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  • Bruxelles sbaglia tutto: così non ci salveremo mai

    Scritto il 06/10/11 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Serve un’alternativa radicale, o l’Europa intera fallirà: finora l’Unione Europea, la Bce e il Fondo Monetario Internazionale hanno sbagliato tutto, e il nuovo piano di salvataggio per la Grecia e gli altri paesi in difficoltà, tra cui l’Italia – il colossale Fondo Europeo di Stabilità da 2.000 miliardi di euro – andrà incontro alla stessa sorte. «La situazione è sconfortante», afferma l’economista inglese James Meadway: «L’Ue, il Fmi e la Bce sembrano incapaci di offrire nient’altro che le stesse ricette dimostratamente fallimentari». Eppure un’effettiva risposta alla crisi è necessaria: per la Grecia questa risposta sarà il default, ma «la società greca non deve fungere da capro espiatorio per il fallimento del sistema finanziario europeo».

  • Fai da te, baratto anti-crisi: cosa sappiamo fare di utile?

    Scritto il 06/10/11 • nella Categoria: idee • (2)

    Il “New York Times” racconta di come in Grecia si stia pian piano diffondendo un’economia basata sul baratto, su moneta locale, su autoproduzione e banche del tempo. Qualcuno sussurra che anche l’Italia sia destinata alla famosa “fine dell’Argentina”, dove la sussistenza di molte famiglie si basò a lungo sugli scambi di beni e servizi. Così mi sono chiesta: cosa sappiamo fare di utile? Se dovesse accadere un disastro come quello greco, con milioni di persone senza lavoro o con stipendi ancor più miseri di quelli odierni, chi riuscirà davvero a sopravvivere? La risposta è: chi ha qualcosa da vendere. Non solo patate e uova, ma anche conoscenze che possano essere utli agli altri.

  • Siamo in crisi, e questi politici non servono più a niente

    Scritto il 05/10/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Stefano Fassina prova a contestare la lettera con cui la Bce impone all’Italia l’euro-gogna del debito, ma Enrico Letta lo corregge spiegando che non si può essere «europeisti a intermittenza», proprio mentre Arturo Parisi mette in croce Bersani per non aver mosso un dito sulla raccolta firme per il referendum che restituirebbe agli italiani almeno una legge elettorale decente. Foto di famiglia con rovine: e questa sarebbe l’opposizione destinata a mandare a casa il Cavaliere, sostituendolo al governo di non si sa più bene cosa – sicuramente un paese precarizzato e impoverito, spaventato, commissariato dai banchieri mondiali nonché ostaggio di miliardari-filosofi travestiti da salvatori della patria, oracoli della “crescita” e tagliatori di teste come Marchionne.

  • Debito, Giulietto Chiesa: non deciderete contro di noi

    Scritto il 05/10/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Il 15 ottobre ci sarà a Roma una grande manifestazione contro il debito che strozza l’Europa e il mondo intero. La parola d’ordine è “non paghiamo il debito”. Io ci sarò, spero che siate in tanti. Sarà una manifestazione europea. Ci faremo compagnia in tutto il continente. La mia proposta di parola d’ordine – che spero sia condivisa da tanti – è: “Non deciderete contro di noi”. Perché il 15 ottobre è una dichiarazione d’intenti per il futuro. Cominciamo e non smetteremo fino a che non avremo ottenuto quello che chiediamo. Se saremo in tanti e saremo decisi, potremo vincere.

  • Israele, Golia travestito da Davide: la finta pace sia con voi

    Scritto il 04/10/11 • nella Categoria: idee • (1)

    Scrivo mentre la Assemblea dell’Onu discute il riconoscimento formale dello Stato Palestinese. Sarà un grande ed inedito passo avanti verso il soddisfacimento dei diritti di quel popolo, conculcati vilmente, cinicamente, dalla cosiddetta comunità internazionale, cioè dai grandi e cinici padroni del mondo, per sessanta interminabili anni. Ma io guardo la cartina geografica e vedo come stanno le cose oggi. Vedo cos’era la Palestina nel 1946, cosa ne fu nel 1947, cosa ne restò nel 1967. E vedo adesso un puzzle di micro territori staccati gli uni dagli altri, un quinto, un decimo, forse meno, di quel territorio originario, fatto di misere nicchie isolate, impoverite, senz’acqua, senza diritti, vessate, martoriate.

  • Crisi di panico: il trauma per indurci a svendere l’Italia

    Scritto il 04/10/11 • nella Categoria: idee • (1)

    30.000 lavoratrici e lavoratori da gettare in mezzo ad una strada. 30.000 dipendenti pubblici da sacrificare sull’altare del finanza, se si vogliono ricevere 8 miliardi di euro di aiuti. 30.000 persone in carne ed ossa che dovranno essere licenziate perchè la Grecia riceva aiuti economici che nemmeno risolveranno la crisi. 30.000 persone licenziate è il nuovo prezzo che la Grecia dovrebbe pagare alla cosiddetta troika, formata da Bce, Fmi e Ue. Persone in carne ed ossa, donne, uomini, madri e padri di famiglia, lavoratrici e lavoratori, sono dunque considerati merce di scambio per gli affari finanziari tra governi e la troika.

  • Cremaschi: gli usurai d’Europa non avranno i nostri soldi

    Scritto il 03/10/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Sul “Corriere della Sera” qualche giorno fa è uscita una lettera terribile: è un attacco a tutto. Qualcuno ha detto che Draghi è un uomo di cultura, e che va rispettato; io trovo una bassezza da ragionere commercialista della val Brembana, in quel testo, in cui vedo tutto tranne che cultura. Quella lettera è di una violenza inaudita: due privati cittadini – perché questo sono, sostanzialmente, Trichet e Draghi – scrivono al presidente del Consiglio, con un tono di un’arroganza totale, dicendo: abbiamo visto che avete fatto delle cose, però dovreste fare questo, questo e questo. Quando è stata pubblicata quella lettera, in prima pagina, ho pensato: adesso, in Italia, finalmente si apre il dibattito politico; i grandi partiti, i grandi esponenti politici – quelli di destra, quelli di sinistra, quelli avanzati, quelli arretrati, quelli del cambiamento, quelli delle “narrazioni” – si mettono a narrare della lettera della Banca centrale europea. Silenzio totale.

  • Vendola: economia verde, non crescita ad ogni costo

    Scritto il 02/10/11 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Crescita? Non ad ogni costo. Dipende da quale settore sviluppare. Uno su tutti, la cosiddetta green economy: non per forza soltanto l’industria “verde”, ma anche l’autoproduzione diffusa, di agricoltura biologica e di micro-generazione energetica. Dalle “masserie didattiche” ai pannelli solari «su ogni tetto, su ogni balcone»: è il  passaggio chiave con cui Nichi Vendola, dal palco di piazza Navona allestito il 1° ottobre per aprire la sua personale campagna elettorale – obiettivo dichiarato: le primarie del centrosinistra – spalanca più di uno spiraglio nei confronti degli “eretici” della crisi, quelli che – da Grillo ai teorici della Decrescita, da Maurizio Pallante a Giulietto Chiesa fino ai No-Tav della valle di Susa, apertamente evocati – mettono sotto accusa, oltre alla casta di potere, anche e soprattutto il modello di sviluppo che ha generato il disastro nel quale l’Italia si dibatte.
    Se Vendola dedica la sua appassionata orazione al centrosinistra e incalza Bersani sul terreno delle scelte strategiche, disegnando una sorta di nuovo umanesimo solidale dal quale respingere l’attacco storico che, attraverso la finanza e “l’Europa delle banche” l’alleanza fra capitalismo e speculazione sta sferrando contro il corpo sociale ridotto alla precarizzazione e impoverito dall’erosione del welfare, oltre al profilo chiaramente elettorale – raccogliere consensi trasversali per rilanciare la sfida soprattutto al Pd, spronandolo all’azione – da Vendola sono arrivate parole decisamente inconsuete per un leader politico nazionale: il fondatore di “Sinistra, ecologia e libertà” ha messo in discussione il dogma della crescita, che va condizionata, a monte, da una scelta selettiva: più che una crescita generica del Pil, invariabilmente invocata da politici, economisti e Confindustria, sarà bene scegliere: meglio lo sviluppo di produzioni davvero utili e davvero sostenibili.
    Con uno sguardo sociologico alla Penisola, Vendola denuncia l’abbandono progressivo delle aree rurali: negli ultimi decenni, insediamenti e attività hanno letteralmente intasato le areee metropolitane e le fasce costiere, archiviando frettolosamente l’enorme giacimento –   ambientale, agricolo, paesistico e turistico – dell’entroterra, le zone collinari e montane: se l’economia del capitalismo finanziario sta letteralmente collassando, sarà meglio prendere in considerazione l’opportunità di una sorta di contro-esodo, guidato dalle nuove opportunità fornite dall’alleanza fra agricoltura biologica e nuove tecnologie energetiche. Una visione del mondo che prefigura un futuro di risorse rinnovabili, tutto da inventare e da costruire, purché a misura d’uomo. Se oggi non è possibile misurare il peso di questa rivoluzione possibile, neppure nelle intenzioni di un leader come Vendola – impegnato a condividere i contenuti della sua green economy con le nomenklature del centrosinistra – l’orazione di piazza Navona rappresenta un avvertimento, ispirato da una parola d’ordine «dal profumo antico: conversione».

    Crescita? Non ad ogni costo. Dipende da quale settore sviluppare. Uno su tutti, la cosiddetta green economy: non per forza soltanto l’industria “verde”, ma anche l’autoproduzione diffusa, di agricoltura biologica e di micro-generazione energetica. Dalle “masserie didattiche” ai pannelli solari «su ogni tetto, su ogni balcone»: è il  passaggio chiave con cui Nichi Vendola, dal palco di piazza Navona allestito il 1° ottobre per aprire la sua personale campagna elettorale – obiettivo dichiarato: le primarie del centrosinistra – spalanca più di uno spiraglio nei confronti degli “eretici” della crisi, quelli che – da Grillo ai teorici della Decrescita, da Maurizio Pallante a Giulietto Chiesa fino ai No-Tav della valle di Susa, apertamente evocati – mettono sotto accusa, oltre alla casta di potere, anche e soprattutto il modello di sviluppo che ha generato il disastro nel quale l’Italia si dibatte.

  • Catastrofe 2012: lo dice il boom dei social network

    Scritto il 01/10/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    L’economia dei paesi occidentali non si è ancora risollevata dalla crisi generata dai mutui subprime degli Stati Uniti e già ci sono segnali di un’altra probabile batosta. E chi pagherà il prezzo più alto? Come al solito “quelli che stanno in basso”. Il mercato finanziario sta preparando una nuova bolla speculativa. E quando scoppierà saranno guai anche (meglio dire soprattutto) per chi non opera in Borsa. Cioè la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. E forse in pochi si sono accorti che il nostro futuro economico (e non solo) dipende anche (ma in buona misura) dagli Etf. Gli Exchange traded funds, i cosiddetti fondi replicanti perché seguono l’andamento di un determinato indice finanziario, sono stati accusati, a ragione, di “tossicità”. La stessa accusa che venne fatta nel 2008 ai mutui subprime negli Stati Uniti. E che hanno provocato, con reazione a catena, la crisi economica da cui non si è ancora usciti.

  • Eco-furbi: rottamare l’auto inquina, più che cambiarla

    Scritto il 01/10/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Ogni tanto leggo qualche proposta ambientalista che mi lascia di stucco. Come l’ultima ideona sul bollo auto: far pagare di più, in base alle emissioni di CO2. Stabilire il pagamento di una tassa in base alle emissioni, si traduce in “Devi comprarti la macchina nuova altrimenti cacci il grano”, ovvero è una tassa su chi non cambia l’auto ogni tre anni. Molto ambientalista. Considero le emissioni importanti, ossia il problema #318 sulla lista delle questioni ambientali. Una specie di specchietto per le allodole riservato a bambini ed ignoranti, e vòlto ad ignorare i veri problemi ambientali che sono il massiccio inquinamento del territorio, il consumo delle risorse e il problema energetico.

  • Miracolo: nuova legge elettorale, oltre un milione di firme

    Scritto il 30/9/11 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Dopo acqua pubblica, nucleare e giustizia, gli italiani tornano a condizionare direttamente l’agenda politica: oltre un milione e duecentomila firme, consegnate il 30 settembre alla Corte di Cassazione, apriranno le porte al nuovo referendum per cancellare la “legge-porcata”, quella che ha imbottito il Parlamento di uomini “nominati” dalle segreterie di partito. Il via libera della Cassazione arriverà entro il 10 dicembre, poi ci sarà il passaggio alla Corte costituzionale, che valuterà l’ammissibilità formale dei quesiti. Unica possibilità per evitare il referendum, a quel punto: una riforma elettorale che cancelli il “Porcellum” e restituisca sovranità piena agli elettori. Per Antonio Di Pietro, promotore del referendum, «ancora una volta i cittadini hanno anticipato la politica».

  • Porno-show quotidiano sui media, mentre l’Italia sprofonda

    Scritto il 30/9/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Basta, per favore basta con le presunte zoccole, i presunti maneggioni, i presunti favori, le alcove, le fotografie con i tanga, le tette e i fondoschiena. Vogliamo toglierci l’ex presidente del Consiglio dai coglioni? E’ cosa buona e giusta, ma non c’è bisogno di trasformare l’Italia in una versione hard del Decamerone. Ogni giorno una nuova puntata a luci rosse. Per capire quale procura sta indagando (Lecce, Bari, Roma?), su quali escort, e dove si trova (ma soprattutto chi è) Lavitola, bisogna leggere il riassunto delle puntate precedenti. Altrimenti non è possibile capire nulla. Il premier ha indotto a mentire un testimone, si è scopato una minorenne, ha fatto la doccia dopo un amplesso, se ne è trombate otto in una volta? Pagine su pagine di intercettazioni e di ragazze mai condannate in tribunale, ma diventate puttane per diritto giornalistico. In caso di non colpevolezza, di mancanza di reato, qualcuno le risarcirà?

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