Archivi degli autori 
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Tutto tranne democrazia: i veri mandanti di Mario Monti
Italia e Grecia al guinzaglio del vero potere: quello che ormai stabilisce il prezzo della residua democrazia lasciata agli Stati un tempo sovrani. Comanda Wall Street, attraverso Fmi, Bce e Unione Europea: sono loro a “licenziare” Papandreou e Berlusconi, e a imporre le “riforme strutturali” che non toccano né i patrimoni, né le banche, né le rendite finanziarie, ma solo i popoli (salari, pensioni, welfare) e i beni comuni costruiti con l’impegno di generazioni: beni che ora saranno “privatizzati”, cioè tolti ai cittadini. Sotto la pressione micidiale dei controllori dei mercati finanziari, alla Grecia e all’Italia si dettano ultimatum, prendere o lasciare. Tesi: la politica non è in grado di affrontare scelte impopolari. Meglio che le gestisca un sovrano o un suo vassallo, come nel medioevo.
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Italiani, questa è una rapina: dietro al ricatto dello Spread
A mo’ di riepilogo, e di informazione per chi non lo sapesse ancora, ecco cosa chiedono per lasciarci in pace. Chiedono “chi”? Mah, la Ue, la Bce, i mercati, le banche, chiamateli come volete. Le letterine partono un po’ da tutti i mittenti, e riportano sempre le stesse 5 richieste. Ad esempio, ecco uno “studio” della Barclays Bank di due giorni fa, dal titolo “Can Italy save itself?”, ossia “L’Italia potrà salvare se stessa?” (thanks to “Valigia Blu”). Nello studio un sacco di blabla sul come e il perché, ma alla fine gli stessi 5 punti che si ripetono ormai come un mantra: 1.mercato del lavoro: modifica della contrattazione collettiva in favore di accordi a livello dell’impresa; 2.pensioni: innalzare l’età pensionabile e parificarla per uomini e donne; 3.pubblica amministrazione: adeguare salari e produttività, e promuovere la mobilità; 4.ordini professionali: liberalizzare; 5.beni dello Stato: privatizzare.
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Golpe contro l’Italia: il vero potere ha gettato la maschera
Il vero potere ha gettato la maschera e le ultime vestigia della semi-sovranità italiana sono state demolite, nell’annus horribilis della nostra Repubblica, dopo che anche la guerra di Libia aveva svelato la disfatta di ogni autonomia nazionale. Nessuna urgenza economica al mondo può giustificare un peggioramento così repentino degli interessi del debito – oltre la soglia del non ritorno, oltre le convenzioni del default tecnico – come quello del 9 novembre 2011. Solo un concorso di volontà decise a imprimere una svolta rivoluzionaria poteva scatenare un attacco di questa portata, micidiale quanto un colpo di stato.
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Pugni e fame di poesia: addio, grande Joe Frazier
«Buonanotte, Joe». La boxe è secca nei colpi e negli addii. Sa fare male con poche parole. Joe Frazier se n’è andato a 67 anni per un tumore al fegato. E con lui tutta un’epoca che mollava jab, sputava sangue, ma non indietreggiava di un centimetro. E’ stato un campione, un pugile, un colosso. O meglio un carro armato: 110 chili, per un metro e 85. Uno di quelli di cui tutti sapevano il nome quando la boxe era lo sport con cui si misurava il mondo. Trecento milioni di persone incollate al video nei suoi match contro Alì. Il primo a sconfiggerlo (ai punti) nel ’71. L’unico a fargli sussurrare: «The Greatest is gone». Il più grande non c’è più.
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Indifesi, senza più sovranità: ora ci prenderanno tutto
Non capite cosa sta accadendo? Siete smarriti dai continui sbalzi dei mercati, che un giorno crollano e due giorni dopo crescono per poi crollare e ricrescere ancora? Attenzione ai retroscena: la crisi pilotata della Grecia, Draghi alla Bce, Berlusconi sfrattato dai poteri forti della finanza euro-atlantica: «Il destino dell’Italia è segnato perchè non controlliamo più il debito pubblico», dice Marcello Foa. E ora, i detentori occulti di quel debito, «sotto l’impulso della crisi, svuoteranno l’Italia lasciandole forse risanata ma esangue. E’ il destino di chi rinuncia alla propria sovranità». Guai a restare senza una propria moneta, fa eco Felice Sardi: «Dire che un investimento socialmente valido non può essere attuato per mancanza di risorse monetarie è come dire che un ponte non può esser costruito per mancanza di chilometri».
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La Bce sfratta Berlusconi: via libera alla macelleria sociale
Questa crisi di governo segna un passaggio cruciale, di enorme portata. Dobbiamo tutti averne chiaro il significato. Berlusconi non cade per colpa delle nefandezze delle quali si è macchiato in questi decenni, né per il profilarsi di una seria alternativa alle pratiche di governo meschine, spartitorie, semi-criminali tipiche della della classe politica italiana. Per la prima volta nella storia della Repubblica, un governo viene dimissionato dalle Borse. Il Parlamento si limita a ratificare le indicazione fornite dalla finanza internazionale, la cui esigenza è consegnare il Paese ad un governo che sia più capace dell’attuale nel compiere la macelleria sociale richiesta dall’Europa delle banche.
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Milano a 5 euro: solo i ricchi in centro con l’auto
Centro storico off limits, come a Londra, eccetto che per i ricchi: quelli che si potranno permettere di sborsare 5 euro al giorno per varcare la “cerchia” dei Bastioni, non importa con quale veicolo. Basta pagare, e il Duomo sarà alla portata anche di motori non ecologici. E’ l’ultima trovata anti-traffico del neosindaco Giuliano Pisapia, che ha appena raddoppiato il biglietto dei mezzi pubblici: tram, bus e metropolitana. Quella di Milano sembra una resa, di fronte alla pesante eredità del malgoverno precedente. Risultato: un pedaggio di sapore medievale, per tentare di eliminare due auto su dieci, di quelle che oggi intasano le arterie centrali paralizzando la viabilità. Anziché il blocco ecologico del traffico e l’incentivazione dei mezzi pubblici, si dà via libera solo a chi può pagare.
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Voi, barbari del cemento, non avete il diritto di piangere
Voi che vi riempite la bocca di parole trite e ritrite: “crescita, sviluppo, competitività”. Ripetute come un mantra per nascondere il vuoto delle vostre idee. Dogmi imparati come scolaretti per essere promossi dalle maestrine di Confindustria e dei mercati finanziari. Non avete nessun diritto di piangere! Voi che quando siete seduti sulle comode poltrone a “Porta a Porta” vi lanciate, l’uno contro l’altro, le medesime ricette stantie: «Dobbiamo rilanciare le grandi opere, dobbiamo far ripartire l’edilizia, ci vuole un nuovo piano casa, forse anche un nuovo condono». Non avete nessun diritto di piangere!
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Debito, verità-choc: l’Italia è più virtuosa della Germania
L’Italia non è fondamentalmente insolvente. Lo Stato italiano è uno dei pochi al mondo ad avere un avanzo primario, ovvero a incassare più di quello che spende, al netto degli interessi che paga sul debito pubblico. È in questi pasticci perché non ha un prestatore di ultima istanza, una banca centrale sovrana o una moneta sovrana. La struttura dell’euro ha trasformato uno Stato solvente in uno insolvente. Ha invertito l’alchimia. La posizione debitoria italiana è solida, perché non esiste solo il rapporto debito pubblico/Pil stabilito dal Trattato di Maastricht. Se tra i criteri di sostenibilità di un’economia si considera anche il debito privato, l’Italia risulta uno dei Paesi più stabili d’Europa.
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Israele gela il mondo: la guerra con l’Iran è vicinissima
Tempo scaduto: tra poco parleranno le armi? Contro l’Iran, nel mirino per il suo programma nucleare, potrebbe scatenarsi la “madre di tutte le guerre”, aperta da un raid aereo e missilistico entro pochi mesi se l’Aiea denuncerà la preparazione di bombe atomiche. Esplicito il presidente israeliano, Shimon Peres: conto alla rovescia ormai imminente. E’ la conferma di un pericolo reale, denunciato con insistenza da analisti come il canadese Michel Chossudovsky: «La terza guerra mondiale non è mai stata così vicina». Liquidato Gheddafi e neutralizzato Assad, la Nato è padrona del Mediterraneo e il regime di Teheran appare isolato: mentre l’Unesco pensa di inserire la Palestina nel patrimonio dell’umanità, Israele testa nuovi missili e organizza war games in Sardegna. E anche gli inglesi tifano per la guerra, che Obama sperava di riuscire almeno a rinviare.
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Poveri noi, se basta un referendum a seminare il panico
Fino a che punto le regole vigenti nell’economia mondiale sono tuttora compatibili con l’esercizio della democrazia? La domanda è più che legittima, vista la reazione di panico con cui i mercati finanziari, e insieme a loro tanti leader politici nonché le principali istituzioni monetarie, hanno condannato la decisione del governo greco di convocare un referendum sulle ricette amare prescritte dall’Ue. Il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick, ne parla come di un “lancio di dadi”. Il governo tedesco lo qualifica come inaccettabile “perdita di tempo”. Quanto alle reazioni dell’establishment di casa nostra, basti per tutti l’aggettivo con cui Ferruccio de Bortoli, sul “Corriere della Sera”, liquida il referendum indetto da Papandreou: “Scellerato”.
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Barnard: Montezemolo, ultima maschera del vero potere
Fumo negli occhi: precisamente, «il linguaggio che il Vero Potere usa per dominarci con l’inganno». Mentre ce la prendiamo con la casta politica, che ad ogni famiglia costa 350 euro l’anno, l’élite finanziaria ci sfila di tasca 20.000 euro. Paolo Barnard torna all’attacco contro gli strateghi della crisi, “smascherando” l’ultimo apprendista stregone: Luca Cordero di Montezemolo, autore di una lettera al premier. Attenzione, meglio leggere tra le righe: «L’unica persona a cui di certo non si rivolge è Silvio Berlusconi». Ben altri i veri destinatari: l’alta finanza europea e internazionale. E’ una candidatura, quella di Montezemolo, che secondo Barnard suona così: “Io sono l’uomo dei mercati, al vostro servizio; leggete la mia retorica e apprezzate il modo in cui so elencare le vostre esigenze socialmente criminose, bilanciandole col necessario fumo negli occhi ai cittadini”.