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Archivi degli autori rss

  • Il movimento dei forconi: il Sud è il bancomat d’Italia

    Scritto il 19/1/12 • nella Categoria: idee • (4)

    Li ho incontrati alla scuola di politica di Filaga sui monti Sicani. Mi dissero: siamo alla disperazione, pronti alle armi, ci manca solo un leader. Ed io risposi: guardate che non ho fatto neanche il militare! Non rivogliono il Regno delle due Sicilie ma sono stanchi di essere depredati e di recitare il ruolo di “Bancomat d’Italia”. In Sicilia il Movimento dei Forconi blocca la regione. I giornali ignorano il fatto. E c’è chi ipotizza strani legami politici dietro queste proteste. Ogni volta che il Sud protesta, e vi assicuro che ha tonnellate di ragioni per farlo, si trova sempre qualche motivo per infamare le ragioni della protesta. Io a questo movimento ho dedicato un capitolo del mio ultimo libro “Giù al sud”, quando non ne parlava nessuno.

  • Rifkin: energia da ogni casa, la rivoluzione siamo noi

    Scritto il 19/1/12 • nella Categoria: idee • (2)

    La seconda rivoluzione industriale, alimentata dal petrolio e dagli altri combustibili fossili, è entrata in un finale di partita molto pericoloso; i prezzi crescono, la disoccupazione resta alta, il debito si è impennato e la ripresa sta rallentando. Peggiora ancora il cambiamento climatico provocato dai combustibili fossili, base energetica dell’attività industriale. Di fronte a un collasso dell’economia globale, l’umanità è alla disperata ricerca di una nuova visione che ci porti nel futuro. Le grandi rivoluzioni economiche della storia si verificano quando le nuove tecnologie della comunicazione convergono con i nuovi sistemi energetici. Le rivoluzioni energetiche possono rendere il commercio più ampio ed integrato. Se accompagnate da rivoluzioni nei mezzi di comunicazione, consentono la gestione di nuove e più complesse attività commerciali.

  • Debito? No, grazie: meglio il Grande Cortile della sovranità

    Scritto il 18/1/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Debiti sovrani o sovranità popolare? Se lo chiedete ai valsusini, risponderanno senza esitazioni: piuttosto che l’inutile Tav è meglio prendere il treno giusto, quello della democrazia, che farà diverse fermate – dal 21 gennaio al 24 marzo – nella “valle che resiste”, pronta a trasformarsi in agorà nazionale per ospitare idee coraggiose, ascoltare testimoni chiave ed elaborare soluzioni anti-crisi che non prescindano basate su equità e trasparenza. E’ la formula del “Grande Cortile”, intenso programma di incontri pubblici per costruire un’agenda popolare in grado di far luce sul disastro-Italia e indicare possibili vie d’uscita. A cominciare dall’unica condizione non negoziabile: la democrazia.

  • L’altra faccia di Obama, l’uomo che ha beffato il mondo

    Scritto il 17/1/12 • nella Categoria: Recensioni • (3)

    Boston, 27 luglio 2004: in quella calda sera d’estate tutta l’America si accorse del giovane e carismatico Barack Obama, un tizio semi-sconosciuto, dal nome difficile e dalle origini esotiche. Alla convention democratica che incoronò John Kerry come sfidante di Bush, Obama non era ancora neppure senatore, eppure gli fu affidato il “kenyote speech”, l’attesissimo discorso introduttivo. Già allora c’era chi aveva scommesso su di lui: la cupola finanziaria americana, il super-potere che domina ogni grande decisione planetaria. Per capire chi fosse davvero il neopresidente Obama, bastava la lista dei suoi finanziatori miliardari e quella del suo staff alla Casa Bianca. Barack Obama non era uno di loro: ma è stato scelto e promosso da loro. Ecco perché la sua politica oggi non è molto diversa da quella di Bush.

  • L’Italia sta crollando, urge un’alternativa a questo disastro

    Scritto il 16/1/12 • nella Categoria: idee • (3)

    A gennaio si terrà la seconda assemblea nazionale di “Alternativa”: esistiamo da poco più di un anno e ci riuniamo in una situazione di alta drammaticità, come sappiamo. Il nostro congresso si svolgerà nel pieno di una crisi senza precedenti, in un paese che sta in condizioni di crollo – senza precedenti anch’esse – dalla Seconda Guerra Mondiale, cioè dal momento in cui questo paese è nato come repubblica democratica. Una recentissima inchiesta sociologica illustra le caratteristiche del declino, che è molto più evidente e importante della caduta stessa della nostra economia, della recessione. E’ un declino sociale, morale, istituzionale. E’ un declino di fiducia della gran parte della popolazione.

  • Fruttero e Lucentini: segreti e perfidia di una coppia geniale

    Scritto il 16/1/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    «Adesso la coppia è davvero finita, perché con la morte di Carlo Fruttero scompare anche quel modo di scrivere, quella sottile perfidia dello sguardo, quel disincanto acuto del racconto che apparteneva a tutti e due», e che Franco Lucentini non era riuscito a portarsi via con la morte. Fruttero era rimasto solo, affondava le mani in tasca e “fiutava” Torino senza nemmeno vederla: «Un gioco mentale perfetto, senza il contagio della realtà quotidiana». Così il direttore di “Repubblica”, Ezio Mauro, prende commiato il 16 gennaio da Fruttero, che insieme a Lucentini aveva trasformato la città piemontese in creatura letteraria, da smontare pezzo per pezzo per poi rimontarla ogni volta nei romanzi: «Un vizio attaccato a un’abitudine, a un quartiere, al modo di camminare di una donna, a un gesto di periferia, a una curva sulla collina».

  • Grecia, folle riarmo: affari d’oro per Francia e Germania

    Scritto il 16/1/12 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Sessanta caccia Eurofighter per 3,9 miliardi di euro, fregate francesi per oltre quattro miliardi, motovedette per 400 milioni, e poi carri armati, elicotteri Apache e sommergibili tedeschi per altri 2 miliardi di euro. E’ la lista della spesa militare per il prossimo futuro. E la notizia ha dell’incredibile: perché il paese che sta per impegnare queste cifre in armamenti è la Grecia, che forse in primavera lascerà l’euro per tornare alla dracma. Gli ospedali di Atene trattano solo i casi urgenti, gli autisti degli autobus sono in sciopero, nelle scuole mancano ancora i libri di testo e migliaia di dipendenti statali manifestano contro il proprio licenziamento. Il governo greco annuncia un nuovo piano di rigore che non risparmierà nessuno. A parte l’esercito e l’industria delle armi: due settori neppure sfiorati dall’austerity che sta terremotando il popolo greco.

  • Bocciato anche Monti, la Bce preferisce lasciarci affondare

    Scritto il 15/1/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Il downgrading di S&P sancisce la sconfitta della troika europea Monti-Merkel-Draghi, già evidente nei mercati finanziari. “Monti promosso dall’Europa”, titolavano solo due giorni fa i giornali compiacenti; promosso, sì, ma da un’Europa bocciata senz’appello. Nella gestione della crisi esplosa nel 2008, gli eurocrati hanno fallito ripetutamente: in Grecia (l’unico paese dove davvero i debiti sono troppi: non si è voluto prenderne atto); in Irlanda (uno dei paesi più virtuosi al mondo, costretto dalla Bce a socializzare le perdite delle banche); in Portogallo e Spagna (meno debiti della Germania, disoccupazione oltre il 20%), in Italia, ed infine in Francia ed Austria (le banche traballano). Si salvano per ora solo la Germania e i suoi satelliti, ma solo grazie a svalutazioni competitive interne a scapito dei partner europei.

  • Siamo sotto occupazione: l’Italia fa gola agli ex alleati

    Scritto il 15/1/12 • nella Categoria: idee • (3)

    Le banche italiane hanno oggi una capitalizzazione che supera di poco i 30 miliardi di euro, ma gestiscono una quantità di denaro che è cinque volte superiore. Eppure, acquistarle tutte assieme costerebbe meno che acquistare la sola Bnp Paribas. Finmeccanica ha una capitalizzazione di 2 miliardi, ma possiede beni immobili che da soli valgono 4 miliardi. Francesi e tedeschi, ma non solo, si preparano a comperare i pezzi pregiati della nostra industria, e lo faranno anche per eliminare dei rivali. In fondo, la guerra in Libia non è servita a sottrarre interessi strategici all’Italia? Ci sono due modi per togliere di mezzo un rivale: soffiargli i contratti, come in Libia, oppure comprarlo e farlo passare sotto il proprio controllo, come rischia di succedere alle aziende italiane.

  • Rampini: la Germania scelga, salvare l’Europa o soccombere

    Scritto il 14/1/12 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    La mazzata di “Standard & Poor’s” che declassa mezza Europa è un chiaro avviso alla Germania: la signora Merkel si decida, o anche Berlino finirà travolta dal crollo dei partner europei. L’austerity imposta a Roma, Parigi, Madrid e Atene va controbilanciata con robuste manovre di spesa in Germania e un deciso via libera alla Bce: la banca centrale europea deve poter svolgere lo stesso ruolo strategico, di “prestatore di ultima istanza”, che ha la Federal Reserve americana a sostegno dell’economia. Si tratta di un onere eccezionale a carico della Germania, che è l’unico paese in grado di puntellare l’Europa, secondo l’americano Barry Eichengreen. Una scelta difficile, ma obbligata: in caso contrario, secondo Federico Rampini, «la resa alla disgregazione dell’euro ha costi che neppure Berlino è preparata a sopportare».

  • Declassata anche la Francia: vogliono privatizzare l’Europa

    Scritto il 14/1/12 • nella Categoria: segnalazioni • (3)

    Declassata l’affidabilità creditizia della Francia, insieme a quella del resto d’Europa tranne la Germania: il colpo, durissimo, viene da “Standard & Poor’s” e certifica il dominio statunitense sull’economia finanziaria europea sprofondata nella crisi. Se fu la Goldman Sachs ad aiutare la Grecia a truccare i bilanci fino all’orlo della bancarotta, la stessa banca d’affari americana per la quale lavorarono Mario Draghi e Romano Prodi è ritenuta, insieme alla Deutsche Bank, il grande manovratore che ha costretto alla resa il governo Berlusconi per imporre all’Italia, tramite il passaggio formale del “diktat” della Bce, la politica di rigore affidata al commissario Mario Monti, altro consigliere strategico della Goldman. E oggi, nonostante la terapia d’urto, Wall Street declassa l’Europa, mettendone ulteriormente in pericolo la stabilità finanziaria.

  • Herlin: banche a rischio e risparmi in pericolo già nel 2012

    Scritto il 13/1/12 • nella Categoria: segnalazioni • (5)

    Attenzione: fra non molto la vostra banca potrebbe chiudere. Un consiglio? Puntare su investimenti fisici, case e oro, e soprattutto: frammentare il proprio patrimonio distribuendolo prudentemente in svariati istituti di credito, perché «con ogni probabilità nel 2012 diverse banche andranno in fallimento». L’avvertimento è firmato dall’economista francese Philippe Herlin, secondo cui «le banche non valgono più molto», dato che «dalla crisi del 2008, i titoli bancari hanno perso circa il 90% del loro valore». Ciononostante, risultano ancora quotati addirittura il doppio rispetto al loro peso reale. «In Europa – dice Herlin – le banche sono disposte a vendere qualsiasi tipo di attivo pur di recuperare la liquidità indispensabile per dare un poco di olio all’economia reale i cui ingranaggi stanno saltando».

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