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Archivio del Tag ‘Parlamento Europeo’

  • La Germania fa i conti senza l’oste: il partito anti-euro

    Scritto il 28/9/13 • nella Categoria: segnalazioni • (2)

    E’ vero, il partito anti-euro ha mancato l’accesso al Parlamento – però l’ha sfiorato, nonostante la brutale interdizione dei media mainstream. L’attuale risultato di “Alternativa per la Germania” non sarebbe preoccupante, per la Merkel, se le prossime elezioni fossero lontane, ma si voterà per il Parlamento Europeo fra appena nove mesi. E anche se l’assemblea di Strasburgo «conta quanto il Ducato di Hannover al Congresso di Vienna», per Aldo Giannuli si tratterà comunque di un test politico della massima importanza: «Uno sfondamento dell’Afd in quella sede (poniamo con un 9-12%) metterebbe rapidamente in crisi l’eventuale governo di larga coalizione che sembra si stia formando». Attenzione: «Se la propaganda Afd dovesse sfondare verso le grandi praterie dell’elettorato democristiano, potrebbe verificarsi un secondo caso M5S a livello europeo». E questa volta «non nella povera e marginale Italia, ma nella ricca e centrale Germania».

  • Competenze e meritocrazia: è la scuola per futuri servi

    Scritto il 24/9/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Quando si parla del mondo del lavoro e del mondo della scuola sembra sempre che si parli di due questioni totalmente distinte. E invece, nell’Italia con il Pil che crolla, nel mare magnum delle fugacissime questioni estive, ci sono un paio di notizie che si accoppiano per farci capire come dobbiamo immaginarci il futuro prossimo. La prima è la disfida modello western tra Fiom e Fiat, simboleggiata al meglio dal duello in pieno sole tra Marchionne e Landini: il contenzioso nello specifico è la sentenza della Cassazione che obbligherebbe la Fiat a dare spazio ai delegati della Fiom, mobbizzati e licenziati senza nemmeno quegli ultimi scrupoli che sono gli articoli della Costituzione. Dalla parte di Marchionne stanno quelli che invocano un modello d’industria nuovo, senza i laccioli di un sindacato-reliquia. Dalla parte di Landini i difensori di diritti lesi da una globalizzazione che è tale solo nella deregulation.

  • Europeisti, arrendetevi: la vostra Europa è nata morta

    Scritto il 16/9/13 • nella Categoria: idee • (3)

    Ormai è un tormentone noioso quanto inutile: “Dobbiamo farlo per l’Europa”, “Ora andiamo avanti sulla via dell’unità europea”, “E’ il momento di rilanciare l’unità d’Europa”… Ricorrentemente, un gruppo di “europeisti di professione” (Giuliano Amato, Mario Monti, Romano Prodi, etc) si esercitano nel solito esercizio retorico sul tema dell’unità politica europea che giustifica tutti i sacrifici di una austerità priva di senso e di prospettive. E’ un mantra buono per tutte le stagioni ed ora ci si esercita Massimo D’Alema (“Il Sole 24 Ore”, 4 settembre). Ma questi piccoli azzeccagarbugli abusivamente assurti al ruolo di “statisti” (udite udite!) non fanno i conti con una piccola verità: quello che vegliano amorevolmente non è un ammalato grave e neppure un corpo in coma irreversibile, ma un cadavere ormai in stato di decomposizione. Il disegno europeo è morto e non c’è più niente da fare.

  • Ue, oligarchia e mercato: così Bruxelles ci sta stritolando

    Scritto il 04/9/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Entrato in vigore il 1° dicembre 2009, il Trattato di Lisbona è stato messo in mora, anzi di fatto sostituito con un sistema di governance messo a punto da una serie di direttive, concordate anche con il Parlamento Europeo, la prima delle quali emanata dall’Ecofin il 7 settembre 2010 dando inizio al Semestre Europeo. La nuova governance, nata per fronteggiare la crisi economico-finanziaria, si è strutturata con accordi intergovernativi: il Patto Fiscale e il trattato Esm. Fino al 2009 si poteva parlare di deficit democratico, ora si deve parlare di deriva oligarchica dell’Ue. Per controllare ex ante ed ex post le politiche di bilancio è stato successivamente emanato un gruppo di direttive: il Six Pack e il Two Pack. Con questa serie di misure si sono concentrati i poteri nel Consiglio Europeo, nella Bce e nelle due nuove istanze istituzionali, quelle dell’Euro Summit e del suo presidente, che attualmente coincide con quello del Consiglio europeo, Van Rompuy: sono questi i “giudici di ultima istanza” che dettano le misure di bilancio e di politica economica, mentre la Bce regna sulla moneta.

  • Aspettando i missili intelligenti, da Damasco alla val Susa

    Scritto il 01/9/13 • nella Categoria: idee • (1)

    L’ultimo giorno del mese di agosto del 2013 ci sveglia con un’impressione che sa già di settembre. L’aria è tersa e il cielo blu come solo in certe giornate di vento forte, ma si avverte appena un po’ di brezza. Una lunga nuvola, bianca, si solleva dai pascoli più alti e verticali a far da collana alle cime del Massiccio d’Ambin, prologo delle Alpi francesi. Ma se si abbassa lo sguardo al piano stradale sembrerebbe piena estate: molte saracinesche ancora abbassate, qualche turista mattiniero sorseggia lentamente un cappuccino per portarsi oltralpe l’aroma del caffé italiano… Alle nostre latitudini fa così tutti gli anni: i primi temporali si sono portati via il “caldo africano” (un’ondata che quest’anno è stata breve ma particolarmente intensa). Ma l’Africa incombe. Il suo nord tumultuoso, la tormentata terra di tutti e di nessuno che una volta chiamavamo medio oriente ribolle di giovani che danno vita a primavere ormai ricorrenti anche se i vecchi tentano di congelarli in un inverno arido come il deserto che li circonda. Un inverno innaturale, ardente, e le cui fiamme paiono divampare per un turno stabilito dal dio dei piromani, mandando in cenere – una dopo l’altra – le culle della civiltà euromediterranea. Oggi tocca alla Siria.

  • Barnard: ricattati dall’Ue, non osate ricostruire l’Aquila

    Scritto il 15/7/13 • nella Categoria: idee • (2)

    Trovo un po’ fuorviante buttare l’accento sul “chiediamo all’Europa”: all’Europa non si può chiedere niente, è retta da un sistema di tecnocrati che hanno fatto trattati per cui lo Stato italiano è oggi completamente esautorato da qualsiasi decisione. Lei, Fassina, cita il Fiscal Compact, e cita precisamente l’articolo 3 – parte 1, comma C – dove viene previsto un possibile allentamento dei parametri di riduzione del deficit, se succede qualcosa. Lo prevede nel breve termine e pure nel medio termine: vuol dire che – per L’Aquila – bisognerebbe ripagare questo esborso in poche settimane o pochi mesi, ritrovando i fondi per ripianarlo. Quindi, all’Europa non si può chiedere niente. Il problema è che voi non ne avete il coraggio. Cioè: la politica italiana non ha coraggio. Ma perché non avete coraggio, mentre invece gli altri ce l’hanno? La Germania ha avuto un coraggio indecente quando ha chiesto la parificazione del marco – uno a uno – con la Germania dell’Est, che è stato come se l’Europa avesse permesso alla Germania un’espansione del deficit di migliaia di miliardi.

  • Venti di guerra: gli Usa minacciano, e i servi obbediscono

    Scritto il 05/7/13 • nella Categoria: idee • (2)

    Il caso Snowden avrà ripercussioni sicuramente drammatiche, come dimostrano i fatti delle ultime ore. Pensateci bene: a Morales, presidente di un paese col quale l’Italia ha regolari rapporti diplomatici, è stato impedito di sorvolare il territorio italiano, e di altri paesi europei, sulla base di una precisa richiesta degli Usa. Cioè: Washington ha dato ordini al governo italiano, che ha obbedito per impedire il passaggio. Pensavano che a bordo dell’aereo di Morales ci fosse Snowden, e che Morales lo stesse trasportando in America Latina. Situazione assolutamente paradossale, perché gli europei, che sono stati svillaneggiati e spiati nonostante siano degli alleati, si sono adeguati a un ordine che li umilia ulteriormente e li costringe a violare le leggi – perché questa non si può definire altrimenti che una violazione delle leggi: un presidente di uno Stato sovrano viene messo in una situazione di questo genere, e l’Italia agisce di conseguenza.

  • Conti correnti a rischio: il caso-Cipro diventerà la regola

    Scritto il 02/7/13 • nella Categoria: segnalazioni • (4)

    Confisca dei depositi bancari: a marzo 2013 la vicenda di Cipro ha scioccato il mondo intero. Qualcuno ha cercato di farla sembrare una misura d’emergenza, ma esistono solide basi per credere che i prelievi forzosi diventeranno un elemento della vita quotidiana. Lo sostiene l’economista Valentin Katasonov, presidente della Sharapov Russian Economic Society. La crisi cipriota? Una mossa in realtà «concertata e ben preparata, approvata dai vertici, tra i quali attori della scena extraeuropea». Un precedente, un vero e proprio test «per lanciare una tendenza mondiale e diffondere la confisca in tutto il mondo». Già nel 2009-2010, quando nei summit internazionali si discuteva sulle possibili vie d’uscita dalla crisi mondiale (G7, G8, G20 e altri incontri di questo livello), nei programmi comparivano punti come modalità non-standard per salvare, in caso di necessità, le banche. Tra queste modalità, modelli di “bailout” a spese dei titolari di conti: tagli ai depositi, congelamento dei conti e loro conversione: alla banca il cash, al correntista semplici azioni.

  • Rivoluzione democratica: potere al Parlamento Europeo

    Scritto il 28/6/13 • nella Categoria: idee • (1)

    Un’Europa “normale”, cioè finalmente democratica, al posto del Palazzo degli Orrori che ci sta torturando in base ad un piano eversivo, golpista: costringerci alla resa fino a svendere i nostri beni ai padroni della Terra dopo aver demolito gli Stati sovrani, la loro economia e il sistema dei diritti a garanzia dei cittadini. Tutto questo, grazie alla complicità di partiti-canaglia ridotti a “maggiordomi” dell’élite mondiale, quella dei “proprietari universali” che – come in un nuovo medioevo feudale – pretendono per sé tutto il potere, grazie al micidiale ricatto della finanza e al ferreo controllo su una moneta non più nostra. Per cancellare l’incubo c’è una sola via: il recupero politico della piena sovranità democratica. Punto numero uno: costruire una grande coalizione che pretenda un’Europa non più nemica. Un’Europa solidale, che lavori per il bene del 99% anziché per la sua rovina, a esclusivo beneficio – come avviene oggi – della super-casta planetaria, quella delle lobby onnipotenti che dettano, letteralmente, le direttive della nostra condanna. La Commissione Europea? Va semplicemente abolita. Gli europei meritano un governo democratico, emanato dal loro Parlamento regolarmente eletto.

  • Viva Erdogan: la Bonino tifa per i torturatori dei turchi

    Scritto il 28/6/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Continua la linea dura di Erdogan contro la protesta a colpi di cannone ad acqua, gas, proiettili di plastica e arresti per “terrorismo”, ma nonostante questo la (ex?) campionessa dei diritti umani Emma Bonino continua a sostenere a spada la tratta la Turchia. Una difesa disperata, attuata facendo uso del peggior politichese: «Nei confronti della Turchia, l’Europa non può sottrarsi alla sua responsabilità storica di scegliere fra miopia e lungimiranza. In quest’ottica è necessario dinamizzare il processo negoziale, evitando di cedere alla reazione istintiva dell’irrigidimento di fronte alla linea adottata dalle autorità turche». Avesse parlato in turco sarebbe stata più immediatamente comprensibile. Vale la pena soprattutto notare come si tenti, facendo un navigato uso della dialettica, di invertire il ruolo di vittima e carnefice: il nostro sarebbe «irrigidimento» e quella di Erdogan non una feroce repressione, ma una semplice «linea adottata»: Giorgiana Masi dovrebbe rivoltarsi nella tomba, essendo morta mentre manifestava simpatizzando con le idee della Bonino, e ignorando, però, che quella di “Kossiga” era solo una «linea adottata».

  • Potere assoluto: l’Unione Europea non ammette riforme

    Scritto il 26/6/13 • nella Categoria: segnalazioni • (14)

    Questa Unione Europea non prevede meccanismi di riforma dal basso, né nazionali, né tantomeno popolari: è ora di prenderne atto, avverte il costituzionalista Gianni Ferrara, professore emerito della Sapienza. Riformare la burocrazia di Bruxelles? Semplicemente impossibile: si tratta di un’architettura autoritaria, che non concepisce neppure la possibilità di essere migliorata in senso democratico. Questo vale anche per l’ipotesi di referendum contro la trappola del Fiscal Compact, il regime fiscale che impedisce allo Stato di investire per i cittadini attraverso la spesa pubblica a sostegno del welfare, secondo le reali necessità della comunità nazionale. Esplorare i labirinti di Bruxelles è come affrontare un viaggio «dentro l’ingranaggio mortifero che è stato costruito in poco più di 30 anni, nella completa sottovalutazione della classe politica italiana, e dall’ex “sinistra” soprattutto». Un capestro che non lascia spiragli, «tantomeno per quei paesi che stolidamente hanno inserito il pareggio di bilancio nella propria Costituzione senza neppure un accenno di discussione politico-parlamentare, figuriamoci sociale».

  • Bce pubblica, liberare l’Europa dai boss della finanza

    Scritto il 25/6/13 • nella Categoria: idee • (1)

    I maggiordomi europei dei “proprietari universali” hanno inventato e messo in atto di una vera e propria “repressione finanziaria” contro i popoli europei. Essa – dicono e ripetono da cinque anni – ha lo scopo di ridurre il debito, tanto pubblico quanto privato. Ma questo debito è in gran parte il frutto di una truffa ben congegnata. E dunque va respinto come tale a coloro che hanno, per questa via, accumulato immensa ricchezza. In secondo luogo, la riduzione del debito non può essere realizzata con l’ossessiva imposizione di tagli alla spesa pubblica, e con la parallela creazione di maggiori entrate fiscali. Questa linea di presunta austerity è fallita e sta producendo aumento del debito e recessione dovunque si è tentato di imporla. Il taglio del valore reale del debito avviene solo trasferendo risorse dai creditori ai debitori. L’alternativa è tra immolare la vita di centinaia di milioni di persone o sacrificare una categoria di redditieri: il discrimine passa attraverso le regole che prevarranno in questa fase di transizione.

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