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Archivi degli autori rss

  • “Israele peggio di Hitler”, e Repubblica oscura Odifreddi

    Scritto il 21/11/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Piergiorgio Odifreddi getta la spugna: “Repubblica” gli ha oscurato il blog. Motivo: di fronte all’ennesima strage di innocenti a Gaza, ha osato paragonare il potere militare israeliano a quello di Hitler. “Dieci volte peggio dei nazisti”, era il titolo del post firmato il 19 novembre, che il quotidiano di Ezio Mauro, Eugenio Scalfari e Carlo De Benedetti ha censurato. «Sul quotidiano israeliano “Haaretz” – protesta Pino Cabras su “Megachip” – possiamo trovare articoli estremamente critici verso i crimini della classe dirigente di Israele», mentre su “Repubblica” «non si può». Questo, aggiunge Cabras, perché «“Repubblica” non è la nostra “Haaretz”, ma la nostra “Pravda”». Cancellare un post non è di per sé un grande problema, ironizza Odifreddi, soprattutto se poi il web mette in piazza il suo scomodo contenuto. Per di più, aggiunge l’insigne matematico italiano, a criticare Israele sono personalità autorevolissime, da José Saramago e Noam Chomsky, nonché «molti cittadini israeliani democratici che non approvano la politica del loro governo».

  • Il silenzio della sinistra sullo squadrismo della polizia

    Scritto il 21/11/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Con sfrontata arroganza, il ministro Cancellieri ha parlato di atteggiamento “squadrista”, riferendosi agli studenti che la hanno contestata a Rimini. Del resto, già in occasione delle sentenze, tardive e insoddisfacenti, che hanno condannato alcuni esponenti delle forze dell’ordine (risparmiandone accuratamente i vertici) per la ignobile macelleria di Genova 2001, lo stesso ministro non aveva lesinato gli attestati di stima nei confronti dei macellai. Ma i cittadini non sono stupidi: chiunque abbia guardato i video che documentano le selvagge aggressioni di alcuni poliziotti ai danni di studenti inermi (“giustificate” da altre documentazioni che mostravano azioni di resistenza attiva da parte di qualche manifestante, come se questo legittimasse la vendetta nei confronti di ragazzini ridotti in condizioni di impotenza) si è potuto fare autonomamente un’idea di quanto è veramente successo.

  • Orsini: troppo potere alle banche, ricatti a tassi da usura

    Scritto il 20/11/12 • nella Categoria: idee • (1)

    Quando parliamo di usura bancaria qualcuno mi chiede: ma come fanno le banche a applicare i tassi usurari? Perché le banche, sull’assunto che alcune circolari della Banca d’Italia le hanno indotte in errore, non hanno mai conteggiato – nel costo del denaro – le commissioni di massimo scoperto. Quindi, applicando gli interessi, sono sempre qualche centesimo di percentuale sotto al tasso soglia, quello applicato trimestralmente sulla Gazzetta Ufficiale. Poi lo hanno superato, naturalmente, aggiungendo le commissioni e le spese non dovute, che superano di gran lunga i tassi di soglia e che diventano tasso da usuraio. Vorrei parlare dei tanti privilegi delle banche, perché – oltre ad applicare l’usura – le banche detengono privilegi immensi. Tra questi ne voglio indicare due: la possibilità, solo per esse, di segnalare alla Centrale Rischi – in modo discrezionale, unilaterale – il cattivo pagatore o il presunto debitore.

  • Arriva una guerra mondiale: lo dicono i guru della finanza

    Scritto il 19/11/12 • nella Categoria: segnalazioni • (4)

    Mentre Israele bombarda Gaza per colpire Hamas, alleato di ferro dell’Iran, all’indomani dello scandalo Petraeus che ha azzoppato la Cia e con essa il generale più prestigioso del Pentagono, i guru della finanza mondiale vedono ormai la guerra come destino imminente dell’umanità, o almeno dell’Occidente stritolato dai debiti: «Crediamo che la guerra sia un’inevitabile conseguenza della attuale situazione economica mondiale», avverte Kyle Bass, super-manager di hedge funds americani e fondatore di “Hayman Capital”. «Trilioni di dollari di debiti saranno ristrutturati – scrive Bass sul “Washington’s Blog” – e milioni di risparmiatori finanziariamente prudenti perderanno una percentuale rilevante del loro potere d’acquisto reale, esattamente al momento sbagliato nella loro vita: ancora una volta, il mondo non finirà, ma il tessuto sociale delle nazioni dilapidatrici sarà sfilacciato e in alcuni casi strappato. Purtroppo, guardando indietro nella storia economica, troppo spesso la guerra è la manifestazione di una semplice entropia economica sostenuta fino alla sua logica conclusione».

  • Voti e grandi opere: i clan si stanno comprando il paese

    Scritto il 19/11/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    «Nel nord Italia la mafia si presenta con il volto rassicurante di manager e colletti bianchi: in un momento di recessione come questo, l’aristocrazia mafiosa offre dei capitali, accontentandosi di quote di minoranza, per colonizzare progressivamente il territorio con una fitta rete di relazioni a lungo termine». Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, durante la missione speciale a Palermo della Commissione antimafia europea. «Non dimentichiamo che uno dei mandanti del giudice Rosario Livatino operava in Germania dove era conosciuto come un brillante imprenditore di import-export». La stessa Europa, avverte lo scrittore Massimo Carlotto, è diventata «la più grande “lavanderia di denaro” del mondo», grazie alla permeabilità del business e ai giganteschi affari garantiti dalle grandi opere.

  • Profondo nero: se la verità fa paura, se ne incarica un killer

    Scritto il 18/11/12 • nella Categoria: Recensioni • (Commenti disabilitati)

    Questo libro è splendido. Ma non so se consigliarvelo. Leggerlo significherebbe avere piena consapevolezza di cosa sia lo Stato italiano. Si intitola “Profondo nero”, è uscito a fine 2009 per Chiarelettere. Gli autori sono Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza. Trecento pagine, 14.60 euro. Il libro cita molte fonti ed è principalmente debitore di due volumi: “Questo è Cefis. L’altra faccia dell’onorato presidente”, di Giorgio Steimetz (probabilmente pseudonimo di Corrado Ragozzino) e “Il petrolio delle stragi”, di Gianni D’Elia. Lo stile, con continue domande retoriche atte a portare avanti la ricognizione e dare un tono giallista a vicende di politica torbida, rimanda a Carlo Lucarelli. Di quest’ultimo, non a caso, viene ripresa l’indagine – con Gianni Borgna – pubblicata su “Micromega” e relativa ai troppi dubbi attorno all’omicidio di Pier Paolo Pasolini.

  • Fame e freddo, l’Istat: in sofferenza un italiano su cinque

    Scritto il 17/11/12 • nella Categoria: segnalazioni • (2)

    Incapaci di far fronte a spese impreviste e in arretrato con bollette, affitto e mutui. Peggio ancora: c’è chi non può permettersi un pasto proteico – a base di carne – nemmeno una volta ogni due giorni. Indicatori in picchiata nell’Italia che sprofonda nella crisi, secondo le ultime analisi dell’Istat. Che rilevano disagi crescenti: un italiano su cinque, ormai, soffre vere e proprie privazioni materiali. Chi deve rinunciare all’automobile, chi alle vacanze – neppure una settimana di ferie all’anno – e chi è costretto persino a fare a meno della lavatrice, del telefono, del televisore. Addirittura, tra i parametri della nuova povertà, l’istituto di statistica segnala anche le famiglie che, per mancanza di denaro, restano al freddo e non possono riscaldare in modo adeguato la propria abitazione. E’ la drammatica fotografia degli effetti del “rigore” decretato da Mario Monti, in ossequio a Bruxelles che impone il drastico taglio della spesa sociale, deprimendo economia e consumi.

  • Pallante: facciamo decrescere gli sprechi, non il lavoro

    Scritto il 17/11/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Decrescita non significa diminuzione: se fosse diminuzione, non si uscirebbe dalla logica quantitativa della crescita. Il concetto di decrescita implica l’introduzione di criteri di valutazione qualitativi. Cioè: molte cose che consumiamo, le sprechiamo. Abbiamo delle case che, per essere riscaldate, per ogni metro quadrato consumano mediamente 20 litri di gasolio o 20 metri cubi di metano all’anno, quando in Germania non danno la licenza di abitabilità a case che ne consumino più di 7, e le case migliori ne consumano 1,5. Il problema è che dobbiamo introdurre elementi di valutazione: non tutte le merci che fanno crescere il prodotto interno lordo sono beni, sono utili. E allora, se partiamo da questa premessa, sviluppiamo delle tecnologie in grado di ridurre gli sprechi.

  • Maggiani: il Tg parla di scippi, mentre la mafia divora l’Italia

    Scritto il 17/11/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Il troppo e troppo stupidamente dimenticato Gian Carlo Fusco, fulgido esempio di uomo di cultura e pugilato, rarissimo esemplare di spezzino che abbia messo il naso fuori dal Golfo senza rimanerne segnato dallo sconforto e dalla depressione, fu chiamato a Milano da Italo Pietra. Il leggendario direttore del “Giorno” lo chiamò per far valere il suo temperamento di pugile, il suo sguardo acuto e la sua bella scrittura come giornalista di inchiesta. Si era all’inizio degli anni ’60, nel cuore del boom economico e di Milano capitale morale, la città era il punto di incontro delle esperienze culturali e artistiche più avanzate d’Europa e incubatrice delle politiche progressiste del Paese. Eppure, eppure… Gatta ci covava, e Fusco fu incaricato di un’inchiesta ai mercati generali, tanto per cominciare, dove forte era il sospetto che qualcosa non andasse.

  • Tesson: rifugiatevi nella foresta, la solitudine è rivolta

    Scritto il 16/11/12 • nella Categoria: idee • (5)

    In città sia il liberale che l’uomo di sinistra, sia il rivoluzionario che il ricco borghese pagano il pane, la benzina e le tasse. L’eremita invece non chiede niente allo Stato e non gli dà niente. Si rifugia nei boschi e ne ricava il necessario. Per il governo il suo isolamento è un guadagno mancato. In teoria, trasformarsi in una perdita di guadagno dovrebbe essere l’obiettivo dei rivoluzionari. Un pasto a base di pesce arrostito e mirtilli raccolti nella foresta è più antistatale di un corteo che sfili agitando una selva di bandiere nere. Chi fa saltare in aria la cittadella ha bisogno della cittadella: si mette contro lo Stato nel senso che vi si appoggia. Walt Whitman: «Non ho niente a che fare col sistema, nemmeno quanto basta per oppormi ad esso».

  • Barnard: Mario Monti ci regala povertà, paura e odio

    Scritto il 16/11/12 • nella Categoria: idee • (1)

    Mario Monti e i suoi “padroni” sono molto più pericolosi della mafia: possono attentare alla Costituzione della Repubblica “fondata sul lavoro”, creare milioni di disoccupati, distruggere l’economia, causare il crollo dei redditi di milioni di lavoratori e di anziani, fino a sospingere gli italiani «verso derive autoritarie fascistoidi, in accordo coi maggiori politici europei». Rischio-Weimar: dopo la Prima Guerra Mondiale toccò alla Germania, vessata dalla Francia, assaggiare le super-austerity dei risarcimenti di guerra, giudicate crudeli e pericolose dal grande economista John Maynard Keynes. Risultato: l’avvento di Hitler come “giustiziere” del popolo tedesco affamato e umiliato. Corsi e ricorsi tenebrosi: in Grecia i neonazisti dominano la scena. «Oggi – sostiene Paolo Barnard – l’economia dei politici serve nel 99% dei casi all’interesse dell’1%, cioè dei potenti e della finanza. Perché glielo permettiamo? Perché ci tengono nell’ignoranza di economia».

  • Rating alla sbarra: danni all’Italia per 120 miliardi di euro

    Scritto il 15/11/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Un danno all’Italia stimato in 120 miliardi di euro, generato da analisti finanziari incompetenti e notizie manipolate «a orologeria». Sotto accusa il gotha della finanza internazionale. La Procura di Trani, guidata da Carlo Maria Capristo, ha chiesto il rinvio a giudizio per i vertici di due agenzie di rating, “Standard & Poor’s” e “Fitch”. Insufficienza di prove, invece, a carico di “Moody’s”, terza indagata. L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza a seguito di un esposto delle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, è stata coordinata dal pm Michele Ruggiero. Sette le persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio per “manipolazione del mercato” e “aggiotaggio”, con le aggravanti di danno patrimoniale di rilevante gravità. Appunto i 120 miliardi di euro, secondo la stima fatta dalla Procura della Corte dei Conti della Regione Lazio.

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