Archivi degli autori 
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Bavaglio alla Rete, fine della libertà per le web-tv
Imbavagliare anche l’informazione online e consegnare la Rete nelle mani dei Signori dell’informazione di un tempo perché la utilizzino come una grande Tv? L’ormai celebre Ddl intercettazioni, tra le tante disposizioni liberticide, contiene un art. 29 che estende a tutti i gestori di siti informatici – e dunque all’intera blogosfera italiana – l’obbligo di rettifica previsto dalla vecchia legge sulla Stampa, datata 1948 e scritta dai padri costituenti quando Internet non esisteva neppure nell’immaginario degli scrittori di fantascienza. Grazie all’articolo 29, se un blogger – ricevuta una richiesta di rettifica – non provvederà entro 48 ore, sarà passibile di una sanzione pecuniaria fino a 12.500 euro.
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Se la religione sceglie il potere e abbandona l’uomo
I tempi di crisi, a senso di logica, dovrebbero sollecitare pensieri e riflessioni che consentano agli esseri umani di proiettarsi al di là dei semplici aspetti materiali dell’esistenza per interrogarsi sul senso profondo della vita. La religione dovrebbe essere l’ambito ideale per siffatte interrogazioni ma non è così. La questione sia chiaro non è tanto quella dello scandalo pedofilia che ha di recente travolto la Chiesa cattolica, né quella di rabbini dei partiti religiosi dello schieramento politico israeliano che tengono in scacco la democrazia dello stato ebraico con la scusa della religione dietro alla quale si mascherano biechi interessi di potere.
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Traffico di organi nel Kosovo controllato dalla Nato
Centomila euro: è il valore di un rene – umano – sul mercato nero. Quello del traffico di organi è uno dei business su cui si regge l’economia criminale del Kosovo, la cui indipendenza affrettata dagli Usa è stata appena convalidata dall’Onu, nonostante l’opposizione della Serbia. Il Kosovo, “liberato” dieci anni fa dalla Nato e affidato alla debole amministrazione delle Nazioni Unite, è il terreno di caccia ideale per i “lupi nella nebbia”, gli sciacalli del narcotraffico che, smesse le uniformi indipendentiste dell’Uck, ora governano l’ex regione serba sotto la protezione degli Usa, che vi hanno installato una gigantesca base militare. Il Kosovo? Armi e mafia, moltissima droga e, appunto, traffico di organi.
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P3, fango e ricatti: ma la libertà è più forte della paura
Mentre Berlusconi parla di «calunnie» e «campagne furibonde» contro il governo, c’è in realtà un metodo nel lavoro della cosiddetta P3, che è venuto alla luce con chiarezza: è fatto di affari privati legati al comando pubblico, di istituzioni statali usate a fini personali, di relazioni privilegiate intorno a uomini potenti (Denis Verdini, Marcello Dell’Utri), di personaggi influenti arruolati per premere su personalità decisive – soprattutto nella giustizia – e infine di faccendieri svelti di mano e pronti a tutto, anche a essere bollati dal premier come «pensionati sfigati» quando la rete è scoperta. Ma per riuscire, il metodo ha bisogno di qualcosa in più: infangare, delegittimare, distruggere.
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Israele dichiara guerra ai bambini di Gaza
«E’ improvvisamente corsa dentro casa e si è inginocchiata al centro del stanza dove stavamo tutti. Non avevamo capito fosse ferita, fino a quando non ha iniziato a vomitare fiotti di sangue dal naso e dalla bocca. I suoi fratelli erano immobili dinnanzi a lei, terrorizzati». Dopo il massacro della famiglia Abu Said, che la settimana scorsa ha portato all’uccisione di una madre di cinque figli e il ferimento di altri tre civili, l’esercito israeliano ha esercitato ancora una volta l’uso di armi proibite contro la popolazione della Striscia di Gaza. Lo afferma Vittorio Arrigoni, in prima linea nel denunciare gli abusi delle forze israeliane nella zona più calda del Mediterraneo, dove i soldati sparano ai bambini.
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Calabria Ora, epurata la redazione anti-’ndrangheta
Otto giornalisti per strada assieme al loro direttore. Tutti fino a pochi giorni fa lavoravano per “Calabria Ora”, coraggioso quotidiano di Reggio Calabria che nelle ultime settimane ha alzato il tiro delle sue inchieste andando a sfiorare quella zona grigia dove politica e ‘ndrangheta si toccano pericolosamente. La scelta dell’editore arriva dopo le grandi inchieste dell’ultimo mese e tra le cui pieghe sono emersi gli incontri dell’attuale governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti e alcuni boss delle cosche. La scelta di pubblicare queste notizie è costata la sedia al direttore Paolo Pollichieni.
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Lupi nella nebbia: Usa-Kosovo, l’impero dell’eroina
Il Kosovo? Un narco-Stato, dove l’ex Uck – nata come esercito di liberazione anti-serbo e ora alleata con la ‘ndrangheta calabrese – si trova al centro di un network criminale internazionale, sotto la tacita protezione degli Usa. L’eroina arriva dall’Afghanistan e, una volta a Pristina, viene smistata sul mercato europeo. L’eroina e non solo quella: i clan mafiosi al governo del Kosovo campano anche di altri business pericolosi, armi e persino traffico di organi. Lo denuncia il primo libro-inchiesta pubblicato in Italia a 10 anni dalla “liberazione” del Kosovo: un’indagine giornalistica esemplare, che illumina una realtà sconvolgente, che le autorità fingono di ignorare.
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Eritrei “liberati” nel deserto: ponte aereo per salvarli?
Per i 205 profughi eritrei rinchiusi nel carcere di Al Birak ci sono state in questi giorni due notizie: una buona e una cattiva. Quella buona è che sono stati liberati; quella cattiva è che della libertà, privi di ogni cosa e circoscritti in mezzo al deserto, non sanno che farsene. Da quanto si è appreso, per loro si sono finalmente aperte le porte del campo profughi di Al Birak, una ridente cittadina della Libia centro-orientale, sorta all’estremità di un altopiano roccioso posto a 350 metri sul livello di quel bellissimo mare della Cirenaica che si intravede a 800 chilometri di distanza se si guarda a nord. A sud, invece, ci si affaccia sullo splendido deserto sabbioso dell’Erg di Ubari: un entusiasmante susseguirsi di dune alte decine di metri ed estese per decine di chilometri.
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Feltri: vedrete, Berlusconi mollerà Fini per Casini
Ha fatto più clamore Pier Ferdinando Casini andando a cena una sera in casa di Bruno Vespa che Pier Luigi Bersani stando al vertice del Pd un anno e passa. Basta questa constatazione per capire due cose fondamentali dell’attuale politica italiana: primo, nella sua esiguità numerica, l’Udc è un peso massimo; secondo, nella sua imponenza, il Partito democratico è un peso piuma. E ciò spiega il fatto che Silvio Berlusconi sia più interessato a ingraziarsi Casini che a combattere Bersani, bravissimo a combattere se stesso.
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Fiat trasloca in Serbia, la Fiom: addio industria italiana
La Fiat produrrà la nuova monovolume “Lo” in Serbia. Il nuovo insediamento partirà subito e prevede un investimento complessivo da un miliardo di euro per una prodrre 190.000 unità l’anno che andranno a sostituire Mirafiori. I sindacati subito sul piede di guerra. «Le affermazioni di Marchionne sono gravissime e confermano tutti i giudizi che abbiamo espresso in questa fase – tuona Giorgio Cremaschi della Fiom – la Fiat in realtà si prepara a chiudere Mirafiori e a dismettere l’Italia». Il nuovo insediamento in Serbia partirà subito e prevede un investimento complessivo da un miliardo di euro, di cui 350 milioni circa dal Lingotto (400 milioni dalla Bei, 250 da Belgrado), per una produzione di 190.000 unità l’anno che sostituirà la Multipla, la Musa e l’Idea che attualmente vengono fatte a Mirafiori.
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Acqua pubblica, sarà referendum: punita la Casta
Un milione e 400 mila firme contro la privatizzazione dell’acqua, raccolte in circa tre mesi. «Un record, ma la notizia è che la società civile non è morta, che si può provare a sopraffarla finché si vuole, ma c’è sempre un limite». Parola di Carlo Petrini, fondatore di “Slow Food”, in un intervento per salutare il successo della campagna per indire il referendum che arresti la privatizzazione dell’acqua pubblica. Di fronte al tam-tam dei cittadini coordinato dalla rete per l’acqua pubblica, aggiunge Petrini, «la classe politica dovrebbe impallidire, farsi piccola, capire quant’è inadeguata, vuota e fuori dal mondo».
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Grillini al 3%, come Vendola: la trasparenza paga
Se si votasse oggi, stando all’ultimo sondaggio commissionato dal quotidiano “La Stampa”, raccoglierebbe il 3 per cento dei consensi, come “Sinistra e Libertà” di Nichi Vendola. Piaccia o no, il “Movimento 5 Stelle” di Beppe Grillo è qualcosa con cui la politica italiana – e la sinistra in particolare – dovrà fare i conti nei prossimi anni. Lo sanno bene gli elettori dell’Emilia e, soprattutto, i piemontesi: un possibile exploit, con margini di crescita indefinibili, che ancora una volta «dimostra quanto paghino idee chiare e non negoziabili», scrive Stefano Caselli sul “Fatto Quotidiano”: «Lo insegna da una vita la storia della Lega, è tendenza ormai consolidata per l’Idv. Insomma, l’esatto contrario del Pd».