Archivio del Tag ‘inno nazionale’
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La Francia ci calpesta? Ovvio: siamo lo zerbino del mondo
«In questo momento – scandisce Gianfranco Carpeoro – l’Italia è lo zerbino del mondo». Lo dimostra la disinvoltura con cui la gendarmeria doganale francese ha condotto un’operazione contro i migranti a Bardonecchia, in valle di Susa, su suolo italiano e senza neppure avvisare la nostra polizia. «L’Italia non conta nulla. Ed è tutta colpa è nostra», aggiunge Carpeoro: «Se il problema oggi sono i francesi è solo perché sono confinanti, e quindi ci sono più possibilità che commettano degli abusi. Ma nei confronti dell’Italia gli abusi li fanno tutti». Immediata (ma rituale) la reazione della Farnesina, che ha convocato l’ambasciatore francese. A stretto giro, Parigi difende i gendarmi: hanno agito in base ad accordi transfrontalieri stipulati negli anni ‘90. E’ vero solo a metà, sostiene Roma: gli agenti francesi hanno “invaso”, armi in pugno, un locale assegnato dall’Italia alle Ong che sostengono i migranti in difficoltà, i disperati che tentano di raggiungere la Francia (dove peraltro vige lo “ius soli”). Dal Viminale, Minniti avverte: potremmo stracciare quegli accordi e impedire ai poliziotti francesi di varcare la frontiera italiana. Se Di Maio approva la convocazione dell’ambasciatore di Macron, Salvini va oltre: anziché espellere diplomatici russi dopo l’opaco affare Skripal, dice, sarebbe il caso di allontare da Roma il personale diplomatico francese.In diretta web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”, Carpeoro taglia corto: inutile sperare che cambi qualcosa, dato il peso internazionale dell’Italia – ormai pari a zero. «D’altro canto, qui da noi, appena uno canta l’inno nazionale lo prendono in giro. Se noi stessi non abbiamo rispetto per quello che siamo, perché ne dovrebbero avere gli altri?». Avvocato e scrittore, nonché esperto simbologo, Carpeoro è un originale osservatore della situazione contemporanea. Nel saggio “Dalla massoneria al terrorismo” svela i retroscena (interamente occidentali, atlantici) dell’odierna strategia della tensione internazionale. Punta il dito sulla “sovragestione” occulta del massimo potere, che ogni tanto fa vittime eccellenti anche tra i suoi stessi esponenti – come Nicolas Sarkozy, ora nella bufera. Ma se il caso Sarkozy è un’eccezione, la regola nel Belpaese è un’altra: «L’Italia ha consentito che i suoi massimi esponenti politici fossero trascinati nel fango, senza tutelarli in nulla: ha consentito che dall’estero si pigliassero per il culo il propri leader».Proprio di Sarkozy si ricordano le grasse risate alle spalle di Berlusconi, condivise con Angela Merkel, di fronte alla compiacente stampa italiana, deliziata all’idea che i “paesi seri” si prendessero gioco del proprio premier “impresentabile”. «L’Italia è questo», insiste Carpeoro: «Noi per primi abbiamo utilizzato l’odio degli stranieri per “fottere” i nostri stessi connazionali». E’ una storia lunga e ripetitiva, che risale a Craxi e, prima ancora, a Mattei. Nel saggio “Il compasso, il fascio le la mitra”, che illumina gli aspetti più oscuri all’origine del fascismo, Carpero descrive i legami internazionali (Francia, Gran Bretagna) del faccendiere massone Filippo Naldi, uomo-chiave dell’ascesa e poi della caduta di Mussolini, nonché della spietata liquidazione di Giacomo Matteotti, che aveva scoperto (a Londra) la corruzione del sovrano, Vittorio Emanuele III, implicato nello scandalo petrolifero della Sinclair Oil. Sulla stessa nascita della repubblica italiana, Carpeoro ha manifestato perplessità: «Il socialdemocratico Pierluigi Romita ha potuto fare il ministro “a vita” perché suo padre, Giuseppe Romita, ministro dell’interno nel ‘46, custodì il segreto del vero risultato del referendum che ufficialmente bocciò la monarchia».Se la repubblica “antifascista” è nata già fragile, il resto l’hanno fatto gli italiani: «Non dobbiamo lamentarci di nulla, perché noi per primi non abbiamo avuto rispetto dell’Italia. Non possiamo pretendere che altri ce l’abbiano: non siamo in questa condizione», aggiunge Carpeoro. «L’italiano accetta questa situazione perché non assoggetta mai la propria individualità agli interessi generali, come invece avviene all’estero». Umiliazioni come quella appena inferta dai gendarmi francesi? Ne usciremo solo «quando cominceremo ad avere più rispetto del nostro Stato e delle nostre istituzioni, senza assoggettarle continuamente a trame e complotti dove abbiamo regolarmente chiesto noi l’aiuto per diffamare leader politici di fronte a fonti di informazioni estere».«In questo momento – scandisce Gianfranco Carpeoro – l’Italia è lo zerbino del mondo». Lo dimostra la disinvoltura con cui la gendarmeria doganale francese ha condotto un’operazione contro i migranti a Bardonecchia, in valle di Susa, su suolo italiano e senza neppure avvisare la nostra polizia. «L’Italia non conta nulla. Ed è tutta colpa è nostra», aggiunge Carpeoro: «Se il problema oggi sono i francesi è solo perché sono confinanti, e quindi ci sono più possibilità che commettano degli abusi. Ma nei confronti dell’Italia gli abusi li fanno tutti». Immediata (ma rituale) la reazione della Farnesina, che ha convocato l’ambasciatore francese. A stretto giro, Parigi difende i gendarmi: hanno agito in base ad accordi transfrontalieri stipulati negli anni ‘90. E’ vero solo a metà, sostiene Roma: gli agenti francesi hanno “invaso”, armi in pugno, un locale assegnato dall’Italia alle Ong che assistono i migranti in difficoltà, i disperati che tentano di raggiungere la Francia (dove peraltro vige lo “ius soli”). Dal Viminale, Minniti avverte: potremmo stracciare quegli accordi e impedire ai poliziotti francesi di varcare ancora la frontiera italiana. Se Di Maio approva la convocazione dell’ambasciatore di Macron, Salvini va oltre: anziché espellere diplomatici russi dopo l’opaco affare Skripal, dice, sarebbe il caso di allontare da Roma il personale diplomatico francese.
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Craig Roberts: americani folli, stanno ammazzando i russi
La Russia ha portato le prove che Washington sta collaborando con l’Isis negli attacchi contro le forze armate della stessa Russia. In un attacco condotto da Washington, l’Isis ha cercato di catturare 29 poliziotti militari russi. Tuttavia, sono entrate in azione le forze speciali russe e il risultato ha prodotto perdite incredibili per l’Isis. In un altro attacco condotto da Washington, il generale Valery Asapov e due colonnelli russi sono stati uccisi durante un assalto in violazione degli accordi. Prima o poi il governo russo si renderà conto che quello di Washington non è un governo razionale con cui si può parlare di diplomazia, perseguire la pace o raggiungere qualche accordo. Prima o poi il governo russo si renderà conto che, lungi dall’essere razionale, Washington è un insieme di psicopatici, pazzi criminali che sono arrivati a capo di tutto il complesso militare e della sicurezza che, a turno, badano solo a tutelare i loro enormi profitti. In altre parole, per i poderosi gruppi di interesse che controllano il governo degli Stati Uniti, la guerra è un centro di profitto.Non c’è diplomazia russa che basti per far qualcosa su questo punto. È un peccato che il governo russo non si sia reso conto di chi erano quelli con cui stavano trattando. Se il governo russo non avesse dovuto sottoporre la propria razionalità all’ombra di Washington, la guerra in Siria sarebbe già finita da un paio di anni; invece, sperando di giungere ad un accordo, i russi hanno accettato i tanti “stop-&-go” che chiedeva Washington per guadagnare tempo e per riprendere fiato dallo shock prodotto dall’intervento dei russi e per mettere in atto il piano per dividere la Siria e mantenere così il conflitto vivo per sempre. Ma le speranze di una pacificazione sono venute a mancare e il pericolo di cui il ci avvertiva “The Saker” è diventato reale.Le proteste dei calciatori neri che si sono rifiutati di restare sull’attenti durante l’inno nazionale sono arrivate in un momento sfortunato. Fanno buon gioco a tutto il complesso militare e della sicurezza, che sta usando la voce forte del presidente Trump – che sfida l’“anti-americanismo” – per fustigare il fervore patriottico. È incredibile come le persone ci caschino ogni volta. Il complesso militare e di sicurezza e le loro “press-titutes” stanno facendo sollevare la rabbia della gente contro coloro che “attaccano il nostro paese”. Questa rabbia si sposterà presto ai giocatori-neri di football contro la Russia. Dopo essersi messi in tasca la gente, il complesso militare e di sicurezza potrà alzare il livello delle sue sconsiderate provocazioni contro la Russia fino a quando non saremo tutti morti.(Paul Craig Roberts, “Washington ha cominciato il suo conflitto militare contro la Russia”, dal blog “LeRockWell.com” del 27 settembre 2017, tradotto da Bosque Primario per “Come Don Chisciotte”. Prestigioso analista geopolitico, Craig Roberts è stato viceministro del Tesoro nel governo di Ronald Reagan).La Russia ha portato le prove che Washington sta collaborando con l’Isis negli attacchi contro le forze armate della stessa Russia. In un attacco condotto da Washington, l’Isis ha cercato di catturare 29 poliziotti militari russi. Tuttavia, sono entrate in azione le forze speciali russe e il risultato ha prodotto perdite incredibili per l’Isis. In un altro attacco condotto da Washington, il generale Valery Asapov e due colonnelli russi sono stati uccisi durante un assalto in violazione degli accordi. Prima o poi il governo russo si renderà conto che quello di Washington non è un governo razionale con cui si può parlare di diplomazia, perseguire la pace o raggiungere qualche accordo. Prima o poi il governo russo si renderà conto che, lungi dall’essere razionale, Washington è un insieme di psicopatici, pazzi criminali che sono arrivati a capo di tutto il complesso militare e della sicurezza che, a turno, badano solo a tutelare i loro enormi profitti. In altre parole, per i poderosi gruppi di interesse che controllano il governo degli Stati Uniti, la guerra è un centro di profitto.