Archivi degli autori 
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Bavaglio con fiducia: cala il sipario sugli scandali
Ora cala il sipario. Il nostro lavoro si farà più incerto e faticoso e gli avvocati diventeranno compagni di banco di direttori e editori. Nonostante dibattiti, correzioni e appelli di ogni tipo, la legge che detta nuove regole per le intercettazioni e l’informazione viaggia spedita verso i suoi obiettivi. Abbiamo più volte scritto e riconosciuto che in Italia ci sono stati problemi di rispetto delle vite private di persone coinvolte in indagini, ma ciò non può cambiare il giudizio totalmente negativo che abbiamo della nuova legge.
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Perché Fini non fa deragliare il treno della vergogna?
Siamo tra coloro che hanno sempre guradato con attenzione alle coraggiose prese di posizione di Fini e dei finiani in materia di legalità e di contrasto alle mafie. Non sono mancati neppure momenti nei quali comuni amici hanno coltivato l’illusione che Fini fosse l’unica vera opposizione, il suo dito puntato contro il sultano aveva suscitato tante illusioni. Sarà bene, per il futuro, essere è più cauti ed esercitare una laica prudenza. Quanto è accaduto sulla legge bavaglio rappresenta una sconfitta secca per le ambizioni e per i progetti futuri del presidente della Camera.
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Trucano: fame di verità, una pittura da boxeur
Trenta ottobre 1974: Muhammad Alì e George Foreman si scontrano sul ring di Kinshasa, in uno dei più memorabili match di pugilato della storia. All’ottava ripresa, dopo aver condotto l’intero incontro stretto alle corde a prenderle, Alì incalza Foreman uscendo dall’angolo inaspettatamente, con una rapidità incredibile e fulmina il suo colossale rivale con una breve, spietata, esplosiva successione di colpi. Quel momento, quel fulmine che illumina, quella detonazione che non ti aspetti, quella roba sbattuta in faccia: quella è la pittura di Mauro Trucano.
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Legge-bavaglio: paura del popolo e della libertà
«Soltanto un potere impaurito poteva decidere di proteggere se stesso con una legge che ostacola la libertà delle inchieste contro la criminalità, riduce la libertà di stampa e limita soprattutto il diritto dei cittadini di essere informati». Ezio Mauro, direttore di “Repubblica”, ribadisce la missione della campagna che ha accomunato le maggiori testate giornalistiche italiane contro la legge anti-intercettazioni che il governo si sta preparando a far convalidare con un voto “blindato”, dopo le migliorie pretese dai finiani. Aggiustamenti che però non bastano, secondo la stampa italiana, a garantire il diritto democratico all’informazione.
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Erri De Luca: in montagna, per staccarmi dal suolo
Che ci fa uno di Napoli in montagna? Be’, ci aggiunge la sua porzione di eredità. Ho avuto questa dote, delle montagne, da mio padre – anche lui napoletano, arruolato nel corpo degli alpini. E durante la guerra ha passato il tempo della malora in montagna, sulle montagne dell’Albania. Non ha portato indietro niente, di quei racconti; non ha potuto raccontare niente; ma le montagne, quelle montagne sì, le ha potute raccontare: quelle montagne gli hanno salvato il tempo della malora.
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Sankara: rivoluzione, ribellarsi ai vampiri della crisi
Noi pensiamo che il debito si analizza prima di tutto dalla sua origine. Le origini del debito risalgono alle origini del colonialismo. Quelli che ci avevano prestato denaro sono gli stessi che ci avevano colonizzato. Sono gli stessi che gestivano i nostri Stati e le nostre economie. Sono i colonizzatori che indebitavano l’Africa coi finanziatori internazionali che erano i nostri fratelli e cugini. Noi non c’entravamo niente con questo debito, quindi non possiamo pagare. Il debito è ancora il neocolonialismo, con i colonizzatori trasformati in assistenti tecnici. Anzi, dovremmo dire: assassini tecnici.
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Maggiani: il successo per mio nipote, fan di Lady Gaga
Due volte alla settimana io e mio nipote Richi ceniamo assieme. Da soli, al ristorante o in casa. L’idea è quella di provare nuovi gusti e nuovi piatti che possano anche solo per una sera prendere il posto delle adorate cotolette fritte con patatine di cui sente di non poter fare a meno, e di parlare un po’ tra noi; tra noi uomini, per così dire. Richi ora va per i dodici anni e tende a farsi un pubere ombroso e indisponente, insofferente della disciplina, amante dei cattivi professori che lo lasciano sguazzare nel disordine e nell’ignoranza, avendo in somma sofferenza quelli bravi, che cercano indefessi di inculcargli un po’ di scienza e di coscienza. Nella norma dei suoi coetanei, direi.
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Revelli e Paraloup: tornare a vivere in montagna
«Viviamo in mezzo alla finzione e al frastuono e il recupero di una dimensione acustica della vita passa attraverso il silenzio. E la montagna è il grande serbatoio del nostro silenzio». Così Paolo Rumiz, chiosando l’anteprima del documentario che Teo De Luigi sta preparando per Paraloup, villaggio sui monti cuneesi sede nel ‘43 delle prime bande partigiane e ora cantiere per il futuro, grazie alla Fondazione Nuto Revelli: non solo memoria, ma anche ritorno alla vita di montagna, dice Marco Revelli dallo studio di “Alp Channel”, presentando il trailer del film che documenta l’operazione.
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Ecomafia: vale 20 miliardi l’anno l’impero dei rifiuti
Ecomafia: un business che vale 20 miliardi di euro l’anno, cioè il doppio della manovra biennale “lacrime e sangue” predisposta da Tremonti. «Quello dei rifiuti – scrive Roberto Saviano nell’introduzione al dossier di Legambiente sugli eco-mafiosi, in libreria dal 9 giugno – è uno dei business più redditizi, che negli anni ha foraggiato le altre economie». Non solo il narcotraffico, ma anche l’interramento abusivo di scorie tossiche ha permesso ai clan di accumulare i capitali per specializzarlsi in altri settori: catene di negozi, imprese di trasporti, proprietà di interi condomini, investimenti nel settore sanitario, campagne elettorali. «Sono tutte economie sostenute con i rifiuti».
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Robecchi: come far fessi gli italiani, per 150 anni
Con spirito pacato e sereno, nel rispetto che si deve alle istituzioni e alla storia nazionale, affermo che le solenni celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia hanno già rotto i coglioni. Sarà la retorica patriottica, saranno i roboanti toni da Risorgimento dei Puffi che si sentono in giro, ma temo che l’anno che verrà sarà pessimo, e che lo sventolare ipocrita di tricolori lo peggiorerà assai. Intendiamoci: riflettere sulla propria storia è cosa nobile e doverosa, così come lo è preservare la memoria. Ma so per certo che il ripasso dei nostri primi 150 anni non ci racconterà onestamente né da dove veniamo né dove andiamo. E questo perché già le premesse sono fallaci e truffaldine.
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I turchi: sbarcheremo a Gaza, con navi da guerra
«Sbarcherò a Gaza personalmente, per rompere l’assedio dal mare: voglio vedere se avranno il coraggio di fermare anche me». Dopo l’infuocata denuncia nella quale ha accusato Israele di pirateria internazionale, terrorismo di Stato e crimini contro l’umanità per l’assassinio di 9 pacifisti a bordo della “Mavi Marmara”, l’ammiraglia della flotta di pace “Freedom Flotilla” aggredita il 31 maggio al largo di Gaza dalle forze speciali israeliane, il premier turco Recep Tayyp Erdogan avverte: presto si imbarcherà lui stesso su una nuova flottiglia di aiuti umanitari. Le navi faranno rotta sulla Striscia, scortate stavolta dalla marina militare turca.
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Erdogan: la Turchia fermerà i crimini di Israele
Purtroppo, devo dirlo, l’incidente accaduto ieri, dal punto di vista della civilizzazione e della cultura globale dell’umanità, ha segnato un punto nerissimo. Dal punto di vista della storia dell’umanità, questa vicenda è stata registrata come una grave vergogna. Attaccare con armi navi cariche di aiuti umanitari, massacrare gente innocente, minacciare civili come fossero terroristi, è una grande sconfitta sotto questo aspetto. Un atto odiosamente feroce e vigliacco, frutto di sprezzante e sconsiderata presunzione.