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Archivio del Tag ‘occupazione’

  • Barnard: attacco alle banche, è la prima volta nella storia

    Scritto il 06/4/13 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Siamo a una svolta storica. Vittime, quelli che fino a ieri erano ritenuti i colpevoli: le banche, con dentro i nostri soldi. La notizia: la politica tecnocratica ha stabilito che il capitale privato detenuto dal sistema bancario può essere liberamente espropriato per fini politici. «Guardate che questo è un passaggio della storia degno del giorno in cui Lutero appese le sue tesi alla cattedrale di Wittenberg», avverte Paolo Barbard. «Da questo momento in poi, gli investitori internazionali sanno che delle banche non si possono più fidare come porti sicuri dei loro investimenti. E allora ecco la conseguenza ultima: crolla nel mondo la fiducia nel sistema bancario». Nel 2013 si sbriciola il proclama di Ezra Pound, secondo cui «i politicanti sono i camerieri dei banchieri». Prima la Grecia, ora Cipro: su iniziativa di Draghi e della Lagarde, a rimetterci sono anche i privati: sta accadendo qualcosa che non s’era mai visto. «Non è possibile che un simile ribaltamento dei paradigmi di potere, un fatto di portata storica, non nasconda alla fine la usuale peste nera a spese delle usuali vittime, noi».

  • Futuro sostenibile: lavoro, terra e denaro non sono merci

    Scritto il 05/4/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Lavoro, terra e denaro: tre cose che, se diventano “merce”, decretano la fine del sistema sociale ed economico. Difatti, eccoci qua: globalizzazione, delocalizzazione delle produzioni, precarizzazione del lavoro, diseguaglianze crescenti, finanziarizzazione del comando capitalistico. Debito, pubblico e privato, come strumento di imbrigliamento della società, della politica e del lavoro. E poi guerre, crisi e insicurezza come condizione umana permanente. Fino a quarant’anni fa i meccanismi portanti dell’accumulazione del capitale erano stati il mito dello sviluppo economico e la crescita di salari, consumi e welfare: una sintesi di fordismo e politiche keynesiane governata con la continua espansione della spesa pubblica e l’intervento dello Stato nell’economia. Non era un mondo perfetto, come provvide a ricordare la grande contestazione del ’68. E oggi? Stiamo ancora peggio. E siamo alla vigilia di un nuovo, clamoroso cambio di paradigma: sarà valido soltanto ciò che potrà essere sostenibile.

  • Della Luna: traditori al potere, stanno demolendo l’Italia

    Scritto il 02/4/13 • nella Categoria: segnalazioni • (3)

    Il nostro paese è ormai sotto attacco: vogliono semplicemente eliminarci come concorrente economico. Il governo Monti ha reso evidente una realtà rimasta sottotraccia per anni. Obiettivo: distruggere completamente il sistema-Italia, che era fatto anche di imprese strategiche a partecipazione statale. Colonizzare definitivamente la penisola: a questo serve la demolizione del welfare, delle tutele del mondo del lavoro, della previdenza pubblica, della sanità, della scuola. “Traditori al governo: artefici, complici e strategie della nostra rovina”. E’ il titolo di un saggio dell’avvocato Marco Della Luna, autore di libri come “Euroschiavi” e il recente “Cimit€uro”, edito da Arianna. Nel mirino: i sistemi e gli strumenti di dominazione sociale, psicologici e monetari, che ci hanno messo in ginocchio, a partire dalla privatizzazione di Bankitalia avviata da Ciampi e Andreatta negli anni ’80.

  • Boldrini denuncia l’emergenza-povertà (ma non la spiega)

    Scritto il 01/4/13 • nella Categoria: idee • (1)

    Il Papa cattolico che si schiera platealmente con gli “ultimi”, così come l’arcivescovo che si spende per i più bisognosi, fa esattamente il suo “mestiere”, adempie appieno al suo mandato, alla sua missione apostolica. La solidarietà come orizzonte umanitario è anche la nobile funzione sociale di tante Ong, delle mille associazioni di volontariato, della Croce Rossa. E se invece a sedersi alla mensa dei poveri – anche solo per un giorno – è la presidente della Camera? Messaggio chiaro, morale e politico: guai a lasciare indietro chi sta male. Specie se la povertà, come ha detto Laura Boldrini il giorno di Pasqua, prima di pranzare con i derelitti di Ancona, in Italia è diventata «un’emergenza nazionale». Con forte ritardo, persino i media hanno cominciato a ripeterlo: in ogni città è ormai una folla quella che ogni giorno si mette in fila per un piatto di minestra alle mense della Caritas, magari dopo aver frugato nei bidoni della spazzatura o tra gli scarti dei mercati rionali.

  • Imprese strozzate dallo Stato, ridotto in bolletta dall’euro

    Scritto il 21/3/13 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Il problema numero uno si chiama euro – tecnicamente: impossibilità di emettere moneta sovrana – ma il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, preferisce parlare di uno dei suoi effetti più vistosi, cioè la mancata liquidazione dei crediti delle imprese da parte della pubblica amministrazione, ridotta in bolletta. Il saldo, secondo gli industriali italiani, potrebbe portare a 250.000 posti di lavoro nel giro di cinque anni, con una crescita del Pil dell’1% per i primi tre anni, per arrivare all’1,5% nel 2018. Robetta, in confronto ai centomila posti di lavoro “immediati” ipotizzati da Luciano Gallino se solo si ricorresse a finanziamenti speciali per i giovani, o ai 200.000 occupati nell’edilizia che secondo Maurizio Pallante, presidente del Movimento per la Decrescita Felice, scatterebbero senza costi aggiuntivi con un semplice piano nazionale di riconversione degli edifici, orientato al risparmio energetico.

  • Fiscal Compact, Guarino: il pareggio di bilancio è illegale

    Scritto il 11/3/13 • nella Categoria: segnalazioni • (7)

    Il pareggio di bilancio previsto dal Fiscal Compact? Da gettare nella spazzatura della storia. Azzerare il debito pubblico non è solo insostenibile, è anche illegale: perché viola il Trattato di Lisbona, che il debito pubblico lo ammette eccome, anche se limitato al 3% del Pil secondo una teoria “cabalistica” che si vuole risalente a una semplice boutade dell’allora presidente francese Mitterrand: «Il numero 3 suonava bene, ed era perfetto per togliermi di torno i ministri che mi assediavano con le loro continue richieste di soldi». Fondato sul contenimento ossessivo della spesa pubblica, il regime finanziario europeo non deriva da alcuna scienza economica, ma solo dall’ideologia dominante che prescrive di colpire lo Stato per favorire i grandi monopoli economici privati. E persino nella sua applicazione formale le autorità europee stanno violando la legge. Lo sostiene un giurista di peso internazionale come il professor Giuseppe Guarino, già docente di Cossiga ed esaminatore di Napolitano e Draghi, nonché ministro democristiano (finanze e industria) dall’87 al ’93. “Il teorico dell’euro-caos”, lo ribattezza la versione tedesca del “Financial Times”.

  • Fermato l’euro-golpe, Italia al bivio: democrazia o guerra

    Scritto il 07/3/13 • nella Categoria: idee • (4)

    L’Unione Europea nacque come progetto di pace e di solidarietà sociale raccogliendo l’eredità della cultura socialista e internazionalista che si oppose al fascismo. Negli anni ’90 le grandi centrali del capitalismo finanziario hanno deciso di distruggere il modello europeo, e dalla firma del Trattato di Maastricht in poi hanno scatenato un’aggressione neoliberista. Negli ultimi tre anni l’anti-Europa della Bce e della Deutsche Bank ha preso l’occasione della crisi finanziaria americana del 2008 per trasformare la diversità culturale interna al continente europeo (le culture protestanti gotiche e comunitarie, le culture cattoliche barocche e individualiste, le culture ortodosse spiritualiste e iconoclaste) in un fattore di disgregazione politica dell’unione europea, e soprattutto per piegare la resistenza del lavoro alla definitiva sottomissione al globalismo capitalista.

  • Tangenti Finmeccanica: le regole del mestiere delle armi

    Scritto il 13/2/13 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    «Non è possibile che un incidente come quello di cui sono stati protagonisti i due marò del San Marco, colpevoli o innocenti che siano, possa portare a una crisi così clamorosa nei rapporti fra Italia e India». Parola di Davide Giacalone, editorialista di “Libero”, secondo cui i due militari sarebbero solo due pedine di un gioco più grande: “extracosti” legati alle commesse di Finmeccanica, cioè mazzette promesse e poi non versate fino in fondo. Il caso esplode ora con l’arresto di Giuseppe Orsi, ad e presidente della grande azienda. L’accusa: corruzione internazionale. Per la precisione: 50 milioni di euro versati – guardacaso – all’India, per una fornitura di elicotteri italiani. Nel gioco delle parti, ora l’India minaccia di depennare Finmeccanica dalla lista fornitori, inserendola nella “black list”. Suona perlomeno ipocrita, stando a quello che lo stesso Giacalone scriveva, con franchezza, già a gennaio: «In tutto il mondo si fanno affari pagando extracosti o consulenze, alias mazzette, specie nel settore militare».

  • Fine dell’università per tutti, si torna alla scuola d’élite

    Scritto il 09/2/13 • nella Categoria: idee • (1)

    I giovani italiani rinunciano all’università: è la fine di un sistema democratico basato sulla fiducia nel futuro, grazie alla promozione sociale di massa. Impressionanti i dati su quella che Carlo Formenti definisce «l’apocalisse dell’università italiana». Ovvero: 58.000 iscritti in meno, un calo del 17% rispetto a dieci anni fa, mentre i professori diminuiscono a un ritmo ancora più rapido (meno 22% negli ultimi sei anni). Risultato: il rapporto medio fra studenti e docenti (18,7%) continua a essere il più alto d’Europa. Altro poco invidiabile record europeo: abbiamo la più bassa percentuale di laureati nella fascia di età fra i 30 e i 34 anni, appena il 19% a fronte di una media europea del 30%. Cala anche il numero delle borse di studio, peraltro di entità ridicola, assieme ai finanziamenti ordinari, mentre «di quelli per la ricerca è meglio tacere». Perché i giovani disertano gli atenei? Ormai «non credono più che la laurea rappresenti una risorsa strategica per spuntare redditi dignitosi su un mercato del lavoro sempre più avaro».

  • Povera Italia: con l’euro e Monti, redditi retrocessi al 1986

    Scritto il 31/1/13 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Grazie euro, grazie Monti, grazie Europa. Il reddito disponibile degli italiani scivola ancora e nel 2013 tornerà ai livelli di 27 anni fa. Secondo un’analisi di “Rete Imprese Italia” il dato è sceso a meno di 17.000: precisamente, 16.955 euro pro capite, contro i 17.337 dello scorso anno. Nel 2007, anno di inizio della crisi, il reddito medio degi italiani era di 19.515 euro. In pratica, sono 2.500 euro in meno dall’inizio dell’esplosione della grande crisi che sta scuotendo l’Occidente e letteralmente mettendo in ginocchio i paesi dell’Eurozona, dove gli Stati hanno perso ogni forma di sovranità finanziaria e sono “costretti” a ricorrere alla spirale suicida dell’inasprimento fiscale su famiglie e aziende. E’ la prova di quello che gli economisti democratici definiscono “economicidio”: impoverire un paese a tavolino, tagliando la spesa pubblica che sorregge il benessere diffuso e quindi anche il settore privato, con la domanda di prodotti, servizi e consumi.

  • Imprese agli operai: si può fare, se lo Stato li aiuta

    Scritto il 30/1/13 • nella Categoria: idee • (1)

    Usare i beni dello Stato non per privatizzarli, ma come garanzia per le aziende che non vogliono chiudere. O meglio: per i lavoratori che intendono resistere alla chiusura, vedendo ancora spazi di mercato su cui collocare il prodotto del loro lavoro.  Produzione a corto raggio, destinata al territorio. Tutto sarebbe risolto, a monte, se l’Italia disponesse di moneta sovrana: a salvare l’economia basterebbe lo Stato. Ma, dovendo sottostare al regime disastroso dell’Eurozona, l’emissione finanziaria statale è impraticabile. Arrendersi alla castastrofe? Al contrario: pur in queste difficilissime condizioni, è possibile trovare risorse alternative per risollevare l’economia. Lo sostiene Aldo Giannuli, dopo uno sguardo rassegnato all’offerta elettorale, una «fiera dell’ovvio» dove tutti promettono crescita, giustizia sociale, equità fiscale, efficienza e occupazione, ma senza uno straccio di idea. Zero assoluto: nessuna soluzione da Monti, Bersani e Berlusconi, ma neppure da Vendola, Ingroia e Grillo.

  • Trattativa Stato-mafia, fin dai tempi del bandito Giuliano

    Scritto il 27/1/13 • nella Categoria: Recensioni • (20)

    Avvelenato in carcere, come da copione, per impedirgli di parlare. E’ la tragica fine di Gaspare Pisciotta, noto come il luogotenente “infedele” di Salvatore Giuliano, rievocata nel film di Francesco Rosi del 1962. La tesi: Pisciotta fu assassinato per evitare che raccontasse la verità, smentendo la versione ufficiale. Ovvero: Giuliano non cadde in un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine, ma fu “venduto”, tradito e giustiziato in un vero e proprio agguato. Sicuri? No, non più. Perché Pisciotta forse custodiva altri segreti, ancora peggiori. Per esempio: è possibile che a cadere nell’imboscata di Castelvetrano, 5 luglio 1950, non sia stato Salvatore Giuliano, ma un suo sosia. Il vero Giuliano non è morto quella notte in provincia di Trapani, ma è riparato negli Usa sotto falso nome? Se fosse ancora vivo, oggi avrebbe 90 anni. Fantasma scomodo, quello del “bandito” di Montelepre. Autore del massacro di Portella della Ginestra, la “madre di tutte le stragi”: all’origine di quello che oggi si chiama “trattativa Stato-mafia”. Obiettivo: strategia della tensione, per condizionare la democrazia.

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