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Archivio del Tag ‘occupazione’

  • Tagli ciechi: il Piemonte amputa l’eccellenza del Bio

    Scritto il 13/10/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Spending review, tagli orizzontali, trascuratezza degli enti pubblici: il disastro-Italia non risparmia nulla, neppure le poche eccellenze rimaste. Come il Crab, lo sportello piemontese per l’agricoltura biologica. Che, nell’indifferenza generale, rischia di chiudere. Poco importa se, pur costando 280mila euro all’anno, ne genera da solo oltre mezzo milione, attraverso l’assistenza diretta alle aziende agricole, o attività che spaziano dal monitoraggio dei suoli agli studi per limitare lo spreco di acqua, fino alla lotta biologica contro i parassiti. I progetti di questo centro, spesso sviluppati con la collaborazione di università italiane ed estere, sono frutto del lavoro dei suoi ricercatori. «Noi non sperperiamo il denaro pubblico, produciamo sostenibilità ambientale», fanno presente. «Eppure ci vogliono chiudere».

  • Italia sovrana: manifesto democratico per salvare il paese

    Scritto il 11/10/12 • nella Categoria: idee • (4)

    Dato che la nostra economia rimane a livelli di depressione del tutto artificiosi. Dato che la Bce offre fondi legati a condizionalità che mantengono in vita la nostra depressione economica. Dato che la Bce non ha mostrato alcuna intenzione di ammorbidire quelle condizionalità. Dato che la Ue non ha mostrato alcuna intenzione di ridurre la disoccupazione ammorbidendo i limiti ai deficit di bilancio nazionali dettati da Maastricht. Dato che la Ue e la Bce hanno mancato di riconoscere il ruolo dei Deficit Positivi per sostenere la piena occupazione, la produzione aziendale e i risparmi. Dato che l’inflazione da eccesso di domanda non è un pericolo finché la produzione non si riduce drammaticamente. Dato che noi consideriamo le politiche che deliberatamente sostengono livelli alti di disoccupazione un crimine contro l’umanità.

  • Appello al Piemonte: non chiudete lo sportello del Bio

    Scritto il 09/10/12 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Si fa presto a dire “biologico”. Filiere corte, chilometri zero. Prodotti locali d’eccellenza, che – per fortuna – inondano le campagne italiane e le mille fiere enogastronomiche promosse e sostenute dagli enti pubblici. Peccato che poi ci si dimentichi che quegli stessi prodotti nascono dal duro lavoro quotidiano di contadini spesso isolati ma sempre più consapevoli del loro ruolo ecologico. Agricoltori-custodi, li chiamano, e ormai sono un network in crescita. Anche grazie all’impegno di centri di eccellenza italiana come il Crab, lo sportello piemontese dell’agricoltura biologica che ora – nell’indifferenza generale – rischia addirittura di chiudere, per mancanza di fondi. Spending review, tagli orizzontali: eppure il Crab fa girare mezzo milione di euro all’anno (economia pulita) e costa solo 280.000 euro. Ma attenzione: i due terzi della spesa sono già ampiamente coperti da progetti speciali, a termine

  • Giulietto Chiesa: come difendersi dal declino che ci aspetta

    Scritto il 08/10/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    A sinistra l’ideologia della crescita, con tutti i suoi corollari, è entrata come il burro, trasmigrando dalla crescita socialista dei piani quinquennali alla crescita infinita del capitalismo totale. Non vedono la necessità di fare i conti con i “limiti allo sviluppo”. Cambiare i consumi, senza ridurli, diventerà presto praticamente impossibile. O si dimostra che questa affermazione è errata, oppure si deve affrontare la questione della decrescita. Non è soltanto una economia in crescita geometrica ad essere insostenibile, comunque la si voglia presentare. Anche un’economia stazionaria, a crescita zero, è comunque insostenibile alla lunga. Anch’essa porta, sebbene più lentamente, al confine con i limiti. Puntare a un’economia stazionaria equivale a condannare a morte il capitalismo come lo conosciamo oggi. Infatti non c’è capitalismo che non cresce e un capitalismo a crescita zero è una contraddizione in termini. Eppure nemmeno essa sarà sufficiente a evitare una catastrofe strategica.

  • In questo mondo di ladri: il segreto del sistema-Italia

    Scritto il 08/10/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    In questo mondo di ladri i politici arrestati, rinviati a giudizio, condannati occupano interi notiziari. C’è materiale per una biblioteca di Alessandria del crimine. Neppure Ercole riuscirebbe a ripulire dallo sterco la moderna stalla di Augìa che è diventata l’Italia. Per molto meno in altri Paesi la gente sarebbe scesa in piazza, avrebbe assediato il Parlamento. In Italia non succede. Ci si interroga su questo mistero, su questa apparente ignavia, da anni, senza trovare una risposta convincente. Tra le cause c’è la sindrome di Stoccolma per cui un intero popolo si è affezionato ai suoi carnefici, la menzogna trasformata in verità di Regime con l’occupazione di giornali e televisioni, come da piano della P2, la scomparsa dal Parlamento di ogni opposizione con due gemelli, pdl e pdmenoelle, che si sono alternati durante il Ventennio dell’Inciucio con lo stesso programma

  • Benvenuti nella decrescita senza diritti: si chiama povertà

    Scritto il 26/9/12 • nella Categoria: idee • (7)

    C’è una genia che prospera su tutto lo spettro politico, italiano e mondiale: i lungoperiodisti. L’atteggiamento di chi posa a pensatore del futuro, disdegnando le misure raffazzonate o gli interventi di breve periodo. I lungoperiodisti di destra aborriscono l’inflazione e vogliono una crescita finanziariamente sana; quelli di sinistra sono preoccupati per gli sconvolgimenti causati dalla crescita incontrollata passata. I secondi hanno ragioni migliori dei primi, ma entrambi paiono ignorare che siamo in un periodo di crisi economica che sta già creando recessione e miseria, come sanno bene gli ammalati gravi greci che non possono più curarsi. I primi però non lo ignorano affatto, anzi. Hanno deciso che la crisi economica è un’occasione d’oro per una terapia di immiserimento di ampi strati di popolazione come la cura migliore. Per questo sono acerrimi nemici di Keynes.

  • Draghi rianima l’euro? Certo: è per prolungarci l’agonia

    Scritto il 18/9/12 • nella Categoria: idee • (2)

    Sarà che i draghi eruttano fiamme, ma la mossa del presidente della Bce di sostenere in maniera illimitata i titoli di Stato a breve dei paesi che sottopongano le proprie finanze pubbliche a un controllo europeo ricorda quel volontario della protezione civile che da un lato collabora allo spegnimento dell’incendio, mentre dall’altro attizza altri focolai. Invocato da molti come misura necessaria per calmare la situazione, l’intervento della Bce non è certo risolutivo, e per come è congeniato, al pari del volontario spegne un focolaio per attizzarne un altro. I problemi europei non derivano infatti dalla dissipatezza fiscale dei paesi periferici, ma sono conseguenza della perdita di competitività di questi paesi, del mercantilismo tedesco e dallo scoppio delle bolle immobiliari alimentate dai flussi di capitali dai paesi più forti verso alcuni periferici, tutti processi favoriti dall’euro.

  • Decrescita o disastro, chi parla di crescita è un suicida

    Scritto il 17/9/12 • nella Categoria: idee • (10)

    «Cercare di uscire dalla crisi stimolando la crescita è come cercare di rianimare un moribondo a bastonate, perché la crescita non è la soluzione ma la causa della crisi». Servono robusti anticorpi per difendersi dall’ideologia della crescita infinita del Pil. Un virus letale: «E’ l’illusione nefasta che il denaro sia la misura di tutte le cose». L’alternativa? «Non è fra crescita e decrescita, ma fra decrescita e disastro». Luca Salvi, esponente della finanza etica italiana, concorda con Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice: «Siamo immersi nella crisi fino al collo e le misure che ci vengono imposte per cercare di uscirne (tagli, tasse e sacrifici) non fanno che aggravarla. Infatti il sistema economico-finanziario fondato sulla crescita, schiacciato dai debiti pubblici, è entrato definitivamente in crisi e non si intravede via d’uscita».

  • Moneta sovrana: così l’America crea posti di lavoro

    Scritto il 16/9/12 • nella Categoria: segnalazioni • (21)

    Due milioni di posti di lavoro creati: è il frutto della politica monetaria americana, di cui l’Europa avrebbe bisogno. «Due milioni di assunzioni aggiuntive, dal 2009 ad oggi, fanno la differenza tra la situazione sociale dell’Eurozona e quella degli Usa», spiega Federico Rampini. «Nonostante questo, la Federal Reserve non considera di avere esaurito il suo compito». Ma come può una banca centrale “creare” lavoro, e per di più in misura così consistente? Quali sono i meccanismi con cui agisce, e perché lo fa? «L’ultima di queste tre domande racchiude una differenza costituzionale tra la Fed e la Bce», aggiunge Rampini. «La banca centrale americana ha l’obbligo di perseguire il pieno impiego, non solo di lottare contro l’inflazione». E si vede: anche dall’attenzione che il governatore Ben Bernanke dedica all’analisi della disoccupazione.

  • Bio-agricoltura per giovani: Egitto e Tunisia meglio di noi

    Scritto il 04/9/12 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Ricerca scientifica e piccole imprese agricole unite contro la disoccupazione? L’alleanza è possibile. Almeno in Egitto e Tunisia, dove i rispettivi Ministeri della Scienza hanno deciso di collaborare con un obiettivo preciso: sfruttare i risultati della ricerca per lo sviluppo di piccole aziende nelle aree rurali. Lo scopo è riscoprire metodi e colture tradizionali, scongiurando allo stesso tempo quello che, secondo i governi dei due Paesi, è stato un fattore determinante nei disordini dello scorso anno con la primavera araba: la disoccupazione giovanile. Il progetto, parte di una più ampia cooperazione scientifica e tecnologica, prevede il coinvolgimento di giovani ricercatori di entrambe le nazioni. Che, insieme, cercheranno di trovare le giuste soluzioni per i diversi contesti agricoli in cui si troveranno ad operare. Il tutto mentre in Europa, invece, la Corte di Giustizia conferma il divieto di commercializzare le sementi delle varietà tradizionali.

  • Pallante: come tagliare il debito senza far soffrire nessuno

    Scritto il 03/9/12 • nella Categoria: idee • (2)

    Uscire dalla crisi? La soluzione ci sarebbe: tagliare gli sprechi, quelli veri. Non certo la spesa sociale, che i tecno-devastatori stanno minando dalle fondamenta col risultato di far crollare la sicurezza quotidiana degli italiani, impoverendo il paese. Gli sprechi da tagliare – vere fabbriche di debito – sono le grandi opere inutili, l’immensa dispersione di energia e la peste chimica dell’agricoltura industriale, quella della grande distribuzione che oggi ci alimenta. Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, ha le idee chiare: si può creare nuova occupazione senza fare nuovo debito, ma addirittura tagliandolo. Lo dimostra uno studio pubblicato dal “Sole 24 Ore” il 13 febbraio: per ogni 10 miliardi di euro investiti nella riduzione degli sprechi si possono ricavare 130.000 posti di lavoro di buona qualità, mentre investendo la stessa cifra in grandi opere si darebbe lavoro al massimo a 7.300 persone.

  • Facciamo come la Danimarca, l’equità conviene a tutti

    Scritto il 02/9/12 • nella Categoria: idee • (2)

    Cattiva distribuzione dei redditi, debolezza delle imprese, fragilità del sistema bancario e pessima bilancia commerciale. Senza contare «la povertà del pensiero degli economisti». Questa la diagnosi della “grande crisi” del 1929 secondo John Kenneth Galbraith. Quasi un secolo dopo, ci risiamo: «Il capitalismo finanziario sregolato e ipertrofico produce disoccupazione e povertà, mentre arricchisce indecentemente i suoi protagonisti». Chi dice che il capitalismo è morto, e chi ripete che questo è l’unico sistema possibile. Sbagliato: se volessimo, anche noi potremmo imitare la Danimarca, un paese dove i poveri riescono a diventare ricchi e dove il benessere diffuso conviene a tutti. Lo sostiene Davide Reina nel blog “Cado in piedi”: il cambio di paradigma consiste nel passare dal “capitalismo esclusivo”, che tesaurizza la ricchezza a beneficio dei super-potenti, al “capitalismo inclusivo” che costruisce futuro per tutti in regime di equità.

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