Archivio del Tag ‘Marco Belpoliti’
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Custodi dell’Appennino: l’importanza di essere piccoli
L’importanza di essere piccoli, nelle periferie della montagna italiana: fino a trasformare gli abitanti in spettatori partecipi, e poi addirittura in “custodi” dei loro spazi ricolonizzati e della loro cultura. Territorio e comunità, ovvero: l’ultima vera frontiera civile che ci resta, nel supermarket-mondo assediato dalla crisi globale, tra le macerie di istituzioni politiche in via di smantellamento, sotto il ricatto della crisi finanziaria. Sovranità democratica dei territori: è l’obiettivo di “SassiScritti”, coraggiosa associazione culturale attiva sull’Appenino tosco-emiliano, impegnata in una missione fondata sulla devozione civica, il recupero di borghi montani da far rivivere attraverso la cultura popolare. “Custodi” è in titolo del progetto, in lizza al concorso nazionale “Che Fare”, che mette in palio centomila euro per realizzare un sogno: è una vera e propria gara basata sull’eccellenza e fondata sulla democrazia del tele-voto, via web.
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Rabbia, risposta estrema al collasso sociale del capitalismo
Rivoluzione addio? Sì, il suo posto è stato preso dalla rivolta. Da Clichy-sous-Bois, nella banlieue parigina, nel 2005, ad Atene nel 2008, all’assalto degli studenti londinesi nel 2010, o alla discesa in piazza a Roma del corteo degli studenti il 14 dicembre, la rivolta sembra aver preso il posto delle forze rivoluzionarie. La rivolta non ha progetto, non si proietta nel tempo futuro. Come sosteneva il germanista e mitologo Furio Jesi, «prima della rivolta e dopo di essa si stendono la terra di nessuno e la durata della vita di ognuno, nelle quali si compiono ininterrotte battaglie individuali». Solo nell’ora rivolta non si è più soli, ma si è nel flusso cangiante del Noi, entità provvisoria e labile, estatica e violenta.
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Fini, il male minore e il futuro della libertà
Da quando ricopre la terza carica dello Stato, Gianfranco Fini ha un’aspirazione che lo domina, costante: quella a esser statista oltre che uomo politico, e a scorgere nelle trasgressioni istituzionali di Berlusconi pericoli che lui, anche se solitario, vuol diminuire o combattere. Il suo magistero, come quello di Napolitano, è delicato: egli rappresenta la nazione, non può esser presidente di parte. Ma Fini ha osato molto, ultimamente, fino a praticare quella che Albert Hirschman chiama l’autosovversione: esprimendosi su temi essenziali come l’immigrazione, i diritti civili, il testamento biologico, la laicità.
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Einaudi rifiuta Saramago: “Diffama Berlusconi”
Ampia risonanza, in Italia e non solo, sta suscitando la decisione di Einaudi di non pubblicare l’ultimo libro del grande scrittore José Saramago, “Il quaderno”, nel quale il premio Nobel portoghese, abitualmente pubblicato in Italia dallo Struzzo, formula giudizi brutali sul premier Silvio Berlusconi, cui si riconduce la proprietà dell’Einaudi. L’editrice si difende: non pubblicherà il libro non perché anti-berlusconiano, ma perché semplicemente diffamatorio, a prescindere dall’identità del politico preso di mira da Saramago. Che comunque in Italia sarà ugualmente pubblicato: dall’altra editrice torinese, Bollati Boringhieri, che dichiara di non temere querele.
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Zanzotto: sono un sostenitore della Decrescita
Un convinto sostenitore della Decrescita. Così Andrea Zanzotto, massimo poeta italiano vivente, si confessa in una lunga intervista concessa a Nello Ajello sul settimanale “L’Espresso”. Dopo Guido Ceronetti, altro autorevolissimo intellettuale e “grande vecchio” della letteratura italiana, dichiaratosi fautore della Decrescita alla trasmissione “Che tempo che fa ” di Fabio Fazio su RaiTre, anche Zanzotto - protagonista della conversazione “In questo progresso scorsoio” con Marzio Breda (Garzanti, 2009) si schiera dalla parte della filosofia politica della Decrescita.