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C’era una volta Enrico Mentana, ora è l’eroe del fanta-Cicap
«C’era una volta Enrico Mentana», scrive Massimo Mazzucco, segnalando che il direttore del telegiornale de La7 è stato insignito del premio “In difesa della ragione” istituito dal Cicap, il comitato di controllo sulle “affermazioni sulle pseudoscienze” (fino a ieri, “sul paranormale”), che in realtà sembra occuparsi più che altro di “normalizzare la verità”, rendendo accettabile la versione ufficiale dei fatti, grazie anche all’alto patrocinio del suo nume tutelare, l’intoccabile Piero Angela. «Ormai passato definitivamente dalla parte dei debunkers, Mentana viene premiato proprio dai bugiardi di professione che lui stesso ha aiutato ad acquisire credibilità davanti al pubblico televisivo negli anni passati», lo accusa Mazzucco, autore di documentari “esplosivi” sulla vera storia del maxi-attentato dell’11 Settembre. «Con le sue trasmissioni fintamente “equilibrate”, dove apparentemente metteva a confronto tesi e controtesi, ma in realtà si preoccupava di lasciare sempre l’ultima parola ai debunkers, Mentana ha finito per distruggere l’unica possibilità che restava al giornalismo televisivo di proporre agli spettatori un punto di vista veramente neutrale».Mazzucco, il cui primo film sull’attacco alle Torri Gemelle era pure stato trasmesso in anteprima da “Matrix”, il talkshow di Mentana su Canale 5, definisce oggi il giornalista «divorato dall’ansia di piacere ai potenti». Già mezzobusto (craxiano) del Tg2, poi artefice del rivoluzionario del Tg5, secondo Mazzucco ormai Mentana «ha finito per allinearsi ufficialmente al pensiero mainstream su tutti gli argomenti più importanti degli ultimi anni». Ovvero: «Prende in giro apertamente chi denuncia le scie chimiche, ignorando (volutamente?) che lo stesso presidente Napolitano ha riconosciuto l’esistenza del problema». In più, «si è schierato apertamente a favore delle vaccinazioni obbligatorie, ignorando (volutamente?) la marea di documentazione scientifica che attesta invece alla loro pericolosità». Lo stesso Mentana «si è schierato apertamente a favore della versione ufficiale dell’11 Settembre, ignorando volutamente (e qui non c’è bisogno del punto interrogativo, lo sappiamo con certezza) tutti gli argomenti scientifici di Architects&Engineers che dimostrano la demolizione controllata delle Torri Gemelle».Evidentemente, aggiunge Mazzucco sul blog “Luogo Comune”, «a Mentana interessa molto di più piacere ai potenti che non fare veramene il suo lavoro di giornalista». Forse gli è rimasta adosso «la nostalgia di quando conduceva un telegionale importante in Italia, e cerca in tutti i modi di recuperare l’audience perduta compiacendo in ogni modo possibile i poteri forti». Ma il direttore-mattatore «non si rende conto che la vera opportunità di lavorare a La7 era proprio quella di presentare al pubblico italiano qualcosa di diverso, e non semplicemente una versione impoverita del pensiero mainstream». Secondo Mazzucco, «Mentana avrebbe potuto trasformare il canale La7 nel primo degli ultimi, invece ha finito tristemente per accontentarsi di essere l’ultimo dei primi. E lo ha fatto nel modo peggiore per un giornalista: allinearsi diligentemente al pensiero maistream, rinunciando alle sue capacità analitiche e alle sue qualità investigative». Sottinteso: Mazzucco ha stima di Mentana, e questo peggiora le cose. Come dire: talento sprecato, degno di miglior causa.Eppure, rinunciando alle sue armi per motivi tattici, «Mentana continua soltanto a perdere audience», dice Mazzucco, che cita la recente “ribellione” contro di lui verificatasi sul web per non aver nemmeno degnato di una risposta il suo video du quelle che Mazzucco definisce “le bugie” di Paolo Attivissimo, principe dei debuker nostrani, numero uno degli ammazza-complottisti. «Con uno share che arranca faticosamente intorno al 5%, ormai Mentana riesce ad influenzare l’opinione pubblica quanto un predicatore muto che parli in aramaico fra le mura di casa sua», infierisce Mazzucco, secondo cui Mentana «presto rischia di fare la fine di Enrico Deaglio, l’altro famoso giornalista “indipendente” che finì per perdere quel poco di credibilità che gli restava proprio quando sposò – in modo palesemente acritico – la versione ufficiale dell’11 Settembre». Amarezza e rimpianto: «Peccato, c’era una volta Enrico Mentana».«C’era una volta Enrico Mentana», scrive Massimo Mazzucco, segnalando che il direttore del telegiornale de La7 è stato insignito del premio “In difesa della ragione” istituito dal Cicap, il comitato di controllo sulle “affermazioni sulle pseudoscienze” (fino a ieri, “sul paranormale”), che in realtà sembra occuparsi più che altro di “normalizzare la verità”, rendendo accettabile la versione ufficiale dei fatti, grazie anche all’alto patrocinio del suo nume tutelare, l’intoccabile Piero Angela. «Ormai passato definitivamente dalla parte dei debunkers, Mentana viene premiato proprio dai bugiardi di professione che lui stesso ha aiutato ad acquisire credibilità davanti al pubblico televisivo negli anni passati», lo accusa Mazzucco, autore di documentari “esplosivi” sulla vera storia del maxi-attentato dell’11 Settembre. «Con le sue trasmissioni fintamente “equilibrate”, dove apparentemente metteva a confronto tesi e controtesi, ma in realtà si preoccupava di lasciare sempre l’ultima parola ai debunkers, Mentana ha finito per distruggere l’unica possibilità che restava al giornalismo televisivo di proporre agli spettatori un punto di vista veramente neutrale».