Archivio del Tag ‘Alexej Navalny’
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Segreti da 5.000 euro: i padrini del Covid contro Mosca
Qualcuno (come Guido Crosetto, di Fratelli d’Italia) può trovare quasi comico il fatto che si esibisca come super-traditore un ufficiale pronto a vendere ai russi “segreti strategici” dal valore di ben 5.000 euro, cioè pari alla multa prevista per la famiglia Rossi se violasse il lockdown di Pasqua? Crosetto non è il solo a sentire puzza di bruciato: parlando all’agenzia “Adn Kronos”, lo stesso generale Mario Mori, già a capo del Ros e del Sisde, conferma: «Di Maio ha parlato di “atto ostile”, ma gli atti ostili li fanno tutti, anche gli americani, gli inglesi, i cinesi. Si fa attività di spionaggio, la fanno i russi, la fa tutto il mondo». Piuttosto: il caso dell’arresto del capitano di fregata Walter Biot, “sorpreso” a passare documenti a un agente russo, sembra chiaramente ingigantito dai media, «perché tutto sommato quell’ufficiale, un tenente colonnello con quella collocazione – dice Mori – non è che potesse detenere grandissimi segreti militari della Nato». L’altra notizia – quella vera – parla invece della risposta russa in arrivo: Mosca ha “tirato fuori dai silos” i suoi missili nucleari, in previsione di un eventuale attacco, a guida Usa, nell’Est dell’Ucraina.
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Il gasdotto e l’assassino: ora l’America fa ridere il mondo
Le relazioni tra Stati Uniti e Russia hanno raggiunto un pericoloso spartiacque, dopo l’insulto di Joe Biden a Putin. Ma notate una cosa. Subito dopo gli insulti di Biden, gli Stati Uniti hanno minacciato di sanzioni Mosca. La loro volontà è quella di “assassinare” il progetto del gasdotto Nordstream 2 tra Russia e Germania. Quindi, chi è l’assassino ora? Il mondo dovrebbe essere grato alla Russia, per la sua nobile risposta alle affermazioni puerili e diffamatorie di Biden. La crisi con la Russia, provocata dall’America, può soltanto aggravarsi. Soltanto Mosca può bloccare il progressivo deteriorarsi delle relazioni, per ora. In un’intervista ad “Abc News”, andata in onda mercoledì, è stato chiesto a Biden se per lui Putin fosse un assassino. Il presidente americano ha risposto: «Certo che lo è». Inoltre ha anche dichiarato che la Russia «pagherà caro» per aver interferito nelle elezioni americane e per altre presunte azioni riprovevoli. Si potrebbe stabilire che l’amministrazione Biden voglia a tutti i costi peggiorare le relazioni con la Russia, anche perché le agenzie di intelligence “esamineranno” nelle prossime settimane le prove della perpetrata colpevolezza russa.Dall’altra parte, il presidente russo ha risposto tranquillamente, dicendo che augura a Biden buona salute. Putin inoltre ha proposto un confronto con il presidente americano. Si potrebbe inferire che queste affermazioni ambigue si riferiscano allo stato di salute di Biden e alla sua perdita di capacità cognitive quando parla in pubblico. Un altro commento di Putin dice tutto: «Ci vuole un assassino per riconoscerne un altro». La carriera politica di Biden è lunga quasi cinquant’anni, prima come senatore, poi come vicepresidente in due amministrazioni e ora come 46esimo presidente degli Stati Uniti. In tutto questo tempo, Biden ha avuto un ruolo fondamentale nell’appoggiare innumerevoli guerre e operazioni militari oltre oceano, che hanno avuto come risultato la morte di milioni di persone e la distruzione di intere nazioni. Come senatore senior nella “commissione per le relazioni estere”, Biden ha cercato il supporto necessario nel Congresso per la guerra in Iraq nel 2003.Quella guerra – che si fondava sulla grande menzogna delle armi di distruzione di massa – ha ucciso da sola almeno un milione di persone e ha portato allo sdoganamento del terrorismo nel Medio Oriente e nel mondo intero. Più recentemente, quattro settimane dopo l’inaugurazione, Biden ha ordinato di attaccare la Siria, causando 26 vittime. È stato un atto non solo illegale, ma anche criminale. Quindi, il presidente americano sa bene cosa significhi essere un assassino. Ogni volta che si guarda allo specchio ne vede uno. L’arroganza e l’ignoranza della classe politica americana è senza pari. Putin viene accusato sulla base di pettegolezzi inconsistenti, quali il presunto avvelenamento di quel ciarlatano di Navalny. E non c’è nessuna vergogna o decenza a diffondere volgari etichette. Nel frattempo, la pila di cadaveri che si accumula sotto i piedi dei politici americani è una montagna. Non hanno vergogna.Dopo gli ultimi sfoghi del presidente americano e della sua agenzia di intelligence, che hanno accusato senza alcun fondamento la Russia di aver interferito nelle elezioni del 2020, Mosca ha temporaneamente richiamato il suo ambasciatore per riconsiderare le sue relazioni bilaterali. È la prima volta in vent’anni. Non c’è precedente diplomatico per questo evidente tentativo americano di provocare una crisi. Nemmeno durante la Guerra Fredda, i leader americani si sono abbassati a una retorica così abbietta e offensiva. Sembra esserci una generale degenerazione nella diplomazia di Washington, soprattutto nelle ultime amministrazioni. In America non ci sono più dei veri statisti. Le fila politiche di Washington sono piene di scribacchini e bifolchi e cialtroni cospiratori. Quando Biden ha vinto le elezioni, ha promesso di rinnovare la diplomazia americana attraverso un governo saggio e attraverso abili negoziatori. Un segno positivo è stato quando, all’inizio del mandato, ha contattato la Russia per estendere il trattato “New Start”, nella gestione delle armi nucleari. Ma, a parte quella mossa, l’amministrazione Biden ha tentato di minare le relazioni bilaterali con la Russia.La prospettiva per una tregua o un nuovo inizio è stata gettata a mare (la stessa cosa è stata fatta per le relazioni americane con Iran e Cina). Sembra che Biden e la sua amministrazione stiano deliberatamente provocando una crisi con la Russia per giustificare un inasprimento nei confronti di Mosca. L’obiettivo americano è quello di bloccare il progetto del “gasdotto Nord Stream 2”. Il giorno dopo che Biden ha danneggiato le relazioni con la Russia, il suo segretario di Stato, Anthony Blinken, ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero imposto delle sanzioni molto dure per «qualsiasi coinvolgimento con il ‘gasdotto Nord Stream 2’». Blinken ha annunciato l’esistenza di «un’intera commissione di governo pronta a fermare» la fornitura di gas tra la Russia e l’Europa. Non esageriamo dicendo che 11 miliardi di gasdotto non siano un enorme problema geopolitico, ma è un ostacolo gigantesco per le ambizioni globali di Washington. Gli americani vogliono bloccarlo per vendere, nei prossimi decenni, il loro gas, che è molto più caro, all’Europa.Washington vede una collaborazione energetica tra Russia ed Europa come un intralcio alla sua posizione egemonica. La Germania e gli altri Stati europei hanno tutti continuato a supportare il completamento della costruzione del Nord Stream 2. Il gasdotto, ormai finito per il 95%, è lungo quasi 1.200 chilometri e, passando sotto il Mar Baltico, va dalla Russia alle coste della Germania. Quando sarà operativo, il flusso di gas dalla Russia alla Germania raddoppierà di volume. In più, è essenziale per la crescita a lungo termine della Germania e dell’Europa. Nel disperato tentativo di ostacolare la collaborazione strategica tra Russia ed Europa, Washington sta ricorrendo ad affannose minacce di sanzioni e di altre misure disturbanti. Biden sta giocando la carta dell’insulto personale come mossa per interrompere le relazioni bilaterali con la Russia e sabotare il Nord Stream 2. È un mossa patetica, che mostra più un indebolimento dell’America che una reale pretesa di potere. La Russia farebbe bene a mantenere la calma e lasciare che l’America si renda ridicola.(”Il gasdotto Nordstream 2 è il vero motivo delle calunnie di Biden a Putin”, analisi di “Strategic Culture” ripresa da “Mitt Dolcino” il 23 marzo 2021).Le relazioni tra Stati Uniti e Russia hanno raggiunto un pericoloso spartiacque, dopo l’insulto di Joe Biden a Putin. Ma notate una cosa. Subito dopo gli insulti di Biden, gli Stati Uniti hanno minacciato di sanzioni Mosca. La loro volontà è quella di “assassinare” il progetto del gasdotto Nordstream 2 tra Russia e Germania. Quindi, chi è l’assassino ora? Il mondo dovrebbe essere grato alla Russia, per la sua nobile risposta alle affermazioni puerili e diffamatorie di Biden. La crisi con la Russia, provocata dall’America, può soltanto aggravarsi. Soltanto Mosca può bloccare il progressivo deteriorarsi delle relazioni, per ora. In un’intervista ad “Abc News”, andata in onda mercoledì, è stato chiesto a Biden se per lui Putin fosse un assassino. Il presidente americano ha risposto: «Certo che lo è». Inoltre ha anche dichiarato che la Russia «pagherà caro» per aver interferito nelle elezioni americane e per altre presunte azioni riprovevoli. Si potrebbe stabilire che l’amministrazione Biden voglia a tutti i costi peggiorare le relazioni con la Russia, anche perché le agenzie di intelligence “esamineranno” nelle prossime settimane le prove della perpetrata colpevolezza russa.
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Russia: God, appello “ai massoni Putin, Navalny e Blinken”
Un appello «ai massoni Tony Blinken, Vladimir Putin e Alexej Navalny» perché possano «trovare un accordo nazionale e sovranazionale per una pacifica transizione della Russia alla democrazia, alla libertà, alla laicità e allo Stato di diritto». Lo firma il Grande Oriente Democratico, organismo guidato da Gioele Magaldi, che si rivolge simultaneamente al nuovo “ministro degli esteri” di Biden, al presidente russo e al suo oppositore. L’ultimo arresto arresto di Navalny è maturato, secondo le autorità giudiziarie russe, «in attesa di un’udienza che dovrà valutare l’accusa che abbia violato gli obblighi di una precedente sentenza detentiva». Una decisione che ha scantenato vaste proteste di piazza, duramente represse: i media occidentali, mai teneri con Putin, parlano di 5.000 fermi. I massoni progressisti di “God” descrivono come «dolorosa e incresciosa» l’attuale situazione politico-sociale in Russia, paese – va ricordato – sottoposto a spietate sanzioni da parte dell’Occidente. A innescare le sanzioni, il rifiuto di accettare il ritorno della Crimea alla madrepatria russa, deciso (con un referendum plebliscitario) per rispondere al violento “golpe colorato” promosso da Obama e Biden, anche con l’aiuto di manovalanza neonazista, per staccare l’Ucraina dall’orbita di Mosca.Il sanguinoso “golpe arancione” del 2014, avviato con colpi di arma da fuoco contro la polizia del filorusso Viktor Yanukovic, ha prodotto l’immediata rivolta, nell’Est Ucraina, della regione mineraria del Donbass, popolata da russi. Simultanea la secessione popolare della Crimea, strategica per la sua posizione sul Mar Nero, da sempre russa e “regalata” all’Ucraina da Khrushev negli anni ‘60, nell’ambito però dell’allora Unione Sovietica. La propaganda dei media occidentali ha convalidato la tragicomica versione proposta da Obama, Biden e dalla stessa Ue, secondo cui la Crimea sarebbe stata “illegamente annessa alla Russia” dal “dittatore” Putin. Pesante il ruolo di Joe Biden nel golpe ucraino, così come le torbide manovre avviate all’indomani del colpo di Stato: il figlio, Hunter Biden, è finito nei guai per i maxi-emolumenti incassati dopo esser stato piazzato, dal padre, alla guida del gigante petrolifero ucraino, Burisma. Tutto questo accadeva mentre, sull’altra sponda dell’Atlantico (e con l’aiuto dei servizi segreti italiani) Obama e soprattutto la Clinton si affannavano a fabbricare prove false per montare il ridicolo Russiagate contro Donald Trump.Gioele Magaldi è esponente di primo piano, in Italia, del network massonico-progressista sovranazionale che ha sostenuto Trump contro il “finto progressismo” della Clinton. Ora che a sedere alla Casa Bianca è Biden, Magaldi avverte: prima ancora delle elezioni, lo stesso Biden si è vincolato a rispettare un patto infra-massonico, in base al quale non gettare alle ortiche molte politiche trumpiane, per esempio la rinuncia ad aprire nuovi fronti di guerra. Lo stesso Magaldi annuncia l’ingresso di Biden nella superloggia moderata Maat, cosa che garantirebbe una posizione equilibrata della superpotenza americana. E ora, il Grande Oriente Democratico svela l’identità massonica dei tre protagonisti dei tumulti in atto in Russia: il presidente Putin, lo stesso Navalny e il nuovo segretario di Stato americano, pesantemente intervenuto per contestare la dura repressione della polizia contro i manifestanti. In un tweet, Antony Blinken ha chiesto alla Russia di «liberare coloro che sono stati detenuti per avere esercitato i loro diritti umani, compreso Alexei Navalny».«Gli Stati Uniti – ha aggiunto Blinken – condannano l’uso persistente di tattiche dure contro manifestanti pacifici e giornalisti da parte della autorità russe». Una dichiarazione che ha irritato il Cremlino, che parla di «grossolane interferenze negli affari interni della Russia». Netto il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov: le ingerenze statunitensi «sono un fatto dimostrato, così come la promozione di fake news e di appelli ad azioni non autorizzate su piattaforme internet controllate da Washington». Rincara la dose, lo stesso Lavrov: «Il sostegno a una violazione della legge da parte del segretario di Stato Usa Blinken è un’altra conferma del ruolo svolto da Washington dietro le quinte». Da parte sua, invece, il Grande Oriente Democratico chiede una transizione pacifica verso una piena libertà democratica in Russa, «senza ipocrisie e strumentalizzazioni da parte di alcuno, nemmeno degli Usa e del cosiddetto ‘Occidente’».Nella nota, “God” definisce Blinken «fratello massone di antica affiliazione», e spiega: «Si tratta di un libero muratore che ha frequentato in passato sia Ur-Lodges progressiste che conservatrici, sia democratiche che neoaristocratiche», anche se – si precisa – nessuna superloggia include membri di univoca sensibilità: nella stessa superloggia possono coesistere soggetti di diversa ispirazione. «Il passato massonico e politico di Tony Blinken è discutibile, dal nostro punto di vista – aggiunge “God” – ma il presente e il futuro si preannunciano molto più consonanti con la nostra prospettiva radicalmente democratica». Discorso diverso per Putin, di cui Magaldi (nel saggio “Massoni”) aveva già illustrato l’originaria iniziazione alla superloggia “Golden Eurasia”, definita «ambivalente». Dopo vent’anni, Grande Oriente Democratico può tracciarne un profilo preciso: «Il fratello Putin ha certamente risollevato la Russia, lacerata dal malgoverno politico-economico» di Boris Eltsin, definto «massone neoaristocratico e neoliberista». A lungo andare, però, «l’ha trasformata in una ‘democratura’ personalistica e liberticida».Sempre secondo “God”, «lungo i troppi anni di permanenza al potere», Vladimir Putin avrebbe smarrito «anche i primitivi, positivi risultati socio-economici che avevano favorito e consolidato l’esistenza di una classe media dignitosa nell’ex Unione Sovietica». E il suo attuale antagonista mediatico, Navalny? «E’ stato iniziato di recente nella Ur-Lodge “Lux ad Orientem”», si legge nella nota di “God”. L’uomo che si presenta come anti-Putin «ha un passato discutibilissimo». In origine si era segnalato come ultra-nazionalista panrusso, favorevole all’assorbimento di Ucraina e Bielorussia. Negli anni, si è fatto largo contestando la scarsa trasparenza dell’amministrazione russa e l’estesa corruzione delle sterminate periferie del paese, ricchissimo di materie prime. Oggi si presenta come un virtuale campione, russo, della democrazia occidentale. «Di recente, in connessione con la sua affiliazione massonica», chiosa “God”, lo stesso Navalny «pare deciso ad ‘orientarsi’ in una prospettiva democratica e social-liberale. Vedremo».Un appello «ai massoni Tony Blinken, Vladimir Putin e Alexej Navalny» perché possano «trovare un accordo nazionale e sovranazionale per una pacifica transizione della Russia alla democrazia, alla libertà, alla laicità e allo Stato di diritto». Lo firma il Grande Oriente Democratico, organismo guidato da Gioele Magaldi, che si rivolge simultaneamente al nuovo “ministro degli esteri” di Biden, al presidente russo e al suo oppositore. L’ultimo arresto arresto di Navalny è maturato, secondo le autorità giudiziarie russe, «in attesa di un’udienza che dovrà valutare l’accusa che abbia violato gli obblighi di una precedente sentenza detentiva». Una decisione che ha scantenato vaste proteste di piazza, duramente represse: i media occidentali, mai teneri con Putin, parlano di 5.000 fermi. I massoni progressisti di “God” descrivono come «dolorosa e incresciosa» l’attuale situazione politico-sociale in Russia, paese – va ricordato – sottoposto a spietate sanzioni da parte dell’Occidente. A innescare le sanzioni, il rifiuto di accettare il ritorno della Crimea alla madrepatria russa, deciso (con un referendum plebliscitario) per rispondere al violento “golpe colorato” promosso da Obama e Biden, anche con l’aiuto di manovalanza neonazista, per staccare l’Ucraina dall’orbita di Mosca.
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Trump è in pericolo: ha dichiarato guerra ai terroristi Covid
Ora cercheranno di far fuori fisicamente Donald Trump, come lasciano supporre i recenti attentati a cui sarebbe scampato. Motivo: il presidente americano è deciso a dichiarare guerra «al terrorismo del Covid», grande pretesto per instaurare una sorta di totalitarismo mondiale. Lo afferma Cesare Sacchetti, nel blog “La Cruna dell’Ago“. Trump, premette Sacchetti, sembra intenzionato a seguire la stessa strada intrapresa dal suo omologo russo, Vladimir Putin: la crisi da coronavirus sarà formalmente risolta attraverso lo sviluppo di un vaccino, ma non quello sotto l’egida dell’Oms, da cui gli Usa si sono ritirati. «E’ un altro duro colpo alla gestione sovranazionale dell’operazione coronavirus, che prima ancora di una diffusione del Covid aveva già tracciato il suo percorso nel club globalista di Davos lo scorso gennaio». Il vaccino come mezzo per giungere a un obbiettivo molto più grande: «Una società completamente ridisegnata a immagine e somiglianza della dittatura mondialista». Nemmeno il vaccino, secondo i loro piani, riporterà il mondo all’era pre-Covid: «Nell’idea dei poteri globali, nulla sarà più come prima. L’autoritarismo sanitario sarà il mezzo attraverso il quale arrivare ad un controllo ferreo e totale della popolazione mondiale».
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Gasdotti: c’è la Germania (non Putin) dietro il caso Navalny
Navalny non era una minaccia per Putin, si sa, con percentuali di voto da prefisso telefonico. Parimenti egli sembrava “di molto” avere le fattezze di una spia straniera; di norma quelli più attrezzati per inserire spie in Russia sono gli uomini della ex Ddr, a maggior ragione quelli post 1990, ossia la Stasi fusa nel Bnd sotto Schäuble, il potentissimo ministro della segretezza economica tedesca. Il North Stream II rappresenta invece l’autonomia energetica germanica o quasi, infatti i 100+ bcm/yr di metano sono davvero la pietra angolare del sogno di potenza per via energetica della Germania. North Stream II maturato – lo ricordo – con un accordo della 25esima ora che uccise Atene nel suo tentativo di Grexit ante 2015, ossia tagliando la linea di credito russa promessa da Mosca con Varoufakis a capo delle finanze, linea necessaria per uscire dall’euro; ciò avvenne, il tradimento russo ad Atene intendo, in forza di un accordo a tre tra Merkel-Putin e Obama atto a permettere – in cambio del mantenimento dell’euro, ossia del ritiro del prestito russo ad Atene (infatti la fine della moneta unica sarebbe stata in grado di deragliare la rielezione di Obama, così fu venduta all’inquilno della Casa Bianca, si dice) – il raddoppio del collegamento gas-energetico russo, bruciando per altro il South Stream italiano e con esso Saipem ed Eni.All’appello manca dunque la Stasi, con il deputato tedesco Gregor Gysi che oggi dice che l’avvelenamento di Navalny è stato perpetrato da gente che non voleva il North Stream II. Si dice ci sia un vecchio detto, in Stasi, “bisogna sempre dire il contrario della realtà che ti infastidisce”, o qualcosa del genere. Bene, Gregor Gysi è anche figlio di un plenipotenziario riconosciuto della Stasi, addirittura ex ambasciatore alla Santa Sede della Ddr durante il sequestro Moro, poi traslocato in fretta e furia all’estero dopo il tragico epilogo. Il figlio attuale, Gregor, del partito Spd, è stato guarda caso anche finanziatore di Carola Rackete, ossia della Ong Sea Watch, indicando perfettamente la strada che la Stasi ha percorso, con un piano 3d, per destabilizzare l’Italia (e la Grecia). Oggi i formidabili servizi segreti tedeschi potrebbero anche aver avvelenato Navalny, ovvero aver fatto finta di avvelenarlo. Per farlo tornare in patria, forse era davvero un loro asset, versione plausibile quanto meno. Dando poi la colpa alla Russia per l’avvelenamento. Ossia, forse i tedeschi speravano così di creare un’onda mediatica anti-russa, per cui il mondo occidentale si sarebbe scagliato contro Mosca e contro Putin, cosa che invece non è accaduta, complice l’uscita in diretta di Trump che ha detto: «Non c’è nessuna prova dell’avvelenamento russo di Navalny».Come dire, se non la piantate diciamo che siete stati voi tedeschi, forse… (la prima vera crepa Russia-Germania è arrivata, verso la Yalta II?). Il movente tedesco del fallito piano poteva ben essere che, ad esempio, visto che Trump sta per dinamitare il progetto di North Stream II forse anche d’accordo con Putin, a fronte di qualche contropartita vicino-caucasica per Mosca dagli States (che forse oggi non si può ancora dire), Berlino potrebbe aver deciso di tentare il tutto per tutto per salvare il progetto del gas dal nord, vitale, l’equivalente di un piccolo Lebensraum energetico tedesco. Ben conoscendo il piano l’attacco in corso anti-tedesco, dagli Usa. Dunque ecco forse la messa in scena di Navalny avvelenato per sviare l’attenzione: non mi stupirei di vederlo fra un po’ zampettare da qualche parte, certamente cercato dai media Uk e Usa che faranno a gara per trovarlo vivo e vegeto, il Navalny, mentre i media tedeschi faranno invece l’opposto, proprio non lo cercheranno lasciandolo nell’oblio, un po’ come successe con il gambizzatore di Schäuble o con l’ex moglie del compagno di Angela Merkel.Chiaro, queste sono ipotesi, un modo come un altro per mettere ordine agli eventi. Certamente quella presentata è solo una delle tante ipotesi possibili, che potrebbe essere comunque vera in parte o in toto, direi più in parte al limite. Ma che se non altro ha il pregio di mettere in evidenza – che è il vero scopo dell’intervento – quali siano i veri driver della faccenda Navalny-North Stream II-sfida agli Usa da parte dell’asse sino-tedesco. In attesa del coup de theatre: l’esposizione degli artefici europei dell’Obamagate, appena – presto o tardi – il generale Flynn verrà riabilitato. Sono sicuro che ne vedremo delle belle, in Germania ed in Italia. Quello che deve rimanervi, di questo pezzo, non è tanto l’ipotesi presentata, una delle tante sul tavolo, ma la sensazione – netta – che le cose, soprattutto di questi tempi, non sono quasi mai come ve le fanno apparire, ad arte. Abbiate ancora un po’ di pazienza.(Mitt Dolcino, “Navalny avvelenato, North Stream II e Stasi reloaded: una versione per mettere tutti d’accordo nel caos apparente, fomentato da Berlino”, dal blog di Mitt Dolcino del 9 settembre 2020).Navalny non era una minaccia per Putin, si sa, con percentuali di voto da prefisso telefonico. Parimenti egli sembrava “di molto” avere le fattezze di una spia straniera; di norma quelli più attrezzati per inserire spie in Russia sono gli uomini della ex Ddr, a maggior ragione quelli post 1990, ossia la Stasi fusa nel Bnd sotto Schäuble, il potentissimo ministro della segretezza economica tedesca. Il North Stream II rappresenta invece l’autonomia energetica germanica o quasi, infatti i 100+ bcm/yr di metano sono davvero la pietra angolare del sogno di potenza per via energetica della Germania. North Stream II maturato – lo ricordo – con un accordo della 25esima ora che uccise Atene nel suo tentativo di Grexit ante 2015, ossia tagliando la linea di credito russa promessa da Mosca con Varoufakis a capo delle finanze, linea necessaria per uscire dall’euro; ciò avvenne, il tradimento russo ad Atene intendo, in forza di un accordo a tre tra Merkel-Putin e Obama atto a permettere – in cambio del mantenimento dell’euro, ossia del ritiro del prestito russo ad Atene (infatti la fine della moneta unica sarebbe stata in grado di deragliare la rielezione di Obama, così fu venduta all’inquilno della Casa Bianca, si dice) – il raddoppio del collegamento gas-energetico russo, bruciando per altro il South Stream italiano e con esso Saipem ed Eni.