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Archivi degli autori rss

  • Dosi: euro folle, Italia e Spagna respingano il maxi-debito

    Scritto il 30/7/12 • nella Categoria: idee • (2)

    Spread sopra i 500 punti e curva dei tassi d’interesse che ricomincia ad appiattirsi: i rendimenti dei titoli di Stato a breve durata si avvicinano a quelli a scadenza più lunga, sintomo di alta incertezza sulle prospettive del paese anche nel breve termine. Dopo otto mesi di “cura Monti”, 80 miliardi di manovre solo nel 2011, siamo tornati quasi al punto di partenza: i “mercati” dubitano seriamente della tenuta dell’Italia e della sua capacità di ripagare i prestiti. Secondo l’economista Giovanni Dosi, docente della Scuola Superiore universitaria Sant’Anna di Pisa e collaboratore del premio Nobel Joseph Stiglitz alla Columbia University, il problema è proprio la “terapia” del rigore: dire che l’austerity è condizione necessaria, anche se non sufficiente, per uscire dalla crisi, «a mio parere è assolutamente sbagliato». Come liberarsi dal ricatto del debito? In un solo modo. Italia e Spagna dovrebbero imporsi sulla Germania, “costringendo” la Bce a comportarsi da prestatore di ultima istanza.

  • Perotti: cambiamo vita, tanto ormai il capitalismo è morto

    Scritto il 29/7/12 • nella Categoria: idee • (4)

    Spread alle stelle, borse che crollano. Cosa succede? «Sta crollando questo capitalismo basato integralmente sulla finanza e non sull’industria, sull’artigianato, sulla manifattura, sui fondamentali». Simone Perotti, ex manager convertitosi in skipper e scrittore di successo – dopo il besteller “Adesso basta” l’ultimo lavoro, “Scollochiamoci”, scritto per “Chiarelettere” , Paolo Ermani – non ha più dubbi: dopo due secoli e mezzo il nostro capitalismo «sta arrivando alla sua ultima fermata», ormai «i nodi vengono al pettine e non si può che assistere all’agonia di un mostro impazzito che è sfuggito al controllo del suo creatore». Un mostro o, a scelta, un grande malato: che «nessuno dei grandi medici accorsi al suo capezzale riesce a curare». Quella a cui stiamo assistendo è un’agonia: non ne siamo responsabili, se non in minima parte, e non possiamo farci nulla. A meno di non adottare l’unica arma di autodisfesa a nostra disposizione: cambiare vita, e subito.

  • Romanzo di una valle che resiste in fondo al vento

    Scritto il 27/7/12 • nella Categoria: Recensioni • (Commenti disabilitati)

    Un giovane giornalista riluttante e già disilluso sul proprio mestiere viene inviato nella valle di Susa in rivolta contro il Tav. Dietro alle barricate della più anomala protesta popolare d’Italia scoprirà un oscuro retroterra di misteri irrisolti che ancora inquinano un orizzonte di tensioni. E’ il tema di “Una valle in fondo al vento”, romanzo che Giorgio Cattaneo – esponente del network creativo torinese “Libre” – dedica alla lunga controversia, tuttora in corso, sull’alta velocità ferroviaria Torino-Lione. Sullo sfondo dell’opaco business delle grandi opere, fra strani depistaggi e attentati fantasma, emerge la voce corale di una comunità esasperata dagli abusi subiti e pienamente consapevole del respiro storico della propria terra, eterno crocevia europeo fin dall’antichità. Tra le ombre inquietanti di vicende frettolosamente archiviate, il protagonista scopre che, proprio come in guerra, la prima vittima della cronaca è sempre la verità.

  • Barnard: se Draghi salva l’euro, firma la nostra condanna

    Scritto il 27/7/12 • nella Categoria: idee • (4)

    Colpo di scena: la Bce potrebbe improvvisamente finanziare il Mes, il dispositivo salva-Stati creato a Bruxelles, per sostenere all’infinito i debiti sovrani ed evitare il collasso dell’euro, cioè la gallina delle uova d’oro per la grande finanza tedesca e francese. La notizia ha cominciato a circolare dal 26 luglio: a Londra, Mario Draghi ha annunciato che la banca centrale europea aprirà i rubinetti. E il governatore della banca centrale austriaca, Ewald Nowotny, già da giorni aveva dichiarato che si sta discutendo se dare una vera e propria licenza bancaria al Mes, il Fondo salva-Stati destinato a vincolare per sempre la finanza pubblica dell’Eurozona al regime non-democratico instaurato dall’oligarchia tecnocratica di Bruxelles, padrona assoluta dell’economia europea che agonizza in piena crisi, mentre volano i profitti stellari della maxi-speculazione delle banche d’affari.

  • Loretta Napoleoni: l’euro crollerà entro la fine dell’anno

    Scritto il 27/7/12 • nella Categoria: idee • (11)

    Molto probabilmente entro la fine dell’anno vedremo un’implosione dell’euro, o almeno di alcune parti dell’euro. Sicuramente accadrà in Grecia, specie se il Fmi farà quello che è stato detto. Anche perché i greci, non avendo possibilità di stampare moneta, se gli vengono negati gli aiuti economici o dal Fmi o dalla Bce, dovranno necessariamente trovare un mezzo per scambiare i prodotti e quindi dovranno stampare una loro moneta e chiaramente stamperanno la Dracma perché l’euro non lo possono stampare. Certo, si può cambiare, si può fare un euro a due velocità, si possono fare tante cose, però così come è concepita l’idea che in Spagna, in Grecia, Italia, Germania, Finlandia ci sia la stessa moneta non è possibile perché le economie sono diverse.

  • Ricattati dai banchieri-gangster, Londra scopre il bottino

    Scritto il 26/7/12 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Bastonati dallo spread, apprendiamo che esistono i bankster, banchieri-gangster che truccavano il Libor facendo trading. Qualcuno ci piglia per il culo. Dal latinorum all’inglesorum, si allarga lo scandalo delle manipolazioni finanziarie gli operatori coinvolti, 12 quelli individuati, agivano in continenti diversi. I governi se ne accorgono soltanto ora e in Europa pensano di far diventare reato penale il fregare noi piccoli risparmiatori. Bravi. Siamo molto contenti. Intanto la nostra piccola Piazza Affari (la borsa di Milano) scivola a -2,7% mentre lo spread vola oltre i 535 punti. Tradotto, il debito che abbiamo come Italia, invece che scendere per i nostri sacrifici, aumenta per i sempre maggiori interessi che dobbiamo pagarvi. Un po’ come i mutui sulla casa a tasso variabile.

  • Salvare l’Europa? Gli Usa: basta tagli, serve più debito

    Scritto il 26/7/12 • nella Categoria: segnalazioni • (2)

    Indovinate chi ha detto questa frase: «L’economia americana stenta a crescere perché la spesa a deficit del governo sta calando significativamente». Esatto, la spesa a deficit: quella dello Stato a favore dei cittadini, a cui l’Europa ha dichiarato guerra. E chi si mette, ora, a difendere il debito pubblico come sacrosanto diritto e motore fondamentale per il salvataggio dell’economia? Magari il fantasma di John Maynard Keynes, il grande economista inglese nemico delle élite, il genio che sognava un’economia pubblica democratica? Sbagliato, dice Paolo Barnard, l’inventore di questo strano indovinello pubblicato sul suo sito il 24 luglio: quella frase “impossibile”, che a Bruxelles e Francoforte varrebbe la fucilazione, l’ha pronunciata nientemeno che Timothy Geithner, il ministro del Tesoro statunitense, nell’annuale conferenza “Delivering Alpha” all’inizio di luglio.

  • Atroci sofferenze inutili: Monti ha fallito tutti gli obiettivi

    Scritto il 25/7/12 • nella Categoria: idee • (4)

    È possibile fare un breve e disincantato bilancio del governo Monti? La prima, avvilente constatazione, è che in quasi 9 mesi di “riforme” e di “vertici decisivi” la montagna del debito pubblico italiano non è stata neppure scalfita. Anzi si è fatta ancora più alta e imponente. Il debito ammontava a 1.897 miliardi di euro nel dicembre 2011, oggi è arrivato a. 1.966.Dunque, la ragione fondamentale della nostra condizione di rischio, la causa causarum delle nostre difficoltà presenti e future si è ulteriormente aggravata. Lo spread si mantiene elevato e torna sui 500 punti. Il Pil – questo vecchio totem delle società capitalistiche – è nel frattempo diminuito e diminuirà ancora. Scenderà di oltre il 2% nel 2012. Dicono gli esperti che si riprenderà nel 2013. Ma per quale felice congiunzione degli astri non è dato sapere. Qui, infatti, la scienza economica si muta in astrologia, dà gli oroscopi.

  • Delusi da Facebook? Venti buone ragioni per abbandonarlo

    Scritto il 25/7/12 • nella Categoria: idee • (7)

    Come consulente informatico ed esperto web, ho usato Facebook per circa un anno, sia come utente normale, sia come tecnico per integrarlo con siti terzi. Come utente finale non ho amato molto la piattaforma, ho notato molte cose che reputo personalmente del tutto deprecabili. Non mi piace la socialità narcisista e voyeuristica che lo permea. Non mi piace il mercato dei profili e lo scempio di privacy, di buon gusto, di buon senso e di pudore. Insomma non mi piace, ma è un’opinione come milioni d’altre, e non ha molta importanza. D’altro canto, ho anche maturato un’idea tecnica e più oggettiva dell’opportunità di integrare social network come Facebook nei nostri siti. Il risultato di misurazioni e riflessioni è che nel 95% dei casi non esiste un vantaggio ma bensì un effetto negativo osservabile e quantificabile. Di seguito, in venti punti, le ragioni tecniche di questa mia convinzione.

  • Guerra all’Italia: torneremo poveri come cent’anni fa

    Scritto il 24/7/12 • nella Categoria: idee • (5)

    Nel disinteresse generale il Parlamento ha approvato il Fiscal Compact. E questo disinteresse, costruito dalla disinformazione di regime, è l’ultimo segnale del disfacimento della nostra democrazia. In tutta Europa, di Europa si discute e sull’Europa ci si divide. In Irlanda si è fatto un referendum. Da noi una Camera quasi vuota e con l’assenza dei principali leaders, approva il più brutale e vasto servaggio economico della storia repubblicana. Secondo quel patto, che i cittadini non per colpa loro ignorano, l’Italia si impegna a dimezzare in venti anni lo stock del debito pubblico. Cioè dobbiamo pagare 1000 miliardi, 50 all’anno. In aggiunta agli interessi che ora ci costano 80 miliardi all’anno. Insomma un costo paragonabile alle riparazioni di una guerra perduta. E di guerra infatti ha parlato Monti, guerra al popolo italiano.

  • Ida Magli: come previsto, l’euro è la rovina dell’Europa

    Scritto il 23/7/12 • nella Categoria: idee • (10)

    «Spero che i pochi amici che abbiamo, che vogliono bene all’Italia, spingano i politici a uscire dall’euro». Problema numero uno, i politici: «Ormai sono un’ombra, degli spettri nel Parlamento». Parola di Ida Magli, autorevole antropologa: una delle poche voci, vent’anni fa, a mettere in guardia gli italiani dal trionfalismo europeista che – col Trattato di Maastricht – pose le condizioni per il “massacro sociale” con cui oggi facciamo i conti: privatizzazione del debito pubblico a vantaggio della finanza speculativa e fine della moneta sovrana, arma fondamentale per gestire le crisi proteggendo i cittadini. Risultato: il debito – storico motore dello sviluppo sociale – ora diventa un incubo, e costringe gli Stati sotto ricatto a svendere i “gioielli di famiglia” alle stesse multinazionali che, attraverso la grande finanza e i suoi emissari – Bce e Commissione Europea – hanno manovrato per scatenare il panico con un obiettivo chiaro: fare man bassa dei beni comuni, ovvero l’ultimo terreno di conquista rimasto, in un’economia ridotta in mutande.

  • La Consulta: vietato privatizzare i beni comuni degli italiani

    Scritto il 22/7/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Per una volta occorre usarla, la parola vittoria. Piena, cristallina, senza ombre. Il voto popolare, la decisione presa da 27 milioni di italiani non può più essere ignorata con vere e proprie norme truffa. La Corte costituzionale ieri ha riportato la lancetta del tempo al 13 giugno dello scorso anno, quando nelle piazze italiane i movimenti esultavano di fronte a un risultato straordinario e senza precedenti. Avevamo appena votato quattro quesiti, ma per tutti quell’appuntamento aveva un nome, uno spettro da respingere: privatizzazione. Ovvero la cessione di quello che le stesse multinazionali chiamano “l’essenziale per la vita” alle corporation, che, cariche dei soldi della finanza tossica, erano pronte a superare le Alpi, conquistando Comune dopo Comune il paese.

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