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Archivi degli autori rss

  • Erri De Luca: il torto del soldato non è la sconfitta

    Scritto il 25/8/12 • nella Categoria: Recensioni • (Commenti disabilitati)

    La scrittura di Erri De Luca ha un ritmo spezzato, come le onde corte che si infrangono sugli scogli della sua Ischia. E’ un ritmo che, all’inizio, mi affatica sempre un po’. Poi, dopo poche pagine, entro in risonanza, divento onda, divento scoglio, e il suo ritmo si fa mio. Così, quando il libro finisce, mi rimane sulla pelle qualcosa che ha il sapore della nostalgia: di quelle onde e di quegli scogli. Persino dei ricci di mare che si fanno parole e pungono di nero. “Il torto del soldato” è tante storie, ma soprattutto la storia di due solitudini. Anzi tre. Lui è un uomo maturo, esperto di letteratura yiddish. Un taciturno, che affida le sue sensazioni alla parola scritta o alle mani con cui scala, anzi sente le montagne. «Uno che passa il suo giorno a frugare rocce a quattro zampe ha un mucchio di tempo per contarsi storie».

  • La crisi a Detroit: i cadaveri finiscono nella spazzatura

    Scritto il 24/8/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Non ci siamo dimenticati di Detroit, che è un po’ la città-simbolo di questo blog e il nostro personale “canarino nella miniera” della crisi. Seguiamo le vicissitudini di quella disgraziata città ormai da tempo, spesso attoniti ed atterriti allo spettacolo del progressivo incredibile degrado. Sembra di vedere una città futuristica e postcatastrofe, eppure tutto accade oggi. L’ultima, segnalata dalla “Nbc”, è questa: «I luoghi abbandonati di Detroit diventano discariche per cadaveri». Dalla strada, i due corpi in decomposizione erano quasi invisibili, nascosti in una crescente discarica di copertoni usati e un vecchio divano. I teenagers erano stati colpiti da una pistola, spogliati di tutto e lasciati in un lotto abbandonato.

  • E-commerce e Gas, così il biologico batte la recessione

    Scritto il 24/8/12 • nella Categoria: segnalazioni • (2)

    Il consumo di prodotti biologici regge nonostante la crisi economico-finanziaria e a confermarlo sono anche gli ultimi dati del Rapporto Bio Bank. Dal 2008 al 2011 i gruppi di acquisto solidale (Gas) sono quasi raddoppiati, passando dai 479 del 2008 ai 742 del 2010. Nell’arco di tre anni i Gas sono aumentati del 55% soprattutto nelle regioni settentrionali. In testa ci sono Trentino Alto Adige, Marche e Valle d’Aosta, in base alla densità della popolazione, mentre Emilia Romagna e Lombardia in termini assoluti. Si tratta di un dato significativo che evidenzia come il biologico risponda al bisogno di sicurezza alimentare ma anche alla protezione dell’ambiente e della biodiversità, a modelli etici di lavoro oltre che alla tutela delle tradizioni locali.

  • A tavola con la mafia: le mani sul cibo made in Italy

    Scritto il 23/8/12 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Carni macellate, acqua, latte e latticini. E poi frutti di mare, caffè, interi mercati ortofrutticoli. Le mafie a tavola sono il nuovo fronte della criminalità organizzata, dichiara Legambiente: «Un’aggressione senza precedenti al made in Italy gastronomico», è la denuncia lanciata da “FestAmbiente”, manifestazione nazionale di metà agosto a Rispescia, Grosseto. Sommando i dati messi a disposizione dai carabinieri (comando tutela salute e politiche agricole), dalla Forestale e dalle capitanerie di porto, il secondo “Rapporto Ecomafia” di Legambiente spiega che nel 2011 «i reati accertati nel settore agroalimentare sono stati 13.867, più che triplicati rispetto al 2010, mentre i sequestri sono stati pari a 1,2 miliardi di euro, con un danno erariale di oltre 113 milioni». I clan con le “mani in pasta” sono 27, segnala “GreenReport”. E secondo il “Cigno Verde”, «a tavola è seduto il gotha delle mafie: dai Gambino ai Casalesi, dai Mallardo alla mafia di Matteo Messina Denaro, dai Morabito ai Rinzivillo.

  • Temono solo una cosa: perdere il monopolio dell’economia

    Scritto il 23/8/12 • nella Categoria: idee • (3)

    L’economia mi annoia, è un peso sullo stomaco, è grigia, è persino squallida in talune istanze. Ma oggi mi occupo solo di quella, come un forsennato. Ecco perché. Io sono un uomo che fu segnato da un destino: non essere indifferente all’ingiustizia, alla crudeltà, alla sofferenza che entrambe generano. A poco più di vent’anni partii per la mia guerra al male. E fin lì tutto era ok. Oggi ho 54 anni. Per quasi un quarto di secolo la mia guerra fu tutta sbagliata. Non per colpa mia. E’ un fatto istintivo che quando ci si schiera dalla parte del bene si è buoni, e si fanno le cose buone, belle. Cioè, amare, soccorrere, indignarsi, darsi agli altri, esaltare la compassione, incitare la solidarietà, e mischiarsi ai tuoi simili buoni e belli, le “belle anime”.

  • Sharkey: droni, i killer-fantasma della guerra di domani

    Scritto il 22/8/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Oltre mille civili, di cui 200 bambini, uccisi dalla Cia negli ultimi otto anni nel corso di attacchi condotti con aerei senza pilota, al di fuori delle aree legittime di guerra. Lo rivela sul “Guardian” Steve Watson, che cita il professor Noel Sharkey dell’università di Sheffield. Il quotidiano inglese condanna l’uso indiscriminato dei droni: Barack Obama sta stabilendo un orrendo precedente nell’abbracciare la tecnologia dei velivoli-robot come arma letale per la guerra invisibile. Ed è solo l’inizio, avverte Sharkey: grazie ad Obama, premio Nobel per la Pace, siamo di fronte all’avvento di una sorta di «rivoluzione industriale della guerra», con armi di distruzione di massa altamente imprecise, spacciate per vettori “chirurgici” di morte. Si domanda il professore, esperto di robotica: «Chi mai, nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali, consegnerebbe una potente flotta aerea di veicoli telecomandati a un’organizzazione occulta con un simile archivio storico di omicidi illegali di cui non è chiamata a rispondere?».

  • Il bottino segreto dei super-ricchi, protetto dalle banche

    Scritto il 21/8/12 • nella Categoria: segnalazioni • (2)

    Sono 21.000 miliardi di dollari: è la cifra che gli uomini più ricchi del mondo nascondono nei paradisi fiscali sparsi per il pianeta. C’è chi parla addirittura di 32.000 miliardi, ma l’ammontare complessivo è quasi impossibile da calcolare. Si stima che il solo rientro dei super-capitali evasi basterebbe ad azzerare l’attuale crisi europea del debito. Mentre i governi tagliano la spesa e licenziano lavoratori sotto la scure dell’austerity, gli ultra-ricchi (meno di dieci milioni di persone) hanno nascosto al fisco un “bottino” pari alla somma del prodotto interno lordo degli Stati Uniti e di quello del Giappone. Lo rivela il nuovo rapporto del “Tax Justice Network”, secondo cui «le entrate perse a causa dei paradisi fiscali sono talmente ampie da costituire una differenza significativa secondo tutti i nostri indici convenzionali di diseguaglianza», visto che «la maggior parte della ricchezza finanziaria mancante appartiene a una piccola élite».

  • Agri-business: e l’Europa ha perso metà dei suoi uccelli

    Scritto il 21/8/12 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    In poco più di trent’anni nelle aree agricole dell’Unione europea i volatili sono calati del 52%. Dal 1980 ad oggi, infatti, ben 300 milioni di uccelli selvatici sono letteralmente spariti. Colpa dei metodi di coltivazione insostenibili per la natura, accusa Lipu-BirdLife Italia. Che, sulla base dei clamorosi dati raccolti dal Farmland Bird Index (Fbi), avverte: «L’agricoltura intensiva distrugge il paesaggio e fa scomparire gli animali». Un problema che rischia di andare fuori controllo. L’inquietante moria di volatili è infatti un indicatore degli effetti che l’abuso di sostanze chimiche sta avendo sull’intera biodiversità. Urge un ripensamento della Politica agricola comune (Pac), secondo Lipu, per «premiare gli agricoltori che riducono l’uso di acqua, pesticidi e nitrati». Esattamente il contrario di quanto fatto negli ultimi decenni. Metodi di coltivazione intensivi e uso smodato di fertilizzanti e diserbanti. Ma anche stravolgimenti del paesaggio rurale.

  • Massimo Fini: miserabile denaro, è lo sterco del nulla

    Scritto il 20/8/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Nella società attuale l’impresa è centrale. Perché qualsiasi cosa produca, sciocchezze o mine antiuomo come l’Oto Melara o qualcosa di utile, dà lavoro e quindi stipendi o salari che permettono il meccanismo produzione-consumo-produzione (ma oggi sarebbe più esatto dire: consumo-produzione-consumo) su cui si regge tutto il sistema. Ecco perché in questa fase di crisi non solo il governo Monti, ma tutte le lead occidentali cercano di sostenere in ogni modo l’impresa a costo di passare per il massacro di chi ci lavora. L’impresa dipende però dai crediti delle banche per i suoi investimenti. E qui c’è già una stortura. Il mercante medievale, che è l’antesignano dell’imprenditore moderno, investiva denaro proprio, non chiedeva prestiti.

  • Se il diritto alla salute è ormai un privilegio del passato

    Scritto il 20/8/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Barricaderi e bellicosi come difficilmente li si possono ricordare, non si dica mai che i sindacati italiani Fim-Cisl e Uilm-Uil si tirino indietro quando si tratta di difendere l’interesse delle grandi aziende e della presidenza Ilva. Blocchi stradali e sciopero di due ore, perché a preoccupare Bonanni è la “voragine occupazionale” che investirebbe Taranto nel caso in cui la principale acciaieria d’Europa dovesse cessare la produzione. Schierate alcune centinaia di lavoratori preoccupati a difesa del mostruoso ricatto dell’azienda dell’indomito pluriottantenne Riva, Fim e Uilm avvertono la magistratura rappresentata dal gip Patrizia Todisco: giù le mani dall’Ilva. E a proposito degli industriali dell’acciaio: come ha segnalato Di Pietro, la famiglia Riva ha finanziato con 245.000 euro il Pdl e con 98.000 il partito di Bersani. Donazioni del tutto legali e «anche disinteressate», ironizza Anna Lami su “Megachip”: del resto, «a chi non capita di ricevere un bonifico dai Riva, al giorno d’oggi?».

  • Chomsky: pericolo-Israele, gli americani lo scopriranno

    Scritto il 19/8/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Ci sarebbe solo da vestirsi in giacca e cravatta e andare alle sedi delle grandi imprese, General Electric, JP Morgan Chase, alla Camera di Commercio, al “Wall Street Journal”, e spiegare gentilmente che la politica statunitense in Medio Oriente – il rapporto con Israele – è contraria ai loro interessi. Non è un segreto che il capitale privato ha una enorme influenza sulla politica del governo. Quindi se la “lobby” impone agli Stati Uniti delle politiche che sono contrarie agli interessi di questa gente che dirige effettivamente il paese, dovremmo essere in grado di convincerli. La lobby israeliana potrebbe essere neutralizzata in cinque secondi. Dobbiamo anche domandarci: perché coloro che ideano e decidono la politica del governo statunitense accettano qualcosa che è contrario ai loro interessi?

  • Hillary Clinton, una psicopatica a capo della psicoguerra

    Scritto il 19/8/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Strategia della distrazione: come annunciato già nel lontano 2007 da Alessandro Marescotti e Carlo Gubitosa, esponenti di “Peacelink”, «la più grande base Nato del Mediterraneo è ora senza alcuna opposizione», dato che «tutti sono concentrati su rigassificatore, emergenza Ilva e morti per cancro». Analisi puntualmente confermata dalla cronaca di oggi: via i veleni dell’Ilva, lasciando così via libera ai veleni dei sommergibili nucleari, di cui però i cittadini non potranno e dovranno sapere nulla, anche grazie al silenzio totale del governatore pugliese Nichi Vendola. Lo scrive il blog “Anarchismo Comidad” in un intervento ripreso da “Megachip”: «Si consente di lottare e informare contro i poteri forti, ma non contro i poteri fortissimi». Perciò a Taranto la Nato non la si nomina neppure, mentre il ministro degli esteri Giulio Terzi esorta la Russia ad abbandonare Assad al suo destino, pena la caduta della Siria nelle mani di Al-Qaeda: come se il ministro non sapesse che le milizie islamiche anti-Damasco sono direttamente finanziate da Qatar e Arabia Saudita, fedelissimi vassalli della Nato.

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