Archivio del Tag ‘interessi passivi’
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Soldi gratis: il mondo vuole la Mmt, e l’Italia ignora Draghi
Finire impiccati dagli interessi passivi sul debito pubblico: succede, se si impedisce allo Stato di rimediare, emettendo liquidità a costo zero. Non a caso, l’Italia è in avanzo primario da decenni: in termini di servizi, lo Stato spende meno di quanto incassi dai cittadini sotto forma di tasse. E allora perché nessuno dà retta a Mario Draghi, che nella sua ultima esternazione da presidente della Bce ha evocato il ricorso alla Modern Money Theory di Warren Mosler, cioè il finanziamento teoricamente illimitato da parte dello Stato mediante immissione di liquidità? Se lo domandano Paolo Becchi e Giovanni Zibordi su “Milano Finanza”, ricordando che la Mmt è oggi sostenuta persino da Jan Hatzius, capo-economista di Goldman Sachs, e da Stefanie Kelton, “mente” economica del candidato democratico Bernie Sanders. Con Trump, il debito pubblico Usa aumenterà di altri 1.200 miliardi di dollari, sforando i 23.000 miliardi, proiettando l’America nel decimo anno consecutivo di espansione «senza avere problemi di inflazione o di debolezza del dollaro». Il debito del Giappone rappresenta il 250% del Pil, e Tokyo ha appena lanciato un altro piano di espansione fiscale, con tassi d’interesse vicini allo zero, «continuando a smentire gli economisti che si preoccupavano del livello del suo debito pubblico».Anche nell’Eurozona si è “stampato moneta”, ricordano Becchi e Zibordi, nel senso che la Bce ha triplicato il suo bilancio (da 1.300 a 4.700 miliardi in pochi anni) comprando più di un terzo dei titoli di Stato sul mercato, e finanziando banche italiane e spagnole che a loro volta ne hanno comprati. «Il risultato è stato che i tassi di interesse sono scesi più o meno a zero o persino sotto zero, e il mercato e lo “spread” è stato addomesticato». A livello globale il debito pubblico negli ultimi dieci anni è più che raddoppiato, aggingono i due analisti, ma i tassi d’interesse sono scesi ai livelli più bassi della storia: un risultato che è più in accordo con la Mmt che con i testi di macroeconomia più diffusi. «La tesi centrale di Warren Mosler è appunto che la politica ottimale sarebbe non emettere titoli di Stato (Treasury o Btp) e tenere i tassi a zero», riassumono Becchi e Zibordi. «I deficit verrebbero finanziati con un misto di finanziamento da parte della banca centrale ed emissione di titoli a breve come i Bot o i T-Bills a cui applicare un limite di rendimento molto basso (0,5% ad esempio)». Da settembre, la Fed sta comprando 60 miliardi di T-Bills al mese, aiutando (pur senza ammetterlo, e dando una motivazione diversa) a finanziare gli enormi deficit pubblici Usa. E non è un caso che Trump le chieda insistemente di portare i tassi a zero.Negli ultimi anni, archiviato l’orrore della Grecia – paese svenduto, licenziamenti in massa, stipendi dimezzati e pensioni decurtate, ospedali senza medicine per i bambini – negli ultimi anni «il mondo assomiglia più a quello che descriveva la Mmt che a quello dei Cottarelli & Company, per i quali invece l’aumento del debito pubblico porta a rischi di default e, se monetizzato, porta a inflazione e svalutazione senza freni». Quello che è stato vietato alla Grecia (e che avrebbe salvato la società allenica, che oggi ha “i conti in ordine” e quindi la peggiore economia europea) viene invece praticato largamente: si smette di considerare lo Stato “una famiglia” e si torna alla verità, cioè alla funzione salvifica del potere di emissione monetaria a costo zero. «Se ora applichiamo la Mmt alll’Italia – scrivono i Becchi e Zibordi su “Milano Finanza” – dobbiamo ricordare che dai primi anni ‘80 lo Stato ha pagato in totale 4.000 miliardi di interessi su Bot, Cct e Btp, per cui si può senz’altro dire che il debito pubblico, di 2.300 miliardi, sia dovuto solo agli interessi cumulati», e dunque «ad un caso, se vogliamo, di “macro-usura”». Se l’Italia avesse applicato la ricetta Mmt di finanziare in parte tramite la banca centrale e in parte con Bot a rendimento limitato – aggiungono i due analisti – avrebbe potuto risparmiare qualcosa come 3.000 miliardi di interessi ed evitare l’austerità, cioè gli “avanzi primari” a cui è obbligata dal 1995.E’ curioso, continuano Becchi e Zibordi, che si finga di non vedere che a salvare il mondo occidentale da una crisi sistemica (e non solo quello, perché la Cina ha aumentato da 7.000 a 40.000 miliardi di dollari i suoi aggregati monetari) sia stato il massiccio intervento di creazione di moneta. Solo la povera Italia, dopo la Grecia, deve restare esclusa dalla soluzione che tutto il mondo pratica da tempo? Dal 1862 al 1980 lo Stato italiano ha finanziato il 54% dei suoi deficit con moneta emessa dalla banca centrale. «Il cuore del problema è la famigerata creazione di moneta da parte dello Stato, che nel mondo moderno è affidata alla banca centrale quando finanzia i deficit pubblici». Un raddoppio dei debiti pubblici nel mondo come quello occorso dalla crisi di Lehman in poi, finanziato in parte da creazione di moneta della banca centrale, «non ha avuto conseguenze negative, anzi: ha consentito di salvare i sistemi bancari e aumentare la spesa (fuori dall’Eurozona), riducendo le tasse e quindi sostenendo l’economia. «Se si guarda a Spagna e Francia, che hanno raddoppiato il debito pubblico dal 2007 tenendo deficit elevati, si vede che hanno potuto riprendersi molto meglio dell’Italia», che invece «ha continuato a tassare più di quello che spendeva».I 60 o 70 miliardi di interessi l’anno, infatti, «ritornavano solo in piccola parte alle famiglie», per cui il deficit del 2% medio italiano, in realtà, «non stimolava l’economia», e le tasse, comunque, «finivano per aumentare sempre». In più, «il vincolo di bilancio ha impedito allo Stato di intervenire a sostegno delle banche italiane in crisi dopo il 2008», come invece è accaduto negli altri paesi. E così, si è lasciato che si tagliasse in modo indiscriminato il credito alle imprese italiane (-25% in dieci anni). «La soluzione – scrivono Becchi e Zibordi – è invece proprio quella di andare avanti sulla strada della monetizzazione del debito, come ha fatto il Giappone dove la banca centrale ne possiede oggi il 44% e una cifra pari al 100% del Pil nipponico». Da trent’anni il Sol Levante ha altissimi deficit primari, «perché ha tenuto la tassazione molto più bassa di noi», e così «il reddito pro capite giapponese è aumentato quanto quello medio dell’Eurozona, mentre il nostro è collassato del -7% dal 2007». Dopo trent’anni (e dopo aver pagato 4.000 miliardi di interessi sui titoli di Stato), secondo Becchi e Zibordi è insensato non ricorrere alla Mmt: significa «continuare a paralizzare per sempre il popolo italiano». Servirebbe «una soluzione una tantum per monetizzare parte di questo debito, che è poi quello che, sotto false spoglie, sta facendo Bankitalia, che ha ora 400 miliardi di debito pubblico».La Mmt, concludono i due analisti, ha il pregio di inquadrare questa soluzione in una teoria della moneta moderna in cui la politica ottimale sarebbe quella di non emettere più Btp, e di finanziare i deficit per metà tramite la banca centrale e per metà con Bot a tasso prefissato. «Un’altra possibilità è emettere debito permanente a cui dare la caratteristica di moneta, cioè tramite cui consentire al pubblico di spendere come da un conto corrente». Attenzione: i Btp decennali non sono sempre esistiti; sono un’invenzione recente, dei primi anni ‘90, e avevano lo scopo di attirare investitori e banche straniere sul nostro debito, che all’epoca era in mano alle famiglie e alle banche (pubbliche) italiane. «Bisogna riconoscere che è stato un errore estromettere le famiglie italiane e affidarsi al mercato estero, anche se non si vuole ammetterlo nonostante l’evidenza delle banche centrali che sono costrette a stampare moneta per ritirare dal mercato titoli, sia in Europa, che in America che in Giappone». La Mmt di Mosler? «Aveva previsto quello che è successo negli ultimi dieci anni». La sua teoria «aiuta a capire che si può uscire dalla paralisi attuale tornando a dare allo Stato il controllo del suo finanziamento». In tutto il mondo, oggi, si discute finalmente della Modern Money Theory, «e persino Draghi l’ha presa in seria cosididerazione». In Italia, invece, «se ne parla solo per screditarla». Nel 2018, Mattarella stoppò Paolo Savona perché, secondo il capo dello Stato, “i mercati” non lo avrebbero gradito, al ministero dell’economia. Eppure, con la Mmt, i “mercati” di cui parla Mattarella – i signori dello spread – sarebbero fuori gioco: neutralizzati dall’emissione di moneta.Finire impiccati dagli interessi passivi sul debito pubblico: succede, se si impedisce allo Stato di rimediare, emettendo liquidità a costo zero. Non a caso, l’Italia è in avanzo primario da decenni: in termini di servizi, lo Stato spende meno di quanto incassi dai cittadini sotto forma di tasse. E allora perché nessuno dà retta a Mario Draghi, che nella sua ultima esternazione da presidente della Bce ha evocato il ricorso alla Modern Money Theory di Warren Mosler, cioè il finanziamento teoricamente illimitato da parte dello Stato mediante immissione di liquidità? Se lo domandano Paolo Becchi e Giovanni Zibordi su “Milano Finanza“, ricordando che la Mmt è oggi sostenuta persino da Jan Hatzius, capo-economista di Goldman Sachs, e da Stephanie Kelton, “mente” economica del candidato democratico Bernie Sanders. Con Trump, il debito pubblico Usa aumenterà di altri 1.200 miliardi di dollari, sforando i 23.000 miliardi, proiettando l’America nel decimo anno consecutivo di espansione «senza avere problemi di inflazione o di debolezza del dollaro». Il debito del Giappone rappresenta il 250% del Pil, e Tokyo ha appena lanciato un altro piano di espansione fiscale, con tassi d’interesse vicini allo zero, «continuando a smentire gli economisti che si preoccupavano del livello del suo debito pubblico».
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Elogio dell’evasore fiscale: i veri danni all’erario sono legali
NOTEFacciamo alcune premesse: 1) La contraffazione di euro è reato, e va punita. 2) Il monopolio dell’emissione monetaria consegnata dagli Stati alle banche private è un metodo anacronistico, da superare: la finanza, che dovrebbe essere a servizio del lavoro, con questo metodo diventa padrona e destabilizza l’economia. 3) Non è possibile cambiare il sistema in tempi brevi; è quindi necessario il “falsario legale”: metodi alternativi di emissione, fuori dal circuito bancario. Personaggi come Tanlongo o Alves Reis non hanno atteso il 1971 (1) per capire che la moneta è pura convenzione: non servono riserve auree a supporto, basta farla circolare. Sintetizzo da Wikipedia: «Alves Reis si arricchì rapidamente investendo le banconote (2) in attività finanziarie in Angola e, paradossalmente, stimolò in senso positivo l’economia». Non c’è niente di “paradossale”: l’economia era asfittica perché le banconote non giungevano al mondo del lavoro; l’arrivo di nuova moneta, pur nata con metodi truffaldini, mise in moto risorse lavorative intorpidite dalla mancanza di denaro. Wikipedia ripete poi il mantra: «L’immissione dell’ingente quantitativo di denaro operata attraverso la truffa alimentò nel paese il processo di inflazione». In Portogallo la sterlina valeva 7,50 réis nel 1919 e 127,40 réis nel 1924 (3), con inflazione superiore al 40%. Devastante, ma anteriore alla truffa di Alves Reis. Dal 1925 iniziò invece il periodo di stabilità.Luoghi comuni. Che abbondano anche quando si parla di evasione fiscale. “Tot miliardi di euro saranno recuperati dalla lotta all’evasione fiscale”. Uffa. Nell’anno del record (2014) le attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate hanno incassato 8 miliardi di euro. Considerato che gli interessi passivi annui sono 80 miliardi, l’intervento di recupero fiscale, importante, non sarà mai risolutivo. Il problema per l’Erario non è tanto l’evasione fiscale, ma piuttosto “quanto riesco a incassare rispetto alle previsioni”. Prendete la Fca, azienda italo-statunitense di diritto olandese con domicilio fiscale nel Regno Unito. E’ la nostra vecchia Fiat, per intenderci. «La sede olandese e il domicilio fiscale a Londra permettono risparmi fiscali ai soci» (“Il Sole 24 Ore”), quindi i “risparmi fiscali ai soci” equivalgono a soldi persi dall’Erario italiano. Tutto legale. Ma il bottegaio Filippo, che non può avere domicilio fiscale a Londra, si trova con la pressione fiscale aumentata. Poi c’è il “gira gira”: banche speciali studiano la fiscalità degli Stati e trovano metodi per creare liquidità extra per le grandi aziende. Ad esempio: «Create una ditta in Slovenia; fatele acquistare un’azienda fallita in Italia; date macchinari e capannoni in leasing a un’altra ditta in Spagna; fate fondere l’azienda slovena con quella spagnola; avrete alla fine un grosso vantaggio fiscale».Affastello queste parole a casaccio, solo per far capire il metodo. Tutto è regolare: non puoi vietare di aprire società, acquistare ditte fallite, dare beni in leasing. Ma l’idraulico Fiorenzo, che non sa nemmeno distinguere tra Slovenia e Slovacchia, si troverà la pressione fiscale aumentata. Ci sono anche i paradisi fiscali, per non pagare tasse, e non solo. Ad esempio la società Valle Emersa vuol far figurare 30.000 dollari di partecipazioni attive alla Dunstone (scatola vuota con sede alle Cayman) che raccoglie in realtà 750.000 dollari di suoi debiti. Paga un revisore che certifica il falso bilancio Dunstone. Per scoprire il marchingegno bisogna andare fisicamente alle Cayman; ma i budget dei controllori sono ridotti e nessuno andrà a verificare. Comunque, tranquilli, non sono fatti reali: ho preso l’episodio da un romanzo. Certe cose vere si possono raccontare solo nei romanzi. Ci sono infine sofisticate tecniche di elusione fiscale. Nessuno di noi ha accesso a queste possibilità. L’Italia è fatta di dipendenti, di piccole partite Iva, di piccole ditte. Scegliere la residenza fiscale, giocare al gira gira, servirsi delle Cayman, fare elusione spinta, comporta investimenti, grosse parcelle a professionisti. Devi avere quindi un patrimonio abbondante. Ossia devi essere un rentier, che lucra anche sugli interessi passivi.Fissiamo il primo punto: l’area della grande perdita per l’Erario è gestita da una casta molto ridotta, ed è la medesima casta che lucra dallo Stato gli interessi passivi. La stragrande maggioranza degli italiani può solo subire: altissima pressione fiscale, stress delle indagini dell’Agenzia delle Entrate, interessi passivi (tassa occulta del 15%), calo dei servizi per rendere il debito “sostenibile”. “Evasione fiscale”: la mente va allo scontrino non battuto o alla fattura non emessa. Ma sono briciole. Reati, certamente. Punibili, certamente. Ma non facciamone il vertice dei nostri pensieri e della salvezza dell’Italia. Conoscete Sempronio, mendicante a piazza San Pietro? Si avvicina e chiede se potete dargli un centesimino. Se non rispondete, dice con aria sconsolata: «Un tempo la gente era garbata, rispondeva alle domande». Gli date qualcosa, e non sarà un centesimino. Questo omino può prendere 50 euro al giorno, 18.250 euro in un anno, ed è un evasore totale. Pensate che porti danno all’Erario? Certamente no, porta un beneficio. Raccoglie infatti euro superflui dai passanti e con quelli mangia, paga bollette, compra medicine, lava i vestiti (l’omino del centesimino è ordinato). Forse mantiene sua mamma a casa. Ognuno dei 18.250 euro va a un’attività economica, che a sua volta alimenta l’Erario.E se i 18.250 euro fossero il reddito di una piccola bottega? Se il padrone non batte lo scontrino, fa un danno? Commette un reato, ma non fa un danno: salva l’azienda, evitando così che in Italia ci sia una famiglia povera in più, e riversa il suo “risparmio fiscale” nell’economia, spendendo. Non è come il risparmio fiscale della Fca, perfettamente legale, che va però ai soci e quindi entra nel calderone della finanza. Fissiamo il secondo punto: l’evasione fiscale di una persona che usa i soldi per vivere è certamente reato, potete anche giudicarla immorale, ma non produce danno allo Stato. Ultimo punto. Se lo Stato avesse una pressione fiscale del 100%, come lo giudichereste? Stato totalitario schiavista. Col 99% 98% 97%… sarebbe la stessa cosa. Scendendo si arriva a percentuali di pressione fiscale da “zona grigia”: percentuali sostenibili da alcuni (se hai un netto in busta da 5.000 euro, chi se ne frega della pressione fiscale), insostenibili per altri (rimane il reato, ma cessa l’immoralità dell’atto: far campare la famiglia prevale sull’interesse dello Stato). Quindi stiamo attenti: combattere l’evasione va bene, ma farne un mito è un male. Ci fa dimenticare che i danni più grossi all’Erario avvengono nella piena legalità, e ci fa dimenticare che la casta dei “grandi” beve dall’Erario e beve anche dal debito.(Giovanni Lazzaretti, “Elogio dell’evasore fiscale”, da “Attivismo.info” del 29 febbraio 2016. Il citato Bernardo Tanlogo era il direttore della Banca Romana durante lo scandalo di fine ‘800, mentre Artur Virgilio Alves dos Reis truffò la banca centrale portoghese nel 1925. Note: (1) Dichiarazione di Nixon sulla non convertibilità dei dollari in oro; (2) Soldi falsi, nel senso di “non emessi dalla Banca del Portogallo”, ma veri, perché stampati dalla stessa ditta utilizzata dalla Banca del Portogallo; (3) José H. Saraiva, “Storia del Portogallo”, pagina 312, books.google.it).Facciamo alcune premesse: 1) La contraffazione di euro è reato, e va punita. 2) Il monopolio dell’emissione monetaria consegnata dagli Stati alle banche private è un metodo anacronistico, da superare: la finanza, che dovrebbe essere a servizio del lavoro, con questo metodo diventa padrona e destabilizza l’economia. 3) Non è possibile cambiare il sistema in tempi brevi; è quindi necessario il “falsario legale”: metodi alternativi di emissione, fuori dal circuito bancario. Personaggi come Tanlongo o Alves Reis non hanno atteso il 1971 (1) per capire che la moneta è pura convenzione: non servono riserve auree a supporto, basta farla circolare. Sintetizzo da Wikipedia: «Alves Reis si arricchì rapidamente investendo le banconote (2) in attività finanziarie in Angola e, paradossalmente, stimolò in senso positivo l’economia». Non c’è niente di “paradossale”: l’economia era asfittica perché le banconote non giungevano al mondo del lavoro; l’arrivo di nuova moneta, pur nata con metodi truffaldini, mise in moto risorse lavorative intorpidite dalla mancanza di denaro. Wikipedia ripete poi il mantra: «L’immissione dell’ingente quantitativo di denaro operata attraverso la truffa alimentò nel paese il processo di inflazione». In Portogallo la sterlina valeva 7,50 réis nel 1919 e 127,40 réis nel 1924 (3), con inflazione superiore al 40%. Devastante, ma anteriore alla truffa di Alves Reis. Dal 1925 iniziò invece il periodo di stabilità.
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La moneta è in poche mani. Comandano loro, non i politici
L’economia politica, gli insuccessi delle rivoluzioni sociali, la condizione della società sotto la finanza, si possono spiegare in una pagina, liberandosi di complicazioni costruite ad arte per nascondere una realtà di base molto semplice e lineare: nella società, ciascuno è produttore e consumatore, domanda e offerta (anche negli investimenti produttivi, dove si richiede denaro oggi promettendo un profitto futuro). Secondo Marco Della Luna, tutta l’economia di scambio necessita di moneta accettata e spendibile, per poter funzionare. Se manca la moneta, cessano gli scambi e l’economia rallenta. E quindi, chi si impadronisce del monopolio della moneta (creazione, distribuzione, prezzatura e accettazione) domina l’economia, tanto più che oggi la valuta circolante è moneta-debito, quasi tutta in forma di credito. Se si aumenta o si diminuisce la liquidità disponibile si fa crescere l’economia o la si fa recedere, creando crisi generali di insolvenza. «Scegliendo le aree geografiche e i settori economici da spingere e da affossare», il monopolio della moneta «specula, arbitra, destabilizza, ricatta». Inoltre, facendo accettare come valore la moneta simbolica creata a costo zero e fornendola come prestito a interesse composto, «gradualmente si fa creditore di tutto il reddito presente e futuro». Non a caso, «il totale del debito diventa sempre più grande della liquidità esistente, e il totale degli interessi passivi da pagare tende a superare il reddito mondiale».Non solo: indebitando indissolubilmente persone, imprese e Stato verso di sé, il potere monetario li sottomette. «E se qualcuno o qualcosa (governo? block chain? criptovalute?) minaccia questa sua posizione di monopolio, lo elimina o lo sabota, o lo compera: il sistema è blindato; il mondo si trova all’interno questo grande meccanismo finanziario», scrive Della Luna nel suo blog. «Sostanzialmente – aggiunge – il monopolista monetario è un punto di passaggio obbligato per ogni singola transazione, e ogni transazione deve pagar pedaggio in una moneta che deve prendere a prestito da lui, con interesse». Attualmente, continua l’analista, vediamo che una grande quantità di transazioni, vendite di beni e di servizi (e una grande quantità di produzioni) «non possono avvenire, solo perché manca la moneta», mentre la domanda e l’offerta (e la capacità produttiva) sono interamente presenti. «Il monopolista, che non produce alcun valore, blocca la produzione del valore e crea povertà, recessione». Sintetizza Della Luna: «L’economia politica, in essenza, è tutta qua. E non si uscirà da questo meccanismo finché si resterà in una società basata sugli scambi economici». Da lì derivano «crescite e recessioni, bolle e crolli, debito pubblico, pressione fiscale, rating, insolvenze generali, liquefazione degli Stati, mondialismo, impotenza della politica».Certo, in economia e in politica operano anche altri fattori, ma secondo Della Luna sono ampiamente subalterni. Ovviamente non tutto è pianificato, controllato e determinato centralmente. Tuttavia, «il monopolio monetario dà l’impostazione generale e agisce dove e quando e come occorre». La forza, insiste l’analista, sta nel monopolio di una risorsa – la moneta – che è indispensabile, e non ha un costo né limiti di produzione. La moneta «indebita progressivamente la società che la usa verso il monopolista che la distribuisce, e che a quest’ultimo permette di comperare tutto e tutti, anche la censura, il gatekeeping, in modo che del monopolio monetario non si parli proprio, né dei suoi effetti». In altre parole, si passa «da monopolio a monarchia occulta». Aggiunge Della Luna: «Questa forza monopolista, e il suo esercizio come strumento di dominazione e sfruttamento dei corpi sociali, sono espressione delle costanti sociopolitiche empiricamente confermate dalla storia». Per esempio la “costante oligarchica”. Ovvero: «Ogni società organizzata è comandata da un’oligarchia che detiene il grosso del potere politico, economico, militare, tecnologico, culturale». Di conseguenza, «democrazia, eguaglianza, “rule of law” e certezza del diritto sono solo storytelling».C’è anche una “costante strumentale”, sostiene Della Luna: «Per l’oligarchia dominante, il corpo sociale è uno strumento, non un fine – come il gregge per il pastore, non come i figli per i genitori». E il principio costituzionale francese “gouvernment du peuple, pour le peuple, par le peuple”, finisce per essere anch’esso “storytelling”. «Per capire come si va evolvendo il sistema, queste due costanti – oligarchica e strumentale – vanno considerate assieme alla “variabile tecnologica”. Ossia: ciò che varia nel tempo e nei contesti politici sono gli strumenti – dalle armi alla religione, dalla finanza all’informatica fino alla genetica – a disposizione dell’oligarchia per controllare, dominare, usare il corpo sociale. «Coloro che credono nelle rivoluzioni, nelle riforme radicali e sistemiche, nella lotta di classe, nella giustizia sociale (compresi i miei amici che pensano di riuscirci attraverso una rivelazione-rivoluzione monetaria), rimangono sempre frustrati – scrive Della Luna – proprio perché ciò in cui credono è che quelle costanti si possano togliere, ossia che possa esistere una società organizzata non sull’oligarchismo, sul privilegio, sulla diseguaglianza, sull’oppressione».D’altronde, continua l’analista, «anche questa diffusa fede illusoria nella possibilità della giustizia sociale è una “costante”, nel senso che sopravvive ai suoi sempre nuovi fallimenti, e come tale viene anch’essa sfruttata per il consenso». E cioè: «Promettendo di correggere la struttura oligarchico-strumentale della società, che causa malessere popolare, per instaurare la giustizia, l’eguaglianza e la solidarietà, si può sempre raccogliere consenso e sostegno politici, e usarli per prendere la poltrona a chi ci sta seduto oggi: “Yes, we can!”». Barack Obama, insuperato campione mondiale di manipolazione politica. «Per raccogliere seguito popolare – conclude Della Luna – viene usata anche un’illusione che è complementare a quella suddetta, ossia la fede nella possibilità di realizzare un ordine sociale razionale e permanente o definitivo: la repubblica di Platone, gli ordinamenti teocratici, il socialismo reale, il Reich millenario, il mercato perfetto come fine liberale della storia». Ma anche questa «è un’illusione, dato che nella storia tutti gli ordinamenti politici sono instabili, passando per continue trasformazioni politiche, costituzionali, economiche, sociali, culturali, etniche, religiose». Un’illusione, certo. «Però funziona».L’economia politica, gli insuccessi delle rivoluzioni sociali, la condizione della società sotto la finanza, si possono spiegare in una pagina, liberandosi di complicazioni costruite ad arte per nascondere una realtà di base molto semplice e lineare: nella società, ciascuno è produttore e consumatore, domanda e offerta (anche negli investimenti produttivi, dove si richiede denaro oggi promettendo un profitto futuro). Secondo Marco Della Luna, tutta l’economia di scambio necessita di moneta accettata e spendibile, per poter funzionare. Se manca la moneta, cessano gli scambi e l’economia rallenta. E quindi, chi si impadronisce del monopolio della moneta (creazione, distribuzione, prezzatura e accettazione) domina l’economia, tanto più che oggi la valuta circolante è moneta-debito, quasi tutta in forma di credito. Se si aumenta o si diminuisce la liquidità disponibile si fa crescere l’economia o la si fa recedere, creando crisi generali di insolvenza. «Scegliendo le aree geografiche e i settori economici da spingere e da affossare», il monopolio della moneta «specula, arbitra, destabilizza, ricatta». Inoltre, facendo accettare come valore la moneta simbolica creata a costo zero e fornendola come prestito a interesse composto, «gradualmente si fa creditore di tutto il reddito presente e futuro». Non a caso, «il totale del debito diventa sempre più grande della liquidità esistente, e il totale degli interessi passivi da pagare tende a superare il reddito mondiale».
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La grande menzogna del Pd, che vive senza un programma
Non so se vi rendete conto che il Partito Democratico non ha un programma, eppure questa non è una novità. Per anni e anni, centrosinistra e centrodestra si sono alternati al potere; tutto l’arco parlamentare si divideva in pro e contro Berlusconi e sul conflitto d’interessi delle Tv (poi ci ha pensato Internet) ma di sensibile non cambiava mai niente, e i cittadini venivano distratti come tanti polletti con argomenti secondari, mentre il lavoro veniva sistematicamente precarizzato dai partiti di entrambi gli schieramenti, tutti insieme, appassionatamente. Qualcos’altro ci hanno lasciato in dote: Berlusconi soffocò l’economia passando dalla lira all’euro in modo troppo repentino (il doppio prezzo lira-euro andava mantenuto per molti più anni) colpendo in tal modo i lavoratori a paga fissa. Il centrosinistra da parte sua si è votato al neoliberismo sin dal 1981 e con Ciampi e Andreatta (col divorzio Bankitalia/Tesoro) ha indebitato il paese verso le banche italiane, mentre Monti, Draghi, Prodi, Amato, D’Alema e sempre Ciampi ci hanno incatenato nella moneta unica col rapporto di ingresso troppo forte (marco-lira 990) creando debito estero; un cambio che fu drogato da repentini scambi monetari ad hoc realizzati dalle banche europee e italiane (vendettero marco per comprare lira).Per questo vi parlano di Europa a sproposito, quando il tema è monetario; e per questo vi citano il fascismo, il nazismo, il populismo, il sovranismo, ecc, ogni volta che si accenna a questi temi. E’ una tecnica subliminale conosciutissima (si chiama associazione) ma che fa effetto, ed è l’unico argomento della campagna elettorale del Pd da anni (adesso speculano anche sulla morte di un giornalista radio). Io non sono sovranista ma chiedo che, “per cortesia”, si faccia qualcosa, e possibilmente in modo ragionevole e concordato, per riavere un cambio flessibile tra noi ed i tedeschi (ovviamente ciò è possibile con due monete diverse). Non voler ottenere ciò, temendo di essere spendaccioni, equivale a tagliarsi qualcosa per far dispetto alla moglie, soprattutto in virtù del fatto che la nostra spesa pubblica in beni e servizi è bassa da 40 anni, e che ciò che ha creato debito pubblico estero sono gli interessi passivi reali, conseguenza della moneta unica per noi troppo forte (che ha favorito e favorisce i nostri competitors) per non parlare della assenza di una vera banca centrale.La moneta troppo forte per una economia non equivale ad essere forti, ma anzi a diventare più deboli. Moneta troppo forte equivale ad alta disoccupazione, a bassi salari e alla ben nota desertificazione industriale. Forte devi diventarlo, la moneta forte non è lo strumento ma la conseguenza! Ci diventi se il mondo scambia la sua moneta per la tua, cioè se esporti più di quanto importi (e la tecnologia ti permette di farlo a lungo termine) e se richiami turisti. La Cina, ad esempio, molto presto avrà una classe media benestante che comprerà i prodotti stranieri nei supermarket. Sono centinaia di milioni di persone… Ecco spiegate le ragioni per cui il partito di Zingaretti non ha un programma. Il Pd è il partito dell’austerity e non può rivelare cosa ha intenzione di fare, perché ciò sarebbe controproducente a livello di consenso: sarebbero tagli e tasse, con qualche favore al proprio bacino elettorale. Non lo dico polemicamente, lo ha sempre fatto.Nel 2013, ricordo, prima del voto, Nessuno (nemmeno Berlusconi, peraltro) aveva inciso nel programma la modifica della Costituzione mediante pareggio di bilancio e Fiscal Compact; eppure, una volta presi i voti, questo Nessuno edificò il primo Nazareno (Bersani, Casini, Monti e Alfano come testimonial di Silvio Berlusconi, in foto al focolare) stravolgendo il senso più profondo della Costituzione nella componente economica (con un Parlamento illegittimo, vedasi Porcellum). Questo è solo un drammatico epilogo recente, un palo rovente nell’occhio della cittadinanza. Quindi i Dem, ancora oggi, restano nel vago, alzano cortine fumogene su questioni secondarie, si gettano nel marketing politico con polemiche strumentali e simboli, simboletti e sorrisi, e urlano contro ciò che viene approvato dal governo attuale. Cosa ha approvato questo governo? Qualcosa che sin dagli anni ‘90 (prima ero troppo piccolo) avrebbe fatto piangere di felicità qualsiasi elettore del Pds!Il mio libro del 2014, sul cui programma lavoravo sin dal dicembre 2011 (“Il neoliberismo che sterminò la mia Generazione”, edito da Andromeda: per chi volesse consultare in merito questo è il video nella Sala Conferenze della Camera) nel fondamentale paragrafo – un tantino predittivo? – “Come un cittadino informato rilancerebbe l’Italia”, conteneva questi punti (in neretto quelli realizzati o prossimi alla realizzazione da parte del governo): 3) Riconversione industrie verso settori tecnologici; 4) Riprofessionalizzazione della forza lavoro mediante corsi gratuiti; 5) Nuovo piano industriale (energia e ristrutturazione preesistente); 7) Messa in sicurezza del territorio investendo nell’idrogeologico; 9) Blocco privatizzazioni assets industriali; 18) Pensioni minime a 780 euro; 19) Tetto massimo alle pensioni (è stato fatto in questo caso qualcosa di temporaneo ma comunque lodevole); 20) Separazione banche di investimento da quelle commerciali; 21) Reddito di cittadinanza; 22) Salario orario minimo garantito.Il paragrafo seguente descriveva il modello danese alla perfezione, con contributi direttamente ottenuti dal ministero della Danimarca, cosa che fu “casualmente” ripresa in un articolo sul blog di Grillo qualche tempo dopo… non me ne voglia, ma successe anche con inceneritore, Bce prestatore di ultima istanza, Roosevelt, Benigni e Landini, vedasi Lalla, ecc. Aggiungendo che, come la senatrice Catalfo (5S) sa, fui il primo in assoluto ad accorgermi e denunciare/diffondere il legame tra Jp Morgan e le intenzioni “costituzionicide” del Nazareno, la componente predittiva del mio lavoro di cittadino informato raggiunge il top. Ai giornali dà fastidio affermare che i punti sono stati ottenuti dai 5S, e preferiscono parlare del leale (lo dico senza ironia) alleato monotematico leghista? Do loro uno spunto… dicano che l’ho ottenuto io! Marco Giannini, il Grillin Fuggiasco. Più seriamente, capisco che il 5S non sia perfetto, che non segua quelle logiche meritocratiche come credevo anni fa (con Di Maio però ciò sta migliorando sensibilmente), ma è un vanto avere in Parlamento persone che si sono migliorate e hanno “fatto tesoro” di tutto un certo tipo di lavoro.In conclusione (mi piacerebbe che per rispetto della onestà intellettuale questo pezzo venisse condiviso da tutti, da 5S, Pd, Fi, ecc) l’unico interesse di Zingaretti pare essere la redistribuzione delle poltrone e del potere all’interno dell’apparato; un apparato spezzettato in correnti forgiate sull’interesse della carriera personale (e non mi interessa parlare del fatto che Zingaretti sia indagato e prescritto; mi pare molto più importante evidenziare la mancanza di spessore). L’interesse di Di Maio, solo contro tutti, è continuare a riconsegnare al paese una soglia minima di sicurezza sociale (e deve riuscirci con la Lega, non avendo il 50%+1 purtroppo). Tutto il resto sono chiacchiere.(Marco Giannini, il Grillin Fuggiasco, “La menzogna più grossa del Pd, ovvero il partito che non ha mai avuto un programma”, da “Come Don Chisciotte” del 19 aprile 2019).Non so se vi rendete conto che il Partito Democratico non ha un programma, eppure questa non è una novità. Per anni e anni, centrosinistra e centrodestra si sono alternati al potere; tutto l’arco parlamentare si divideva in pro e contro Berlusconi e sul conflitto d’interessi delle Tv (poi ci ha pensato Internet) ma di sensibile non cambiava mai niente, e i cittadini venivano distratti come tanti polletti con argomenti secondari, mentre il lavoro veniva sistematicamente precarizzato dai partiti di entrambi gli schieramenti, tutti insieme, appassionatamente. Qualcos’altro ci hanno lasciato in dote: Berlusconi soffocò l’economia passando dalla lira all’euro in modo troppo repentino (il doppio prezzo lira-euro andava mantenuto per molti più anni) colpendo in tal modo i lavoratori a paga fissa. Il centrosinistra da parte sua si è votato al neoliberismo sin dal 1981 e con Ciampi e Andreatta (col divorzio Bankitalia/Tesoro) ha indebitato il paese verso le banche italiane, mentre Monti, Draghi, Prodi, Amato, D’Alema e sempre Ciampi ci hanno incatenato nella moneta unica col rapporto di ingresso troppo forte (marco-lira 990) creando debito estero; un cambio che fu drogato da repentini scambi monetari ad hoc realizzati dalle banche europee e italiane (vendettero marco per comprare lira).
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Economia a rotoli, Draghi pronto a congelare i conti correnti
L’economia dell’Europa “è tornata a crescere”. La disoccupazione “cala” anche in Italia. Le cose vanno così bene, che la Ue sta meditando il congelamento dei depositi, in caso di crisi, per impedire la corsa agli sportelli che trascinerà tutte le banche nell’abisso. Per salvare le banche, vi vieteranno di ritirare i vostri risparmi. Lo ha raccontato la “Reuters” il 28 luglio. La proposta è stata avanzata dall’Estonia, che ha la presidenza pro-tempore della Ue. La questione è discussa dietro le quinte dall’inizio dell’anno, e ha avuto una accelerazione due mesi fa, quando un panico bancario con corsa agli sportelli ha contribuito al fallimento del Banco Popular, poi “salvata” inglobandola in Santander. L’Estonia propone, «in caso di circostanze eccezionali», di bloccare tutti i “movimenti di capitale” da 5 a 20 giorni; fra i “capitali” sono espressamente compresi i depositi bancari, anche quelli sotto i 100 mila euro, che ci hanno fatto credere sono “garantiti” (da che?) anche se la vostra banca è fallita. La Germania è a favore della proposta estone. Altri paesi sono perplessi, e persino la lobby bancaria teme che questa misura non farà che «indurre i risparmiatori a ritirare i soldi prima».Se ne riparlerà da settembre; l’Estonia – questa prima della classe e neofita del liberismo, ma incline al bisogno a tornare all’autoritarismo sovietico – preme perché il decreto sia approvato entro novembre (evidentemente temono qualcosa …). In ogni caso dovrà essere approvato dal Parlamento Europeo. La discussione, e il rimando all’autunno, già basta dimostrare come i “leader politici europei” non abbiano la minima idea di come gestire uniti il problema della banche in fallimento – una conferma dell’incapacità di un decennio fa, quando la Bce ha salvato la situazione, se vogliamo dir così, “stampando” miliardi su miliardi di euro per trattenere l’Europa “unita” dall’abisso. La Banca Centrale, per conto delle banche private, ha assunto il potere reale e totale. Ormai il potere dei politici e della democrazia, ossia del voto, è una finzione di fronte a istituzioni che possono non solo creare denaro dal nulla, ma anche fissare il costo del denaro del tutto artificialmente, «decidere la preferenza fra il presente e il futuro», ma anche «manipolare il rischio e la percezione del rischio». Il che è reso necessario, nella logica della finanza globale, dal fatto che gli attivi delle banche sono una finzione – crediti che non valgono nulla – ma da cui dipende il valore di altri “attivi”.Perché «le banche trasformano il breve termine in lungo termine, il poco rischioso in più rischioso, il poco liquido in liquido; e moltiplicano la moneta, la creano semplicemente concedendo altri crediti; i crediti fanno i depositi. Tutto posa su promesse»: la promessa che qualcuno, un debitore, da qualche parte, continuerà a pagare gli interessi passivi sul suo debito. Se tale debitore è, poniamo, lo Stato italiano, con il suo debito pubblico oltre il 130% del Pil, è chiaro che esso non sarà mai onorato. Ma per le banche quel che conta è l’apparenza della solvibilità degli Stati, perché hanno usato i Bot per garantire altri “attivi” fantastici; se cadono i Bot, cadono tutti gli altri del castello di carte che vi hanno appoggiato sopra. Occorre dunque che lo Stato continui ad apparire solvibile, continuamente rinnovabile; occorre anche che non sia deprezzato; lo Stato deve dunque aumentare la pressione fiscale, pagare gli interessi sul debito – e sui debiti nuovi contratti per rinnovare il debito, ossia rimandarne al futuro la resa dei conti. Bisogna che continuiamo, noi contribuenti, a pedalare la bicicletta della finanza privata (chiamasi usura), perché se si ferma cade.Ora però la finzione è giunta al capolinea, come prova lo stesso fatto che la Banca Centrale sta prestando agli stati, e alle banche, a tasso zero, anzi sottozero. E sul fatto che ormai, il debito mondiale supera il 375% del Pil globale – tale da far sembrare oculata la repubblica italiana. «Se vincono i populisti, la Bce li debellerà provocando una corsa agli sportelli». I banchieri, gli Shylock, che contrariamente a noi hanno la memoria storica lunga, sanno che a questo punto il rischio è che i governi loro servi vengano rovesciati, e arrivino al potere dei “populisti”: che si riprendano la sovranità monetaria ed esercitino la prerogativa sovrana per eccellenza: il default, il rifiuto di pagare Shylock – e magari sbatterlo in galera. Dunque stavolta hanno imparato e sanno come contrastare l’avvento della loro nemesi… La Banca Centrale è già pronta: se dei “populisti” arriveranno al potere in qualche paese, Draghi li sconfiggerà provocando nel paese il panico bancario e la corsa agli sportelli: «Paralizzerà monetariamente il paese, spaventerà la gente per asfissiare le banche – e a meno di chiudere i confini alla fuga di capitali e decretare lo stato d’emergenza – misure decisamente impopolari – i populisti saranno spazzati via in qualche settimana dallo stesso popolo». Così l’economista Bruno Berthez.Non credete? Ma Draghi l’ha già fatto: alla Grecia. Ha sabotato i piani di Varoufakis per strappare una rinegoziazione del debito (impagabile) del paese, proprio favorendo una corsa agli sportelli delle banche greche, che ha fatto cadere nel panico i depositanti; la banca greca centrale ha ridotto la cifra che si poteva prelevare dai bancomat; in pochi giorni, Tsipras ha dovuto cedere. La Grecia è oggi serva eterna dell’usuraio, deve dare a Shylock la sua porzione di carne vicino al cuore. Dunque la Bce può fare il contrario di quello che la misura estone vuole scongiurare, vietando il ritiro dei depositi. Proprio così. Il dittatore totale è prontissimo a fare tutto e il contrario di tutto, per eternare il proprio potere. Mica sono lì per fare il vostro bene e dire la verità; sono lì per il potere, solo quello.(Maurizio Blondet, “L’economia va tanto bene, che l’Ue medita di bloccare i depositi”, dal blog di Blondet del 1° agosto 2017).L’economia dell’Europa “è tornata a crescere”. La disoccupazione “cala” anche in Italia. Le cose vanno così bene, che la Ue sta meditando il congelamento dei depositi, in caso di crisi, per impedire la corsa agli sportelli che trascinerà tutte le banche nell’abisso. Per salvare le banche, vi vieteranno di ritirare i vostri risparmi. Lo ha raccontato la “Reuters” il 28 luglio. La proposta è stata avanzata dall’Estonia, che ha la presidenza pro-tempore della Ue. La questione è discussa dietro le quinte dall’inizio dell’anno, e ha avuto una accelerazione due mesi fa, quando un panico bancario con corsa agli sportelli ha contribuito al fallimento del Banco Popular, poi “salvata” inglobandola in Santander. L’Estonia propone, «in caso di circostanze eccezionali», di bloccare tutti i “movimenti di capitale” da 5 a 20 giorni; fra i “capitali” sono espressamente compresi i depositi bancari, anche quelli sotto i 100 mila euro, che ci hanno fatto credere sono “garantiti” (da che?) anche se la vostra banca è fallita. La Germania è a favore della proposta estone. Altri paesi sono perplessi, e persino la lobby bancaria teme che questa misura non farà che «indurre i risparmiatori a ritirare i soldi prima».