Archivio del Tag ‘Guido Crosetto’
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Pass vaccinale e coprifuoco: la farsa Covid nell’era Draghi
Siamo seri: per quale motivo sarebbe pericoloso circolare, la sera, dopo il tramonto? E per quale ragione vincolare i movimenti delle persone al possesso di un pass sanitario che attesti l’esito di un tampone rinofaringeo (strumento ritenuto fallace anche al 90%) o l’avvenuta somministrazione di uno pseudo-vaccino Covid, che come sappiamo mantiene inalterata la contagiosità del soggetto, oltre a garantirgli una protezione immunologica solo teorica e probabilmente non superiore al 30% dei vaccinati? In che razza di follia collettiva siamo finiti, tutti quanti, se anche il governo Draghi (con incorporata Marta Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale) prospetta l’introduzione di misure che calpestano il dettato costituzionale, cancellando le libertà fondamentali e gli stessi diritti umani? E come non condividere lo sgomento di Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia, di fronte all’inaudita remissività degli italiani, pronti a subire senza fiatare, in tempo di pace, persino una misura di guerra come il coprifuoco?Punto particolarmente dolente: proprio la sottomissione di milioni di cittadini, totalmente passivi, rende possibile ogni virtuale abuso. Chi tace, di fronte alle peggiori imposizioni, compie un atto ostile nei confronti dei concittadini che, invece, ai soprusi si ribellano. Restano in minoranza, grazie al conformismo colposo della maggioranza ignorante, ipocrita, impaurita e sottomessa. All’insipienza si può sempre rimediare, informandosi; l’ignoranza è invece una colpa: chi non vuole sapere, o pensa di sapere tutto (che poi è la stessa cosa) danneggia in modo indiretto chi invece si informa, si documenta, e quindi tende a non rinunciare ai propri diritti democratici, compreso quello – sancito dal Codice di Norimberga – che tutela la libertà di avvalersi o meno di trattamenti sanitari solo sperimentali, non sufficientemente testati, quali sono appunto i “preparati genici” impropriamente ribattezzati “vaccini Covid”, fabbricati in pochi mesi con tecnologie avveniristiche, ma i cui effetti a medio termine – per ammissione delle stesse case farmaceutiche – non sono ancora noti.La sensazione è che si vadano stringendo le maglie di un lager collettivo sempre meno invisibile, fondato su dinamiche coercitive non democratiche, calate dall’alto e giustificate da una serie di notizie palesemente false. La prima: il Covid sarebbe una malattia sostanzialmente incurabile, e solo prevenibile attraverso il vaccino. La seconda: il distanziamento sociale sarebbe l’altra arma di cui disponiamo, per spegnere l’epidemia. Autorevolissimi esperti, tra cui Premi Nobel, sostengono l’esatto contrario. Ovvero: il Covid è pericoloso solo per alcuni soggetti, per lo più anziani e già malati, ma in ogni caso è perfettamente curabile da casa, se affrontato per tempo e con i farmaci giusti, come ormai dimostrano centinaia di medici, anche italiani, sulla scorta di migliaia e migliaia di guarigioni ottenute. E inoltre: il distanziamento serve solo ad allungare la vita a un virus che, se invece fosse lasciato “correre”, si trasformerebbe in un semplice raffreddore. I primi a dirlo – inascoltati – furono i luminari che un anno fa sottoscrissero la Dichiarazione di Great Barrington (tra i maggiori epidemiologi al mondo: quelli che debellarono l’Ebola).Noncuranti di tutto ciò, i governi occidentali – Stati Uniti, Europa, Italia – continuano imperterriti a vivere nella menzogna, lasciando che i cittadini convivano con il terrore: ripetono che il Covid è incurabile se non all’ospedale, dove spesso si giunge quando ormai è troppo tardi. Ribadiscono che se ne uscirà solo con i “vaccini” sperimentali (di dubbia efficacia, e di ancor più dubbia innocuità). E infine insistono – in modo pericoloso – con il delirio del distanziamento, pratica dimostratasi inutile (oltre centomila morti, solo in Italia) e dannosa, sia per l’economia (crollo del Pil) che per la sanità. La gestione mainstream dell’emergenza ha “tenuto vivo” il coronavirus, proprio limitando i contagi; e ora, sono i “vaccini” a rafforzarlo ulteriormente, inducendolo a sviluppare continue varianti. Senza contare i devastanti danni collaterali: la strage silenziosa causata dalle cure negate per le altre malattie, e il disastro psicologico che si è trasformato in patologia per milioni di persone, spaventate e disoccupate, costrette a restare in casa per mesi.E in questo delirio di bugie di Stato, inaugurato in modo storicamente imperdonabile da Giuseppe Conte, mai eletto da nessuno ma in compenso supportato dai 5 Stelle, dal Pd e da Leu, ora ci si mette anche il governo Draghi con la pazzia del prolungamento del coprifuoco alle porte dell’estate, le riaperture dei ristoranti “solo all’aperto” e, dulcis in fundo, il possibile pass vaccinale per transitare da una regione all’altra, se di diverso “colore” (dettaglio che lascia intuire, quindi, l’orientamento sciagurato a mantenere in piedi la farsa dittatoriale delle Regioni “colorate”, nemmeno fossimo in Corea del Nord). Si può comprendere che il governo Draghi non potesse operare una discontinuità netta e drastica, rispetto alla pesantissima eredità dell’esecutivo “cinese” di Conte. Era però lecito aspettarsi un allentamento ben più serio delle restrizioni, una tragica pagliacciata finora sorretta dal circo mediatico, che appare evidentemente a libro paga dei governi, oltre che dei potentissimi inserzionisti pubblicitari di Big Pharma.Se si propende per la buona fede di Mario Draghi, considerandolo in campo per rimediare ai disastri di Conte, ovvero dell’oligarchia mondialista neoliberale in salsa cinese, la sua imbarazzante timidezza rispetto alle riaperture non può che suonare inquietante: significa che persino Draghi, pur volendo riaprire l’Italia, in realtà non può ancora farlo. Il potere che ha imposto la logica suicida dei lockdown è ancora così schiacciante, a quanto pare, da pretendere che si mantenga in vita la grande farsa della narrazione Covid, inclusa la barzelletta dei “vaccini” come unica possibile via d’uscita. In realtà, prende forma quella che sembra essere una trappola, a carattere permanente, se è vero che gli inoculi “genici” dovranno essere ripetuti all’infinito, somministrati ogni anno o addirittura ogni sei mesi, rendendo eterno il business dei signori del coronavirus. Se poi addirittura questi Tso (illegittimi, come lo stesso coprifuoco) venissero davvero imposti come precondizione per poter tornare a circolare liberamente, saremmo di fronte alla morte clinica e definitiva della democrazia, per come l’abbiamo conosciuta.Siamo seri: per quale motivo sarebbe pericoloso circolare, la sera, dopo il tramonto? E per quale ragione vincolare i movimenti delle persone al possesso di un pass sanitario che attesti l’esito di un tampone rinofaringeo (strumento ritenuto fallace anche al 90%) o l’avvenuta somministrazione di uno pseudo-vaccino Covid, che come sappiamo mantiene inalterata la contagiosità del soggetto, oltre a garantirgli una protezione immunologica solo teorica e probabilmente non superiore al 30% dei vaccinati? In che razza di follia collettiva siamo finiti, tutti quanti, se anche il governo Draghi (con incorporata Marta Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale) prospetta l’introduzione di misure che calpestano il dettato costituzionale, cancellando le libertà fondamentali e gli stessi diritti umani? E come non condividere lo sgomento di Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia, di fronte all’inaudita remissività degli italiani, pronti a subire senza fiatare, in tempo di pace, persino una misura di guerra come il coprifuoco?
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Segreti da 5.000 euro: i padrini del Covid contro Mosca
Qualcuno (come Guido Crosetto, di Fratelli d’Italia) può trovare quasi comico il fatto che si esibisca come super-traditore un ufficiale pronto a vendere ai russi “segreti strategici” dal valore di ben 5.000 euro, cioè pari alla multa prevista per la famiglia Rossi se violasse il lockdown di Pasqua? Crosetto non è il solo a sentire puzza di bruciato: parlando all’agenzia “Adn Kronos”, lo stesso generale Mario Mori, già a capo del Ros e del Sisde, conferma: «Di Maio ha parlato di “atto ostile”, ma gli atti ostili li fanno tutti, anche gli americani, gli inglesi, i cinesi. Si fa attività di spionaggio, la fanno i russi, la fa tutto il mondo». Piuttosto: il caso dell’arresto del capitano di fregata Walter Biot, “sorpreso” a passare documenti a un agente russo, sembra chiaramente ingigantito dai media, «perché tutto sommato quell’ufficiale, un tenente colonnello con quella collocazione – dice Mori – non è che potesse detenere grandissimi segreti militari della Nato». L’altra notizia – quella vera – parla invece della risposta russa in arrivo: Mosca ha “tirato fuori dai silos” i suoi missili nucleari, in previsione di un eventuale attacco, a guida Usa, nell’Est dell’Ucraina.
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Crosetto: Mes, rischio-catastrofe. Savona: ve l’avevo detto
Un documento inviato a tutti i ministri da Paolo Savona, oggi presidente Consob ma allora titolare degli Affari Ue, metteva in guardia il governo dai rischi delle modifiche del Mes. Quel documento, “Una politeia per un’Europa diversa”, aveva spaventato molto il mondo politico e finanziario dell’Unione, ma aveva centrato il punto: «La proposta in discussione di creare un fondo europeo per gli interventi, comunque lo si chiami – metteva nero su bianco Savona, come ricorda il “Messaggero” – oltre a disporre di risorse insufficienti, ha il duplice difetto di riproporre la parametrizzazione degli interventi, invece di valutare caso per caso secondo una visione politica comune. Essa inoltre ripropone i difetti della condizionalità restrittiva per la politica fiscale dei paesi che a esso ricorreranno, rendendo il meccanismo rigido nell’applicazione e con effetti deflazionistici». Traduzione: il Mes avrebbe peggiorato, e non risolto i problemi degli Stati costretti a ricorrervi. «Se c’è fretta di chiudere sul Mes, è un segnale drammatico». Guido Crosetto, ospite di “Omnibus” su “La7″, suggerisce qualcosa che tutti, fino a oggi, hanno sottovalutato o semplicemente nascosto, scrive “Libero”: il pressing dell’Unione europea sull’Italia per approvare la riforma del Fondo Salva-Stati potrebbe nascondere la preoccupazione di un imminente crac finanziario.«Temo che vogliano chiudere sul trattato – spiega il fondatore di Fratelli d’Italia, oggi ex parlamentare – perché la situazione delle banche tedesche e olandesi, a rischio crac, sia molto grave». Il riferimento è soprattutto a DeutscheBank e KommerzBank, i due colossi tedeschi a rischio collasso. «E guardate bene», avverte Crosetto: «Se saltano le banche avremo uno tsunami in confronto al quale la crisi del 2008 sarà nulla. E a pagare, come sempre, saranno i paesi più deboli, come l’Italia». Nel testo del rinnovato Mes, aggiunge “Libero”, è rimasta la valutazione della sostenibilità dei debiti e della capacità dello Stato che chiede un prestito di poterlo restituire. Ed è un punto che difficilmente sarà oggetto di negoziazione ulteriore. Al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’economia Roberto Gualtieri, spiega il “Messaggero”, rimane la carta della modifica degli allegati, per correggere parzialmente un tiro destinato a fare malissimo all’Italia. Perché la ristrutturazione del debito (che renderebbe carta straccia i titoli di Stato, in mano soprattutto ai risparmiatori italiani) è ancora in piedi. E anzi, resta un caposaldo del Meccanismo Europeo di Stabilità.Nel frattempo, lo scandalo-Mes sta facendo franare il governo giallorosso: secondo Augusto Minzolini, autore di un report dietro le quinte pubblicato dal “Giornale”, Renzi avrebbe promesso a Salvini di staccare la spina al Conte-bis, in cambio di un eventuale accordo con la Lega per il varo di una legge elettorale proporzionale. Dal canto suo, il “Corriere della Sera” parla di imminenti diserzioni tra i 5 Stelle. E scrive: «Fonti leghiste assicurano che già quattro senatori hanno accettato il trasbordo nella Lega e altri starebbero per cedere». Voci che fanno il paio con chi, nel Movimento, parla insistentemente di scissione. Nei guai Conte, accusato di aver ceduto (in segreto) alle pressioni europee sul Mes. Lui smentisce, ovviamente. «Peccato che poi, implicitamente, riconosca come sia stato costretto a una brusca frenata sul negoziato che, diversamente – scrive “Libero” – sarebbe già andato in porto come suggerito maldestramente dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri in commissione, parlando di “trattato già firmato e inemendabile”». Conte, infatti, ora parla di “rinvio possibile” e di un ok al Mes “vincolato” alla riforma dell’unione bancaria a marzo.Un documento inviato a tutti i ministri da Paolo Savona, oggi presidente Consob ma allora titolare degli affari Ue, metteva in guardia il governo dai rischi delle modifiche del Mes. Quel documento, “Una politeia per un’Europa diversa”, aveva spaventato molto il mondo politico e finanziario dell’Unione, ma aveva centrato il punto: «La proposta in discussione di creare un fondo europeo per gli interventi, comunque lo si chiami – metteva nero su bianco Savona, come ricorda il “Messaggero” – oltre a disporre di risorse insufficienti, ha il duplice difetto di riproporre la parametrizzazione degli interventi, invece di valutare caso per caso secondo una visione politica comune. Essa inoltre ripropone i difetti della condizionalità restrittiva per la politica fiscale dei paesi che a esso ricorreranno, rendendo il meccanismo rigido nell’applicazione e con effetti deflazionistici». Traduzione: il Mes avrebbe peggiorato, e non risolto i problemi degli Stati costretti a ricorrervi. «Se c’è fretta di chiudere sul Mes, è un segnale drammatico». Guido Crosetto, ospite di “Omnibus” su “La7″, suggerisce qualcosa che tutti, fino a oggi, hanno sottovalutato o semplicemente nascosto, scrive “Libero“: il pressing dell’Unione europea sull’Italia per approvare la riforma del Fondo salva-Stati potrebbe nascondere la preoccupazione di un imminente crac finanziario.