terra, finisce sempre per cambiare, prima o poi? D’accordo, ammettiamolo. Ma nel frattempo, chi si incarica di rilanciare informazioni, analisi e ipotesi che il mainstream tace? Certo, il rischio del manierismo cospirazionistico è evidente: si corre il pericolo di finire in un ghetto farneticante, comodissimo per il “potere” che si dichiara di voler contrastare. Vero, ma l’alternativa quale sarebbe? Tacere? Attendere di avere sottomano tutti gli elementi?Questo vale certamente per chi, come Mazzucco, costruisce solidi reportage giornalistici su argomenti precisamente delimitati. Ma il lavoro dei reporter come Mazzucco parte comunque da informazioni rilevate e rilanciate dagli operatori di prima linea, da quelli che Matt Martini chiama “l’intelligence popolare”. In tutto questo, trovo sia dirimente una parola preziosa e oggi infrequente: libertà. Puoi anche diffidare di certi contenuti, ma se non fossero circolanti sarebbe un male. E’ fondamentale dare conto delle idee che vengono espresse, anche quelle che possono apparire stralunate: fotografano benissimo lo stato emotivo, psicologico, cognitivo e politico della platea odierna. Alla censura, del resto, provvede già il mainstream, maestro innanzitutto di autocensura. Se si è liberi, si può sempre valutare serenamente ogni voce: senza averne paura, e anzi apprezzando la polifonia (anche stridente) dell’insieme. E senza mai dimenticare la lezione del vecchio Pansa, che ai cronisti in erba ripeteva: ascoltate tutto e tutti, ma non fidatevi ciecamente di nessuno – beninteso: nemmeno di me.(Giorgio Cattaneo, 11 giugno 2021).Un bel po’ di anni fa, dal grande Giampaolo Pansa udii queste parole: se avete una notizia, datela. Cioè: non stateci a pensare troppo, non abbiate paura dell’impatto che potrà avere. Certo, le notizie vanno prima controllate, verificate. Ma lo sport nazionale – aggiunse l’autore di “Carte false”, brillante pamphlet sulle troppe cialtronerie del giornalismo italiano – consiste nel non darle quasi mai, le vere notizie, se non in dosi omeopatiche e dopo aver sondato con infinita cautela tutti i potentati, anche politici, che potrebbero non gradire l’articolo in uscita. Il corollario del Pansa-pensiero: meglio una notizia imprecisa, piuttosto che il silenzio. Così almeno la lezione fu recepita, allora, dai giovani aspiranti colleghi, che ancora vedevano nella professione del reporter (proprio grazie alla presenza di fuoriclasse come Pansa) la possibilità di fare davvero i “cani da guardia della democrazia”. Con le dovute proporzioni, certo: al netto delle limitate capacità di ciascuno. E ben sapendo che l’errore, lo svarione e la presbiopia ideologica sono sempre dietro l’angolo.