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Archivio del Tag ‘Difesa’

  • Nord Corea, missili e bluff: la guerra nucleare può attendere

    Scritto il 07/4/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Sulla crisi in Corea, un consiglio a chi ci legge (una piccola porzione fra i miliardi di utenti del sistema mediatico): non c’è da preoccuparsi troppo, per ora. Per molti nel mondo è già così, come ha rilevato il quotidiano britannico “The Guardian”, riscontrando che quasi nessuno prende sul serio i bellicosi comunicati dei comandi nordcoreani, quando proclamano di poter attaccare atomicamente il suolo nordamericano. Il livello della retorica del giovane Kim Jong Un sembra voler bucare la nostra noncuranza sollevandosi di parecchi toni. Se un capo di Stato minaccia di radere al suolo le città Usa si guadagna inevitabilmente i titoli di testa di ogni medium che abbia memoria dell’immaginario di Hollywood, e qualche sopracciglio in più si solleva (e anche qualche elicottero in più).

  • Guerra nucleare: 90 bombe atomiche stanziate in Italia

    Scritto il 06/4/13 • nella Categoria: segnalazioni • (4)

    Per ben due volte nell’arco degli ultimi 15 anni milioni di italiani si sono recati alle urne per dire no alla possibilità, per il nostro paese, di sviluppare e produrre energia nucleare per scopi civili. Questi stessi italiani, però, forse non sanno che custodiamo un vero e proprio arsenale nucleare: cosa tanto più assurda, considerando che nel 1975 Roma ha sottoscritto il trattato di non-proliferazione nucleare. Eppure, sul nostro suolo si trovano poco meno di un centinaio di testate atomiche. Per l’esattezza sono 90 le bombe di questo tipo, 50 nella base Usa di Aviano nei pressi di Pordenone, e le restanti si trovano nella base statunitense di Ghedi Torre nel Bresciano. Si tratta di armi tattiche, di potenza e gittata minore rispetto a quelle strategiche: attualmente potrebbero essere lanciate solo dagli F-16 o dai Tornado. La potenza è variabile: da 0,3 a 170 chilotoni. Se utilizzate, genererebbero una distruzione 900 volte superiore a quella prodotta su Nagasaki o Hiroshima.

  • La Nato verso la guerra in Siria, scenario discusso a Roma

    Scritto il 04/4/13 • nella Categoria: segnalazioni • (3)

    Grandi manovre per accelerare la fine del regime siriano: «Con ogni probabilità toccherà al prossimo ministro degli esteri il compito di portare in guerra anche l’Italia in questa ultima avventura “democratizzatrice”», avverte Giulietto Chiesa, che segnala la creazione di un vero ponte aereo della Nato per rifornire di armi i Contras siriani incaricati di prendere il potere a Damasco. Progetto illustrato recentemente a Roma, in una conferenza per specialisti intitolata “United States, Europe, and the case of Syria”. Presidente del “panel” convocato al Centro di Studi Americani, nientemeno che Giuliano Amato. Oratore principale: Frederic Hof, ambasciatore statunitense e fino a pochi mesi fa capo del team del Dipartimento di Stato impegnato sul “caso siriano”. Se Assad dovesse resistere, ha spiegato Hof, la Nato interverrà militarmente per difendere il “legittimo governo siriano”, composto di fuoriusciti attualmente dislocati in Turchia.

  • Krugman: ieri le armi di Saddam, oggi la fobia del debito

    Scritto il 02/4/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Dieci anni fa l’America invase l’Iraq: in qualche modo la nostra classe politica decise che dovevamo rispondere a un attacco terroristico con la guerra a un regime che, per quanto spregevole, non aveva nulla a che fare con l’attacco. Alcune voci avvertirono che stavamo facendo un terribile errore – che i motivi per fare la guerra erano deboli e forse fraudolenti, e che era molto probabile che l’impresa, lungi dal darci la facile vittoria promessa, avrebbe probabilmente portato a costi e lutti molto pesanti. E questi avvertimenti si sono rivelati, ovviamente, fondati. Si è scoperto che non c’era alcuna arma di distruzione di massa; è ovvio, a posteriori, che l’amministrazione Bush ha deliberatamente ingannato, e portato in guerra, la nazione. E la guerra – che è costata migliaia di morti americani e decine di migliaia di vite irachene, e ha imposto costi finanziari di gran lunga superiori a quelli previsti dai suoi sostenitori – ha lasciato l’America più debole, non più forte, e ha finito per creare un regime iracheno più vicino a Teheran che a Washington.

  • Berezovsky, il padrino che inventò la guerra in Cecenia

    Scritto il 25/3/13 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    «Cosa penso della guerra in Cecenia? Quello che so è che un bel giorno ho scoperto che i miei vicini di ombrellone, in Costa Azzurra, erano famosi comandanti della cosiddetta resistenza cecena». Così Mikhail Gorbaciov nel corso di un’intervista, a Torino, in occasione del World Political Forum del 2003, presente anche Benazir Bhutto (poi assassinata in un attentato), pronta a denunciare come “terrorista” l’allora presidente del Pakistan, Pervez Musharraf, alleato di Bush: «Non credete a quello che vi raccontano, Musharraf è un dittatore e il network che chiamate Al-Qaeda non si sarebbe mai radicato in Afghanistan senza l’appoggio dell’Isi, il servizio segreto militare pachistano, addestrato dalla Cia». Fiabe tragiche, come quella sull’origine del conflitto ceceno: non una rivolta popolare separatista, ma una secessione artificiale organizzata proprio da Mosca. Per la precisione, dall’allora onnipotente Boris Berezovsky.

  • Marò in pericolo: disastro-Italia, grazie al ministro Terzi

    Scritto il 22/3/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    La catastrofe diplomatica sui due fucilieri di Marina (a questo punto vittime di una vicenda più grande di loro) Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sancisce la definitiva retrocessione dell’Italia nella serie B della politica internazionale di un mondo dove ormai siamo del tutto marginali. Presunzione, pressapochismo, colonialismo mentale che diventa razzismo strisciante, il cantarsela e suonarsela autoconvincendosi di avere ragione come se le balle che politici e giornalisti italiani raccontano tutti giorni all’opinione pubblica contassero qualcosa al di fuori dei nostri ristrettissimi confini, testimoniano di un paese che non è solo allo sbando ma è anche incapace di prendere atto del suo posto nel mondo.

  • Uomini soli: Mattei ucciso dai francesi, De Mauro sapeva

    Scritto il 22/3/13 • nella Categoria: Recensioni • (6)

    C’erano tre agenti segreti francesi, coperti dalla Cia e aiutati da manovalanza mafiosa, dietro la tragica fine di Enrico Mattei? Lo suggerisce il nuovo libro-inchiesta di Michele Di Salvo sulla tragica fine dell’uomo-chiave del “miracolo economico” italiano nel dopoguerra, Enrico Mattei: il presidente dell’Eni, schiantatosi col suo aereo il 27 ottobre 1962 a Bascapè sulle colline dell’Oltrepo Pavese, era decollato da Catania, dove il suo aereo era stato manomesso. Poco prima, aveva tenuto il suo ultimo discorso pubblico, a Gagliano: dal nastro con la registrazione, poi fatto sparire, il giornalista siciliano Mauro De Mauro intuì che Mattei era pedinato. De Mauro scomparve a sua volta il 16 settembre 1970. Secondo Cosa Nostra, era giunto troppo vicino alla verità sulla fine di Mattei. Sulla scomparsa di De Mauro indagarono i carabinieri di Carlo Alberto Dalla Chiesa e i poliziotti di Boris Giuliano: entrambi gli investigatori furono a loro volta assassinati dalla mafia. “Uomini soli”, il libro di Di Salvo in formato ebook, illumina nuovi retroscena che coinvolgono gli Usa e la Francia nella morte dell’italiano più potente dell’epoca.

  • Lo spassoso governo Santoro, con Zingales all’economia

    Scritto il 13/3/13 • nella Categoria: idee • (2)

    C’è un pigia pigia impudico per inserirsi nel vuoto lasciato dalla tremenda spallata che il movimento di Beppe Grillo ha assestato al sistema dei partiti. Michele Santoro, che evidentemente ha un alto concetto di sé, ha proposto un suo governo che, a sentir lui, dovrebbe essere sostenuto dal M5S e dal Pd. Premier Stefano Rodotà, interni Anna Maria Cancellieri, difesa Fabio Mini, istruzione Milena Gabanelli, welfare Maurizio Landini, sviluppo Fabrizio Barca, economia Luigi Zingales e via elencando. Ancora un passo e Santoro si sarebbe autonominato premier o, almeno, ministro delle comunicazioni. A sentir questi nomi nel programma televisivo condotto da Paola Saluzzi, Paolo Flores d’Arcais si è illanguidito, inumidito quasi fino alla lacrime: «Sarebbe un governo meraviglioso», ha mormorato, in estasi. Invece la proposta di Santoro è grottesca, in sé e nei designati, peraltro incolpevoli.

  • Menzogne in prima pagina, da Saddam alla bara di Chávez

    Scritto il 11/3/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Sempre loro, sempre gli stessi. Quelli che raccontarono che la Cia e l’Fbi, poveri dilettanti, non sapevano niente dei “misteriosi” attentatori dell’11 Settembre, impegnati a prendere lezioni di volo e poi a volare davvero, quel maledetto giorno, mentre la difesa aerea degli Stati Uniti era impegnata, per la prima volta nella sua storia, in 7 diverse esercitazioni contemporanee, coi caccia tenuti lontanissimi da Manhattan e i radar schermati da strani videogame. E’ sempre lui, l’eterno mainstream, che prende per buono il film sulla fine di Bin Laden e quello sulle “fosse comuni” di Gheddafi, dopo aver creduto alle terribili “armi di distruzione di massa” di Saddam. Viene il turno di un formidabile avversario come Hugo Chávez? Niente paura: il “dittatore socialista”, quattro volte eletto democraticamente, secondo il Tg3 non ha cambiato la faccia del Venezuela, cioè del paese che ha sconfitto la fame, l’analfabetismo e la mortalità infantile, superando anche il Brasile dei record nella distribuzione del nuovo benessere. Irrilevante, Chávez. Evidentemente, i venezuelani si disperano perché sono cretini, gente di razza inferiore. 

  • Obama vuole il petrolio che Chávez restituì al suo popolo

    Scritto il 09/3/13 • nella Categoria: idee • (1)

    Hugo Chávez è la spiegazione del perché, in America Latina, la parola socialismo ha ancora un significato, mentre in Europa lo ha perduto. Il significato sta nel fatto che là hanno applicato alcuni principi fondamentali: Chávez è stato un protagonista del socialismo, che in Europa è stato totalmente dimenticato. Questa spiegazione sta innanzitutto nei numeri. Nei circa vent’anni del suo governo, Hugo Chávez ha cambiato la faccia del Venezuela in modo radicale. E’ stato il suo potere, la sua guida, che ha portato il Venezuela al primo posto nella riduzione della povertà in quei paesi. Ha portato al dimezzamento della mortalità infantile. Ha portato una rivoluzione educativa che ha trasformato alle radici la cultura di quel popolo, perché adesso l’85% della popolazione sa leggere e scrivere – più di ogni altro paese latinoamericano. Un paese che ha meno disoccupazione di tutti gli altri paesi dell’America Latina, e con un’assistenza sanitaria senza confronti in tutto il continente, con l’aiuto di Cuba.

  • Il coraggio al governo, o l’Italia sarà rottamata da Renzi

    Scritto il 06/3/13 • nella Categoria: idee • (1)

    Don Andrea Gallo, Salvatore Borsellino, Carlo Rubbia, Roberto Scarpinato, Giulietto Chiesa. E magari anche Jeremy Rifkin e Pepe Mujica, «se l’Uruguay ce lo prestasse». E’ il fanta-profilo del “governo dei sogni” che Simone Santini disegna per “Megachip”, immaginando che sia Grillo a proporlo al Capo dello Stato. E Napolitano? «Credo che lo stiano ancora raccogliendo dal pavimento». Scherzi a parte: o Grillo rilancia, chiedendo un super-governo clamoroso, o dovrà subire l’assalto di partiti e media intenzionati a “smontare” il suo movimento, per insediare il tandem prossimo venturo, formato da Renzi e Montezemolo, ovvero la “Dc 2.0” incaricata di non cambiare niente e continuare ad obbedire agli ordini del super-potere. Dunque: meglio giocare il tutto per tutto, ora o mai più. Obiettivo: un’altra Europa, un’altra energia, un altro made in Italy. E lavoro per tutti, nel solo modo possibile: cioè con l’intervento diretto dello Stato.

  • Verso la Nato economica: Wall Street vuole i nostri soldi

    Scritto il 05/3/13 • nella Categoria: segnalazioni • (3)

    L’Europa ridotta a periferia commerciale degli Usa? Barack Obama ci riprova, dopo il tentativo americano del ’92 di estendere anche a noi il “libero scambio” del Nafta, lo storico accordo nordamericano. Nel più totale silenzio dei media, Obama ora chiede un partenariato globale transatlantico per il commercio e gli investimenti, come confermano il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, e quello della Commissione Europea, José Manuel Barroso. Obiettivo: impedire all’Europa una “fuga” geopolitica da Washington. Come? Attirando negli Usa i capitali europei, secondo la strategia anti-crisi elaborata dalla storica Christina Romer, secondo cui l’America può sopravvivere alla crisi solo facendo trasferire verso Wall Street il capitale finanziario europeo. Per questo, sostiene Thierry Meyssan, Washington ha fatto chiudere la maggior parte dei paradisi fiscali non-anglosassoni, poi ha giocato con l’euro. Non ha funzionato? «La Nato economica renderà la cosa più facile».

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