Archivi degli autori 
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Fratelli d’Italia, da Benigni una pessima lezione di storia
Roberto Benigni a Sanremo: ma certo, quello che voleva bene a Berlinguer! Quello che – con gentile soavità – insieme a Troisi scherzava su Fratelli d’Italia … Che trasformazione! Sorprendente! Eh sì, giacché giovedì 17 febbraio «sul palco dell’Ariston», come si dice in queste circostanze, non ha fatto solo l’esegesi dell’Inno di Mameli. Ha fatto di più. Ha fatto un’apologia appassionata dei valori politici e morali proposti dall’Inno. E – come ha detto qualcuno – ci ha anche impartito una lezione di storia. Una «memorabile» lezione di storia, se volessimo usare il lessico del comico.
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Sanguinosa battaglia in Libia per rovesciare Gheddafi
Terrore in Libia: almeno 80 morti in poche ore, un bagno di sangue. Ma la violentissima repressione della rivolta non sarebbe riuscita a piegare la Cirenaica, la regione di Bengasi, dove da giorni migliaia di manifestanti – sull’onda delle rivolte di Tunisi e del Cairo – sono in piazza per chiedere la testa di Muhammar Gheddafi. Il regime ha impiegato anche mercenari per stroncare i ribelli, ma la Libia – dove Internet è oscurato e solo poche notizie riescono ad aggirare la censura – sembra essere sull’orlo di una guerra civile. Obiettivo, la destituzione di Gheddafi dopo 42 anni di dittatura. «Assordante il silenzio del governo italiano», accusa Walter Veltroni: Roma non ha ancora preso posizione.
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Cina-Colombia, un treno archivia il Canale di Panama
Ancora la ferrovia, ancora il Sud America. La strategia di espansione economica della Cina “win-win” – che promette cioè benefici a tutti i contraenti – guarda ancora al continente latinoamericano, ma questa volta il progetto appare incredibilmente ambizioso: mettere in pensione il canale di Panama. Secondo quanto riporta il “Financial Times”, Cina e Colombia starebbero infatti costuendo una ferrovia lunga 220 chilometri dalla costa del Pacifico a quella atlantica del Paese sudamericano. Già soprannominata “canale secco”, la linea permetterebbe alle merci cinesi di arrivare sul continente per essere trasportate in una città di nuova edificazione vicino a Cartagena; qui, sarebbero riassemblate e distribuite in tutta l’America Latina. In cambio, le materie prime di cui il Dragone è ingordo, farebbero il percorso inverso.
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Wikileaks, gli Usa: Berlusconi danneggia l’Italia
«Il premier Silvio Berlusconi con le sue frequenti gaffes e la scelta sbagliata delle parole» ha offeso nel corso del suo mandato «quasi ogni categoria di cittadino italiano e ogni leader politico europeo», mentre «la sua volontà di mettere gli interessi personali al di sopra di quelli dello Stato ha leso la reputazione del Paese in Europa e ha dato sfortunatamente un tono comico al prestigio dell’Italia». Parola dell’ambasciatore uscente Ronald Spogli, che nel febbraio del 2009 fotografa così il caso-Italia in un dispaccio confidenziale a Hillary Clinton. Non sono ancora scoppiati i casi Noemi, D’Addario e Ruby, ma Berlusconi è già precipitato nella stima degli americani. Lo rivelano 4.000 cablogrammi di Wikileaks, presentati in esclusiva da “L’Espresso” in collaborazione con “Repubblica”.
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Massacro in Libia, Gheddafi fa sparare sulla protesta
Cresce di ora in ora la tensione in Libia: almeno quattro persone sono rimaste uccise negli scontri scoppiati tra forze dell’ordine e manifestanti nella città orientale di Al-Bayda, nelle prime ore della cruciale “giornata della collera” proclamata dalle opposizioni il 17 febbraio per contrastare il regime di Gheddafi. Le notizie fluiscono frammentarie, attraverso siti di opposizione e Ong libiche. Gli scontri di Al-Bayda fanno seguito alla protesta di Bengasi, ferocemente repressa nella notte tra il 15 e il 16 febbraio. Il Colonnello teme che anche la Libia possa sollevarsi contro il regime: per questo, secondo i servizi segreti italiani, ha agevolato l’esodo verso Lampedusa attraverso la Tunisia facilitando l’espatrio di oppositori.
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Più mercenari che soldati: cresce l’esercito fantasma
E’ un esercito fantasma, con il compito peggiore: fare il lavoro sporco, quello di cui i generali non si assumono la responsabilità. Ma è un’armata imponente: il numero delle unità operative impegnate in battaglia ormai supera addirittura quello dei soldati in uniforme. E’ la guerra-ombra dei mercenari, che oggi si chiamano “contractor”. Sono decine di migliaia, combattono e muoiono. Una vera ecatombe: almeno duemila i caduti, nelle guerre “americane” in Iraq e in Afghanistan. Lo rivela la rivista statunitense “Service Contractor”, che chiede che sia reso pubblico – e quindi riconosciuto – l’oscuro “sacrificio” dei soldati-fantasma che combattono nell’anonimato, a fianco delle truppe regolari.
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Balene, stop alla mattanza: Sea Shepherd piega il Giappone
Il Giappone alza bandiera bianca: per ora sospende la caccia alla balena e probabilmente annullerà la “missione” in corso nelle acque dell’Antartico. La flotta baleniera nipponica, autorizzata ancora una volta a compiere l’ennesima mattanza – bottino, mille cetacei – si arrende per ora agli eco-pirati di Paul Watson, leader dell’associazione Sea Sheperd: con le loro veloci imbarcazioni d’assalto, i “pastori del mare” si interpongono tra arpioni e balene, ostacolando le operazioni di macelleria marittima condotte con l’alibi assurdo della ricerca scientifica. Impossibile manovrare in un mare brulicante di spericolati incursori, scesi in campo a difesa delle balene.
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Cremaschi: sciopero a oltranza fino alla resa di Berlusconi
Dieci milioni di firme, porta a porta, per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi, rinviato a giudizio per concussione e prostituzione minorile dal tribunale di Milano. E’ l’obiettivo del Pd, che si prepara a una campagna a tappeto dopo il clamoroso successo di “Se non ora, quando?”, la manifestazione per la dignità femminile con un milione di donne nelle piazze italiane. E mentre Bersani intensifica i contatti sotterranei con la Lega, cui offre di varare il federalismo fiscale se Bossi molla il Cavaliere, a spingere per la mobilitazione di piazza è Giorgio Cremaschi: il dirigente della Fiom chiede uno sciopero generale a oltranza, fino alle dimissioni del premier.
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Gheddafi trema: scontri a Bengasi, s’incendia anche la Libia
Il contagio della rivolta nel mondo arabo e islamico è arrivato anche in Libia, paese che confina con sia con Egitto che con la Tunisia. È di almeno 38 feriti il bilancio degli scontri fra manifestanti e polizia appoggiata dai sostenitori del leader libico Muhammar Gheddafi, scoppiati a Bengasi nella notte fra il 15 e il 16 febbraio. Mentre a Lampedusa – dove è stato dichiarato lo stato d’emergenza – si ammassano migliaia di profughi tunisini, a tremare è ora il regime di Tripoli, al quale il governo Berlusconi ha affidato il controllo della frontiera mediterranea. Dopo aver fatto il tifo per Ben Alì e Mubarak – i presidenti-dittatori rovesciati dalla furia popolare tunisina ed egiziana – ora Gheddafi deve fare i conti con il popolo libico galvanizzato dall’ondata democratica maghrebina.
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Prostituzione, Berlusconi a giudizio: prepariamoci a tutto
Ripeterlo è perfino inutile. In qualsiasi altra democrazia al mondo un premier indagato per prostituzione minorile non sarebbe restato un minuto di più al suo posto. Pensate a Cameron, a Sarkozy, a Zapatero. Come avrebbero potuto tirarla in lungo accusando di qualsiasi cosa magistratura e informazione senza rischiare una rivolta di piazza? Figuriamoci se rinviati a giudizio con una motivazione di un giudice terzo, il gip, che parla di “evidenza delle prove”.
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Basta speculazioni: anche Berlino rivuole l’acqua pubblica
Dopo Parigi, anche Berlino vuole l’acqua pubblica. Chiamati alle urne, i berlinesi hanno infatti votato “sì” al referendum per l’annullamento della privatizzazione parziale della società di gestione dei servizi idrici. Si è trattato di una vittoria schiacciante: su più di 678.000 elettori, il 98,2%, ha votato a favore di una maggiore trasparenza dei contratti. Il referendum chiedeva infatti la pubblicazione integrale del contratto con cui nel 1999 la capitale tedesca, per riempire le casse cittadine, vendette alle società Rwe e Veolia il 49,9% dell’azienda dei servizi idrici comunali (Berliner Wasserbetriebe). Secondo i sostenitori del referendum, da allora i prezzi dell’acqua sono aumentati del 35% e sono tra i più alti di qualsiasi altra città tedesca.
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Blowin’ in the wind: basta il vento a dare energia al mondo
The answer, my friend, is blowin’ in the wind: dopo Bob Dylan, a scommettere sul vento per avere una risposta definitiva – in questo caso, sull’energia – è un professore di Harvard. Si chiama Michael McElroy, insegna scienze del pianeta e ha scoperto che la sola forza dell’aria, se adeguatamente sfruttata, sarebbe sufficiente a produrre 42 volte l’energia oggi utilizzata nel mondo. Basterebbe solo attrezzarsi con pale eoliche nei punti giusti della terra: in pole position Russia, Canada e Stati Uniti. Senza dimenticare la Cina: disponendo generatori sullo 0,5% del suo territorio – un’area grande quanto la Francia – il colosso asiatico riuscirebbe a rispondere completamente alla sua nuova, mostruosa fame di energia.