LIBRE

associazione di idee
  • idee
  • LIBRE friends
  • LIBRE news
  • Recensioni
  • segnalazioni

Archivio del Tag ‘democrazia’

  • Addio ai partiti-vergogna, l’Italia collauda un nuovo sistema

    Scritto il 04/3/13 • nella Categoria: idee • (3)

    I nostri uomini politici e i loro consiglieri, spesso mascherati da giornalisti, sembrano tante Alici nel Paese delle Meraviglie. Per mesi non si sono accorti del fenomeno Grillo, saltabeccando da una Tv all’altra non ne parlavano mai se non per accenni generici al “populismo” o all’“antipolitica”. Solo negli ultimi giorni della campagna elettorale è affiorata qualche preoccupazione. Eppure bastava uscire dagli studi televisivi e dai teatrini compiacenti, uscire in strada, entrare nei bar, salire su un autobus per capire che aria tirava. Se chiedevi ad un adulto ti rispondeva: «Questa volta non voto, sono stufo di farmi prendere in giro, oppure lo do a Grillo». I ragazzi, ma a proporzioni invertite, si dichiaravano “grillini” oppure “apo”. Adesso i partiti sono colpiti da choc anafilattico. La scoppola che han preso è addirittura superiore a quella che appare.

  • Per l’Italia tempo scaduto, arriverà una tempesta perfetta

    Scritto il 03/3/13 • nella Categoria: idee • (7)

    Viviamo in tempi rivoluzionari, ma non vogliamo prenderne atto. Usiamo questa espressione in senso “tecnico”, non politico-ideologico. Non ci sono masse intorno al Palazzo d’Inverno, ma la fine di un mondo. Il difficile è prenderne atto. Si sta rompendo tutto, intorno a noi e dentro di noi, ma quando ci dobbiamo chiedere – fatalmente – “che fare?” ci rifugiamo tutti nel principio-speranza, confidando che le cose, prime o poi, tornino a girare come prima. Per continuare a fare le cose che sappiamo fare, senza scossoni. Non possono tornare come prima. Inutile prendersela più di tanto con le singole persone o le strutture – leader, partiti, sindacati, media, Confindustria, ecc – che hanno responsabilità pazzesche, naturalmente, ma sono anche totalmente impotenti di fronte a un mondo che si spacca. «Le cose si dissociano, il centro non può reggere». Non saranno i Bersani, i Berlusconi o i Napolitano a tenere insieme le zolle tettoniche in movimento.

  • Il voto italiano accelera la fine dell’euro, ma il Pd dorme

    Scritto il 01/3/13 • nella Categoria: segnalazioni • (13)

    Sta’ a vedere che agli italiani riuscirà il miracolo: uscire dall’euro, per ora messo «in coma farmacologico» dal “dottor” Draghi, vista l’impossibilità di una vera guarigione. «Lasciarlo dormire o farlo morire? Draghi insisteva per la prima soluzione. Ma ad un tratto – scrive l’economista democratico Emiliano Brancaccio all’indomani delle elezioni – il popolo italiano ha improvvisamente optato per la seconda: ormai l’euro è solo uno zombie, un morto che cammina. Volenti o nolenti, prendiamone atto». Gli strateghi della Bce l’hanno capito, e ora «si accingeranno a modificare la “regola di solvibilità” della politica monetaria: il famigerato ombrello europeo contro la speculazione verrà pian piano chiuso, per poi finire in cantina». Le più fosche previsioni di un appello di 300 economisti, pubblicato già nel giugno 2010 contro le politiche di austerity in Europa, si stanno avverando: l’euro non può reggere alla crisi economica.

  • La storia siamo noi, nessuno si senta escluso

    Scritto il 01/3/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Quando esplose il reattore di Chernobyl, nel remoto 1986, il Muro di Berlino era ancora in piedi, ma a Mosca si era appena insediato l’uomo che lo avrebbe abbattuto, Mikhail Gorbaciov. Nell’Italia pre-tangentopoli, ancora ignara dei terremoti che proprio il crollo dell’Urss avrebbe causato, licenziando l’ormai inutile casta politica anti-sovietica della Prima Repubblica, si muoveva un’esigua minoranza di kamikaze, immediatamente criminalizzati dal mainstream come eretici guastatori, qualunquisti, avanguardie dell’antipolitica. I loro nomi: Alex Langer, Gianni Mattioli, Massimo Scalia. In altre parole, i Verdi: quelli che – complice il disastro bielorusso – riuscirono a trascinare l’Italia al voto, spingendo il paese a mettere al bando il nucleare.

  • Giannuli: spiegate al Pd che non si può sbagliare sempre

    Scritto il 01/3/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Oltre quattro milioni e mezzo di italiani: l’emorragia è pari all’11% del vecchio bottino elettorale del Pd, il partito che sbaglia sempre tutto. Forse anche perché gli iscritti tendono a “perdonare” sempre i dirigenti, mediocri e cronicamente perdenti. «Il peggior colpevole è la base di quel partito, che elegge, mantiene, difende una simile mandria di incapaci, nella incrollabile fede della vittoria finale», protesta Aldo Giannuli. «Ma, cari compagni, vi è mai passato per la testa di chiedere conto ai vostri dirigenti dei risultati della loro azione politica?». Questa tendenza a fare muro intorno al gruppo dirigente, aggiunge Giannuli, aveva un senso negli anni della guerra fredda, quando si poteva temere che in una crisi della leadership potesse inserirsi l’avversario, e che questo potesse spianare la strada persino ad un colpo di Stato, pronto ad approfittare della momentanea frammentazione del partito. «Ma non ve l’hanno detto che la guerra fredda è finita? Sveglia!».

  • Hollande al Pd: dal voto italiano una lezione per l’Europa

    Scritto il 28/2/13 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    «La crisi economica e la sofferenza che ne deriva sono ormai di tale gravità che è l’Unione Europea a non poter più restare sorda rispetto al messaggio chiaro che emerge dal voto degli italiani». Lo sostiene il presidente francese François Hollande, che dopo il terremoto-Grillo ha preso il telefono per consultarsi direttamente con Pierluigi Bersani, come racconta il sito ufficiale del Pd. «Il presidente francese ha condiviso con Bersani l’analisi sulla rilevanza europea di questo voto italiano». Uno scossone da far tremare i palazzi di Parigi e quelli di Bruxelles? A quanto pare, per provocarlo ci voleva il “clown” Grillo, secondo l’irridente definizione del tedesco Peer Steinbrück, candidato socialdemocratico alla successione di Angela Merkel. Dalla Germania l’ennesima uscita infelice dopo quella – gravissima – di un altro autentico veggente, il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, che alla vigilia si augurava che gli italiani “votassero bene”, scegliendo Bersani e non Berlusconi.

  • Giulietto Chiesa: entusiasmo e onestà, mi fido di Grillo

    Scritto il 28/2/13 • nella Categoria: idee • (8)

    «Scommetto sull’onestà di Beppe Grillo: lo faccio perché scommetto sull’entusiasmo dei suoi sostenitori». Parola di Giulietto Chiesa, da anni impegnato per un’alternativa politica radicale, che smascheri e mandi in pensione la casta dei “maggiordomi”, agli ordini dello spread. Della sinistra “falcemartellata e girotondina” non vale neppure la pena di parlare: «Addio per sempre! La riscossa è venuta da un’altra parte. Ed è giusto che sia così, perché la storia non fa sconti a nessuno». E il Pd? «Esce clamorosamente sconfitto, e adesso implora». Quanto al centrodestra, «forse festeggia soltanto lo scampato pericolo della sua sparizione, ma le cifre lo dicono: dai 17 milioni di voti che aveva nel 2008, è sceso a 8 milioni. Meno della metà. Un tracollo: sono stati dimezzati». Fine della “narrazione berlusconiana”. «Hanno perduto otto milioni e mezzo di voti. L’Italia è cambiata, e non solo perché Beppe Grillo ha vinto». Il trionfo “5 Stelle”, semmai, è una certificazione: siamo entrati in una nuova epoca.

  • Fuga dai partiti, milioni di voti in cerca di speranza

    Scritto il 28/2/13 • nella Categoria: segnalazioni • (5)

    No all’euro-dittatura, all’incubo della crescita impossibile, alla stanca democrazia delle élite, ma anche alla guerra che incombe, evocata dagli obblighi Nato. E poi i punti esclamativi sul reddito di base, la solidarietà, la pace, la convivialità, l’onestà, la trasparenza, la competenza, l’ecologia e la compatibilità ambientale, la cultura. In una parola: la speranza. Così legge il successo di Grillo l’analista Pierluigi Fagan, che scruta i flussi elettorali: astensionismo in crescita, crollo del centrodestra truccato da “rimonta”, frana del centrosinistra che non riesce a vincere, estinzione definitiva della sinistra. Nei grandi numeri, osserva Fagan, l’Italia ricalca l’andamento dell’elettorato greco devastato dalla crisi, con una importante differenza: l’inesistenza di un’opposizione di estrema destra: CasaPound, Fiamma Tricolore e Forza Nuova raddoppiano i voti ma si fermano a quota 183.000, meno di quelli che ottenne nel 2008 il Partito Comunista dei Lavoratori.

  • Il popolo di Grillo: sana e democratica rivolta di classe

    Scritto il 27/2/13 • nella Categoria: idee • (7)

    C’è una strana serenità che sale dopo il terremoto elettorale, retrocedendo i tonfi sui mercati e gli allarmi delle cancellerie al rango delle note di colore. Come se i problemi fossero altri, di un’altra epoca. La sorpresa che emerge è che il signor Grillo non è un mostro a tre teste né un gerarca nazista, come da anni predicavano i partiti, a iniziare dal Pd, e i loro volonterosi carnefici che oligopolizzano la stampa italiana. E’ solo un libero professionista che si è appassionato del web e di temi socio-ecologici e tre anni e mezzo fa si candidò alle primarie dello stesso Pd. Che rispose come insegnavano le Frattocchie. Col solito niet, non privo di risatine e consigli a trovarseli da solo, i voti. E con la solita pacca sulla spalla che continua a elargirsi ai giovanotti, relegati per oltre 30 anni nelle “sezioni giovanili”, ovvero nella patetica coreografia della danza del giaguaro.

  • Il tramonto degli smacchiatori e dei loro guru televisivi

    Scritto il 27/2/13 • nella Categoria: idee • (3)

    «L’unica promessa attendibile del Pd per due mesi è stata: “Votate per noi, altrimenti ritorna Berlusconi”. Molti cittadini hanno capito: “Se votate per noi, ritorna Monti”. E sono corsi a votare i 5 Stelle. Tutti gli altri hanno detto: “Ah sì? Non avete altro da offrirci? Beh, almeno il nano ci toglie l’Imu”. E hanno votato Berlusconi». Un capolavoro di strategia elettorale, ironizza Debora Billi il giorno dopo il voto: nessun complotto, per carità, ma «una totale idiozia in perfetta buona fede: francamente, confesso che avrei preferito il complotto». In fondo, la frana comincia a fine 2011: «Il grande partito della sinistra, caduto Berlusconi, invece di correre alle urne e stravincere ci ha inflitto il peggior governo di destra che la storia repubblicana ricordi. Un’orda di professori ricchi sfondati e senza alcun rilievo accademico, che hanno pedissequamente messo in pratica in Italia i dettami del più bieco neoliberismo».

  • E questo è solo l’inizio: l’Italia prenota il diritto al futuro

    Scritto il 27/2/13 • nella Categoria: idee • (1)

    «Chi, dopo 5 anni di bancarotta berlusconiana, non riesce a convincere più di un terzo degli elettori non può pretendere di governare contro gli altri due terzi: anzi, dovrebbe dimettersi seduta stante per manifesta incapacità». Marco Travaglio non ha dubbi: Bersani e soci dovrebbero togliere il disturbo. «La domanda era: riusciranno i nostri eroi a non vincere le elezioni nemmeno contro un Caimano fallito e bollito?». La risposta è arrivata: ce l’han fatta un’altra volta. «Come diceva Nanni Moretti 11 anni fa, prima di smettere di dirlo e di illudersi del contrario, “con questi dirigenti non vinceremo mai”». Del resto, «era impossibile che gli amici del giaguaro smacchiassero il giaguaro». A fine 2011 Berlusconi era al 7%, le elezioni lo avrebbero cancellato. «Invece, un’astuta manovra di palazzo coordinata dai geniali Napolitano, Bersani, Casini e Fini, pensò bene di regalarci il governo tecnico e soprattutto di regalare a B. 16 mesi preziosi per far dimenticare il disastro».

  • Tsunami Grillo: senza futuro i partiti del Rigor Montis

    Scritto il 26/2/13 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    «Metta in piedi un’organizzazione, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende». Profetico come sempre, il sindaco torinese Piero Fassino. Era solo il 2009, ricorda il “Fatto Quotidiano”, e già invitava Beppe Grillo a «fondare un partito per i fatti suoi invece che venire a rompere le scatole ai democratici», che gli rifiutarono l’iscrizione al partito e quindi l’accesso alle future primarie, alle quali si era provocatoriamente auto-candidato. Risultato, lo tsunami: per volontà dell’“Italia giusta”, quella vera, che ha “smacchiato” gli aspiranti “smacchiatori”. In capo a tre anni, Grillo festeggia “la fine della Terza Repubblica” e lancia in orbita il “Movimento 5 Stelle”, primo partito alla Camera, in un paese ancora bloccato dal “Porcellum” e paralizzato dal clamoroso pareggio delle coalizioni Pd-Pdl, condannate a gestire le euro-macerie di Mario Monti, elettoralmente irrilevante.

  • Page 173 of 233
  • <
  • 1
  • ...
  • 168
  • 169
  • 170
  • 171
  • 172
  • 173
  • 174
  • 175
  • 176
  • 177
  • ...
  • 233
  • >

Libri

UNA VALLE IN FONDO AL VENTO

Pagine

  • Libreidee, redazione
  • Pubblicità su Libreidee.org

Archivi

Link

  • Border Nights
  • ByoBlu
  • Casa del Sole Tv
  • ControTv
  • Edizioni Aurora Boreale
  • Forme d'Onda
  • Luogocomune
  • Mazzoni News
  • Visione Tv

Tag Cloud

politica Europa finanza crisi potere storia democrazia Unione Europea media disinformazione Ue Germania Francia élite diritti elezioni mainstream banche rigore sovranità libertà lavoro tagli euro welfare Italia sistema Pd Gran Bretagna oligarchia debito pubblico Bce terrorismo tasse giustizia paura Russia neoliberismo industria Occidente pericolo Cina umanità globalizzazione disoccupazione sinistra movimento 5 stelle futuro verità diktat sicurezza cultura Stato popolo Costituzione televisione Bruxelles sanità austerity mondo