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Archivio del Tag ‘Francia’

  • Sterminati dalla Chiesa: così morirono gli Eretici del Lago

    Scritto il 08/4/13 • nella Categoria: Recensioni • (Commenti disabilitati)

    Bagnolo San Vito, provincia di Mantova. Dal XII al XIV secolo questa cittadina e le zone circostanti sono state un centro molto importante di diffusione dell’eresia catara. Una violenta persecuzione ha cancellato dalla faccia della terra i segni di questa religione. Nel libro “Gli eretici sul lago”, Vittorio Sabbadini ripercorre la storia del movimento cataro e le vicende locali, per far tornare a vivere la memoria di uno dei movimenti religiosi più importanti e rivoluzionari della storia. «Voglio ricordare con grande affetto e molta stima tutti i nostri concittadini bagnolesi e mantovani, vescovi, perfetti, perfette e credenti nella fede catara bagnolese, alla quale sono rimasti fedeli sino alla fine, con l’ingenua utopia di voler fermare il mondo»: così scrive Sabbadini nel commosso incipit del suo saggio. Con passione e sdegno, lo studioso racconta l’odissea di molti suoi antenati, centinaia di suoi concittadini perseguitati e poi sterminati.

  • Rigore, debito e menzogne: ecco chi ci guadagna davvero

    Scritto il 07/4/13 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Rastrellare soldi per le grandi banche del nord, tedesche e francesi: servono essenzialemente a questo le misure “lacrime e sangue” inflitte dal regime di austerity instaurato dalla spietata tecnocrazia europea. E’ la stessa Banca d’Italia a fornire l’ennesima riprova del fatto che l’austerità non serve a migliorare le finanze pubbliche: il debito italiano è ulteriormente aumentato, superando i duemila miliardi di euro. Keynes lo diceva 70 anni fa: «Non c’è possibilità di equilibrare il bilancio eccetto che con l’aumentare il reddito nazionale». L’austerità fa aumentare e non diminuire il debito pubblico, ribadisce Davide Della Bona sul sito “MeMmt”. E i dati degli ultimi tre anni sono inequivocabili: ovunque si sia intrapresa la via dell’austerità il bilancio pubblico è inevitabilmente  peggiorato, aggravando ulteriormente la crisi.

  • La Nato verso la guerra in Siria, scenario discusso a Roma

    Scritto il 04/4/13 • nella Categoria: segnalazioni • (3)

    Grandi manovre per accelerare la fine del regime siriano: «Con ogni probabilità toccherà al prossimo ministro degli esteri il compito di portare in guerra anche l’Italia in questa ultima avventura “democratizzatrice”», avverte Giulietto Chiesa, che segnala la creazione di un vero ponte aereo della Nato per rifornire di armi i Contras siriani incaricati di prendere il potere a Damasco. Progetto illustrato recentemente a Roma, in una conferenza per specialisti intitolata “United States, Europe, and the case of Syria”. Presidente del “panel” convocato al Centro di Studi Americani, nientemeno che Giuliano Amato. Oratore principale: Frederic Hof, ambasciatore statunitense e fino a pochi mesi fa capo del team del Dipartimento di Stato impegnato sul “caso siriano”. Se Assad dovesse resistere, ha spiegato Hof, la Nato interverrà militarmente per difendere il “legittimo governo siriano”, composto di fuoriusciti attualmente dislocati in Turchia.

  • L’Impero Latino: fermare la Germania per salvare l’Europa

    Scritto il 03/4/13 • nella Categoria: idee • (1)

    Nel 1947 un filosofo, che era anche un alto funzionario del governo francese, Alexandre Kojève, pubblicò un testo dal titolo “L’impero latino”, sulla cui attualità conviene oggi tornare a riflettere. Con singolare preveggenza, l’autore affermava che la Germania sarebbe diventata in pochi anni la principale potenza economica europea, riducendo la Francia al rango di una potenza secondaria all’interno dell’Europa continentale. Kojève vedeva con chiarezza la fine degli stati-nazione che avevano segnato la storia dell’Europa: come l’età moderna aveva significato il tramonto delle formazioni politiche feudali a vantaggio degli stati nazionali, così ora gli stati-nazione dovevano cedere il passo a formazioni politiche che superavano i confini delle nazioni e che egli designava col nome di “imperi”.

  • Foa: bruciare Bersani e poi Grillo, è il piano del Quirinale

    Scritto il 29/3/13 • nella Categoria: idee • (3)

    Andate a riascoltarvi il discorso con cui Napolitano affidò l’incarico a Bersani, c’era scritto tutto: il presidente voleva continuità rispetto al governo Monti ovvero voleva un governo di intesa tra destra e sinistra con un premier accettabile da tutti, dunque sopra le parti. Bersani era morto in partenza come avevano capito tutti tranne lui, che ha commesso lo stesso errore di Monti: per vanagloria personale ha perso due volte. Non ha ottenuto l’incarico e ora, come Monti, non conta più niente. Il suo flop, infatti, è funzionale al disegno di Napolitano: essendo un leader bruciato – e non avendo nulla da recriminare – può accettare gli appelli al senso di responsabilità del Quirinale. Il Pd può accettare, sapendo che comunque alle prossime elezioni Bersani non sarà leader e dunque il nuovo capo (Renzi?) potrà presentarsi agli elettori “pulito”, lui che non è nemmno in Parlamento.

  • Denaro per noi: stop all’euro-estorsione di Maastricht

    Scritto il 29/3/13 • nella Categoria: idee • (2)

    Smantellato lo Stato e privatizzato il denaro fin dalla sua emissione, i risparmiatori diventano polli da spennare, in balia degli speculatori. La crisi di Cipro? «Non indica solo la fine della ricreazione: è la prova definitiva che il sistema bancario internazionale è una vera e propria truffa globale, gestita (male) da un gruppo di manigoldi», accusa Giulietto Chiesa. «E’ la prova che il debito che ci strozza non è che un’opinione di quei manigoldi e dei loro servi, installati nei centri del potere e nelle istituzioni finanziarie e politiche internazionali». L’“Herald Tribune” rivela che la decisone di dimezzare il debito greco fu presa all’insaputa di tutti già nell’ottobre del 2011, alle tre di notte, da cinque persone: Merkel, Sarkozy, Lagarde, Juncker e Barroso. Decisero di chiedere ai privati, cioè alle banche creditrici, di farsi carico della perdita. «Ma se si chiede a un creditore di ridurre del 50% le sue pretese, vuol dire che si sa che è un creditore illegale: quel debito era stato estorto, anche alla Grecia. E questo vale per tutti: Italia, Spagna, Irlanda, Portogallo».

  • Grillini di tutta Europa unitevi: obiettivo, elezioni 2014

    Scritto il 25/3/13 • nella Categoria: segnalazioni • (6)

    «Non possiamo pensare di aver fatto tutto questo e rimanere qui, a Roma. Dobbiamo andare oltre, e l’obiettivo è Strasburgo, anno 2014, Parlamento Europeo: perché c’è una necessità simile a quella italiana e perché, se troviamo sponda in Europa, il cambiamento sarà epocale». Velleitario o visionario? Il vero obiettivo di Grillo, l’Europa, è diventato molto concreto, da quando la discussione sui “Meetup” ha abbattuto confini e lingue. Una rivoluzione? «Una specie di Sessantotto, che abbia come collante la Rete». Obiettivo, i paesi dell’Est – Slovacchia, Bulgaria, Romania – nonché Spagna, Portogallo e Grecia. «Questo intendo quando dico che abbiamo appena iniziato». I temi: ambiente, economia, decrescita. I gruppi a cui guarda, osservano Emiliano Liuzzi e Ferruccio Sansa, spaziano dagli “Indignados” iberici ai “verdi” tedeschi. Porte chiuse alla sinistra tipo “Syriza” e alla destra populista, da “Alba Dorata” al Front National francese. Meglio, come in Italia, «quei milioni di cittadini legati da battaglie comuni più che da ideologie e appartenenze».

  • Uomini soli: Mattei ucciso dai francesi, De Mauro sapeva

    Scritto il 22/3/13 • nella Categoria: Recensioni • (6)

    C’erano tre agenti segreti francesi, coperti dalla Cia e aiutati da manovalanza mafiosa, dietro la tragica fine di Enrico Mattei? Lo suggerisce il nuovo libro-inchiesta di Michele Di Salvo sulla tragica fine dell’uomo-chiave del “miracolo economico” italiano nel dopoguerra, Enrico Mattei: il presidente dell’Eni, schiantatosi col suo aereo il 27 ottobre 1962 a Bascapè sulle colline dell’Oltrepo Pavese, era decollato da Catania, dove il suo aereo era stato manomesso. Poco prima, aveva tenuto il suo ultimo discorso pubblico, a Gagliano: dal nastro con la registrazione, poi fatto sparire, il giornalista siciliano Mauro De Mauro intuì che Mattei era pedinato. De Mauro scomparve a sua volta il 16 settembre 1970. Secondo Cosa Nostra, era giunto troppo vicino alla verità sulla fine di Mattei. Sulla scomparsa di De Mauro indagarono i carabinieri di Carlo Alberto Dalla Chiesa e i poliziotti di Boris Giuliano: entrambi gli investigatori furono a loro volta assassinati dalla mafia. “Uomini soli”, il libro di Di Salvo in formato ebook, illumina nuovi retroscena che coinvolgono gli Usa e la Francia nella morte dell’italiano più potente dell’epoca.

  • Scisma silenzioso: cristiani sempre più lontani dalla Chiesa

    Scritto il 22/3/13 • nella Categoria: idee • (6)

    Il dibattito sul sistema di governo della Chiesa ha offuscato il tema grande del rapporto della Chiesa con la modernità e, più in particolare il suo cuore: il grande scisma che si sta consumando fra la Chiesa-apparato e i suoi fedeli. La Chiesa vanta 1.087.790.000 fedeli, ma, che credito dare a questo dato? Sulla carta anche io, in quanto battezzato, farei parte di quel miliardo di appartenenti alla Chiesa, ma chi scrive queste righe non è affatto credente, è ateo, razionalista e materialista. Moltissime persone, dopo il battesimo e gli altri sacramenti, sono diventate atee, agnostiche o anche genericamente teiste o cristiane, ma che non si riconoscono nella Chiesa. Questo accade soprattutto in Europa, ma in buona parte anche nelle due Americhe, per cui quel dato ha un valore essenzialmente anagrafico, ma non corrisponde ad una realtà sociale effettiva. Qualche dato può chiarire meglio il discorso.

  • Via gli zombie dell’euro, l’Ue è fondata sull’imbroglio

    Scritto il 20/3/13 • nella Categoria: idee • (1)

    Addio euro: si avvicina la fine di quella che è stata una pericolosa “avventura forzata” per i popoli europei e, al tempo stesso, un gioco d’azzardo per il mondo della finanza. Il premio in palio era la stabilità economica, come valore-guida di un’Europa immaginata libera, giusta e portatrice di civiltà e benessere? Fallimento totale: stiamo cercando di sopravvivere tra le macerie di un’Europa «instabile, schiavizzata, ingiusta e impoverita», osserva Alberto Conti su “Megachip”. Da noi, la crisi del sistema dominante, made in Usa, è stata aggravata dalla perdita rovinosa della sovranità monetaria – unica vera leva per attutire i colpi – e dal grande imbroglio delle politiche salariali tedesche, che «ha rappresentato la complicanza mortale di un sistema già malato». Puntando all’egemonia, non potendo svalutare la moneta, la Germania ha “svalutato” i salari, «provocando così differenziali d’inflazione che hanno rapidamente messo fuori gioco gli avversari più deboli nella gara della competitività produttiva e commerciale».

  • Cremaschi: fallito l’euro, stracciamo i trattati del rigore

    Scritto il 19/3/13 • nella Categoria: idee • (7)

    Prima di discutere se e quanto durerà l’euro, su cui si abbattono le alterne vicende delle Borse e dello spread, sarebbe necessario misurarsi con il fallimento sociale e politico della moneta unica. Diamo pure credito alle buone intenzioni, quelle di cui è lastricata la via che conduce all’inferno. Sicuramente i governi italiani ed europei, soprattutto di centrosinistra, che hanno partecipato alla costruzione dell’euro pensavano così di contribuire alla unificazione democratica del continente. La moneta unica unificherà paesi che si sono combattuti per secoli e alla fine porterà agli Stati Uniti d’Europa. L’Italia avrà solo da guadagnare ad avere la stessa moneta dei paesi più ricchi ed efficienti del continente, ne riceveranno giovamento i conti pubblici, il sistema produttivo e finanziario, la stessa efficienza della pubblica amministrazione.

  • Boff: scommetto su Francesco, lavorerà per l’umanità

    Scritto il 16/3/13 • nella Categoria: idee • (2)

    «Lavorerà per riscattare la credibilità della Chiesa, macchiata dagli imbrogli, dagli scandali dei pedofili e della banca vaticana. E dopo farà un’apertura al mondo moderno, perché sia Benedetto XVI che Giovanni Paolo II hanno interrotto il dialogo con la modernità». Leonardo Boff, tra i fondatori della “teologia della liberazione”, dopo aver tifato per l’americano Sean O’Malley ora scommette su Jorge Bergoglio, nonostante sia considerato in Argentina un “populista conservatore”, un uomo di destra. Intervistato da Eleonora Martini per il “Manifesto”, il brasiliano Boff – cui Ratzinger impedì l’esercizio del sacerdozio – ripone nel nuovo Papa molte speranze: vede in lui il vento della «primavera» che scioglie il «freddo inverno della Chiesa» e la traghetta nel terzo millennio. «È sempre stato dalla parte dei poveri e degli oppressi, come noi teologi della liberazione». E questo gli basta: del brand non si preoccupa, e non crede alla complicità con la dittatura militare.

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