Archivio del Tag ‘apocrifi’
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Eshed, Israele e alieni. Biglino: pure i teologi parlano di Ufo
Qualcuno si stupisce, che il generale Haim Eshed, già a capo del programma spaziale israeliano, abbia parlato della collaborazione con gli alieni? A prescindere da come si possano valutare le affermazioni del professor Eshed, Mauro Biglino – autore di 14 saggi sull’analisi della Bibbia partendo dalla sua rilettura letterale – ricorda anche il famoso “brief” in cui la Cia avrebbe relazionato Reagan sui contatti con extraterrestri. Quello che invece sorprende, sottolinea Biglino in un video pubblicato il 12 dicembre, è la posizione di molti teologi, su questo tema. Il reverendo Barry Downing, pastore presbiteriano laureato anche in fisica, non ha dubbi: «Scrive che la religione mosaica è stata fondata dagli Elohim, che non sono “Dio”: sono invididui in carne e ossa, che – dice – viaggiavano su macchine volanti». Scrive Downing: «Mi sembra strano, che gli insegnanti della religione cristiana ignorino la presenza degli Ufo», presenti a suo dire anche nella Bibbia. «I leader religiosi come possono ignorare tutto questo?». Secondo lui, gli Elohim sono ancora qui e ci stanno controllando: e questa convinzione – sottolinea Biglino – è perfettamente in linea con l’ipotesi di intelligenze superiori e dominanti: un’élite nascosta, che starebbe controllando l’umanità.Da Hans Küng in giù, sintetizza Biglino, sono tanti i teologi cattolici che credono nell’esistenza di intelligenze superiori, provenienti da mondi non terrestri. Uno di loro, il professor Armin Kreiner, docente di teologia all’università di Monaco di Baviera, ha condotto un’analisi molto penetrante dei rapporti tra ufologia e Chiesa. «Chi è convinto che un uomo crocifisso sia ritornato in vita dopo tre giorni – scrive Kreiner – non dovrebbe storcere il naso troppo velocemente, a proposito di uomini che credono negli Ufo e negli extraterrestri, o che sono convinti di averli incontrati». Ovviamente non esistono certezze, ammette il teologo: ma se ignorassimo il tema delle intelligenze extraterrestri – sostiene – allora dovremmo anche “archiviare” «l’intero complesso delle questioni teologiche, poiché effettivamente noi non sappiamo se Dio esista». Lo stesso Kreiner riconosce che la la funzione dei «miti religiosi» è quella di «diffondere un’aura di soprannaturale, per conferire un’origine e un’autorità sovrumana». Offrire una prospettiva di salvezza, redenzione e immortalità: «Essenzialmente è questa, la funzione dei miti e delle religioni tradizionali, a cui si ricollegano direttamente anche le religioni degli Ufo».Non sorprende, aggiunge Kreiner, che i messaggi delle religioni degli Ufo siano sfaccettati e contraddittori. «In questo, le religioni tradizionali dell’umanità non sono diverse: anche i loro messaggi si contraddicono reciprocamente». Per il teologo tedesco, «c’è un punto assolutamente decisivo, su cui la fede cristiana e quella negli Ufo sono sulla stessa barca». Ovvero: «Entrambe dipendono dall’affidabilità di testimoni oculari». Afferma Kreiner: valutare come inaffidabili i racconti sugli Ufo e invece affidabili quelli su Gesù «significa adottare due pesi e due misure». Se invece il problema lo si osserva in modo imparziale, aggiunge, si deve ammettere che «l’esistenza di rapimenti da parte di Ufo è un dato meglio testimoniato, rispetto ad ogni altro evento storico a cui la tradizione cristiana (o anche di altre religioni) può richiamarsi». Escludere gli Ufo, quindi, vorrebbe dire «essere ciechi da un occhio». Biglino conferma che la Bibbia è affollata di oggetti volanti. «Si possono intuire tante cose – dice – se si fa finta che che i testi antichi raccontino eventi realmente accaduti».«Se invece si dice gli autori antichi scrivevano in codice (”quando scrivevano una cosa, in realtà ne volevano dire un’altra”), o si arriva a sostenere che i testi antichi sarebbero solo favole, allora – aggiunge Biglino – ci si priva della possibilità di capire: cioè di individuare il filo rosso che collega tutto, nella storia del controllo della conoscenza». A proposito di “Great Reset”, lo stesso Biglino ricorda le recenti denunce di monsignor Carlo Maria Viganò nonché l’espressione “Grande Opera”, con la quale secondo Paolo Rumor (autore de “L’altra Europa”) un’élite occulta – in campo da almeno 12.000 anni – intenderebbe il controllo dell’evoluzione dell’umanità, mediante l’influenza delle società segrete di cui parlò lo stesso Rudolf Steiner. La teoria del controllo “zootecnico” non è certo di oggi, aggiunge Biglino, citando il vescovo Eusebio di Cesarea (Padre della Chiesa) che attraverso il greco Filone di Byblos rivaluta gli scritti del sacerdote fenicio Sanchuniaton, vissuto nel 1.200 avanti Cristo: «Già nell’antichità si sottolinea come le antiche caste sacerdotali tenessero nascoste le conoscenze reali coprendole con l’allegoria, la metafora e la simbologia, e inventando la categoria del mistero, per tenere i popoli all’oscuro delle verità che potrebbero mettere in discussione tutto».Eusebio scrive che Sanchuniaton «riconosce come divinità non il Dio supremo né degli dei celesti», bensì «semplici individui mortali, maschi e femmine, non di costumi talmente incorrotti da dover essere accolti per la loro virtù o imitati per la loro saggezza, ma ricolmi di malvagità di perversioni di ogni genere». Nei suoi testi, Biglino ha sottolineato molti tratti non entusiasmanti della figura biblica di Yahweh: un leader che appare dispotico e violento, pronto allo sterminio. Si parla di bambine da riservare al “dio”, che fa sacrificare i primogeniti e mercifica la vita degli uomini di cui si considerava “proprietario”. Da un lato, riassume Biglino, «i testi antichi non portano alla possibilità di elaborare il concetto di un Dio spirituale». In compenso, tendiamo ancora a rifiutare come un tabù l’eventuale ingerenza aliena di cui ha appena parlato anche il generale israeliano Eshed. Ma cosa ne pensano, i teologi, della “domiciliazione” del Dio spirituale nelle cosiddette Sacre Scritture? Nel 2016, Biglino ha avuto un appassionante confronto con importanti esponenti religiosi. «Non è possibile parlare di una evidenza, rispetto alle nostre conoscenze su Dio: il credere in Dio sarebbe un assioma», ha detto Ariel Di Porto, rabbino capo della Comunità Ebraica di Torino.«Non posso dimostrare la fonte certa della conoscenza; ma se volete, c’è la fiducia che in quelle scritture sia risuonata veramente la voce di Dio», ha aggiunto l’insigne biblista valdese Daniele Garrone: «Non c’è nulla di divino, in quel libro». Alludendo ai cattolici, definiti «i miei cugini fondamentalisti», Garrone ha affermato: «Pensano di rendere un servizio a Dio divinizzando le Scritture», e invece «fanno una idolatria della carta». Netta anche la chiosa di Ermis Segatti, teologo universitario cattolico: «Bisogna togliere la certezza su Dio: perché, se noi avessimo certezza di Dio, Dio non sarebbe (saremmo noi)». Nel suo ultimo video, Biglino chiama in causa anche il professor Luigi Moraldi: un grande esegeta, citato dagli esperti. Nell’edizione dei manoscritti di Qumran (Utet), Moraldi menziona i rumorosi Cherubini che si muovono nella “dimora di Dio” e nei suoi “accampamenti”. Cherubini che poi cessano di emettere rumore e brezza, quando si posano e smettono di “funzionare”. In quelle pagine si parla anche di “carri celesti”. E in una nota, Moraldi dice che al capitolo 24 del Libro Ebraico di Enoch si parla di ben 23 specie di “carri divini”. «Io faccio finta che i testi antichi abbiano un fondo di verità», ribadisce Biglino. «Quello di Enoch non è un libro canonico per i cattolici romani, ma lo è per i cristiani copti: se fossimo copti, quindi, dovremmo credere che nella dimora del capo degli Elohim ci sono 23 tipi diversi di “carri”».“Carri celesti” e accampamenti di Dio? «Qualcuno dirà: ma il Libro di Enoch è un testo apocrifo». Niente paura: analoghe conferme vengono dai testi canonici. Nel capitolo 32 della Genesi, Giacobbe e Labano giurano di rispettare i reciproci confini. E si dice che la tutela del giuramento è garantita da un lato dagli Elohim di Abramo, e dall’altro dagli Elohim di Nahor («altro ramo della famiglia di Abramo, rimasto in Mesopotamia»). A Giacobbe si fanno incontro “gli angeli degli Elohim”, cioè in ebraico i Malachim: i portaordini, i guatrdiani, i controllori. «Giacobbe, al vederli, esclamò: questo è l’accampamento degli Elohim! E chiamò quel luogo Machanaim», che significa “due accampamenti”. Il più impottante commentatore ebreo di tutti i tempi, Rashi – continua Biglino – dice che in quel punto Giacobbe vide i due accampamenti che tutelavano lo stesso confine dalle due parti. «Si può essere più chiari di così?». Dalle esternazioni del genarale Eshed al leggendario “brief” della Cia con Reagan, rieccoci a parlare del ruolo degli alieni nelle nostre vicende: «Se per caso fosse vero, sarebbe totalmente in linea con la Bibbia», ribadisce Biglino. «Se leggiamo quei testi con mente aperta, dobbiamo sempre aspettarci delle entusiasmanti sorprese».Qualcuno si stupisce, che il generale Haim Eshed, già a capo del programma spaziale israeliano, abbia parlato della collaborazione con gli alieni? A prescindere da come si possano valutare le affermazioni del professor Eshed, Mauro Biglino – autore di 14 saggi sull’analisi della Bibbia partendo dalla sua rilettura letterale – ricorda anche il famoso “brief” in cui la Cia avrebbe relazionato Reagan sui contatti con extraterrestri. Quello che invece sorprende, sottolinea Biglino in un video pubblicato il 12 dicembre, è la posizione di molti teologi, su questo tema. Il reverendo Barry Downing, pastore presbiteriano laureato anche in fisica, non ha dubbi: «Scrive che la religione mosaica è stata fondata dagli Elohim, che non sono “Dio”: sono invididui in carne e ossa, che – dice – viaggiavano su macchine volanti». Scrive Downing: «Mi sembra strano, che gli insegnanti della religione cristiana ignorino la presenza degli Ufo», presenti a suo dire anche nella Bibbia. «I leader religiosi come possono ignorare tutto questo?». Secondo lui, gli Elohim sono ancora qui e ci stanno controllando: e questa convinzione – sottolinea Biglino – è perfettamente in linea con l’ipotesi di intelligenze superiori e dominanti: un’élite nascosta, che starebbe controllando l’umanità.
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La rivoluzione di Paracelso, genio eretico della medicina
Uno dei ‘medici’ del Rinascimento con cui nessuno poté competere per fama e seguaci fu Paracelso: un nome che, per almeno un secolo, ebbe una forza esplosiva. I suoi discepoli furono numerosissimi, e per loro Paracelso fu il profeta di una nuova era. Paracelso mise in discussione la medicina accademica del tempo, tentando di rompere il monopolio della casta sociale che la professava. Dal Potere fu considerato un eretico ignorante, un ciarlatano, propugnatore di idee rivoluzionarie che minacciavano l’intera scienza medica e le sue onorevoli istituzioni. Paracelso sferrò un attacco frontale tanto contro la medicina ufficiale galenica, quanto contro le facoltà mediche delle università. E lo scontro fu assoluto, ideologico, sociale e anche religioso. Paracelso in realtà si chiamava Philip Theophrastus Bombast von Honenheim; era nato a Einsielde, vicino a Zurigo, nel 1493 o 1494. Il padre, membro illegittimo di una nobile famiglia sveva, era il medico locale. A nove anni, trasferitosi a Villach, in Austria, con tutta la famiglia, Paracelso iniziò a lavorare come apprendista nelle miniere d’argento di Hutenberg che appartenevano ai potentissimi banchieri Fugger di Augusta. In seguito, cresciuto, viaggiò molto studiando e praticando medicina in Italia, Olanda, Prussia, Polonia, Scandinavia e anche nel Levante.Nel 1526 fu imprigionato a Salisburgo per le sue aperte simpatie per la rivolta dei contadini, fuggì e riparò a Basilea dove riuscì a curare con successo dai suoi disturbi lo stampatore Johann Froben, editore di Erasmo, del quale diventò medico. Grazie a questa cerchia speciale di amicizie, Paracelso fu nominato Staadtphysicus, col titolo di professore di medicina e il diritto di tener lezione all’università. Ma all’udire le sue lezioni le autorità della facoltà di medicina inorridirono: Paracelso si rifiutava di rifarsi, nelle sue lezioni, alle autorità consolidate di Ippocrate, Galeno, Avicenna, annunciando che invece avrebbe basato le sue lezioni sulla propria esperienza, formatasi anche sulle malattie dei minatori e sulle ferite di guerra che egli aveva curato come chirurgo militare alle dipendenze della Repubblica di Venezia nel 1522. Le facoltà mediche del tempo prevedevano per il medico un curriculum di studi approvato e provvisto degli speciali dottorati. Il medico del tempo interpretava la scienza, che era filosofia medica, e il chirurgo o il farmacista erano considerati di grado inferiore, tanto che a loro non era richiesta formazione universitaria e conoscenza del latino.Chirurghi e farmacisti dovevano solamente eseguire gli ordini dei medici usciti dalle facoltà universitarie. Paracelso aveva ottenuto una laurea a Ferrara, per cui conosceva bene il curriculum di studi richiesto al medico dalle autorità. Tuttavia il suo insegnamento fu una sfida contro la gerarchia e il curriculum richiesto dalle istituzioni accademiche. Paracelso dissertava di medicina in volgare, nel suo dialetto svizzero tedesco. E il giorno di San Giovanni del 1527 buttò nel tradizionale falò di mezza estate il Canon di Avicenna, un testo sacro della facoltà di medicina. Purtroppo, subito dopo questo eclatante gesto, il suo protettore, l’editore Froben, morì. E un canonico della cattedrale, suo paziente, mise in discussione una sua parcella. Ad un tratto Paracelso si trovò contro Stato e Chiesa e dovette fuggire, ritornando ad una vita di vagabondaggio per il nord Europa. Nel suo vagabondaggio a volte fu accolto come un eroe, altre volte fu ridotto alla mendicità. Viveva comunque alla grande e beveva molto. Indossava abiti costosi e portava al suo fianco, sempre, una spada. Dormiva poco e trascorreva intere giornate alla sua fornace. Sfidava i contadini nel bere e vinceva, poi – apparentemente lucido – dettava le sue opere filosofiche. Morì a Strasburgo nel 1541 a quarantasette anni.Pochissime sue opere furono pubblicate durante la sua vita. Tra queste, un’opera sulla sifilide o “mal francese”, che contestava la cura ufficiale a base di legno guaiaco e mercurio liquido, fu proibita dal consiglio cittadino di Norimberga su ‘consiglio’ degli stessi Fugger, che all’epoca detenevano il lucroso monopolio del guaiaco. Paracelso scrisse molte opere e pare le avesse consegnate ai suoi discepoli viaggiando per l’Europa, per cui vennero alla luce solo dopo la sua morte. E su queste opere postume sorse il movimento paracelsiano. Certo il periodo più produttivo di Paracelso fu quello di Basilea. E in questa città il medico rivoluzionario lasciò le sue opere nelle mani di un giovane di nome Johannes Herbst, che autorizzò a diventare suo editore. Herbst fece carriera a Basilea e divenne il sommo stampatore degli studiosi della Riforma, ma non stampò mai i manoscritti di Paracelso, che così giacquero inediti fino a che Adam von Bodestein, un medico entrato a far parte della facoltà di medicina di Basilea nel 1538, figlio di un riformatore protestante e anche noto con il nome di Carlostadio, non li scoprì.Carlostadio, medico seguace della medicina galenica, medico personale dell’elettore palatino capo della famiglia Wittelsbach, colpito nel 1556 dalla febbre terzana che lo rese infermo per circa un anno, disperato, accettò di farsi curare da un medico paracelsiano, e nel giro di un mese si ritrovò guarito. Divenne così seguace di Paracelso e fu il primo a insegnarne la dottrina a Basilea. Fu ammonito dalle autorità universitarie e alla fine nel 1564 fu espulso dalla facoltà di medicina per aver pubblicato libri eretici e scandalosi, e per essere un seguace del falso insegnamento di Paracelso. Pur espulso, restò a Basilea e si batté con coraggio, pubblicando più di quaranta opere del suo maestro, divulgandone gli insegnamenti. Opere paracelsiane uscirono a dozzine nell’ultimo quarto del XVI secolo, apocrife. E alla fine del secolo, idee paracelsiane furono ascritte a immaginari alchimisti del XV secolo, rafforzando il credito di Paracelso collocandolo nel quadro di una rispettabile tradizione medievale.Inizialmente le opere di Paracelso ebbero larga diffusione soprattutto nel mondo di lingua tedesca. Dopo la sua morte alcune furono tradotte in latino. Certo l’uso della lingua tedesca da parte sua aveva avuto una precisa motivazione: rompere con la tradizione ufficiale e crearne una nuova, infrangendo il monopolio della medicina universitaria e istituzionale. Paracelso chiamò a raccolta gli artigiani della professione medica, i chirurghi e i farmacisti: un atto di sfida alle istituzioni pari a quello di Lutero e di altri riformatori protestanti in campo religioso. Paracelso è spesso stato descritto come il Lutero della medicina; e in effetti, protestantesimo e paracelsismo acquisirono nel tempo interessi comuni. A livello metafisico la medicina di Paracelso si rifaceva al platonismo ermetico del Rinascimento, e dunque la sua dottrina era essenzialmente antiaristotelica, a differenza di quella della medicina istituzionale. Paracelso riteneva Aristotele un pagano che aveva distorto e impregnato di materialismo la vera filosofia, che secondo la sua visione era neoplatonica ed ermetica.La sua teoria si fondava sulla cosmologia neoplatonica elaborata da Marsilio Ficino del macrocosmo e del microsomo. Il corpo e l’anima dell’uomo rispecchierebbero in miniatura il corpo e l’anima del mondo, e tra di loro esisterebbero corrispondenze e simpatie che il “magus” può comprendere e controllare. Sulla base delle sue esperienze di lavoro nelle miniere e nelle fornaci dei Fugger, e dallo studio degli alchimisti medievali, Paracelso teorizzò un macrocosmo chimicamente controllato, quasi un gigantesco crogiuolo, creato tramite un’operazione chimica, che aveva separato il puro dall’impuro. Per cui il microcosmo umano era a sua volta un sistema chimico che poteva essere alterato, corretto e curato mediante un trattamento chimico. Secondo Paracelso le malattie non erano uno squilibrio degli umori, come prevedeva la medicina galenica ufficiale, ma parassiti vivi impiantati nel corpo umano. I tre principi fondamentali della medicina paracelsiana erano lo zolfo, il mercurio e il sale. I veleni diventano elementi curativi a piccole dosi, e la ricerca assoluta era quella di un solvente universale.La medicina di Paracelso aveva anche un carattere profetico, messianico e rivoluzionario. Se l’inizio del mondo era stato un inizio chimico, anche la sua fine, la fine del mondo, poteva essere chimica. La profezia del ritorno di Elia prima dell’avvento del terribile giorno del Signore, e l’avvento dell’Anticristo, ripresa dal monaco calabrese Gioacchino da Fiore nel XII secolo e collocata all’inizio della terza e ultima età del mondo, fu ripresa da Paracelso e modificata. Paracelso affermò che Elia sarebbe apparso cinquantotto anni dopo la sua morte, e sarebbe apparso come ‘Elia l’artista’ cioè, nel linguaggio degli adepti, l’Alchimista. E come tale, Elia avrebbe rivelato tutti i segreti della chimica, mostrando come il ferro potesse essere trasformato in oro. Da qui poi sarebbe seguita un’ultima trasformazione del mondo: non una battaglia di Armageddon ma una separazione chimica, come era stato all’inizio del mondo.A livello pratico, a dispetto della teoria, la medicina paracelsiana ottenne buoni risultati usando farmaci chimici o minerali. Alla luce dei criteri medici moderni, il trattamento delle ferite dei medici paralcelsiani fu estremamente intelligente. Essi attribuirono grande importanza alle acque e ai bagni minerali, impiegando dosaggi medicinali moderati e semplici. Idearono narcotici e oppiacei per alleviare il dolore; il più famoso analgesico di Paracelso fu il laudanum (termine da lui inventato), usato fino all’Ottocento. Paracelso scoprì anche come preparare e usare l’etere. I medici paracelsiani in realtà ebbero un gran successo per la semplice ragione che i loro pazienti guarivano, o avevano l’impressione di guarire. I medici ortodossi rispondevano compilando liste e statistiche di quanti pazienti erano stati uccisi dai medici paracelsiani – dall’antimonio, ad esempio. Tuttavia dovettero alla fine ammettere gli effetti positivi pratici di laudano e, appunto, antimonio.La medicina paracelsiana fu teosofia neoplatonica, profezia messianica e medicina chimica, e la storia del movimento paracelsiano è la storia complicata e difficile della convivenza di questi tre aspetti. La medicina paracelsiana non poteva prescindere dalla teosofia e dalla profezia, per cui alla fine divenne una visione radicale che minacciava di sovvertire l’ideologia e le istituzioni canoniche del mondo medico, e non solo di quello. La dottrina di Paracelso scardinava il potere delle corporazioni mediche ufficiali, minacciando antichi diritti e privilegi acquisiti. Il paracelsismo, come il protestantesimo, fu una filosofia di rivolta contro l’ordine costituito. Paracelso fu avidamente studiato dal più grande dei maghi elisabettiani, John Dee. Con il Concilio di Trento, la Chiesa cattolica romana divenne meno tollerante verso il neoplatonismo, ribadendo l’ortodossia aristotelica e considerando il neoplatonismo una pericolosa filosofia irenica, mirante a riunire la cristianità sulla base di una erronea religione ‘naturale’. La Chiesa romana divenne il naturale alleato delle corporazioni mediche, proteggendone il monopolio. Per cui il movimento paracelsiano fu spinto gioco forza ad allearsi col protestantesimo.(Lara Pavanetto, “Paracelso: lo scontro rivoluzionario, filosofico e religioso con la medicina accademica, dal quale nacquero la medicina, la chimica e le scienze moderne. La storia è viva”, dal blog della Pavanetto del 9 luglio 2017).Uno dei ‘medici’ del Rinascimento con cui nessuno poté competere per fama e seguaci fu Paracelso: un nome che, per almeno un secolo, ebbe una forza esplosiva. I suoi discepoli furono numerosissimi, e per loro Paracelso fu il profeta di una nuova era. Paracelso mise in discussione la medicina accademica del tempo, tentando di rompere il monopolio della casta sociale che la professava. Dal Potere fu considerato un eretico ignorante, un ciarlatano, propugnatore di idee rivoluzionarie che minacciavano l’intera scienza medica e le sue onorevoli istituzioni. Paracelso sferrò un attacco frontale tanto contro la medicina ufficiale galenica, quanto contro le facoltà mediche delle università. E lo scontro fu assoluto, ideologico, sociale e anche religioso. Paracelso in realtà si chiamava Philip Theophrastus Bombast von Honenheim; era nato a Einsielde, vicino a Zurigo, nel 1493 o 1494. Il padre, membro illegittimo di una nobile famiglia sveva, era il medico locale. A nove anni, trasferitosi a Villach, in Austria, con tutta la famiglia, Paracelso iniziò a lavorare come apprendista nelle miniere d’argento di Hutenberg che appartenevano ai potentissimi banchieri Fugger di Augusta. In seguito, cresciuto, viaggiò molto studiando e praticando medicina in Italia, Olanda, Prussia, Polonia, Scandinavia e anche nel Levante.
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Il vero segreto della magia è che funziona, ma guai a dirlo
Molte pratiche e abitudini sociali sono pratiche magiche, o derivate dalla magia, ma sono chiamate con altri nomi. La recitazione dei mantra buddhisti, operando una trasformazione interna ed esterna, è magia. La meditazione è magia. La psicanalisi, operando una trasformazione interna, per migliorare gli eventi esterni dell’individuo e renderlo più felice, è magia. La psichiatria, somministrando farmaci per alterare gli stati emotivi e mentali, fa né più né meno quello che faceva e fa tuttora l’alchimia; la psichiatria quindi è magia. L’invocazione dell’aiuto divino, ma anche l’invocazione dei santi o della Madonna, operando miracoli, è magia; e la stessa messa cattolica è un rito esoterico, non a caso molto simile ai riti praticati dalle società segrete. La preghiera è una forma di magia. Faccio ora due esempi pratici di come il mago ottenga risultati concreti sulla realtà circostante a lui.In un caso un mago-massone mi ha raccontato che con un rito (se non ricordo male il Picatrix) aveva scommesso il lunedì che avrebbe materializzato un pranzo di pesce per 20 persone per il fine settimana. Il venerdì è venuto il proprietario di un ristorante, a chiedergli come poteva restituirgli un favore che costui tempo fa gli aveva fatto; il giorno dopo le 20 persone hanno mangiato pesce al ristorante.Un altro mi ha raccontato che non fa un lavoro fisso; tempo fa aveva bisogno di una consistente somma di denaro perché era stato costretto a pagare dei lavori condominiali imprevisti. Dopo qualche giorno, un debitore che gli doveva del denaro e che lui non sperava più di rivedere, si è scusato del ritardo con cui aveva restituito il prestito e ci aggiunse per riconoscenza una somma in più tale da coprire tutto il debito. In uno scontro magico che avveniva tra Crowley e alcuni suoi avversari, un giorno arrivò un poliziotto a casa di Crowley a fare una perquisizione; questo era l’effetto del rito, secondo Crowley. Crowley reagi con altro rito, e al suo avversario – se non ricordo male – morirono tutti i cani. Questo è né più né meno quello che fanno i buddhisti aderenti alla scuola di Nichiren; recitano il Daimoku con delle finalità, e quando il risultato è raggiunto lo attribuiscono alla recitazione del Daimoku. Ed è sempre, né più né meno, quel che succede quando un devoto prega Padre Pio, San Gennaro o la Madonna.È quello che insegna Louise Hay nei suoi libri come “Puoi cambiare la tua vita” (ripetendo molte volte una cosa e finendo per convincercene, arriveremo al risultato voluto), e il libro “The Secret” con la sua legge dell’attrazione. Più in generale, lo stesso problema della psicologia lo hanno tutte le scienze. Il problema è che oggi il fisico, il matematico, lo psicologo, l’astronomo, studiando a fondo un solo aspetto della realtà (che è invece sempre una e complessa) perde di vista l’unità del tutto. L’estrema specializzazione di queste materie ha fatto quindi perdere di vista l’insieme, diminuendo l’efficacia degli studi complessivi, che sono diventati aridi e spesso inutili e fini a se stessi. Soprattutto, la specializzazione e la frammentazione del sapere ha fatto perdere di vista la cosa più importante, la parte spirituale della realtà, trasformando la società in quello che possiamo constatare con i nostri occhi: una società materialista in cui gli individui hanno perso il senso di ciò che sono e di ciò che fanno.Tutte le dottrine esoteriche e magiche dicono, in sostanza, la stessa cosa: l’anima è la parte più importante dell’individuo, ed è immortale; e l’uomo deve cercare di uscire dalla sua condizione materiale per elevarsi a vette spirituali. Scrive Schuré che «tutte le tradizioni religiose ed esoteriche giungono a conclusioni identiche nella sostanza ma differenti nella forma, sulle verità fondamentali e finali, seguendo tutte lo stesso schema dell’iniziazione interiore e della meditazione». Nelle tradizioni spirituali sia antiche che moderne l’anima è sempre al centro dell’interesse. Nella società occidentale, invece, dell’anima non si parla più. L’ostacolo alla crescita dell’individuo e alla sua elevazione è venuto da due fronti che hanno sferrato un attacco combinato alla spiritualità: la Chiesa cattolica e la scienza.La Chiesa ha eseguito le seguenti operazioni: ha negato la dottrina della reincarnazione e l’anima, relegandola a un ruolo marginale e sostanzialmente inesistente (secondo la Chiesa l’anima è sì la parte più importante dell’essere umano, ma solo perché un giorno ci sarà il giudizio universale, in cui saremo giudicati per quello che abbiamo fatto in quest’unica vita; in tal modo si è quindi negato il concetto di anima come è inteso in tutte le tradizioni esoteriche, occidentali e orientali); ha messo al bando la magia e l’esoterismo; ha affermato che bisogna credere per fede, e non per esperienza diretta del divino, che si cerca assolutamente di bandire in tutti i modi. La scienza ha fatto la stessa cosa, ma con mezzi diversi: nega l’anima e Dio, spesso facendo passare chi è religioso per una persona primitiva, che è in cerca di sicurezze, al limite della superstizione; ha messo al bando la magia e l’esoterismo, elevando la scienza stessa a religione; si deride chi ha “fede”, contrapponendo la fede, cieca, superstiziosa e ignorante, alla scienza, progredita, moderna, civile. In realtà sostituendo alla “fede” in Dio, la fede nella sua inesistenza e la fede nella scienza.In sostanza, Chiesa cattolica e scienza sono state le due facce della stessa medaglia, apparentemente divise, ma in realtà unite da un fine comune: la distruzione dell’anima e dello spirito. Hanno inoltre inoltre fatto credere che chi è buddista, induista, mago, lo sia per “fede”, cioè per accettazione acritica e incondizionata a un qualcosa di divino, quando invece il buddista, l’induista, il mago, fanno ogni giorno esperienza del divino. Da questo punto di vista, la lotta secolare tra massoneria e Chiesa cattolica è stata anche (e lo è ancora) una lotta magica: la Chiesa ha cercato di impedire in tutti i modi la diffusione e lo sviluppo della magia in Occidente, la massoneria e i Rosacroce hanno cercato di introdurla e diffonderla. A portare prove del legame tra politica e esoterismo, tra movimenti politici della storia e influenze massoniche, rosacrociane, o di altri ordini occulti, ci hanno provato in molti. È stato quindi dimostrato che il regime nazista fu influenzato dall’esoterismo della Società Thule e che Aleister Crowley era consigliere segreto di Hitler; mentre Giuseppe Cambareri, altro esoterista, fu consigliere di Mussolini. È provato che tutti i presidenti Usa sono e sono stati massoni, e clamoroso fu quando Bush e Kerry dichiararono entrambi, in un’intervista congiunta, di appartenere alla stessa società segreta, la Skull and Bones; massoni e rosacrociani furono Mazzini, Garibaldi, Cavour (la cosiddetta carboneria altro non era che una filiazione della massoneria).Ma il limite di questi studi è di voler sempre rimanere agganciati a prove documentali e certe, quando invece il vero segreto, come dice giustamente Fausto Carotenuto in una recente intervista al mensile “X Times”, non viene mai messo per iscritto e può solo essere intuito. Non c’è in realtà bisogno di “prove” particolari per poter affermare che i personaggi più potenti dell’economia e della politica internazionale pratichino la magia. Infatti, considerando che i personaggi più importanti della storia dell’umanità sono stati e sono tutti massoni, delle due l’una: o la massoneria è un’immensa congrega di idioti dediti a giocare a rituali vetusti e demenziali e i personaggi più importanti dell’umanità erano e sono dei trogloditi superstiziosi, mentre noi, comuni mortali razionali e amanti del pensiero scientifico, siamo dei geni, oppure tali personaggi conoscevano e praticavano la magia, e hanno (e sanno) qualcosa che noi non sappiamo; e allora alla magia e all’esoterismo va riservato un posto ben diverso rispetto a quello che gli viene riservato in genere.Occorre anche considerare che la massoneria conta tra i suoi iscritti oltre 50.000 persone, e queste persone non sono studenti, disoccupati, barboni o nullafacenti, ma sono avvocati, magistrati, commercialisti, architetti, politici, medici, imprenditori, insomma la classe dirigente del paese. Tanto per fare un esempio, ai vertici intermedi della Rosa Rossa non c’era solo il magistrato Piero Luigi Vigna, ora defunto, ma c’è tuttora un magistrato che firma molti articoli esoterici e che leggo spesso su riviste e libri di esoterismo. Insomma, se è vero, per le cose che abbiamo detto in precedenza, che la massoneria è un’immensa organizzazione magica, di livello mondiale, ciò equivale a dire che la magia è molto più diffusa di quanto si creda, solo che la si chiama con nomi diversi. Beninteso… la maggior parte dei massoni non ha la minima idea del significato dei riti, non studia quasi nulla, e non capisce il perché di ciò che fa; così come la maggior parte dei cattolici non ha mai letto il Vangelo e la maggior parte dei buddhisti non ha mai letto un qualsiasi sutra per intero.La maggior parte dei massoni non sa nulla di massoneria, essendosi affiliata per carrierismo, per avere favori, o semplicemente perché in certi ambienti così fan tutti. Come accade in tutte le organizzazioni, solo una minoranza si rende davvero conto di ciò che fa e ne è consapevole. Ma questo non toglie che – lo ripeto – abbiamo oltre 50.000 persone della classe dirigente italiana, affiliate a un’organizzazione magico-esoterica; il che imporrebbe agli scettici, ai materialisti, e ai fideisti della scienza, di farsi venire qualche dubbio rispetto alle certezze granitiche che nutrono. Del resto, come abbiamo ampiamente dimostrato in altri articoli, simboli massonici o esoterici (e quindi magici) sono dappertutto; la moneta da un dollaro (con la piramide massonica e la frase “novus ordo seclorum”), la moneta da uno e due euro (con le sei linee, sei stelle e ancora sei linee presenti su tutte le monete, cioè il 666) e le dodici stelle a cinque punte (la donna che venne dal mare con una corona di dodici stelle dell’Apocalisse), i simboli dei partiti, le costruzioni (penso ad esempio alla sede del Parlamento Europeo, la cui strana e incomprensibile forma è in realtà copiata pari pari dalla struttura della Torre di Babele); Berlusconi ha costruito le sue ville secondo precisi criteri esoterici, come ha dimostrato “L’Espresso” in un articolo tempo fa e come ha spiegato Gioele Magaldi nel sito del Grande Oriente Democratico.Questa gente, insomma, perde il suo tempo a disseminare ovunque simboli massonici, esoterici e magici. E ancora una volta delle due l’una: o questi sono dei perditempo, o forse nel loro agire c’è un significato più profondo che sfugge alla maggioranza della gente. Parlando di prove, non credo inoltre che esistano (come invece diceva Gabriella Carlizzi) dei manoscritti cifrati e segreti per decodificare il linguaggio delle società segrete, perché se esistessero prima o poi potrebbero venire distrutti o scoperti, e non sarebbe possibile mantenere una segretezza assoluta per secoli; soprattutto non sarebbe possibile che uno stesso segreto iniziatico possa essere detenuto da persone che stanno anche a distanza di migliaia di chilometri le une dalle altre e che spesso hanno necessità di comunicare in tempo reale e senza limiti fisici. Sicuramente esistono testi magici che sono stati tenuti segreti per secoli e che ora vengono spesso ristampati (le edizioni Rebis in particolare negli ultimi anni hanno pubblicato testi interessantissimi, come – almeno per i miei fini – i testi di Arthur Edward Waite; mentre Venexia editrice pubblica i testi della Fortune e di Regardie).Sicuramente esisteranno testi, anche molto importanti, tenuti segreti alle masse. Ma i veri libri importanti, a mio parere, sono sotto gli occhi di tutti: la Bibbia (compresi gli apocrifi), i Vangeli (compresi gli apocrifi e gnostici), la Divina Commedia e altri libri sacri. Avendo le chiavi per interpretare questi libri, si ha la chiave della conoscenza esoterica. Ecco – ad esempio – il motivo per cui la massoneria festeggia San Giovanni (“Ci sono due chiese oggi: la Chiesa cattolica, di Pietro, e quella massonica, di Giovanni”, dice il Gran Maestro Di Bernardo in un’intervista a Ferruccio Pinotti), i Rosacroce hanno come figura di riferimento più importante San Giovanni, e la stessa Rosa Rossa fa sempre riferimento a San Giovanni. Nel Vangelo di Giovanni è infatti contenuta la parte più importante del messaggio esoterico di Cristo, che è riassumibile nelle sue due frasi: “voi siete dèi” e “conoscete la verità e la verità vi renderà liberi”, il che, poi, è lo stesso messaggio che c’è nella Genesi: Dio creò l’uomo a sua immagine somiglianza. E tale messaggio (che si può tradurre così: con la tua volontà, tu crei la tua realtà) è identico, sia per chi opera con animo puro, sia per chi vuole utilizzare questi strumenti per il male.Magia bianca e magia nera, infatti, si servono degli stessi strumenti; è solo il fine che è diverso, come dicono chiaramente Dion Fortune e Israel Regardie. Il grande segreto della magia è quindi il valore della forza di volontà, e la scoperta che tutto ciò che capita nella nostra vita è attirati dai nostri pensieri. Ne consegue che modificando i nostri pensieri può cambiare la nostra vita. Nell’antichità si riteneva che questo segreto non potesse essere dato alle masse o a chiunque lo volesse conoscere, per evitare che se ne potesse fare un uso distorto. I Pitagorici dicevano che dare il segreto a chiunque avrebbe comportato che il depresso/pessimista avrebbe utilizzato questa conoscenza per autoflagellarsi e accusarsi e sentirsi in colpa di tutte le disgrazie capitate alla gente intorno a lui; il malvagio se ne sarebbe servito per far del male; e la persona troppo limitata non avrebbe retto alla rivelazione, finendo per perdere il senno. Nel medioevo i Rosacroce e i Templari detenevano questo e altri segreti ma non potevano rivelarlo, perché sarebbero stati perseguitati dalla Chiesa cattolica.Oggi però, piano piano, questo concetto sta iniziando a farsi strada (a partire dai libri di esoterismo, sempre più diffusi, per passare dai libri new age – il cui contenuto è identico a ciò che già scrivevano Plotino qualche millennio fa e Cornelio Agrippa qualche secolo fa – fino ai recenti libri come “The Secret”, il cui titolo non casuale non è altro che una volgarizzazione di alcuni segreti che sono stati sempre propri delle scienze magiche ed esoteriche). Ciò che la cultura moderna e occidentale ha voluto nasconderci e cerca tutt’oggi di nascondere, insomma, è l’importanza della forza di volontà e tutto ciò che costituisce una tecnica per migliorare se stessi. La società occidentale cerca di distruggere sistematicamente la volontà dell’individuo, impedendogli di pensare, riflettere, migliorare. Tutto il sistema in cui viviamo è un complesso apparato volto a impedire lo sviluppo delle facoltà latenti in ogni uomo. A questo risultato si arriva con una serie di mezzi. Anzitutto facendo lavorare ogni individuo otto ore al giorno e anche più, ci si assicura che la persona non abbia tempo per evolversi, dovendo pensare soprattutto a mantenersi.I cibi sempre peggiori, la pubblicità insistente solo sul materialismo, la completa estromissione dai media, dai film, dai telefilm, dagli spettacoli e dall’informazione in genere, di tutto ciò che è spirituale, produce l’effetto visibile a tutti: l’annichilimento delle persone, l’azzeramento delle volontà, una società di infelici, persone che non conoscono il senso della vita, che sono depresse, che hanno paura di tutto (della bocciatura, della morte propria e altrui, di essere lasciati dal partner, del proprio datore di lavoro cui si sottomettono come schiavi per paura di perdere il lavoro, di parlare in pubblico, di perdere i loro soldi, la loro casa, la loro auto) e che sono schiave docili del sistema e i cui svaghi principali sono il calcio o la discoteca, due delle cose più inutili che la mente umana abbia prodotto.Per evitare poi che la gente si avvicini alla discipline esoteriche (e quindi migliori se stessa, approfondendo il senso della vita e della morte), il sistema provvede ad effettuare le seguenti operazioni: la magia viene presentata come una cosa da operetta, i cui testimonial principali sono Otelma, Silvan e Vanna Marchi; alcuni programmi e approfondimenti insistono molto sui maghi ciarlatani che propinano filtri d’amore a pagamento, presentando la gente che si rivolge ai maghi come dei superstiziosi ignoranti; nelle trasmissioni, sui giornali, nelle opere storiche, scientifiche e letterarie, viene volutamente omesso qualsiasi riferimento esoterico e qualsiasi riferimento ai problemi dell’anima e dello spirito; nei testi di storia viene omesso qualsiasi riferimento alla massoneria e ai Rosacroce, e alla loro importanza nella storia dell’umanità; di Dante ci insegnano che scelse San Bernardo come guida in Paradiso perché era devoto alla Madonna, e i Fedeli d’Amore ci vengono presentati come una manica di imbecilli che passavano il loro tempo a scrivere sonetti demenziali a donne angelicate che poi cornificavano nella loro vita privata.E ancora: lo Yoga e le tradizioni orientali sono presentati come una sorta di fuffa new age praticata da fricchettoni con i capelli lunghi e che fumano canne (vedi ad esempio il personaggio di Verdone nel film “Un sacco bello”), oppure persone svitate e svampite senza aggancio con la realtà (il personaggio di Dharma nel telefilm “Dharma e Greg”); in casi estremi poi si arriva addirittura a dire che lo Yoga e le discipline orientali sono “sataniche”, come fanno Padre Amorth e altri cattolici fondamentalisti; in linea di massima però chi pratica discipline come la meditazione viene sempre presentato come un disadattato che fugge dalla realtà, mentre la persona “adattata” e di successo, ben agganciata alla realtà, è ovviamente quello che viaggia vestito in giacca e cravatta sulla sua Bmw. E poi si omette accuratamente di dire che Dante Alighieri, Leonardo da Vinci, Mozart, Beethoven, Bacone (che pare fosse colui che effettivamente scrisse le opere di Shakespeare), erano Rosacroce, quindi maghi ed esoteristi, come lo erano Mazzini, Cavour e altri meno nobili personaggi, per evitare che la gente si faccia domande. Possiamo quindi dire che il grande segreto della magia è che essa funziona, e che chi detiene il potere nella nostra società ha fatto credere alla gente che essa non solo non funzioni, ma sia una scienza da ciarlatani, da persone superstiziose e arretrate, e che una persona, per essere evoluta, debba fare riferimento alla “scienza” e solo alla scienza. Un altro segreto è che i personaggi politici, da Borghezio ad Andreotti, Berlusconi o Monti, la utilizzano come strumento quotidiano, mentre a noi ci propinano al massimo il mago Otelma e Silvan.(Paolo Franceschetti, estratto da “La magia. Cos’è, perché funziona, e per quale motivo i politici la usano in segreto”, dal blog di Franceschetti del 18 novembre 2012).Molte pratiche e abitudini sociali sono pratiche magiche, o derivate dalla magia, ma sono chiamate con altri nomi. La recitazione dei mantra buddhisti, operando una trasformazione interna ed esterna, è magia. La meditazione è magia. La psicanalisi, operando una trasformazione interna, per migliorare gli eventi esterni dell’individuo e renderlo più felice, è magia. La psichiatria, somministrando farmaci per alterare gli stati emotivi e mentali, fa né più né meno quello che faceva e fa tuttora l’alchimia; la psichiatria quindi è magia. L’invocazione dell’aiuto divino, ma anche l’invocazione dei santi o della Madonna, operando miracoli, è magia; e la stessa messa cattolica è un rito esoterico, non a caso molto simile ai riti praticati dalle società segrete. La preghiera è una forma di magia. Faccio ora due esempi pratici di come il mago ottenga risultati concreti sulla realtà circostante a lui.