Archivio del Tag ‘onde’
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Carcere, se si nega ancora la pericolosità del wireless 5G
Osi negare che il wireless 5G possa essere dannoso, per l’organismo? Peggio per te: ti farai 6 mesi di carcere o, a scelta, sborserai 250.000 euro di multa. E’ la pena comminata in Germania, a inizio anno, a un noto propagandista del 5G: il professor Alexander Lerchl, biologo dell’università di Brema. «Da oltre un decennio – ricorda Maurizio Martucci su “Oasi Sana” – il docente continuava a negare sia il nesso causale dell’insorgenza cancerogena che la possibile rottura del Dna dovuta all’esposizione cronica da radiofrequenze non ionizzanti, le stesse del 5G e di tutti gli altri standard wireless». Per questo è stato condannato: pena replicabile, si legge nella sentenza, ad ogni eventuale reiterazione del reato. «Con questa storico e inedito pronunciamento – osserva Martucci – i giudici tedeschi hanno praticamente messo una pietra tombale sul “neagazionismo del danno”, spostando ora la questione della moratoria 5G: dal blando “principio di precauzione” al più evidente “principio di prevenzione”».Naturalmente, in Italia, di 5G è praticamente vietato parlare: chi è vicino al potere si mette a ridere, appena qualcuno accenna alle diffuse preoccupazioni per il wireless di quinta generazione, che si è fatto strada in modo particolarmente subdolo. Proprio per agevolare l’installazione della rete 5G sarebbero stati rasi al suolo decine di migliaia di grandi alberi, nei centri abitati della penisola. E lo stesso governo inglese, come documentato da Massimo Mazzucco, ha ammesso la correlazione: le fronde degli alberi (ricche di acqua) frenano la trasmissione del segnale, assorbendo le onde. In una sconcertante intervista realizzata da Red Ronnie, un prestigioso medico come Massimo Melelli Roia ha ricordato che, durante il lockdown 2020, gli unici “lavori in corso” erano quelli – semi-clandestini, anche notturni – per l’installazione delle antenne 5G. Il dottor Roia è fra quanti temono danni incalcolabili, anche neurologici, da ogni tipo di rete wireless.Vari scienziati – ricorda Melelli Roia – parlano addirittura del rischio di estinzione dell’umanità, nell’arco di sole 5 generazioni, a causa dell’infertilità maschile che potrebbe essere indotta dalle emissioni d’onda, capaci di manomettere il nostro assetto genetico. Se in Germania a finire nei guai è stato un personaggio come Lerchl, è la stessa autorità pubblica, in materia (l’Icnirp, un ente privato con sede a Monaco) a negare tuttora che il 5G possa rappresentare un pericolo. La corte di Brema ha condannato Lerchl anche per aver falsificato il materiale esibito, nel tentativo di dimostrare l’innocuità del nuovo wireless. Nulla che sfiori il governo italiano, dove è presente un super-tecnocrate come Vittorio Colao, massimo “profeta” del 5G nel Belpaese. Sul wireless di quinta generazione, del resto, si basano le proiezioni del Grande Reset di Davos, adottate dal Green New Deal dell’Unione Europea. Avanti tutta, verso quello che – insieme alla campagna “vaccinale” – ha l’aria di poter essere il peggior attentato alla salute pubblica nella nostra storia?Osi negare che il wireless 5G possa essere dannoso, per l’organismo? Peggio per te: ti farai 6 mesi di carcere o, a scelta, sborserai 250.000 euro di multa. E’ la pena comminata in Germania, a inizio anno, a un noto propagandista del 5G: il professor Alexander Lerchl, biologo dell’università di Brema. «Da oltre un decennio – ricorda Maurizio Martucci su “Oasi Sana” – il docente continuava a negare sia il nesso causale dell’insorgenza cancerogena che la possibile rottura del Dna dovuta all’esposizione cronica da radiofrequenze non ionizzanti, le stesse del 5G e di tutti gli altri standard wireless». Per questo è stato condannato: pena replicabile, si legge nella sentenza, ad ogni eventuale reiterazione del reato. «Con questa storico e inedito pronunciamento – osserva Martucci – i giudici tedeschi hanno praticamente messo una pietra tombale sul “neagazionismo del danno”, spostando ora la questione della moratoria 5G: dal blando “principio di precauzione” al più evidente “principio di prevenzione”».Naturalmente, in Italia, di 5G è praticamente vietato parlare: chi è vicino al potere si mette a ridere, appena qualcuno accenna alle diffuse preoccupazioni per il wireless di quinta generazione, che si è fatto strada in modo particolarmente subdolo. Proprio per agevolare l’installazione della rete 5G sarebbero stati rasi al suolo decine di migliaia di grandi alberi, nei centri abitati della penisola. E lo stesso governo inglese, come documentato da Massimo Mazzucco, ha ammesso la correlazione: le fronde degli alberi (ricche di acqua) frenano la trasmissione del segnale, assorbendo le onde. In una sconcertante intervista realizzata da Red Ronnie, un prestigioso medico come Massimo Melelli Roia ha ricordato che, durante il lockdown 2020, gli unici “lavori in corso” erano quelli – semi-clandestini, anche notturni – per l’installazione delle antenne 5G. Il dottor Roia è fra quanti temono danni incalcolabili, anche neurologici, da ogni tipo di rete wireless.Vari scienziati – ricorda Melelli Roia – parlano addirittura del rischio di estinzione dell’umanità, nell’arco di sole 5 generazioni, a causa dell’infertilità maschile che potrebbe essere indotta dalle emissioni d’onda, capaci di manomettere il nostro assetto genetico. Se in Germania a finire nei guai è stato un personaggio come Lerchl, è la stessa autorità pubblica, in materia (l’Icnirp, un ente privato con sede a Monaco) a negare tuttora che il 5G possa rappresentare un pericolo. La corte di Brema ha condannato Lerchl anche per aver falsificato il materiale esibito, nel tentativo di dimostrare l’innocuità del nuovo wireless. Nulla che sfiori il governo italiano, dove è presente un super-tecnocrate come Vittorio Colao, massimo “profeta” del 5G nel Belpaese. Sul wireless di quinta generazione, del resto, si basano le proiezioni del Grande Reset di Davos, adottate dal Green New Deal dell’Unione Europea. Avanti tutta, verso quello che – insieme alla campagna “vaccinale” – ha l’aria di poter essere il peggior attentato alla salute pubblica nella nostra storia?Osi negare che il wireless 5G possa essere dannoso, per l’organismo? Peggio per te: ti farai 6 mesi di carcere o, a scelta, sborserai 250.000 euro di multa. E’ la pena comminata in Germania, a inizio anno, a un noto propagandista del 5G: il professor Alexander Lerchl, biologo dell’università di Brema. «Da oltre un decennio – ricorda Maurizio Martucci su “Oasi Sana” – il docente continuava a negare sia il nesso causale dell’insorgenza cancerogena che la possibile rottura del Dna dovuta all’esposizione cronica da radiofrequenze non ionizzanti, le stesse del 5G e di tutti gli altri standard wireless». Per questo è stato condannato: pena replicabile, si legge nella sentenza, ad ogni eventuale reiterazione del reato. «Con questa storico e inedito pronunciamento – osserva Martucci – i giudici tedeschi hanno praticamente messo una pietra tombale sul “neagazionismo del danno”, spostando ora la questione della moratoria 5G: dal blando “principio di precauzione” al più evidente “principio di prevenzione”».
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Correlazione tra 5G e Covid: oscurata ricerca scientifica
Chi ha paura della possibile correlazione tra la comparsa del coronavirus e il 5G? «Le onde millimetriche del 5G potrebbero essere utilizzate per la costruzione di strutture simili a virus come i coronavirus (Covid-19) all’interno delle cellule». Appena nove giorni di visibilità, poi la ricerca è stata ritirata dalla piattaforma che l’aveva pubblicata, cioè “PubMed”, che è oggi la più grande banca dati biomedica e di ricerca scientifica disponibile in Rete. “PubMed” – scrive “OasiSana” – ha infatti rimosso il clamoroso studio pubblicato il 16 luglio 2020, dal titolo “Tecnologia 5G e induzione del coronavirus nelle cellule della pelle”. Sul portale non c’è più traccia del test, condotto da sette ricercatori di Italia, Russia e Stati Uniti. Oltre a Massimo Fioranelli, fisico dell’università Guglielmo Marconi di Roma, comparivano i nomi di vari colleghi delle università del Michigan e di Mosca. L’analisi, spiega sempre “OasiSana”, è stata censurata anche dal sito dell’editore scientifico “Biolife”. In questa ricerca, aggiunge il newsmagazine curato da Maurizio Martucci, si dimostra come le onde millimetriche del 5G possano essere assorbite dalle cellule del derma, che fungono da antenne, per poi essere trasferite ad altre cellule e svolgere un ruolo decisivo nella produzione di coronavirus dentro le nostre cellule.«Il Dna è costituito da elettroni e atomi carichi, e ha una struttura simile a quella di un induttore. Questa struttura – si legge nella ricerca, recuperata integralmente da “Tanker Enemy” e pubblicata da “OasiSana” in formato Pdf – potrebbe essere divisa in induttori lineari, toroidali e rotondi. Gli induttori interagiscono con le onde elettromagnetiche esterne, si muovono e producono alcune onde extra all’interno delle cellule». Le forme di queste onde «sono simili alle forme delle basi esagonali e pentagonali della loro fonte di Dna». Queste onde «producono alcuni fori nei liquidi all’interno del nucleo». Per riempire questi buchi, prosegue la ricerca, vengono prodotte alcune basi esagonali e pentagonali extra. «Queste basi potrebbero unirsi l’una all’altra e formare strutture simili a virus come il coronavirus». Ancora: «Per produrre questi virus all’interno di una cellula, è necessario che la lunghezza d’onda delle onde esterne sia più corta della dimensione della cellula. Così, le onde millimetriche del 5G potrebbero essere utilizzate per la costruzione di strutture simili a virus come i coronavirus (Covid-19) all’interno delle nostre cellule».Finora, le voci sulla possibile correlazione tra 5G e coronavirus – subito diffusesi sul web – sono state sistematicamente derubricate come “sciocchezze complottistiche”, nonostante il fatto che questa tesi sia stata sottolineata persino da un personaggio come Gunter Pauli, consigliere economico di Giuseppe Conte. I media mainstream hanno letteralmente massacrato un medico come Martin Pall, tra i primi a denunciare la correlazione tra Covid e wireless di quinta generazione. Massimo impegno, da parte dell’establihment, nel filtrare ogni informazione potenzialmente destabilizzante, fino al caso (ridicolo) dello studio di “The Lancet” contro l’idrossiclorochina, poi ritrattato dagli stessi autori. Sempre in campo medico, ha fatto scalpore l’approvazione dell’Oms per una relazione dei sanitari inglesi, colpiti dall’efficacia (contro il Covid) di un semplice cortisoide: la scoperta risaliva a due mesi prima, ma i medici – italiani – che per primi avevano provato l’efficacia del cortisone erano stati ignorati dal ministro della sanità, Speranza, al quale si erano tempestivamente rivolti.Tabù assoluto, invece, il caso del 5G: l’ultimo progetto di decreto governativo (ispirato da Vittorio Colao, già manager Vodafone e grande sponsor del 5G) prevede che l’Italia tolga ai Comuni la possibilità di opporsi all’installazione delle antenne, e i Comuni italiani contrari al 5G sono oltre 300. I grandi media hanno completamente ignorato la grande manifestazione svoltasi a Firenze, contro il wireless di quinta generazione, che ha radunato una folla di 12.000 attivisti. Ora, si è arrivati al giallo: il primo studio che certifica una relazione tra 5G e Covid viene ritirato pochi giorni dopo esser stato presentato pubblicamente da 7 scienziati. Di nuovo, si segnala il silenzio dei grandi media, che in Italia si attengono alle prescrizioni dell’imbarazzante “Ministero della Verità” istituito a Palazzo Chigi e coordinato da Andrea Martella (Pd), con la funzione di filtrare le notizie sul coronavirus. Da quando il comitato “orwelliano” è entrato in funzione, non si contano gli episodi di “shadow banning” anche sui social: video e contenuti che menzionano il 5G vengono rimossi da Facebook e da YouTube.Chi ha paura della possibile correlazione tra la comparsa del coronavirus e il 5G? «Le onde millimetriche del 5G potrebbero essere utilizzate per la costruzione di strutture simili a virus come i coronavirus (Covid-19) all’interno delle cellule». Appena nove giorni di visibilità, poi la ricerca è stata ritirata dalla piattaforma che l’aveva pubblicata, cioè “PubMed”, che è oggi la più grande banca dati biomedica e di ricerca scientifica disponibile in Rete. “PubMed” – scrive “Oasi Sana” – ha infatti rimosso il clamoroso studio pubblicato il 16 luglio 2020, dal titolo “Tecnologia 5G e induzione del coronavirus nelle cellule della pelle”. Sul portale non c’è più traccia del test, condotto da sette ricercatori di Italia, Russia e Stati Uniti. Oltre a Massimo Fioranelli, dell’università Guglielmo Marconi di Roma, comparivano i nomi di vari colleghi delle università del Michigan e di Mosca. L’analisi, spiega sempre “Oasi Sana”, è stata censurata anche dal sito dell’editore scientifico “Biolife”. In questa ricerca, aggiunge il newsmagazine curato da Maurizio Martucci, si dimostra come le onde millimetriche del 5G possano essere assorbite dalle cellule del derma, che fungono da antenne, per poi essere trasferite ad altre cellule e svolgere un ruolo decisivo nella produzione di coronavirus dentro le nostre cellule.
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Terziano: la mente è un paracadute, se si apre ci guarisce
Ho un amico che ha avuto un’emorragia celebrale, tre giorni fa, e a mie piace stare con lui. Non so se lo sto accompagnando verso la morte. Se io riesco a interagire con queste persone le faccio “uscire in astrale”: si vedono da sopra, si rendono conto del fatto che c’è una parte di noi che non muore. Con questo sistema comunicano con i loro cari, defunti, e si rasserenano. Questo, per me, è “accompagnare”. Una volta sola, mi è capitata una guarigione “miracolosa”: ce l’ho ancora nel cuore, nella testa. Gli altri però muoiono tutti: purtroppo non ho il potere di evitargli la morte (e penso che prima o poi toccherà anche a me, tra le altre cose). Per me, quindi, l’accompagnare ha questo significato: stare vicino, e fare quello che il tuo sapere – di testa e di cuore – in quel momento ti suggerisce di fare. La rabdomanzia? Non tutti nasciamo rabdomanti. Io lo sono diventato. La si può allenare, la mente, a percepire le radiazioni della Terra. Tanti anni fa sono stato in Egitto, nel Tempio di Luxor, a fare delle sperimentazioni. E ho visto che molte persone, vicino all’altare, cascano per terra. Pensate alla Sacra di San Michele, in valle di Susa: se andate lassù nella chiesetta, a sinistra dell’altare, potreste cadere; lì c’è un incrocio delle due “vie sincroniche”. Il fatto che i luoghi sacri come la grotta di Lourdes abbiano un’elevata energia è positivo, ma non è prudente sostarvi troppo a lungo, altrimenti ci si “frigge”.Io sono un medico, con alle spalle una lunga esperienza ospedaliera. Nel frattempo mi sono occupato di agopuntura, quando era ancora considerata stregoneria pura. Ho studiato medicina tradizionale cinese, omeopatia, radioestesia, Reiki. Pratico l’ipnosi, che è ottima coi malati gravi. Poi ho scoperto la fisica quantistica. Mi sono affidato alla medicina complementare, senza mai rifiutare nulla della medicina ufficiale. A proposito: riusciremo mai a sentir parlare semplicemente di “medicina”, senza dover aggiungere aggettivi come “ufficiale” e “alternativa”? Avevo bisogno di darmi una risposta scientifica a fenomeni che vivevo, e che non riuscivo a spigarmi. Per esempio: ci sono luoghi che producono benessere, altri malessere. Sentiamo dire: «Non dormivo bene, e ho risolto il problema girando il letto». A volte proviamo una strana empatia, immediata, con persone che vediamo per la prima volta: perché? Oppure: come fa il rabdomante a sentire la vena d’acqua? Come può funzionare un rimedio omeopatico, se non contiene chimica? E come fa a funzionare l’acqua “informata”? Come fanno a funzionare i trattamenti a distanza dei gruppi di preghiera, come confermato da studi scientifici americani su reparti ospedalieri verso cui era stata indirizzata la preghiera? E come fanno a funzionare i trattamenti di Reiki a distanza e quelli della medicina vibrazionale, di cui mi occupo io?Ancora: com’è possibile interagire con l’identità spirituale di un defunto? Cosa che avviene, sapete: ed è un’altra delle realtà profonde della nostra vita, che ci neghiamo. Che significato possiamo dare, al cosiddetto paranormale, inclusi quelli che chiamiamo miracoli? Io a tutti questi fenomeni ho dato un significato quando ho cominciato a studiare fisica quantistica seriamente. Della quantistica ho trasferito i principi fondamentali nella mia vita quotidiana. In questo momento è diventata la mia verità – la mia, beninteso, e non ho nessuna intenzione di imporla agli altri. Rimane la gioia di poterne parlare, tutto qui. Il grande fisico Nils Bohr, Premio Nobel, diceva che chi si avvicina alla meccanica quantistica, se non viene sconvolto, significa che non l’ha capita. Io ne sono rimasto affascinato. Fonda le sue radici nell’infinitamente piccolo. E l’ho sperimentata con successo nella vita, la mia e quella delle persone che mi ruotano accanto. La fisica di Newton stabilisce che è sempre una forza esterna a far muovere un oggetto. E’ il fondamento della nostra tecnologia: siamo andati sulla Luna, con Newton.La quantistica comincia con Einstein (”la materia è energia”) e dimostra che l’energia è dentro la materia, e che questa energia si espande. Ecco il concetto di vibrazione, e il concetto di risonanza: un segnale che parte a va a collegarsi a entità che vibrano alla sua stessa frequenza, perché queste forze – nel loro espandersi nell’universo – rispettano le leggi della fisica (possiedono frequenza, ampiezza e lunghezza d’onda). Sappiamo che l’uomo emette frequenze elettromagnetiche: facciamo l’elettrocardiogramma, l’elettroencefalogramma. Ma prima che ci fossero questi “giocattoli” come facevamo, a sapere che c’erano queste onde? La mente dell’uomo è come un paracadute: funziona solo se si apre. Il problema è farla aprire. Proviamo allora a immaginare che esistano frequenze che l’uomo riceve e manda, e che però nessun apparecchio riesce ancora a evidenziare. In realtà un “apparecchio” fatto così ce l’abbiamo tutti: è la nostra mente.Se ci mettiamo uno di fronte all’altro e tendiamo i palmi delle mani, dopo un po’ avvertiamo una sorta di formicolio: si può sentire, quello che l’essere umano trasmette. Questo a cosa mi serve, nell’atto terapeutico? Mi aiuta a interagire, guidando il paziente (con il suo aiuto, indispensabile), per recuperare quei conflitti interiori che sa rilevare anche l’ipnosi, impiegando però moltissimo tempo. Poi, una volta individuato il conflitto, occorre comunque che a risolverlo sia la persona, non certo il terapeuta. La mente dell’uomo è in grado di concentrarsi su tantissime frequenze: è possibile sentire le energie della Terra, è possibile percepire le Onde di Schumann, le energie stupende che abbondano nei siti celtici. Possiamo sentire le geopatie, sintonizzarci con gli effetti negativi dei telefoni cellulari. Le possibilità sono infinite. In questo momento storico stiamo passando dalla biochimica alla biofisica, che speriamo superi rapidamente la biochimica.Io sono abituato a interagire con la materia, da tantissimi anni. Coi vegetali, per esempio: se si stimolano con le frequenze giuste, le piante germogliano prima, crescono meglio. Lo dimostrano gli amici con cui collaboro, che si occupano di agricoltura biologica. Ho provato a proporre questo intervento nella crescita delle cellule staminali, in una università. Obiettivo: riuscire a sollecitare le cellule con uno stimolo biofisico – e ci si riesce benissimo, con la mente, a inviare un’onda destinata a informare le cellule: “informare”, cioè “formare dentro”, inserire una forma. Oggi sono state inventate delle macchine che sfruttano la cosiddetta bio-risonanza, che riescono a leggere le frequenze delle cellule. Le nostre cellule sono dei “dipoli” che emanano comunque una corrente, e la stessa cosa fanno i neuroni quando creano i pensieri. E creano onde elettromagnetiche che possono interferire pesantemente, sul fisico.La kinesiologia, una scienza che pochi medici conoscono, è in grado di testare l’azione delle forze esterne verso di noi. Qualsiasi cosa: un barattolo di Nutella, il telefonino. Le macchine a bio-risonanza sono eccezionali, registrano queste frequenze e le possono cambiare. Unico handicap, sono costose. E allora ho imparato a usare la mia mente, e a utilizzare dei cristalli che io “informo” con delle onde particolari, che sono in grado poi si trasmettere alle persone alcune frequenze. Guardate che è molto semplice, può farlo chiunque. Un evento scientifico che ha validato queste cose è l’esperimento Epr di Einstein con Podolsky e Rosen, quello che ha stabilito l’efficacia dell’entanglement. Ci sono due elettroni che girano nello stesso senso; se ne prende uno e lo si trasporta a chilometri di distanza; poi con la macchina si dà un impulso a far girare un elettrone al contrario (”spin inverso”) e simultaneamente – cosa che mise in crisi Einstein – dall’altra parte del mondo, anche l’altro elettrone si mette a girare nel senso inverso. Questo dimostra che la velocità della luce non è più fondamentale, nel calcolo delle dinamiche della materia.Pensate agli innumerevoli input biologici che arrivano alle nostre cellule, ai nostri organi: se viaggiassero solo degli impulsi biochimici, come faremmo a funzionare così bene? Non avete mai visto uno stormo di uccelli fare le sue evoluzioni, virando di colpo? Tutti si muovono in sincrono. Com’è pensabile che il capostormo fischi all’ultimo della fila? Si mandano i segnali di cui parlo. E come fanno le termiti, che sono cieche, a fare così rapidamente e in modo così perfetto il loro nido? Tra l’altro, il termitaio sorge sempre su un Nodo di Hartmann, geopatico. Col suo Principio di Indeterminazione, Heisenberg ha dimostrato che, nell’infinitamente piccolo, di una sostanza non si possono valutare due caratteristiche contemporaneamente. Possiamo “misurare” un elettrone, ma non la sua velocità. Non lo capivo, fino a quando non mi è venuto in mente l’esempio del minestrone: se voglio misurarne la quantità è facile, peso il mio piatto di minestra; ma se – contemporaneamente – voglio anche sapere se la minestra è buona o no, non posso farlo: assaggiandola, altererei una delle sue qualità (il peso, appunto).Se io guardo la realtà, come osservatore, posso condizionarla. Ma cos’è la realtà? Se reggo in mano un microfono e lo vedo grigio, un daltonico lo vedrà giallo. La realtà è dunque quello che il nostro cervello immagina che sia reale. Ma se la realtà è la malattia, e noi abbiamo la possibilità di vederla come una realtà diversa, perché non impariamo a farlo? E questo lo si può fare, non è difficile. Lo si può fare da soli, oppure aiutando la persona a passare dal subconscio (l’area dove sussistono i conflitti spirituali) al super-conscio. E dal super-conscio vi assicuro che parte la guarigione. Io lo trovo bellissimo. Questo, in sintesi, è il mio pensiero sulla fisica quantistica. Non è così complicata, ed è affascinante. Io mi sono limitato a riportarla nella pratica quotidiana.(Emilio Terziano, dichiarazioni rilasciate alla “Giornata dei guariti” il 19 dicembre 2019 allo Spazio Uno di Torino. Ginecologo ed esperto in “medicina energetica vibrazionale”, il dottor Terziano è il co-fondatore – con il figlio Andrea, ingegnere – dell’azienda Pentater, che produce dispositivi “quantistici” che proteggono il corpo da elettrosmog, geopatie e dolore fisico).Ho un amico che ha avuto un’emorragia celebrale, tre giorni fa, e a mie piace stare con lui. Non so se lo sto accompagnando verso la morte. Se io riesco a interagire con queste persone le faccio “uscire in astrale”: si vedono da sopra, si rendono conto del fatto che c’è una parte di noi che non muore. Con questo sistema comunicano con i loro cari, defunti, e si rasserenano. Questo, per me, è “accompagnare”. Una volta sola, mi è capitata una guarigione “miracolosa”: ce l’ho ancora nel cuore, nella testa. Gli altri però muoiono tutti: purtroppo non ho il potere di evitargli la morte (e penso che prima o poi toccherà anche a me, tra le altre cose). Per me, quindi, l’accompagnare ha questo significato: stare vicino, e fare quello che il tuo sapere – di testa e di cuore – in quel momento ti suggerisce di fare. La rabdomanzia? Non tutti nasciamo rabdomanti. Io lo sono diventato. La si può allenare, la mente, a percepire le radiazioni della Terra. Tanti anni fa sono stato in Egitto, nel Tempio di Luxor, a fare delle sperimentazioni. E ho visto che molte persone, vicino all’altare, cascano per terra. Pensate alla Sacra di San Michele, in valle di Susa: se andate lassù nella chiesetta, a sinistra dell’altare, potreste cadere; lì c’è un incrocio delle due “vie sincroniche”. Il fatto che i luoghi sacri come la grotta di Lourdes abbiano un’elevata energia è positivo, ma non è prudente sostarvi troppo a lungo, altrimenti ci si “frigge”.
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Radio, radar, satelliti e 5G: e arriva, puntuale, la pandemia
Nel 1918, dopo l’enorme pandemia dell’influenza Spagnola, hanno chiesto a Rudolf Steiner a cosa fosse dovuta. Lui rispose: i virus sono semplicemente le escrezioni di una cellula avvelenata. I virus sono delle parti di Dna o Rna, o di qualche altra proteina, che vengono espulse dalla cellula. Si formano quando la cellula è avvelenata, non sono la causa di niente. Oggi, improvvisamente, scopriamo che nel circolo polare artico i delfini stanno morendo: per un contagio, o magari per qualche schifezza finita in mare, come il greggio della super-petroliera Exxon Valdez? Se date un’occhiata alle teorie correnti sui virus, l’ultima conferenza del Nih (il Dipartimento della salute degli Usa) parla della complessità dei virus, e vedrete che corrisponde esattamente alle teorie correnti su cosa sono realmente i virus. Ho un esempio drammatico di ciò, nella mia vita. Durante la mia infanzia, fuori da casa mia c’erano degli acquitrini. Erano pieni di rane, che mi svegliavano di notte. Col tempo tutte le rane sono sparite. Quanti di voi pensano che le rane avessero una malattia genetica? Quanti pensano che le rane avessero un virus? Quanti pensano che qualcuno abbia sversato del Ddt nell’acqua? Questo è infatti quello che è successo.Ogni pandemia, negli ultimi 150 anni, corrisponde a un salto di qualità nell’elettrificazione della Terra. Come si spiega l’epidemia di Spagnola nel 1918? Alla fine dell’autunno del 1917 c’era stata l’introduzione delle onde radio, intorno al mondo. Quando esponete un qualsiasi essere vivente a un nuovo campo elettromagnetico, lo avvelenate: qualcuno ne viene ucciso, e gli altri entrano in una specie di ibernazione; vivono un po’ di più, e più malati. Con la Seconda Guerra Mondiale è iniziata una nuova pandemia, a causa dell’introduzione dei radar su tutta la Terra, improvvisamente ricoperta dai nuovi campi magnetici emessi dai radar. Era la prima volta che gli esseri umani subivano quel tipo di esposizione. Nel 1968, poi, c’è stata l’influenza di Hong Kong: è stata la prima volta che, nella fascia protettiva della cintura di Van Allen – il cui ruolo principale è quello di incorporare i raggi cosmici provenienti dal Sole, dalla Luna, da Giove, e distribuirli a tutti gli esseri viventi terrestri – sono stati posti dei satelliti che emettono delle frequenze radioattive. In sei mesi c’è stata una nuova epidemia “virale”. In realtà, la gente è stata avvelenata, anche se pensava di subire un’epidemia influenzale.Nel 1918, la sanità di Boston deciss di analizzare la caratteristica contagiosa di una epidemia: che lo crediate o no, hanno preso centinaia di persone che avevano l’influenza, hanno prelevato ciò che avevano nel naso e l’hanno iniettato in soggetti sani, che non avevano l’influenza. Neanche una volta sono riusciti a far ammalare qualcuno. L’hanno ripetuto più e più volte, e non sono riusciti a dimostrare il contagio. L’hanno fatto pure con dei cavalli, che sembrava avessero preso l’influenza Spagnola; gli hanno messo dei sacchi sulle teste: il cavallo starnutiva dentro il sacco, e poi infilavano il sacco attorno alla testa del cavallo seguente. Nessun cavallo si è ammalato. Potete leggere tutto ciò in un libro che si chiama “L’arcobaleno invisibile”, di Arthur Firstenberg. Ad ogni stadio di elettrificazione della Terra ha corriposto, entro sei mesi, una nuova pandemia influenzale. Non ci sono altre spiegazioni, per la Spagnola. Come ha potuto propagarsi, dal Kansas al Sudafrica in appena due settimane, in modo tale che il mondo intero manifestasse i medesimi sintomi nello stesso momento, nonostante i mezzi di trasporto dell’epoca fossero la nave e il cavallo? Non ci sono spiegazioni, per questo. Infatti ammettono: non sappiamo come sia successo.Riflettete: tutte queste onde radio e altre frequenze, che avete in tasca o tra le mani, vi permettono di inviare un segnale in Giappone, e arriva all’istante. Voi magari non credete che esista, un campo elettromagnetico capace di comunicare a livello mondiale nel giro di qualche secondo: semplicemente, non ci prestate attenzione. Aggiungo che c’è stato un salto di qualità drammatico, durante gli ultimi sei mesi, per quel che riguarda l’elettrificazione della Terra. Sono certo che molti di voi sanno di cosa si tratta. Si chiama 5G. Ora ci sono 20.000 satelliti che emettono radiazioni, proprio come quelle emesse nella vostra tasca o nella vostra mano, dai dispositivi elettronici che usate continuamente. Tutto questo – mi spiace doverlo dire – non è compatibile con la salute. Le frequenze dei dispositivi che usiamo destrutturano l’acqua presente nel nostro corpo. Finisco con un indovinello: qual è la prima città al mondo interamente coperta dal 5G? Whuan, esatto.Quindi cominciamo a pensarci: siamo in una crisi esistenziale di un’ampiezza tale, che gli esseri umani non hanno mai visto. Non gioco a fare il profeta del Vecchio Testamento: è davvero qualcosa che non ha precedenti, la messa in orbita di centinaia di migliaia di satelliti nella fascia protettrice della Terra. In effetti, ciò non ha a che vedere con la questione dei vaccini. Un anno fa ho avuto un paziente che era in piena forma, che faceva surf. Era elettricista, installava dei sistemi Wi-Fi per delle persone molto ricche. Gli elettricisti hanno un tasso di mortalità molto elevato, ma lui stava bene. Poi si ruppe un braccio e gli hanno messo una placca metallica nell’arto. Tre mesi più tardi non poteva più scendere dal letto, aveva un’aritmia cardiaca. Fu il crollo totale. La sensibilità dipende dalla quantità di metallo che avete in corpo, come anche dalla qualità dell’acqua nelle vostre cellule. Quindi, quando si inizia ad iniettare dell’alluminio nel corpo, le persone diventano dei ricettori per assorbire maggiormente i campi elettromagnetici. E questa è una “tempesta perfetta”, visto il tipo di danni di cui sta facendo esperienza tutta la nostra specie, adesso.(Thomas Cowan, estratto del video “Rudolf Steiner, i virus e l’elettrificazione della Terra”, pubblicato il 19 marzo 2020 sul canale YouTube “L’Ortolana” e ripreso da “La Voce del Trentino”. Per avere un’idea della preoccupazione che il filmato sta suscitando, basta dare un’occhiata alle moltissime pagine web che, scagliandosi contro il medico statunitense, alimentano la disinformazione quotidiana, promossa dalla crociata neo-medievale contro il pluralismo scientifico. Illuminanti, in questo senso, gli attacchi pubblicati da siti umoristici come “Butac” e lo spassoso “Open”, diretto da Enrico Mentana, che arriva a definire “guru” il fondatore dell’antroposofia, presentando Steiner come “ispiratore del nazismo magico”. Ai burloni di “Butac”, “Open” e colleghi, forse vale ricordare la recente sentenza della magistratura italiana che, sulla scorta di evidenze medico-scientifiche, ufficializza la correlazione tra salute – tumori, addirittura – ed esposizione a radiofrequenze elettroniche, anche solo quelle dei comuni smartphone 4G).Nel 1918, dopo l’enorme pandemia dell’influenza Spagnola, hanno chiesto a Rudolf Steiner a cosa fosse dovuta. Lui rispose: i virus sono semplicemente le escrezioni di una cellula avvelenata. I virus sono delle parti di Dna o Rna, o di qualche altra proteina, che vengono espulse dalla cellula. Si formano quando la cellula è avvelenata, non sono la causa di niente. Oggi, improvvisamente, scopriamo che nel circolo polare artico i delfini stanno morendo: per un contagio, o magari per qualche schifezza finita in mare, come il greggio della super-petroliera Exxon Valdez? Se date un’occhiata alle teorie correnti sui virus, l’ultima conferenza del Nih (il Dipartimento della salute degli Usa) parla della complessità dei virus, e vedrete che corrisponde esattamente alle teorie correnti su cosa sono realmente i virus. Ho un esempio drammatico di ciò, nella mia vita. Durante la mia infanzia, fuori da casa mia c’erano degli acquitrini. Erano pieni di rane, che mi svegliavano di notte. Col tempo tutte le rane sono sparite. Quanti di voi pensano che le rane avessero una malattia genetica? Quanti pensano che le rane avessero un virus? Quanti pensano che qualcuno abbia sversato del Ddt nell’acqua? Questo è infatti quello che è successo.
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Salute a rischio: Svizzera e Slovenia fermano le antenne 5G
Mentre da più parti si comincia a sospettare che l’esplosione dei focolai epidemici Covid-19 coincida con l’estensione della rete 5G, che indebolirebbe l’organismo compromettendo le difese immunitarie, Svizzera e Slovenia hanno deciso di fermare il wireless di quinta generazione sul proprio territorio. Le autorità svizzere – scrive “Techradar” – hanno deciso di sospendere l’uso delle antenne 5G, fino a che non saranno chiariti i dubbi riguardo al loro impatto sulla salute. La decisione è stata presa dall’Ufam, l’ufficio federale per l’ambiente, preso atto del timore manifestato dagli abitanti della conferedazione elvetica in alcuni dei suoi 26 cantoni. Com’è noto, il timore è che le onde radio 5G possano risultare dannose per l’organismo, alterando l’equilibrio cellulare. «Le preoccupazioni sono diventate proteste in molti paesi, e in Svizzera questo ha portato a un parziale arresto dello sviluppo». Significativo, aggiunge “Techradar”, che il paese alpino sia tra i più avanzati al mondo per lo sviluppo delle reti di nuova generazione. In Italia, in realtà, lo sviluppo sperimentale del 5G è avvenuto in modo pressoché clandestino, abbattendo (senza spiegazioni serie) molti viali alberati, che – come provano documenti del governo britannico – ostacolano la trasmissione del segnale.Non sarà certo rassicurante, poi, sapere il 5G sia classificato “sicuro” dall’Oms, coinvolta nel laboratorio di Wuhan da cui si sospetta possa essere scaturito il contagio da coronavirus. Per contro, Swisscom assicura che i regolamenti svizzeri sono dieci volte più severi di quelli dettati dall’Oms. In ogni caso, scrive sempre “Techradar”, l’associazione medica svizzera ha consigliato cautela. E attenzione: in base alla democrazia diretta che governa la Svizzera, qualsiasi petizione con oltre 100.000 firme può innescare un referendum sulla questione. Due sono già sul tappeto: una lascerebbe gli operatori responsabili per eventuali danni causati dalle radiazioni, un’altra imporrebbe limiti alle emissioni, lasciando decidere le comunità locali. Intanto, dopo la moratoria triennale in Svizzera, anche la Slovenia ha ufficialmente bloccato “l’Internet delle cose”. La posizione slovena – annuncia Maurizio Martucci su “Oasi Sana” – è stata adottata per valutare con più attenzione le criticità del 5G nell’impatto su ambiente e salute pubblica, «al contrario di quanto ha fatto l’Italia nel 2018», con la vendita “al buio” delle nuove frequenze del 5G, «senza valutazione preliminare d’impatto ambientale e sanitario».L’agenzia slovena Akos (reti e servizi di comunicazione) è stata incaricata di fermare l’assegnazione dello spettro di frequenze 5G. «La moratoria slovena è sostenuta dal ministro della pubblica amministrazione Rudy Medved, che – di fronte alle forti preoccupazioni della comunità medico-scientifica sugli effetti biologici delle inesplorate radiofrequenze – ha optato per l’adozione del principio di precauzione. «La tecnologia 5G – afferma – non è stata stabilita, nella pratica, nella misura in cui gli studi potrebbero produrre risultati in base ai quali potremmo dire in modo conclusivo che il 5G è completamente innocuo». La decisione, racconta “Oasi Sana”, è scaturita dopo che il governo di Lubiana ha convocato una consultazione pubblica sulla sicurezza delle tecnologie 5G. La richiesta: «Divieto dell’uso della tecnologia wifi negli asili, nelle scuole, negli ospedali, nelle case di cura e in tutte le istituzioni pubbliche. Moratoria sull’introduzione del 5G basata sul principio di precauzione, grazie a ricerche scientifiche sufficienti per dimostrare gli effetti negativi delle radiazioni elettromagnetiche sulla salute umana, sulla natura e sull’ambiente». Da qui lo stop in tutto il paese, che a differenza della Svizzera è membro dell’Ue.L’attuale posizione slovena, ricorda sempre Martucci, è analoga a quella adottata in Belgio dal sindaco di Bruxelles (che ha vietato le antenne 5G in città) e in Spagna dall’organo governativo Difensore del Popolo. Inoltre, «la pericolosità del 5G è già stata affermata in Danimarca da una consulenza legale richiesta dall’istituto nazionale di sanità pubblica». In Olanda, infine, la fondazione “Stop 5G” ha annunciato di ricorrere alle vie legali contro la decisione del governo olandese di implementare il wireless di quinta generazione senza prima una regolare valutazione ambientale e sanitaria: «Non è stato adeguatamente studiato il rischio per la salute». Il gruppo olandese conferma che gli stessi studi condotti su 2G, 3G e 4G hanno già mostrato effetti dannosi per l’uomo, gli animali e le piante. Secondo gli olandesi, l’aumento dell’intensità di radiazione – nel caso del 5G – avrebbe «un impatto importante sulle persone e sull’ambiente». Dal governo italiano, silenzio assoluto. Con un’unica eccezione: Gunter Pauli, consigliere economico di Conte, ipotizza una connessione tra antenne 5G e focolai del coronavirus in Lombardia.Mentre da più parti si comincia a sospettare che l’esplosione dei focolai epidemici Covid-19 coincida con l’estensione della rete 5G, che indebolirebbe l’organismo compromettendo le difese immunitarie, Svizzera e Slovenia hanno deciso di fermare il wireless di quinta generazione sul proprio territorio. Le autorità svizzere – scrive “Techradar” – hanno deciso di sospendere l’uso delle antenne 5G, fino a che non saranno chiariti i dubbi riguardo al loro impatto sulla salute. La decisione è stata presa dall’Ufam, l’ufficio federale per l’ambiente, preso atto del timore manifestato dagli abitanti della confederazione elvetica in alcuni dei suoi 26 cantoni. Com’è noto, il timore è che le onde radio 5G possano risultare dannose per l’organismo, alterando l’equilibrio cellulare. «Le preoccupazioni sono diventate proteste in molti paesi, e in Svizzera questo ha portato a un parziale arresto dello sviluppo». Significativo, aggiunge “Techradar”, che il paese alpino sia tra i più avanzati al mondo per lo sviluppo delle reti di nuova generazione. In Italia, in realtà, lo sviluppo sperimentale del 5G è avvenuto in modo pressoché clandestino, abbattendo (senza spiegazioni serie) molti viali alberati, che – come provano documenti del governo britannico – ostacolano la trasmissione del segnale.
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Scienziati: se gli alieni sono tra noi, non riusciamo a vederli
Helen Sharman, chimica e primo astronauta inglese a raggiungere la stazione spaziale Mir nel 1991, ha dichiarato recentemente che possiamo anche andare a cercare gli alieni in mondi lontani, ma in realtà potrebbero già vivere tra noi. E se non riusciamo a identificarli è perché non hanno la forma umanoide che abbiamo sempre immaginato, e soprattutto sono basati su una chimica e una genetica totalmente diverse dalle nostre. Risultato: non riusciamo a vederli. Samatha Rolfe, astronoma e astrobiologa del Bayfordbury Observatory inglese, ritiene che vivano nella biosfera nascosta, quella che sfugge alle nostre ricerche, solo perché non sappiamo come indagare. Sono infatti sicuramente basati su una biochimica completamente diversa dalla nostra. E sono piccolissimi. Sharman ha sollevato un problema annoso.La Nasa ha deciso di investire nell’obbiettivo di trovarli ma cercare altri modi di vivere non è facile, soprattutto se lo si fa basandosi quello che conosciamo già. Noi umani riteniamo che la vita debba avere determinate caratteristiche che i biologi riassumono nell’acronimo Mrsgren (Movement, Respiration, Sensitivity, Growth, Reproduction, Excretion and Nutrition). Ovvero devono muoversi, respirare, essere sensibili, crescere, produrre rifiuti organici e nutrirsi.Questa definizione però può essere contestabile. Tutte queste caratteristiche dovrebbero essere contemporaneamente presenti, ma ci sono casi in cui non lo sono. Una stampante 3d per esempio è in grado di autoriprodursi, ma non è considerabile come un essere vivente. In compenso il mulo, che non può riprodursi perché è sterile è decisamente vivo. Una alternativa che è stata proposta è di definire vivo un sistema chimico che si autosostiene ed è capace di evolversi. Il dibattito che ha appassionato migliaia di scienziati e filosofi per centinaia di anni sta alla base delle ricerche spaziali. Ed effettivamente molti astrobiologi ammettono che potrebbero non essere in grado di riconoscere altri organismi e pensare che un pianeta sia inabitabile quando per altri non lo è. Il Breakthrough Listen Project è il più importante progetto di ricerca di comunicazioni extraterrestri intelligenti. Finanziato con oltre 100 milioni di dollari, collabora con il Seti (Search for Extraterrestrial Intelligence). Usa strutture all’avanguardia ed è la ricerca più avanzata presente fino a oggi. Usa per esempio l’intelligenza artificiale, ma gli antropologi hanno fatto notare che potrebbe essere un errore: viene infatti allenata in base a criteri umani e cerca elementi in base alle nostre previsioni, perché si suppone che il nostro grado di evoluzione corrisponda con elementi che riteniamo universali.Le forme aliene però potrebbero basarsi su tutt’altri criteri, come usare le onde gravitazionali o i neutrini. Per quanto ne sappiamo, dunque, gli alieni potrebbero vivere già sulla Terra. Per esempio potrebbero essere costituiti da silicio, invece che carbonio come siamo noi. Il 90 per cento della Terra è fatto di silicio. C’è quindi parecchia risorsa prima da sfruttare. Il silicio è simile al carbonio e ha 4 elettroni disponibili per formare legami con altri atomi. E’ però più pesante: ha 14 e non 6 protoni. Il carbonio è più flessibile e può creare lunghe catene molecolari. Il silicio non può, è meno stabile. Ma ciò non significa che non possa dare origine a forme di vita, come hanno dimostrato i ricercatori del Caltech che sono riusciti a sintetizzare cellule basate su questo elemento. C’è dunque un’effettiva possibilità che questo possa essere accaduto altrove nell’universo. Se anche li trovassimo, come potremmo sostenere che provengono dallo spazio e non dalla Terra? La Terra è costituita soprattutto da ossigeno, idrogeno e carbonio. Il silicio è immobilizzato e si trova nelle rocce e nei sedimenti. Dunque chi lo usa deve essersi per forza evoluto altrove.La difficoltà nell’individuarli, secondo Rolfe, sta anche nel fatto che sono per l’appunto microscopici. Noi però abbiamo metodi limitati per studiare il mondo a questa scala. Analizziamo solo quelli che possono essere allevati in laboratori e visti in un microscopio. E non abbiamo ancora scoperto tutto quello che c’è sul nostro pianeta. Inoltre possiamo sequenziare per esempio il Dna, ma non è detto che loro lo usino. Anche Zaza Osmanov, astrofisica dell’Università di Tiblisi, Georgia, sostiene che abbiamo perso gli alieni nello spazio a causa delle loro dimensioni. Le loro astronavi potrebbero essere grandi appena un nanometro e potrebbero essere delle sonde di von Neuman, ovvero veicoli che sono in grado di replicarsi. Rolfe però puntualizza: non è detto che siano venuti intenzionalmente a visitarci. Ci sono molte molecole che sono arrivate con i meteoriti, che avrebbero potuto portare anche forme di vita diverse.(”Secondo alcuni scienziati gli alieni potrebbero essere già sulla Terra. Ma non sappiamo vederli. Ecco perché”, da “Msn Notizie” del 4 febbraio 2020).Helen Sharman, chimica e primo astronauta inglese a raggiungere la stazione spaziale Mir nel 1991, ha dichiarato recentemente che possiamo anche andare a cercare gli alieni in mondi lontani, ma in realtà potrebbero già vivere tra noi. E se non riusciamo a identificarli è perché non hanno la forma umanoide che abbiamo sempre immaginato, e soprattutto sono basati su una chimica e una genetica totalmente diverse dalle nostre. Risultato: non riusciamo a vederli. Samatha Rolfe, astronoma e astrobiologa del Bayfordbury Observatory inglese, ritiene che vivano nella biosfera nascosta, quella che sfugge alle nostre ricerche, solo perché non sappiamo come indagare. Sono infatti sicuramente basati su una biochimica completamente diversa dalla nostra. E sono piccolissimi. Sharman ha sollevato un problema annoso.La Nasa ha deciso di investire nell’obbiettivo di trovarli ma cercare altri modi di vivere non è facile, soprattutto se lo si fa basandosi quello che conosciamo già. Noi umani riteniamo che la vita debba avere determinate caratteristiche che i biologi riassumono nell’acronimo Mrsgren (Movement, Respiration, Sensitivity, Growth, Reproduction, Excretion and Nutrition). Ovvero devono muoversi, respirare, essere sensibili, crescere, produrre rifiuti organici e nutrirsi.
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Cellulare e tumori, sentenza storica. Tremano i boss del 5G
«In mancanza di politiche governative per la precauzione, la conferma del danno arriva da una sentenza in tribunale: il telefono cellulare causa il tumore all’orecchio, il male che ha colpito Roberto Romeo (dipendente Telecom) a cui già il giudice di Ivrea nel 2017 aveva dato ragione per spiegare l’insorgenza del neurinoma del nervo acustico». Avverte Maurizio Martucci sul “Fatto Quotidiano”: ora la posta in gioco è sempre più alta, visto l’imminente sbarco del wireless 5G. Esiste una legge scientifica di copertura che supporta l’affermazione del nesso causale, secondo criteri probabilistici: lo afferma la Corte d’Appello di Torino nelle motivazioni della sentenza sul caso Romeo, rese pubbliche il 14 gennaio 2020. «Si tratta del primo caso assoluto di un danneggiato da elettrosmog in ambito lavorativo su cui due diversi tribunali hanno emesso due sentenze di merito favorevoli», ricorda Martucci. «Nel 2012 un altro lavoratore di Brescia s’era visto riconoscere il nesso tra tumore e cellulare in appello e poi in Cassazione, dopo un primo giudizio negativo nel merito al tribunale di Bergamo». Questa è quindi «una sentenza storica, un pronunciamento che farà discutere e che può cambiare molti equilibri, visti i pareri espressi sull’entità del pericolo invisibile».Martucci parla anche di «alcune manovre poco chiare». Per esempio: la corte di Torino critica infatti la posizione attendista dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), perché «usa in modo inappropriato i dati sull’andamento dell’incidenza dei tumori cerebrali», e in più «non tiene conto dei recenti studi sperimentali su animali». Pur dichiarandosi incerto sugli effetti associati ad un uso intenso e prolungato di cellulari, l’istituto «non ha diramato raccomandazioni più stringenti sui limiti di esposizione, in particolare per i bambini e gli adolescenti» (tema, questo, affrontato nel caso di un’altra condanna, addirittura ai danni dello Stato). La corte torinese, poi, avalla accuse e denunce di conflitto d’interessi che minano gli esiti dell’Icnirp, la commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti. L’Icnirp, ricordano i magistrati, è solo un’organizzazione privata, «le cui linee guida hanno una grande importanza economica e strategica per l’industria delle telecomunicazioni, con la quale peraltro diversi membri hanno legami attraverso rapporti di consulenza». A parte possibili legami con l’industria, aggiungono i giudici, «appare evidente che i membri dell’Icnirp dovrebbero astenersi dal valutare l’effetto sulla salute che l’Icnirp stesso ha già dichiarato sicuri e quindi non nocivi per la salute».Secondo Martucci, appaiono dunque «fumose» le critiche avanzate contro gli studi indipendenti per la cancerogenesi prodotta da radiofrequenze e onde non ionizzanti. Il “Fatto” cita l’americano National Toxicology Program e l’Istituto Ramazzini di Bologna: studi su cui peraltro si fonda la richiesta di moratoria sul 5G avanzata da eurodeputati, parlamentari di maggioranza e opposizione, 125 Comuni e 25 sindaci che hanno emesso ordinanze contro l’installazione di nuove antenne, oltre a decine di migliaia di cittadini, medici, scienziati e dall’Alleanza Italiana Stop 5G. Come ripete l’avvocato Stefano Bertone (legale di Romeo), dal dispositivo dei togati si capisce che «siccome l’industria ha interesse all’esito degli studi, chi lavora per lei o con suoi soldi esprime pareri meno attendibili di chi fa ricerca senza tornaconto». Col già 5G operativo, infatti – osserva Martucci – la posta in gioco è sempre più alta. «Questo lo scenario attuale: l’Iss ha prodotto un controverso rapporto tranquillizzante usato da alcune Asl per tentare di smorzare i timori, finito però nel mirino di una petizione lanciata da medici con 8.700 firme che ne chiedono l’immediato ritiro per una sua “rielaborazione più ampia (non limitata alle sole patologie oncologiche), che utilizzi in maniera completa e adeguata la letteratura scientifica esistente”».In assenza di una valutazione sanitaria preventiva alla vendita delle frequenze del wireless di quinta generazione (6,5 miliardi di euro incassati senza lo straccio di una prova sulla non nocività), il Cnr ha annunciato l’avvio di uno studio sul 5G (progetto Mirabilis), affidato a Maria Rosaria Scarfì, «primo ricercatore di Cnr-Irea noto per la sua posizione negazionista e già al centro di una vibrante contestazione in un recente incontro promosso dall’Ordine dei Medici di Bologna», ricorda Martucci. Il Consiglio Superiore di Sanità (Css) ha appena emesso un parere tecnico sul 5G, mentre i componenti appena nominati dall’Icnirp finiscono al centro della polemica per non dichiarati conflitti d’interessi con le aziende. E intanto, «dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) c’è chi teme un vero e proprio colpo di mano perpetrato nientedimeno che dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per mettere a tacere l’atteso aggiornamento della lista nera degli agenti cancerogeni». Obiettivo: «Favorire l’avanzata del 5G, impedendo il balzo in avanti delle radiofrequenze dall’attuale Classe 2B (possibile cancerogeno) in Classe 2A (probabile agente cancerogeno) se non perfino in Classe 1 (cancerogeno certo)». Come finirà? «Dalla Corte d’Appello di Torino un segnale forte e chiaro», riassume Martucci, mentre l’Italia – con manifestazioni come quella del 25 gennaio – si prepara a scendere in piazza, insieme al resto del mondo, per fermare il 5G.«In mancanza di politiche governative per la precauzione, la conferma del danno arriva da una sentenza in tribunale: il telefono cellulare causa il tumore all’orecchio, il male che ha colpito Roberto Romeo (dipendente Telecom) a cui già il giudice di Ivrea nel 2017 aveva dato ragione per spiegare l’insorgenza del neurinoma del nervo acustico». Avverte Maurizio Martucci sul “Fatto Quotidiano“: ora la posta in gioco è sempre più alta, visto l’imminente sbarco del wireless 5G. Esiste una legge scientifica di copertura che supporta l’affermazione del nesso causale, secondo criteri probabilistici: lo afferma la Corte d’Appello di Torino nelle motivazioni della sentenza sul caso Romeo, rese pubbliche il 14 gennaio 2020. «Si tratta del primo caso assoluto di un danneggiato da elettrosmog in ambito lavorativo su cui due diversi tribunali hanno emesso due sentenze di merito favorevoli», ricorda Martucci. «Nel 2012 un altro lavoratore di Brescia s’era visto riconoscere il nesso tra tumore e cellulare in appello e poi in Cassazione, dopo un primo giudizio negativo nel merito al tribunale di Bergamo». Questa è quindi «una sentenza storica, un pronunciamento che farà discutere e che può cambiare molti equilibri, visti i pareri espressi sull’entità del pericolo invisibile».
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Subdolo 5G: infame strage di alberi in tutte le città italiane
Da quando ho iniziato a interessarmi del 5G, ho scoperto che vi sono non uno, ma due aspetti preoccupanti, di questa nuova tecnologia. Il primo è quello che riguarda la salute: mentre si sta procedendo con grande fretta alla commercializzazione della nuova “Rete dei miracoli”, infatti, nessun serio studio scientifico è stato fatto sulle conseguenze che potrebbe comportare quest’irradiazione, ormai onnipresente, sugli esseri umani. Fra poco ci troveremo letteralmente sommersi da un mare di microonde, con antenne piazzate ogni 500 metri nelle grandi città, e magari solo fra dieci o vent’anni potremo sapere quali saranno state le reali conseguenze sulla nostra salute. Ma di questo argomento ci occuperemo in un altro video, che sto preparando. Nel frattempo, vorrei portare alla vostra attenzione un secondo problema, che non è da meno: riguarda la distruzione selvaggia e sistematica dei nostri alberi. A quanto pare, infatti, gli alberi – soprattutto quelli più alti – impediscono una buona irradiazione del segnale 5G. E quindi li stanno togliendo di mezzo, in tutta Italia, con delle giustificazioni decisamente ridicole. Un paio di mesi fa mi ero accorto che, dalle mie parti, avevano tagliato in modo abominevole dei bellissimi viali alberati, e ho cominciato a chiedere in giro quale fosse il motivo. Ma nessuno mi sapeva dare una risposta, al punto che ho iniziato a sospettare che ci fosse di mezzo il 5G.Allora ho chiesto agli ascoltatori di “Border Nights” di segnalarmi se anche dalle loro parti si fossero registrati degli abbattimenti ingiustificati di alberi: e mi è arrivata, letteralmente, una caterva di segnalazioni. Nel frattempo, però, i “debunker” hanno già messo le mani avanti, cercando di smentire quest’idea che gli alberi vengano tagliati per fare strada al 5G. “Butac”, uno dei siti classici di “debunking”, ha pubblicato un articolo nel quale cerca di smentire questa ipotesi. A questo giro – scrive “Butac” – si parla di alberi abbattuti perché, secondo la tesi di “TerraRealTime” (il sito che per primo ha denunciato il taglio indiscriminato degli alberi) sarebbero un problema per la diffusione del segnale. «Ma si tratta dell’ennesima sciocchezza antiscientifica sostenuta solo e unicamente per spaventarvi, e magari convincervi a comperare un cappellino contro l’elettrosmog». Ora, “Butac”: a parte che qui nessuno vende cappellini (stiamo solo cercando di proteggere la nostra ricchezza naturale, casomai), ma il fatto che gli alberi rappresentino un ostacolo praticamente insormontabile, per il 5G, ormai è un dato accertato. Lo confermano, ad esempio, due documenti ufficiali del governo inglese: li ha pubblicati l’Ordnance Survey, l’ufficio che si occupa della mappatura del territorio. Uno si intitola “Pianificazione 5G, considerazioni geo-spaziali – una guida per i pianificatori e le autorità locali”. L’altro si intitola: “L’effetto delle costruzioni e dell’ambiente naturale sulle onde radio millimetriche”, ovvero il 5G.Da questi documenti leggiamo: «Vegetazione e edifici: i risultati presentati in questo rapporto dimostrano che gli oggetti della vegetazione, ovvero alberi e arbusti con un denso fogliame, provocano un disturbo nella propagazione del segnale oltre i 6 Ghz». Ci sono delle considerazioni generali: gli alberi di oltre 3 metri sono messi nel gruppo che “andrebbe” preso in considerazione (“should do”), mentre gli alberi oltre i 5 metri sono nel gruppo del “must do”, ovvero quelli che “bisogna” prendere in considerazione. Più sotto, c’è la spiegazione: “should do” sono «oggetti che vale la pena considerare durante le rilevazioni»; “must do” significa invece che questi oggetti «avranno un impatto significativo nella propagazione del segnale delle microonde millimetriche», e che quindi «vanno assolutamente presi in considerazione durante i rilevamenti». Il documento, poi, presenta diversi esempi pratici, illustrati con fotografie. Indicando uno stadio, dice: «Questa zona ha due aspetti interessanti, che dovrebbero essere presi in considerazione come ostacoli potenziali per le trasmissioni». Il primo: «Le torri di supporto all’esterno dello stadio, che sono fatte con una complessa struttura di acciaio». Il secondo: «La passeggiata sulla sinistra, che è adornata di alberi che possono bloccare i segnali in partenza dalla struttura dello stadio».Un altro esempio, sempre in foto, dice: «Qui viene mostrata una zona a intenso traffico pedonale, vicina ad un lampione candidato all’utilizzo del 5G». Due aspetti sono la prendere in considerazione: «Gli alberi caduchi, che possono causare un degrado limitato del segnale nei mesi invernali, mentre in estate – con le foglie – potrebbero avere un effetto significativo» (il secondo ostacolo è il viadotto che sovrasta l’area pedonale). Poi il rapporto mostra invece una situazione positiva, per loro: «La vista aerea del grande centro commerciale mostra grandi spazi aperti, con pochissimi elementi in grado di bloccare il segnale 5G: c’è soltanto un piccolo numero di alberi accanto al parcheggio». Quindi, evviva le zone con pochi alberi: per noi vanno molto meglio, dice il documento. Altro esempio, viale alberato: «In questa strada residenziale c’è una grande quantità di alberi, che bloccano chiaramente il percorso per le antenne che potrebbero venir collocate sui lampioni». Quindi, cosa si fa? Si buttano giù gli alberi, semplice.Guardate ora gli articoli che mi sono stati mandati dagli ascoltatori di “Border Nights”:poi decidete voi se c’entrano qualcosa, oppure no. Vi dico solo una cosa: sono quasi tutti articoli del 2018-2019, quindi molto recenti. E quasi sempre viene data una spiegazione risibile, per il taglio degli alberi. Ovvero: risultano di colpo tutti malati; oppure ti dicono che ne pianteranno degli altri, più bassi; oppure ti dicono che sono diventati, improvvisamente, tutti pericolosi. Cioè: alberi secolari, che sono lì da più di cento anni, di colpo diventano una minaccia per la popolazione. Di fatto, mi ha scritto una persona che si occupa di installazioni 5G. E mi ha detto che, in effetti, moltissimi sindaci e amministratori locali vengono spaventati, con l’idea di poter essere ritenuti responsabili per eventuali danni causati dalla caduta degli alberi, e quindi – non appena gli si suggerisce di tagliarli – accettano subito (spesso senza il nulla-osta delle autorità che dovrebbero salvaguardare il verde pubblico).Guardate quello che sta succedendo, in Italia. Palermo: “Il Comune si prepara ad abbattere 200 alberi di pino, decisione folle”. Montesilvano, provincia di Pescara: “Taglio indiscriminato degli alberi sani”. Pescara: “La guerra degli alberi tagliati in nome della sicurezza”. Poggibonsi, provincia di Siena: “Scempi chiamati riqualificazioni”. Prato, viale Montegrappa: “Polemiche sugli alberi tagliati”, Ravenna: “Pini abbattuti in via Maggiore”. Roma: “Dal 2016 abbattuti 9.111 alberi – mille spariti in centro, è polemica”. Rovereto: “Abbattuti gli alberi fra le proteste”. Ancora Roma: “Abbattuti 450 alberi malati, ma i nuovi saranno alti solo 3 metri”. Guarda che coincidenza: ricordate il “should do” e il “must do”? Salerno, Nocera Inferiore: “Cosa si cela dietro l’abbattimento dei pini?”. Ancora Salerno: “Abbattimento degli alberi in via Rebecca Guarna”. San Terenzo, provincia di La Spezia: “Piazza Brusacà saluta i suoi pini”. Provincia di Teramo: “Nuove proteste contro l’abbattimento degli alberi della strada provinciale 259”. Terni: “Repulisti di pini, scattata l’operazione per l’abbattimento di 44 alberi”. Trapani: “Taglio alberi a Paceco, il comitato Pro-Eritrine protesta col sindaco”. Trevignano, sul Lago di Bracciano: “Abbattuti pini sani di 70 anni per rifare le strade”. Treviso: “Tagliati altri 87 alberi perché sono malati”. Certo, perché gli alberi si ammalano tutti insieme, 87 per volta.Ancora Treviso: “Non tagliate gli alberi, i residenti insorgono”. Udine: “Via Pieri, iniziato l’abbattimento degli alberi”. Verona: “Centinaia di alberi da abbattere per realizzare il nuovo filobus”. Giustamente, dice il commento: «Il trasporto pubblico e la mobilità sono essenziali, ma non a qualsiasi prezzo, e non con questi metodi». Sempre a Verona: “Nuovo taglio di alberi a Verona Sud: a chi giova?”. Ancora Verona: “Lungoadige San Giorgio, tagliati 21 alberi”. Viareggio: “Abbattimento alberi, presidio al cavalcavia”. Regione Abruzzo, Parco Sirente: “Il pasticcio degli alberi tagliati”. Agrigento: “Taglio degli alberi alla Villa Bonfiglio, la Soprintendenza vuole chiarezza”. Sempre ad Agrigento: “Alberi capitozzati, l’assessore sospetta che sia stato iniettato veleno in alcuni pini”. Anagni: “Potatura fuori stagione, inervento drastico di capitozzatura in piena germogliazione, che lascia perplessi”. Ancona: “Abbattuti gli alberi sul viale, giù i frassini fra le proteste”. Avezzano, in Abruzzo: “Taglio degli alberi a piazza Torlonia, più della metà erano pericolosi”. Ovviamente, gli alberi sono diventati – di colpo – il pericolo pubblico numero uno, in Italia.Provincia di Bari: “Scempio sugli alberi a Pane e Pomodoro”, che è la famosa spiaggia barese. Benevento: “Taglio dei pini, piante a rischio caduta estremo”. Biella: “Alberi abbattuti, Legambiente contro le amministrazioni comunali”. Sempre in provincia di Biella: “Deturpata la strada dei pellegrini, è caos dopo il taglio di 200 alberi”. Marina di Carrara, Vittorio Sgarbi difende i pini: “Barbarie, denuncio tutto”. Catania: “Proteggere l’ambiente, scatta la protesta per gli alberi capitozzati”. A me, più che capitozzati, questi sembrano segati alla base. Marina di Cerveteri: “Gli alberi ostacolano il 5G”. Chiaravalle, nelle Marche: “Abbattono i pini storici, proteste e manifestazioni in largo Oberdan”. Crema: “Il caso degli alberi tagliati in via Bacchetta”. Si veda il prima e il dopo: che squallore. Provincia di Faenza: “Brisighella, 513 alberi abbattuti”. Sempre a Faenza: “Via all’abbattimento di 520 alberi in città”. Lido Scacchi, in provincia di Ferrara: “Forza Italia chiede spiegazioni sugli alberi tagliati”. Firenze: “Proseguono gli abbattimenti, alberi tagliati in piazza Indipendenza”. Sempre a Firenze: “Strage di alberi a Porta al Prato, ma erano tutti sani. Il Comune dice: una ditta ha danneggiato le radici”. Certo, ha danneggiato le radici non di uno, ma di tutti gli alberi in un colpo solo, come no…Ancora a Firenze: “Tagliati tutti i pini in viale Guidoni, idem in viale Morgagni: de profundis per gli alberi abbattuti”. Piana Fiorentina: “Il taglio dei tigli, una decisione del Comune”. Foggia: “In via Napoli uno scempio, presentato esposto contro il taglio di 101 pini”. Provincia di Grosseto: “Tagliati 30 ettari di bosco nella Riserva del Farma, l’esperto: è un disastro”. Sempre a Grosseto: “Taglio degli alberi in città, 1.640 cittadini protestano”. Ancora a Grosseto: “Stop al taglio degli alberi, è uno scempio”. Provincia dell’Aquila: “Tagliati gli storici alberi dell’Altopiano delle 5 Miglia”. Molfetta: “Quartiere San Domenico sotto shock: tagliato l’Albero della Vita, ancora ignote le motivazioni”. Napoli, quartiere del Virgiliano: “Strage di pini, oltre 100 saranno abbattuti”. Novara: “Via libera all’abbattimento di 32 aceri”. Como: “Faggi abbattuti al liceo Giovio, sale la protesta; la Provincia dice: ragioni di sicurezza”. Certo, come no: alberi che sono lì da cento anni e, adesso che arriva il 5G, diventano di colpo pericolosi.E’ sempre la stessa scusa, fra l’altro. Guardate: “Garbagnate, Natale senza pini: verranno abbattuti; potrebbero diventare pericolosi, col passare del tempo, per la cittadinanza”. Quindi siamo addirittura al taglio preventivo, precauzionale. Campoformido, provincia di Udine: “Proteste per il taglio dei pini marittimi in piazza a Basaldella; procede la riqualificazione del centro”. Certo, perché adesso “distruggere” si dice “riqualificare” (la neolingua imperversa). Lecco: “Alberi abbattuti sul lungolago, le piante possono rigenerarsi”. Certo, magari fra vent’anni ricrescono anche; nel frattempo tu hai piazzato le tue belle antennine 5G da tutte le parti. Este, in provincia di Padova: “Alberi tagliati senza motivo, delitto contro la natura”. Piacenza: “Alberi tagliati senza motivo, uno scempio”. Ancora a Roma, al Salario: “Alberi tagliati senza motivo”. Ferrara: “Continua il massacro degli alberi lungo la statale 16”.Ragazzi, è pazzesco quello che stanno facendo. Due o tre di questi casi potrebbero anche essere situazioni in cui davvero gli alberi vanno tagliati, ma qui stanno facendo una carneficina: qui siamo di fronte a un abbattimento sistematico degli alberi in tutto il paese. E il fatto è che sono molto furbi, perché lo fanno a livello locale, senza fare rumore. Lo fanno cittadina per cittadina, contando sul fatto che una comunità non sa quello che succede in quella accanto. Se non ci fosse stato questo contributo, da parte degli ascoltatori di “Border Nights”, ciascuno avrebbe continuato a pensare che magari era solo un problema loro. E nel frattempo, questa gente sta devastando le risorse naturali dell’intero paese. Io non so cosa dirvi, ragazzi. Mi auguro però che vogliate organizzarvi, sia a livello locale che regionale, perché qui vanno presi i sindaci, uno per uno, con nomi e cognomi, e vanno messi di fronte alle loro responsabilità. Non è possibile che il nostro paese venga devastato in questo modo, senza che nessuno faccia niente. E se aspettiamo che intervengano i nostri politici da Roma stiamo freschi: quelli son troppo impegnati a conservare il proprio stipendio, la loro poltroncina, per preoccuparsi dei problemi reali. E anche tu, “Butac”, e tutti gli altri “debunker”: invece di scrivere scemenze, datevi da fare. Qui non c’entrano le questioni ideologiche: la natura è di tutti, anche vostra.(Massimo Mazzucco, “G5, la strage degli alberi”, video pubblicato su “Luogo Comune” l’8 luglio 2019. L’autore, al termine del filmato, annuncia che a questa prima indagine sul taglio degli alberi seguirà uno studio per vedere più da vicino quelli che possono essere i rischi effettivi dell’impatto della rete 5G sulla nostra salute).Da quando ho iniziato a interessarmi del 5G, ho scoperto che vi sono non uno, ma due aspetti preoccupanti, di questa nuova tecnologia. Il primo è quello che riguarda la salute: mentre si sta procedendo con grande fretta alla commercializzazione della nuova “Rete dei miracoli”, infatti, nessun serio studio scientifico è stato fatto sulle conseguenze che potrebbe comportare quest’irradiazione, ormai onnipresente, sugli esseri umani. Fra poco ci troveremo letteralmente sommersi da un mare di microonde, con antenne piazzate ogni 500 metri nelle grandi città, e magari solo fra dieci o vent’anni potremo sapere quali saranno state le reali conseguenze sulla nostra salute. Ma di questo argomento ci occuperemo in un altro video, che sto preparando. Nel frattempo, vorrei portare alla vostra attenzione un secondo problema, che non è da meno: riguarda la distruzione selvaggia e sistematica dei nostri alberi. A quanto pare, infatti, gli alberi – soprattutto quelli più alti – impediscono una buona irradiazione del segnale 5G. E quindi li stanno togliendo di mezzo, in tutta Italia, con delle giustificazioni decisamente ridicole. Un paio di mesi fa mi ero accorto che, dalle mie parti, avevano tagliato in modo abominevole dei bellissimi viali alberati, e ho cominciato a chiedere in giro quale fosse il motivo. Ma nessuno mi sapeva dare una risposta, al punto che ho iniziato a sospettare che ci fosse di mezzo il 5G.
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I fisici: energia dalle piramidi egizie. L’ombra di Atlantide?
Ma non dovevano essere gigantesche tombe, le piramidi egizie? Così almeno si racconta, ancora oggi, nei libri scolastici e non solo: persino l’egittologia ufficiale continua ad attribuire alle piramidi una funzione essenzialmente funeraria. Peccato che oggi i fisici abbiano scoperto che, in realtà, le grandi piramidi sono “macchine” in grado di concentrare energia. Al punto da spingerli a progettare in forma piramidale addirittura le celle solari del futuro. La piramide di Cheope «è stata studiata con i metodi della fisica», rivela l’agenzia Ansa, «ed è emerso che riesce a concentrare l’energia elettromagnetica, e precisamente le onde radio, sia nelle camere interne sia nella base». Si potrebbero così progettare nanoparticelle ispirate alla struttura di questo edificio, che siano in grado di riprodurre un effetto analogo nel campo dell’ottica, da utilizzare per ottenere celle solari più efficienti. Lo indica la ricerca pubblicata sul “Journal of Applied Physics”, condotta dai fisici russi della Itmo University di San Pietroburgo e dal tedesco Laser Zentrum di Hannover. I ricercatori hanno condotto lo studio perché interessati alla struttura della tomba del faraone Cheope dal punto di vista fisico. In particolare, «hanno voluto vedere come le onde radio si distribuiscono» nella complessa conformazione dell’edificio.Sulla base di queste ipotesi è stata messa a punto una simulazione matematica, che rivela come la Grande Piramide «può concentrare le onde radio nelle sue camere interne e sotto la base, un po’ come una parabola». Questo avviene perché «la lunghezza d’onda delle onde radio, compresa 200 e 600 metri, è in un certo rapporto rispetto alle dimensioni della piramide», spiega Tullio Scopigno, fisico della Sapienza di Roma. Significa che, per avere lo stesso effetto con altri tipi di radiazioni che hanno lunghezze d’onda diverse (come la luce) sono necessarie strutture di dimensioni differenti: precisamente, occorrono dispositivi in miniatura. «Ecco perché i ricercatori prevedono di progettare nanoparticelle, delle dimensioni di qualche milionesimo di millimetro, e a forma di piramide, in grado di riprodurre effetti simili nel campo ottico, da usare nelle celle solari». Della presenza di una «strana energia» parla anche l’antropologo bosniaco Semir Osmanagich, già docente a Houston, scopritore delle Piramidi di Visoko a due passi da Sarajevo. Sono 5 piramidi di dimensioni ragguardevoli, la maggiore delle quali – battezzata Piramide del Sole – è assai più grande di quella di Cheope. E attenzione: è costruita con giganteschi mattoni di calcestruzzo. Ma l’aspetto più clamoroso è la datazione, confermata dal radiocarbonio: la piramide bosniaca risale al 29.000 avanti Cristo.Buio pesto: per l’ufficialità accademica, la nostra civiltà risalirebbe ad appena 6.000 anni fa, cioè all’epoca della scrittura cuneiforme mesopotamica. Più recente la scoperta della civiltà Arappa della valle dell’Indo, risalente a 11.000 anni fa. Quasi allo stesso periodo è attribuita la scrittura “danubiana” (di origine sconosciuta) identificata in Romania. Lo ricorda lo storico Nicola Bizzi, autore del volume “Da Eleusi a Firenze” nonché di un rivoluzionario saggio sull’Atlantide, basato su fonti antecedenti a quelle tradizionali, per lo più letterarie, attribuite a Platone. Utilizzando materiali inediti, custoditi in Toscana e riprodotti in epoca rinascimentale, Bizzi data l’origine della presunta “civiltà atlantidea” attorno al 19.000 avanti Cristo. Sarebbe stata letteralmente cancellata da due devastanti cataclismi, il primo attorno al 10.800 e il secondo nel 9.500, innescati entrambi da una pioggia di comete. Il livello dei mari si sarebbe alzato di 150 metri, cambiando la geografia del mondo. Le attuali isole Azzorre sarebbero quel che resta di En, la maggiore delle 7 entità macro-insulari di Atlantide: un continente oceanico esteso da Gibilterra al Golfo del Messico. Secondo i testi della tradizione sacerdotale eleusina – racconta Bizzi, intervistato a “Forme d’Onda” – la casta dominante del continente insulare chiamato En aveva adottato il simbolo del leone.Di recente, il giornalista ed etnografo Graham Hancock ha citato studi geologici che confermano che la Sfinge di Giza avrebbe almeno il doppio degli anni che le vengono attribuiti dall’egittologia. E’ stata erosa da millenni di piogge: secondo i climatologi, può essere avvenuto 10.000 anni fa, quando l’Egitto non era ancora un’area desertica e aveva un regime climatico tropicale, con precipitazioni quotidiane. Il guaio, dice Bizzi, è che l’archeologia si rifiuta di incrociare i suoi dati con le altre discipline, dalla mineralogia alla geologia, fondamentali per determinare le datazioni. L’ennesima conferma del fatto che la nostra storia sia da riscrivere proviene dal sito archeologico turco di Gobekli Tepe, risalente al 10.000 avanti Cristo: un monumentale complesso di culto con statue e templi, decorazioni e iscrizioni. Quanto a Giza, i ricercatori contemporanei sostengono che, in origine, la Sfinge avesse la testa di un leone. Era la “firma” dei signori di En, padroni dell’Atlantide? Dunque i faraoni se le ritrovarono già fatte, le piramidi, senza sapere chi le avesse costruite? Tuttora, l’egittologia non sa come possano esser state edificate. E i fisici russi e tedeschi adesso scoprono che sono “macchine” perfette per concentrare energia.Suggestioni: a livello simbologico, come ricorda l’esperto Gianfranco Carpeoro, autore di saggi come “Summa Symbolica”, l’associazione tra il leone e l’acqua ha percorso millenni. Siamo pieni di fontane in cui l’acqua fuoriesce dalla bocca di un leone, che non è esattamente un animale acquatico. E a proposito: qual è la città più acquatica d’Italia? Venezia. Il cui simbolo è, guardacaso, il leone (alato). Carpeoro pensa soprattutto all’Egitto: gli egizi, spiega, ornarono con statue a forma di testa leonina le chiuse dei canali irrigui con cui sfruttavano le benefiche piene del Nilo. Nel cielo dell’Egitto, durante l’inondazione, campeggiava la costellazione del Leone. Ma al British Museum, aggiunge sempre Carpeoro, è custodita una statuetta antichissima e misteriosa, che raffigura un uomo dalla testa di leone. Indizio di una civiltà pre-diluviana? A leggere Bizzi, potrebbe essere. Il “grande diluivio” (citato in tutti i testi antichi, fino alla Bibbia) avrebbe sommerso vastissimi territori, inghiottendo intere civiltà costiere. Sarebbe stato originato dalla doppia “grandinata” di comete tra il 10.800 e il 9.500 avanti Cristo: la prima avrebbe colpito il Nord America, scatenando i vulcani fino a oscurare il sole, e generando così una glaciazione. La seconda avrebbe investito il Nord Atlantico, facendo sciogliere i ghiacci e innescano il gigantesco tsunami.A sconcertare, rilevano in molti, è il perdurante silenzio sulle scoperte acheologiche che si vanno susseguendo in questi anni, al punto da spingere i più critici a parlare di “storia proibita”. Tanto per dire: l’esistenza delle Piramidi di Visoko non è ancora stata “digerita” dall’intera comunità scientifica, nonostante i 1.500 giovani archeologi che le stanno esplorando, a turno, da anni. Lo stesso Osmanagich rivela che le piramidi, nel mondo, sono migliaia – ma è come se non se ne volesse parlare. Bizzi menziona qualcosa come 90 piramidi presenti addirittura in Europa, di cui almeno 15 in Italia. Una specie di tabù: le piramidi – non certo monumenti funerari, ora lo si è capito – rinviano inevitabilmente alla misteriosa identità dei loro costruttori, evidentemente in possesso di conoscenze (fisiche) molto avanzate. Credevamo di conoscerla bene, la Piramide di Cheope, ma ora sappiamo che così non è. Viene anch’essa da Atlantide, l’altro grande tabù della nostra archeologia? Per Bizzi, secondo la tradizione misterica eleusina – perseguitata dal Cristianesimo e costretta alla clandestinità dopo l’Editto di Tessalonica voluto da Teodosio nel 380 – veniva proprio da Atlantide-En la civiltà minoica che colonizzò il Mediterraneo. Era la cultura egea a saper innalzare le piramidi, che ancora oggi nessuno sa spiegare come furono costruite, né cosa fossero davvero e a cosa servissero?Ma non dovevano essere gigantesche tombe, le piramidi egizie? Così almeno si racconta, ancora oggi, nei libri scolastici e non solo: persino l’egittologia ufficiale continua ad attribuire alle piramidi una funzione essenzialmente funeraria. Peccato che oggi i fisici abbiano scoperto che, in realtà, le grandi piramidi sono “macchine” in grado di concentrare energia. Al punto da spingerli a progettare in forma piramidale addirittura le celle solari del futuro. La piramide di Cheope «è stata studiata con i metodi della fisica», rivela l’agenzia Ansa, «ed è emerso che riesce a concentrare l’energia elettromagnetica, e precisamente le onde radio, sia nelle camere interne sia nella base». Si potrebbero così progettare nanoparticelle ispirate alla struttura di questo edificio, che siano in grado di riprodurre un effetto analogo nel campo dell’ottica, da utilizzare per ottenere celle solari più efficienti. Lo indica la ricerca pubblicata sul “Journal of Applied Physics”, condotta dai fisici russi della Itmo University di San Pietroburgo e dal tedesco Laser Zentrum di Hannover. I ricercatori hanno condotto lo studio perché interessati alla struttura della tomba del faraone Cheope dal punto di vista fisico. In particolare, «hanno voluto vedere come le onde radio si distribuiscono» nella complessa conformazione dell’edificio.
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Ci lasciano votare solo dopo che tutto è già stato deciso
Le innovazioni importanti, le strategie di lungo termine, le grandi operazioni di ingegneria sociale, sono deliberate a porte chiuse dall’oligarchia, in isolamento tecno-burocratico, indi calate sulla popolazione generale sotto il manto di nobili scopi di interesse comune, ma senza che ne sia rivelata la natura, gli effetti e gli obiettivi ultimi. Così è avvenuto, ad esempio, con il processo di integrazione europea, con le cessioni di sovranità, con l’euro, con le riforme della banca centrale e del sistema bancario. Mentre in epoche passate, e nei paesi culturalmente tuttora nel passato (come quelli islamici) si ricorre alla mobilitazione ideologica delle masse per fare i rivolgimenti (vedi primavere arabe), nel vigente sistema di potere liberale e democratico il dibattito politico pubblico è permesso, o perlomeno può aver luogo, solo dopo che tali riforme abbiano raggiunto gli obiettivi per i quali sono state introdotte, in modo che il dibattito pubblico e la politica popolare, la ‘democrazia’, non possa impedire il raggiungimento di tali effetti. Cioè i problemi vengono posti all’opinione pubblica dai mass media e divengono oggetto di dibattito ed eventualmente di lotta politica (popolare) solo quando oramai il gioco è fatto e la lotta politica è innocua, inutile.Le poche volte che la volontà popolare si è attivata per tempo dicendo no a qualche riforma calata dall’altro, come nei referendum per l’integrazione europea, i popoli sono stati fatti rivotare fino ad approvarla. Anche per la Brexit si spinge in tal senso, seppur in modo contrastato, perché su di essa l’élite britannica è divisa. La politica popolare, di regola, viene in tal modo attivata su problemi ormai superati. Viene attivata in modo fittizio per dare sfogo. Lotta per chiudere le porte della stalla dopo che i buoi sono stati rubati. Così il dibattito e la lotta politica sulla sovranità e sull’euro sono stati avviati solo dopo che la sovranità era oramai stata perduta e che l’euro aveva prodotto i suoi effetti (devastanti per alcuni paesi, e vantaggiosi per i paesi dominanti), sebbene già negli anni ’60, ’70, ’80 e ’90 negli ambienti tecnici si prevedessero benissimo, dato che economisti di vaglia avvertivano che il blocco dei cambi tra le monete europee avrebbe prodotto i risultati che poi ha prodotto. Fino al 2008 l’informazione popolare, la discussione politica, l’opinione pubblica italiana erano in massa per l’euro e per l’integrazione europea, e l’informazione sui suoi previsti effetti veniva tenuta nascosta al pubblico.Le battaglie populiste-sovraniste contro l’euro, minacciando di uscirne, si fanno solo adesso che uscirne è praticamente impossibile, come è impossibile per un pesce uscire dalla nassa – infatti chi prospettava di uscirne ha ritirato tale progetto. La popolazione generale, del resto, essendo incompetente e attenta solo all’immediato, non prevede gli effetti delle riforme tecniche, e si accorge di essi soltanto dopo che si sono prodotti, quando li sente sulla propria pelle. Ma anche allora fatica a capirne le cause. Le informazioni sono disponibili, a chi le cerca, ma pochi lo fanno; e soprattutto non avviene il coordinamento, la mobilitazione di massa, se i partiti politici non la organizzano e se, prima ancora, i mass media non mandano alla mente della gente la narrazione che il problema esiste, che è grave, che bisogna mobilitarsi. Ma lo fanno solo a giochi fatti.Lo si è visto ultimamente nella vicenda dell’opposizione ai vaccini obbligatori, in cui il problema era reale, decine di migliaia di persone manifestavano, ma i mass media e i partiti politici non rimandavano alla mente della gente questa realtà. Lo si vede ancora oggi, con le analisi di laboratorio che mostrano come nei preparati vaccinali in realtà non vi sono le sostanze immunizzanti ma vi sono molte sostanze tossiche e contaminanti. I vaccini in sé sono una cosa utile, se fatti bene e usati bene; i preparati industriali imposti ai bambini sembrano falsi vaccini, inefficaci e nocivi. Visto che tali preparati vengono iniettati molte volte in milioni di bambini, questo tema dovrebbe essere oggetto di pubblica informazione e di dibattito politico, ma politica e media lo tengono nel silenzio, perché questa operazione di bioingegneria sociale è ancora in corso e non deve essere intralciata.In conformità a quanto sopra spiegato, attualmente non sono oggetto di dibattito politico pubblico, né di copertura mediatica, ma piuttosto di silenziamento o discreditamento e negazionismo beffardo, le informazioni circa principali innovazioni a cui l’oligarchia sta lavorando oggi, e che avranno presto un drammatico impatto sulla vita della popolazione, ossia il controllo sociale e individuale mediante le reti elettroniche e mediante la biocrazia, cioè la gestione e modificazione della gente mediante somministrazione alla popolazione in massa di sostanze chimiche e biologiche negli alimenti, nei farmaci, nei vaccini, nell’ambiente, e anche attraverso la rete 5G (con le sue onde millimetriche che agiscono sulle cellule viventi, i suoi ripetitori ogni cento metri, i suoi ventimila satelliti in orbita): manipolazione biologica proprio come avviene nella zootecnia. Quando gli effetti si saranno consolidati e saranno divenuti irreversibili, si incomincerà a parlarne alla gente.(Marco Della Luna, “Lotta politica e ingegneria sociale”, dal blog di Della Luna del 2 marzo 2019).Le innovazioni importanti, le strategie di lungo termine, le grandi operazioni di ingegneria sociale, sono deliberate a porte chiuse dall’oligarchia, in isolamento tecno-burocratico, indi calate sulla popolazione generale sotto il manto di nobili scopi di interesse comune, ma senza che ne sia rivelata la natura, gli effetti e gli obiettivi ultimi. Così è avvenuto, ad esempio, con il processo di integrazione europea, con le cessioni di sovranità, con l’euro, con le riforme della banca centrale e del sistema bancario. Mentre in epoche passate, e nei paesi culturalmente tuttora nel passato (come quelli islamici) si ricorre alla mobilitazione ideologica delle masse per fare i rivolgimenti (vedi primavere arabe), nel vigente sistema di potere liberale e democratico il dibattito politico pubblico è permesso, o perlomeno può aver luogo, solo dopo che tali riforme abbiano raggiunto gli obiettivi per i quali sono state introdotte, in modo che il dibattito pubblico e la politica popolare, la ‘democrazia’, non possa impedire il raggiungimento di tali effetti. Cioè i problemi vengono posti all’opinione pubblica dai mass media e divengono oggetto di dibattito ed eventualmente di lotta politica (popolare) solo quando oramai il gioco è fatto e la lotta politica è innocua, inutile.
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Q-Anon: guerra segreta contro il Deep State, anche in Ue
Se è una fiaba, è bellissima. Infatti, testate come “Wired” e il quotidiano web “Next” di Enrico Mentana l’hanno già dichiarata una schifezza, nient’altro che una bufala. Stefano Fait, consulente strategico internazionale per aziende ed entità pubbliche, la prende sul serio. Si tratta di Q-Anon, sigla-fantasma che sta invadendo il web. Distilla informazioni spesso preziose, sempre esatte, precise, coerenti. Lo stile, dice Fait, è quello dell’intelligence militare Usa. Campo d’azione: guerra psicologica. Obiettivo: colpire e affondare il maledetto Deep State che ha globalizzato il capitalismo finanziario più predatorio, criminale e terrorista. Il piano: rovesciare l’élite neoliberista planetaria, che ha in pugno i grandi media. Non mi stupirei, dice Fait – intervistato da Fabio Frabetti a “Border Nights” – se domani si scoprisse che Trump, Putin e Xi-Jinping sono segretamente alleati, in questa operazione di portata epocale. Passaggi cruciali: le elezioni europee e poi le presidenziali americane, che Q-Anon prevede saranno precedute da una vigilia turbolenta e violentissima. In Europa, la bistrattata Italia gialloverde gioca il ruolo dell’ariete contro il sistema Ue-Bce. Immediata risposta francese, i Gilet Gialli: una regia unica. La rivolta in Francia, stranamente organizzatissima, è scattata dopo il fatale tweet di Trump: «Make France great again».Che cos’è Q-Annon? Il solito network di “whistleblower”, come Wikileaks? Non esattamente: Anonimo-Q sarebbe «un’intelligence mista, militare e civile», riassume “Border Nights” sul suo sito. «Un’unità speciale, cabina di regia congiunta all’interno di Nsa e Dia, rivali di Cia e Fbi». Struttura-ombra, che sarebbe stata creata nientemeno che da John Fitzgerald Kennedy, e che ora ne starebbe «vendicando la morte». Le informazioni trasmesse tramite forum selezionati (“4chan” e poi “8chan”, come Jackie Chan) sono «una via di mezzo tra codici da decifrare e moderne parabole in linguaggio sapienziale, come le potrebbero formulare esperti di intelligence militare». In sostanza, Q-Anon «dissemina idee e nozioni nelle coscienze delle persone, fungendo da catalizzatore cognitivo e spirituale, prima ancora che politico». Cosa vuole Q-Anon? «La graduale rimozione di una mafia globalizzata che ha preso il controllo di quasi tutte le nazioni-chiave del mondo, a partire dal sistema bancario», gestendo direttamente «traffico di esseri umani e di organi, traffico di armi e di droga, segreti industriali». Obiettivo finale: «La creazione di una cittadinanza consapevole e resiliente, che prevenga il ripetersi di questa mostruosità».Fondamentalmente, secondo Fait, assistiamo al passaggio di consegne del potere «dall’élite bancaria psicopatica o sociopatizzata a una nuova élite scientifico-militare», che per molti versi assomiglia a quella che governa “Tomorrowland”, la “terra di domani”, nell’omonimo film. Rischio: una volta preso il comando, i “buoni” potrebbero comportarsi esattamente come i “cattivi”, secondo lo schema orwelliano della “Fattoria degli animali”. Stefano Fait è consapevole del pericolo, ma si dichiara costretto a registrare l’avvento di Q-Anon come una realtà inedita e assolutamente credibile. «Mi occupo principalmente di decifrare il presente per anticipare il futuro per aziende e amministrazioni pubbliche», spiega. «Q-Anon coinvolge decine di milioni di persone in tutto il mondo. I maggiori quotidiani e le Tv internazionali ne parlano, celebrità citano le formule rituali nelle reti sociali. Non si può fingere che non stia accadendo nulla». Secondo Fait, l’operazione Q-Anon «ha tutto quel che occorre per diventare il più vasto fenomeno sociale da quando esiste Internet, superando in intensità il Sessantotto e i figli dei fiori». Da cosa lo deduce? Dalla cronometrica, micidiale precisione dei “drop” immessi nella rete: contengono previsioni dettagliatissime, che rivelano l’autorevolezza delle fonti. E cioè: gli uomini del Pentagono che stanno proteggendo Trump.Geopolitica, innanzitutto: è in corso una guerra a tutto campo. Pietra miliare, la Brexit: «Sono convinto che la Gran Bretagna ne uscirà bene: non ci sarà nessun accordo con Bruxelles, non ci sarà nessun replay del referendum e il Regno Unito ci guadagnerà, dal divorzio, con grande scorno degli eurocrati». Poi l’Italia: «Da fonti certe – aggiunge Fait – so che l’opzione gialloverde era sul tappeto già prima delle elezioni. Missione: creare un governo non suddito di Bruxelles». I gialloverdi sono ammaccati, non sono riusciti a ottenere nulla – se non l’ostilità feroce dell’Ue. «Ne pagheremo il prezzo», dice Fait, «ma molto dipenderà dalle europee di maggio: nessuno sogna che le forze populiste-sovraniste possano davvero vincere, ma si spera che crescano abbastanza da acquisire sufficiente potere negoziale per impedire all’eurocrazia di proseguire con l’attuale politica di austerity». Dall’Europa – dove l’altra pedina sono i Gilet Gialli – i misteriosi promotori di Q-Anon si aspettano un successo, che aiuti Trump a restare alla Casa Bianca tra due anni. In altre parole: il piano procede se i vari Merkel e Macron rimediano una forte battuta d’arresto.Attento “esegeta” degli indizi cifrati di Q-Anon, Fait invita a indossare gli occhiali giusti, al di là delle retoriche politicanti cavalcate dalla disinformazione quotidiana del mainstream. Trump, per esempio: ha abbattuto le tasse e fatto volare l’occupazione, attacca Wall Street e la Fed, ha “smontato” molte regole globaliste del Wto. Attenzione: il Russiagate si sta sgonfiando, per ammissione dei suoi stessi “inventori”. Politica estera? Altri successi: le due Coree si stanno pacificando, e l’Isis sta sparendo dal Medio Oriente (dopo che gli Usa hanno dato via libera alla Russia, in Siria). Come aveva agito, Trump, in prima battuta? Abbaiando. Lo scopo: illudere il Deep State e dare tempo alla trattativa. Ma non solo: decifrando Q-Anon, Fait sfodera un ragionamento sofisticato: «Minacciare un imminente intervento militare ha un effetto preciso: fa uscire allo scoperto la rete nascosta del “nemico interno”, che a quel punto si attiva e diventa finalmente riconoscibile, agli occhi della contro-intelligence che la sta mappando». E’ esattamente quello che sta succedendo in Venezuela, scommette Fait: «Le minacce contro Maduro – roboanti come quelle contro Kim e Assad, finite nel nulla – porteranno alla luce le pedine del vecchio potere globalista e i loro legami. L’obiettivo finale è battere i peggiori settori del Deep State, annidati sia tra i sostenitori di Maduro che tra quelli di Guaidò».Troppo bello per essere vero? L’ennesima leggenda del web? Stefano Fait non la pensa così, anche se resta giustamente cauto: aspettiamo qualche mese, dice, e vedremo se le previsioni di Q-Anon saranno esatte. In ogni caso, aggiunge, la struttura-ombra sembra davvero impegnata nella “madre di tutte le battaglie”: spazzare via il peggior neoliberismo, che considera frutto – almeno, negli Usa – di veri e propri “traditori della patria”, divenuti mercenari (plutocrati cinici e apolidi, senz’altra bandiera che il denaro). C’è davvero una specie di esercito della salvezza, dietro la ruvida maschera di Trump? Secondo gli scettici, si tratta della solita trappola: è solo una guerra di potere, interna all’élite. Vale anche per la periferia dell’impero: basti vedere il cedimento italiano sul deficit e la conferma della legge Lorenzin sui vaccini. Tutto è teoricamente ambivalente, osserva Fait: se oggi Big Pharma intasca il grande business dei vaccini “sporchi”, non è detto che, domani, vaccini di nuova generazione – finalmente “puliti” e sicuri – non possano giovare alla salute dell’umanità.Si stanno verificando vere e proprie stranezze, come l’anomala insistenza parallela – di Trump e di Putin – sulla diffusione della temuta tecnologia G5. Molti esperti avvertono: le onde al altissima frequenza potrebbero “friggere” il cervello. E se domani – si domanda Fait – il G5 venisso reso sicuro, e impiegato per mettere fine alla politica della scarsità artificiale? Idem le cosiddette scie chimiche. «Scandaloso il silenzio dei media: i cieli di Tokyo sono puliti, come quelli cinesi, mentre da noi sono rigati dalle scie persistenti rilasciate dagli aerei». Ma, di nuovo: «Siamo certi che non siano un dispositivo a nostra tutela, per contrastare le alterazioni del clima?». Lo stesso Fait non vende certezze, si ferma onestamente alle domande. Però insiste: l’operazione Q-Anon ha l’aria di essere molto seria, più di quanto possiamo immaginare.Se è una fiaba, è bellissima. Infatti, testate come “Wired” e il quotidiano web “Next” di Enrico Mentana l’hanno già dichiarata una pagliacciata, nient’altro che una bufala. Stefano Fait, consulente strategico internazionale per aziende ed entità pubbliche, la prende sul serio. Si tratta di Q-Anon, sigla-fantasma che sta invadendo il web. Distilla informazioni spesso preziose, sempre esatte, precise, coerenti. Lo stile, dice Fait, è quello dell’intelligence militare Usa. Campo d’azione: guerra psicologica. Obiettivo: colpire e affondare il maledetto Deep State che ha globalizzato il capitalismo finanziario più predatorio, criminale e terrorista. Il piano: rovesciare l’élite neoliberista planetaria, che ha in pugno i grandi media. Non mi stupirei, dice Fait – intervistato da Fabio Frabetti a “Border Nights” – se domani si scoprisse che Trump, Putin e Xi-Jinping sono segretamente alleati, in questa operazione di portata epocale. Passaggi cruciali: le elezioni europee e poi le presidenziali americane, che Q-Anon prevede saranno precedute da una vigilia turbolenta e violentissima. In Europa, la bistrattata Italia gialloverde gioca il ruolo dell’ariete contro il sistema Ue-Bce. Immediata risposta francese, i Gilet Gialli: una regia unica. La rivolta in Francia, stranamente organizzatissima, è scattata dopo il fatale tweet di Trump: «Make France great again».
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Test rischiosi: anche Russia e Cina manipolano la ionosfera
A manipolare il clima non ci sono solo gli Usa con la loro discutibile geoingegneria, il sistema Haarp-Muos e le sostanze rilasciate in atmosfera dagli aerei, come in parte ammesso dalla stessa Nasa. Anche Cina e Russia hanno condotto congiuntamente «un’opinabile serie di esperimenti per modificare l’atmosfera terrestre con onde radio ad alta frequenza». Lo afferma Peter Dockrill su “ScienceAlert”, in una segnalazione tradotta da “Come Don Chisciotte”. Da un impianto russo chiamato Sura Ionosferic Heating Facility, nei pressi della città di Vasilsursk a est di Mosca, scrive Dockrill, gli scienziati hanno generato onde radio ad alta frequenza per manipolare la ionosfera, mentre il satellite cinese Cses ha misurato dall’orbita gli impatti sul “plasma” (particelle di gas ionizzate) in perturbazione. La missione Cses (China Seismo‐Electromagnetic Satellite) è un’operazione spaziale congiunta, sino-italiana, «composta da un satellite per lo studio del campo magnetico, del plasma e dei flussi di particelle nell’orbita terrestre», precisa il traduttore del post, “Nickal88”. Non è la prima volta, avverte Dockrill, che viene condotta una ricerca come questa. Ma le notizie sugli sviluppi Cina-Russia – trasmesse attraverso un documento pubblicato sugli esperimenti e un recente articolo sul “South China Morning Post” – hanno accresciuto le preoccupazioni sulle potenziali applicazioni militari di questo tipo di scienza.Questo perché la ionosfera, e il gas ionizzato (“plasma”) che vi risiede, è cruciale per le comunicazioni radio: «Perturbando selettivamente le particelle cariche che costituiscono questa parte dell’alta atmosfera, gli scienziati o addirittura i governi potrebbero teoricamente aumentare o bloccare i segnali radio a lungo raggio», scrive Dockrill. «Anche questi esperimenti preliminari – condotti a giugno e apparentemente concepiti come un precedente per la futura ricerca correlata sulla ionosfera – hanno avuto effetti estremi». In uno degli esperimenti, l’area interessata dalle perturbazioni della ionosfera sembra aver coperto 126.000 chilometri quadrati. In un altro test, il gas ionizzato nell’atmosfera sarebbe aumentato in calore di 100 gradi Celsius (212 gradi Fahrenheit). Da parte loro, le persone coinvolte affermano che la ricerca è puramente scientifica e innocua per l’atmosfera. «Non ci atteggiamo ad essere Dio», ha detto al “South China Morning Post” un ricercatore non identificato che ha chiesto di rimanere anonimo: «Non siamo l’unico paese che fa squadra con i russi, altri paesi hanno fatto cose simili».La base Sura, riassume Dockrill, è stata fondata dall’Unione Sovietica nei primi anni ’80, ma si dice che sia stata d’ispirazione per un impianto di riscaldamento atmosferico ancora più grande negli Stati Uniti, il famoso Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program), costruito in Alaska circa un decennio dopo. Haarp è un impianto “a pompa ionosferica” notevolmente più potente di Sura: inizialmente è stato in parte finanziato dall’esercito Usa, ma ora è gestito dall’Università dell’Alaska Fairbanks. L’Us Air Force, aggiunge Dockrill, non ha rinunciato alla manipolazione atmosferica. E tra gli altri progetti, negli ultimi tempi ha investigato sullo sganciamento nell’atmosfera superiore di “bombe al plasma” di particelle cariche, per vedere come ciò influisce sulla ionosfera. Non è neppure da escludere che la Cina, a sua volta, stia costruendo un riscaldatore ionosferico avanzato: accadrebbe nella città di Sanya, nella provincia dell’isola di Hainan nel sud della Cina, che sempre il “South China Morning Post” sospetta che manipoli la ionosfera su tutto il Mar Cinese Meridionale.«Non ci sono prove che qualcosa di nefasto sia in corso», ammette Dockrill, «anche se la Russia è stata accusata da varie parti, quest’anno, di interferire con i segnali Gps, e gli esperimenti di manipolazione ionosferica potrebbero essere stati ipoteticamente implicati». Tuttavia, avverte Dockrill, è meglio stare attenti: come molti ricercatori hanno chiarito, «questo campo della scienza è stato per lungo tempo tormentato da teorie cospirative, destate da una blogosfera paranoica». Detto questo, anche alcuni scienziati appartenenti alla comunità di ricerca sulla manipolazione della ionosfera hanno trovato «un po’ strani» i recenti annunci sugli esperimenti del giugno scorso. «Questa cooperazione internazionale è molto inusitata per la Cina», ha detto – sempre al “Post” – il fisico e ingegnere Guo Lixin della Xidian University cinese, che non è stato coinvolto nei test. Secondo Lixin, «la tecnologia impiegata è troppo delicata». Le risultanze degli esperimenti, peraltro – conclude Dockrill – sono state regolarmente riportate su “Earth and Planetary Physics”.A manipolare il clima non ci sono solo gli Usa con la loro discutibile geoingegneria, il sistema Haarp-Muos e le sostanze rilasciate in atmosfera dagli aerei, come in parte ammesso dalla stessa Nasa. Anche Cina e Russia hanno condotto congiuntamente «un’opinabile serie di esperimenti per modificare l’atmosfera terrestre con onde radio ad alta frequenza». Lo afferma Peter Dockrill su “ScienceAlert”, in una segnalazione tradotta da “Come Don Chisciotte”. Da un impianto russo chiamato Sura Ionosferic Heating Facility, nei pressi della città di Vasilsursk a est di Mosca, scrive Dockrill, gli scienziati hanno generato onde radio ad alta frequenza per manipolare la ionosfera, mentre il satellite cinese Cses ha misurato dall’orbita gli impatti sul “plasma” (particelle di gas ionizzate) in perturbazione. La missione Cses (China Seismo‐Electromagnetic Satellite) è un’operazione spaziale congiunta, sino-italiana, «composta da un satellite per lo studio del campo magnetico, del plasma e dei flussi di particelle nell’orbita terrestre», precisa il traduttore del post, “Nickal88”. Non è la prima volta, avverte Dockrill, che viene condotta una ricerca come questa. Ma le notizie sugli sviluppi Cina-Russia – trasmesse attraverso un documento pubblicato sugli esperimenti e un recente articolo sul “South China Morning Post” – hanno accresciuto le preoccupazioni sulle potenziali applicazioni militari di questo tipo di scienza.