Archivio del Tag ‘Porta Palazzo’
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Smascherare Torino: chi comanda, all’insaputa dei torinesi
«I guai, per il sindaco di Torino, cominceranno quando i torinesi si accorgeranno di quello che sta per succedere: pensano che la Torino-Lione sia un problema della valle di Susa, mentre l’impatto della grande opera – tra rumore, polveri, disagi, rischi per la salute, crollo del valore degli immobili – assumerà proporzioni enormi quando i cantieri dovessero lambire la città, le sue periferie e la sua cintura». Marina Clerico, docente del Politecnico torinese nonché assessore della Comunità Montana valsusina, spiega che la grande opera non è ancora stata percepita come pericolo grave dalla popolazione di Torino, grazie ai media così spesso reticenti. Con qualche eccezione, naturalmente: «Secondo un ingegnere della Regione Piemonte – dice Luca Rastello, che ha firmato un recente reportage su “Repubblica” – il tracciato Tav alle porte di Torino taglierebbe irrimediabilmente la falda idropotabile che alimenta i rubinetti della metropoli: una pazzia catastrofica, di cui a Torino per ora nessuno parla».
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Pogrom contro i Rom: se anche a Torino saltano i nervi
«La crisi nella quale sprofonderemo sarà così grande, così grave e così improvvisa da farci perdere ogni sicurezza: a quel punto, quando il nostro standard di vita sarà a rischio, avrà buon gioco il primo infame che si alzerà a gridare che è tutta colpa degli immigrati, dei musulmani, dei Rom». Profezia di Giulietto Chiesa, applaudita recentemente in un’affollata assemblea No-Tav in valle di Susa. Rom? E’ toccato proprio a loro, il 10 dicembre, a Torino: il loro campo assaltato e incendiato dopo la denuncia di uno stupro, poi rivelatasi completamente inventata. «Il pogrom di Torino contro un campo nomadi – dice Gad Lerner – ci ricorda che la barbarie è sempre lì dietro l’angolo». Semmai la notizia è un’altra: stavolta, a cedere, è una città come Torino, una vera “capitale dell’accoglienza”.
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Fassino ai Subsonica: tranquilli, non spegneremo Torino
C’era una volta la grigia tecnocity dell’Avvocato, la città industriale delle periferie operaie cresciute attorno ai mausolei risorgimentali del centro storico sabaudo. “Tutto era Fiat”, conferma Mimmo Calopresti in un documentario d’epoca, mentre Gianni Amelio, chiamato a dirigere il Torino Film Festival, in “Così ridevano” ricorda i tempi non gloriosi in cui la borghesia subalpina avvertiva: “Non si affitta ai meridionali”. Sembra un milione di anni fa. Prima di andarsene, l’Avvocato – sempre lui – patrocinò l’ultimo atto del suo regno: le Olimpiadi. Torino stava uscendo dal grigiore grazie al nuovo sindaco della società civile, Valentino Castellani, inaugurando una trasformazione spettacolare: da capitale dell’auto a “ville lumière” della cultura. Col successore Chiamparino, “il sindaco più amato dagli italiani”, dieci anni di trionfi. E ora, se vincesse Fassino? «Per favore, non spegnete Torino», raccomanda Max Casacci, facendosi portavoce del “popolo della movida”.
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Barbera, menta e kebab: nel cuore meticcio di Torino
Dal Cottolengo all’ex cimitero di San Pietro in Vincoli, dal Balôn all’Arsenale della Pace, dal Ponte Mosca sulla Dora Riparia alla chiesa di San Gioacchino fino a piazza della Repubblica, grande cuore multietnico di Porta Palazzo. Si chiama “Barbera, menta e kebab” l’ultima formula, tutta torinese, per esplorare il “ventre” profondo, arabo e africano, della città: otto itinerari guidati, attraverso Borgo Dora e il Balôn, promossi dall’Ecomuseo Urbano della settima Circoscrizione, con l’animazione del Teatro della Caduta.
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Diario: nella casbah di Torino, per vincere la paura
Paura degli immigrati? Niente di meglio, per vincerla, che traslocare «nella tana del lupo», ovvero il quartiere di Porta Palazzo, a Torino, dove in pochi isolati convivono 55 etnie, attorno al più grande mercato multietnico d’Europa. E dove, nei vicoli dietro le bancarelle, territorio delle baby-gang, prospera il maggiore supermarket piemontese della droga. Un anno all’inferno, tra scippi e violenze, risse e rapine quotidiane. Per poi scoprire che, a distanza ravvicinata e prese le dovute cautele, Porta Palazzo «è una gran confusione di genti e di cose, di esasperazioni e di speranze». Non proprio un paradiso, ma uno spettacolo: di colori, lingue, profumi, voci e storie.
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La Decrescita avverte: Gran Torino, piccolo futuro
La grandeur olimpica di Torino 2006? Acqua passata. Ora restano debiti, delusioni e cattedrali di cemento. «Il recente rilancio della città si è basato sulle grandi opere, modelli vecchi che non generano futuro. L’occupazione scaccia-crisi passa per l’ambiente, e Torino può sfruttare il suo grande patrimonio tecnologico per puntare sulle energie rinnovabili». Parola di Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, che il 16 maggio si misura con la città della Fiat nel convegno “Gran Torino”, con economisti e scienziati.
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Molotov contro un negozio, violenza anti-rumena anche a Torino
Dopo i casi di Roma, la violenza contro i cittadini rumeni si affaccia anche a Torino, dove da molti anni vive pacificamente la più grande comunità rumena d’Europa al di fuori dei confini della Romania. Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio è stato colpito da una molotov il negozio di alimentari “Transilvania”, in via Monterosa, nel quartiere Barriera di Milano.
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Allarme Torino, italiani in fuga dalle classi multietniche
La fuga degli italiani dalle scuole multietniche elementari e medie di Torino, dove un allievo su quattro è straniero, sta assumendo dimensioni preoccupanti.