Archivio del Tag ‘glifosato’
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Crollerà il sistema-Cina, e prima ancora il falsario Biden
«La mia previsione è che, prima ancora di un collasso automatico del partito comunista cinese, ci sarà un collasso di Biden e della sua ignobile baracca entro breve». Una “profezia” firmata da Valdo Vaccaro, che si definisce “libero ricercatore e filosofo della salute”. Le verità – annuncia, sul suo blog – stanno venendo fuori in tutta la loro formidabile forza dirompente. «Non è peraltro possibile che un paese come l’America resti in balia di governanti ottusi e disonesti, di ladri di voti e di gente disposta a consegnare il paese al miglior offerente. Questo può succedere per le repubbliche delle banane e per i paesi satelliti come l’Italia, totalmente schiava dei burocrati europei, delle grandi banche, dei Bill Gates, della massoneria deviata, del Bilderberg e del Vaticano. Non può riguardare un paese leader mondiale». Oggi, premette Vaccaro, esiste un vuoto silenzioso e tombale: «Alla Casa Bianca si sono soltanto dei fantasmi. Stanno cadendo in pezzi i vari traditori della patria, come la Pelosi e il Cuomo in prima linea, assieme ai vari Fauci e Bill Gates, con buona pace del cosiddetto sinistrismo di maniera, messo in ridicolo dal un grande e indimenticato artista del calibro di Giorgio Gaber».In questi giorni, scrive l’analista, 334 milioni di abitanti – cioè l’intera popolazione americana – non sono soltanto divisi e disorientati dopo la sbornia elettorale e dopo tutta la sceneggiata di Capitol Hill e dell’Inauguration Day, ma hanno anche la netta sensazione di trovarsi tutto d’un tratto «orfani di un autentico e affidabile conduttore, di un vero presidente». Il che non è esattamente rassicurante. Con il super-boicottato Donald Trump, detestato dai “dem” e dal mainstream, da Big Web e Big Tech, dal Deep State neoliberista e dall’establishment infiltrato dal sistema-Cina, «l’America aveva un presidente carismatico, serio, attivo, rispettato, amato da una grossa fetta della popolazione che conta, quella che studia e che lavora». La verità è Trump ha consegnato al suo paese (e non solo) un lascito straordinario, sostiene Vaccaro. Persino gli americani che gli erano contro, in queste ultime settimane «hanno iniziato a percepire alcune cose basilari». Si sono accorti che ha evitato nuove guerre, ha rivitalizzando l’economia, ha subito false accuse. Infine: gli sono state rubate le elezioni, che aveva stravinto.«Tutti d’accordo poi su un fatto innegabile, e cioè che Donald Trump ci ha messo l’anima per difendere il paese: ha lavorato sodo per la medium class e la working class americana, mettendo in secondo piano le corporations, le grandi banche e Wall Street. In questo modo ha ridato lustro e dignità internazionale al paese, facendo degli Stati Uniti un posto gradevole e speciale in cui vivere». Attenzione, avverte Vaccaro: persino i cinesi (intesi come popolo) avrebbero nostalgia di The Donald. «Trump sta ricevendo messaggi di supporto da tutto il mondo, ma a sorprendere è il supporto inatteso e massiccio da parte della popolazione cinese, residente in Cina e fuori dalla Cina». Aggiunge Vaccaro: potrebbe anche aver temporaneamente perso o rinunciato al suo trono mondiale, ma rimane un faro «per una massa di persone perseguitate dalla peggiore peste esistente, che si chiama censura, dittatura, diritti umani sotto i tacchi».Dalla Cina, Vaccaro coglie una frase rivelatrice: “Legally he is still the President of Usa”. E’ sempre lui, il presidente legittimo. «We want freedom of speach», furono le ultime parole del dottor Li Wengliang, morto dopo aver denunciato l’origine “ingegnerizzata” del Covid. Sul fronte opposto, invece, Joe Biden non esitato a far vedere di che pasta è fatto: il gettarsi a firmare subito «i suoi “anti-provvedimenti”, mirati soltanto a disfare l’intera impostazione trumpiana, lo ha reso ancora più penoso di quanto non appaia normalmente». Nella sua prima settimana ha sottoscritto ben 37 ordini esecutivi, un record assoluto. Nel frattempo, la “Cnn” «ha rimosso la conta dei dati Covid», prima «presente 24 ore su 24 a bordo schermo», mentre l’Oms «ha ammesso che i test Pcr non sono affidabili e ha introdotto nuove linee-guida che faranno calare i falsi positivi: che coincidenze». A essere «penoso quanto Biden», sostiene Vaccaro, è l’intero team neo-presidenziale. Nessuno dimentica l’imbarazzante Hunter Biden, «coinvolto in traffici illeciti e provati, prima in zona russa e ora in zona cinese». Ma la stessa vicepresidente, Kamala Harris, non gode affatto di particolari simpatie, nemmeno tra i “dem”, visto che alle primarie incassò appena il 2% di voti, prima di ritirarsi miseramente.«Una Kamala Harris di origini indo-jamaicane, ma che per queste elezioni è magicamente diventata afroamericana, per guadagnare punti “brownie”». Si spaccia infatti per paladina dei neri, «ma durante la sua carriera da procuratrice ha tenuto in carcere migliaia di afroamericani oltre la data scarcerazione per sfruttarli come manodopera a basso costo, come rinfacciatole da Tulsi Gabbard», coraggiosa outsider tenuta ai margini del partito democratico. E’ noto inoltre che la stessa Harris avrebbe fatto carriera grazie alla relazione interessata con l’anziano amante Willie Brown, «politico corrotto “dem” ed ex sindaco di San Francisco». Galoppa la nostalgia per il Puzzone? Il vecchio zombie Joe Biden «è partito col piede sbagliato incespicando clamorosamente: ha fatto appello all’unità del paese, ma operando invece per dividerlo di netto». Tutto questo, mentre gli americani stanno apprendendo giorno dopo giorno il contenuto dei documenti declassificati, «come le false accuse di Hillary Clinton nel Russiagate», reiterate con la complicità dell’Fbi.Anche per questo, sintetizza Vaccaro, la gente è infastidita e frustrata: «Non si sente per niente rappresentata da questa falsa presidenza». E sullo sfondo, cresce l’allarme Cina. Già il mese scorso, John Ratcliffe, già direttore del Dni (Department of National Intelligence), aveva ammonito il Congresso sul fatto che la Cina non sia un paese normale: è manovrato da un Pcc che tende non a integrarsi, ma piuttosto a dominare il pianeta, imponendo le sue regole. «Il mondo deve ancora rendersi conto che questo è un regime autoritario, che se ne strafrega dei diritti umani delle persone e dei popoli che assoggetta». Lo si è visto da come perseguita le minoranze, come quella degli Uyghuri e la stessa fiorente comunità di Hong Kong, che è cinese e internazionale. Prima il partito e lo Stato, tutto il resto non conta niente: in pratica, l’esatto opposto di ciò che ha fatto grande l’America, un tempo patria della libertà (di pensiero, di opinione, di stampa e di impresa). Le cose, secondo Vaccaro, potrebbero precipitare: Pechino vuole Taiwan, e potrebbe innescare una crisi mondiale.«La Cina ha appena varato una legge che la rende sovrana del Mar Cinese Meridionale, che in realtà non è cinese ma appartiene a una schiera di paese asiatici». Questa legge permette alla guardia costiera cinese di colpire qualsiasi imbarcazione straniera che si trovi ai limiti di quelle che ora considera come sue acque territoriali. Se la geopolitica asiatica minaccia di sfuggire di mano, la nuova Casa Bianca sembra una certezza negativa: Joe Biden, «imbarazzante e catastrofico», ha rilanciato il super-barone di Big Pharma, Anthony Fauci, ricucendo con l’Oms e con Bill Gates. Ultima perla: ha designato come ministro dell’agricoltura Tom Vilsack, detto “Mister Monsanto”, dal nome della multinazionale (Bayer-Monsanto) leader mondiale nella produzione di Ogm e pesticidi, tra cui il mefitico glifosato. Ed ecco serviti, con una sola mossa, i “cretini di sinistra” che avevano tifato per Biden (e Greta, sua grande supporter) come ipotetico campione “green”. D’accordo: ma la Cina?Vaccaro intravede ombre cinesi anche negli ultimi eventi, dai maxi-brogli elettorali alla tragica pagliacciata di Capitol Hill. Non si tratta solo di “rozzi” comunisti, premette il blogger, molto seguito dal pubblico italiano “alternativo” al mainstream. I cinesi sono anche «astuti conquistatori, capaci di ricorrere a tutti i trucchi del mestiere», maestri di «sotterfugi e stratagemmi», in quanto successori ed eredi di personaggi come Sun Tzu (600-500 avanti Cristo, autore de “L’arte della guerra”). Vaccaro cita anche il mongolo Genghis Khan (1162-1227) e lo stesso Tamerlano (1336-1405), imperatore di Samarcanda. «Hanno il concetto del dominio e della prevalenza nel sangue, nel loro stesso Dna». Mamma li turchi? Non che fossero da meno, i condottieri cristiani: quelli cattolici, poi, hanno letteralmente sterminato le popolazioni sudamericane. Il problema, semmai – sottolinea Gioele Magaldi, autorevole politologo e massone progressista – deriva dall’élite massonica di stampo reazionario che, negli anni ‘70, ha sdoganato frettolosamente l’impero maoista per farne una specie di Mostro di Frankenstein, neo-capitalista (e quindi florido) ma ancora dittatoriale.Vaccaro cita un analista statunitense come Seth Holehouse, convinto del fatto che, nel giro di uno o due anni – nonostante Xi Jinping faccia la voce grossa – il Pcc «subirà un clamoroso collasso, implodendo dall’interno sotto la pressione ormai incontenibile del suo stesso popolo». Tradotto: «I comunisti sono arrivati davvero al culmine delle loro possibilità e non hanno più grandi sbocchi». Beninteso: «Hanno fatto cose eccellenti ed egregie dal punto di vista dello sviluppo tecnologico e della espansione verso il mondo esterno». Al tempo stesso, però, «hanno commesso errori gravissimi sul piano interno, andando oltre i limiti e sciupando i vantaggi raggiunti». In altre parole, «hanno scoperto le gioie e i tranelli del capitalismo e dell’imperialismo», e così «si sono illusi di poterla fare franca dovunque e comunque», confidando nella forza militare e finanziaria. L’errore fondamentale, secondo Holehouse, è stato quello di aver sottovalutato l’importanza dei valori umani davanti agli occhi del mondo.«Hanno pensato di poter comprare tutto e tutti con una valanga di yuan inflazionati, compromettendo in quesi ultimi tempi le loro relazioni col mondo esterno, sia sul piano economico-politico che su quello diplomatico», sostiene l’analista americano. Massimo emblema della recente “dismisura” cinese, secondo Vaccaro, «la faccenda del virus Covid ingegnerizzato e sfuggito di mano». La verità? Accora avvolta nelle tenebre della censura. «Credo che siano in una situazione molto peggiore di quella che essi intendono raccontare». Poi, oltre alle «pessime relazioni con la maggioranza del popolo cinese», c’è anche «una gravissima frattura all’interno del Politburo tra diverse fazioni», mentre una buona metà della popolazione cinese (700 milioni di persone) sarebbe «in condizioni di fame e di povertà». Una situazione paradossale e incerta, che per Vaccaro non può durare ancora per molto: «Il bubbone è pronto a scoppiare. Al di là di ogni apparenza e di ogni voce grossa, sono sull’orlo della disfatta».Nessuno ha la sfera di cristallo per capire cosa accadrà domani, ma la carenza di orientamento «si fa sentire in modo drammatico, non soltanto all’interno degli Stati Uniti e della stessa Cina, ma sul piano planetario». La questione virale gioca un ruolo basilare, sottolinea Vaccaro, avendo sconvolto le sicurezze delle persone. «Tutti prigionieri e ostaggio dei virologi, prima ancora che della Cina. Tutti in attesa spasmodica, smodata e ridicola di un vaccino che immunizzi, che risolva, che liberi dall’incubo, mentre è sicuro che qualsiasi vaccino e qualsiasi cura medica non farà altro che aggravare la situazione, accorciare la vita e ingrossare le tasche delle imprese chimiche e farmaceutiche», scrive Vaccaro. «Implorare la Pfizer, l’AstraZeneca e le altre multinazionali perché si sbrighino a produrre e fornire più vaccini mi pare non solo un’azione autolesiva, ma delirante e allucinante».Sta davvero per franare, la Cina? «Non credo che si debba aspettare il cadavere del partito comunista cinese sulla sponda dello Yangtze, contando sulla provvidenza divina», dice ancora Valdo Vaccaro. «Più sensato darsi da fare per informare la gente, renderla edotta, renderla responsabile». Meglio tendere una mano pietosa a Xi Jinping per farlo cadere prima possibile, accorciandone la possibile agonia con «una spallata a quel regime», come ha cercato di fare Trump sostenendo i ribelli di Hong Kong. A proposito: «Il presidente Trump è più vivo che mai: rimane una figura carismatica eccezionale e unica, nelle presenti circostanze». Non caso, resta «un punto di riferimento della lotta di liberazione e di emancipazione dei cinesi dalla propria dittatura interna». Questione di tempo, ribadisce Vaccaro: tra non molto cadrà in pezzi prima «la banda Biden», e poi «la banda nazi-comunista» con la quale Donald Trump ha ingaggiato una sfida planetaria, destinata a prolungarsi ben oltre il falso verdetto delle presidenziali truccate. Una frode che ormai pesa, in modo vistoso, sull’umore di oltre metà degli americani.«La mia previsione è che, prima ancora di un collasso automatico del partito comunista cinese, ci sarà un collasso di Biden e della sua ignobile baracca entro breve». Una “profezia” firmata da Valdo Vaccaro, che si definisce “libero ricercatore e filosofo della salute”. Le verità – annuncia, sul suo blog – stanno venendo fuori in tutta la loro formidabile forza dirompente. «Non è peraltro possibile che un paese come l’America resti in balia di governanti ottusi e disonesti, di ladri di voti e di gente disposta a consegnare il paese al miglior offerente. Questo può succedere per le repubbliche delle banane e per i paesi satelliti come l’Italia, totalmente schiava dei burocrati europei, delle grandi banche, dei Bill Gates, della massoneria deviata, del Bilderberg e del Vaticano. Non può riguardare un paese leader mondiale». Oggi, premette Vaccaro, esiste un vuoto silenzioso e tombale: «Alla Casa Bianca si sono soltanto dei fantasmi. Stanno cadendo in pezzi i vari traditori della patria, come la Pelosi e il Cuomo in prima linea, assieme ai vari Fauci e Bill Gates, con buona pace del cosiddetto sinistrismo di maniera, messo in ridicolo dal un grande e indimenticato artista del calibro di Giorgio Gaber».
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Galloni: pastori sardi, una moneta locale li salverebbe tutti
Anche questa volta, come per i Gilet Jaunes o i Forconi, la storia pare essere la stessa. Un movimento nasce e, non potendosi (o non riuscendo a) darsi una forma organizzativa e dei leader comuni, si scinde tra due componenti: i banditi e i “coglionati”. Senza una chiara strategia e leader da tutti riconosciuti, infatti, la maggioranza svolge una sterile protesta che tende ad affievolirsi; mentre la componente minoritaria, ma molto attiva, si spinge persino fuori dai confini della legalità. In casi particolarissimi, tale componente (magari grazie ad appoggi internazionali) riesce ad imporsi sostituendo un “vecchio regime”. Pare non sia la sorte di questi movimenti, destinati a ricalcare la stessa divisione che c’è nella società tra “irriducibili” e coglionati. Il partito, in fondo è questo: il passaggio dal cenacolo di pochi saggi ispirati a una forma organizzativa più evoluta, ma attraverso la fase del movimento (semprechè quest’ultima, come stiamo cercando di dire, non si esaurisca). Quindi abbiamo tre diverse situazioni: i movimenti che si esauriscono, i cenacoli che non riescono a crescere e i partiti politici che sono frutto dell’incontro tra una leadership adeguata e un movimento che non si esaurisce.Il movimento che trova guida e strategie può trasformarsi in partito politico, dunque, se lascia il terreno monotematico e si allarga ai tanti problemi di una società. Nel caso dei pastori sardi, ad esempio, pur essendo urgente e vitale spuntare un prezzo del latte adeguato (ma che ci stanno a fare le istituzioni se non sanno gestire una produzione abbondante e lasciano cadere il prezzo illimitatamente?), tuttavia la domanda strategica era ed è: ma come fa un prezzo a scendere al di sotto del costo (di produzione)? In due casi: quando la domanda ovvero il mercato non è più interessato al prodotto (e non è il caso del latte sardo); quando il prezzo lo decide il compratore a prescindere dal mantenimento dei minimi vitali per i produttori. Ciò non accade solo per illimitata ingordigia di chi ha potere ed obiettivi di massimizzazione del profitto, ma anche per situazioni dei prezzi internazionali che non tengono conto della qualità. I prezzi internazionali, infatti, dipendono dalla concorrenza sui prodotti finiti e distribuiti al dettaglio: se essa avviene solo sul prezzo, allora sarà favorito il produttore peggiore che imporrà il prezzo sul mercato internazionale e tutti dovranno accettare la sua imposizione (anche facendo peggiorare la qualità del prodotto).Come ci si difende da questa diabolica situazione? O facendo rispettare regole precise o costituendo il cartello dei produttori (ma se la concorrenza non è agguerrita) o sottraendosi alle dinamiche della globalizzazione (quando essa, appunto, è senza regole e con logiche che il buon senso ed il bene comune dovrebbero respingere). Come ci si sfila, dunque, dalla globalizzazione in un caso come quello della Sardegna? Molto semplice, immettendo una moneta locale per consentire ai produttori di approvvigionarsi di tutto ciò che loro necessita: quindi il pastore – ottenendo tale moneta in cambio del suo prodotto – potrà comperare tutti gli altri beni e servizi che servono alla sua attività ed al sostentamento suo e della famiglia; se, dopo saturato il mercato interno, avanza una produzione, quest’ultima potrà essere venduta all’esterno in valuta internazionale. Questa valuta servirà a comprare quanto non si riesce a produrre all’interno (non si deve dimenticare, infatti, che i prodotti locali possono venir pagati anche in valuta locale, mentre per quelli di importazione è necessaria la valuta estera, ovvero gli euro).Lo stesso può dirsi per il grano duro siciliano: inutile e dannoso importare grano di diversa qualità (e magari pieno di glifosato!); difendere il prodotto locale non è protezionismo, ma riferimento ad un modello economico sostenibile e più etico (che anche i produttori degli altri paesi possono praticare). Un modello economico in cui si parte dall’economia reale del territorio e dove – tutti – esportino le eccedenze dopo aver saturato il proprio mercato interno senza le interferenze dei monopoli internazionali a scapito del lavoro e della salute collettiva. Ma è anche molto importante esportare prodotti finiti (ad esempio formaggio) e non materie prime o semilavorati, perché chi esporta questi ultimi rinuncia alla quota più importante di valore aggiunto ovvero di reddito. Non sarebbe male, quindi, che le Regioni dotate di autonomia provvedessero, anche, a limitare l’esportazione di materie prime e semilavorati come fondamentale misura di sostegno del reddito interno.(Nino Galloni, “Pastori in movimento, banditi e partiti”, da “Scenari Economici” del 26 febbraio 2019).Anche questa volta, come per i Gilet Jaunes o i Forconi, la storia pare essere la stessa. Un movimento nasce e, non potendosi (o non riuscendo a) darsi una forma organizzativa e dei leader comuni, si scinde tra due componenti: i banditi e i “coglionati”. Senza una chiara strategia e leader da tutti riconosciuti, infatti, la maggioranza svolge una sterile protesta che tende ad affievolirsi; mentre la componente minoritaria, ma molto attiva, si spinge persino fuori dai confini della legalità. In casi particolarissimi, tale componente (magari grazie ad appoggi internazionali) riesce ad imporsi sostituendo un “vecchio regime”. Pare non sia la sorte di questi movimenti, destinati a ricalcare la stessa divisione che c’è nella società tra “irriducibili” e coglionati. Il partito, in fondo è questo: il passaggio dal cenacolo di pochi saggi ispirati a una forma organizzativa più evoluta, ma attraverso la fase del movimento (semprechè quest’ultima, come stiamo cercando di dire, non si esaurisca). Quindi abbiamo tre diverse situazioni: i movimenti che si esauriscono, i cenacoli che non riescono a crescere e i partiti politici che sono frutto dell’incontro tra una leadership adeguata e un movimento che non si esaurisce.
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I biologi: vaccini “sporchi”, con diserbanti e feti abortiti
Vaccini “sporchi”, con tracce di diserbante e Dna umano ricavato da feti abortiti. E vaccini anche inutili, cioè privi delle necessarie sostanze immunizzanti. E’ esplosiva la denuncia di Vincenzo D’Anna, presidente dell’ordine dei biologi, sulla scorta delle analisi effettuate su vaccini somministrati ai bambini italiani. Risultati-choc, quelli che D’Anna ha presentato in esclusiva a Franco Bechis, direttore del quotidiano “Il Tempo”. «In alcuni casi la prova scientifica ha dato l’esito che ci attenderebbe: vaccini prodotti a regola d’arte. In altri no». Per due di questi, aggiunge Bechis, gli esiti delle analisi biologico-genomiche sono stati «clamorosi e preoccupanti, perché i campioni prelevati da diversi lotti tutto sembravano meno che essere confezionati secondo le regole». In un caso, quello del vaccino da impiegare per morbillo, rosolia, parotite e varicella, «si è rilevata la totale assenza degli antigeni del virus della rosolia». Quegli stessi lotti sarebbero quindi stati utilizzati «per migliaia di vaccinazioni inutili». In assenza dell’antigene necessario, infatti, «chiunque sia stato vaccinato può prendersi la rosolia esattamente come non avesse mai visto un vaccino». Nel secondo referto di laboratorio, analisi e contro-analisi che riguardavano un altro vaccino multivalente (difterite, tetano, pertosse ed epatite B) è stata rilevata «la presenza di sostanze che non dovevano esserci (ad iniziare dal Dna umano)», sia pure in dosi microscopiche, eppure «potenzialmente dannose per la salute dell’uomo».Pubblicati su riviste scientifiche internazionali, questi risultati – spiega lo stesso Bechis il 23 dicembre sul “Tempo” – porteranno a un esposto che verrà presentato all’Agenzia italiana del Farmaco, alla sua “madre” europea (l’Ema), ai Nas dei carabinieri e alle competenti procure della Repubblica. Tanto per cominciare, Vincenzo D’Anna non è ostile ai vaccini: «Come tutti i biologi – premette – credo nella utilità delle vaccinazioni, sono un pro-vax». E le analisi appena svolte non volevano controllare l’efficacia dei vaccini, ma soltanto verificare «la qualità della realizzazione dei prodotti messi in commercio». Ed e lì che sono arrivate le sorprese: le analisi «hanno rilevato decine di impurità in più lotti». Al momento, rivela D’Anna, «sono state individuate 43 sostanze improprie, nel senso che lì non si sarebbero dovute trovare». Ovvero? «Anticrittogamici, diserbanti, glifosato, antibiotici, antimalarici». Spiega il presidente dei biologi italiani: «Un antibiotico non deve stare in un vaccino. Un antimalarico neppure. Come un erbicida». Nelle analisi, aggiunge, si è trovata «tutta una serie di inquinanti che lì non dovrebbero esserci». Si parla di nanogrammi, precidsa D’Anna: nanoparticelle. Ma attenzione: «Nn si tratta di sostanze ingerite, ma iniettate», quindi interamente assorbite. «E in alcuni casi (ad esempio l’alluminio) non smaltibili».Precisa ancora D’Anna: «Non è nostro compito accertare né la nocività, né la tossicità dei materiali». Però, aggiunge, da quelle analisi è venuto fuori altro, «come l’assenza del virus della rosolia, che in sé potrebbe configurare una frode in commercio». Infatti, «migliaia di bambini che si sono vaccinati con quel lotto non sarebbero coperti verso la rosolia». Altra sorpresa sconcertante: «Sono state rilevate quantità improprie di Dna fetale». Com’è possibile? Lo spiega il biologo: «I virus vengono fatti replicare per fare le dosi occorrenti su materiale fetale da aborto, oppure su uova di galline. Ed è per quello che trovi i diserbanti o il glifosato, gli anticrittogamici e gli antiparassitari». Inutile aggiunge che, in un vaccino, quelle tracce «non dovrebbero esserci». Domanda Bechis: ma non c’è stato un esame pubblico di laboratorio su quelle dosi? La risposta: «Lei l’ha visto? Ne conosce i risultati?». Purtroppo, dichiara D’Anna, «c’è una aporìa giuridica», un vicolo cielo procedurale. «I test sul prodotto finito non sono obbligatori per il produttore. Li dovrebbero fare le strutture statali che proteggono la salute dei cittadini. Ma io non le ho mai viste», aggiunge D’Anna, «anche perché qualsiasi risultato è tenuto segreto un po’ come la ricetta della Coca Cola, per evitare che qualche concorrente copi la formula industriale di produzione del vaccino».Ma cosa sarebbe accaduto, domanda Bechis, se nei laboratori di Stato fossero emersi i clamorosi risultati che stiamo citando? «Avrebbero dovuto chiamarsi il produttore dei vaccini e chiedere spiegazioni», risponde D’Anna. «Certo dovrebbero chiedere come fanno ad esserci gli anticorpi della rosolia, se non c’è l’antigene». Per quanto riguarda il vaccino per tetano e difterite, non sono stati trovati quattro distinti “tossoidi” (cioè antigeni proteici) come dovrebbe essere, ma una sola macromolecola fatta da queste quattro proteine (relative a tetano, pertosse, difterite, epatite) “denaturate” dalla presenza di un conservante come la formaldeide. «Questa macromolecola precipita al fondo della provetta e, attaccata con tripsina, non risponde». E’ un comportamento anomalo, chiarisce D’Anna: «Dovrebbero esserci le quattro proteine dei vaccini previsti che, se attaccate con tripsina, dovrebbero sciogliersi. Questo non accade, e quindi nella macromolecola non ci sono solo proteine. Faremo un esposto all’Aifa e all’Ema – aggiunge il biologo – per capire se sono a conoscenza di queste cose».Insiste D’Anna: «Anche tutto fosse lecito e innocuo, come minimo bisognerebbe informarne le autorità e i cittadini che usano i vaccini». Secondo problema: «In questi vaccini è stato riscontrato un numero significativo di peptidi (cioè frammenti corti di sequenze di aminoacidi) di origine batterica, probabilmente provenienti da batteri “avventizi” che contaminano le colture. A questi – prosegue il biologo – si aggiungono 65 sostanze chimiche contaminanti, 35% note, (finora abbiamo replicato i risultati su un solo lotto, l’unico disponibile tramite le farmacie su tutto il territorio italiano da oltre un anno), di cui 7 sono tossine chimiche». Anche questi composti, spiega D’Anna, «devono essere confermati nella struttura da uno studio con standard di controllo». E quindi «bisogna che le agenzie ripetano queste analisi, facciano i controlli e rendano pubblici sia i risultati che il loro giudizio». I biologi italiani non si tirano indietro: per il 25 gennaio a Roma, D’Anna anuncia un grande convegno, dal titolo “Vaccinare in sicurezza”, con la partecipazione di scienziati stranieri e italiani, tra i quali Giulio Tarro (da poco insignito negli Usa del premio di miglior virologo). Obiettivo: premete sulle autorità per avere la certezza che i vaccini somministrati ai bambini siano “puliti” e sicuri.Vaccini “sporchi”, con tracce di diserbante e Dna umano ricavato da feti abortiti. E vaccini anche inutili, cioè privi delle necessarie sostanze immunizzanti. E’ esplosiva la denuncia di Vincenzo D’Anna, presidente dell’ordine dei biologi, sulla scorta delle analisi effettuate su vaccini somministrati ai bambini italiani. Risultati-choc, quelli che D’Anna ha presentato in esclusiva a Franco Bechis, direttore del quotidiano “Il Tempo”. «In alcuni casi la prova scientifica ha dato l’esito che ci attenderebbe: vaccini prodotti a regola d’arte. In altri no». Per due di questi, aggiunge Bechis, gli esiti delle analisi biologico-genomiche sono stati «clamorosi e preoccupanti, perché i campioni prelevati da diversi lotti tutto sembravano meno che essere confezionati secondo le regole». In un caso, quello del vaccino da impiegare per morbillo, rosolia, parotite e varicella, «si è rilevata la totale assenza degli antigeni del virus della rosolia». Quegli stessi lotti sarebbero quindi stati utilizzati «per migliaia di vaccinazioni inutili». In assenza dell’antigene necessario, infatti, «chiunque sia stato vaccinato può prendersi la rosolia esattamente come non avesse mai visto un vaccino». Nel secondo referto di laboratorio, analisi e contro-analisi che riguardavano un altro vaccino multivalente (difterite, tetano, pertosse ed epatite B) è stata rilevata «la presenza di sostanze che non dovevano esserci (ad iniziare dal Dna umano)», sia pure in dosi microscopiche, eppure «potenzialmente dannose per la salute dell’uomo».
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Bufale un tanto al chilo, Libreidee nella lista nera di Butac
Il blog Libreidee.org è stato inserito nella “black list” di “Butac”, acronimo di “Bufale un tanto al chilo”. Si tratta di uno spazio web che si definisce «una pagina dedicata alla lotta contro: bufale, disinformazione, allarmismi gratuiti e frodi online!» (il punto esclamativo è presente nel testo originale). “Butac”, spiegano i fondatori, «vuol esser un blog fatto con passione, la passione per l’informazione corretta, la passione per la verità». Il sito è stato «registrato in maniera non anonima» da Michelangelo Coltelli insieme a Noemi Urso, Neil Perri e Pietro Arina, alias “DottPA”, tra i principali “contributor” del blog. «Cerchiamo di scovare quelle che sono le false informazioni veicolate online, ma anche sui giornali e in televisione, e proviamo a sbufalarle o renderle più chiare!». Tra un punto escalamativo e l’altro, i gestori di “Butac” precisano: «Non vogliamo fare polemiche politiche o ideologiche, ma solo porre davanti a tutto scienza e correttezza d’informazione». Aggiungono: «Nasciamo su Facebook, ma per comodità abbiamo scelto di avere anche un piccolo blog per permettere una lettura più semplice dei nostri articoli e un sistema di ricerca migliore per trovare le bufale già trattate».Tra le notizie presentate come “bufale”, si includono titoli di questo tenore: “Mastercard prepagate e anonime agli immigrati, l’ombra di George Soros: ma con quali soldi?”. In questo caso, il reo è “Libero”, il quotidano diretto da Vittorio Feltri. Tra i cattivi informatori figurano anche “Le Iene” (categoria “disinformazione”, per aver parlato di concorsi universitari truccati). “Butac” si occupa anche delle citazioni di Selvaggia Lucarelli, delle caramelle verdi forse pretese dai Nirvana nei loro tour e delle buche nelle strade di Milano, causa di un incidente di cui sarebbe rimasto vittima il deejay Linus. “Butac” interviene su questioni agro-ecologiche come la polemica sul micidiale glifosato, spiegando che «alcune precise lobby hanno scelto di contrastarne l’uso» (a smontare il possibile prodotto alternativo provvede un “laureato in scienze agrarie”, presentato come “esperto”). Nella sezione “medicina”, è il tema-vaccini a imporsi fra i titoli esibiti come inattendibili: “Meningite: è ufficiale, è colpa del vaccino”; “Medico svela che il vaccino antinfluenzale è progettato per diffondere il cancro”; “Morta a 2 anni dopo un vaccino”. Infine, “Butac” propone ai suoi lettori una serie di “guide”, dal network marketing al “giornalismo 3.0”.La “black list”, letteralmente sterminata, è composta da centiana di voci che evidentemente “Butac” considera inaffidabili. “Libreidee” è un blog, ma è classificato tra i “siti complottisti”, al pari di “Luogo Comune” (il blog di Massimo Mazzucco) e “Pandora Tv” (la web-tv di Giulietto Chiesa). Alla stessa categoria appartengono inoltre “Disinformazione.it”, mentre “Il Navigatore Curioso” figura tra i “siti di pseudoscienza” con “Dionidream” e “Disquisendo”, nonché i popolarissimi “MeteoWeb” e “IlMeteo.it”, mentre ad esempio le pagine web di “Cosmofruttariano” sono inserite tra i “blog di pseudiscienza”. Poi c’è la categoria riservata a “siti di pseudo-medicina e alimentazione”, da “Alleanza per la salute” a “Autismovaccini.org”, passando per “La nuova medicina germanica”, spazio web dedicato a Ryke Geerd Hamer. Nella lista nera non manca il sito del Comilva, che raggruppa la maggior parte dei genitori italiani contrari all’imposizione dell’obbligo vaccinale. E il più importante video-blogger italiano, Claudio Messora (fondatore di “ByoBlu”) è relegato tra i siti di pseudo-giornalismo politico, insieme a “Il Primato Nazionale”, “Imola Oggi” e “Informare per Resistere”.La lista nera di “Butac” si estende ai “blog di pseudogiornalismo” e ai “siti di meteoterrorismo” (tra questi, il “Centro Meteo Italiano”). Non mancano i “siti di notizie virali” e i “siti di pseudo-satira”. Tra i “blog complottisti”, poi, svetta “Su la testa” del giornalista Gianni Lannes, pluri-minacciato dalla mafia dei rifiuti. E’ in compagnia di “Un Universo” e di “Tanker Enemy”, l’osservatorio di Rosario Marcianò sulle scie chimiche. La “black list” si completa con le “pagine che pubblicano bufale per incrementare le visite” e con il lunghissimo elenco di pagine Facebook che “Butac” considera inattendibili. Tra i canali YouTube messi all’indice compaiono “Accademia della Libertà”, “Apriamo gli occhi” e “La verità ci rende liberi”. L’idea, scrive “Butac”, è di aggiornare la lista con le progressive segnalazioni degli utenti, ma «stando attenti», perché «le testate che fanno opinione non sono testate bufalare, ma posti dove qualcuno esprime le proprie idee (giuste o sbagliate)», e quindi «bisogna imparare a distinguere da idee e opinioni (dove tutti siamo liberi di pensare quel che ci pare) e notizie». Sempre “Butac” dichiara di «distinguere tra chi di queste cose parla con “troppo” trasporto, arrivando a spacciare bufale, e chi invece è davvero appassionato ed è capace di avere blog seri e sensati senza dover per forza spacciare fuffa per caviale!» (testuale, ancora, il punto escalamativo).Il blog Libreidee.org è stato inserito nella “black list” di “Butac”, acronimo di “Bufale un tanto al chilo”. Si tratta di uno spazio web che si definisce «una pagina dedicata alla lotta contro: bufale, disinformazione, allarmismi gratuiti e frodi online!» (il punto esclamativo è presente nel testo originale). “Butac”, spiegano i fondatori, «vuol esser un blog fatto con passione, la passione per l’informazione corretta, la passione per la verità». Il sito è stato «registrato in maniera non anonima» da Michelangelo Coltelli insieme a Noemi Urso, Neil Perri e Pietro Arina, alias “DottPA”, tra i principali “contributor” del blog. «Cerchiamo di scovare quelle che sono le false informazioni veicolate online, ma anche sui giornali e in televisione, e proviamo a sbufalarle o renderle più chiare!». Tra un punto escalamativo e l’altro, i gestori di “Butac” precisano: «Non vogliamo fare polemiche politiche o ideologiche, ma solo porre davanti a tutto scienza e correttezza d’informazione». Aggiungono: «Nasciamo su Facebook, ma per comodità abbiamo scelto di avere anche un piccolo blog per permettere una lettura più semplice dei nostri articoli e un sistema di ricerca migliore per trovare le bufale già trattate».
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Juncker, Barroso, Draghi, Selmayr: l’opaca superlobby Ue
Scarsa trasparenza dei processi decisionali, attività lobbistiche senza un vero controllo, porte girevoli, organi di garanzia e codici etici debolissimi e permeati da influenze politiche e del settore privato. Questi sono solo alcuni dei problemi di questa Europa denunciati dal Mediatore Europeo, quella figura che si occupa di monitorare che le istituzioni europee non inciampino nella cosiddetta “cattiva amministrazione”. E infatti, puntuale come un orologio, il report annuale dell’attività del Mediatore Europeo elenca le numerose gravi criticità che segnano il lavoro delle istituzioni europee e fotografa un’Europa che sembra allontanarsi sempre di più da ciò che doveva essere, la casa comune di tutti i cittadini europei. La Commissione Petizioni è l’unica commissione del Parlamento Europeo che ha il compito di analizzare il report del Mediatore e commentarlo. Quest’anno il compito è stato affidato al gruppo Efdd – Movimento 5 Stelle e, in quanto relatrice, ho cercato di dare ampio supporto all’importante e apprezzabile lavoro di indagine svolto nel 2017 dal Mediatore. Ecco il link al report. Abbiamo sottolineato alcune tra le problematiche più gravi che continuano a gravare sulle istituzioni europee: la scarsa trasparenza dei processi decisionali, le gravissime problematiche etiche che hanno coinvolto anche commissari europei in carica, l’ex presidente della Commissione Europea e l’attuale presidente della Bce.Poi, il quadro giuridico fortemente lacunoso nel prevenire e sanzionare la violazione del dovere di integrità, discrezione e piena indipendenza dall’influenza lobbistica posto in capo ai rappresentanti delle istituzioni Ue. Infine, il diniego di accesso ai documenti delle istituzioni Ue opposto ai cittadini, impedendo loro di esercitare appieno i propri diritti democratici. Su questi temi il Mediatore, al termine delle sue indagini, ha spesso avanzato rilievi critici e raccomandazioni costruttive alle istituzioni europee coinvolte, ma, purtroppo, le risposte sono state troppo spesso insoddisfacenti quando non deprecabili. Tutto questo proprio in un momento in cui l’Ue continua a precipitare in un abisso di discredito e sfiducia agli occhi dei propri cittadini, incapace di cambiare registro sul piano etico, economico e nel complesso politico. Il caso Selmayr è emblematico di come funziona male questa Europa. Questo super-burocrate tedesco è stato voluto da Jean-Claude Juncker col metodo che ormai conosciamo, tanto caro alla Commissione Europea: l’imposizione. Nessuna regola è stata rispettata e il Mediatore Europeo lo ammette, sconfessando di fatto la linea morbida del Parlamento Europeo.Noi eravamo stati gli unici con un emendamento a chiedere il tedesco Selmayr mettesse nero su bianco le sue dimissioni con effetto immediato. Questo per garantire alla successiva Commissione Europea la possibilità di sostituire il segretario generale secondo una procedura legale e più trasparente. Eloquente è il “caso Barroso”: al termine del suo mandato decennale di presidente della Commissione Europea, viene nominato presidente non-esecutivo e “advisor” della banca d’affari Goldman Sachs, tra le più implicate nello scoppio della crisi economica del 2008. La Mediatrice riscontrava all’epoca “cattiva amministrazione” da parte della Commissione Europea sulla gestione del caso. Il Comitato Etico, interno alla Commissione – evidentemente gravato da un deficit di indipendenza dal livello politico – concluse che non vi fossero elementi sufficienti per individuare una violazione di obblighi giuridici da parte di Barroso, tenendo semplicemente conto di una dichiarazione scritta di Barroso stesso nella quale affermava che non era stato ingaggiato da Goldman Sachs per svolgere attività di lobbying.Il 25 settembre 2017 si scopre, invece, che si è svolto un incontro tra Barroso e l’attuale vice-presidente della Commissione Europea, Katainen, registrato come incontro ufficiale con Goldman Sachs, la cui esatta natura, come indicato dalla stessa Mediatrice nella sua indagine, non è apparsa per nulla chiara, sottolineando le comprensibili preoccupazioni circa il fatto che l’ex presidente Barroso utilizzi il suo precedente status e i suoi contatti per esercitare la propria influenza ed ottenere informazioni, ovvero per svolgere attività di lobbying a vantaggio di Goldman Sachs. Altro caso emblematico del 2017 è quello del presidente della Banca Centrale Europea (Bce) e la sua adesione al cosiddetto “Gruppo dei 30”, un’organizzazione privata che annovera tra i membri i rappresentanti di banche sottoposte alla vigilanza diretta o indiretta della Bce. La Mediatrice in merito ha raccomandato al presidente della Bce di sospendere la propria adesione al Gruppo dei Trenta ma a tale richiesta le viene ancora oggi opposto un netto rifiuto a pregiudizio ulteriore dell’immagine di un’istituzione, quale la Bce, che dovrebbe non solo essere ma anche apparire integralmente indipendente da interessi finanziari privati.Sul fronte del processo decisionale a livello Ue, permane il grave deficit di trasparenza riscontrabile nei “triloghi”, ancora completamente inaccessibili al pubblico, nonché nelle procedure seguite in Consiglio, presso il quale continuano a non registrarsi le posizioni assunte dagli Stati membri sui file legislativi e si oppongono ripetuti rifiuti ai cittadini nell’accesso ai documenti. La Mediatrice nel 2017 non ha mancato di qualificare esplicitamente tali condotte da parte del Consiglio come espressione di “cattiva amministrazione”, cui ha fatto seguito nel 2018 la sua relazione speciale focalizzata sui complessivi problemi di trasparenza del processo legislativo del Consiglio. Lo status quo contrasta, peraltro, con l’orientamento giurisprudenziale della Corte di Giustizia Ue giunta a ribadire, in ultimo nella sentenza De Capitani, che i principi di pubblicità e trasparenza sono inerenti alle procedure legislative dell’Unione. La Corte ha asserito, inoltre, che la mancanza di informazioni e di dibattito in merito al processo legislativo, oltre a rappresentare una chiara violazione dei diritti democratici dei cittadini, ne accresce la loro sfiducia.E’ inaccettabile che ancora oggi non venga adottato un Registro di Trasparenza obbligatorio e giuridicamente vincolante per il settore privato e per tutte le istituzioni ed agenzie dell’Ue per garantire piena trasparenza delle attività di lobbying effettuate. E’ inammissibile che non sussista ancora piena trasparenza sulle informazioni relative ai casi di “porte girevoli”, impedendo di conoscere tempestivamente i nomi di funzionari Ue che all’improvviso lasciano le istituzioni e vengono assunti in ruoli apicali in realtà influenti del settore privato. E’ censurabile che non sussista piena trasparenza e piena indipendenza dal settore privato nella raccolta e valutazione delle prove scientifiche che tanto sdegno hanno suscitato tra i cittadini europei quando si è giunti in sede Ue ad autorizzare e rinnovare l’uso di glifosato, Ogm e pesticidi. Su quest’ultimo aspetto, ho richiesto espressamente che la Mediatrice proceda all’avvio di una specifica indagine strategica.(Elonora Evi, “Raccomandazioni, favori ad amici e conflitti di interessi: ecco le prove di come Juncker amministra (male) l’Ue”, dal “Blog delle Stelle” del 7 settembre 2018. La Evi è un’europarlamentare del gruppo Efdd – Movimento 5 Stelle Europa. L’avvocato tedesco Martin Selmayr, capo di gabinetto della Commissione Europea di Juncker, è considerato il tecnocrate burocrate più potente di Bruxelles, addirittura il vero “presidente ombra”. Emilio De Capitani è invece il docente universitario che pretese dal Parlamento Europeo l’accesso ai documenti contenenti informazioni riguardo alle posizioni delle istituzioni sulle procedure co-legislative in corso, nello specifico sui “triloghi”, i negoziati tra Parlamento e Consiglio Ue con la mediazione della Commissione Europea. La richiesta del professor De Capitani è stata approvata dalla Corte di Giustizia Ue, secondo cui serve più trasparenza da parte delle istituzioni europee sui documenti riguardanti le procedure legislative, che devono essere accessibili a chi ne fa domanda).Scarsa trasparenza dei processi decisionali, attività lobbistiche senza un vero controllo, porte girevoli, organi di garanzia e codici etici debolissimi e permeati da influenze politiche e del settore privato. Questi sono solo alcuni dei problemi di questa Europa denunciati dal Mediatore Europeo, quella figura che si occupa di monitorare che le istituzioni europee non inciampino nella cosiddetta “cattiva amministrazione”. E infatti, puntuale come un orologio, il report annuale dell’attività del Mediatore Europeo elenca le numerose gravi criticità che segnano il lavoro delle istituzioni europee e fotografa un’Europa che sembra allontanarsi sempre di più da ciò che doveva essere, la casa comune di tutti i cittadini europei. La Commissione Petizioni è l’unica commissione del Parlamento Europeo che ha il compito di analizzare il report del Mediatore e commentarlo. Quest’anno il compito è stato affidato al gruppo Efdd – Movimento 5 Stelle e, in quanto relatrice, ho cercato di dare ampio supporto all’importante e apprezzabile lavoro di indagine svolto nel 2017 dal Mediatore. Ecco il link al report. Abbiamo sottolineato alcune tra le problematiche più gravi che continuano a gravare sulle istituzioni europee: la scarsa trasparenza dei processi decisionali, le gravissime problematiche etiche che hanno coinvolto anche commissari europei in carica, l’ex presidente della Commissione Europea e l’attuale presidente della Bce.
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L’Italia è nella spazzatura, e loro fan la guerra ai sacchetti
L’Italia è stata trasportata in discarica e serve quanto prima un sacchetto. Possibilmente biodegradabile… Il cervello e l’intelligenza del gregge oramai sono un optional e un vero e proprio mistero. Viviamo in una dittatura oligarchica sfacciatamente manifesta, nella quale ci hanno svuotato e privato di ogni diritto, libertà e sovranità (monetaria, economica, politica) e il popolino si preoccupa e si scandalizza per il sacchetto della spazzatura! Migliaia di persone su Facebook e nel web si stanno mobilitando per acquistare le zucchine senza sacchetto. Spedizioni punitive di consumatori furibondi entrano nei supermercati con la maschera di Anonymous per prendere in ostaggio le bilance pesa-verdura. Ha ragione il grande Natalino Balasso quando dice che siamo un popolo da «rivoluzione polleggiata». «Siamo i Pile Fighter: combattenti con la tuta di pile e le ciabatte a forma di Brunetta che si scandalizzano per le ingiustizie di X-Factor». E’ come affogare in un oceano e preoccuparsi dello schizzetto di fango nella maglietta Nike… Abbiamo una gigantesca trave nel didietro e un anello al naso, ma il gregge si preoccupa di pesare singolarmente frutta e verdura per attaccare le etichette evitando così di pagare l’ingiusto balzello legato al sacchetto.
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Medico: scie chimiche, vaccini, glifosato. E’ per sterminarci
«Se io volessi essere malvagio, se volessi mettere in ginocchio l’umanità, spruzzerei su tutto il suo cibo del glifosato. Poi spruzzerei nell’aria dell’alluminio. E se questo ancora non bastasse, aggiungerei ancora un po’ di alluminio nei vaccini. In questo modo potrei riuscire a rendervi tutti quanti stupidi, e nell’arco di due o tre generazioni vi porterei all’estinzione». Lo afferma un medico tedesco, Dietrich Klinghardt. «Quello che mi occorrerebbe ancora per ottenere questo sono determinate frequenze elettromagnetiche, delle quali mi servirei per bloccare i vostri enzimi responsabili della disintossicazione. E sono proprio queste le frequenze che provengono dai ripetitori della telefonia mobile». Conclusione: «Se io fossi maligno, direi che dietro tutto questo dev’esserci un gruppo intelligente di scienziati molto, molto malvagi, e di politici». Dichiarazioni sconvolgenti, che il dottor Klinghardt ha rilasciato nel novembre 2015 nel corso delle Giornate Internazionali “Hellinger”. Un quadro agghiacciante, annota il blog “La Crepa nel Muro”: si profila un avvelenamento planetario senza precedenti. «Ma lo scienziato tedesco, nonostante le prospettive catastrofiche, non perde né il sorriso né la convinzione che l’umanità sappia uscire da questa situazione». E insieme ai suoi colleghi «sta portando avanti ricerche sulla disintossicazione da metalli pesanti».In trent’anni di lavoro, la sua équipe ha sviluppato metodi di cura molto efficaci. Due gli agenti più preoccupanti, il glifosato e l’alluminio, coinvolti nell’emergere di molte nuove problematiche: stanchezza cronica disabilitante, insufficienza immunitaria, autismo in aumento spaventoso. Klinghardt considera l’intossicazione da metalli pesanti un fattore rilevante. E ha sviluppato strumenti di cura e di disintossicazione a vari livelli. Il medico è convinto che una delle cause principali dell’aumento vertiginoso di intossicazioni da metalli pesanti sia il rilascio massiccio di particolati tossici in atmosfera (scie chimiche). Denunce analoghe giungono anche da scienziati statunitensi come Marvin Herndon e Russel Blaylock. Klinghardt non ha dubbi che avvenga questa forma di avvelenamento su larga scala. E spiega di avere “la fortuna” di riceverne conferme dirette da alcuni scienziati, in cerca di cure presso di lui. «La sua clinica è situata proprio tra la Boeing e la Microsoft, e diversi dei suoi pazienti arrivano proprio da loro. Ovviamente non può fare nomi. Secondo questi “informatori”, ben 42 paesi oggi sarebbero attivamente partecipi di queste operazioni di manipolazione atmosferica». Operazioni sotto controllo militare: geoingegneria, controllo del meteo, diffusione di “alluminio nanometrico”.Il dottor Dietrich Klinghardt, spiega “La Crepa nel Muro”, ha studiato medicina e psicologia a Friburgo, in Germania, proseguendo con un dottorato di ricerca sul coinvolgimento del sistema nervoso nelle malattie autoimmuni. Fin dall’inizio della sua carriera si è interessato agli esiti patologici della tossicità cronica indotta da piombo, mercurio, inquinanti ambientali e campi elettromagnetici. Ha inoltre potuto integrare la sua formazione occidentale lavorando in India, dove ha messo a fuoco le conoscenze orientali sull’eziologia, cioè lo strudio delle cause all’origine delle patologie. Questo ha gettato le basi per il suo sistema di “medicina integrativa”, in base alla quale «la guarigione vera richiede un lavoro simultaneo su 5 livelli». Emigrato negli Stati Uniti, Klinghardt ha operato come medico di emergenza prima di diventare direttore del Pain Centre a Santa Fe, in New Mexico. Dal 1970 ha contribuito significativamente alla comprensione della tossicità dei metalli in relazione a dolore, malattie e infiammazioni croniche. E’ considerato un’autorità in questo campo ed è stato determinante nel progresso della medicina biologica e del controllo del dolore in forma non invasiva. In più è esperto di medicina anti-invecchiamento, tossicologia, neuro-pediatria, psicologia, odontoiatria biologica e molto altro.Fondatore dell’Accademia Klinghardt (Usa) e dell’American Academy of Neural Therapy, Klinghardt è anche direttore medico dell’Istituto di Neurobiologia con sede a Woodinville, Washington. E’ inoltre fondatore e presidente dell’Istituto di Neurobiologia (Germania e Svizzera) e ha tenuto conferenze universitarie in Illinois e Utah, a Friburgo, Adelaide (Australia) e Washington, nonché nelle scuole di medicina di Ginevra e Zurigo. Tra il 1996 e il 2005 è stato professore associato (neurobiologia) presso la Capital University, Washington Dc. È regolarmente invitato a tenere seminari e conferenze in Europa e negli Usa. Molti dei suoi insegnamenti, in lingua inglese, sono disponibili sul sito della Klinghardt Academy. Il medico è pure stato premiato nel 2007 dalla Global Foundation of Integrative Medicine, mentre nel 2011 ha ottenuto il “premio dell’anno” dall’Accademia Internazionale di Odontoiatria Biologica e Medicina. Cosa ha detto di così sconvolgente, il dottor Klinghardt? Che ci stanno avvelenando. «In questo momento ci sono tre grandi “esperimenti” fatti con l’intenzione di ridurre la popolazione mondiale», e il primo è la cosiddetta “Agenda 21”, che è ufficiale presso l’Onu. «Una cosa importante è l’avvelenamento del feto nel corpo della madre. Alla facoltà di medicina avevo imparato che i veleni ambientali presenti nel corpo della madre non passano al feto, poiché il feto è difeso dalla placenta. Oggi sappiamo che non è vero: il nascituro riceve i due terzi dell’intero quantitativo di veleni della madre».«Dal momento che avveleniamo la Terra, veniamo avvelenati noi stessi», aggiunge Klinghardt. «E tramite i meccanismi epigenetici diventiamo sempre più sensibili a quantità sempre inferiori di veleni, fino al punto che non li sopportiamo più». Ma il medico non è catastrofista: «Quando assolutamente non ce la faremo più a reggere, allora ci sarà una volontà politica di cambiare qualcosa. E io sono saldamente fiducioso nel fatto che noi, come razza, sopravviveremo e andremo avanti bene». Da qui il dottor Klinghardt sviluppa la sua analisi anche politica: «Se conosciamo coloro che sono responsabili di aver causato le guerre, i responsabili delle pratiche agricole che ci avvelenano i suoli, coloro che stanno nell’industria delle comunicazioni e scelgono fasce di frequenze elettromagnetiche che sono dannose per noi, vediamo che sono sempre gli stessi piccoli gruppi che stanno dietro tutto questo». I nostri politici? «Sono troppo stupidi o troppo corrotti per comprendere che razza di sciagura stanno lavorando a produrre, ora come ora». Tocca a noi, sostiene il medico: «Il maggior numero possibile di noi deve risvegliarsi». In molti paesi, «le conoscenze sui danni enormi causati da questi veleni non sono ancora così avanzate».Il primo stadio di evoluzione, continua il medico tedesco, è quello in cui diciamo: “Noi siamo candidi e innocenti, e abbiamo fiducia che il mondo sia buono, in linea di principio”. Poi viene il secondo stadio, «nel quale vediamo la corruzione e il male nel mondo, e rispondiamo assumendo lo stesso grado (o ampiezza) di cattiveria, oppure diventiamo furiosi, oppure ci sentiamo impotenti, oppure semplicemente ci rifiutiamo di guardare». E questa, sottolinea Klinghardt, è la reazione più frequente. «Poi arriva lo stadio successivo, che è quello nel quale guardiamo negli occhi ciò che va male, ciò che c’è da cambiare, ma senza più coinvolgimento emozionale: ed è questa la fase in cui possiamo agire». Dietrich Klinghardt dichiara di aver speso oltre mezzo milione di dollari in test di laboratorio per scorpire che oggi, nel corpo umano, sono presenti più di 82.000 sostanze tossiche. «Ma l’80% per cento della tossicità complessiva, della capacità di far ammalare, è data solo da due sostanze: una è l’alluminio, l’altra è il glifosato». Quest’ultimo un erbicida prodotto negli Usa, smerciato da mezzo secolo in quasi tutti i paesi occidentali. «È il veleno principale che viene spruzzato sui terreni: ma noi, se lo sappiamo, possiamo proteggerci».Contro l’altro veleno, invece (l’alluminio) non esiste difesa naturale, bisogna ricorrere a farmaci a base di silicio. Oggi, sostiene il medico, sappiamo che l’autismo nei bambini è causato principalmente dall’alluminio, che dal corpo della madre viene trasferito in quello del figlio. Poi, ulteriore alluminio viene somministrato insieme ai vaccini. L’alluminio, ricorda Klinghardt, gioca un ruolo particolare nell’enorme aumento delle malattie neurologiche. «Il primo e principale sintomo è la perdita di memoria». In Europa e negli Usa, il mercurio – come “adiuvante” dei vaccini – è stato in gran parte sostituito dall’alluminio, nell’anno 2000. «La Bill Gates Foundation ha comprato in blocco tutti gli stock di vaccini contenenti mercurio e li ha venduti alla Cina, con la conseguenza che i cinesi oggi sono gravemente colpiti da questo; inoltre ha raddoppiato nei vaccini la quantità di mercurio, che notoriamente aveva causato molti danni neurologici nei bambini, e li ha imposti nei paesi africani». Il cambio di rotta, dal mercurio all’alluminio, è devastante: coi vaccini al mercurio, restava in vita il 35% delle cellule cerebrali, mentre l’alluminio le distrugge al 100%. «E se si aggiunge anche del testosterone (come quando a essere vaccinato è un maschietto), secondo questi studi pubblicati, le cellule cerebrali sono morte già dopo 4 ore».Klinghardt precisa di non essere contrario ai vaccini, ma «favorevole all’uso di vaccini ragionevoli», cioè sicuri. Vaccini che sarebbero già stati perfettamente sviluppati, ma che «per oscuri motivi non vengono utilizzati». Quali studi sono stati realizzati per testare l’impatto dell’alluminio “vaccinale” nel corpo umano? «Nessuno studio». Una rilevazione effettuata su 200 pazienti, continua il medico, dimostra che la quantità di alluminio presente nel nostro corpo «è più alta di un fattore 94 di quella della sostanza tossica successiva». Perché questa notizia non viene diffusa? Il medico mostra la foto di un aereo che rilascia scie bianche, e racconta: «Laboratori americani che fanno test sull’alluminio hanno ricevuto una lettera dal governo, che diceva: “Se non interrompete subito questi studi, vi chiudiamo il laboratorio”». Il dottore torna a addirare le “chemtrails” rilasciate dagli aerei – scie bianche che non fuoriescono dai motori, dalle turbine, ma dalle estremità delle ali: quello, dice, è il modo in cui viene contaminata anche la popolazione adulta, non sottoposta ai nuovi vaccini “all’alluminio”. Una normale scia di condensazione (“contrail”), evapora normalmente nel giro di 30 secondi. Le “chemtrails” invece «sono persistenti, si espandono lentamente e formano come una cappa grigia».I materiali abusivamente rilasciati dagli aerei sono composti di alluminio, che in cielo formano come una cappa di metallo: «Dei miei pazienti che operano nei servizi segreti americani – aggiunge Klinghardt – mi hanno rivelato che non sarebbe stato possibile spiare il telefono di Angela Merkel senza questa roba qui», anche se in realtà l’idea originaria sarebbe stata quella di creare una sorta di schermatura per riflettere i raggi del Sole, controllando il clima. Assistiamo ormai quotidianamente allo spettacolo di strane nuvole, del tutto innaturali. Al pubblico della conferenza tedesca, il dottor Klinghardt ha mostrato fotografie prodotte dalla Boeing: «Installano su questi giganteschi aerei dei serbatoi che vengono allestiti dalla stessa azienda che produce gli erbicidi – purtroppo non posso dire il nome. Questa tecnologia nel suo insieme viene chiamata geo-ingegneria. Per i tedeschi, si trova un’ottima pagina Internet di informazione nel sito “Sauberer Himmel”». Allora, continua il medico, «ci siamo messi a pensare e ci siamo chiesti: è vero che effettivamente l’alluminio da lassù viene fatto piovere in giro? E così abbiamo finanziato misurazioni di laboratorio sulla pioggia». Bingo: il valore di sostanze metalliche irrorate supera anche di 7.000 volte la densità di 0,5 microgrammi per litro, soglia oltre la quale l’agenzia americana per la salute sostiene che la popolazione vada allertata. Naturalmente, «nessuna allerta della popolazione».Klinghardt racconta di una recente gita sciistica nella Foresta Nera: «La mattina c’era un bel cielo azzurro, poi sono arrivati grossi aerei “tanker” che hanno disegnato queste linee in cielo, quindi si è formata la coltre biancastra e, a causa delle condizioni meteo, la cappa si è abbassata e tutti abbiamo cominciato a tossire, ci è venuto mal di testa e ci siamo ritirati in albergo. Ci siamo accorti che anche molta altra gente aveva lasciato le piste, sebbene la neve fosse buona. Poi si è messo a nevicare e io ho raccolto un po’ di neve: dentro la neve c’era più alluminio che neve. E questo, in piena Foresta Nera. Poi abbiamo fatto delle misurazioni al suolo e abbiamo visto che al momento c’erano enormi quantità di alluminio nel terreno, e perciò anche nell’erba». Misurazioni ripetute in Norvegia, «dove le mucche stanno lì in piedi davanti ai pascoli pieni d’erba, senza brucare! E muoiono di fame nel pascolo pieno d’erba – al punto che gli allevatori norvegesi devono importare l’erba».La cosa più grave, spiega Klinghardt, è che l’alluminio provoca infiammazioni in tutti i vasi sanguigni. Questi depositi di alluminio in nanoparticelle diventano terreno di coltura per molte patologie da infezione. Dato interessante: gli studi sul nano-particolato di alluminio sono finanziati dalla stessa azienda che produce la miscela per gli aerei. «Finora sono noti i nomi di 42 paesi che prendono parte a questa attività, mentre in Cina e in Russia viene impiegata una minore quantità di miscela tossica. L’intera Europa, invece, viene irrorata». Per i medici, l’alluminio devasta i mitocondri delle cellule, dando il via a gravi patologie neurologiche. Nelle scie chimiche rilasciate dai “tanker” per le attività clandestine di “geoengineering”, “modificazioni meteorologiche” e “modificazioni climatiche”, sono contenute anche altre sostanze, «per esempio metalli radioattivi, uranio impoverito, e sono stati trovati perfino germi intenzionalmente aggiunti alla miscela». La cosa più pericolosa, per noi, «sono le minuscole, microscopiche sferette di fibra di vetro imbottite di alluminio che noi respiriamo, inaliamo». Non a caso, sono in forte aumento i tumori polmonari.«L’alluminio si smaltisce mediante l’acido silicico, e ci sono diversi prodotti», continua il medico tedesco. «Quello più importante viene dalla Russia, non è costoso e si chiama in inglese Enterosgel». Facile da assumere: con un cucchiaio da tè, tre volte al giorno lontano dai pasti. «Cosa interessante: quando si è saputo che è possibile eliminare l’alluminio dal cervello, negli Stati Uniti questo prodotto è stato immediatamente vietato». Dietrich Klinghardt si esprime con una chiaerezza disarmante, nel formulare denunce dirette. E afferma, letteralmente: «Io dico: c’è un motivo se Edward Snowden è andato in Russia. Al momento molti di noi ripongono le proprie speranze nella Russia, nel fatto che assuma un ruolo di leader, per una reale idea di libertà, e non quella pseudo-libertà che in Occidente ci viene fatta passare per libertà». Snowden, l’ex analista della Nsa, rifugiatosi presso Putin dopo aver rivelato lo scandalo del Datagate che ha inguaiato Obama: senza la “nube grigia” di metalli in sospensione, l’intelligence Usa non avrebbe potuto monitorare il cellulare di capi di Stato e di governo.Resistere è possibile, sostiene Klinghardt, citando il caso del Messico: dove gli agricoltori hanno rifiutato di impiegare il glifosato “Roundup” nel mais, i loro bambini non hanno subito le devastanti conseguenze neurologiche che hanno invece colpito i figli dei contadini che hanno fatto riscorso al micidiale diserbante. Una ricerca rivela poi che il glifosato e l’alluminio «interagiscono fra loro “magicamente” e sono una reale causa di depressione, demenza, comportamenti ansiosi, morbo di Parkinson e, naturalmente, autismo». Traduzione: fitofarmaci e alluminio irrorato nei cieli possono portare alla specie umana all’estinzione, specie se associati alle onde elettromagnetiche degli smartphone, che “disabilitano” gli enzimi in grado di disintossicarci. Il dottor Klinghardt, che vive negli Usa, considera gli americani estremanente ingenui e manipolabili: «Forse sono la popolazione, le persone più facilmente soggette ad abusi, e in questo momento alcune aziende fanno esperimenti sugli americani stessi». E i politici? «Vengono pagati per tenere la bocca chiusa».Due politici di punta in Ecuador, aggiunge il dottore, «sono stati pagati per dare il permesso di irrorare dall’alto tutto il territorio urbano in Ecuador con questi prodotti». Poi sono stati fatti dei campionamenti nella popolazione per verificare eventuali danni genetici permanenti. Affermativo: quei danni ci sono. «Qual è stato allora il passo successivo? È stato che noi negli Stati Uniti nelle grandi concentrazioni urbane abbiamo trovato chiare evidenze bio-chimiche che lì questa miscela è stata spruzzata dal cielo, che il glifosato era stato aggiunto alla miscela. Così prima c’è stato il piccolo esperimento in Ecuador, e poi di seguito l’applicazione alla popolazione negli Usa, che oggi hanno la percentuale più alta al mondo di patologie neurologiche». I sintomi? Ipertensione, ictus, diabete, obesità, colesterolo alto, Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla, autismo e diversi tipi di cancro. Ma il glifosato, classificato come cancerogeno dall’Oms, è tutt’altro che fuorilegge: viene notoriamente impiegato in modo massiccio, in agricoltura. L’Ue ha appena rinnovato la licenza di distribuzione alla Monsanto.Un’ulteriore, recente ricerca mostra l’inquinamento da fitofarmaci nel corpo delle gestanti, e rivela che il latte materno reso tossico può arrivare anche a modificare l’orientamento sessuale del neonato, modificandone la composizione ormonale. Si tratta di bambini che saranno vittime di tumori al cervello, iperattività, aggressività e altri disturbi del comportamento. Per l’Epa, l’agenzia Usa per la protezione ambientale (Environmental Protection Agency), è vietato smaltire nella toilette un liquido che contenga quantità di veleno che superi la soglia prestabilita: ma il latte materno, sottolinea il medico, in alcuni casi osservati supera di gran lunga quella soglia di sicurezza. Tramite quello che sappiamo dall’epigenetica, riassume Klinghardt, il danno che soffriamo nella nostra vita non ha un effetto solo su di noi, ma su tutte le future generazioni. «Prima, nella medicina, si pensava che solo la radioattività causasse dei danni genetici trasmissibili alla discendenza. Oggi invece sappiamo che le microonde che vengono usate per le comunicazioni dei ripetitori dei cellulari provocano gravi danni epigenetici, mentre gli erbicidi, i pesticidi e gli insetticidi provocano massicci danni alla nostra epigenetica. E ogni generazione che è esposta a questi fattori tossici accumula danni che vengono completamente trasmessi alla generazione successiva».In cima a tutto, conclude il medico, oggi c’è l’alluminio in forma di nano-particolato, «che viene spruzzato intenzionalmente nel cielo, in Germania quasi ogni giorno e quasi ovunque, molto pesantemente in Norvegia, Svezia, Gran Bretagna, ma anche in Italia e Spagna». La seconda sostanza per tossicità e diffusione è il glifosato. «E la combinazione di entrambi, alluminio e glifosato, distrugge il nostro cervello». Possiamo proteggerci da questo annientamento? Sì: «L’alluminio viene espulso mediante prodotti a base di acido silicico». Quanto al glifosato, «dobbiamo nutrirci con alimenti biologici», senza trascurare la purificazione mediante la sauna: «Dovremmo sudare ogni giorno per dieci minuti». Infine, occorre «proteggersi dalle microonde», stando il più lontano possibile dalle fonti, anche domestiche, di elettrosmog. «Per me – chiosa Klinghardt – è importante che vi abituiate a questo pensiero: se voi guardate dal vostro punto di vista il resto del mondo, è molto probabile che vedrete molti bambini che si ammalano in numero rapidamente crescente; sappiate che è un conseguenza di queste condizioni: ma è evitabile, ci si può proteggere completamente. Ci occorre una agricoltura completamente diversa. Sappiamo che esistono metodi naturali per coltivare cereali e per coltivare verdure senza l’uso di sostanze tossiche, oppure perfino per far arricchire il suolo sempre di più, raccolto dopo raccolto. Ma coloro che rappresentano questi metodi vengono oppressi; i media attualmente cooperano totalmente con coloro che detengono il potere in queste industrie che operano nascoste nel buio».«Nella mia generazione, quand’ero studente di medicina, eravamo tutti socialisti», ricorda il medico. «Il 90% dei miei colleghi di allora oggi cooperano con queste cose oscure, compresi coloro che “ce l’hanno fatta” ad andare a lavorare allo “Stern” o a “Der Spiegel”», o due maggiori settimanali tedeschi, «oppure coloro che sono diventati moderatori alla Tv». Si sono girati dall’altra parte, sono saliti a bordo, fanno parte del sistema: impossibile che oggi si decidano a dire la verità su quanto sta accadendo. «Vi dico ancora una piccola cosa che forse può rendere più chiaro il tutto», aggiunge Klinghardt. «Un mio paziente è un produttore di Hollywood. Due anni fa ha ricevuto un incarico dalla Walt Disney per rielaborare tutte le vecchie pellicole Disney, in modo da inserire nei cieli quelle strisce, così la gente quando vede questi film al giorno d’oggi, dice: “Tu, Klinghardt, dici che queste strisce in cielo sono peggiorate solo negli ultimi anni: ma guarda qui, c’è un film del 1954, guarda il cielo, lo vedi che c’erano già allora le stesse strisce. Le strisce sono un fenomeno naturale!”». Rivela Klinghardt, ridendo amaro: «Il mio paziente per quel lavoro ha ricevuto 60 milioni di dollari. Io, da questo paziente, ho intascato 700 dollari».«Se io volessi essere malvagio, se volessi mettere in ginocchio l’umanità, spruzzerei su tutto il suo cibo del glifosato. Poi spruzzerei nell’aria dell’alluminio. E se questo ancora non bastasse, aggiungerei ancora un po’ di alluminio nei vaccini. In questo modo potrei riuscire a rendervi tutti quanti stupidi, e nell’arco di due o tre generazioni vi porterei all’estinzione». Lo afferma un medico tedesco, Dietrich Klinghardt. «Quello che mi occorrerebbe ancora per ottenere questo sono determinate frequenze elettromagnetiche, delle quali mi servirei per bloccare i vostri enzimi responsabili della disintossicazione. E sono proprio queste le frequenze che provengono dai ripetitori della telefonia mobile». Conclusione: «Se io fossi maligno, direi che dietro tutto questo dev’esserci un gruppo intelligente di scienziati molto, molto malvagi, e di politici». Dichiarazioni sconvolgenti, che il dottor Klinghardt ha rilasciato nel novembre 2015 nel corso delle Giornate Internazionali “Hellinger”. Un quadro agghiacciante, annota il blog “La Crepa nel Muro”: si profila un avvelenamento planetario senza precedenti. «Ma lo scienziato tedesco, nonostante le prospettive catastrofiche, non perde né il sorriso né la convinzione che l’umanità sappia uscire da questa situazione». E insieme ai suoi colleghi «sta portando avanti ricerche sulla disintossicazione da metalli pesanti».
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Arriva il cancro del Ceta tra le anime morte del Parlamento
Il degrado della nostra democrazia è ben rappresentato dal fatto che uno scontro megalattico stia accompagnando la discussione su una legge all’acqua di rose sullo ius soli, mentre il Senato si prepara ad approvare nel silenzio generale il famigerato trattato Ceta. Il trattato è quello stipulato tra Unione Europea e Canada e serve a far passare liberamente la globalizzazione più selvaggia e distruttiva, travolgendo le poche regole rimaste a difesa dei lavoratori, dei consumatori, dei cittadini. Il succo del trattato è il via libera ai prodotti, ai servizi e alle attività delle grandi multinazionali, secondo le regole loro e del paese più disponibile verso di esse. E se qualche Stato dovesse decidere di opporsi in nome delle proprie leggi su lavoro, salute e ambiente, le multinazionali potrebbero citarlo in giudizio in un arbitrato, gestito a condizioni, per esse, di favore. La extragiudizialità dei grandi fruitori di profitti rispetto agli Stati diventa legge, lo stesso privilegio di fronte alla giustizia comune di cui nel Medio Evo godevano prìncipi e baroni.Il Ceta è una Bolkestein globale ed è perfettamente eguale all’altro trattato, sul quale invece l’opinione pubblica europea era stata in grado di fermare i suoi folli governi: il Ttip con gli Stati Uniti. Forse perché la potenza degli Usa intimoriva di più, alla fine anche Hollande e Merkel bloccarono la ratifica di quel trattato. Non il governo italiano, però, che – servo tra i servi – ha invece continuato a dichiararsi favorevole ad esso. Bloccato il Ttip, il Ceta con il più simpatico Canadà è diventato lo strumento, il cavallo di Troia, per far passare la stessa devastazione di massa dei diritti. Tutta la stampa italiana ha incensato il gentile e fascinoso leader canadese, Trudeau, che omaggiava le vittime del terremoto. Era una bella opera di promozione di un trattato che toglierà le barriere alla importazione del grano duro, che in Nord America si coltiva con largo uso del cancerogeno glifosato. Le multinazionali Usa, in attesa che passi il trattato con il loro paese, potranno così utilizzare le loro sedi canadesi ed il Ceta per ottenere subito il via libera ai loro affari, per noi, più distruttivi.La ratifica del Ceta avviene da parte di un Parlamento dove quasi tutti, poi, si pentono dei trattati che firmano ed approvano. La mostruosa riscrittura dell’articolo 81 della Costituzione, che ha costituzionalizzato l’austerità europea, è avvenuta quasi alla unanimità nelle due Camere, ma ora non si trova chi l’abbia votata. Tutti oggi dicono di voler cambiare i trattati europei, ma fanno finta di non saper che ogni modifica di quei trattati richiederebbe l’unanimità degli Stati, quindi il consenso della Germania. Tutti dicono di voler cambiare i trattati dopo, ma pochi cercano di fermarli prima. Il Ceta è un attentato ai diritti e alla democrazia, per me chi lo approva dovrà essere considerato nemico, ma anche chi si occupa d’altro mentre proprio qui dovrebbe rovesciare il tavolo, anche chi lo lascia passare in silenzio dovrà essere chiamato alle sue responsabilità. Una democrazia muore per colpa di chi la colpisce, ma anche di chi volge lo sguardo da un’altra parte.(Giorgio Cremaschi, “Ceta, un attentato ai diritti e alla democrazia”, da “Micromega” del 24 giugno 2017).Il degrado della nostra democrazia è ben rappresentato dal fatto che uno scontro megalattico stia accompagnando la discussione su una legge all’acqua di rose sullo ius soli, mentre il Senato si prepara ad approvare nel silenzio generale il famigerato trattato Ceta. Il trattato è quello stipulato tra Unione Europea e Canada e serve a far passare liberamente la globalizzazione più selvaggia e distruttiva, travolgendo le poche regole rimaste a difesa dei lavoratori, dei consumatori, dei cittadini. Il succo del trattato è il via libera ai prodotti, ai servizi e alle attività delle grandi multinazionali, secondo le regole loro e del paese più disponibile verso di esse. E se qualche Stato dovesse decidere di opporsi in nome delle proprie leggi su lavoro, salute e ambiente, le multinazionali potrebbero citarlo in giudizio in un arbitrato, gestito a condizioni, per esse, di favore. La extragiudizialità dei grandi fruitori di profitti rispetto agli Stati diventa legge, lo stesso privilegio di fronte alla giustizia comune di cui nel Medio Evo godevano prìncipi e baroni.
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Pepe: 12 vaccini per legge è da nazisti, caso unico al mondo
«Addirittura 12 vaccini, somministrati a bambini di tre mesi di vita? E’ da criminali incoscienti». Il senatore Bartolomeo Pepe si scaglia con decisione contro il decreto legge del governo Gentiloni, ora in discussione: ben 12 vaccini obbligatori, finò all’età di 16 anni, pena l’esclusione dalla scuola. E con pesanti sanzioni per i trasgressori, pecuniare (anche 7.500 euro) e non solo: si arriva fino a privare i genitori della patria potestà. «Siamo alla follia totale, al nazi-vaccinismo», tuona il senatore ex 5 Stelle: «Il sistema vaccini in Italia è fuori controllo, i bambini sono in pericolo». E attenzione: «Non esiste nessun paese al mondo con simili disposizioni: che non stanno né in cielo né in terra, a detta di Premi Nobel e virologi di fama internazionale». Attualmente, l’Italia – con 4 vaccinazioni obbligatorie – è già in testa alla classifica mondiale, insieme alla Francia. Segue il Belgio, con soli 2 vaccini obbligatori, mentre tutti gli altri paesi del pianeta hanno un solo vaccino obbligatorio, o anche nessuno. «E’ una cosa pazzesca: ora finalmente la gente si renderà conto di cosa c’è in ballo, di cosa sta accadendo», aggiunge Pepe: «E ricordiamoci che il vaccino contro l’epatite C fu introdotto anni fa con una tangente all’allora ministro De Lorenzo: il ministro è stato arrestato, ma il vaccino è rimasto, divenendo il quarto vaccino obbligatorio in Italia».«Io non sono contro i vaccini, sono per il loro controllo», precisa Pepe, secondo cui in ogni caso «non esistono motivi di allarme, né pandemie». C’è stato il caso della meningite, «ma poi è rientrato, dopo una denuncia per procurato allarme»: l’Italia è fra i paesi con meno problemi di meningite, e inoltre il trend è in calo. Poi è stato lanciato l’Sos addirittura per una presunta epidemia di morbillo: «Ho chiesto in Parlamento “quanti e morti e feriti abbiamo, per morbillo”, ma non mi hanno risposto», dice Pepe. «E’ un’epidemia ciclica, con un picco ogni tre anni. Ma non c’è nemmeno un morto, per morbillo». Eppure, «a fronte di una pandemia che non esiste», è stato fatto questo decreto d’urgenza «che non ha nessun motivo». Da noi, accusa il senatore, la farma-sorveglianza non funziona. «Veniamo da una storia di vaccini poi ritirati, ma che potevano essere ritirati anche prima, e invece sono stati somministrati anche per dieci anni, nonostante si sapesse che facessero male. Ci sono controlli insufficienti, problemi a far segnalare reazioni avverse. E non c’è trasparenza sui dati, che sono fermi al 2013: non si ha il quadro esatto della situazione».Parecchie di queste reazioni avverse sono “scoppiate” con il caso del vaccino contro il “papilloma virus”, recentemente segnalato in televisione da “Report”, che ha evidenziato «guai seri per le ragazze che lo hanno assunto». Un problema che sarebbe innanzitutto di sicurezza sanitaria, come evidenziato da svariate ricerche, con «vaccini che sono stati a contatto con parti di Dna umano, feti abortiti, glifosato (un erbicida), formaldeide (un conservante, altrettanto cancerogeno) e sottoprodotti di metalli pesanti come alluminio e mercurio, che sono neuro-tossici: l’alluminio provoca l’Alzheimer, il mercurio crea disabilità mentali». Quali interessi nasconde l’industria farmaceutica? Inoltre, aggiunge Pepe, molto spesso a non vaccinarsi sono proprio gli operatori sanitari che lavorano negli ospedali: «Di cosa hanno paura? Sanno qualcosa che noi non sappiamo?». Se fossimo davvero in una reale situazione di epidemia, ragiona il parlamentare, dovremmo bloccare l’Italia – scuole, aeroporti – vaccinando qualsiasi persona che entrasse nel nostro paese. Sospetti: «La sensazione è che si stia avverando la profezia di Rudolf Steiner: creare vaccini per inibire l’evoluzione della coscienza. E’ palese l’attacco alle nostre coscienze: ci stanno provando con una serie di cose, anche con i vaccini».Bartolomeo Pepe invita a osservare con attenzione gli studi, di ambito fisico, che rivelano l’esistenza della “memoria dell’acqua”, che ha la possibilità di memorizzare frequenze elettromagnetiche, rimanendovi influenzata. «E noi siamo fatti al 75% di acqua. Dio solo sa a cosa sono stati sottoposti, questi vaccini – a quali frequenze? Non oso immaginare cosa siano capace di fare, questi signori», dichiara il senatore, scandalizzato anche dalle misure repressive previste dal decreto legge: «Arrivare a togliere la patria potestà dei figli è pazzesco: questo nazi-vaccinismo sta dimostrando tutta la sua follia. Ripeto: siamo l’unico paese al mondo con 12 vaccini obbligatori, e senza il necessario controllo». L’Ema, la farma-sorveglianza, sempre secondo Pepe «è foraggiata dalle stesse aziende farmaceutiche». Addirittura, aggiunge, «abbiamo avuto casi di corruzione, a capo dell’agenzia di controllo del farmaco: l’imputato prima ha visto finire in prescrizione il suo processo, e poi è stato promosso, in sede europea, a capo della sorveglianza sui farmaci, sull’alimentazione e la veterinaria. Questo è il sistema-Italia: vengono lanciati falsi allarmi – vedi meningite e morbillo, entrambi rientrati – quindi si fa un decreto legge d’urgenza che non ha nessuna giustificazione».Alcune vaccinazioni non sono sicure, insiete Pepe: quella sul “papilloma virtus” è stato ritirata in Danimarca e sconsigliata in Giappone. Alcuni vaccini sono inefficaci: «Si sono rivelati acqua fresca, anche se poi magari si inventano storie come quelle dell’infermiera “che non vaccinava”, per mascherare l’inefficicacia assoluta di vaccini somministrati a 7.500 bambini». Poi c’è il problema della “catena del freddo” per la conservazione dei vaccini, «che spesso si interrompe». Gli stessi vaccini, infine, non sarebbero tracciati: «Non vengono indicati i lotti di provenienza, sui libretti sanitari». Secondo Pepe, siamo nel paradosso assoluto: abbiamo migliaia di reazioni avverse, di cui le autorità negano l’evidenza. «Eppure abbiamo migliaia di casi di encefalopatie, bambini morti, persino militari – sottoposti a decine di vaccini prima di una missione – con problemi di leucemie, linfomi di Kodgkin e danni al Dna», aggiunge il senatore. «Mi domando: se un vaccino riesce addirittura a distruggere il fisico di un militare in perfetta forma, cosa può provocare, a un bambino di tre mesi, la bellezza di 12 vaccini? Non oso immaginarlo. E a tre mesi di vita – anche il peggiore dei pediatri lo sa bene – il sistema immunitario deve ancora formarsi: bisogna aspettare i tre anni. Anticipare i tempi è da criminali. E chi vuole praticare questo è un criminale incosciente, che non vuole il bene del bambino».«Addirittura 12 vaccini, somministrati a bambini di tre mesi di vita? E’ da criminali incoscienti». Il senatore Bartolomeo Pepe si scaglia con decisione contro il decreto legge del governo Gentiloni, ora in discussione: ben 12 vaccini obbligatori, finò all’età di 16 anni, pena l’esclusione dalla scuola. E con pesanti sanzioni per i trasgressori, pecuniare (anche 7.500 euro) e non solo: si arriva fino a privare i genitori della patria potestà. «Siamo alla follia totale, al nazi-vaccinismo», tuona il senatore ex 5 Stelle ai microfoni di “Forme d’Onda“, web-radio: «Il sistema vaccini in Italia è fuori controllo, i bambini sono in pericolo». E attenzione: «Non esiste nessun paese al mondo con simili disposizioni: che non stanno né in cielo né in terra, a detta di Premi Nobel e virologi di fama internazionale». Attualmente, l’Italia – con 4 vaccinazioni obbligatorie – è già in testa alla classifica mondiale, insieme alla Francia. Segue il Belgio, con soli 2 vaccini obbligatori, mentre tutti gli altri paesi del pianeta hanno un solo vaccino obbligatorio, o anche nessuno. «E’ una cosa pazzesca: ora finalmente la gente si renderà conto di cosa c’è in ballo, di cosa sta accadendo», aggiunge Pepe: «E ricordiamoci che il vaccino contro l’epatite C fu introdotto anni fa con una tangente all’allora ministro De Lorenzo: il ministro è stato arrestato, ma il vaccino è rimasto, divenendo il quarto vaccino obbligatorio in Italia».
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L’Ue imbroglia: ok al glifosato della Monsanto, cancerogeno
L’Unione Europea aiuterà la Monsanto ad avvelenarci per altri 15 anni con un micidiale diserbante come il glifosato. E’ un rischio concreto, denunciato da “Sustainable Pulse”, network di scienziati e attivisti impegnati sul fronte dell’agricoltura sostenibile e contro gli Ogm, dopo la recente decisione dell’agenzia europea per le sostanze chimiche di non considerare il controverso diserbante come un probabile cancerogeno. Tutto ciò, rileva “Voci dall’Estero”, nonostante diversi studi indipendenti – esaminati anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – abbiano suggerito che si dovrebbe considerarlo tale, quantomeno in via precauzionale. «La Ue ha chiaramente calpestato la propria prassi per la sicurezza alimentare». In più, anche se «la cosa ovviamente non ci sorprende», per “Voci dall’Estero” c’è anche «il sospetto di conflitto di interessi nella commissione incaricata della valutazione», che potrebbe «spianare la strada a un rinnovo di 15 anni dell’autorizzazione».Seguendo quanto già fatto dall’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare – scrive “Sustainable Pulse” – anche l’Echa, l’agenzia per la chimica, «ha respinto l’evidenza scientifica che mostrava che il controverso diserbante chiamato glifosato potrebbe essere cancerogeno». Si tratta di uno dei diserbanti più diffusi al mondo, che la Iarc (l’agenzia per la ricerca sul cancro, una costola dell’Oms) aveva già classificato come “probabile” causa di tumori. Per arrivare alla sua conclusione, Bruxelles «ha rifiutato lampanti prove scientifiche raccolte in laboratorio sugli animali, ha ignorato gli avvertimenti lanciati da oltre 90 ricercatori indipendenti e si è basata su studi non pubblicati commissionati dagli stessi produttori di glifosato». La denuncia è firmata Greenpeace, la cui direttrice dell’unità europea per la politica alimentare, Franziska Achterberg, protesta: «L’agenzia si è spinta molto in là nel momento in cui ha rifiutato tutte le prove che il glifosato potrebbe causare il cancro: le ha nascoste come la polvere sotto il tappeto».«I dati a disposizione – aggiunge la Achterberg – superano di gran lunga il limite legale necessario perché la Ue sia tenuta a bandire l’uso del glifosato, eppure l’agenzia ha preferito guardare dall’altra parte». Se pretende di rispettare le risultanze scientifiche, l’Unione Europea «non può distorcere l’evidenza dei fatti». E attenzione: «Se la Ue non opera come sarebbe tenuta a fare, le persone e l’ambiente continueranno a essere le cavie da laboratorio dell’industria chimica». Come per la valutazione dell’autorità europea per la sicurezza alimentare, anche il parere dell’agenzia per le sostanze chimiche si è basata su un dossier iniziale preparato dal Bfr, l’istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi, che però – a detta di Ong e scienziati indipendenti – contraddice l’evidenza scientifica, sottolinea “Sustainable Pulse”. E dire che l’Echa è responsabile della classificazione Ue sulla pericolosità della chimica: ogni sostanza va classificata come “presumibilmente” cancerogena quando almeno due studi indipendenti dimostrano che causa un aumento dell’incidenza del cancro in una stessa specie. La Iarc (Oms) ha provato la proliferazione di tumori in due studi sui topi sottoposti al glifosato, ma l’Ue li ha ignorati.L’agenzia europea, aggiunge “Sustainable Pulse”, ha inoltre respinto altri indizi di una possibile cancerogenicità del glifosato negli esseri umani, nonché le prove sulla presenza, nel glifosato, di due caratteristiche associate alle sostanze cancerogene, tutte cose documentate dalla Iarc. «Secondo le leggi Ue sui pesticidi, le sostanze classificate come “presumibilmente” cancerogene non possono essere utilizzate, a meno che il rischio per l’uomo non sia “trascurabile”». Le organizzazioni ambientaliste e per la salute sollevano preoccupazioni per possibili conflitti d’interessi all’interno della commissione responsabile della valutazione del glifosato, e criticano la scelta dell’agenzia stessa di basarsi su studi non pubblicati condotti dalle stesse industrie chimiche. A febbraio, associazioni e cittadini hanno lanciato un appello alla Commissione Europea affinché proibisca l’uso del glifosato e riformi il processo Ue di approvazione dei pesticidi, stabilendo obiettivi vincolanti per la loro riduzione. Quasi mezzo milione di persone hanno già firmato la petizione.L’Unione Europea aiuterà la Monsanto ad avvelenarci per altri 15 anni con un micidiale diserbante come il glifosato. E’ un rischio concreto, denunciato da “Sustainable Pulse”, network di scienziati e attivisti impegnati sul fronte dell’agricoltura sostenibile e contro gli Ogm, dopo la recente decisione dell’agenzia europea per le sostanze chimiche di non considerare il controverso diserbante come un probabile cancerogeno. Tutto ciò, rileva “Voci dall’Estero”, nonostante diversi studi indipendenti – esaminati anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – abbiano suggerito che si dovrebbe considerarlo tale, quantomeno in via precauzionale. «La Ue ha chiaramente calpestato la propria prassi per la sicurezza alimentare». In più, anche se «la cosa ovviamente non ci sorprende», per “Voci dall’Estero” c’è anche «il sospetto di conflitto di interessi nella commissione incaricata della valutazione», che potrebbe «spianare la strada a un rinnovo di 15 anni dell’autorizzazione».