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Zucchetti: il Tav farà 200 morti, ma per Monti è tutto ok
Diciassettemila Tir, e solo per portare via l’amianto dai primi 500 metri di un traforo lungo oltre 50 chilometri che provocherà non meno di duecento morti. Non sarebbe ora che il governo, al posto delle surreali barzellette di Mario Monti, si decidesse a dire qualcosa di serio sulla Torino-Lione? Dopo le nove paginette prodotte dall’esecutivo per balbettare qualche spiegazione in seguito alle forti proteste della valle di Susa, il professor Massimo Zucchetti del Politecnico di Torino chiede al premier di fare uno sforzo: perlomeno, eviti di sottoscrivere stupidaggini. Nel mondo scientifico, dice Zucchetti, quel documento ha causato innanzitutto imbarazzo, perché il testo prodotto dal “tecnico” Monti «affastella affermazioni approssimative, errate, e soprattutto – questa la cosa più grave – prive di fonti e studi verificabili a loro supporto».
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Green economy? No, grazie: Torino incenerisce il futuro
Per favore, fermare quel mostro: servirà solo a seppellirci di debiti e probabilmente anche di tumori. Il “mostro” è l’inceneritore torinese del Gerbido, in via di costruzione alla periferia di Mirafiori, affidato “in house” alla società pubblica Trm, trattamento rifiuti metropolitani. Costo iniziale: quasi mezzo miliardo di euro. Soldi prestati dalle banche, scrive il battagliero comitato No-Inc, che dovranno essere restituiti (con fior di interessi) nei prossimi vent’anni: questo condannerà la Provincia di Torino per almeno quattro lustri a distruggere i suoi rifiuti, anziché riciclarli con intelligenza, restando «completamente tagliata fuori da tutti gli sviluppi futuri delle tecnologie alternative e sicure». Se la risposta ai No-Inc è la stessa riservata ai No-Tav, nessuna speranza: nonostante la crisi, anziché l’occupazione della green economy Torino preferisce l’antico sistema dei maxi-affari per grandi opere anti-ecologiche e nate già vecchie.
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Ugo Mattei: sveglia, la democrazia italiana non esiste più
Penso che i referendum siano stati una gigantesca occasione perduta, a cui ha fatto seguito una reazione molto più dura di quanto ci saremmo potuti aspettare. Talmente dura da sfociare in un governo tecnico che ha sospeso la democrazia in tutto il paese, istituendo un modo di fare politica fascistoide. Chiunque protesta è aggredito o trattato come sovversivo. Penso che ciò sia una vera e propria reazione al risultato referendario di giugno: in quell’occasione, in quella fase storica, milioni di italiani – cittadini di uno dei grandi paesi industrializzati – avevano affermato di voler abbandonare il modello neoliberista. Dopo questa affermazione ha agito una reazione a cui abbiamo risposto con una spaventosa debolezza politica.
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Macché “pecorella”, stanno usando la polizia contro di noi
Fa davvero impressione il coro di commenti indignati e perbenisti scatenato dal filmatino che mostra l’innocua provocazione di un manifestante della Val di Susa verso un carabiniere. Si è scomodato Pasolini, si è parlato di squadrismo, si è evocato il rischio di un’escalation di violenze, il tutto senza mostrare il minimo senso del ridicolo, nonostante l’acme della provocazione sia stato individuato – dagli indignati commentatori – nell’epiteto “pecorella”. Epiteto, peraltro, usato dallo “squadrista” per segnalare alla telecamera che riprendeva la scena, la curiosa condizione che viviamo in Italia, un paese dove i cassieri del supermercato esibiscono sul petto un’etichetta di riconoscimento, ma i poliziotti no: e dire che si tratterebbe di una misura in favore della legalità
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Da Dell’Utri a De Gennaro, la giustizia scritta dai vincitori
Parafrasando Bettino: da oggi siamo tutti un po’ più mafiosi. Anche se, dopo la decisione della Cassazione, si può affermare che la mafia non esiste. Perché se non esiste il concorso esterno (o se “non ci crede più nessuno”) ciò equivale a dire che non esiste nemmeno la mafia, che è tutta un “concorso esterno”, salvo quando ti fa saltare in aria con le bombe, o ti spara un colpo in bocca e ti incapretta. Certo, nostro malgrado; ma è così. Parafrasando Pasolini potremmo dire che, pur non avendo le prove, sappiamo quasi tutto quello che si deve sapere.
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Fukushima, panico nucleare: la verità non si saprà mai
Far sfollare l’intera città di Tokyo. Il governo giapponese non escluse neanche questa ipotesi nei concitati giorni dopo il triplice disastro che colpì la centrale nucleare di Fukushima-Daichi. È quanto emerge da un’inchiesta condotta dalla Rebuild Japan Initiative Foundation che ha cercato di ricostruire la gestione della crisi provocata dal terremoto e dell’onda anomala che investirono l’impianto l’11 marzo scorso. Il rapporto di 400 pagine sarà presentato per interno in settimana, ma anticipazioni pubblicate dal “New York Times” mettono a nudo la condotta dei vertici nipponici e puntano il dito contro il governo le cui iniziative rischiarono di aggravare la situazione, con il premier e i suoi ministri all’oscuro delle linee guida contenute nel protocollo di emergenza e consigliati male dagli esperti.
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Curzio Maltese: stop alla Torino-Lione, scandalo italiano
Se io o voi fossimo della val di Susa, probabilmente oggi saremmo sulle barricate a difendere la salute dei figli, la nostra e una terra che rischia di essere stravolta e umiliata per sempre. Già questa banale osservazione avrebbe dovuto procurare alle lotte No Tav maggior rispetto di quanto ne sia stato riservato dalla politica e dai media in questi vent’anni, ovvero nessuno. Le ironie dei giornali di destra e del conduttore di uno dei più squallidi programmi radio, “La Zanzara”, sul povero Luca Abbà, caduto mentre stava inscenando una protesta del tutto legittima e pacifica su un traliccio, meritano in pieno la reazione di Alberto Perino: «Sciacalli, jene».
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Corona No-Tav: combatterò per la val Susa, nuovo Vajont
Noi non viviamo in democrazia, viviamo in democratura: è un misto tra democrazia e dittatura. Per questo io sto con gli abitanti della val di Susa: non perché mi schiero con un colore politico o con l’altro, ma perché la ragione ce l’hanno loro che vivono quei luoghi, che sono da secoli in quella terra, che la amano, hanno sofferto, l’hanno costruita con il sangue e il sudore. Lì ci abita il cuore, non ci abita gente normale, non ci abitano corpi. E’ inaccettabile che qualcuno si arroghi il diritto di andare lì, come hanno fatto con il Vajont, e spazzare via la gente, spazzare via i boschi, secoli di cultura, tradizioni, storie. Motivazioni tecniche? Ogni omicidio ha bisogno di un movente. E chi va in val di Susa e vuole stuprarla non si rende conto di fare un danno al cuore di quella gente, non al portafogli. Per questo non riusciranno a comprare gli abitanti della valle.
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Nazisti bianchi: grazie a loro, ormai la verità è fuorilegge
Un parlamento di camerieri sta portandoci via la Costituzione a colpi di maggioranze bulgare. Camerieri di chi? Dei “proprietari universali”, quelli che – Giulio Tremonti dice – stanno pian piano portandoci in un “nazismo bianco”. Chissà poi perché bianco. Forse perché di carta; carta come il denaro che creano; carta come i nostri risparmi; carta perché lo possono bruciare quando fa loro comodo. Camera e Senato stanno votando l’introduzione del pareggio in bilancio nella Costituzione italiana. La maggioranza dei due terzi è assicurata dall’inesistenza dell’opposizione. L’inesistenza dell’opposizione conferma che il parlamento è fatto di camerieri. Il circolo è chiuso.
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Luca Mercalli al premier: Tav, il silenzio degli arroganti
Caro presidente Monti, l’8 gennaio a “Che tempo che fa” le ho donato una copia del mio libro “Prepariamoci” e Lei, squisitamente, mi ha stretto la mano e detto: «Ne abbiamo bisogno». Un mese dopo, assieme ad alcune centinaia di docenti di atenei italiani, ricercatori e professionisti (inclusi Vincenzo Balzani, Luciano Gallino, Alberto Magnaghi, Salvatore Settis) firmavo un appello per sollecitare una Sua riconsiderazione delle argomentazioni tecnico-economiche a supporto della linea ad alta capacità Torino-Lione, che da anni risultano non convincenti. A tutt’oggi non solo non è giunto un Suo cenno di considerazione, quanto piuttosto la perentoria affermazione che i dati sono definitivi e invarianti, le decisioni sono assunte, il progetto deve andare avanti anche manu militari. Non mi aspettavo una tale chiusura, ora fonte di una profonda spaccatura in una parte del mondo intellettuale e scientifico italiano.
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Valsusa radioattiva: uranio nei monti della Torino-Lione
«Confermo: la montagna sotto cui si scaverebbe il tunnel della Torino-Lione è radioattiva». Il professor Massimo Zucchetti, ingegnere nucleare e docente del Politecnico di Torino, ha condotto l’ennesimo test il 5 marzo: munito di rilevatore, insieme a un gruppo di volontari accompagnati dalla troupe video del “Corriere della Sera” ha ispezionato l’imbocco delle vecchie miniere di uranio aperte dagli anni ’60 sui monti che sovrastano l’attuale sito tra Chiomonte e Giaglione, occupato e recintato in vista del futuro cantiere Tav. Risultato allarmante: la radioattività misurata è anomala e diventa 20 volte superiore alla normale soglia di sicurezza man mano che ci si avvicina ai siti uraniferi affioranti in superficie. E se il futuro tunnel tagliasse il profondità la vena di uranio che “dorme” nelle viscere del massiccio dell’Ambin, fra Italia e Francia?
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Scontro di civiltà: minacciati dalla violenza del sistema-Tav
Quello in atto in valle di Susa è un autentico “scontro di civiltà”: la manifestazione di due modi contrapposti e paradigmatici di concepire e di vivere i rapporti sociali, le relazioni con il territorio, l’attività economica, la cultura, il diritto, la politica. Per questo esso suscita tanta violenza da parte dello Stato – inaudita, per un contesto che ufficialmente non è in guerra – e tanta determinazione – inattesa, per chi non ne comprende la dinamica – da parte di un’intera comunità. Quale che sia l’esito, a breve e sul lungo periodo, di questo confronto impari, è bene che tutte le persone di buona volontà si rendano conto della posta in gioco: può essere di grande aiuto per gli abitanti della valle di Susa; ma soprattutto di grande aiuto per le battaglie di tutti noi.