Archivi degli autori 
-
Rivoluzione all’Onu: basta carcere, legalizziamo la droga
“Legalize it”, cantava il grande Bob Marley. E adesso, tanti anni dopo, a dargli ragione è addirittura l’Onu. Fine della repressione: cinquant’anni di guerra alla droga hanno fallito e non resta che prenderne atto. Meglio dire basta alla criminalizzazione e trattare l’emergenza mondiale per quello che è: una questione sanitaria. Via d’uscita: legalizzare il commercio delle sostanze stupefacenti, a partire dalla cannabis. Firmato: l’ex presidente dell’Onu, Kofi Annan, uno dei responsabili dell’inutile crociata mondiale contro le droghe. Con lui ora si schierano i grandi della politica, dell’economia e della cultura: Ferdinando Cardoso, George Schultz, George Papandreu, Paul Volcker, Mario Vargas Llosa. Il nuovo slogan: “Trattare i tossicodipendenti come pazienti e non come criminali”. I criminali, quelli veri, fanno della droga – proibita – un business planetario, che sta mettendo in ginocchio interi Stati, dal Messico al Kosovo, con i “narcos” che ormai entrano nella finanza e fanno politica.
-
Israele avrà paura, il giorno in cui scoppierà la pace
«La cosa che mi piace di più d’Israele sono le contraddizioni esplosive. Questo paese ha contraddizioni impressionanti. Per esempio, c’è una piccola parte della società israeliana che ha già fatto la pace con i palestinesi. Basterebbe affidarsi al loro approccio, ma temo che nessuno lo farà mai: è la comunità gay e lesbica, sia in Israele che nei Territori». Mentre nelle librerie arriva “Il popolo dell’esilio”, il nuovo libro di Moni Ovadia, sul muro esterno della scuola ebraica di Roma qualcuno ha incollato un manifesto intimidatorio, con stampate queste parole: “Ogni ebreo è nostro fratello, Moni Ovadia e Giorgio Gomel no”.
-
Svolta anti-Casta, si vota anche sul nucleare
Al voto! Al voto! Dopo il pronunciamento della Cassazione si schiude, per tutti gli italiani desiderosi di una svolta, l’opportunità di riprendersi una fetta di democrazia. E attraverso il voto. Questo mi pare un punto, poco discusso ma fondamentale, della questione referendum. Il fatto che mediante gli strumenti formali della nostra democrazia esausta si possa ancora dare un segno di partecipazione vera, mi sembra fondamentale. Anche il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è sceso nell’agone politico, dopo aver dismesso almeno in parte il linguaggio dell’antipolitica, perché è solo all’interno delle Istituzioni che può affermarsi un’alternativa costruttiva al sistema.
-
Chi l’ha visto? Tranquilli: lo ritrova l’avvoltoio-radar
Missione, ricercare persone scomparse, ferite o morte: dispersi in superficie, nei boschi, sotto le macerie; ma anche annegati, vittime di esplosioni o incendi, e persino corpi sepolti. Arma segreta: l’olfatto, molto più sviluppato di quello del cane. Inoltre, in pochi minuti può perlustrare chilometri di terreno impervio. Si chiama “avvoltoio collorosso”, in inglese “turkey vulture”, avvoltoio-tacchino. Piccolo, goffo e sgraziato. Ma una volta in volo, maestoso. E così prezioso, per la ricerca di scomparsi, da convincere la polizia tedesca ad “arruolarlo”: “Sherlock”, esemplare di cinque anni allevato in Germania, sarà il capo-stormo e guiderà nelle ricerche i giovani “Miss Marple” e “Columbo”, allevati in Carinzia. Tre investigatori alati, specializzati nel ritrovare corpi: compito spiacevole, ma necessario.
-
Pakistan, ucciso reporter: svelò i rapporti tra 007 e Al Qaeda
Ucciso dagli 007 del Pakistan per aver ipotizzato legami tra l’intelligence di Islamabad e Al-Qaeda? Si chiude tragicamente la vicenda del giornalista Syed Saleem Shahzad, corrispondente per media italiani, scomparso nella capitale pachistana il 29 maggio: il suo cadavere è stato ritrovato, con segni di tortura, nei pressi della sua auto a 150 chilometri dalla città. “Human Rights Watch” punta il dito contro l’Isi, il servizio segreto militare per Pakistan, addestrato dalla Cia: «Solo loro avrebbero potuto sequestrare un giornalista nella capitale e farlo sparire senza lasciare tracce: e Shahzad era minacciato proprio dall’Isi». Il sospetto: aveva indagato sulle “relazioni pericolose” tra gli 007 e i Talebani, in passato al centro di inquietanti interrogativi anche su attentati ufficialmente attribuiti ad Al Qaeda.
-
Ridateci l’Italia: lettera aperta al futuro governo senza B.
Il voto di maggio 2011 ha aperto una nuova fase della politica italiana. I suoi effetti, insieme al risultato dei referendum di giugno, possono imprimere una spallata decisiva per un cambio politico. Questa svolta contiene grandi speranze, perchè esprime risultati che vanno contro la casta politica e indicano un risveglio popolare. Ma contiene anche grandi pericoli, perché può nutrire illusioni mentre è chiaro che le classi dominanti cercano di riorganizzarsi per meglio realizzare la macelleria sociale che si propongono di fare. Anche usando, ancora una volta, la sinistra.
-
Migliaia insieme in montagna, la lunga notte dei No-Tav
Cronaca dell’ultima notte dalla Libera Repubblica della val Clarea; oggi è il 30 maggio, la prossima sarà di nuovo una notte di veglia in attesa di qualcosa di cui faremmo volentieri a meno. Alla fine sembrava di parlare dei parenti. Quelli un po’ scomodi che arrivano senza essere invitati. «Arrivano?», «Sì, arrivano», «Speriamo che vengano stasera», «Arrivano o non arrivano?». Il tam tam era partito venerdì, proseguito sabato tutto il giorno: «Verranno fra domenica e lunedì mattina». E’ sicuro. Le voci si rincorrono. Da Torino imprenditori chiedono che si apra questo benedetto cantiere della Tav, si apra «a qualunque costo», anche a costo di usare la forza, lo chiedono a Maroni.
-
La Cina sospende la pena di morte, e nessuno ne parla
La notizia che la Corte suprema cinese abbia dichiarato una moratoria di due anni sulla pena di morte è una splendida ed importantissima novità che meriterebbe la prima pagina sui giornali. Va celebrata come un grandissimo trionfo di chi da sempre si è battuto contro la pena di morte anche in quel grande paese. Tuttavia c’è qualcosa che stride… Come si spiega infatti che, dopo aver dedicato migliaia di articoli a denunciare l’uso della pena di morte in Cina, oggi i nostri media non raccolgano i frutti di un successo che in teoria è anche un po’ loro?
-
Facce pulite, fuori dalla Casta: anche il Pd impari la lezione
«Emozionante», commenta Paolo Flores d’Arcais, direttore di “Micromega”, sulle pagine del “Fatto Quotidiano” all’indomani della storica disfatta berlusconiana in tutta Italia, da Milano a Napoli. Se la democrazia sembra quasi diventata “eversiva”, ben vengano gli outsider come Pisapia e De Magistris, bollati come estremisti e populisti: è il popolo sovrano che li vuole, preferendoli al cupo Cavaliere minaccioso ma anche ai sordi burocrati del centrosinistra. «Non si vince “al centro”», insiste Flores d’Arcais, che critica il centrosinistra dai giorni di Mani Pulite: «Non si vince con la geometria delle nomenklature: vince chi conquista la posizione strategia della cosiddetta “antipolitica”, che poi è l’incoercibile voglia di politica autentica, dove i cittadini tornano protagonisti e i partiti o le liste elettorali sono loro strumenti».
-
Per favore, non massacrateci: No-Tav, appello ad Amnesty
«Scriviamo per attirare la vostra attenzione sul clima di minaccia ed annunciate violenze che i politici e gli imprenditori torinesi stanno creando contro il sacrosanto diritto di noi cittadini di protestare in modo pacifico, per contrastare la costruzione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione». Così l’appello che i No-Tav “sotto assedio” a Chiomonte in valle di Susa indirizzano ad Amnesty International, dopo l’accorata lettera aperta rivolta ai «cittadini in uniforme», gli agenti delle forze dell’ordine: «Non siamo noi i violenti, riflettete: quello che vi chiedono è di usare la forza per consentire la rapina dell’Italia, attraverso il colossale sperpero della Torino-Lione». E mentre la Cisl – senza Bonanni – “sbarca” a Susa per schierarsi coi cantieri, Fiom e Cobas restano accanto alla valle di Susa, che mobilita i suoi sindaci come nel 2005 per fermare l’assalto delle ruspe.
-
Addio Seconda Repubblica: legge elettorale, Bossi romperà
La disfatta berlusconiana nelle urne è un uragano destinato ovviamente in primis a rovesciarsi sul destino politico del capo del governo, ma anche a scardinare il sistema politico degli ultimi quindici anni. Uno sconvolgimento in cui nulla resterà come prima: partiti, alleanze, leader, sistemi elettorali, aggregazioni, schieramenti. Primo fra tutti il centrodestra così come lo abbiamo conosciuto, alla vigilia di un divorzio tra il Pdl e la Lega che potrebbe addirittura preannunciare lo sfaldamento dell’impalcatura bipolare che ha retto l’intera vicenda della Seconda Repubblica. Per capire cosa ne sarà dell’attuale maggioranza dopo il sisma che l’ha travolta in tutta Italia con pari violenza devastante, occorrerà decifrare infatti proprio le mosse del partito di Bossi: il vero grande sconfitto di queste elezioni assieme a quello di Silvio Berlusconi.
-
Milano e Napoli, storico ko: l’Italia boccia Berlusconi
Una Milano esausta, stremata da violenze verbali, volgarità e xenofobia, risse e scandali, archivia Letizia Moratti e boccia Silvio Berlusconi e la sua disastrosa campagna elettorale, mentre Napoli incorona Luigi De Magistris. Il centrodestra frana quasi ovunque: anche a Cagliari, Trieste, Novara. Nella capitale del Nord si afferma il moderatismo riformista di Giuliano Pisapia, sopra il 55%, accelerando l’ascesa del suo sponsor, Nichi Vendola. Il Pd è costretto a inseguire anche a Napoli, dove l’ex magistrato dell’Idv straccia letteralmente il centrodestra volando sopra il 65%, ma Bersani esulta: «Una valanga, una riscossa civica e morale del centrosinistra, di cui il Pd ha saputo mettersi al servizio». Anche per Pino Cabras, direttore di “Megachip”, la svolta è epocale: «La Seconda Repubblica finisce da dove era cominciata: dai Comuni».