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L’agenda occulta della post-umanità, da Mitterrand a Macron
Dal giugno del 1981 avevo capito che a trionfare insieme a Mitterrand non erano stati né la sinistra né il socialismo. Quanto piuttosto un messianismo umanitario dall’odore sgradevole. Dopo un paio di inchini, Mitterrand si è impegnato a rafforzare il capitale liberale e a sottomettere questo paese alle agende occulte del mondialismo, il tutto ovviamente in nome di Jaurès e del resto; leggete la rivelazione di Sion a tal proposito. Le cerimonie di Versailles e del Louvre non annunciano niente di buono. Ritorniamo alla massoneria da quattro soldi che è il marchio di fabbrica di questa repubblica apolide. Liquidare il re-taumaturgo, le competenze statali, e festeggiare il clone robotico, questo è l’obiettivo prometeico a cui aspira l’Attila Attali. Mefistofele se ne rallegra! Veniamo al “pedante del pretendente”, come veniva chiamato nel mio “Humanité-dimanche”, che negli ultimi anni, ha intensificato gli sforzi per raccontare il nostro avvenire. Per accattivare gli uni e spaventare gli altri, lui pronostica la nostra sostituzione con l’intelligenza artificiale, gli uteri in affitto, la rovina per tutti, l’elezione di una cosa o di un transessuale; il mercato che regola la prostituzione e tutte le relazioni umane.Non ci sarà più un paese, né un sesso, niente, tranne una dittatura lunatica e totalitaria che negherà l’umanità e la farà sottomettere dai suoi agenti totalitari e globalisti. Noi ci troveremo in uno stato d’urgenza permanente grazie alla dea Isis e ai suoi attentati, bisognerà sottomettersi perché siamo in democrazia. Il suo neoliberalismo è un anarco-totalitarismo dal retrogusto satanico. Ora questo consigliere keyseniano di Mitterand, banchiere ridicolo alla Berd [Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, ndt], saggista d’operetta, con il suo nocciolo duro di iniziati e di affaristi del transumanesimo pretende ancora di imporre il trionfo della post-umanità! Il fallimento finanziario che si prepara su ordinazione, e che non sarà quello del sistema ma il nostro, completerà la grande sostituzione che non è etnica bensì antropologica, e che è auspicata ai piani più alti – o più bassi. Il mitterandismo che ho spiegato nel mio libro su Mitterrand è ritornato di moda, con la sua processione di iniziati, con la sua accozzaglia élite-occultista e la tiritera messianica. Questo passaggio dalle tenebre alla luce avverrà senza uomini.Proviamo a essere ottimisti e a rimettere questo clown, o per meglio dire questo Trissotin, al suo posto. Nel suo fondamentale libro sulla risata, Bergson (che mi ha spiegato Kubrick come nessuno) così scrive a proposito dei medici folli di Molière: «Potremmo continuare con gli esempi; non avremmo che da far sfilare dinanzi a noi, uno dopo l’altro, tutti i medici di Molière. Del resto, per quanto lontana sembri spingersi la fantasia comica, la realtà a volte si assume il compito di superarla. Un filosofo contemporaneo, argomentatore a oltranza, a cui venne fatto notare che i suoi ragionamenti dedotti in maniera irreprensibile avevano l’esperienza contro di loro, mise fine alla discussione con queste parole: “L’esperienza ha torto”. Il fatto è che l’idea di regolare amministrativamente la vita è più diffusa di quanto si pensi; è un’idea naturale a suo modo, anche se noi l’abbiamo ottenuta con un procedimento artificiale di ricomposizione». Attali si è sbagliato in tutti i suoi libri. Rileggete le sciocchezze citate in “Lessico per il futuro”, e la previsione del Giappone come superpotenza mondiale del ventunesimo secolo. O il suo Tgv Parigi-Mosca in cinque ore. È il pedante di turno, pari a quello studiato a suo tempo da Molière.Bergson: «Possiamo affermare che lei ci manifesta la quintessenza stessa della pedanteria, la quale in fondo non è nient’altro che l’arte che pretende di saperne di più della natura». L’ossessione del pedante, scrive Bergson, è di fabbricare meccanismi che danneggino la vita animale e umana: «Così, per riassumere, è sempre lo stesso effetto che diventa via via più sottile, dall’idea di una meccanizzazione artificiale del corpo umano, se ci si può esprimere in questo modo, sino a quella di una sostituzione qualunque del naturale coll’artificiale. Una logica sempre meno ferrea, che rassomiglia sempre più alla logica dei sogni, spinge la stessa relazione verso le sfere più alte, tra termini sempre più immateriali, cosicché, alla fine, un regolamento amministrativo sta a una legge naturale o morale, per esempio, come l’abito confezionato sta al corpo che vive». Sostituire il corpo con il vestito. Sono passato per la Francia per dieci minuti nel 2015, e sui canali mediatici promuovevano abiti da spiaggia per bambini. Ecco un paese ben tenuto al guinzaglio. Nonostante due secoli di tentativi per farli uscire dall’ombra e condurli verso luce, i francesi proseguono il loro declino intellettuale e spirituale. Questo paese-guida, oggi ai margini della civilizzazione, pretenderebbe di più.(Nicolas Bonnal, “Bergson e il messianismo di Jacques Attali”, da “Dedefensa” del 12 giugno 2017, post tradotto da Vollmond per “Come Con Chisciotte”).Dal giugno del 1981 avevo capito che a trionfare insieme a Mitterrand non erano stati né la sinistra né il socialismo. Quanto piuttosto un messianismo umanitario dall’odore sgradevole. Dopo un paio di inchini, Mitterrand si è impegnato a rafforzare il capitale liberale e a sottomettere questo paese alle agende occulte del mondialismo, il tutto ovviamente in nome di Jaurès e del resto; leggete la rivelazione di Sion a tal proposito. Le cerimonie di Versailles e del Louvre non annunciano niente di buono. Ritorniamo alla massoneria da quattro soldi che è il marchio di fabbrica di questa repubblica apolide. Liquidare il re-taumaturgo, le competenze statali, e festeggiare il clone robotico, questo è l’obiettivo prometeico a cui aspira l’Attila Attali. Mefistofele se ne rallegra! Veniamo al “pedante del pretendente”, come veniva chiamato nel mio “Humanité-dimanche”, che negli ultimi anni, ha intensificato gli sforzi per raccontare il nostro avvenire. Per accattivare gli uni e spaventare gli altri, lui pronostica la nostra sostituzione con l’intelligenza artificiale, gli uteri in affitto, la rovina per tutti, l’elezione di una cosa o di un transessuale; il mercato che regola la prostituzione e tutte le relazioni umane.
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Sacrifici umani, il suicidio dei carabinieri secondo la maga
«Tranquilli, non mi sono bevuto il cervello: so bene che i sacrifici umani sono una follia, un delirio. Solo che accadono veramente. E sono così folli, per noi, che nessuno li scoprirà mai. Nessuno arriverà mai ai colpevoli, perché non ammettiamo l’idea che si possa uccidere qualcuno in un rito propiziatorio». Così, l’ex avvocato Paolo Franceschetti prova a rileggere la strana morte di una bella ragazza, Claudia Racciatti, di professione tenente dei carabinieri. Decesso imbarazzante, archiviato come suicidio: si sarebbe sparata davanti ai due colleghi che, in caserma, la stavano interrogando per una storia di irregolarità contabili. Troppe stranezze, rileva Franceschetti: in genere chi si uccide lo fa in luoghi isolati. «Vero è che di suicidi in caserma, tra polizia e carabinieri, ce ne sono una marea; ma è altrettanto vero che, appunto, in genere non si tratta di suicidi». In più, il tenente Racciatti era una testimonial dell’Arma, fotografata per il calendario e per diverse campagne pubblicitarie. Bella, prestante, solare. Tutto il contrario di un’aspirante suicida. Quanto al movente – i presunti ammanchi attribuiti alla donna – secondo Franceschetti non regge: un vero ladro tenta di giustificarsi fino a negare l’evidenza, di sicuro non si spara alla testa. E nonostante la notorietà dell’ufficiale, i media non si sono occupati del caso. Strano, no?Troppo spesso, scrive Franceschetti nel suo blog, vengono trasferiti funzionari onesti solo per minime manchevolezze, mentre i veri criminali vengono coperti: «L’esempio più eclatante è quello della banda della Uno Bianca, che terrorizzò l’Emilia Romagna per anni. Era evidente a chiunque fosse un esperto di armi e strategie militari che si trattava di azioni commesse da personale addestrato militarmente, ma i componenti della banda furono coperti per anni ad alti livelli. E il poliziotto che indagò su di loro e incastrò i fratelli Savi invece venne trasferito». Altrettanto spesso, la teoria del furto compare quando un fatto di sangue viene presentato come suicidio. I giornali parlarono di “furto di carburante” nel caso del comandante di stazione Angelo Simone, «suicidatosi dopo aver ucciso il commilitone Angelo Nella». Altra tragedia in caserma, altro suicidio. «Altro disinteresse. Altro silenzio». Come per la Racciatti: non una parola, da giornali e televisioni «sempre pronti a interessarsi della nuova camicia indossata da Michele Misseri per dire l’ultima idiozia a cui non crede nessuno». Davvero non interessa, la tragica morta del giovane tenente donna? «Nessuna domanda ai due colleghi che erano nella stanza, nessuna domanda sui motivi reali del suicidio, nessuna notizia, niente di niente».«Mi sono sempre domandato il motivo di questa morte», scrive Franceschetti. «Perché si può uccidere una persona in una caserma? Quale può essere il motivo?». L’ex avvocato ritiene si sia trattato di un “omicidio rituale”. E indica le iniziali del nome della vittima, Cr, acronimo dei Rosacroce, ricercatori spirituali apparsi in pubblico con questo nome nel Rinascimento, cui ora si ispirerebbero settori super-segreti di massonerie deviate. E il movente? «Un omicidio rituale indica un rito, ma un rito deve essere finalizzato a qualcosa. E allora la domanda è: a cosa serve questo rito?». La possibile risposta, Franceschetti sostiene di averla trovata in un libro di Dion Fortune, una delle esoteriste più famose al mondo, che visse in Inghilterra all’inizio del ‘900. «Insieme a Aleister Crowley, Israel Regardie e Arthur Edward Waite, è l’esoterista che ha maggiormente contribuito alla diffusione dell’esoterismo anche tra coloro che non sono “iniziati” a una confraternita segreta». Se i libri di esoterismo sono un impervio labirinto, quelli della Fortune – in particolare “Magia applicata”, “La dottrina cosmica” e “La battaglia magica d’Inghilterra” – forniscono le basi dell’esoterismo, in termini comprensibili anche ai non iniziati.Nei suoi romanzi, la Fortune ha inserito «molti segreti altrimenti intrasmissibili», e inoltre «ha fornito importanti indicazioni sul modus operandi delle società segrete», a cominciare dalla “legge del contrappasso” su cui si incardina la Divina Commedia di Dante, grande iniziato dell’epoca, leader della setta pre-rosacrociana dei “Fidelis in Amore”. «In particolare – sostiene Franceschetti – la Fortune fornisce una chiave di lettura per alcuni omicidi inspiegabili, come questo di Claudia Racciatti». Non era solo «un’iniziata e una maga, fondatrice di una sua confraternita tuttora operante», ma era anche transitata nella famigerata “Golden Dawn”, nell’Ordine della Rosa Rossa, e in diverse altre società segrete. «Secondo l’autrice, per ogni evento importante che accade nella storia, occorre un sacrificio umano, di una o più persone». Esempio: «Per la costruzione di un tempio, devono essere sacrificate una o più vite umane». Oppure: «Per la costruzione di una città, di un palazzo, per far nascere una nuova associazione, organizzazione, per promuovere un evento, occorre un sacrificio». E la vittima deve avere delle caratteristiche che richiamano – nel nome, nella professione, nella sua vita personale o nell’aspetto – le particolarità dell’evento che si vuole propiziare.Delirio? Senz’altro. Ma poi, sostiene sempre Franceschetti, accade che quel “delirio” uccida realmente, armando la mano di qualcuno e organizzando le necessarie coperture: magari, di mezzo ci finisce un capro espiatorio, un balordo come Pacciani, mentre i veri colpevoli restano lontanissimi dai riflettori e dalle indagini. Stando alla Fortune, dunque, il motivo “propiziatorio” – nel 2010 – potrebbe esser stato il fatidico scioglimento dell’Arma dei carabinieri, destinata ad essere abolita per poi confluire nell’Eurogendfor, la super-polizia europea istituita dal Trattato di Velsen, del 2007. Trattato ratificato proprio nel maggio del 2010. Sempre secondo la “delirante” logica iniziatica, la morte della Racciatti – nel caso non si sia trattato di suicidio, come sostiene Franceschetti – sarebbe stata «un sacrificio per propiziare la nascita della nuova struttura e ritualizzare la fine dei carabinieri»? Nessuno meglio di lei era idonea a rappresentarli, «dato che col suo bel volto aveva fatto da testimonial all’Arma». Franceschetti aggiunge che «spesso, i sacrifici richiesti per un’operazione su larga scala non sono unici», e rileva che, sempre nel maggio 2010, per la precisione il giorno 14, si è suicidato un carabiniere di 43 anni a Viterbo, nel quartiere Santa Barbara. «Non solo Santa Barbara è la protettrice dei militari, ma guarda caso il 14 maggio è anche la data in cui viene promulgata la legge che ratifica il Trattato di Velsen».Franceschetti cita anche la strage di Porto Viro, in provincia di Rovigo. Tre persone, morte in una caserma dei carabinieri: due militari e la moglie del comandante della stazione. «Manco a dirlo, l’assassino dopo la strage si è suicidato: il modo migliore per archiviare tutto e non fare alcuna indagine». Conclude Franceschetti: «Noi, che vediamo delitti rituali ovunque, siamo un filino paranoici: in fondo, che ci sarà mai di strano in tutti questi carabinieri che si suicidano?». E aggiunge: «A coloro che, leggendo questo articolo, penseranno che mi sia bevuto il cervello e che l’idea di uccidere una persona a fini sacrificali sia una follia, rispondo che è vero, è una follia. Un delirio. Ma occorre soffermarsi a riflettere che le persone che decidono la morte di un carabiniere a fini sacrificali, sono le stesse che decidono di muovere una guerra all’Iraq e fare un milione e mezzo di morti raccontandoci la favoletta prima delle armi chimiche e poi del petrolio di Saddam, oppure dell’attacco alla Libia per difendere le popolazioni civili dalla cattiveria di Gheddafi, e la maggior parte della gente si beve queste idiozie e si abitua a tutti questi morti. E per questi esseri, la morte di qualche carabiniere, raccontandoci poi la storiella del suicidio avvenuto per il timore di un’azione disciplinare, non conta nulla».«Tranquilli, non mi sono bevuto il cervello: so bene che i sacrifici umani sono una follia, un delirio. Solo che accadono veramente. E sono così folli, per noi, che nessuno li scoprirà mai. Nessuno arriverà mai ai colpevoli, perché non ammettiamo l’idea che si possa uccidere qualcuno in un rito propiziatorio». Così, l’ex avvocato Paolo Franceschetti prova a rileggere la strana morte di una bella ragazza, Claudia Racciatti, di professione tenente dei carabinieri. Decesso imbarazzante, archiviato come suicidio: si sarebbe sparata davanti ai due colleghi che, in caserma, la stavano interrogando per una storia di irregolarità contabili. Troppe stranezze, rileva Franceschetti: in genere chi si uccide lo fa in luoghi isolati. «Vero è che di suicidi in caserma, tra polizia e carabinieri, ce ne sono una marea; ma è altrettanto vero che, appunto, in genere non si tratta di suicidi». In più, il tenente Racciatti era una testimonial dell’Arma, fotografata per il calendario e per diverse campagne pubblicitarie. Bella, prestante, solare. Tutto il contrario di un’aspirante suicida. Quanto al movente – i presunti ammanchi attribuiti alla donna – secondo Franceschetti non regge: un vero ladro tenta di giustificarsi fino a negare l’evidenza, di sicuro non si spara alla testa. E nonostante la notorietà dell’ufficiale, i media non si sono occupati del caso. Strano, no?
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Magaldi: chi ha ucciso i nostri eroi, per dominare il pianeta
Tu chiamala, se vuoi, massoneria. Il che, per i libri di storia, significa al massimo Risorgimento, cioè lotta illuminista contro l’oscurantismo vaticano e l’assolutismo monarchico. Per la stampa italiana del dopoguerra, la connotazione della “libera muratoria” è quasi sempre negativa: Licio Gelli e la P2, Berlusconi, opache trame e comitati d’affari. La fratellanza in grembiulino? Sempre elusiva, quindi fatalmente relegata nel ghetto narrativo della controinformazione, il cosiddetto complottismo che impazza sul web da quando la grande crisi sta minacciando miliardi di esseri umani. Le avvisaglie di quella che alcuni chiamano Terza Guerra Mondiale fanno da sfondo alle fragorose devastazioni dell’altra guerra, già in atto, da parte dell’élite tecno-finanziaria contro il 99% dell’umanità, i non eletti, i cittadini da retrocedere al rango di plebe a cui togliere i diritti democratici conquistati nei decenni del benessere, in virtù della poderosa combinazione messa in campo da Roosevelt e Keynes: economia per tutti, grazie al gigantesco investimento dello Stato, spesa pubblica in forma di deficit positivo. Tutto cancellato, come sappiamo, dagli oligarchi del rigore neoliberista e dai loro politici, economisti, propagandisti. Ma che c’entrano le logge?La massoneria è esattamente l’anello mancante, risponde Gioele Magaldi, “gran maestro” del Grande Oriente Democratico, affiliato alla “Thomas Paine”, super-loggia internazionale progressista nata a metà dell’800 negli Stati Uniti per allevare le migliori menti dell’economia democratica. Missione: coniugare sviluppo e benessere diffuso, ricchezza e giustizia, prosperità e diritti, secondo l’ispirazione del socialismo liberale che affonda le sue remote radici nella Rivoluzione Francese. Un orizzonte emblematizzato dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, approvata all’Onu sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale per volere della “libera muratrice” Eleanor Roosevelt. “Massoni, società a responsabilità illimitata”, clamorosa operazione editoriale firmata da Chiarelettere, si propone di squarciare il velo di segretezza che ha finora coperto e protetto il “back office” del vero potere, sempre bifronte: da una parte la “fratellanza bianca”, illuminata e democratica, e dall’altra i potentissimi antagonisti neo-feudali, supremi manovratori dell’élite oligarchica che oggi ha preso il sopravvento e da decenni ricatta il mondo con l’arma finale della finanza.Un’analisi radicale, quella di Magaldi, che si scosta dai toni apocalittici del “cospirazionismo” anti-sistema, anche perché innanzitutto ribadisce il ruolo-chiave del capitalismo nell’affermazione della modernità. In più – e qui sta la novità dirompente – Magaldi offre una rilettura interamente massonica della storia recente, sostenendo che in tutti i passaggi decisivi delle maggiori vicende internazionali c’era sempre un convitato di pietra, rimasto nell’ombra. Ad ogni grande evento che ha segnato il nostro passato – questa è la tesi – non corrispondono soltanto aspirazioni di popoli, correnti e partiti, dinamiche economiche e condizioni geopolitiche, ma anche persone in carne e ossa. Nomi e cognomi, individui responsabili di decisioni precise, di acuminate strategie affidate a singoli attori. In questo modo, sempre secondo Magaldi (che ha “blindato” archivi e testimonianze, da esibire all’occorrenza), nel retrobottega del massimo potere si sono prima confrontate e poi affrontate, senza risparmio di colpi, due opposte visioni del mondo, una democratica e l’altra oligarchica, nutrita cioè di autentico spirito aristocratico – quello di chi pensa che il popolo, semplicemente, non sia in grado di governarsi da solo. Due “fratellanze”, dunque, accomunate dalla medesima attitudine iniziatico-esoterica, ma profondamente divergenti nella concezione politica e quindi negli obiettivi da raggiungere.Il “filtro” massonico che Magaldi applica alla sua sorprendente rilettura dell’intera storia del Novecento – l’anello mancante, appunto – contribuisce a illuminare la profondità dell’origine di alcuni eventi, senza peraltro distorcene mai la verità storica accertata, né il senso politico generale, comunemente condiviso e acquisito. E’ una sorta di avvertimento, ai lettori ma anche agli storici: attenti, le cose sono andate così anche perché, oltre alle dinamiche socio-economiche da voi evidenziate, ci sono state riunioni cruciali, scelte e decisioni precise, tutte assunte – nella più totate segretezza – da uomini potentissimi, il cui ruolo emerge solo ora, per la prima volta, grazie agli sterminati elenchi presenti nelle 650 pagine di “Massoni”, che peraltro si conclude con uno stupefacente dibattito tra super-adepti progressisti e confratelli antagonisti “pentiti”, spaventati dalle conseguenze “golpiste” della globalizzazione neoliberista imposta a mano armata.Annunciato come il primo di una lunga serie, imbottita di rivelazioni esplosive, il libro è anche un dichiarato atto di guerra infra-massonico, contro le lobby avversarie: un guanto di sfida rivolto prima di tutto agli iniziati neo-aristocratici. Un’arma pubblica, per indebolire il fronte dei grandi oligarchi, i boss della privatizzazione universale, il cui club esclusivo – secondo Magaldi – è rappresentato da storiche super-logge onnipotenti come la “Three Eyes”, di cui farebbero parte personaggi come Kissinger, Brzezisnki, Mario Draghi e i titani di Wall Street. E naturalmente i Rotschild e i Rockefeller, cioè gli stessi che, attraverso la super-loggia dei “tre occhi”, hanno fondato il corrispettivo organismo paramassonico con “tre lati”, la famigerata Trilateral Commission, cupola dell’élite mondiale da cui diffondere il verbo neoliberista, la “morte” dello Stato che deve far posto al mercato, i diktat della destra economica che eredita il memorandum di Lewis Powell e lo sviluppa nella “Crisi della democrazia”, il saggio di Samuel Huntington, Michel Crozier e Joji Watanuki, secondo cui curare la democrazia con altra democrazia è folle, sarebbe come «tentare di spegnere un incendio gettando benzina sul fuoco». Basta democrazia, la ricreazione è finita.Il cuore del libro è concentrato sul punto di svolta della nostra storia del dopoguerra, cioè la fine degli anni ‘60 e l’avvento dei piani neo-aristocratici per fermare l’onda lunga della democrazia che, abbattuto il nazifascismo, aveva ricostruito l’Europa inaugurando la stagione irripetibile del boom economico, con l’inedito benessere per le classi popolari e la nuova frontiera civile incarnata dal welfare. Il mainstream, allora, era quello tracciato dal “fratello” Frankin Delano Roosevelt sulla base della strategia politico-economica del “fratello” John Maynard Keynes: se lo Stato fa spesa pubblica e deficit positivo, l’economia prospera e ne beneficiano tutti. Dottrina tradotta in pratica, in Europa, dal “fratello” George Marshall. Keynesismo “di sinistra”, certo, “ma anche massonico”, aggiunge Magaldi, preoccupato di “dare a Cesare”. Impossibile, insiste, trascurare questo dettaglio: tutti i grandi protagonisti del progressismo del dopoguerra erano affiliati a “Ur-Lodges” di sinistra, come la “Thomas Paine”. Organismi ultra-riservati, e per questo mai finiti al posto giusto nei libri di storia. Eppure, importantissimi. E spesso decisivi, nella loro funzione di suprema diplomazia, molto al di sopra degli esecutori nazionali, governi e partiti.La grande battaglia rievocata da “Massoni”, tutta giocata dietro le quinte ben prima che i fatti diventassero cronaca e poi storia, secondo Magaldi comincia con la scomparsa di Angelo Roncalli, il “Papa buono”, lo straordinario riformatore sociale del Concilio Vaticano II. Magaldi racconta che pure Giovanni XXIII era un “fratello”, associato a una prestigiosa super-loggia progressista in Turchia e poi a un cenacolo rosacrociano in Francia. Sincretismo, dunque: apertura a diverse tradizioni spirituali, per far convergere energia (sapienza) verso il progresso dell’umanità. Poco dopo, la tragica morte di John Fitzgerald Kennedy, l’uomo con troppi nemici. Chi l’ha ucciso? Quasi impossibile stabilirlo. Ma una cosa sembra ormai certa: Jfk era d’accordo con Khrushev per smilitarizzare il pianeta e quindi mettere fine alla guerra fredda entro il 1970. Dopo l’omicidio di Dallas, racconta Magaldi, le “Ur-Lodges” progressiste puntarono su un ticket formidabile: Bob Kennedy alla Casa Bianca con al suo fianco Martin Luther King, forse spendibile addiritttura per la vicepresidenza. Quello, sostiene l’autore di “Massoni”, è stato il momento fatale in cui abbiamo perso tutti: da allora, la democrazia sociale non ha fatto che perdere rovinosamente terreno, in tutto il mondo. Come sarebbe oggi il pianeta se l’America fosse stata governata da Robert Kennedy e da Martin Luther King?Il doppio omicidio dei due campioni dei diritti democratici scatena la guerra dei sospetti nel “back office” del supremo potere: da allora, democratici e neo-aristocratici scendono ufficialmente in guerra. Vincono i secondi: l’America va sempre più a destra, fa la guerra in Vietnam e poi afferma il neoliberismo definitivo con Reagan, mentre in Gran Bretagna è già stata costruita l’affermazione della “sorella” Margaret Thatcher. Nel frattempo, la “guerra coperta” è andata avanti senza risparmio. Prima il golpe dei colonnelli in Grecia, secondo Magaldi un test per saggiare la capacità di resistenza democratica in Europa di fronte a un’involuzione neofascista (Atene come possibile battistrada per abolire la democrazia anche in altri paesi europei). Poi, in risposta, la “rivoluzione dei garofani” in Portogallo, fatta scattare nel 1974 – non a caso il 25 aprile, come monito ai complottisti neo-feudali (il solito Kissinger) che cospiravano contro la democrazia italiana.Magaldi infatti accredita pienamente almeno tre tentativi di golpe in Italia, due affidati a Junio Valerio Borghese e uno a Edgardo Sogno, sistematicamente sventati dalla “fratellanza bianca”, coordinata dal sociologo e premio Pulitzer Arthur Schlesinger Jr,. infaticabile combattente e anima delle “Ur-Lodges” democratiche. Di fronte al fallimento del golpismo italiano, il cartello mondiale guidato dalla “Tree Eyes” allenta la presa sull’Europa e si concentra sul Sud America: l’Operazione Condor comincia dal Cile (omicidio Allende) e poi trasforma l’Argentina nell’inferno della giunta militare. Intorbidita ulteriormente da una scissione all’interno dell’ala destra (alla “Three Eyes” che puntava su George Bush senior si oppone la “White Eagle”, che riesce a imporre Reagan alla Casa Bianca), la “guerra segreta” finisce di colpo nel 1981, con due attentati cruenti ma non letali, contro il neo-presidente e contro il Papa. Reagan viene ferito gravemente. Un complotto ordito dalla super-loggia dei “tre occhi”? Poco dopo, la stessa sorte tocca al pontefice polacco, il cui massimo sponsor era stato Brzezinski, uno dei massimi leader della “Three Eyes”.Il terrorista turco Alì Agca ha sparato a Wojtyla alle ore 17,17 precise. Per Magaldi, è un indizio decisivo, sempre trascurato dagli investigatori: il 1717 è l’anno di rifondazione della massoneria, dunque si tratta di una “firma” inequivocabile. Ovvero: sarebbero stati i super-fratelli della “White Eagle” a “vendicare” l’attentato a Reagan, “avvertendo” Brzezisnki. Di lì a poco, sarebbe sbocciata la grande tregua sottoscritta con lo storico manifesto “United Freemasons for Globalization”, includente persino i “fratelli” dell’Urss e della Cina comunista, anch’essi collegati alle “Ur-Lodges” del super-potere mondiale, in vista di epocali trasformazioni: la perestrojka di Gorbaciov e le riforme capitaliste di Deng Xiaoping. Una storia che procede in modo lineare, fino al punto di non-ritorno: l’11 Settembre. Il super-attentato del 2001 dà il via alla “guerra infinita”, patrocinata dai nuovi campioni delle super-logge dell’ultradestra: Tony Blair, George W. Bush, Dick Cheney, Donald Rumsfeld, Paul Wolfowitz, Colin Powell, Nicolas Sarkozy. Tutti “fratelli”, assicura Magaldi, firmando la sua sconcertante contro-storia (massonica) delle tragedie che costellano l’attualità di oggi. Aprite gli occhi, raccomanda il “gran maestro” italiano: quello che vi sta accadendo era previsto nei dettagli, è stato deciso a tavolino, e il piano è stato eseguito con spietata precisione. Ma, in quei circoli super-segreti, non tutti erano d’accordo. E ora, finalmente, dopo quarant’anni di incontrastato dominio autoritario, ci sarà una controffensiva democratica, di cui il libro è parte integrante.(Il libro: Gioele Magaldi, “Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges”, Chiarelettere, 656 pagine, 19 euro).Tu chiamala, se vuoi, massoneria. Il che, per i libri di storia, significa soprattutto Risorgimento, cioè lotta illuminista contro l’oscurantismo vaticano e l’assolutismo monarchico. Per la stampa italiana degli ultimi decenni, la connotazione della “libera muratoria” è quasi sempre negativa: Licio Gelli e la P2, Berlusconi, opache trame e comitati d’affari. La fratellanza in grembiulino? Sempre elusiva, quindi fatalmente relegata nel ghetto narrativo della controinformazione, il cosiddetto complottismo che ora impazza sul web da quando la grande crisi sta minacciando miliardi di esseri umani. Le avvisaglie di quella che alcuni chiamano Terza Guerra Mondiale fanno da sfondo alle fragorose devastazioni dell’altra guerra, già in atto, da parte dell’élite tecno-finanziaria contro il 99% dell’umanità, i non eletti, i cittadini da retrocedere al rango di plebe a cui togliere i diritti democratici conquistati nei decenni del benessere, in virtù della poderosa combinazione messa in campo da Roosevelt e Keynes: economia per tutti, grazie al gigantesco investimento dello Stato, spesa pubblica in forma di deficit positivo. Tutto cancellato, come sappiamo, dagli oligarchi del rigore neoliberista e dai loro politici, economisti, propagandisti. Ma che c’entrano le logge?