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Archivio del Tag ‘finanza’

  • Brancaccio: ma il pericolo è la Merkel, non certo Berlusconi

    Scritto il 13/12/12 • nella Categoria: idee • (5)

    Nessuno crede davvero che Berlusconi possa vincere le elezioni. Ma tutti – dalla finanza speculativa in giù – hanno capito che la sua rimonta sarà alimentata da una forte campagna contro l’euro-rigore. Peggio per gli altri, sostiene l’economista Emiliano Brancaccio: se il centrosinistra continua a sostenere i dogmi dell’attuale assetto europeo, non andrà lontano neppure in caso in vittoria, perché dovrà fare i conti con una situazione sempre più insostenibile, di sola depressione, senza spiragli. Al contrario, il prossimo governo dovrebbe archiviare Monti come un brutto incidente della storia e sospendere i trattati-capestro come il Fiscal Compact con l’unica arma possibile: minacciare la Germania di non mettere a rischio solo il futuro della moneta unica, ma anche quello del mercato comune europeo. «Credo che questa sia l’ultima carta per tentare di mutare i rapporti di forza interni all’Unione», sostiene Brancaccio. «Se ci si affiderà invece a un europeismo acritico e indiscriminato, si pagheranno nel più lungo periodo pesanti conseguenze politiche».

  • Fine della farsa: uscire dall’euro, istruzioni per il Piano-B

    Scritto il 12/12/12 • nella Categoria: idee • (3)

    Una alleanza tra paesi sul modello della sudamericana “Alba”, oppure un ritorno alla fluttuazione in un regime di doppia moneta; terzo, una trattativa a viso aperto con la Germania. Mentre tutti si accaniscono su come “tenere l’Italia nell’euro”, il dibattito sul cosiddetto “piano B” per fortuna non langue. Un dibattito cominciato mesi fa, quando lo spread era ancora un gattino dalle unghie corte e dalla Merkel ci si poteva aspettare anche un invito a cena. Poi tutto è cambiato, e piuttosto rapidamente. Ora in molti si stanno accorgendo che il “gioco non vale la candela”. Soprattutto, da quando la vicenda della Grecia ha messo un punto definitivo sull’efficacia delle politiche di austerità. Cioè, i costi sono tali che o portano al disastro sociale, politico ed economico, oppure posticipano talmente tanto in là il momento della cosiddetta ripresa che il sacrificio diventa un lento e inesorabile depauperamento.

  • Grillo: morire di spread, ormai gli italiani temono Monti

    Scritto il 12/12/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Ancora tu? Ma non dovevamo rivederci più? La riesumazione di Berlusconi e le elezioni anticipate sono alle porte. Non sembra che gli italiani siano sconvolti o sorpresi, molti al grido di “arridatece il puzzone” vogliono liberarsi il prima possibile di Monti rimettendo allo psiconano ogni peccato. Rigor Montis ci ha messo del suo, insieme a una stampa montiana compiacente fino al leccaculismo più esasperato. L’agenda Monti, sottoscritta con voluttà dal pdmenoelle, prevedeva un solo punto: lo spread, ma lo spread non si mangia e soprattutto non dipende da Monti, ma dalle agenzie di rating internazionali. Lo spread che è salito alle stelle in estate (colpa dei mercati?) e sotto i 300 punti a dicembre (merito di Monti?) è una variabile indipendente dal governo. E’ un guinzaglio per tenere sotto controllo la politica italiana, una corda che si stringe a piacere in mano alla finanza internazionale. Non si vive di solo spread, e di spread, con la politica di Rigor Montis, si può solo morire.

  • Ci han rubato il referendum? Sì, quello contro la monarchia

    Scritto il 11/12/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Forse noi della valle di Susa ci siamo un po’ distratti in questi ultimi sette anni. Dal 2005 a questo fine 2012 ci siamo molto impegnati nella difesa di quel che resta del nostro fondovalle, della nostra salute, e persino del portafogli degli italiani tutti. Abbiamo trascurato la lettura dei classici, il tempo libero e il lavoro (del resto anche qui ce n’è rimasto poco, salvo che per alcune categorie per far parte delle quali è gradita al tessera di qualche loggia coperta della massoneria o di altre “confraternite”). Abbiamo smesso di guardare la Tv ( forse perché abbiamo visto troppo da vicino chi la fa) e – per lo stesso motivo – leggiamo malvolentieri anche i giornali. Ma non tutto il bene vien per favorire: evidentemente ci dobbiamo essere un po’ distratti e non ci siamo accorti che nel frattempo è venuto meno l’esito referendario. No, non quello sull’acqua pubblica – di cui si è tentato in tutti i modi di vanificare la vittoria popolare.

  • L’Italia va a rotoli: non malgrado Monti, ma grazie a lui

    Scritto il 11/12/12 • nella Categoria: idee • (2)

    Il fallimento delle politiche economiche messe in atto dal governo Monti è anche il fallimento delle teorie economiche che le hanno sostenute sul piano “scientifico”, secondo cui la riduzione della spesa pubblica accresce i consumi e gli investimenti privati. Pessimo il bilancio di Monti: centomila persone, secondo l’Istat, hanno perso lavoro nel corso dell’ultimo mese, mentre il tasso di disoccupazione giovanile è al massimo storico, sopra il 30%. Catastrofica la valanga di fallimenti che travolge le imprese, con oltre 100 crisi industriali in atto. E il debito pubblico? Sempre peggio: in rapporto al Pil, è aumentato del 6% nell’ultimo anno. Ormai è sempre più evidente: «Ciò che viene definita “crisi” – secondo Guglielmo Forges Davanzati – oggi non è nient’altro che l’inevitabile effetto di politiche fiscali restrittive attuate in un contesto di calo della domanda aggregata: politiche che questo governo, più del precedente, ha perseguito con la massima tenacia».

  • Grillo scelga i migliori, se vuol salvare la Terza Repubblica

    Scritto il 10/12/12 • nella Categoria: idee • (2)

    Machiavelli scrisse il “Principe” per trovare soluzioni politiche pratiche e per immaginare un soggetto forte che le mettesse in atto. Pensava che nella crisi di allora ci fosse comunque un’opportunità. Anche nella crisi di oggi sorgono opportunità, cambieranno gli interpreti, muteranno i partiti politici. E in molti già ora vogliono dire la loro, esserci, sfiorare i panni che il “Principe” potrà vestire. Che “Principe” avremo nel 2013? Monti? Berlusconi? Bersani? O magari proprio Grillo, come si augura Pino Cabras? Stretto collaboratore di Giulietto Chiesa  nel laboratorio politico “Alternativa”, Cabras lancia una proposta precisa: allargare la rappresentanza dei “5 Stelle”, aprire agli indipendenti, irrobustire le candidature e puntare su un programma forte, in grado di ribaltare per davvero il futuro della Terza Repubblica che si va preparando. 

  • Wuerth: stop forniture all’Italia in rosso, colpa del rigore

    Scritto il 10/12/12 • nella Categoria: segnalazioni • (3)

    Niente più viti, bulloni ed altre componenti meccaniche di montaggio per l’Italia, fino a quando le 60.000 aziende che ricevevano questo ed altro materiale non pagheranno le fatture arretrate. Lo annuncia in un’intervista al quotidiano “Handelszeitung” Reinhold Wuerth, il re tedesco del bullone e delle viti, secondo il quale la Germania farebbe bene a pagare per mantenere nell’euro i paesi in crisi del Sud Europa, anziché sottoporli al ricatto infinito del rigore, ben interpretato – in Italia – dal tecno-governo “suicida” di Mario Monti, responsabile di una recessione senza precedenti nel nostro paese. Wuerth spiega che il suo giro d’affari in Italia, Spagna e Portogallo si è praticamente ridotto «quasi a zero», poiché «mancano i soldi, e i clienti non sono più in grado di pagare». Aziende in rosso, crisi di liquidità, credito introvabile: è il capolavoro di un’ideologia che, tagliando la spesa pubblica, devasta a catena anche il settore privato.

  • Atene, la barbarie del rigore: in Parlamento con la pistola

    Scritto il 08/12/12 • nella Categoria: segnalazioni • (5)

    Massacra un popolo, affamalo, gettalo nella disperazione e poi goditi lo spettacolo: come minimo salterà fuori un fanatico neonazista, pronto a ricorrere al terrorismo di massa. E’ quello che sta accadendo in Grecia, l’area-test degli esperimenti su esseri umani condotti dall’Europa di Angela Merkel e Mario Draghi. Le cavie sono i greci, costretti a frugare nella spazzatura per via di un debito esploso dietro incoraggiamento delle stesse oligarchie finanziarie che ora salgono in cattedra a impartire lezioni di economia. Dettaglio atroce: il popolo-cavia è quello che, 2500 anni fa, fondò la democrazia nutrita di filosofia da cui ebbe origine la stessa civiltà occidentale, quella che oggi in Europa precipita nella barbarie miserabile dei debiti sovrani, scambiando la moneta per il tesoro privato di qualcuno. Risultato: “Alba Dorata” spaventa la Grecia, minaccia gli immigrati, spedisce in Parlamento deputati armati di pistola.

  • Tav senza soldi: la verità, dietro al bluff di Monti e Hollande

    Scritto il 05/12/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Secondo il professor Marco Ponti del Politecnico di Milano, autorevole “trasportista” italiano, il celebrato vertice di Lione tra Hollande e Monti – già costato l’inaudita aggressione dei manifestanti No-Tav ad opera della polizia francese – a conti fatti si riduce quasi a una barzelletta: se da un lato Italia e Francia giurano solennemente (come tante altre volte) che la grande opera “si farà”, ovviamente “auspicando” finanziamenti europei di cui non c’è ancora traccia, l’avvio dei cantieri – già slittato prima al 2013 e poi al 2014 – verrebbe ora ulteriormente ritardato, a causa di forti resistenze francesi, da parte dei Verdi alleati di Hollande e della Corte dei Conti di Parigi, che reputa l’opera troppo costosa e non necessaria. Nel dubbio, a rimetterci sono come sempre i valsusini: a cui si racconta che la nuova “autostrada ferroviaria” toglierebbe i Tir dall’asfalto, in una valle che è stata già devastata, di recente, proprio da un’autostrada, quella del Fréjus, che doveva servire a “togliere i Tir dalle strade statali”. Poi si lamentano se i valsusini, nel loro piccolo, s’incazzano.

  • Pallante: scordiamoci questi partiti, non lavorano per noi

    Scritto il 05/12/12 • nella Categoria: idee • (9)

    Per favore, lasciamo perdere i partiti: con loro è tempo perso. Sanno solo ripetere la fiaba della crescita, che si sta frantumando giorno per giorno sotto i nostri occhi. Di loro non c’è da fidarsi: sono alleati, da sempre, con la grande industria, la finanza e le multinazionali, comprese quelle degli armamenti, necessari per dominare il pianeta allo scopo di garantirsi il monopolio delle risorse planetarie. Il mondo si è rotto, e non saranno certo loro a ripararlo: serve una nuova alleanza sociale, che metta insieme movimenti liberi, cittadini attivi, sindacati indipendenti, piccole imprese, artigiani e agricoltori. Un patto, per invertire la rotta verso l’unica soluzione possibile: la “decrescita selettiva” della produzione di merci, creando occupazione “utile” fondata sui territori, tagliando gli sprechi. «Solo per l’energia, l’Occidente butta via il 70% di quello che produce». Maurizio Pallante, teorico italiano della decrescita, lancia un appello: uniamo le forze, da subito, per riscrivere l’agenda dell’Italia.

  • Acciaio, ladri di Stato e tumori: il triste presepe di Taranto

    Scritto il 05/12/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Non conosco la Giudice delle Indagini Preliminari di Taranto. Di Patrizia Todisco è avaro di immagini persino Google: fate la prova: scrivete il suo nome e vi compariranno un sacco di Ministroclini, Prefettoferrante, Governatorevendola, persino qualche Stefanofassina (chi era costui? Ah:…il responsabileeconomico di D’Alema & Bersani). E in mezzo a questa folla di occhi puntati in camera, menti volitivi e nasi penetranti, poche rare immagini di una donna con gli occhiali seri di chi ha consumato un po’ della sua vista sui monumentali libri di diritto romano e nella lettura di migliaia di pagine di indagini e perizie. Quasi sempre ritratta di tre quarti, come capita solo a chi non vuole apparire. Ecco: non la conosco, ma me la immagino così. Proprio come dovrebbe essere un giudice che parla con le sentenze, senza microfoni griffati cacciati in gola in mezzo a un ronzante alveare di telecamere e cronisti.

  • Il mondo ha fame: benvenuti nell’era degli agro-dollari

    Scritto il 04/12/12 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Se ci chiediamo quale valuta sia servita per l’acquisto delle materie prime o per rafforzare i sistemi nel corso del secolo passato della storia umana, non possiamo che pensare ai petrodollari: non è sbagliato dire che niente ha plasmato il mondo moderno quanto i 2.300 miliardi di dollari l’anno per l’esportazione di energia. Vera e propria “valuta di riserva”: tutti dollari Usa, anche se ora emergono alternative come quella della Turchia, che ha cominciato a pagare in oro il petrolio dell’Iran, mettendo in forse lo status quo dei petrodollari. Ma se le nuove tecnologie per le rinnovabili e il gas soppianteranno il petrolio, segneranno anche la fine dei petrodollari? Prima o poi potrebbe cominciare l’era degli agro-dollari, se – come si comincia ad osservare – lo squilibrio più evidente che definirà il profilo del commercio globale nei prossimi anni non sarà più quello energetico, ma quello alimentare.

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