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Archivio del Tag ‘primarie’

  • Vendola: economia verde, non crescita ad ogni costo

    Scritto il 02/10/11 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Crescita? Non ad ogni costo. Dipende da quale settore sviluppare. Uno su tutti, la cosiddetta green economy: non per forza soltanto l’industria “verde”, ma anche l’autoproduzione diffusa, di agricoltura biologica e di micro-generazione energetica. Dalle “masserie didattiche” ai pannelli solari «su ogni tetto, su ogni balcone»: è il  passaggio chiave con cui Nichi Vendola, dal palco di piazza Navona allestito il 1° ottobre per aprire la sua personale campagna elettorale – obiettivo dichiarato: le primarie del centrosinistra – spalanca più di uno spiraglio nei confronti degli “eretici” della crisi, quelli che – da Grillo ai teorici della Decrescita, da Maurizio Pallante a Giulietto Chiesa fino ai No-Tav della valle di Susa, apertamente evocati – mettono sotto accusa, oltre alla casta di potere, anche e soprattutto il modello di sviluppo che ha generato il disastro nel quale l’Italia si dibatte.
    Se Vendola dedica la sua appassionata orazione al centrosinistra e incalza Bersani sul terreno delle scelte strategiche, disegnando una sorta di nuovo umanesimo solidale dal quale respingere l’attacco storico che, attraverso la finanza e “l’Europa delle banche” l’alleanza fra capitalismo e speculazione sta sferrando contro il corpo sociale ridotto alla precarizzazione e impoverito dall’erosione del welfare, oltre al profilo chiaramente elettorale – raccogliere consensi trasversali per rilanciare la sfida soprattutto al Pd, spronandolo all’azione – da Vendola sono arrivate parole decisamente inconsuete per un leader politico nazionale: il fondatore di “Sinistra, ecologia e libertà” ha messo in discussione il dogma della crescita, che va condizionata, a monte, da una scelta selettiva: più che una crescita generica del Pil, invariabilmente invocata da politici, economisti e Confindustria, sarà bene scegliere: meglio lo sviluppo di produzioni davvero utili e davvero sostenibili.
    Con uno sguardo sociologico alla Penisola, Vendola denuncia l’abbandono progressivo delle aree rurali: negli ultimi decenni, insediamenti e attività hanno letteralmente intasato le areee metropolitane e le fasce costiere, archiviando frettolosamente l’enorme giacimento –   ambientale, agricolo, paesistico e turistico – dell’entroterra, le zone collinari e montane: se l’economia del capitalismo finanziario sta letteralmente collassando, sarà meglio prendere in considerazione l’opportunità di una sorta di contro-esodo, guidato dalle nuove opportunità fornite dall’alleanza fra agricoltura biologica e nuove tecnologie energetiche. Una visione del mondo che prefigura un futuro di risorse rinnovabili, tutto da inventare e da costruire, purché a misura d’uomo. Se oggi non è possibile misurare il peso di questa rivoluzione possibile, neppure nelle intenzioni di un leader come Vendola – impegnato a condividere i contenuti della sua green economy con le nomenklature del centrosinistra – l’orazione di piazza Navona rappresenta un avvertimento, ispirato da una parola d’ordine «dal profumo antico: conversione».

    Crescita? Non ad ogni costo. Dipende da quale settore sviluppare. Uno su tutti, la cosiddetta green economy: non per forza soltanto l’industria “verde”, ma anche l’autoproduzione diffusa, di agricoltura biologica e di micro-generazione energetica. Dalle “masserie didattiche” ai pannelli solari «su ogni tetto, su ogni balcone»: è il  passaggio chiave con cui Nichi Vendola, dal palco di piazza Navona allestito il 1° ottobre per aprire la sua personale campagna elettorale – obiettivo dichiarato: le primarie del centrosinistra – spalanca più di uno spiraglio nei confronti degli “eretici” della crisi, quelli che – da Grillo ai teorici della Decrescita, da Maurizio Pallante a Giulietto Chiesa fino ai No-Tav della valle di Susa, apertamente evocati – mettono sotto accusa, oltre alla casta di potere, anche e soprattutto il modello di sviluppo che ha generato il disastro nel quale l’Italia si dibatte.

  • Primarie: malgrado il Pd, metà degli elettori contro la Tav

    Scritto il 07/7/11 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Non molto informati. Piuttosto frammentati nel giudizio sull’opportunità della Torino-Lione. E, soprattutto, poco inclini a seguire le posizioni marcatamente a favore dell’opera espresse dai vertici del partito. È questo il rapporto tra il popolo delle primarie del centrosinistra e il Tav, che emerge da un studio dell’Osservatorio di comunicazione politica dell’Università di Torino e del Cls di Cagliari su un campione di 653 elettori che il 27 febbraio hanno scelto Piero Fassino come sindaco di Torino. Con un dato interessante: solo il 55,3% degli elettori che nel 2008 aveva votato Pd ritiene il Tav una priorità o un’opportunità senza se e senza ma.

  • Facce pulite, fuori dalla Casta: anche il Pd impari la lezione

    Scritto il 31/5/11 • nella Categoria: idee • (1)

    «Emozionante», commenta Paolo Flores d’Arcais, direttore di “Micromega”, sulle pagine del “Fatto Quotidiano” all’indomani della storica disfatta berlusconiana in tutta Italia, da Milano a Napoli. Se la democrazia sembra quasi diventata “eversiva”, ben vengano gli outsider come Pisapia e De Magistris, bollati come estremisti e populisti: è il popolo sovrano che li vuole, preferendoli al cupo Cavaliere minaccioso ma anche ai sordi burocrati del centrosinistra. «Non si vince “al centro”», insiste Flores d’Arcais, che critica il centrosinistra dai giorni di Mani Pulite: «Non si vince con la geometria delle nomenklature: vince chi conquista la posizione strategia della cosiddetta “antipolitica”, che poi è l’incoercibile voglia di politica autentica, dove i cittadini tornano protagonisti e i partiti o le liste elettorali sono loro strumenti».

  • In ascesa l’astro di Vendola, lo stratega delle primarie

    Scritto il 17/5/11 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    «Sono pronto a scommettere che Pisapia e De Magistris saranno i sindaci di Milano e Napoli». Se pochi si aspettavano che vincesse le primarie, nessuno pensava che potesse battere il sindaco di Berlusconi nella città di Berlusconi. Il successo di Pisapia è anche il capolavoro di chi ha voluto e sostenuto la sua candidatura: Nichi Vendola. Felice per un risultato che, da Milano a Cagliari, vede affermarsi la sua idea di politica: primarie per coinvolgere il popolo nella scelta del candidato e poi battaglia elettorale contro l’avversario. «Battaglia che si combatte meglio, e forse si può anche vincere – scrive Riccardo Barenghi su “La Stampa” – proprio perché prima è stato chiesto ai propri elettori di scegliersi direttamente chi vogliono votare».

  • Tutti contro Silvio? Per paura di Vendola, il Pd si suicida

    Scritto il 31/1/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Il 30 gennaio 2011 a Cagliari si sono svolte le primarie del centrosinistra per scegliere il candidato sindaco. Era in pole position un senatore del Pd, Antonello Cabras, che ha ottenuto un miserrimo 34% dei voti espressi. Ha vinto il consigliere regionale Massimo Zedda, 35enne di Sel, che ha preso il 47%. Briciole agli altri tre candidati. Anche se ha fatto una campagna di efficacia ed efficienza vendoliana, Zedda non ha particolare carisma. Tuttavia, per quanto rimane dell’elettorato Pd, i suoi “dirigenti” sono ormai da non toccare neanche con una canna da pesca. Ovunque il Pd si presenti al giudizio del campione più attivo del suo elettorato, viene avvilito, e se vince, come a Napoli, combina disastri.

  • Futuro e dignità: Torino merita un sindaco targato Fiom

    Scritto il 17/1/11 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    La ribellione della dignità. Così viene letta, da ampi strati dell’opinione pubblica, l’orgogliosa e temeraria reazione degli operai di Mirafiori che nonostante l’aperto ricatto di Marchionne (o si lavora alle mie condizioni, o si chiude) hanno osato dire no al nuovo modello imposto dall’azienda: meno diritti per chi è alla catena di montaggio, vietato protestare. Come minimo, vista l’inattesa risposta degli operai – la Fiat e i fautori del “sì” si aspettavano un plebiscito, almeno l’80% dei consensi – ora sarebbe interessante valutare il peso elettorale, per il Comune di Torino, di un leader della Fiom. Cosa accadrebbe se alle primarie scendesse in campo un sindacalista del peso di Giorgio Airaudo?

  • L’Unità: primarie di quartiere, scegliamo noi i candidati

    Scritto il 16/9/10 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    «Scegliamo noi, scegliete voi chi volete in Parlamento: non lasciate che siano i partiti a imporre i candidati». Sono già 22.000 le adesioni all’appello di Concita De Gregorio, direttrice de “L’Unità”, che chiede che siano gli elettori – attraverso consultazioni primarie in ogni collegio – a neutralizzare la “legge porcata” e impedire che i parlamentari siano “nominati” dai vertici della politica. Democrazia dal basso, per costringere le nomenklature a prenderne atto e accettare i candidati più gettonati: un modo per convincere milioni di delusi a non disertare più le urne. Tra i primi sostenitori illustri dell’appello si segnalano Ottavia Piccolo, Fabrizio Gifuni, Nicola Piovani, Dario Fo, Simona Marchini e Sergio Staino.

  • Primarie di collegio: candidati scelti dagli elettori

    Scritto il 27/8/10 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Se proprio si tornerà al voto, e con l’attuale “legge porcata”, senza preferenze e coi candidati imposti dalle segreterie di partito, un modo per rimediare c’è: basta organizzare “primarie di collegio”, sondaggi di gradimento con valore di test, selezionando i potenziali candidati in base all’effettivo consenso riscosso sul territorio. Sarebbero “primarie” vere, perfette per una promozione democratica, dal basso, dei candidati più meritevoli: un modo per dribblare il potere delle nomenklature e restituire ai cittadini la possibilità di un voto convinto, capace di rinnovare finalmente l’esausto parterre del centro-sinistra italiano.

  • Vendola: terapia d’urto, nel centrosinistra-fantasma

    Scritto il 09/8/10 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    «E’ un problema di progetto. Il Pd appare alla ricerca di un’identità mai sbocciata. E’ un partito incompiuto e questa incompiutezza contamina tutto il centro-sinistra. C’è addirittura chi pensa che Marchionne sia un progressista: con questi ragionamenti, il centro-sinistra sembra più una seduta spiritica che una proposta per il paese». Parola di Nichi Vendola, che sfida il Pd e rilancia se stesso come candidato “rivoluzionario” per le primarie, verso le prossime elezioni. «Penso che la terapia d’urto sia la medicina migliore per la democrazia». Vendola vuole «smuovere le acque nel centrosinistra, per stanarne i vertici».

  • Da Bologna alla Puglia, il Pd perde anche contro se stesso

    Scritto il 26/1/10 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    La gioiosa macchina da guerra del Partito democratico riesce a perdere anche quando gioca in casa con se stessa. Colleziona fallimenti e quando mancano le occasioni politiche ed elettorali, si costruisce le sconfitte con le sue stesse mani. Tappezza le strade di manifesti, organizza macchine elettorali, enfatizza l’evento e si fa clamorosamente battere. Dice, ad esempio, che la Puglia è un laboratorio nazionale, esagera la portata delle primarie per rendere vistosa la sua disfatta, così quando il suo candidato viene così duramente sconfitto dal suo stesso elettorato, fa capire che la Puglia diventa il laboratorio della sconfitta nazionale.

  • Pd, 3 milioni al voto: Bersani prepari il dopo-Berlusconi

    Scritto il 26/10/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Tre milioni di votanti, cinquantamila volontari in diecimila seggi, decine di milioni di euro raccolti. «Se qualcuno nel Pd ha ancora dubbi sulle primarie è un pazzo», scrive Curzio Maltese su “Repubblica”: «Sono l’elemento più identitario del partito, dal giorno della nascita». Quella del 25 ottobre, secondo Maltese, «è stata una grande giornata per l’unico partito al mondo che coinvolga tanti cittadini nella scelta del segretario, ma soprattutto per la democrazia». Il voto degli elettori ha confermato quello degli iscritti: Bersani è il vincitore, ma Franceschini e Marino non escono sconfitti.

  • Marrazzo e le primarie Pd, non può essere solo sfortuna

    Scritto il 25/10/09 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Di sicuro non se la immaginavano così, questa fredda domenica delle primarie. E certo non alla fine di un percorso interminabile e già costellato – qua e là – di «incidenti» più che imbarazzanti. Non potevano supporre che il colpo finale fosse quello che trovano stampato proprio oggi sulla prima pagina di ogni quotidiano. Magari titoli del tipo «Ricatti e trans, Marrazzo si dimette»: il primo tra i governatori del Pd – per l’importanza della Regione che amministra – costretto, insomma, a gettare la spugna per una storia di “vizi privati”, ricatti non denunciati, carabinieri arrestati e zone d’ombra ancora tutte da rischiarare.

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