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Archivio del Tag ‘Giappone’

  • Napoleoni: la farsa è finita, l’Europa ci lascia affondare

    Scritto il 02/12/11 • nella Categoria: idee • (4)

    «La cosa migliore per l’Italia sarebbe un default pilotato: rinegoziare il debito e ricominciare da zero. Ipotesi che questo governo non prenderà mai in considerazione, perché è un governo neoliberista, di euro-burocrati, che difenderà l’euro anche quando è indifendibile e sacrificando il futuro del paese». Loretta Napoleoni è drastica: siamo senza soldi, non ci sono vie d’uscita diverse e il 9 dicembre quasi certamente l’Europa ci saluterà. «E’ ora di smascherare la propaganda: Francia e Germania cercheranno di salvare le loro banche, prima che l’Italia. Quando tutti se ne renderanno conto, cioè fra pochi giorni, ogni scenario sarà possibile: compreso quello che sconvolse l’Argentina».

  • Siamo finiti, se i padroni del nostro debito saranno inglesi

    Scritto il 22/11/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    «Sarà come avere le casse piene di cipolle e dover pagare una Ferrari in dollari comprandoli a forza di tonnellate di cipolle». Stando alle “loro” condizioni, una volta detto addio all’euro, con la nuova lira sovrana dovremmo fare il triplo dello sforzo, ma non sarà ancora la fine del mondo: la fine, quella vera, sarà incarnata dal governo che verrà, «troppo ignorante o troppo in malafede» per adottare le politiche di spesa a deficit positiva che ci potrebbero salvare: quelle che hanno resuscitato l’Argentina dopo il fallimento. Mentre il pubblico osserva le prime mosse di Mario Monti, i mercati stanno già “tranciando i cavi”: «Stanno operando affinché la giurisdizione legale del nostro debito esterno sia spostata dall’Italia alla Gran Bretagna. Così per noi sarà impossibile ri-denominare il debito in Lire e siamo fottuti, ma fottuti come nessuno si immagina».

  • Barnard: attenti, non c’è la Fed dietro all’euro-golpe

    Scritto il 20/11/11 • nella Categoria: idee • (6)

    Non è stata la Federal Reserve, direttamente, a mettere in ginocchio l’Europa attraverso le super-banche di Wall Street spingendole a comprare i 641 miliardi del nostro debito e fidando nel fatto che poi le avremmo ripagate a suon di euro grazie al provvidenziale intervento della Bce. La manovra è stata più aggirante e raffinata: la super-finanza americana, certamente salvata dalla Fed con 29 trilioni di dollari, ha “inguaiato” le banche francesi e tedesche: sono state loro ad accollarsi il grosso del nostro debito, proprio grazie al sostegno arrivato da Wall Street. La finanza Usa non ha scommesso sull’euro, moneta zoppicante, ma sul tasso di interesse: i finanzieri americani hanno emesso a loro volta titoli di debito, i cui proventi hanno prestato a francesi e tedeschi, “sapendo” che ne avrebbero ricavato tassi maggiori.

  • Salvare l’Italia da chi la ricatta: ecco la riforma che serve

    Scritto il 12/11/11 • nella Categoria: idee • (1)

    L’attacco speculativo contro i titoli del debito pubblico italiani dovrebbe far sorgere nella mente di ogni cittadino intelligente la seguente domanda: come è possibile per uno Stato sottrarsi ai ricatti posti in essere dai consigli di amministrazione dei grandi intermediari finanziari? Non chiamiamoli più mercati, per favore. Quale disciplina giuridica è necessario introdurre per rendere prevalentemente interno o addirittura esclusivamente interno il debito pubblico dello Stato?  La medesima domanda, prima ancora che da cittadini intelligenti, dovrebbe essere sollevata dai politici italiani, i quali dovrebbero chiedere ai loro tecnici: quali norme possiamo emanare per far sì che il debito pubblico sia prevalentemente o esclusivamente interno?

  • Barnard a Berlusconi: per il nostro bene, non si dimetta

    Scritto il 11/11/11 • nella Categoria: idee • (15)

    «Presidente Berlusconi, per il bene dell’Italia non si dimetta». Firmato: Paolo Barnard. Autore di un drammatico appello al premier ormai uscente: l’Italia in queste ore è vittima di un «colpo di Stato finanziario di proporzioni storiche», per usare una definizione dell’economista americano Michael Hudson. «Le famiglie italiane e il Suo governo non devono pagare per colpe non loro», scrive Barnard a Berlusconi: «Lei deve dire alla nazione ciò che sta veramente accadendo, e chi ci ha condotti a questo dramma». E’ un piano franco-tedesco, dice Barnard, pensato fin dal lontano 1943 con un unico obiettivo: colpire l’Europa del Sud a beneficio di quella del Nord.

  • Maledizione Fukushima: trent’anni per uscire dall’incubo

    Scritto il 04/11/11 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Ci vorranno almeno trent’anni per uscire definitivamente dall’incubo nucleare di Fukushima, la centrale giapponese “impazzita” che secondo gli scienziati norvegesi ha letteralmente appestato il mondo, sprigionando almeno il doppio della radioattività dichiarata dopo il disastroso incidente del marzo 2011. Emergenza infinita: la famigerata Tepco, la compagnia elettrica di Tokyo riveltasi totalmente impreparata di fronte alla crisi, rivela ora di aver iniettato acqua e acido borico nel reattore 2, dove è stata da poco individuata la presenza di un gas che segnala il rischio di una possibile fissione nucleare. E mentre la Tepco arranca fra rappezzi e reticenze, il Giappone ammette: da questa storia usciremo solo fra tre decenni. 

  • Fukushima, le radiazioni sono il doppio di quelle dichiarate

    Scritto il 31/10/11 • nella Categoria: segnalazioni • (2)

    La Terra ha subito il doppio delle radiazioni finora dichiarate, dopo l’incidente nucleare di Fukushima l’11 marzo scorso. Per avere l’esatta misura dell’inquinamento radioattivo basta infatti estendere le rilevazioni: se si oltrepassano i confini del Giappone, si scopre che la nube velenosa ha contaminato una vasta area dell’Oceano Pacifico, sul quale peraltro “naviga” un’altra minaccia: l’enorme distesa di rifiuti e macerie finiti in mare in seguito al doppio cataclisma nipponico, terremoto e tsunami, raggiungerà la costa occidentale degli Stati Uniti già nel 2014. Si tratta di almeno 20 milioni di tonnellate di rifiuti, ad aggravare il bilancio di un disastro ambientale senza precedenti nella storia, a cominciare dall’incidente atomico, gravemente sottostimato.

  • Pallante: debito creato solo per drogare la crescita suicida

    Scritto il 21/9/11 • nella Categoria: idee • (13)

    Meno e meglio: è l’unica soluzione, per uscire dalla spirale del debito. Che non è un incidente di percorso, tutt’altro: il debito è stato incoraggiato a tavolino per indurre i consumatori a comprare merci che non si sarebbero potuti permettere. Obiettivo: smaltire la marea di nuove merci prodotte a ritmo vorticoso da tecnologie industriali sempre più avanzate e diffuse in tutto il mondo grazie alla globalizzazione. Il debito serviva a questo: ad assorbire l’enorme valanga planetaria di merci, evitando una “crisi di sovrapproduzione”. Il peccato originale ha un nome sulla bocca di tutti: crescita. Non è la soluzione, è il problema: la crescita è cieca, perché si basa solo sulla quantità, trascurando di selezionare beni e servizi realmente utili. La crescita vive di sprechi e genera Pil inutile, gonfiato dalla droga pericolosa del debito.

  • Barnard: prima dell’Euro, il debito era la nostra ricchezza

    Scritto il 16/9/11 • nella Categoria: segnalazioni • (12)

    La cosa migliore che uno Stato a moneta sovrana può fare per i propri cittadini è di spendere a deficit, cioè creare debito pubblico. Abbiamo già visto, e qui ne riparliamo, come la spesa a deficit produca ricchezza fra i cittadini, e come non sia affatto vero che il debito dello Stato a moneta sovrana sia anche il debito dei cittadini: questa è una menzogna. Nel capitolo “Il più grande crimine” dimostrerò che la sopraccitata menzogna fu creata ad arte dalle élites finanziarie per distruggere gli Stati, con essi noi persone e le democrazie partecipative. Ma ora parliamo di questo debito. Innanzi tutto cosa significa. Uno Stato può avere diversi debiti, a seconda del settore economico che si prende in analisi. Ma i principali sono il Debito Pubblico, il Deficit di bilancio e il Debito Estero.

  • Italia ko, ma resta il quarto paradiso mondiale dei ricchi

    Scritto il 10/9/11 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    «Il convento è povero, ma i frati sono ricchi»: battuta storica, che l’allora ministro delle finanze Rino Formica – socialista autocritico e battitore libero – usò per tratteggiare la situazione del Psi craxiano poco prima della caduta sotto i colpi di Tangentopoli. Lo stesso aforisma oggi calzerebbe a pennello per l’Italia: in uno Stato fra i più inguaiati al mondo per le finanze pubbliche dissestate, brilla il successo planetario dei suoi super-ricchi, che surclassano inglesi e francesi, australiani e olandesi. Nell’Italia prostrata dalla crisi e ora dalla manovra “lacrime e sangue” imposta dalla Bce, il forziere del benessere privato – beni, conti bancari, quote azionarie – resta al riparo da qualsiasi tempesta e sfiora il record europeo dei tedeschi, superato solo da americani e giapponesi.

  • Fukushima, radiazioni record: peste nucleare a orologeria

    Scritto il 03/8/11 • nella Categoria: segnalazioni • (3)

    Come volevasi dimostrare: i reattori “impazziti” della centrale nucleare di Fukushima stanno dando il peggio di sé a quasi cinque mesi di distanza dalla doppia tragedia dell’11 marzo, terremoto e tsunami, che ha messo in ginocchio il Giappone costringendo il mondo a interrogarsi ancora una volta sul problema della “impossibile” sicurezza atomica. A smentire i minimizzatori, che negavano l’evidente incapacità di Tokyo di fronte all’emergenza e la pericolosità a lungo termine dell’impianto, capace di contaminare il resto del mondo attraverso l’atmosfera, è ora la cronaca: radiazioni-record, superiori ai 10.000 millisievert l’ora, sono state riscontrate nell’area fra i reattori 1 e 2. Il mostro è tutt’altro che domato e, da allora, probabilmente, non ha mai cessato di minacciare il pianeta.

  • Nucleare pericoloso: troppe verità a lungo negate

    Scritto il 09/6/11 • nella Categoria: segnalazioni • (2)

    Dal 15 marzo è noto anche in Italia che Tepco, società che gestiva la sicurezza della centrale nucleare di Fukushima, falsificò per anni i controlli di sicurezza. La centrale nucleare giapponese era già a rischio dal 1985 ma l’agenzia nipponica ha preferito tacere. Sono queste le conseguenze della grande crisi da cui il Giappone è da tempo affetto, seguito a ruota dall’Italia come si evince dal grafico. E’ ostico al momento riuscire a pervenire dati certi e recenti sulla crisi che dilaga nel mondo, questo grafico è relativo al 2010 ma si sospetta ormai data la situazione internazionale, che la crisi sia peggiorata per tutti.

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