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Archivio del Tag ‘Cgil’

  • Crisi senza colpevoli, secondo la Fiom dell’innocuo Landini

    Scritto il 20/5/13 • nella Categoria: idee • (1)

    Addio Fiom, fine dell’equivoco: Maurizio Landini evita addirittura di denunciare i responsabili della crisi, guardandosi bene dal ventilare possibili soluzioni. Mentre Usa e Giappone reagiscono alla recessione nell’unico modo possibile, cioè battendo moneta sovrana per aumentare la spesa pubblica, l’Eurozona strangolata dalla moneta unica “privatizzata” dalla Bce riduce il bilancio statale alla canna del gas, falcidiando aziende e lavoratori. E il sindacato dei metalmeccanici Cgil che fa? Si limita agli slogan – diritto al lavoro, istruzione, salute, reddito, cittadinanza, giustizia sociale e democrazia – senza neppure dire perché tutti questi obiettivi oggi sono lontani, e per colpa di chi. «Con gli slogan non si otterranno posti di lavoro», avverte Anna Lami, che osserva come la strada maestra seguita dalla Fiom resta «quella delle gite nella capitale assolata, con le celebrity a fare discorsi edificanti dal palco».

  • Cremaschi: rottamare Bruxelles, tutto il resto non conta

    Scritto il 14/5/13 • nella Categoria: idee • (2)

    Tutta la politica ufficiale si svolge dentro al tragitto predeterminato dal grande capitale, dalla finanza e dallo spread, dal Fiscal Compact, che decidono chi rientra nel recinto della politica ufficiale. Se davvero vogliamo provare a fermare il disastro bisogna rompere questo recinto. E fare dunque una precisa contestazione alle regole del gioco che ci vengono imposte. Grillo e il “Movimento 5 Stelle”, che io a differenza di altri non ho mai demonizzato, e che considero se possibile un interlocutore per molte battaglie, hanno sicuramente svolto un ruolo positivo. Se avessero preso pochi voti e avessimo Bersani trionfante a governare con Monti saremmo in una situazione uguale dal punto di vista dei contenuti ma peggiore dal punto di vista del quadro politico. Hanno cioè avuto la capacità di dare espressione ad una protesta di massa contro il sistema. Ma il “Movimento 5 Stelle” è concentrato solo sulla punta dell’iceberg del sistema di potere che ci governa ed è debolissimo su tutto il resto.

  • Cremaschi: si è arresa anche la Fiom, fine del sindacato?

    Scritto il 01/5/13 • nella Categoria: idee • (4)

    «Se in un contratto nazionale o aziendale si aumenta l’orario di lavoro, si abbassano le qualifiche, si toglie ai lavoratori il diritto ad ammalarsi, e se la maggioranza dei rappresentanti sindacali e dei lavoratori accetta, la minoranza non può più opporsi. Non può fare sciopero, non può andare in tribunale, non può neanche tutelare quei lavoratori che non ci stanno. Altrimenti è fuori». In puro “sindacalese” questo si chiama “esigibilità”: ed è esattamente la clausola-capestro che ora ha accettato anche la Cgil, con la sola opposizione della componente “Rete 28 aprile”, alla stipula del nuovo patto sulla rappresentanza. Risultato: insieme a Cisl e Uil, anche la Camusso firma con Confindustria. D’ora in avanti, lo stesso Landini può scordarsi una “resistenza” come quella ingaggiata a Pomigliano, quando la Fiom trascinò la Fiat di Marchionne in tribunale. Fine dell’ultimo brandello di radicalismo sindacale: per Giorgio Cremaschi, è una capitolazione storica. Addio sindacato.

  • Un po’ di dignità: aboliamo il concertone del Primo Maggio

    Scritto il 26/4/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Per favore, un po’ di dignità di fronte allo scempio sociale dell’economicidio italiano: Cgil, Cisl e Uil abbiano almeno il coraggio di abolire una festa pop come quella rappresentata dal “concertone” del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma. Niente canzoni a reti unificate, meglio un giorno di sobrietà civile dedicato alle sofferenze della nazione stritolata da una casta di “camerieri” al servizio della Troika, oligarchia mondiale dello sfruttamento più selvaggio. Parola di Giorgio Cremaschi, già leader della Fiom, da anni sulle barricate alla testa degli “indignados” italiani. «Mai come ora il Primo Maggio dovrebbe essere un giorno di lotta e solidarietà, nel quale lavoratrici e lavoratori, pensionati, disoccupati e precari ricordano le loro sofferenze e angosce. Magari con il vestito della festa e con un bicchiere di vino, ma assieme e contro: contro la devastazione della crisi e contro i suoi responsabili».

  • Suicidi, il cimitero-Italia creato dai criminali del rigore

    Scritto il 10/4/13 • nella Categoria: idee • (2)

    Romeo, Annamaria e Giuseppe si sono uccisi uno dopo l’altro a Civitanova Marche. Come per i morti sul lavoro, non c è alcuna tragica fatalità nella strage che ha visto autodistruggersi una intera famiglia di sessantenni. Fanno bene i dirigenti della Cgil Marche a rompere il solito velo di ipocrisia che copre questa e le altre tragedie che si susseguono. Questi tre poveri morti sono vittime delle controriforma Fornero delle pensioni. Si può dire tutto quello che si vuole, ma se il lavoratore non avesse subito quella terribile condizione di non avere né lavoro né pensione a 62 anni, una età per cui se perdi il lavoro per il mercato sei già morto. Se a questa sua condizione non si fosse sommata quella della pensione di fame della moglie, e se tutto questo non si collocasse nel massacro dell’austerità, non ci sarebbe stata la terribile catena di suicidi che oggi ci lascia una rabbia tanto profonda quanto impotente.

  • L’Europa spaventa Confindustria. Partiti e sindacati: muti

    Scritto il 06/4/13 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Prosegue la raffica di editoriali del “Sole 24 Ore” che insistono sulla necessità di “riformare” i trattati europei, che – viene “scoperto” soltanto ora – sono anche illegali e incostituzionali. La circostanza è notevole. Soprattutto quando persino gli imprenditori si accorgono che – con trattati così concepiti – anche loro si ritrovano “sudditi” di poteri peraltro parecchio oscuri e senz’altro privi di legittimità democratica. Naturalmente Confindustria spinge per una “riforma” della costruzione europea, non per la sua rottura. Ma il punto di crisi viene individuato con chiarezza: o si va a una sospensione delle “regole automatiche” (che stanno facendo scattare una trappola suicida, a partire dai paesi meno forti, ma presto ricadente anche sulla Germania), per favorire quella che Paolo Savona indica come una “fase costituente” della nuova Europa, oppure «come extrema ratio, non resterebbe altro che decidere insieme un’uscita ordinata e governata dagli accordi presi, perché non possono essere ottemperati o perché non lo si vuole».

  • Cremaschi: questi sindacati non servono più a nessuno

    Scritto il 14/3/13 • nella Categoria: idee • (4)

    Scomparsi, proprio mentre c’è più bisogno di loro: «Bisognerebbe forse rivolgersi a “Chi l’ha visto?” per avere notizie dei gruppi dirigenti di Cgil, Cisl e Uil», i grandi sindacati ormai spariti anche dallo spettacolo mediatico, dopo aver puntato sulle elezioni: «La Cisl è stata promotrice della lista Monti, mentre la Cgil ha investito tutto sulla vittoria di Bersani». Sindacati da rottamare? Dopo la boutade di Grillo, spara senza pietà sulle grandi confederazioni lo stesso Giorgio Cremaschi, già leader della Fiom, da tempo critico contro gli ex colleghi: si sono buttati in politica in un tentativo disperato di affrontare la crisi del sindacalismo, «che ora sta precipitando dopo anni e anni di scivolamento verso il basso». Tentativo fallito, peraltro, «perché un gran numero degli iscritti alle loro organizzazioni non li ha seguiti e ha votato “5 stelle”», non “fidandosi” più di quelle che ormai appaiono soltanto nomenklature, timide nella denuncia di una crisi devastante, che sta provocando l’estinzione del lavoro e una inaudita catastrofe sociale.

  • Vera sovranità democratica: la lunga marcia che ci attende

    Scritto il 07/3/13 • nella Categoria: idee • (1)

    Un valido difensore della valle di Susa aggredita dalla Torino-Lione, colossale spreco di denaro pubblico, ben peggio del mitico Ponte sullo Stretto. E un nemico giurato della “casta”, quella che vive – anche – di finanziamento pubblico a quei partiti che non hanno voluto cambiare la legge elettorale tenendosi l’orrido “Porcellum”, per poter comodamente imbottire il Parlamento di “nominati” di stretta fiducia, inclusi indagati e pregiudicati. Questo in sostanza il profilo politico iniziale del “Movimento 5 Stelle”, che si è via via evoluto – durante la campagna elettorale, di piazza in piazza – per voce del leader, sempre più incline a puntare sul “reddito minimo di cittadinanza” per tenere in piedi un’Italia sul punto di crollare. Elementi di decrescita e riconversione ecologica dell’economia, certo. E poi: scuola pubblica e sanità pubblica, investimento culturale, Internet veloce e gratuito per tutti. Con che soldi? Forse si comincia a capirlo solo ora, dopo le elezioni.

  • Il voto italiano accelera la fine dell’euro, ma il Pd dorme

    Scritto il 01/3/13 • nella Categoria: segnalazioni • (13)

    Sta’ a vedere che agli italiani riuscirà il miracolo: uscire dall’euro, per ora messo «in coma farmacologico» dal “dottor” Draghi, vista l’impossibilità di una vera guarigione. «Lasciarlo dormire o farlo morire? Draghi insisteva per la prima soluzione. Ma ad un tratto – scrive l’economista democratico Emiliano Brancaccio all’indomani delle elezioni – il popolo italiano ha improvvisamente optato per la seconda: ormai l’euro è solo uno zombie, un morto che cammina. Volenti o nolenti, prendiamone atto». Gli strateghi della Bce l’hanno capito, e ora «si accingeranno a modificare la “regola di solvibilità” della politica monetaria: il famigerato ombrello europeo contro la speculazione verrà pian piano chiuso, per poi finire in cantina». Le più fosche previsioni di un appello di 300 economisti, pubblicato già nel giugno 2010 contro le politiche di austerity in Europa, si stanno avverando: l’euro non può reggere alla crisi economica.

  • Potere nel panico, ora serve un patto di salvezza nazionale

    Scritto il 25/2/13 • nella Categoria: segnalazioni • (4)

    Visti i sondaggi, se le forze antagoniste si fossero presentate unite, forse si poteva pensare addirittura di contendere al Pd il premio di maggioranza alla Camera. Se non altro, ora ci sarà – per la prima volta – una vera opposizione, fatta di “grillini” e parlamentari ingroiani. Senza contare molti eletti nelle file di Sel: neppure loro digeriranno facilmente il massacro sociale del Fiscal Compact, spending review elevata all’ennesima potenza fino a devastare la società italiana. Per non parlare dell’altro incubo alle porte: la guerra – alla quale noi, “lavapiatti della Nato”, potremmo essere velocemente chiamati in Medio Oriente, tra Siria e Iran. Molto allarmante, sotto questo aspetto, la chiamata a rapporto di Napolitano nell’ufficio di Obama, a pochi giorni dal voto: «Il Palazzo è nel panico – dice Giulietto Chiesa – e potrebbe mettere in campo un altro tecnocrate della Goldman Sachs». Oppure, inventare un “piano-B”: «Soluzione ancora peggiore, con la svendita finale delle aziende di Stato i cui manager stanno finendo in galera, e una repressione mai vista per impedire ai cittadini di protestare».

  • Servi e padroni dello spread: ora mettiamoli in minoranza

    Scritto il 23/2/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Si apprende che i fondi e le agenzie della speculazione finanziaria internazionale stanno sondando l’Italia per sapere che fare dopo il voto, se far salire lo spread, o lucrare sulla fuga di capitali, o altro ancora. Questo perché, anche se la campagna elettorale ha fatto finta di dimenticarsene, il nostro paese fa sempre parte della schiera dei paesi debitori del sud Europa, precipitati in una depressione senza fine per colpa delle politiche di austerità e rigore. Paesi tra i quali spicca ancora la Grecia, nella quale nulla è migliorato e che si prepara ad un nuovo sciopero generale contro il massacro sociale in corso senza interruzione da tre anni. Massacro che è stato voluto e amministrato da governi che hanno deciso di obbedire ai diktat di quegli stessi signori che ora stanno testando il nostro voto. 

  • Cremaschi: addio diritti, i sindacati hanno scelto il potere

    Scritto il 05/2/13 • nella Categoria: idee • (3)

    Ci sono notizie che durano il tempo di una breve del telegiornale, e poi vengono inghiottite dal bidone aspiratutto degli scandali e della campagna elettorale, mescolati tra loro. L’Istat ci ha comunicato che la dinamica attuale dei salari è la peggiore degli ultimi trent’anni. Questo dato dovrebbe essere alla base di ogni proposta che si fa per affrontare la crisi. Ma non è così. La caduta dei salari è diventata un dato di colore, fa parte dello spettacolo del dolore mostrato in televisione, sul quale meditano e dissertano i candidati. Ma senza che si pronunci la frase semplice e brutale: aumentare la paga! Poco tempo fa il Cnel ha comunicato un altro dato su cui riflettere davvero. Negli anni ‘70 la produttività del lavoro in Italia è stata la più alta del mondo, poi è solo calata. Sì, proprio quando il lavoro aveva più salario e più diritti, “rendeva” di più!

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