Archivio del Tag ‘Alzheimer’
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L’umanità nuova che sorge dopo il massacro della verità
Quelli che ancora ragionano di geopolitica ordinaria, in mezzo alla follia. Quelli che “sanno” che Putin ha l’Alzheimer, ed è sicuramente pazzo. Quelli che narrano dei 13 soldati eroi, sull’Isola dei Serpenti nel Mar Nero, ora occupata dai militari russi, senza sapere che i combattenti ucraini erano 83: dimenticati dai servi passacarte stipendiati a Kiev. Loro, soldati, messi a guardia di strutture tecno-oscure e imbarazzanti (straniere, si capisce) e – dicono fonti attendibili, confidenziali – sani e salvi, tutti e 83. Ora, a parte la ridda di voci incontrollabili e spaventose cannonate, confida un ufficiale della Nato, off the record: sono 22.000, non 15.000, i morti ammazzati di etnia russa – per lo più civili cittadini – che la stimabile nomenklatura ucraina (oggi rappresentata dall’ex comico Zelensky, nuovo eroe dell’Occidente covidizzato) ha fatto a pezzi e letteralmente maciullato, nel Donbass, negli ultimi otto anni.Ventiduemila cittadini inermi, dunque, dilaniati dalle milizie che rispondono al governo che nel 2022 chiede di entrare nella Nato e nell’Ue, nel club d’élite della democrazia, mentre gli eroici redattori del Tg2 mandano in onda le immagini di un wargame della playstation e il “Corriere della Sera” ripropone, come documento dell’aggressione nazi-russa, un’esplosione (incidentale o no) nella capitale ucraina, risalente nientemeno che al 2015. E poi chi sono, appunto, i narratori? Chi sono – come li chiamava Giulietto Chiesa – i famosi padroni del discorso? Sono gli avventurieri vocati all’assassinio, da John Fizgelarld Kennedy a Salvador Allende. Sono i “bombardatori” fisiologici, dopo Hiroshima e Nagasaki. Bombe su ancora Guatemala, poi Indonesia e Cuba, Congo, Laos, Vietnam, Cambogia. E poi Grenada, Libia, El Salvador. Poi Nicaragua, Iran, Panama, Iraq-Kuwait, Somalia, Bosnia, Sudan. E ancora: Somalia e Pakistan, poi Yemen, di nuovo Libia e Siria.Non viene, vagamente, il vomito? Non perché gli altri siano meglio: non è che brilli, l’aliena controparte. Ma almeno non blatera di libertà e democrazia: estetica, buon gusto? I nostri sono quelli dell’11 Settembre, degli spread, della Grecia massacrata – senza anestesia – dall’uomo che riponde a un nome: Mario Draghi. I nostri sono Greta, sono la Von de Leyen, Soros, Zuckerberg, Bill Gates. Sono l’Oms, sono i lockdown e i coprifuoco. Sono le zone rosse, le mascherine in strada. Sono i “vaccini” che “immunizzano”, sono i colpiti dall’apartheid, discriminati dal Green Pass. I nostri sono i Buoni, gli schiavisti democratici con la validazione vaticana. Non è questione di Crimee, a quanto pare: le fiamme a Est sembrano voler dire che è ora che si scuota, la popolazione rintronata del rinomato Primo Mondo, sotto ipnosi. Tenevi lo Swift, dice la storia: è ora di svegliare l’uomo nuovo. Buttate i libri inutili, usate quei giornali per incartare il nulla. L’umanità che viene nasce adesso, o almeno prova a nascere. E’ questo, il Piano-B. L’unico in campo.(Giorgio Cattaneo, 28 febbraio 2022).Quelli che ancora ragionano di geopolitica ordinaria, in mezzo alla follia. Quelli che “sanno” che Putin ha l’Alzheimer, ed è sicuramente pazzo. Quelli che narrano dei 13 soldati eroi, sull’Isola dei Serpenti nel Mar Nero, ora occupata dai militari russi, senza sapere che i combattenti ucraini erano 83: dimenticati dai servi passacarte stipendiati a Kiev. Loro, soldati, messi a guardia di strutture tecno-oscure e imbarazzanti (straniere, si capisce) e – dicono fonti attendibili, confidenziali – sani e salvi, tutti e 83. Ora, a parte la ridda di voci incontrollabili e spaventose cannonate, confida un ufficiale della Nato, off the record: sono 22.000, non 15.000, i morti ammazzati di etnia russa – per lo più civili cittadini – che la stimabile nomenklatura ucraina (oggi rappresentata dall’ex comico Zelensky, nuovo eroe dell’Occidente covidizzato) ha fatto a pezzi e letteralmente maciullato, nel Donbass, negli ultimi otto anni.
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Pandemia Italia: le ‘pecore matte’ credono proprio a tutto
Il sondaggio del Censis pubblicato lo scorso 4 dicembre conferma che gli italiani sono in grande maggioranza pecore credule e ignave (“pecore matte”, diceva Dante), ossia codardi senza dignità e spirito critico, pronti a sottomettersi cedendo diritti fondamentali in cambio di promesse di protezione, pur vedendo come i manovratori usano l’emergenza per aumentare il proprio potere e la propria ricchezza, scaricando i costi e rischi sulla popolazione generale. Questa grande maggioranza degli italiani si è lasciata impaurire e deprimere dal terrorismo di regime, dai suoi falsi tamponi e dai suoi falsi dati statistici; accetta tutto, si conforma alle cose più illogiche per ricevere rassicurazione psicologica, financo plaude al dittatorello e si avventa contro coloro che le vengono genericamente additati come “negazionisti” o untori senza museruola. Adesso questa maggioranza agogna il vaccino promesso, benché non sia ancora stato sperimentato (ci vogliono 10 anni circa) e si segnalino molti casi di reazioni avverse e persino qualcuno letale. Tali reazioni esprimono non una condizione transitoria ma la costituzione psichica profonda di questa maggioranza, e non ha senso né speranze cercare di risvegliarli – non sono addormentati, sono proprio fatti così.Se insisti, ottieni solo di farteli nemici, perché li togli dalla loro comfort zone. Se invece un domani, a seguito di disastri economici o sanitari, la loro paura si convertirà in rabbia, staremo a vedere che cosa saranno capaci di concludere. Ma intanto limitiamoci a godere dei benefici che ci vengono dal fatto che tutta questa gente si offre con entusiasmo come cavia per le vaccinazioni sperimentali, in modo di poter poi decidere con più dati a disposizione se vaccinarci pure noi. Meglio perciò evitare di sollevare dubbi disturbanti nelle testoline di questa maggioranza della popolazione, cioè di porre, privatamente o pubblicamente, certe domande come le seguenti: perché i vaccini vengono somministrati dalla politica prima che le case farmaceutiche abbiano rivelato i loro dati numerici sugli effetti, già in loro possesso? Per quanto tempo sono efficaci, i vari vaccini? Tre, quattro o sei mesi? Quanto tempo impiega un vaccino per fare effetto protettivo? Trenta giorni o sessanta? Per quanto tempo il neo-vaccinato è contagioso per i non vaccinati? Quanto tempo ci vuole per vedere se un vaccino protegge dalle nuove varianti del virus che via via si producono?Considerato che ci vuole circa un’ora per eseguire una vaccinazione Pfizer, quante nuove varianti si genereranno prima che sia completata la vaccinazione per la forma attuale del virus? Se per vaccinare metà della popolazione ci vorranno circa sei mesi, e se l’efficacia del vaccino dura meno di 6 mesi, come si fa? Perché il regime ci dice che anche dopo vaccinati bisogna portare la mascherina, distanziarci socialmente, eccetera eccetera, esattamente come prima? Questi nuovi vaccini modificano il nostro Dna? Qualcuno per caso sa come? Possono provocare nel tempo malattie autoimmuni o degenerative come il Parkinson o l’Alzheimer o il tumore? Perché i politici comprano i vaccini da case farmaceutiche che hanno una lunga storia di corruzione dei politici? I politici, i burocrati e l’Oms prendono una tangente sugli ordinativi di vaccini, oppure no? Perché comprano i vaccini da case farmaceutiche che hanno condanne per sperimentazione di vaccini dannosi e sterilizzanti? Perché in Tv si è visto che alcuni politici (come la prima ministra australiana) si sono fatti riprendere mentre venivano vaccinati, ma si è visto pure che la vaccinazione era finta perché l’ago era ancora coperto dal cappuccio?Quanto possiamo fidarci delle rassicurazioni dei politici e dell’Oms? Che cosa dicono i loro precedenti in campo farmaceutico circa corruzione e affidabilità? Perché le trattative e i contratti con cui hanno comperato questi e altri vaccini sono tenuti segreti? Perché i media italiani non riferiscono delle proteste e dei rifiuti che all’estero vengono opposti alla vaccinazione da parte anche di organizzazioni di sanitari, in relazione all’insufficiente collaudo e agli effetti già osservati? Perché agli italiani viene somministrato un vaccino che costa circa 1/10 di quello che viene somministrato negli Usa? Vale anche un decimo di quello americano, oppure no? Potrà mai finire una pandemia che è diventata un potente strumento di controllo sociale e di affari, con fondi di centinaia di miliardi? Arriveranno altre pandemie, se questa finirà? La gestione Oms-Ue della pandemia è un esperimento di un nuovo governo mondiale a libertà minimale?(Marco Della Luna, “L’esercito delle pecore matte”, dal blog di Della Luna del 25 dicembre 2020).Il sondaggio del Censis pubblicato lo scorso 4 dicembre conferma che gli italiani sono in grande maggioranza pecore credule e ignave (“pecore matte”, diceva Dante), ossia codardi senza dignità e spirito critico, pronti a sottomettersi cedendo diritti fondamentali in cambio di promesse di protezione, pur vedendo come i manovratori usano l’emergenza per aumentare il proprio potere e la propria ricchezza, scaricando i costi e rischi sulla popolazione generale. Questa grande maggioranza degli italiani si è lasciata impaurire e deprimere dal terrorismo di regime, dai suoi falsi tamponi e dai suoi falsi dati statistici; accetta tutto, si conforma alle cose più illogiche per ricevere rassicurazione psicologica, financo plaude al dittatorello e si avventa contro coloro che le vengono genericamente additati come “negazionisti” o untori senza museruola. Adesso questa maggioranza agogna il vaccino promesso, benché non sia ancora stato sperimentato (ci vogliono 10 anni circa) e si segnalino molti casi di reazioni avverse e persino qualcuno letale. Tali reazioni esprimono non una condizione transitoria ma la costituzione psichica profonda di questa maggioranza, e non ha senso né speranze cercare di risvegliarli – non sono addormentati, sono proprio fatti così.
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Prigionieri del Grande Imbroglio: dai media, bugie mondiali
Gli italiani sono chiusi in casa nelle zone rosse, mentre i migranti africani sbarcano a migliaia: alla propaganda di Salvini (che ha bisogno di farsi perdonare l’aver accettato il lockdown-bis) aderisce improvvisamente Di Maio, alimentando così i “rumor” sull’improvvisa precarietà del premier Conte, spaventato dalle proteste in corso contro il coprifuoco prenatalizio che rischia di stroncare definitivamente un paese il cui debito pubblico, denominato in euro e quindi non azzerabile, si sta avvicinando al 180% del Pil. Se si legge il “Corriere della Sera”, si va a sbattere contro due notizie da prima pagina che fanno a pugni tra loro: Walter Ricciardi invoca la clausura a oltranza, mentre Roberto Bernabei ribadisce che, di Covid, continuano a morire quasi solo persone molto anziane e molto malate. Ricciardi, longa manus dell’Oms e deus ex machina del ministero della sanità, dice testualmente: «Due settimane di lockdown non bastano, Wuhan insegna che serve più tempo» (come se l’Italia non si fosse già fermata per 80 giorni, in primavera: con quali risultati?). Il geriatra del Policlinico Gemelli, membro del Comitato Tecnico-Scientifico, sembra replicare a distanza: «Per morire di Covid devi avere più di 80 anni e almeno tre patologie». Per cosa stiamo bloccando il paese, allora? Ha forse a che fare con qualcos’altro? Per esempio, con l’incredibile rissa elettorale statunitense, che i giornali faticano a raccontare in modo corretto?
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Martin Pall: sfuggirà al coronavirus chi resta lontano dal 5G
La domanda che viene sollevata qui non è se il 5G sia responsabile del virus, ma piuttosto se il 5G, le radiazioni che agiscono tramite l’attivazione dei Vgcc possono esacerbare la replicazione virale o la diffusione o la letalità della malattia innescata dal Covid-19 (i Vgcc sono i canali ionici del calcio dipendenti dalla tensione elettrica presenti nella membrana delle nostre cellule, Ndr). Facciamo un passo indietro e guardiamo alla storia recente del 5G a Wuhan per avere una prospettiva su quelle domande. Un articolo dell’”Asia Times”, datato 12 febbraio 2019, ha dichiarato che a Wuhan alla fine del 2018 c’erano 31 diverse stazioni base 5G, ovvero antenne. In seguito sono stati sviluppati piani tali, che alla fine del 2019 sarebbero state installate circa 10.000 antenne 5G, la maggior parte su lampioni “intelligenti” a led 5G. Il primo lampione “intelligente” è stato installato il 14 maggio 2019 ma un numero maggiore ha iniziato a essere attivato solo nell’ottobre 2019. Questi risultati mostrano che il rapido ritmo dell’epidemia di coronavirus si è sviluppato in correlazione all’aumento di antenne 5G. Quindi abbiamo questa constatazione: il primo 5G “intelligente” della Cina, con Smart City e autostrada “intelligente”, è l’epicentro di questa epidemia, e questa scoperta che l’epidemia è diventata rapidamente più grave quando il numero di antenne 5G è salito alle stelle.Questi risultati sono casuali o il 5G ha un ruolo “causale” nell’esacerbazione epidemica del coronavirus? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo determinare a valle gli effetti. L’attivazione di Vgcc aggrava la replicazione virale, gli effetti dell’infezione virale, specialmente in quelli che hanno ruoli nella diffusione del virus, e anche il meccanismo con cui questo coronavirus provoca la morte. Di conseguenza, la replicazione dell’Rna virale è stimolata dallo stress ossidativo. La principale causa di morte per questo coronavirus è la polmonite. La polmonite è notevolmente esacerbata da ciascuno di quei cinque effetti a valle dell’attivazione del Vgcc, calcio intracellulare eccessivo, stress ossidativo, elevazione di Nf-kappaB, infiammazione e apoptosi. La prima delle citazioni elencate di seguito mostra che i bloccanti dei canali del calcio, lo stesso tipo di farmaci che bloccano gli effetti dei campi elettromagnetici, sono utili nel trattamento della polmonite. Ciò prevede che i campi elettromagnetici, agendo tramite l’attivazione di Vgcc, renderanno sempre più grave la polmonite; quindi, le radiazioni 5G – così come altri tipi di campi elettromagnetici – possono aumentare i decessi per polmonite.Tutti sostengono che è probabile che le radiazioni 5G esacerbino notevolmente la diffusione del coronavirus e aumentino notevolmente la mortalità delle infezioni da esso prodotte. La buona notizia è che è probabile che quelli di noi che vivono in aree senza radiazioni 5G e che evitano altri campi elettromagnetici, ove possibile, probabilmente sfuggiranno a molti degli impatti di questa potenziale pandemia globale. È altamente probabile che una delle cose migliori che Wuhan può fare per controllare l’epidemia in città sia spegnere il sistema 4G e 5G. In sintesi, abbiamo una serie di eventi collegati al 5G che si sono verificati in più di una situazione, in cui noi abbiamo dimostrato meccanismi plausibili con cui le radiazioni 5G possono causare effetti biologici dannosi. Questi includono: effetti neurologici e neuropsichiatrici, segnalati sia in Svizzera che a Stoccarda in Germania; effetti simili ma più gravi degli effetti causati da altre esposizioni ai campi elettromagnetici (tre suicidi a 11 giorni l’uno dall’altro nel personale delle ambulanze); effetti cardiaci, riportati anche in Svizzera e a Stoccarda: effetti simili a quelli trovati nell’uomo in seguito ad altre esposizioni ai campi elettromagnetici e in esperimenti su animali.Abbiamo due casi di morte cardiaca improvvisa, quasi istantanei, all’attivazione del 5G: uno nel Paesi Bassi e uno nel Regno Unito. Abbiamo casi di panico di massa nei bovini e comportamenti aggressivi insoliti nei bovini e negli ovini. Abbiamo diversi casi di difetti alla nascita degli arti umani in Francia e Germania. Abbiamo diversi casi di incendi collegati al 5G in Corea e nel sud della California. Abbiamo notevoli aumenti apparenti dell’Ehs (elettrosensibilità) a Stoccarda, Germania. Mentre questo è un singolo esempio, a le mie conoscenze, simili anche se più lentamente sviluppando esempi di Ehs, hanno dimostrato che si verificano negli studi sull’esposizione professionale ai campi elettromagnetici e in due studi sui “contatori intelligenti”. Il caso potrebbe essere qui più debole, perché si basa esclusivamente sull’esempio di Stoccarda, ma è ancora sostanziale.Quattro effetti a valle prodotti da campi elettromagnetici che agiscono tramite l’attivazione di Vgcc, stress ossidativo, Nf-elevazione, infiammazione e apoptosi di kappaB stimolano notevolmente entrambi i processi infettivi del coronavirus, compresi gli aspetti coinvolti nella diffusione virale e anche la polmonite (causa predominante di morte nell’epidemia). Ne consegue che la “coincidenza” è quella con Wuhan, la prima città 5G “intelligente” della Cina, nonché prima “autostrada 5G” cinese. L’altra “coincidenza” è che l’epidemia è stata scoperta per la prima volta quando è iniziata un’elevata densificazione delle antenne 5G, con la gravità dell’epidemia e il tasso di mortalità che aumenta molto rapidamente quando migliaia di antenne 5G sono state installate in tutta la città di Wuhan. È quindi altamente probabile che non siano coincidenze. Lasciatemi ripetere che qualsiasi effetto visto con il “lancio” iniziale della radiazione 5G sarà una piccola frazione di quelli previsti da un sistema 5G nella massima diffusione, che interagisce con “l’Internet delle cose”.Gli otto effetti 5G apparenti sopra elencati non includono altri effetti massicci previsti della radiazione 5G, dove non abbiamo prove del fatto che si stiano verificando o meno; abbiamo invece prove di importanti ruoli causali di altre esposizioni ai campi elettromagnetici. Questi includono: 1. Impatti massicci sulla riproduzione maschile, in cui le radiazioni 5G possono produrre crash molto rapidi nella riproduzione maschile per chiudere a zero. 2. Insorgenza di demenza di Alzheimer (Ad) ad esordio quasi precoce. Qui sappiamo tutto su come indurre l’Ad “universale” o quasi universale, ad esordio precoce, in un modello di ratto: basta dare una serie di impulsi Emf durante un giorno o anche durante un secondo. Se dai impulsi ogni giorno, ottieni l’Alzheimer “universale” o quasi universale nei ratti di sei mesi (all’incirca, l’età equivalente di un bambino di 12 anni). 3. Autismo universale o quasi universale: sappiamo, da studi genetici, che l’autismo umano è causato dall’eccessiva attività Vgcc, e poiché questo è il principale meccanismo d’azione dei campi elettromagnetici, tra cui Emf a onda millimetrica 5G, è altamente plausibile che il 5G possa causare l’autismo “pulsato”, universale o quasi universale.4. Livelli molto elevati di mutazioni della linea germinale causate dall’impatto della radiazione 5G che agisce tramite Vgcc, con l’attivazione sul Dna degli spermatozoi umani e sul Dna degli ovociti umani. Ciò che si sostiene è che la riproduzione umana potrebbe essere fortemente influenzata da livelli molto elevati di mutazione. Le possibili conseguenze delle radiazioni 5G avrebbero potuto essere testate in precedenza da studi su modelli animali, prima di qualsiasi lancio del 5G. Ritengo che si tratti di un’atrocità di proporzioni quasi incredibili che nessun test del genere sia stato fatto. Tutto ciò porta a sostenere che il 5G presenti minacce di un tipo che non abbiamo mai visto prima: molteplici, imminenti minacce esistenziali alla nostra sopravvivenza.(Martin Pall, “Sfuggirà alla pandemia chi vive senza 5G, è una minaccia alla nostra sopravvivenza”, da “Oasi Sana” del 18 marzo 2020. Docente dell’università di Washington, il professor Pall ha ricercato la correlazione ambientale con meccanismi infiammatori che causano patologie gravi, concentrandosi soprattutto sull’elettrosmog. Non sorprende che le sue tesi fatichino tuttora a trovare piena cittadinanza nell’attuale mainstream scientifico).La domanda che viene sollevata qui non è se il 5G sia responsabile del virus, ma piuttosto se il 5G, le radiazioni che agiscono tramite l’attivazione dei Vgcc possono esacerbare la replicazione virale o la diffusione o la letalità della malattia innescata dal Covid-19 (i Vgcc sono i canali ionici del calcio dipendenti dalla tensione elettrica presenti nella membrana delle nostre cellule, Ndr). Facciamo un passo indietro e guardiamo alla storia recente del 5G a Wuhan per avere una prospettiva su quelle domande. Un articolo dell’”Asia Times”, datato 12 febbraio 2019, ha dichiarato che a Wuhan alla fine del 2018 c’erano 31 diverse stazioni base 5G, ovvero antenne. In seguito sono stati sviluppati piani tali, che alla fine del 2019 sarebbero state installate circa 10.000 antenne 5G, la maggior parte su lampioni “intelligenti” a led 5G. Il primo lampione “intelligente” è stato installato il 14 maggio 2019 ma un numero maggiore ha iniziato a essere attivato solo nell’ottobre 2019. Questi risultati mostrano che il rapido ritmo dell’epidemia di coronavirus si è sviluppato in correlazione all’aumento di antenne 5G. Quindi abbiamo questa constatazione: il primo 5G “intelligente” della Cina, con Smart City e autostrada “intelligente”, è l’epicentro di questa epidemia, e questa scoperta che l’epidemia è diventata rapidamente più grave quando il numero di antenne 5G è salito alle stelle.
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Scie in aumento, Mini: la guerra climatica ormai è realtà
La frequenza delle scie nei nostri cieli (scie di varie forme, dimensioni e colori) si è intensificata. Molti ormai le chiamano “scie chimiche”, ma l’ufficialità continua a negare la loro esistenza. Militari dell’aeronautica e grande stampa, servizi meteo, scienziati e ministri ripetono che si tratta di un fenomeno “normale”, giustificato dal traffico aereo intensificato. Non la pensa così il generale Fabio Mini, già a capo della missione Nato in Kosovo. Per l’alto ufficiale, il fenomeno è anomalo: durante la guerra in Kosovo – ricorda Mini – la manipolazione delle nubi aveva un’importanza strategica ed è stata attuata. «Si possono creare o dissolvere artificialmente e rappresentano uno strumento di guerra», riassume il sito “Ereticamente”, riportando recenti interviste rilasciare dal generale. «Si usano sostanze chimiche (sodio, bario, alluminio, polimeri) che vengono impiegate per le deviazioni delle onde elettromagnetiche». Fabio Mini esorta i cittadini a pretendere la verifica, l’ammissione da parte delle autorità, facendo pressioni per ottenere accertamenti e informazioni ufficiali rilasciate da autorità competenti e di responsabilità: sanità e difesa, aeronautica, ministero dell’agricoltura e della ricerca scientifica. Obiettivo: verificare l’esistenza di prove dettagliate e inconfutabili.«Riguardo alla questione della geoingegneria – avverte Dane Wigington sul sito “NoGeoingegneria” – le porte di tutti i rappresentanti del governo e di tutte le agenzie governative sono state sbarrate. I responsabili delle operazioni di irrorazione proteggono questi programmi negli ultimi decenni. Le agenzie governative che si occupano di qualità dell’aria e dell’acqua sono state strutturate in modo tale da mascherare la montagna di composti tossici originati dai programmi di modificazione climatica e meteorologica». Come Mini, anche Wigington esorta a «fornire dati credibili e inattaccabili per poi metterli nelle mani di autorità competenti e spingerle ad occuparsene attivamente». La lista di possibili interlocutori è infinita, aggiunge “Ereticamente”: «Si passa da chi si occupa di questioni ambientali, cibo biologico, malati di Alzheimer, autismo e Adhd a settori quali l’allevamento, la forestale, il giornalismo». In una recente intervista con Enzo Pennetta, lo stesso Mini ricorda che ormai «la guerra è diventata un illecito del diritto internazionale e non è più la prosecuzione della politica, ma la sua negazione, il suo fallimento».Una caratteristica delle guerre moderne, aggiunge Mini, è anche la perdita di consapevolezza sulla verità: e in questo, la tecnologia sa fare miracoli. «Se tali armi sono state veramente impiegate, si tratta di una violazione del diritto internazionale e dei diritti umani delle vittime». Secondo il professor Pennetta, il cinema americano prepara lo spettatore ad “abituarsi” alla guerra climatica, attraverso immagini più o meno subliminali, dal 1959. Oggi, il “Weather Channel” allarma sui disastri naturali milioni di spettatori su schermi flat e smartphone, come “previsto” (saputo in anticipo?) dalla propaganda militare di Disney nel 1959 con il film “Eyes in Outer Space”, prodotto in collaborazione col Pentagono. «Il film usa musica e animazioni per speculare sull’uso della tecnologia dei satelliti militari lanciati nello spazio, insieme ad una rete di difesa coordinata ed a certi strumenti per modificare il clima. Il controllo del clima, la guerra che minaccia l’ambiente, appunto. Quel film ritrae un ordine futuristico di satelliti e armi spaziali che fanno parte di un sistema di totale controllo climatico militare indirizzato dal presidente Kennedy. E’ stato previsto che satelliti in grado di tracciare il clima avrebbero permesso alle forze militari statunitensi di predire i modelli climatici per progettare attacchi coordinati contro fenomeni naturali nefasti anticipandoli di mesi».Il mondo attuale, che “copre” certi progetti di geoingegneria, armi chimiche, elettromagnetiche e spaziali – conclude “Eticamente”, citando Pennetta – è stato anticipato dal film di Walt Disney in stretta collaborazione con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Ci dà una prospettiva storica di come la propaganda statale venga usata per condizionare una deviazione culturale programmata in supporto all’uso della tecnologia militare come le armi usate contro il mondo naturale». Inutile stupirsi se le “scie chimiche” non trovano cittadinanza sui media, se non per il facile sarcasmo delle cosiddette “bufale”. «Siamo in piena guerra dell’informazione da cui, di riflesso, scaturiscono tutte le altre guerre», sintetizza “Ereticamente”. «Una guerra a colpi di mezze verità, bufale, bufale su verità, verità su bufale con tutti i vari incroci ed intrecci che ne derivano». Secondo il blog, «il diavolo si diverte da sempre a mischiare le carte in tavola con grandi verità condite da grandi porcate e grandi menzogne che, tra le righe, nascondono verità». Del gioco fa parte anche il fantastico “algoritmo anti-bufale” messo a punto da Google, «che in sostanza ci dice: le bufale le decido io, tutto il resto è la verità».In questo clima di guerra all’ultimo scoop e bombardamento mediatico propagandista, spunta un tema che sta a cuore a tutti, di cui ci si preoccupa o di cui si ride: «Le scie chimiche, il clima impazzito, la guerra climatica o ambientale innaffiata ogni giorno dalla guerra della disinformazione». Aggiunge “Ereticamente”: «Le scie chimiche associate al clima impazzito ed a fenomeni di manipolazione di disastri naturali come terremoti, tsunami, cataclismi e siccità non sono più materia di ‘bufale’». Una vera e propria guerra ambientale è già in atto, afferma il generale Mini: «E’ guerra climatica, clima modificato con agenti chimici». Il protocollo ha un nome evocativo: “Owning the Wheather”, possedere il clima. Dal 2007, il generale affronta la delicata questione delle armi di nuova generazione, destinate a provocare disastri solo apparentemente naturali. «Ha osservato che le scie chimiche che segnano i nostri cieli non sono affatto “di condensa”, chiarendo ogni dubbio in merito». Mini spiega che c’è qualcosa di più della classica disinformazione dei media: in ambito militare esiste una pratica chiamata “denial of service”, «in base alla quale non solo occorre negare l’evidenza, la verità e la realtà, ma bisogna negare anche l’informazione». E sottolinea: «Negare l’informazione è già, di per sé, un atto di guerra».Tradotto: «Le persone e interi paesi non devono essere informati», A volte, questa regola «porta a vere catastrofi, come nel caso dello tsunami in Indonesia», riassume “Ereticamente”, citando Mini: «Si poteva avvertire quella gente, ma si sono verificate interruzioni nella trasmissione delle informazioni per via di anelli mal funzionanti o volutamente non funzionanti che hanno impedito la comunicazione». Si torna al punto di partenza: la guerra dell’informazione a tutti i livelli. La nuova arma di distruzione di massa? E’ la “bomba climatica”: «Si sta lavorando a quest’arma di distruzione in segreto, per ottenere vantaggi inimmaginabili su scala mondiale», dichiara il generale. «Alluvioni, terremoti, tsunami, siccità, cataclismi». Uno scenario orwelliano, purtroppo non fantapolitico. «E’ il risultato reale di certe progettazioni in materia di tecnologie militari che la gente non può e non deve conoscere», scrive “Ereticamente”. In campo militare non esiste una moralità che impedisca di varcare un certo limite. «Ciò che si può fare si fa», ammette il generale: per ottenere un vantaggio, si usano tecnologie «senza fare test sufficienti», pur di sperimentarne gli effetti direttamente sul campo.La capacità di condizionare l’ambiente sarebbe ormai una realtà, in ambito militare: potrebbe provocare tornado, terremoti, tsunami, uragani. «Si controlla il clima, lo spazio atmosferico, e si conducono operazioni belliche in sicurezza. S’irrorano le nubi con ioduro d’argento, polimeri e altre sostanze chimiche per spostarle o dissolverle», scrive “Ereticamente”. Il generale Mini racconta del “Progetto Seal” avviato con fondi americani e inglesi nel 1946 per indurre piccoli tsunami. Lo scienziato che conduceva gli esperimenti in Australia, Thomas Leech, si spaventò e bloccò il lavoro, ma sicuramente quegli esperimenti furono ripresi e perfezionati in seguito. Con un articolo pubblicato dalla rivista di geopolitica “Limes”, Mini ha divulgato il progetto dell’aeronautica militare statunitense risalente al 1995. Scie chimiche? Un reporter come Gianni Lannes sostiene che l’Italia si oppose a certi sorvoli già ai tempi di Pertini, per poi autorizzarli a partire dal 2001, in piena era Bush. In Sicilia la popolazione si è opposta alle maxi-antenne dell’installazione strategica Muos di Niscemi, collegata al sistema Haarp per il controllo militare mediante onde radio che “rimbalzerebbero” sulla ionosfera, utilizzando un “microfilm” in sospensione – diffuso dalle scie degli aerei? Tante ipotesi, ma nessuno ha ancora spiegato ufficialmente che cosa sono, quelle scie bianche che da meno di vent’anni “infestano” i nostri cieli.La frequenza delle scie nei nostri cieli (scie di varie forme, dimensioni e colori) si è intensificata. Molti ormai le chiamano “scie chimiche”, ma l’ufficialità continua a negare la loro esistenza. Militari dell’aeronautica e grande stampa, servizi meteo, scienziati e ministri ripetono che si tratta di un fenomeno “normale”, giustificato dal traffico aereo intensificato. Non la pensa così il generale Fabio Mini, già a capo della missione Nato in Kosovo. Per l’alto ufficiale, il fenomeno è anomalo: durante la guerra in Kosovo – ricorda Mini – la manipolazione delle nubi aveva un’importanza strategica ed è stata attuata. «Si possono creare o dissolvere artificialmente e rappresentano uno strumento di guerra», riassume il sito “Ereticamente”, riportando recenti interviste rilasciare dal generale. «Si usano sostanze chimiche (sodio, bario, alluminio, polimeri) che vengono impiegate per le deviazioni delle onde elettromagnetiche». Fabio Mini esorta i cittadini a pretendere la verifica, l’ammissione da parte delle autorità, facendo pressioni per ottenere accertamenti e informazioni ufficiali rilasciate da autorità competenti e di responsabilità: sanità e difesa, aeronautica, ministero dell’agricoltura e della ricerca scientifica. Obiettivo: verificare l’esistenza di prove dettagliate e inconfutabili.
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Medico: scie chimiche, vaccini, glifosato. E’ per sterminarci
«Se io volessi essere malvagio, se volessi mettere in ginocchio l’umanità, spruzzerei su tutto il suo cibo del glifosato. Poi spruzzerei nell’aria dell’alluminio. E se questo ancora non bastasse, aggiungerei ancora un po’ di alluminio nei vaccini. In questo modo potrei riuscire a rendervi tutti quanti stupidi, e nell’arco di due o tre generazioni vi porterei all’estinzione». Lo afferma un medico tedesco, Dietrich Klinghardt. «Quello che mi occorrerebbe ancora per ottenere questo sono determinate frequenze elettromagnetiche, delle quali mi servirei per bloccare i vostri enzimi responsabili della disintossicazione. E sono proprio queste le frequenze che provengono dai ripetitori della telefonia mobile». Conclusione: «Se io fossi maligno, direi che dietro tutto questo dev’esserci un gruppo intelligente di scienziati molto, molto malvagi, e di politici». Dichiarazioni sconvolgenti, che il dottor Klinghardt ha rilasciato nel novembre 2015 nel corso delle Giornate Internazionali “Hellinger”. Un quadro agghiacciante, annota il blog “La Crepa nel Muro”: si profila un avvelenamento planetario senza precedenti. «Ma lo scienziato tedesco, nonostante le prospettive catastrofiche, non perde né il sorriso né la convinzione che l’umanità sappia uscire da questa situazione». E insieme ai suoi colleghi «sta portando avanti ricerche sulla disintossicazione da metalli pesanti».In trent’anni di lavoro, la sua équipe ha sviluppato metodi di cura molto efficaci. Due gli agenti più preoccupanti, il glifosato e l’alluminio, coinvolti nell’emergere di molte nuove problematiche: stanchezza cronica disabilitante, insufficienza immunitaria, autismo in aumento spaventoso. Klinghardt considera l’intossicazione da metalli pesanti un fattore rilevante. E ha sviluppato strumenti di cura e di disintossicazione a vari livelli. Il medico è convinto che una delle cause principali dell’aumento vertiginoso di intossicazioni da metalli pesanti sia il rilascio massiccio di particolati tossici in atmosfera (scie chimiche). Denunce analoghe giungono anche da scienziati statunitensi come Marvin Herndon e Russel Blaylock. Klinghardt non ha dubbi che avvenga questa forma di avvelenamento su larga scala. E spiega di avere “la fortuna” di riceverne conferme dirette da alcuni scienziati, in cerca di cure presso di lui. «La sua clinica è situata proprio tra la Boeing e la Microsoft, e diversi dei suoi pazienti arrivano proprio da loro. Ovviamente non può fare nomi. Secondo questi “informatori”, ben 42 paesi oggi sarebbero attivamente partecipi di queste operazioni di manipolazione atmosferica». Operazioni sotto controllo militare: geoingegneria, controllo del meteo, diffusione di “alluminio nanometrico”.Il dottor Dietrich Klinghardt, spiega “La Crepa nel Muro”, ha studiato medicina e psicologia a Friburgo, in Germania, proseguendo con un dottorato di ricerca sul coinvolgimento del sistema nervoso nelle malattie autoimmuni. Fin dall’inizio della sua carriera si è interessato agli esiti patologici della tossicità cronica indotta da piombo, mercurio, inquinanti ambientali e campi elettromagnetici. Ha inoltre potuto integrare la sua formazione occidentale lavorando in India, dove ha messo a fuoco le conoscenze orientali sull’eziologia, cioè lo strudio delle cause all’origine delle patologie. Questo ha gettato le basi per il suo sistema di “medicina integrativa”, in base alla quale «la guarigione vera richiede un lavoro simultaneo su 5 livelli». Emigrato negli Stati Uniti, Klinghardt ha operato come medico di emergenza prima di diventare direttore del Pain Centre a Santa Fe, in New Mexico. Dal 1970 ha contribuito significativamente alla comprensione della tossicità dei metalli in relazione a dolore, malattie e infiammazioni croniche. E’ considerato un’autorità in questo campo ed è stato determinante nel progresso della medicina biologica e del controllo del dolore in forma non invasiva. In più è esperto di medicina anti-invecchiamento, tossicologia, neuro-pediatria, psicologia, odontoiatria biologica e molto altro.Fondatore dell’Accademia Klinghardt (Usa) e dell’American Academy of Neural Therapy, Klinghardt è anche direttore medico dell’Istituto di Neurobiologia con sede a Woodinville, Washington. E’ inoltre fondatore e presidente dell’Istituto di Neurobiologia (Germania e Svizzera) e ha tenuto conferenze universitarie in Illinois e Utah, a Friburgo, Adelaide (Australia) e Washington, nonché nelle scuole di medicina di Ginevra e Zurigo. Tra il 1996 e il 2005 è stato professore associato (neurobiologia) presso la Capital University, Washington Dc. È regolarmente invitato a tenere seminari e conferenze in Europa e negli Usa. Molti dei suoi insegnamenti, in lingua inglese, sono disponibili sul sito della Klinghardt Academy. Il medico è pure stato premiato nel 2007 dalla Global Foundation of Integrative Medicine, mentre nel 2011 ha ottenuto il “premio dell’anno” dall’Accademia Internazionale di Odontoiatria Biologica e Medicina. Cosa ha detto di così sconvolgente, il dottor Klinghardt? Che ci stanno avvelenando. «In questo momento ci sono tre grandi “esperimenti” fatti con l’intenzione di ridurre la popolazione mondiale», e il primo è la cosiddetta “Agenda 21”, che è ufficiale presso l’Onu. «Una cosa importante è l’avvelenamento del feto nel corpo della madre. Alla facoltà di medicina avevo imparato che i veleni ambientali presenti nel corpo della madre non passano al feto, poiché il feto è difeso dalla placenta. Oggi sappiamo che non è vero: il nascituro riceve i due terzi dell’intero quantitativo di veleni della madre».«Dal momento che avveleniamo la Terra, veniamo avvelenati noi stessi», aggiunge Klinghardt. «E tramite i meccanismi epigenetici diventiamo sempre più sensibili a quantità sempre inferiori di veleni, fino al punto che non li sopportiamo più». Ma il medico non è catastrofista: «Quando assolutamente non ce la faremo più a reggere, allora ci sarà una volontà politica di cambiare qualcosa. E io sono saldamente fiducioso nel fatto che noi, come razza, sopravviveremo e andremo avanti bene». Da qui il dottor Klinghardt sviluppa la sua analisi anche politica: «Se conosciamo coloro che sono responsabili di aver causato le guerre, i responsabili delle pratiche agricole che ci avvelenano i suoli, coloro che stanno nell’industria delle comunicazioni e scelgono fasce di frequenze elettromagnetiche che sono dannose per noi, vediamo che sono sempre gli stessi piccoli gruppi che stanno dietro tutto questo». I nostri politici? «Sono troppo stupidi o troppo corrotti per comprendere che razza di sciagura stanno lavorando a produrre, ora come ora». Tocca a noi, sostiene il medico: «Il maggior numero possibile di noi deve risvegliarsi». In molti paesi, «le conoscenze sui danni enormi causati da questi veleni non sono ancora così avanzate».Il primo stadio di evoluzione, continua il medico tedesco, è quello in cui diciamo: “Noi siamo candidi e innocenti, e abbiamo fiducia che il mondo sia buono, in linea di principio”. Poi viene il secondo stadio, «nel quale vediamo la corruzione e il male nel mondo, e rispondiamo assumendo lo stesso grado (o ampiezza) di cattiveria, oppure diventiamo furiosi, oppure ci sentiamo impotenti, oppure semplicemente ci rifiutiamo di guardare». E questa, sottolinea Klinghardt, è la reazione più frequente. «Poi arriva lo stadio successivo, che è quello nel quale guardiamo negli occhi ciò che va male, ciò che c’è da cambiare, ma senza più coinvolgimento emozionale: ed è questa la fase in cui possiamo agire». Dietrich Klinghardt dichiara di aver speso oltre mezzo milione di dollari in test di laboratorio per scorpire che oggi, nel corpo umano, sono presenti più di 82.000 sostanze tossiche. «Ma l’80% per cento della tossicità complessiva, della capacità di far ammalare, è data solo da due sostanze: una è l’alluminio, l’altra è il glifosato». Quest’ultimo un erbicida prodotto negli Usa, smerciato da mezzo secolo in quasi tutti i paesi occidentali. «È il veleno principale che viene spruzzato sui terreni: ma noi, se lo sappiamo, possiamo proteggerci».Contro l’altro veleno, invece (l’alluminio) non esiste difesa naturale, bisogna ricorrere a farmaci a base di silicio. Oggi, sostiene il medico, sappiamo che l’autismo nei bambini è causato principalmente dall’alluminio, che dal corpo della madre viene trasferito in quello del figlio. Poi, ulteriore alluminio viene somministrato insieme ai vaccini. L’alluminio, ricorda Klinghardt, gioca un ruolo particolare nell’enorme aumento delle malattie neurologiche. «Il primo e principale sintomo è la perdita di memoria». In Europa e negli Usa, il mercurio – come “adiuvante” dei vaccini – è stato in gran parte sostituito dall’alluminio, nell’anno 2000. «La Bill Gates Foundation ha comprato in blocco tutti gli stock di vaccini contenenti mercurio e li ha venduti alla Cina, con la conseguenza che i cinesi oggi sono gravemente colpiti da questo; inoltre ha raddoppiato nei vaccini la quantità di mercurio, che notoriamente aveva causato molti danni neurologici nei bambini, e li ha imposti nei paesi africani». Il cambio di rotta, dal mercurio all’alluminio, è devastante: coi vaccini al mercurio, restava in vita il 35% delle cellule cerebrali, mentre l’alluminio le distrugge al 100%. «E se si aggiunge anche del testosterone (come quando a essere vaccinato è un maschietto), secondo questi studi pubblicati, le cellule cerebrali sono morte già dopo 4 ore».Klinghardt precisa di non essere contrario ai vaccini, ma «favorevole all’uso di vaccini ragionevoli», cioè sicuri. Vaccini che sarebbero già stati perfettamente sviluppati, ma che «per oscuri motivi non vengono utilizzati». Quali studi sono stati realizzati per testare l’impatto dell’alluminio “vaccinale” nel corpo umano? «Nessuno studio». Una rilevazione effettuata su 200 pazienti, continua il medico, dimostra che la quantità di alluminio presente nel nostro corpo «è più alta di un fattore 94 di quella della sostanza tossica successiva». Perché questa notizia non viene diffusa? Il medico mostra la foto di un aereo che rilascia scie bianche, e racconta: «Laboratori americani che fanno test sull’alluminio hanno ricevuto una lettera dal governo, che diceva: “Se non interrompete subito questi studi, vi chiudiamo il laboratorio”». Il dottore torna a addirare le “chemtrails” rilasciate dagli aerei – scie bianche che non fuoriescono dai motori, dalle turbine, ma dalle estremità delle ali: quello, dice, è il modo in cui viene contaminata anche la popolazione adulta, non sottoposta ai nuovi vaccini “all’alluminio”. Una normale scia di condensazione (“contrail”), evapora normalmente nel giro di 30 secondi. Le “chemtrails” invece «sono persistenti, si espandono lentamente e formano come una cappa grigia».I materiali abusivamente rilasciati dagli aerei sono composti di alluminio, che in cielo formano come una cappa di metallo: «Dei miei pazienti che operano nei servizi segreti americani – aggiunge Klinghardt – mi hanno rivelato che non sarebbe stato possibile spiare il telefono di Angela Merkel senza questa roba qui», anche se in realtà l’idea originaria sarebbe stata quella di creare una sorta di schermatura per riflettere i raggi del Sole, controllando il clima. Assistiamo ormai quotidianamente allo spettacolo di strane nuvole, del tutto innaturali. Al pubblico della conferenza tedesca, il dottor Klinghardt ha mostrato fotografie prodotte dalla Boeing: «Installano su questi giganteschi aerei dei serbatoi che vengono allestiti dalla stessa azienda che produce gli erbicidi – purtroppo non posso dire il nome. Questa tecnologia nel suo insieme viene chiamata geo-ingegneria. Per i tedeschi, si trova un’ottima pagina Internet di informazione nel sito “Sauberer Himmel”». Allora, continua il medico, «ci siamo messi a pensare e ci siamo chiesti: è vero che effettivamente l’alluminio da lassù viene fatto piovere in giro? E così abbiamo finanziato misurazioni di laboratorio sulla pioggia». Bingo: il valore di sostanze metalliche irrorate supera anche di 7.000 volte la densità di 0,5 microgrammi per litro, soglia oltre la quale l’agenzia americana per la salute sostiene che la popolazione vada allertata. Naturalmente, «nessuna allerta della popolazione».Klinghardt racconta di una recente gita sciistica nella Foresta Nera: «La mattina c’era un bel cielo azzurro, poi sono arrivati grossi aerei “tanker” che hanno disegnato queste linee in cielo, quindi si è formata la coltre biancastra e, a causa delle condizioni meteo, la cappa si è abbassata e tutti abbiamo cominciato a tossire, ci è venuto mal di testa e ci siamo ritirati in albergo. Ci siamo accorti che anche molta altra gente aveva lasciato le piste, sebbene la neve fosse buona. Poi si è messo a nevicare e io ho raccolto un po’ di neve: dentro la neve c’era più alluminio che neve. E questo, in piena Foresta Nera. Poi abbiamo fatto delle misurazioni al suolo e abbiamo visto che al momento c’erano enormi quantità di alluminio nel terreno, e perciò anche nell’erba». Misurazioni ripetute in Norvegia, «dove le mucche stanno lì in piedi davanti ai pascoli pieni d’erba, senza brucare! E muoiono di fame nel pascolo pieno d’erba – al punto che gli allevatori norvegesi devono importare l’erba».La cosa più grave, spiega Klinghardt, è che l’alluminio provoca infiammazioni in tutti i vasi sanguigni. Questi depositi di alluminio in nanoparticelle diventano terreno di coltura per molte patologie da infezione. Dato interessante: gli studi sul nano-particolato di alluminio sono finanziati dalla stessa azienda che produce la miscela per gli aerei. «Finora sono noti i nomi di 42 paesi che prendono parte a questa attività, mentre in Cina e in Russia viene impiegata una minore quantità di miscela tossica. L’intera Europa, invece, viene irrorata». Per i medici, l’alluminio devasta i mitocondri delle cellule, dando il via a gravi patologie neurologiche. Nelle scie chimiche rilasciate dai “tanker” per le attività clandestine di “geoengineering”, “modificazioni meteorologiche” e “modificazioni climatiche”, sono contenute anche altre sostanze, «per esempio metalli radioattivi, uranio impoverito, e sono stati trovati perfino germi intenzionalmente aggiunti alla miscela». La cosa più pericolosa, per noi, «sono le minuscole, microscopiche sferette di fibra di vetro imbottite di alluminio che noi respiriamo, inaliamo». Non a caso, sono in forte aumento i tumori polmonari.«L’alluminio si smaltisce mediante l’acido silicico, e ci sono diversi prodotti», continua il medico tedesco. «Quello più importante viene dalla Russia, non è costoso e si chiama in inglese Enterosgel». Facile da assumere: con un cucchiaio da tè, tre volte al giorno lontano dai pasti. «Cosa interessante: quando si è saputo che è possibile eliminare l’alluminio dal cervello, negli Stati Uniti questo prodotto è stato immediatamente vietato». Dietrich Klinghardt si esprime con una chiaerezza disarmante, nel formulare denunce dirette. E afferma, letteralmente: «Io dico: c’è un motivo se Edward Snowden è andato in Russia. Al momento molti di noi ripongono le proprie speranze nella Russia, nel fatto che assuma un ruolo di leader, per una reale idea di libertà, e non quella pseudo-libertà che in Occidente ci viene fatta passare per libertà». Snowden, l’ex analista della Nsa, rifugiatosi presso Putin dopo aver rivelato lo scandalo del Datagate che ha inguaiato Obama: senza la “nube grigia” di metalli in sospensione, l’intelligence Usa non avrebbe potuto monitorare il cellulare di capi di Stato e di governo.Resistere è possibile, sostiene Klinghardt, citando il caso del Messico: dove gli agricoltori hanno rifiutato di impiegare il glifosato “Roundup” nel mais, i loro bambini non hanno subito le devastanti conseguenze neurologiche che hanno invece colpito i figli dei contadini che hanno fatto riscorso al micidiale diserbante. Una ricerca rivela poi che il glifosato e l’alluminio «interagiscono fra loro “magicamente” e sono una reale causa di depressione, demenza, comportamenti ansiosi, morbo di Parkinson e, naturalmente, autismo». Traduzione: fitofarmaci e alluminio irrorato nei cieli possono portare alla specie umana all’estinzione, specie se associati alle onde elettromagnetiche degli smartphone, che “disabilitano” gli enzimi in grado di disintossicarci. Il dottor Klinghardt, che vive negli Usa, considera gli americani estremanente ingenui e manipolabili: «Forse sono la popolazione, le persone più facilmente soggette ad abusi, e in questo momento alcune aziende fanno esperimenti sugli americani stessi». E i politici? «Vengono pagati per tenere la bocca chiusa».Due politici di punta in Ecuador, aggiunge il dottore, «sono stati pagati per dare il permesso di irrorare dall’alto tutto il territorio urbano in Ecuador con questi prodotti». Poi sono stati fatti dei campionamenti nella popolazione per verificare eventuali danni genetici permanenti. Affermativo: quei danni ci sono. «Qual è stato allora il passo successivo? È stato che noi negli Stati Uniti nelle grandi concentrazioni urbane abbiamo trovato chiare evidenze bio-chimiche che lì questa miscela è stata spruzzata dal cielo, che il glifosato era stato aggiunto alla miscela. Così prima c’è stato il piccolo esperimento in Ecuador, e poi di seguito l’applicazione alla popolazione negli Usa, che oggi hanno la percentuale più alta al mondo di patologie neurologiche». I sintomi? Ipertensione, ictus, diabete, obesità, colesterolo alto, Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla, autismo e diversi tipi di cancro. Ma il glifosato, classificato come cancerogeno dall’Oms, è tutt’altro che fuorilegge: viene notoriamente impiegato in modo massiccio, in agricoltura. L’Ue ha appena rinnovato la licenza di distribuzione alla Monsanto.Un’ulteriore, recente ricerca mostra l’inquinamento da fitofarmaci nel corpo delle gestanti, e rivela che il latte materno reso tossico può arrivare anche a modificare l’orientamento sessuale del neonato, modificandone la composizione ormonale. Si tratta di bambini che saranno vittime di tumori al cervello, iperattività, aggressività e altri disturbi del comportamento. Per l’Epa, l’agenzia Usa per la protezione ambientale (Environmental Protection Agency), è vietato smaltire nella toilette un liquido che contenga quantità di veleno che superi la soglia prestabilita: ma il latte materno, sottolinea il medico, in alcuni casi osservati supera di gran lunga quella soglia di sicurezza. Tramite quello che sappiamo dall’epigenetica, riassume Klinghardt, il danno che soffriamo nella nostra vita non ha un effetto solo su di noi, ma su tutte le future generazioni. «Prima, nella medicina, si pensava che solo la radioattività causasse dei danni genetici trasmissibili alla discendenza. Oggi invece sappiamo che le microonde che vengono usate per le comunicazioni dei ripetitori dei cellulari provocano gravi danni epigenetici, mentre gli erbicidi, i pesticidi e gli insetticidi provocano massicci danni alla nostra epigenetica. E ogni generazione che è esposta a questi fattori tossici accumula danni che vengono completamente trasmessi alla generazione successiva».In cima a tutto, conclude il medico, oggi c’è l’alluminio in forma di nano-particolato, «che viene spruzzato intenzionalmente nel cielo, in Germania quasi ogni giorno e quasi ovunque, molto pesantemente in Norvegia, Svezia, Gran Bretagna, ma anche in Italia e Spagna». La seconda sostanza per tossicità e diffusione è il glifosato. «E la combinazione di entrambi, alluminio e glifosato, distrugge il nostro cervello». Possiamo proteggerci da questo annientamento? Sì: «L’alluminio viene espulso mediante prodotti a base di acido silicico». Quanto al glifosato, «dobbiamo nutrirci con alimenti biologici», senza trascurare la purificazione mediante la sauna: «Dovremmo sudare ogni giorno per dieci minuti». Infine, occorre «proteggersi dalle microonde», stando il più lontano possibile dalle fonti, anche domestiche, di elettrosmog. «Per me – chiosa Klinghardt – è importante che vi abituiate a questo pensiero: se voi guardate dal vostro punto di vista il resto del mondo, è molto probabile che vedrete molti bambini che si ammalano in numero rapidamente crescente; sappiate che è un conseguenza di queste condizioni: ma è evitabile, ci si può proteggere completamente. Ci occorre una agricoltura completamente diversa. Sappiamo che esistono metodi naturali per coltivare cereali e per coltivare verdure senza l’uso di sostanze tossiche, oppure perfino per far arricchire il suolo sempre di più, raccolto dopo raccolto. Ma coloro che rappresentano questi metodi vengono oppressi; i media attualmente cooperano totalmente con coloro che detengono il potere in queste industrie che operano nascoste nel buio».«Nella mia generazione, quand’ero studente di medicina, eravamo tutti socialisti», ricorda il medico. «Il 90% dei miei colleghi di allora oggi cooperano con queste cose oscure, compresi coloro che “ce l’hanno fatta” ad andare a lavorare allo “Stern” o a “Der Spiegel”», o due maggiori settimanali tedeschi, «oppure coloro che sono diventati moderatori alla Tv». Si sono girati dall’altra parte, sono saliti a bordo, fanno parte del sistema: impossibile che oggi si decidano a dire la verità su quanto sta accadendo. «Vi dico ancora una piccola cosa che forse può rendere più chiaro il tutto», aggiunge Klinghardt. «Un mio paziente è un produttore di Hollywood. Due anni fa ha ricevuto un incarico dalla Walt Disney per rielaborare tutte le vecchie pellicole Disney, in modo da inserire nei cieli quelle strisce, così la gente quando vede questi film al giorno d’oggi, dice: “Tu, Klinghardt, dici che queste strisce in cielo sono peggiorate solo negli ultimi anni: ma guarda qui, c’è un film del 1954, guarda il cielo, lo vedi che c’erano già allora le stesse strisce. Le strisce sono un fenomeno naturale!”». Rivela Klinghardt, ridendo amaro: «Il mio paziente per quel lavoro ha ricevuto 60 milioni di dollari. Io, da questo paziente, ho intascato 700 dollari».«Se io volessi essere malvagio, se volessi mettere in ginocchio l’umanità, spruzzerei su tutto il suo cibo del glifosato. Poi spruzzerei nell’aria dell’alluminio. E se questo ancora non bastasse, aggiungerei ancora un po’ di alluminio nei vaccini. In questo modo potrei riuscire a rendervi tutti quanti stupidi, e nell’arco di due o tre generazioni vi porterei all’estinzione». Lo afferma un medico tedesco, Dietrich Klinghardt. «Quello che mi occorrerebbe ancora per ottenere questo sono determinate frequenze elettromagnetiche, delle quali mi servirei per bloccare i vostri enzimi responsabili della disintossicazione. E sono proprio queste le frequenze che provengono dai ripetitori della telefonia mobile». Conclusione: «Se io fossi maligno, direi che dietro tutto questo dev’esserci un gruppo intelligente di scienziati molto, molto malvagi, e di politici». Dichiarazioni sconvolgenti, che il dottor Klinghardt ha rilasciato nel novembre 2015 nel corso delle Giornate Internazionali “Hellinger”. Un quadro agghiacciante, annota il blog “La Crepa nel Muro”: si profila un avvelenamento planetario senza precedenti. «Ma lo scienziato tedesco, nonostante le prospettive catastrofiche, non perde né il sorriso né la convinzione che l’umanità sappia uscire da questa situazione». E insieme ai suoi colleghi «sta portando avanti ricerche sulla disintossicazione da metalli pesanti».
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L’élite a caccia di sangue giovane, pare ritardi la vecchiaia
Sangue umano? Buono, ottimo. Specie se giovane. «Quella che una volta era solo una delle fantasie dei teorici della cospirazione – i ricchi ingerivano il sangue dei giovani per favorire la longevità – è ormai una realtà e un vero e proprio business negli Stati Uniti», scrive il blog “La Crepa nel Muro”, rivelando che diversi miliardari oggi ammettono di essere interessati ad esso. «Hanno scoperto che il sangue di topi giovani, iniettato in topi anziani, ha un enorme effetto ringiovanente», ha detto Peter Thiel, co-fondatore di PayPal, alla rivista “Inc Magazine”: «Penso che ci siano un sacco di queste cose, che sono state stranamente sottovalutate». Ma non è più un esperimento che riguardi solo i topi: la società startup di Jesse Karmazin, Ambrosia, sta facendo la stessa cosa con gli esseri umani. E molti “paperoni” sono in coda per ricevere il sangue dei giovani. Come riporta “Vanity Fair”, Ambrosia acquista liquido biologico dalle banche del sangue e ha già circa 100 clienti paganti: alcuni sono tecnologi della Silicon Valley, come Thiel. Ma i compratori non si servono solo da Ambrosia. E comunque, chi ha più di 35 anni ha diritto alle trasfusioni.Un recente studio pubblicato su “Science” e “Nature Medicine” ha rivelato che trasfondere il sangue di un giovane topo in esemplari più anziani può limitare l’apparire dei sintomi dell’invecchiamento. Questa scoperta rivoluzionaria potrebbe portare a progressi medici e allo sviluppo di nuovi farmaci, aggiunge “La Crepa nel Muro”. Tuttavia, la rivista medica “Vice Tonic” suggerisce l’esistenza di applicazioni molto più sinistre: scrive che «le élites che invecchiano usano il sangue dei giovani come una sorta di siero di giovinezza». Una richiesta simile è stata fatta dal giornalista Jeff Bercovici l’anno scorso, dopo aver condotto diverse interviste con gli aristocratici della Silicon Valley, tra cui Peter Thiel, e aver imparato a conoscere questa procedura trasfusionale, chiamata “parabiosis”, in cui viene utilizzato il sangue dei giovani per prevenire l’invecchiamento. «Ci sono voci diffuse nella Silicon Valley, dove la scienza per l’estensione della vita è un’ossessione popolare». Si racconta che vari boss dell’hi-tech abbiano già cominciato a praticare la “parabiosis”, spendendo decine di migliaia di dollari per ottenere il sangue, anche perché ripetono la pratica varie volte l’anno.Nel suo articolo, Bercovici esprime preoccupazione per lo sviluppo di un mercato nero per il sangue dei giovani. «Mentre non v’è nulla di sbagliato se giovani maggiorenni consenzienti vendono del sangue all’élite, il tema di fondo di questa pratica ha forti radici nell’occulto», avverte “La Crepa nel Muro”. «Nella maggior parte delle culture moderne, omicidi di massa e sacrifici umani si verificano ancora a cielo aperto sotto la copertura della guerra, e il cannibalismo è un’altra pratica diffusa». Addirittura: «E’ solo nelle ultime centinaia di anni che le pratiche di cannibalismo non ricevono più pubblicità. In Europa, intorno al periodo della Rivoluzione Americana, la “medicina dei cadaveri” era molto popolare tra la classe dirigente, Charles II anche ne ha usufruito». Il dottor Richard Sugg, della Durham University, ha condotto approfondite ricerche nella pratica della “medicina cadavere” tra i reali. «Il corpo umano è stato ampiamente usato come agente terapeutico con i trattamenti più popolari con carne, ossa e sangue», afferma il medico. «Il cannibalismo è stato trovato non solo nel Nuovo Mondo, come si credeva, ma anche in Europa», aggiunge Sugg.Una cosa che ci viene raramente insegnata a scuola, ma che è presente in testi letterari e storici del tempo, è questa: Giacomo I rifiutò la “medicina cadavere”, mentre Carlo II ne fece largo uso. E anche Carlo I ha fatto ricorso alla “medicina cadavere”. «Insieme a Carlo II, vi sono eminenti pazienti che hanno usufruito di tale tipo di medicina, tra cui Francesco I, il chirurgo di Elisabetta I John Banister, Elizabeth Gray, contessa di Kent, Robert Boyle, Thomas Willis, Guglielmo III e la Regina Maria», sostiene il dottor Sugg. Se questo non fosse abbastanza strano, aggiunge “La Crepa nel Muro”, l’attuale famiglia reale d’Inghilterra sostiene di essere discendente diretta del principe Vlad III Dracula di Valacchia (moderna Romania): «Il folle e depravato Vlad l’Impalatore, che era conosciuto come un macellaio e che alla fine divenne l’ispirazione per la più famosa storia di vampiri». A parte il contesto storico e occulto raccapricciante di tali pratiche, continua il blog, v’è una mancanza di dati che suggerisce che il procedimento possa funzionare: nonostante le dichiarazioni di Karmazin, il fondatore di Ambrosia, secondo cui «il sangue giovane sembra invertire il processo di invecchiamento», gli scienziati devono ancora trovare il legame tra una trasfusione di sangue giovane ed eventuali, tangibili benefici per la salute.Non c’è ancora nessun evidenza clinica che il trattamento sia benefico, sostiene un neuroscienziato come Tony Wyss-Coray della Stanford University, che ha condotto uno studio nel 2014 sul giovane plasma sanguigno nei topi, presentato sulla rivista “Science. Secondo Wyss-Coray, si sta sostanzialmente abusando della fiducia dei “pazienti”. Anche secondo un altro scienziato, Bradley Wise, è ancora troppo presto per raccomandare trasfusioni di sangue da persone giovani a persone anziane, raccontando loro che potrebbero “disinfiammare” il sistema circolatorio intervenendo in modo positivo nel prevenire gravi patologie come Alzheimer, malattie cardiache, diabete, ictus e cancro. Ma non tutti la pensano così. Tra i possibilisti figura Rudolph Tanzi, professore di neurologia a Harvard e direttore dell’Unità di ricerca sulla genetica e l’invecchiamento del Massachusetts General Hospital. «Sono rimasto davvero a bocca aperta leggendo questi risultati», dichiara a “National Geographic”. Secondo Tanzi, gli studi sul sangue dei topi potrebbero segnare una svolta nella medicina: «In qualche modo il sangue giovane ferma l’infiammazione nel corpo e nel cervello, che è uno dei problemi principali che conducono al deterioramento prodotto dalla vecchiaia». Vuoi vedere che certe élite lo “sapevano” da sempre? E che il romanzo di Bram Stoker sul tenebroso succhia-sangue dei Carpazi alludeva a qualcosa di più sinistramente vicino a noi?Sangue umano? Buono, ottimo. Specie se giovane. «Quella che una volta era solo una delle fantasie dei teorici della cospirazione – i ricchi ingerivano il sangue dei giovani per favorire la longevità – è ormai una realtà e un vero e proprio business negli Stati Uniti», scrive il blog “La Crepa nel Muro”, rivelando che diversi miliardari oggi ammettono di essere interessati ad esso. «Hanno scoperto che il sangue di topi giovani, iniettato in topi anziani, ha un enorme effetto ringiovanente», ha detto Peter Thiel, co-fondatore di PayPal, alla rivista “Inc Magazine”: «Penso che ci siano un sacco di queste cose, che sono state stranamente sottovalutate». Ma non è più un esperimento che riguardi solo i topi: la società startup di Jesse Karmazin, Ambrosia, sta facendo la stessa cosa con gli esseri umani. E molti “paperoni” sono in coda per ricevere il sangue dei giovani. Come riporta “Vanity Fair”, Ambrosia acquista liquido biologico dalle banche del sangue e ha già circa 100 clienti paganti: alcuni sono tecnologi della Silicon Valley, come Thiel. Ma i compratori non si servono solo da Ambrosia. E comunque, chi ha più di 35 anni ha diritto alle trasfusioni.
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Presto l’Italia avrà 150.000 centenari: chi penserà a loro?
I dati dell’Istat sui centenari in Italia sono a dir poco sconcertanti: erano meno di mille negli anni Ottanta, oggi sono 17mila, saranno 150mila nel 2050. Non a caso, da molti anni le maggiori organizzazioni internazionali si affannano con scarso successo a richiamare l’attenzione degli Stati sul problema dell’invecchiamento della popolazione e su quello, strettamente connesso al primo, dell’aumento del numero delle persone non autosufficienti. Già nel 2012 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) denunciava 35 milioni di casi di Alzheimer nel mondo, prevedendo che nei soli Stati Uniti questa malattia, verso la metà del secolo, colpirà circa 18 milioni di persone, come gli abitanti dell’Australia. Il rischio di demenze è già di 1 a 8 per gli over 65 e di uno scioccante 1 a 2,5 per gli over 85, con un impatto sempre maggiore con il passare dei decenni. In sintesi, su 18 over 85 4 si ammalano di Alzheimer. I costi sanitari stimati attualmente per controllare le varie forme di demenza esistenti nel mondo sono superiori a 600 miliardi di dollari l’anno e si avvicinano rapidamente ai 900 miliardi destinati alla cura del cancro, con grande preoccupazione del Fondo Monetario Internazionale.Malgrado questa drammatica realtà, solo 8 paesi su 194 hanno un piano nazionale per affrontare il fenomeno delle demenze, benché vivamente raccomandato non solo dall’Oms ma anche dal Parlamento Europeo. In Italia le stime parlano di un milione di casi, di cui 700 mila malati di Alzheimer. E il fenomeno si aggraverà molto e rapidamente, visto che la Ue prevede che nel 2030 gli over 65 (oggi il 19,9% della popolazione) saranno il 26,5%, cioè 14,4 milioni. Eppure, il sistema sanitario nazionale non fa sostanzialmente nulla per affrontare questo problema: una realtà che ciascuno di noi può vedere nei casi di cui ha diretta conoscenza. I malati di Alzheimer sono affidati totalmente alle cure dei familiari, i quali ricorrono al ricovero in una casa di riposo se ne hanno la possibilità economica, ma più spesso devono farsi carico di una assistenza massacrante dal punto di visto economico, fisico e psichico.Il solo paese che ha adottato fin dal 1995 un soluzione organica – e molto onerosa per i datori di lavoro e i lavoratori – è la Germania, che con una legge federale, dunque impegnativa per tutti i lander, ha dato vita ad un “quinto pilastro assicurativo” (oltre a quelli per pensioni, malattie, disoccupazione e infortuni su lavoro): una assicurazione obbligatoria che aggiunge un onere del 2,5%, prelevato sulla busta paga ma addebitato per metà al lavoratore e per metà al datore di lavoro. Questa assicurazione fornisce alle persone che cadono in condizioni di non autosufficienza ogni tipo di assistenza, basata soprattutto (oltre il 50% dei casi) su quella a domicilio, dove la persona non autosufficiente è assistita da medici, infermieri e fisioterapisti. Oggi circa tre milioni di tedeschi fruiscono delle prestazioni della Pflegeversicherung, con un costo che va dai mille ai duemila euro al mese, a seconda della gravità della non autosufficienza, suddivisa in tre livelli, dal più lieve al più grave.L’assicurazione è entrata in vigore il 1 gennaio 1995 mediante l’aggiunta dell’XI libro del Codice sociale ed è gestita da apposite Casse (Pflegekassen), istituite presso le Casse malati, che sono enti autonomi di diritto pubblico. L’assistenza è fornita da società private convenzionate con il Ssn. Questo crea qualche problema perché non sempre le società private sono all’altezza del compito e talvolta non si comportano con piena correttezza.Per sostenere finanziariamente i datori di lavoro nella corresponsione della loro quota è stato abolito un giorno festivo religioso (il giorno della penitenza e della preghiera). Un altro paese che ha dimostrato se non altro la buona volontà è la Francia, il cui governo ha commissionato e tre diverse commissioni lo studio della situazione e della soluzioni possibili per la “reforme de la dépendance”. Da un ampio supplemento di “Le Monde” del marzo 2013 ho appreso i principali risultati degli studi.Da un lato mi hanno colpito i dati sulle conseguenze negative per i caregiver, molto spesso in preda a forme gravi o gravissime di depressione, e in molti casi costretti ad impoverirsi svendendo la nuda proprietà della casa dei genitori per potersi permettere il loro accudimento, costosissimo sia nel caso delle case di risposo sia in quello del ricorso ad una o più badanti. Dall’altro sono interessanti le proposte in positivo per consentire ai malati ed ai “grandi vecchi” di restare nelle loro case con interventi innovativi nel capo della robotica e della domotica, con conseguente creazione di nuove imprese spedalizzate in questi domini e di post di lavoro aggiuntivi. Temo però che in Francia, a causa della crisi economica degli ultimi anni, non si sia passati dai progetti ai fatti, visto che i corrispondenti da Roma di “Le Monde” e del “Nouvel Observateur” non hanno notizia della concreta realizzazione di politiche in questo campo.L’Associazione Luca Coscioni ha organizzato un seminario sul tema in cui si sono confrontati i maggiori esperti italiani, mentre la corrispondente dall’Italia del quotidiano “Die Welt”, Constance Reuscher, ha spiegato il sistema in vigore in Germania. E’ nostra intenzione riassumere in un documento le possibilità di intervento emerse dal nostro seminario e sottoporre delle proposte alle forze politiche, perché in vista delle ormai non lontane elezioni dicano cosa pensano di fare per il gran numero di italiani coinvolti in queste dolorose vicende: quasi tre milioni di persone fra disabili gravi, malati di Alzheimer e “grandi vecchi”. Ed a loro vanno aggiunti almeno tre milioni di “caregiver”, lasciati soli dallo Stato a risolvere i gravosi problemi esistenziali ed economici connessi alla non autosufficienza. Basterebbe, per far fronte a questo problema, recuperare il 20% dei 150 miliardi di evasione fiscale, anche (per i grandi evasori) con il ricorso al carcere: in Italia i detenuti per reati fiscali sono 155, in Germania 5.600, negli Usa 12mila. Chi se la sente di metterlo nel proprio programma politico?(Carlo Troilo, “150mila centenari italiani nel 2050: chi pensa alla loro condizione di vita?”, da “Micromega” del 23 maggio 2017. Troilo è un esponente dell’Associazione Luca Coscioni).I dati dell’Istat sui centenari in Italia sono a dir poco sconcertanti: erano meno di mille negli anni Ottanta, oggi sono 17mila, saranno 150mila nel 2050. Non a caso, da molti anni le maggiori organizzazioni internazionali si affannano con scarso successo a richiamare l’attenzione degli Stati sul problema dell’invecchiamento della popolazione e su quello, strettamente connesso al primo, dell’aumento del numero delle persone non autosufficienti. Già nel 2012 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) denunciava 35 milioni di casi di Alzheimer nel mondo, prevedendo che nei soli Stati Uniti questa malattia, verso la metà del secolo, colpirà circa 18 milioni di persone, come gli abitanti dell’Australia. Il rischio di demenze è già di 1 a 8 per gli over 65 e di uno scioccante 1 a 2,5 per gli over 85, con un impatto sempre maggiore con il passare dei decenni. In sintesi, su 18 over 85 4 si ammalano di Alzheimer. I costi sanitari stimati attualmente per controllare le varie forme di demenza esistenti nel mondo sono superiori a 600 miliardi di dollari l’anno e si avvicinano rapidamente ai 900 miliardi destinati alla cura del cancro, con grande preoccupazione del Fondo Monetario Internazionale.
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Pepe: 12 vaccini per legge è da nazisti, caso unico al mondo
«Addirittura 12 vaccini, somministrati a bambini di tre mesi di vita? E’ da criminali incoscienti». Il senatore Bartolomeo Pepe si scaglia con decisione contro il decreto legge del governo Gentiloni, ora in discussione: ben 12 vaccini obbligatori, finò all’età di 16 anni, pena l’esclusione dalla scuola. E con pesanti sanzioni per i trasgressori, pecuniare (anche 7.500 euro) e non solo: si arriva fino a privare i genitori della patria potestà. «Siamo alla follia totale, al nazi-vaccinismo», tuona il senatore ex 5 Stelle: «Il sistema vaccini in Italia è fuori controllo, i bambini sono in pericolo». E attenzione: «Non esiste nessun paese al mondo con simili disposizioni: che non stanno né in cielo né in terra, a detta di Premi Nobel e virologi di fama internazionale». Attualmente, l’Italia – con 4 vaccinazioni obbligatorie – è già in testa alla classifica mondiale, insieme alla Francia. Segue il Belgio, con soli 2 vaccini obbligatori, mentre tutti gli altri paesi del pianeta hanno un solo vaccino obbligatorio, o anche nessuno. «E’ una cosa pazzesca: ora finalmente la gente si renderà conto di cosa c’è in ballo, di cosa sta accadendo», aggiunge Pepe: «E ricordiamoci che il vaccino contro l’epatite C fu introdotto anni fa con una tangente all’allora ministro De Lorenzo: il ministro è stato arrestato, ma il vaccino è rimasto, divenendo il quarto vaccino obbligatorio in Italia».«Io non sono contro i vaccini, sono per il loro controllo», precisa Pepe, secondo cui in ogni caso «non esistono motivi di allarme, né pandemie». C’è stato il caso della meningite, «ma poi è rientrato, dopo una denuncia per procurato allarme»: l’Italia è fra i paesi con meno problemi di meningite, e inoltre il trend è in calo. Poi è stato lanciato l’Sos addirittura per una presunta epidemia di morbillo: «Ho chiesto in Parlamento “quanti e morti e feriti abbiamo, per morbillo”, ma non mi hanno risposto», dice Pepe. «E’ un’epidemia ciclica, con un picco ogni tre anni. Ma non c’è nemmeno un morto, per morbillo». Eppure, «a fronte di una pandemia che non esiste», è stato fatto questo decreto d’urgenza «che non ha nessun motivo». Da noi, accusa il senatore, la farma-sorveglianza non funziona. «Veniamo da una storia di vaccini poi ritirati, ma che potevano essere ritirati anche prima, e invece sono stati somministrati anche per dieci anni, nonostante si sapesse che facessero male. Ci sono controlli insufficienti, problemi a far segnalare reazioni avverse. E non c’è trasparenza sui dati, che sono fermi al 2013: non si ha il quadro esatto della situazione».Parecchie di queste reazioni avverse sono “scoppiate” con il caso del vaccino contro il “papilloma virus”, recentemente segnalato in televisione da “Report”, che ha evidenziato «guai seri per le ragazze che lo hanno assunto». Un problema che sarebbe innanzitutto di sicurezza sanitaria, come evidenziato da svariate ricerche, con «vaccini che sono stati a contatto con parti di Dna umano, feti abortiti, glifosato (un erbicida), formaldeide (un conservante, altrettanto cancerogeno) e sottoprodotti di metalli pesanti come alluminio e mercurio, che sono neuro-tossici: l’alluminio provoca l’Alzheimer, il mercurio crea disabilità mentali». Quali interessi nasconde l’industria farmaceutica? Inoltre, aggiunge Pepe, molto spesso a non vaccinarsi sono proprio gli operatori sanitari che lavorano negli ospedali: «Di cosa hanno paura? Sanno qualcosa che noi non sappiamo?». Se fossimo davvero in una reale situazione di epidemia, ragiona il parlamentare, dovremmo bloccare l’Italia – scuole, aeroporti – vaccinando qualsiasi persona che entrasse nel nostro paese. Sospetti: «La sensazione è che si stia avverando la profezia di Rudolf Steiner: creare vaccini per inibire l’evoluzione della coscienza. E’ palese l’attacco alle nostre coscienze: ci stanno provando con una serie di cose, anche con i vaccini».Bartolomeo Pepe invita a osservare con attenzione gli studi, di ambito fisico, che rivelano l’esistenza della “memoria dell’acqua”, che ha la possibilità di memorizzare frequenze elettromagnetiche, rimanendovi influenzata. «E noi siamo fatti al 75% di acqua. Dio solo sa a cosa sono stati sottoposti, questi vaccini – a quali frequenze? Non oso immaginare cosa siano capace di fare, questi signori», dichiara il senatore, scandalizzato anche dalle misure repressive previste dal decreto legge: «Arrivare a togliere la patria potestà dei figli è pazzesco: questo nazi-vaccinismo sta dimostrando tutta la sua follia. Ripeto: siamo l’unico paese al mondo con 12 vaccini obbligatori, e senza il necessario controllo». L’Ema, la farma-sorveglianza, sempre secondo Pepe «è foraggiata dalle stesse aziende farmaceutiche». Addirittura, aggiunge, «abbiamo avuto casi di corruzione, a capo dell’agenzia di controllo del farmaco: l’imputato prima ha visto finire in prescrizione il suo processo, e poi è stato promosso, in sede europea, a capo della sorveglianza sui farmaci, sull’alimentazione e la veterinaria. Questo è il sistema-Italia: vengono lanciati falsi allarmi – vedi meningite e morbillo, entrambi rientrati – quindi si fa un decreto legge d’urgenza che non ha nessuna giustificazione».Alcune vaccinazioni non sono sicure, insiete Pepe: quella sul “papilloma virtus” è stato ritirata in Danimarca e sconsigliata in Giappone. Alcuni vaccini sono inefficaci: «Si sono rivelati acqua fresca, anche se poi magari si inventano storie come quelle dell’infermiera “che non vaccinava”, per mascherare l’inefficicacia assoluta di vaccini somministrati a 7.500 bambini». Poi c’è il problema della “catena del freddo” per la conservazione dei vaccini, «che spesso si interrompe». Gli stessi vaccini, infine, non sarebbero tracciati: «Non vengono indicati i lotti di provenienza, sui libretti sanitari». Secondo Pepe, siamo nel paradosso assoluto: abbiamo migliaia di reazioni avverse, di cui le autorità negano l’evidenza. «Eppure abbiamo migliaia di casi di encefalopatie, bambini morti, persino militari – sottoposti a decine di vaccini prima di una missione – con problemi di leucemie, linfomi di Kodgkin e danni al Dna», aggiunge il senatore. «Mi domando: se un vaccino riesce addirittura a distruggere il fisico di un militare in perfetta forma, cosa può provocare, a un bambino di tre mesi, la bellezza di 12 vaccini? Non oso immaginarlo. E a tre mesi di vita – anche il peggiore dei pediatri lo sa bene – il sistema immunitario deve ancora formarsi: bisogna aspettare i tre anni. Anticipare i tempi è da criminali. E chi vuole praticare questo è un criminale incosciente, che non vuole il bene del bambino».«Addirittura 12 vaccini, somministrati a bambini di tre mesi di vita? E’ da criminali incoscienti». Il senatore Bartolomeo Pepe si scaglia con decisione contro il decreto legge del governo Gentiloni, ora in discussione: ben 12 vaccini obbligatori, finò all’età di 16 anni, pena l’esclusione dalla scuola. E con pesanti sanzioni per i trasgressori, pecuniare (anche 7.500 euro) e non solo: si arriva fino a privare i genitori della patria potestà. «Siamo alla follia totale, al nazi-vaccinismo», tuona il senatore ex 5 Stelle ai microfoni di “Forme d’Onda“, web-radio: «Il sistema vaccini in Italia è fuori controllo, i bambini sono in pericolo». E attenzione: «Non esiste nessun paese al mondo con simili disposizioni: che non stanno né in cielo né in terra, a detta di Premi Nobel e virologi di fama internazionale». Attualmente, l’Italia – con 4 vaccinazioni obbligatorie – è già in testa alla classifica mondiale, insieme alla Francia. Segue il Belgio, con soli 2 vaccini obbligatori, mentre tutti gli altri paesi del pianeta hanno un solo vaccino obbligatorio, o anche nessuno. «E’ una cosa pazzesca: ora finalmente la gente si renderà conto di cosa c’è in ballo, di cosa sta accadendo», aggiunge Pepe: «E ricordiamoci che il vaccino contro l’epatite C fu introdotto anni fa con una tangente all’allora ministro De Lorenzo: il ministro è stato arrestato, ma il vaccino è rimasto, divenendo il quarto vaccino obbligatorio in Italia».
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Lannes: scie chimiche, ecco le prove. Patto siglato nel 2001
Veleni dal cielo, contro tutti noi, da quasi 15 anni. Le scie chimiche? Verità sempre oscurata, perché aberrante: impossibile ammettere di irrorare i cieli con metalli pericolosi, per manipolare il clima a scopo militare. Inoltre, la colossale operazione-aerosol in corso da lungo tempo viola apertamente svariate disposizioni, che anche l’Italia aveva sottoscritto: una prescrizione europea e persino una convenzione dell’Onu, risalente al lontano 1977, ratificata nel 1980 grazie al presidente Sandro Pertini. Lo afferma un giornalista scomodo come Gianni Lannes, più volte minacciato di morte per le sue scottanti inchieste sulle eco-mafie. Molte delle sue denunce sono contenute nel suo blog, “Su la testa”. Sulle scie chimiche, Lannes sta per ripubblicare, aggiornato, il libro “Scie chimiche, la guerra aerea che avvelena la nostra vita e il pianeta”, già pubblicato da Arianna editrice. Retroscena rivelati e rilanciati anche a “Border Nights”, trasmissione web-radio: l’Italia, afferma Lannes, ha concesso i propri cieli durante l’infelice G8 di Genova del 2001, quando Berlusconi firmò un trattato segreto, con Bush, che trasformava l’Italia in un’area-test per l’irrorazione dell’atmosfera. Dal 2003, l’operazione è scattata. E nessuno ne parla: è top secret. Si chiama “Clear Skies Initiative”.Lannes attinge direttamente a fonti della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato: a differenza dei portali web delle autorità italiane, le pagine istituzionali americane ammettono apertamente che il 19 luglio 2011, a Genova, Bush e Berlusconi impegnarono i loro paesi in un programma di ricerca sul cambiamento climatico e sullo sviluppo di “tecnologie a bassa emissione”. Operazione poi approvata il 22 gennaio 2002 dal ministero italiano dell’ambiente e dal Dipartimento di Stato Usa. Dunque, scrive Lannes nel blog “Su la testa”, cambiamenti climatici indotti e “collaborazione” (si fa per dire) tra Stati Uniti e Italia, con quest’ultima a fare da cavia. «Dalla documentazione delle autorità nordamericane emerge che in questa vasta operazione gestita in prima battuta dal Pentagono, dalla Nasa e dalla Nato, sono coinvolte addirittura le industrie e le multinazionali più inquinanti al mondo: Exxon Mobil, Bp Amoco, Shell, Eni, Solvay, Fiat, Enel. Tutti insieme appassionatamente, compreso il settore scientifico: università italo-americane, Enea, Cnr, Ingv, Arpa e così via. Insomma, controllori e controllati. L’Enac addirittura ha partecipato ad un test “chemtrails” in Italia insieme a Ibm, ministero della difesa, stato maggiore dell’aeronautica e ovviamente Nato».I militari, continua Lannes, «hanno trasformato il Belpaese e l’Europa in una gigantesca camera a gas, grazie alle complicità istituzionali e all’omertà dilagante degli scientisti». In realtà, aggiunge il giornalista, quella delle «operazioni clandestine di aerosol» è una storia che risale addirittura agli anni ‘60, anche se poi ha avuto un incremento decisivo, in Europa, a partire dal 2002. «I primordi dell’operazione di copertura erano insiti nella mente perversa di Edward Teller, inventore della bomba all’idrogeno, che sulla scorta del Memorandum Groves del 1943, consigliò di usare armi nucleari in regioni abitate per fini economici di spopolamento». Teller è stato direttore emerito del Lawrence Livermore National Laboratory, dove furono elaborati i piani per le armi nucleari, biologiche e ad energia diretta. Nell’agosto 1997, Teller inviò un progetto in Italia, in un simposio svoltosi ad Erice sotto l’egida di Antonino Zichichi. «Vale a dire: il suo proposito di usare l’aviazione civile per diffondere nella stratosfera milioni di tonnellate di metalli elettroconduttivi, ufficialmente per ridurre il riscaldamento globale». Teller, poi, «ritenne che anche l’aviazione militare potesse essere usata per nebulizzare a bassa quota queste particelle tossiche nell’aria».Secondo Lannes, il piano-Teller ricompare nel 2001, a seguito del “Piano dettaglio accordo Italia Usa sul clima”. «Si tratta di accordi internazionali, indirizzati a costituire un alibi per le inevitabili violente mutazioni climatiche che la diuturna diffusione di metalli e polimeri in atmosfera ha determinato. Tra questi, un innaturale “effetto atmosfera” indotto proprio dalle cosiddette “scie chimiche” e dalle emissioni elettromagnetiche. La stessa Nasa, pur definendole in modo menzognero “contrails” ovvero “scie di condensazione”, imputa a queste coperture artificiali un riscaldamento anomalo della bassa atmosfera». Non una parola, naturalmente, sui grandi media: «La popolazione viene mantenuta all’oscuro di tutto, mentre si mandano in onda disinformatori sgangherati, pennivendoli prezzolati e negazionisti quotati in tivvù». Eppure, il testo del trattato (allegato 4) parla apertamente di “sviluppo di nuovi sistemi per la realizzazione di esperimenti di manipolazione dell’ecosistema che permettano di esporre la vegetazione a condizioni ambientali simili a quelle attese in scenari di cambiamento globale”.Nel 2001, Italia e Stati Uniti hanno sottoscritto un impegno inquivocabile: testare la “risposta” dell’ambiente a sollecitazioni atmosferiche sperimentali, verificare la “vulnerabilità degli ecosistemi”, il meteo, la disponibilità idrica e le precipitazioni, la reattività della flora, la fertilità dei suoli. Tra le attività programmate, anche “la progettazione di tecnologie per la manipolazione delle condizioni ambientali con particolare riferimento al controllo della temperatura e della concentrazione atmosferica di CO2”. Se non c’è non niente di pericoloso per la salute collettiva, si domanda Lannes, perché nascondere e occultare, fino a negare (in modo ormai ridicolo) la presenza quotidiana, nei nostri cieli, di fittissime striature anomale, spacciate per bizzarre nubi o scie di condensazione? «Forse perché la vasta e complessa operazione va ad intaccare i cicli biologici e compromette la qualità della vita».A livello politico, continua Lannes, in Italia l’operazione è stata gestita dal ministro Altero Matteoli, dal dirigente ministeriale Corrado Clini (poi ministro con Monti), mentre a livello tecnico (Cnr) in prima linea c’era soprattutto Franco Prodi, fratello di Romano Prodi, che su “Terra Nuova” nel 2008 dichiava: «Non mi consta che esistano esperimenti militari con dispersione di aerosol, tanto meno a danno della popolazione». Eppure, aggiunge Lannes, già nel 2003 il ministro della difesa Antonio Martino «ha autorizzato le forze aeree Usaf a sorvolare lo spazio italiano per provvedere alle irrorazioni chimiche, come da accordo Usa-Italia». Tutto torna, conclude Lannes: «Non a caso, il primo atto parlamentare (interrogazione a risposta scritta 4-05922) sull’aerosolterapia bellica in Italia risale al 2 aprile 2003. Ed è stato indirizzato da un deputato dell’allora Pds, ovvero da Italo Sandi, al ministro della Salute. Dopo 11 anni, quell’atto interrogativo non ha ancora avuto una risposta da ben 6 governi tricolore (Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi)». L’attuale premier, inoltre, è arrivato ad annunciare a “Ballarò” «il trattamento sanitario obbligatorio agli iscritti del Pd che si azzardano a parlare di scie chimiche».Ma le leggi della fisica non sono mere opinioni, aggiunge Lannes: le scie di condensa (peraltro di brevissima durata) si formano notoriamente al di sopra degli 8.000 metri di altitudine, con meno 40 gradi centigradi e umidità inferiore al 70%. Quelle che ingombrano i cieli per intere giornate, evidentemente, non possono esserlo. Lo sospettava anche Katia Belillo, autrice di un’interrogazione presentata nel 2007 al ministro della salute, rimasta senza risposta. Sul caso era intervento anche il Parlamento Europeo già il 14 gennaio 1999, con una delibera contro le sperimentazioni Haarp. Secondo il report 2013 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, «i popoli europei respirano attualmente misture di veleni tossici, aerosol di dimensioni microniche e submicroniche». Le sostanze tossiche utilizzate per le operazioni di aerosol, continua Lannes, «sono composte da metalli, polimeri, silicati, virus e batteri». Sotto accusa l’alluminio, un fattore determinante nell’Alzheimer: è una sostanza neurotossica che danneggia il sistema nervoso centrale e i processi omeostatici cellulari. «L’intossicazione di metalli, soprattutto il bario, produce un abbassamento delle difese immunitarie. Alluminio e bario modificano il ciclo vegetale ed uccidono la flora batterica dei terreni».«La diffusione in atmosfera di metalli pesanti come bario, alluminio, manganese – scrive ancora Lannes in post pubblicato da “Su la testa” – costituisce il colpo finale all’ambiente e alla salute umana, giacché questi elementi chimici sono neurotossici e perciò inducono patologie neurodegenerative come il Parkinson, l’Alzheimer, la Sla, nonché leucemie, tumori, malattie respiratorie gravi come la bronchiolite costrittiva». L’unico punto ancora da determinare sarebbe il livello di inquinamento e il grado di compromissione della salute collettiva. Che influenza hanno avuto, le operazioni di scie chimiche dal 2003 ad oggi, sulla salute pubblica e sulle singole persone, in particolare a danno dei bambini? Quali malattie infettive dell’apparato respiratorio sono state già provocate dalle scie chimiche? Quali allergie sono state scatenate dall’intossicazione acuta e cronica da metalli pesanti? Impossibile parlarne? Eppure, fa notare Lannes, nel 1977 la Corte Costituzionale ha sancito che «il segreto può trovare legittimazione solo ove si tratti di agire per la salvaguardia di supremi, imprescindibili interessi dello Stato (quali l’indipendenza nazionale, l’unità e indivisibilità dello Stato, la democraticità dell’ordinamento), e quindi «mai il segreto potrebbe essere allegato per impedire l’accertamento di fatti eversivi dell’ordine costituzionale». Per il giornalista, siamo di fronte a un «avvelenamento di massa» perpetrato da oltre 10 anni, in violazione dell’articolo 32 della Costituzione e anche della Convenzione europea di Aarhus del 1998, ratificata dall’Italia nel fatidico 2001, l’anno del patto segreto sull’irrorazione dei cieli.Veleni dal cielo, contro tutti noi, da quasi 15 anni. Le scie chimiche? Verità sempre oscurata, perché aberrante: impossibile ammettere di irrorare i cieli con metalli pericolosi, per manipolare il clima a scopo militare. Inoltre, la colossale operazione-aerosol in corso da lungo tempo viola apertamente svariate disposizioni, che anche l’Italia aveva sottoscritto: una prescrizione europea e persino una convenzione dell’Onu, risalente al lontano 1977, ratificata nel 1980 grazie al presidente Sandro Pertini. Lo afferma un giornalista scomodo come Gianni Lannes, più volte minacciato di morte per le sue scottanti inchieste sulle eco-mafie. Molte delle sue denunce sono contenute nel suo blog, “Su la testa”. Sulle scie chimiche, Lannes sta per ripubblicare, aggiornato, il libro “Scie chimiche, la guerra aerea che avvelena la nostra vita e il pianeta”, già pubblicato da Arianna editrice. Retroscena rivelati e rilanciati anche a “Border Nights”, trasmissione web-radio: l’Italia, afferma Lannes, ha concesso i propri cieli durante l’infelice G8 di Genova del 2001, quando Berlusconi firmò un trattato segreto, con Bush, che trasformava l’Italia in un’area-test per l’irrorazione dell’atmosfera. Dal 2003, l’operazione è scattata. E nessuno ne parla: è top secret. Si chiama “Clear Skies Initiative”.
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Sbrighiamoci a morire, l’immortalità è solo per loro
Confondere il corpo umano con la merce, oltre che un orrore, può rivelarsi una dolorosa illusione. Eppure non può passare inosservata la notizia diffusa da alcuni media statunitensi come “Newsweek” o “Bloomberg”, secondo cui i miliardari stanno mettendo fretta e milioni di dollari alla ricerca della vita semi-eterna. Per loro, ovviamente. Bill Maris, manager di Google Ventures, ha ricevuto l’incarico di investire ben 425 milioni di dollari per finanziare studi contro l’invecchiamento, mentre Larry Elison, big boss di Oracle, considera “incomprensibile” la nozione della propria fine. Peter Thiel, patron del sistema di pagamenti PayPal, ha stanziato 3,5 milioni di dollari ad una fondazione privata per un progetto di riparazione e rigenerazione delle cellule. Dalle nostre parti il pensiero corre alle note incursioni di Berlusconi sul terreno dell’intervento sulle cellule per rallentarne l’invecchiamento. Gli scopi e i contorni di questa vicenda, come noto, corrono al confine tra la politica e il pecoreccio.Eppure questa illusione di poter vivere più a lungo, ma soprattutto molto più di tanti altri, ci dà la cifra di cosa significhi la prevalenza degli interessi privati su quelli collettivi, o meglio dell’appropriazione privata della produzione sociale, direbbe il grande barbone di Treviri. Nell’epoca in cui nella produzione sociale sono entrati a pieno titolo il “vivente” e la natura, per i grandi capitalisti anche il corpo umano non può che essere merce. Incluso il loro, ma a condizione che sia meno deteriorabile di quello di tutti gli altri. Vivere più a lungo, sogno ma anche incubo di ogni essere umano, come ci ricorda Simon De Beauvoir nel suo splendido “Tutti gli uomini sono mortali”, diventa così paradigmatico di un XXI Secolo in cui la disuguaglianza è tornata ad essere un valore e l’uguaglianza un disvalore.Sul nostro giornale abbiamo spesso evocato il “Dovete morire prima” come aspirazione neanche più troppo nascosta delle classi dominanti nel loro rapporto con le classi subalterne. Meccanismi concreti come l’innalzamento dell’età pensionabile, peggioramento delle condizioni di lavoro e abbassamento degli standard sanitari, indubbiamente puntano a ridurre quelle aspettative di vita cresciute nell’ultimo secolo ma oggi ritenute un “costo inaccettabile” (vedi i recenti documenti del Fmi). Su scala mondiale, dove nonostante le disuguaglianze l’aspettativa di vita era riuscita a crescere anche nei paesi meno sviluppati, non mancano i tentativi di intervento per ridurre la popolazione ritenuta in eccesso. Il caso storico è quello della Russia dove l’instaurazione del capitalismo, dopo la dissoluzione dell’Urss, ha portato ad una brusca riduzione della popolazione, un caso unico in un paese non investito da una guerra.Il problema è serio, estremamente serio, come hanno dimostrato alcuni interventi al recente forum di Bologna dedicato al “piano inclinato” su cui gli imperialismi hanno collocato il mondo in cui viviamo. Fabbriche completamente automatizzate, in cui la presenza del lavoro umano è ridotta a poche unità, rendono infatti eccedente molta forza lavoro, quel capitale umano – decisivo comunque per l’estrazione del plusvalore – che il capitalismo vorrebbe rendere variabile irrilevante e totalmente subalterna. Ma una umanità piena di capitale umano in eccesso sarebbe piena di uomini e donne ingombranti, non più funzionali al sistema produttivo e all’estrazione di valore, gente che oggi vive più a lungo di quanto sia utile al sistema dominante e che, ovviamente , avanza richieste ed esigenze per mantenersi in vita nel modo migliore possibile in società che hanno prodotto sistemi di cura e prevenzione adeguati allo scopo.Dunque per prima cosa le classi dominanti stanno dichiarando che non esiste più un diritto universale ed egualitario alla salute. La privatizzazione de facto dei sistemi sanitari (anche in Italia ed anche nelle ex regioni “rosse”, come sottolinea Ivan Cavicchi su “Il Manifesto”) attua questo primo step verso una società brutalmente gerarchizzata. Si cura chi può e chi può di più si cura meglio.Talmente meglio che, potendoselo permettere, può alimentare l’illusione di poter vivere più a lungo degli altri. Anzi, per molti aspetti a scapito degli altri, visto che la concentrazione della ricchezza in poche mani non può che avvenire in sottrazione della ricchezza collettiva. Fino a qualche decennio fa “il sistema” aveva fatto sì che lo sviluppo allargasse e distribuisse in qualche modo la ricchezza prodotta, anche sotto forma di servizi sociali universali. Ma oggi che allo sviluppo si è sostituito solo il “demone della crescita”, questo allargamento si è sempre più ridotto, così come le risorse disponibili dentro un globo che, per sua definizione è uno spazio limitato.Da questa consapevolezza del limite e dei limiti, le classi dominanti si guardano bene dal ricavarne una logica redistributiva delle risorse e della ricchezza disponibile, al contrario accentuano la centralizzazione, a tutti i livelli. E se tra queste risorse c’è anche il vivente e il capitale umano, viene applicata la medesima logica. “Mors vostra, vita nostra”, ci dicono. Fino ad alimentare l’idea che per alcuni si possa allungare la vita media oltre il limite fisiologico finora consentito. Ma, detto fra noi, dieci, quindici anni più si potranno anche rimediare, ma non evitano l’alzheimer. Ci troviamo così di fronte ad un cambio di passo anche sul terreno del conflitto sociale e di classe. Se negli anni del “modello sociale europeo” le classi subalterne entravano in campo rivendicando ed anche ottenendo quote di redistribuzione della ricchezza, oggi che questa possibilità viene negata sul lavoro come sulla salute da misure concrete. Come ci si approccia ad una lotta di clase che per molti aspetti somiglia a quella per la sopravvivenza? Qualcuno diceva che la “rivoluzione non è un pranzo di gala”. Sarà dunque il caso di cominciare a pensare, collettivamente e non invidualmente, al come sedersi a tavola senza complessi di inferiorità e liberi dalla sensazione di dover essere ancora la cena per il Mondo di sopra. Insomma: “Mors vostra, vita nostra?”.(Sergio Cararo, “La vita e la morte al supermercato”, da “Contropiano” dell’11 marzo 2015).Confondere il corpo umano con la merce, oltre che un orrore, può rivelarsi una dolorosa illusione. Eppure non può passare inosservata la notizia diffusa da alcuni media statunitensi come “Newsweek” o “Bloomberg”, secondo cui i miliardari stanno mettendo fretta e milioni di dollari alla ricerca della vita semi-eterna. Per loro, ovviamente. Bill Maris, manager di Google Ventures, ha ricevuto l’incarico di investire ben 425 milioni di dollari per finanziare studi contro l’invecchiamento, mentre Larry Ellison, big boss di Oracle, considera “incomprensibile” la nozione della propria fine. Peter Thiel, patron del sistema di pagamenti PayPal, ha stanziato 3,5 milioni di dollari ad una fondazione privata per un progetto di riparazione e rigenerazione delle cellule. Dalle nostre parti il pensiero corre alle note incursioni di Berlusconi sul terreno dell’intervento sulle cellule per rallentarne l’invecchiamento. Gli scopi e i contorni di questa vicenda, come noto, corrono al confine tra la politica e il pecoreccio.
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Colpa di Craxi, dicono, ma ci hanno impoverito solo oggi
C’è stata un’epoca in cui in Italia i giovani della classe media e una parte dei giovani della classe operaia riuscivano a trovare lavoro, e coi redditi combinati a comprare casa, crescere in media due figli, risparmiare, e lasciargli un’eredità. E in aggregato riuscirono a formare uno dei paesi col minor debito privato del mondo, e il maggior risparmio privato del mondo. Oggi la stessa classe media e parte di classe operaia sogna il lavoro, e se lo trova, coi redditi combinati può solo sognare di comprarsi casa, crescere figli e risparmiare. Al massimo può fare una di queste tre cose, ma deve escludere le altre due. Sono sparite quantità di ricchezza nell’ordine di milioni di miliardi in vecchie lire, o decine di migliaia di miliardi in euro. Non se li sono rubati Craxi, Forlani e Berlusconi. Non se li è rubati lo Stato, perché poi dove li hanno messi?No, sul serio, impariamo a essere ragionanti se possibile. Dove li hanno messi? No. Allora sono spariti per un altro motivo. E i casi sono due: o noi italiani di colpo a un certo punto abbiamo scordato del tutto come produrre la ricchezza nazionale (Pil). Oppure qualcosa ci ha impedito di produrla come facevamo prima. Allora… Il primo caso è da escludere. Nella clinica neurologica, e tanto meno in materia economica, non esiste una malattia chiamata Alzheimer produttivo di un paese. Rimane il secondo caso. Qualcosa è intervenuto che non c’era prima. E cos’è che dal 1948 a oggi non abbiamo mai avuto in economia? Guardate che le abbiamo avute tutte, fra inflazione, crisi, svalutazioni, ministri incapaci, ladri, ladroni, mazzette, mafie, globalizzazione… No, dai, solo una cosa non ci era mai capitata prima, è evidente. L’Eurozona. Avete capito. E’ sempre semplice.(Paolo Barnard, “Quando l’economia è tanto semplice”, dal blog di Barnard del 29 maggio 2014).C’è stata un’epoca in cui in Italia i giovani della classe media e una parte dei giovani della classe operaia riuscivano a trovare lavoro, e coi redditi combinati a comprare casa, crescere in media due figli, risparmiare, e lasciargli un’eredità. E in aggregato riuscirono a formare uno dei paesi col minor debito privato del mondo, e il maggior risparmio privato del mondo. Oggi la stessa classe media e parte di classe operaia sogna il lavoro, e se lo trova, coi redditi combinati può solo sognare di comprarsi casa, crescere figli e risparmiare. Al massimo può fare una di queste tre cose, ma deve escludere le altre due. Sono sparite quantità di ricchezza nell’ordine di milioni di miliardi in vecchie lire, o decine di migliaia di miliardi in euro. Non se li sono rubati Craxi, Forlani e Berlusconi. Non se li è rubati lo Stato, perché poi dove li hanno messi?