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Missili salva-Obama? I rivali: no, ora basta guerre
E se l’America si ritirasse clamorosamente dai teatri di guerra disseminati nel mondo? Potrebbe succedere, per assurdo, se fra due anni cadesse la “colomba” Obama, come sembra annunciare il disastroso esito delle elezioni di medio termine. Solo una guerra, scrive il “Washington Post”, oggi potrebbe “salvare” il presidente che prometteva “Yes, we can” ed è stato invece travolto dalla propria inerzia di fronte alla catastrofica crisi ereditata da Bush. A puntare sulla pace oggi non è più Obama, ma i suoi rivali, i tradizionali “falchi” di ieri: proprio i leader emergenti dei repubblicani oggi sono gli unici, in America, a prospettare il ritiro immediato e unilaterale degli Stati Uniti da ogni guerra.
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Cose Nostre: anche Saviano nella maratona in diretta web
Anche Roberto Saviano partecipa il 5 novembre a “Cose Nostre”, la grande maratona organizzata dalla rete italiana delle web-tv in memoria di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica assassinato dalla camorra. La diretta metterà insieme il giudice anti-ndrangheta Nicola Gratteri e il procuratore torinese Giancarlo Caselli, l’attore Giulio Cavalli minacciato dalla mafia e Pino Masciari, l’imprenditore calabrese finito nel mirino delle cosche per essersi ribellato al racket. “Cose Nostre” si annuncia un autentico evento. Lo streaming web, con partenza in prima serata, ha ottenuto il supporto dei maggiori media: da “RaiNews” a “Current”, dal “Sole 24 Ore” al “Corriere della Sera”, dall’“Unità” al “Fatto Quotidiano”.
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L’industriale: l’uomo che ha distrutto la bellezza
L’industriale è stato il primo uomo nella storia a preferire il brutto al bello. Dove ha steso la sua mano ha distrutto l’arte. Il suo occhio è non soltanto ottuso, ma anche malefico. Tutto per l’industriale deve ridursi ad attività produttiva. Volete vedere l’indignazione sul volto di un industriale? Parlate delle plaghe dove esistono soltanto aziende agricole familiari, senza un mercato. Volete vedere la faccia di un industriale sorridente? suggerite che l’educazione pubblica spreca il tempo dei giovani con superflue conoscenze, che occorre rifare il sistema d’istruzione dallo zero.
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Crisi, l’America impaurita non si fida più di Obama
Barack Obama incassa una dura sconfitta, ma evita una débacle irrimediabile: nelle elezioni di medio termine i democratici franano alla Camera ma conservano il Senato. Un rovescio che rientra nel tradizionale ciclo politico americano: andò peggio a Reagan, Clinton e Bush, che a metà legislatura persero entrambi i rami del Parlamento. Ma i precedenti storici non bastano ad evitare lo choc, scrive Federico Rampini su “Repubblica”, perché alla Camera le dimensioni dell’avanzata repubblicana sono travolgenti: è il più grosso ribaltamento dei rapporti di forze dal 1948. «In due anni – rileva Rampini – Obama sembra avere dilapidato gran parte del patrimonio di consensi, l’aureola di carisma, l’alone di speranza che avevano circondato la sua vittoria nel 2008».
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Berlusconi è finito? Tranquilli, “dopo” non cambierà niente
Silvio Berlusconi è finito. Lo si capisce ormai da molti segnali, tutti infausti per lui. L’ultima faccenduola, di Ruby, la minorenne, ha fatto tracimare il vaso. “Famiglia Cristiana” ha lanciato uno sferzante anatema. Cioè il mondo cattolico di base (anche se non ancora le gerarchie) lo ha scaricato. La signora Marcegaglia ha chiesto il ritorno alla «dignità delle istituzioni». Il che significa che anche il sindacato dei padroni ne ha piene le scatole di questa situazione incresciosa. Gianfranco Fini si è lasciato scappare addirittura la parola “ostruzionismo”. E se un presidente di una Camera diventa sostenitore del filibustering vuol dire che il “dolo” (pardon, il “lodo”) proprio non glielo regalerà.
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Pallante: trent’anni di bugie, vi svelo la truffa dei partiti
Come direbbe Beppe Grillo: ci hanno preso per i fondelli. Tutti: destra e sinistra. Politici impegnati a recitare nel loro teatrino elettorale, ma in realtà ridotti a semplici sudditi, servi ottusi e corrotti del pensiero unico, meri esecutori dei diktat del vero potere, quello dell’industria e della finanza, complice anche l’appoggio della politica cattolica. Firmato: Maurizio Pallante, il guru della Decrescita all’italiana. Che stavolta non tiene una conferenza e non firma un saggio sul dogma folle dello sviluppo illimitato, ma addirittura un romanzo: ambientato nell’hinterland di Torino, in un ex paese divenuto città. Un plastico perfetto per mettere in mostra, spietatamente, tutti gli orrori dei “trent’anni che sconvolsero il mondo”: una trappola dalla quale, ormai è evidente, non sappiamo più come uscire.
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Cose Nostre: legalità e buona politica, nel nome di Vassallo
Cose Nostre: denunciare l’illegalità e provare a scrivere un futuro diverso, a misura di territorio, seguendo l’esempio di Angelo Vassallo, il sindaco “virtuoso” di Pollica assassinato dalla camorra. Non è un appello, ma una diretta web: che venerdì 5 novembre accenderà i riflettori sull’Italia che resiste e combatte per un avvenire migliore. Un grande evento mediatico, in diretta a reti unificate, con ospiti di prima grandezza: magistrati antimafia, giornalisti, scrittori, comitati. Un concerto a più voci, organizzato dalla rete delle web-tv italiane col supporto dei maggiori media, tra cui il “Corriere della Sera”, “Il Sole 24 Ore”, “L’Unità” e “Il Fatto Quotidiano”, e la partecipazione di “Current Tv” e “RaiNews”. Tanti studi collegati, video e interviste: tutto via web, in tempo reale, dalla prima serata.
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L’Onu freni il capitalismo globale, o sarà l’apocalisse
Basta capitalismo. Ma con che cosa lo si sostituisce? Nessuno ha un’idea in testa. Questa è la verità. Non esiste una globalizzazione giuridica, tra l’altro. Questa è a grande differenza con la globalizzazione di tipo medioevale, regolata dalla famosa Lex mercatoria, una legge elaborata dai mercanti, non da un singolo Stato: e per suo mezzo il commercio funzionava. Adesso le grandi imprese lavorano tra di loro. Non c’è più una norma giuridica che ne disciplini i comportamenti: nei confronti della fame nel mondo, dello sfruttamento delle classi più povere, del lavoro minorile, della sicurezza sul lavoro che secondo Tremonti è un lusso. E ovviamente nemmeno nei confronti del pianeta.
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L’ultima vergogna: assassinare Tareq Aziz
«We live in a political world», cantava Bob Dylan nel fatidico 1989, con una desolata amarezza che sembrava già spegnere, profeticamente, gli entusiasmi universali per la nuova era in arrivo: l’inedita, rivoluzionaria governance mondiale Usa-Urss, archiviata la guerra fredda grazie a Mikhail Gorbaciov. Con l’eclissi dell’Unione Sovietica, il mondo è puntualmente precipitato nella guerra infinita: Balcani, Cecenia, 11 Settembre, Afghanistan. Anche se oggi Wikileaks mette in piazza gli orrori compiuti in Iraq, paese invaso e devastato sulla base di accuse false, l’ex premier britannico Tony Blair gira il mondo a presentare le sue memorie. Fu lui, con Bush, a volere la guerra in Iraq. E ora, dopo l’impiccagione di Saddam, il boia si prepara a giustiziare anche Tareq Aziz.
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Marcegaglia e Bersani: Italia nel fango, senza governo
«Più che a Palazzo Chigi, Berlusconi dovrebbe stare all’osteria». Se Antonio Di Pietro usa la formula più netta per ribadire il concetto espresso dallo stesso Bersani («Berlusconi se ne vada, non può stare un minuto di più in un ruolo pubblico che ha indecorosamente tradito»), il caso-Ruby, l’ennesimo sexgate che coinvolge il premier agitando anche i cattolici – prima “Famiglia Cristiana” e ora anche “Avvenire” – mette il traballante governo in rotta in collisione anche con gli industriali: «Una nuova ondata di fango lambisce la credibilità delle istituzioni», protesta Emma Marcegaglia: «Il Paese è in preda alla paralisi e il governo non c’è».
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Sexgate, Berlusconi e il popolo ipocrita dei bunga-bunga
Ragazze minorenni sui viali delle città. Rumene, lituane, africane, italiane. A migliaia. Un popolo di stupratori seriali motorizzati le aspetta. Nessuno di loro chiede la carta di identità alle piccole donne. Solo il prezzo per le diverse modalità d’uso. Bambini di dieci-dodici anni in vendita in luoghi pubblici, davanti ai cimiteri, alle stazioni, in piazze di periferia. E ragazzine cinesi nei centri massaggi. Il dépliant nel tergicristallo delle macchine parcheggiate con indirizzo, orari, immagini sorridenti con occhi a mandorla. Il popolo dei bunga bunga non si commuove per la prostituzione di massa degli adolescenti nelle nostre città.
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Marcia su Roma, la Milano nera celebra un generale delle SS
«A seguito della protesta e delle reazioni di tanta parte della società civile, delle istituzioni, dell’associazionismo antifascista, la preannunciata manifestazione nazifascista prevista per il 28 ottobre non si terrà e ugualmente non avrà luogo il progettato pranzo presso il circolo ufficiali». Con questo comunicato, il Comitato permanente antifascista di Milano ha annunciato l’annullamento di due eventi che avevano messo in allarme la società civile del capoluogo lombardo: una conferenza sull’ex generale belga delle SS, Leon Degrelle, che doveva tenersi nell’anniversario della Marcia su Roma e un “nostalgico” pranzo di gala con Guido Mussolini, nipote del Duce, al circolo ufficiali del comando dell’esercito per l’Italia settentrionale.