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Archivio del Tag ‘Fabio Fazio’

  • Maradona, gli evasori e i pagliacci (tra sdegno e fiction)

    Scritto il 24/10/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Maradona, il calcio e le tasse: quando il senso civico «finisce nelle mani dei pagliacci». Che sarebbero, nell’ordine: l’ex grande giocatore argentino e il tele-intrattenitore più coccolato d’Italia, Fabio Fazio. Con la “complicità” indiretta di un grande eretico della televisione italiana, Gianni Minà, “colpevole” di aver contribuito a mitizzare il Pibe de Oro, facendone una sorta di eroe da presentare in prima serata – tra la Littizzetto e l’anonimo Raffaele Fitto – nel bel mezzo del Grande Nulla italiano. E’ il grigio campo di gioco nel quale il mainstream di regime cincischia a bordo campo, proprio come il Dieguito dei bei tempi, pur di non parlare della crisi che sta scotennando il paese. Perfetto, nella grande finzione, anche il sapiente dosaggio emotivo del vicedirettore della “Stampa”, Massimo Gramellini, bravissimo nel dispensare ai telespettatori il suo Libro Cuore

  • Spiazzati dagli italiani: veri sconfitti, i media di regime

    Scritto il 04/3/13 • nella Categoria: idee • (3)

    Le recenti elezioni italiane hanno decretato diversi sconfitti, primi fra tutti il Pd e “Rivoluzione civile”. I giornalisti ne hanno disinvoltamente dimenticato un terzo: se stessi. Vorrei essere molto esplicito: i giornalisti non ne hanno azzeccata una, e tuttavia continuano a pontificare come se qualcuno avesse loro conferito un qualche diritto di prescienza. Si chiama opinionismo, naturalmente. Ma ha i chiari caratteri del vaniloquio. D’altronde è inevitabile che sia così. Avendo ridotto la realtà alla sua rappresentazione mediatica, costoro hanno perso di vista la complessità con cui il reale si manifesta. Lo hanno parcellizzato in statistiche, proiezioni, categorie politologiche e diatribe televisive. Quando essa pulsava dentro cuori, animi e problematiche che con la tarantella dei talk show non solo non hanno nulla a che fare ma non vogliono più avere a che fare.

  • Bersani, lo smacchiatore dell’Ilva: ora restituisca quei soldi

    Scritto il 30/11/12 • nella Categoria: idee • (1)

    Dicono che torna la politica e si riprende la sua autonomia. Ma, a leggere le carte dell’inchiesta Ilva: autonomia, quale? Rispetto a cosa?, viene da domandarsi. Perché di autonomia ce n’era poca. Anzi, i politici – e anche i tecnici – sembravano un po’ succubi della grande impresa: anche di quella che, come abbiamo sentito, in 15 anni ha fatto tre miliardi di utili sull’acciaio, mentre a Taranto morivano 1.600 persone all’anno perché l’Ilva non bonificava gli impianti. Ora, il governo, d’accordo con Napolitano, fa il decreto per neutralizzare le ordinanze dei giudici, “quarto grado di giudizio”: se il giudice decide una cosa che non piace, invece di impugnarla davanti al Riesame o alla Cassazione, si va dal governo che fa un decreto e la cancella, e nessuno fiata – a parte Di Pietro, che ormai è considerato un appestato.

  • Travaglio: l’antipolitica italiana sono loro, destra e sinistra

    Scritto il 16/5/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Oggi, la vera antipolitica è quello che noi chiamiamo politica. E’ scendere in campo salire, è fondare un partito per non andare in galera e non fallire per debiti, è far eleggere gli avvocati e i coimputati sennò poi parlano. E’ possedere aziende o dire “abbiamo una banca” o “ci facciamo un bel Tav”. E’ fare il sindaco di Torino due volte e poi diventare il capo di una fondazione bancaria. E’ stare in Parlamento trenta o quarant’anni pensando che il rinnovamento sia cambiare continuamente il nome al partito. E’ usare le Camere come alternativa al carcere, o alla latitanza, o alla comunità di recupero. E’ usare come ufficio di collocamento per amici, parenti e amanti il Parlamento, la Rai, i giornali, le autorità indipendenti, le Asl, gli ospedali, le aziende pubbliche, le banche, gli istituti culturali, il cinema, la fiction.

  • Luca Mercalli al premier: Tav, il silenzio degli arroganti

    Scritto il 09/3/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Caro presidente Monti, l’8 gennaio a “Che tempo che fa” le ho donato una copia del mio libro “Prepariamoci” e Lei, squisitamente, mi ha stretto la mano e detto: «Ne abbiamo bisogno». Un mese dopo, assieme ad alcune centinaia di docenti di atenei italiani, ricercatori e professionisti (inclusi Vincenzo Balzani, Luciano Gallino, Alberto Magnaghi, Salvatore Settis) firmavo un appello per sollecitare una Sua riconsiderazione delle argomentazioni tecnico-economiche a supporto della linea ad alta capacità Torino-Lione, che da anni risultano non convincenti. A tutt’oggi non solo non è giunto un Suo cenno di considerazione, quanto piuttosto la perentoria affermazione che i dati sono definitivi e invarianti, le decisioni sono assunte, il progetto deve andare avanti anche manu militari. Non mi aspettavo una tale chiusura, ora fonte di una profonda spaccatura in una parte del mondo intellettuale e scientifico italiano.

  • L’ultimo diktat: lo Stato sarà condannato a impoverirci

    Scritto il 08/2/12 • nella Categoria: idee • (11)

    Coventrizzazione: bombardamento a tappeto. Solo che ad essere rasa al suolo non sarà la cittadina inglese di Coventry, spianata nel 1940 dalle bombe della Luftwaffe, ma il Belpaese straziato dai “signori del debito”, i titolari palesi e occulti dell’esposizione italiana: gli stessi che “nominano” i dirigenti della Commissione Europea, del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Centrale Europea e, ultimamente, degli stessi governi nazionali: Mario Monti e Lucas Papademos, entrambi “allevati” dalla Goldman Sachs, ora alla guida di Italia e Grecia, mentre in Spagna il neo-premier Mariano Rajoy rivela l’esistenza di un diktat della Bce, l’Ungheria ribelle deve piegarsi alla tecnocrazia di Bruxelles e persino per la Romania in crisi si profila un altrettanto inquietante “governo tecnico”.

  • «Virano contro Mercalli? E allora quereli anche tutti noi»

    Scritto il 23/11/11 • nella Categoria: segnalazioni • (8)

    Virano querela Mercalli? «Allora quereli anche noi: siamo tutti d’accordo con lui». Sotto tiro, il climatologo valsusino che in una recente puntata di “Che tempo che fa”, la popolare trasmissione di Fabio Fazio su RaiTre, ha criticato la congiura dell’informazione sulla valle di Susa e la mistificazione sulla Torino-Lione, grande opera devastante, super-costosa e tragicamente inutile, come 150 docenti universitari hanno ricordato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, invitandolo a sollecitare un ripensamento del governo. E se l’esecutivo Monti a tutto pensa fuorché a una sospensione della Torino-Lione, il commissario dell’alta velocità Italia-Francia se la prende con Mercalli.

  • Mercalli: provate a dimostrare l’utilità della Tav, se ci riuscite

    Scritto il 24/9/11 • nella Categoria: idee • (9)

    Nervosetti, vero? È bastato un minuto di considerazioni contro la grande opera voluta da Dio, il collegamento Tav Torino-Lione, che i sacerdoti del Pd e del Pdl sono esplosi nella loro condanna inquisitoria. Io sarei un istigatore dell’illegalità, parlo di un argomento del quale non è permesso parlare, userei i lauti guadagni che mi corrisponderebbe la televisione pubblica per fare propaganda No Tav. I feroci comunicati emessi da questi personaggi, che non vale la pena di nominare, sovrastano di svariati ordini di grandezza il mio minuto di “propaganda”. Ma io ho esordito che mi esprimevo come cittadino e giornalista. Quindi non c’è propaganda allorché si porta a conoscenza della collettività il fondato dubbio che questa grande opera sia inutile per la gestione dei trasporti, dannosa per l’ambiente alpino e temibile per le pubbliche disastrate finanze. Non è propaganda, bensì è l’essenza stessa del giornalismo e della democrazia.

  • Fazio e Mercalli: si tocca la Tav e il Pd scatena il finimondo

    Scritto il 20/9/11 • nella Categoria: idee • (4)

    Si fa tanto parlare di censura televisiva, di spazi democratici che si riducono sempre più sul piccolo schermo, di conduttori cacciati perché “di sinistra”. Fabio Fazio, col suo “Che tempo che fa” pare sopravvivere a tutte le bufere, continuando a rappresentare bene l’elettorato piddino e i suoi leader. Ma anche il programma del weekend ha la sua variabile impazzita, imprevedibile, nei panni del meteorologo Luca Mercalli. Il quale, domenica sera, non ha avuto paura di sedersi su quella poltrona e pronunciare un’appassionata arringa contro la Tav (comprensibile: Luca è valsusino) e in difesa delle due attiviste ancora agli arresti (ne avevamo parlato qui).

  • Anziché i piccoli Comuni, chiudete la buvette: costa uguale

    Scritto il 22/8/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    «Avevamo chiesto i tagli della politica: i tagli però, non i ragli». Dalla sua rubrica quotidiana su “La Stampa”, il 22 agosto Massimo Gramellini attacca la demenziale cancellazione dei piccoli Comuni, preziosi sportelli a disposizione del territorio, spesso l’ultimo presidio di democrazia partecipativa controllato direttamente dai cittadini-elettori senza l’ingombrante mediazione dei partiti e dei loro onnipresenti carrieristi. «Anziché dimezzare il numero e i benefit dei parlamentari, il governo crede di tenerci buoni segando a casaccio i piccoli Comuni», che per Gramellini rappresentano «il tessuto connettivo di un Paese che è composto di mille villaggi, il suo apparato cellulare, l’unica istituzione in cui l’italiano medio si riconosca».

  • Addio servizio pubblico, vince l’indecenza: partiti e affari

    Scritto il 10/6/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Al di là di ogni decenza. Al di là delle leggi di mercato che vedono Santoro portare profitti alla Rai. Al di là delle evidenti convenienze del monopolio privato ad eliminare un concorrente, ecco la nostra democrazia reale che obbedisce agli ordini del sultano che, non contento del potere che gli deriva dal possedere il monopolio mediatico privato, mette i piedi nel piatto Rai e licenzia Santoro, come se ciò fosse la cosa più normale del mondo. Giova ricordare che ancora oggi definiamo “servizio pubblico” una istituzione che, già 20 anni fa, fu consensualmente spartita in 3, con il primo canale alla Dc, il secondo ai socialisti e il terzo canale ai comunisti, ma tutti dimenticarono di ridefinire il “servizio pubblico” come “servizio ai partiti”

  • Santoro: via i partiti dalla Rai, Minzolini lo paghiamo noi

    Scritto il 10/6/11 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    «Ora basta, via i partiti dalla Rai: ve ne dovete andare, dovete lasciarci liberi di lavorare. Io poi sono disposto a condurre “Annozero” a un euro a puntata». Sipario tra gli applausi: Michele Santoro esce di scena – per ora – rompendo il protocollo televisivo, davanti a Castelli e Brunetta, Bersani e Di Pietro. «Possiamo fare a meno del canone: siamo noi, è “Annozero”, a finanziare Minzolini, RaiUno, Sgarbi, i programmi che voi avete imposto e che non funzionano, che gli spettatori rifiutano e il mercato pubblicitario non apprezza. Gli spettattori vogliono noi, Grillo, Celentano: è per vedere loro che pagherebbero più volentieri il canone». Ultima chiamata per il direttore generale Paolo Garimberti: «Da domani, sono pronto a discuterne: pur di non chiudere “Annozero”, sono disposto a condurre la trasmissione al prezzo di un euro a serata».

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