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Archivio del Tag ‘precari’

  • Inferno in fabbrica: le mele marce dell’informatica

    Scritto il 24/11/11 • nella Categoria: segnalazioni • (4)

    Il web doveva liberare l’umanità dalle sue “catene” e in parte lo ha fatto: ma a che prezzo? Servizi gratuiti, piattaforme di condivisione e motori di ricerca aperti al mondo intero ci portano a dimenticare che i processi costruttivi dietro a questi colossi dell’informazione altro non sono che gli stessi meccanismi alla base di ogni altra impresa capitalistica, dove l’obiettivo è il guadagno, e i mezzi utilizzati per ottenerlo non sempre sono i più consoni. Un recente studio del “Morning Call”, quotidiano americano, mostra una dettagliata inchiesta sulle condizioni di lavoro negli stabilimenti di Amazon, leader dell’e-commerce. Dietro la facciata, l’inferno: lavoratori precari e senza diritti, minacciati di sanzioni se solo si rallenta il ritmo o addirittura di sviene per il caldo, come accaduto a 15 addetti.

  • Monti fallirà: non si esce dalla crisi col massacro sociale

    Scritto il 24/11/11 • nella Categoria: idee • (1)

    Confesso che non sono sceso in piazza con la bandiera tricolore per festeggiare la caduta di Berlusconi. Ho passato questi ultimi 17 anni a combattere Berlusconi, la sua cultura, le sue prepotenze. Prima ho fatto lo stesso con il suo maestro Craxi. Eppure la sera del 12 novembre non l’ho sentita come una liberazione. I paragoni storici che si stanno facendo mi paiono fuorvianti. Come Marco Revelli, non vedo nessun 25 aprile in atto. Non mi risulta che il governo di allora fosse di larghe intese tra Cln e Repubblica sociale. Ma non vedo nemmeno un chiaro 25 luglio, se non per l’annuncio del governo Badoglio: «La guerra continua».

  • Distruggerci: Berlusconi non osava, Monti ci riuscirà

    Scritto il 15/11/11 • nella Categoria: idee • (3)

    È caduto, finalmente, uno dei governi più corrotti e ridicoli dell’intera storia italiana. Purtroppo ciò non è avvenuto per effetto di una lotta popolare contro le iniquità sociali volute dal governo Berlusconi, né di una rinascita morale contro la corruzione del paese, né dell’emergere di un progetto politico di superamento delle follie del nostro attuale sistema politico-sociale. La fine del governo Berlusconi è, al contrario, l’effetto di un attacco concentrico dei ceti dirigenti nazionali e internazionali, che giudicavano Berlusconi (correttamente, dal loro punto di vista) troppo debole per operare il massacro sociale di cui essi hanno bisogno per mantenere il loro dominio e rimpinguare le loro casse.

  • Italiani, questa è una rapina: dietro al ricatto dello Spread

    Scritto il 10/11/11 • nella Categoria: idee • (2)

    A mo’ di riepilogo, e di informazione per chi non lo sapesse ancora, ecco cosa chiedono per lasciarci in pace. Chiedono “chi”? Mah, la Ue, la Bce, i mercati, le banche, chiamateli come volete. Le letterine partono un po’ da tutti i mittenti, e riportano sempre le stesse 5 richieste. Ad esempio, ecco uno “studio” della Barclays Bank di due giorni fa, dal titolo “Can Italy save itself?”, ossia “L’Italia potrà salvare se stessa?” (thanks to “Valigia Blu”). Nello studio un sacco di blabla sul come e il perché, ma alla fine gli stessi 5 punti che si ripetono ormai come un mantra: 1.mercato del lavoro: modifica della contrattazione collettiva in favore di accordi a livello dell’impresa; 2.pensioni: innalzare l’età pensionabile e parificarla per uomini e donne; 3.pubblica amministrazione: adeguare salari e produttività, e promuovere la mobilità; 4.ordini professionali: liberalizzare; 5.beni dello Stato: privatizzare.

  • Golpe contro l’Italia: il vero potere ha gettato la maschera

    Scritto il 10/11/11 • nella Categoria: idee • (3)

    Il vero potere ha gettato la maschera e le ultime vestigia della semi-sovranità italiana sono state demolite, nell’annus horribilis della nostra Repubblica, dopo che anche la guerra di Libia aveva svelato la disfatta di ogni autonomia nazionale. Nessuna urgenza economica al mondo può giustificare un peggioramento così repentino degli interessi del debito – oltre la soglia del non ritorno, oltre le convenzioni del default tecnico – come quello del 9 novembre 2011. Solo un concorso di volontà decise a imprimere una svolta rivoluzionaria poteva scatenare un attacco di questa portata, micidiale quanto un colpo di stato.

  • Barnard: Montezemolo, ultima maschera del vero potere

    Scritto il 04/11/11 • nella Categoria: idee • (1)

    Fumo negli occhi: precisamente, «il linguaggio che il Vero Potere usa per dominarci con l’inganno». Mentre ce la prendiamo con la casta politica, che ad ogni famiglia costa 350 euro l’anno, l’élite finanziaria ci sfila di tasca 20.000 euro. Paolo Barnard torna all’attacco contro gli strateghi della crisi, “smascherando” l’ultimo apprendista stregone: Luca Cordero di Montezemolo, autore di una lettera al premier. Attenzione, meglio leggere tra le righe: «L’unica persona a cui di certo non si rivolge è Silvio Berlusconi». Ben altri i veri destinatari: l’alta finanza europea e internazionale. E’ una candidatura, quella di Montezemolo, che secondo Barnard suona così: “Io sono l’uomo dei mercati, al vostro servizio; leggete la mia retorica e apprezzate il modo in cui so elencare le vostre esigenze socialmente criminose, bilanciandole col necessario fumo negli occhi ai cittadini”.

  • Barnard: perderemo tutto, la Bce vuole il nostro sangue

    Scritto il 31/10/11 • nella Categoria: idee • (28)

    La lettera che il governo Berlusconi ha consegnato all’Unione Europea significa una sola cosa: «Che l’Italia si deve piegare al volere dei mercati». Dopo un lungo silenzio, Paolo Barnard torna a farsi sentire attraverso il suo dirompente sito web, dal quale lanciò “Il più grande crimine”, saggio sulfureo sulle vere cause dell’attuale crisi: la resa della politica ai predoni della finanza mondiale, attraverso un’inesorabile processo di privatizzazione perfezionato negli anni ’80 da Reagan e dalla Thatcher con la complicità di Kohl e Mitterrand e sviluppato in Italia da uomini come Ciampi e Prodi, fino al capolavoro assoluto: un’Unione Europea non democratica, retta da una Commissione di non-eletti e incentrata sull’euro, moneta comune ma privata, che la Bce “presta” agli Stati membri ad elevato tasso d’interesse.

  • Gli zombie della violenza che calpestano l’Italia migliore

    Scritto il 17/10/11 • nella Categoria: idee • (1)

    Una replica fuori tempo massimo dell’insurrezionalismo novecentesco si è sovrapposta con la violenza alla novità di un movimento democratico che lanciava la sua sfida creativa alla tirannia finanziaria. Ha preso la mira per sbriciolarlo e per impossessarsene, riconducendolo agli schemi di un’ideologia militaresca che i giovani di tutto il mondo, sia pure ribelli, avevano ripudiato da anni. A questo scopo i replicanti hanno sfregiato la città di Roma, calpestando la resistenza inutilmente opposta loro dal corteo formato in massima parte da un popolo che crede nella protesta pacifica; perché a loro piace ridurre ogni popolo a fenomeno criminale.

  • Se i soliti violenti oscurano la protesta degli Indignati

    Scritto il 16/10/11 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Ancora una volta, poche centinaia di violenti alla fine ce l’hanno fatta: hanno completamente oscurato la protesta di duecentomila “indignados”, trasformando Roma in un campo di battaglia: 70 feriti, una ventina di fermi e 12 arresti è il bilancio della manifestazione del 15 ottobre, l’I-Day contro la “dittatura mondiale della finanza” che stritola il welfare col ricatto del debito. Una catastrofe, a cui migliaia di manifestanti pacifici hanno cercato a lungo di opporsi, facendo scudo alla polizia e intimando ai “black bloc” di allontanarsi; i manifestanti hanno anche attaccato i teppisti, arrivando a consegnarne tre alle forze dell’ordine. Il tutto, in una vigilia “aperta” dall’irridente dichiarazione di Mario Draghi: il futuro presidente della Bce, che impone all’Italia di tagliare il proprio avvenire, sostiene che i ragazzi che protestano hanno ragione.

  • Contro il nazismo finanziario un nuovo software: l’umanità

    Scritto il 15/10/11 • nella Categoria: idee • (1)

    Ottobre 2011. La lotta contro la dittatura finanziaria sta esplodendo. I cosiddetti mercati finanziari e i loro cinici servitori stanno distruggendo i fondamenti stessi della civiltà sociale. L’eredità del compromesso postmoderno tra classe operaia e borghesia progressista è stracciata. Le politiche neoliberiste stanno tagliando educazione e sistema pubblico della sanità e cancellando il diritto al salario e alla pensione. Il risultato sarà impoverimento di vasti settori della popolazione, crescente precarietà delle condizioni di lavoro e quotidiana umiliazione dei lavoratori. L’effetto successivo sarà la violenza, perché la gente cercherà capri espiatori per la sua rabbia impotente. Pulizia etnica, guerra civile, cancellazione della democrazia. Questo sistema è nazismo finanziario: Finazismo.

  • No ai diktat della Bce, serve un referendum sull’Europa

    Scritto il 07/10/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    La lettera della Bce pubblicata dal Corriere della Sera è davvero illuminante perché, oltre ai contenuti economici e sociali, pone un grande problema di democrazia. Va sgombrato innanzitutto il campo da una tentazione: siccome la lettera “commissaria” un governo impresentabile, come quello Berlusconi – il peggior governo della storia repubblicana – allora vuol dire che hanno ragione i tecnocrati europei, in questo caso Trichet e Draghi, che non si limitano più a dare lezioni all’Italia ma impartiscono veri e propri diktat. La lettera, invece, è paradossalmente peggiore della manovra economica, pure durissima, approvata ad agosto dal governo. Il quale, ovviamente, ha fatto di tutto per obbedire alla Bce ma ha pure dovuto tenere conto del proprio elettorato.

  • Siamo in crisi, e questi politici non servono più a niente

    Scritto il 05/10/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Stefano Fassina prova a contestare la lettera con cui la Bce impone all’Italia l’euro-gogna del debito, ma Enrico Letta lo corregge spiegando che non si può essere «europeisti a intermittenza», proprio mentre Arturo Parisi mette in croce Bersani per non aver mosso un dito sulla raccolta firme per il referendum che restituirebbe agli italiani almeno una legge elettorale decente. Foto di famiglia con rovine: e questa sarebbe l’opposizione destinata a mandare a casa il Cavaliere, sostituendolo al governo di non si sa più bene cosa – sicuramente un paese precarizzato e impoverito, spaventato, commissariato dai banchieri mondiali nonché ostaggio di miliardari-filosofi travestiti da salvatori della patria, oracoli della “crescita” e tagliatori di teste come Marchionne.

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