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Archivio del Tag ‘Regioni’

  • Vendola si suicida col Pd? L’alternativa per l’Italia ringrazia

    Scritto il 03/8/12 • nella Categoria: idee • (18)

    Un autogol pazzesco, tanto da mettere in subbuglio la base del partito – costretta a difendersi l’indifendibile – e a soqquadro gli esistenti equilibri politici nel centrosinistra. Da Napoli, Luigi De Magistris non si capacita di tale svolta e lo invita a ritornare sui suoi passi, intanto ad Antonio Di Pietro non pare vero e in una conferenza stampa organizzata d’urgenza si candida a premier di una sinistra alternativa alle destre, a Monti, al liberismo. A cui molto probabilmente confluiranno Federazione della Sinistra, Verdi, il soggetto Alba, la Fiom, la lista dei “sindaci” e soprattutto pezzi di società civile. A questo punto c’è una sola domanda da farsi: Nichi Vendola farà autocritica o il legame a filo doppio col Pd – e l’idea di governare – è più forte di qualsiasi cosa?

  • La Consulta: vietato privatizzare i beni comuni degli italiani

    Scritto il 22/7/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Per una volta occorre usarla, la parola vittoria. Piena, cristallina, senza ombre. Il voto popolare, la decisione presa da 27 milioni di italiani non può più essere ignorata con vere e proprie norme truffa. La Corte costituzionale ieri ha riportato la lancetta del tempo al 13 giugno dello scorso anno, quando nelle piazze italiane i movimenti esultavano di fronte a un risultato straordinario e senza precedenti. Avevamo appena votato quattro quesiti, ma per tutti quell’appuntamento aveva un nome, uno spettro da respingere: privatizzazione. Ovvero la cessione di quello che le stesse multinazionali chiamano “l’essenziale per la vita” alle corporation, che, cariche dei soldi della finanza tossica, erano pronte a superare le Alpi, conquistando Comune dopo Comune il paese.

  • Latouche: abbiamo bisogno che questo sistema crolli

    Scritto il 18/7/12 • nella Categoria: idee • (11)

    «Sappiamo già che l’attuale sistema crollerà tra il 2030 e il 2070. Il vero esercizio di fantascienza è prevedere che cosa succederà tra cinque anni». Serge Latouche non ha dubbi: faremo la fine dell’Impero Romano, o del Sacro Romano Impero di Carlo Magno che fu travolto dai Barbari. «Purtroppo siamo già dentro il capitalismo catastrofico». Ed è solo l’inizio, nel bluff chiamato Europa. «La barca affonda e andremo giù tutti insieme. Ma non è detto che questo avverrà senza violenza e dolore». Quanto all’Italia, «l’unica soluzione è la bancarotta: da Monti in giù, tutti sanno che il debito non potrà essere ripagato». Sono alcune delle affermazioni che l’ideologo francese della Decrescita ha rilasciato a Giovanna Faggionato per “Lettera 43”. Il sistema, dice Latouche, non ha mantenuto nessuna promessa: «Dicevano che la concorrenza ci avrebbe fatto lavorare di più per guadagnare di più, e invece ci fa lavorare di più e guadagnare sempre meno: questo è sotto gli occhi di tutti».

  • Amputare la sanità italiana: maxi-tagli sulla pelle dei malati

    Scritto il 05/7/12 • nella Categoria: segnalazioni • (2)

    Qualcosa come 12 miliardi e mezzo da qui al 2014: una stangata storica sulla sanità italiana, per l’effetto combinato della manovra Tremonti e dei nuovi maxi-tagli della cosiddetta “spending review” ordinata dal governo Monti. In due anni e mezzo, Asl e ospedali perderanno per strada oltre il 10% dei finanziamenti. Nel frattempo spunta un altro taglio senza precedenti, quello di 16-18.000 posti letto ospedalieri: chiuderanno gli ospedali con meno di 80 posti e sarà ridotto da 4,2 a 3,7 lo standard di posti per ogni mille abitanti. Dalla bozza del decreto “taglia spesa” spunta anche la sforbiciata del 5% dei costi d’acquisto di beni e servizi con esclusione degli acquisti dei farmaci, mentre la stessa riduzione si applica sui dispositivi medici fino al 31 dicembre di quest’anno. Il fondo sanitario viene tagliato di un miliardo nel 2012 e di 2 nel 2013, ma in tutto la sanità dovrebbe perdere 4,5 miliardi in più rispetto ai tagli della manovra Tremonti.

  • Uscire dall’euro: slogan a parte, è caduto l’ultimo tabù

    Scritto il 25/6/12 • nella Categoria: idee • (2)

    Singolare: proprio Berlusconi, protagonista di una clamorosa auto-rottamazione politica, al punto da agevolare i suoi liquidatori col piano Monti-Napolitano, ora sembra sul punto di “resuscitare” agitando la propaganda anti-euro. Per contro, proprio grazie al redivivo Cavaliere, nell’agenda politica italiana cade l’ultimo tabù: quello dell’intoccabilità quasi sacrale della moneta unica europea, valuta comune ma non pubblica, non “sovrana”, appaltata alla Bce per la regia privata della grandi banche e di un unico attore pubblico, la Germania di Angela Merkel che «non dà segni di ragionevolezza». Uscire dall’euro? Ebbene sì: ora se ne parla apertamente. E, con Berlusconi, il tema farà irruzione nella prossima campagna elettorale. Semplicismo e fede nei miracoli? Attenzione, avverte Aldo Giannuli: «Una uscita improvvisa dall’euro – o peggio ancora un suo crollo improvviso – determinerebbe molti più mali che benefici e rischieremmo di spezzarci la schiena».

  • L’Italia fa gola a Deutsche Bank: vogliono prenderci tutto

    Scritto il 21/6/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Un piano di dismissione gigantesco, proporzionale a quello che coinvolse la ex Germania dell’Est dopo la riunificazione del 1990. E’ questa la richiesta che la Deutsche Bank ha fatto all’Europa, e in particolare al governo tedesco, in suo rapporto di qualche mese fa e che ora abbiamo potuto leggere. Il documento è del 20 ottobre 2011 e si intitola “Guadagni, concorrenza, crescita” ed è firmato da Dieter Bräuninger, economista della banca tedesca dal 1987 e attualmente Senior Economist al dipartimento Deutsche Bank Research. Un testo importante perché aiuta a capire meglio cosa sono “i mercati finanziari”, chi è che ogni giorno boccia o promuove determinate politiche di questo o quel governo.

  • Travaglio: l’antipolitica italiana sono loro, destra e sinistra

    Scritto il 16/5/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Oggi, la vera antipolitica è quello che noi chiamiamo politica. E’ scendere in campo salire, è fondare un partito per non andare in galera e non fallire per debiti, è far eleggere gli avvocati e i coimputati sennò poi parlano. E’ possedere aziende o dire “abbiamo una banca” o “ci facciamo un bel Tav”. E’ fare il sindaco di Torino due volte e poi diventare il capo di una fondazione bancaria. E’ stare in Parlamento trenta o quarant’anni pensando che il rinnovamento sia cambiare continuamente il nome al partito. E’ usare le Camere come alternativa al carcere, o alla latitanza, o alla comunità di recupero. E’ usare come ufficio di collocamento per amici, parenti e amanti il Parlamento, la Rai, i giornali, le autorità indipendenti, le Asl, gli ospedali, le aziende pubbliche, le banche, gli istituti culturali, il cinema, la fiction.

  • Gallino: un milione di posti di lavoro? Facile, basta volerlo

    Scritto il 30/4/12 • nella Categoria: idee • (2)

    Sgravi fiscali, investimenti in grandi opere, incentivi alle imprese perché assumano, sono poco o punto efficaci per creare rapidamente occupazione. Occorre che lo Stato operi come datore di lavoro di ultima istanza, assumendo direttamente il maggior numero di persone. La proposta: primo, istituire un’Agenzia per l’occupazione simile alla Works Progress Administration del New Deal americano (works = opere pubbliche). L’Agenzia stabilisce i criteri di assunzione, il numero delle persone da assumere, il livello della retribuzione, i settori cui assegnarle. Le assunzioni vengono però effettuate e gestite unicamente su scala locale, da Comuni, Regioni, enti del volontariato, servizi del lavoro. Secondo: per cominciare, si dovrebbe puntare ad assumere rapidamente almeno un milione di persone.

  • Bello pagare le tasse? Grillo: dipende dall’uso che se ne fa

    Scritto il 12/4/12 • nella Categoria: idee • (4)

    «Le tasse sono bellissime». Lo disse Padoa Schioppa. Io però aggiungerei: «Dipende dall’uso che se ne fa!». Le tasse per comprare cacciabombardieri, per finanziare finte missioni di pace in Iraq e in Afghanistan, per i rimborsi elettorali di un miliardo di euro ai partiti, per le centinaia di milioni di contributi ai giornali? Per i vitalizi dei parlamentari ottenuti dopo una legislatura, per tenere in piedi le Province, per i costi da monarchia rinascimentale del Quirinale, per le Grandi Opere Inutili come la Tav, la Gronda o Expo 2015? Per i maxi emolumenti dei parlamentari, dei consiglieri regionali e provinciali, per le doppie e triple pensioni, per centinaia di migliaia di auto blu? Potrei continuare per ore.

  • Barnard: noi come l’Africa, venduti agli Avvoltoi finanziari

    Scritto il 01/12/11 • nella Categoria: idee • (11)

    «Voi persone per bene non capite cosa significhi trovarsi debitori di un Vulture Fund, di un avvoltoio. Siete abituati al volto del vostro cassiere all’Unicredit, al Monte dei Paschi. Anche tu, imprenditore, non sai come prende allo stomaco il fiato di un Ss finanziario quando lo devi ricevere nel tuo ufficio». E sarà inutile, dall’interno del “Lager economico Italia”, volgere lo sguardo al governo, ai sindacati, alle Regioni: il debito sovrano dell’Italia del default sarà stato trasferito, con decisione del Consiglio Europeo, sotto la giurisdizione britannica o dello Stato di New York. Per cui a Roma sarà la Notte dei Lunghi Coltelli: «Il resto delle “Ss finanziarie” del Fmi, della Ue dei tecnocrati alla Rompuy e Draghi, saranno impegnate a ripulire i palazzi governativi per sempre. Inutile neppure pensarci, a loro».

  • Barnard: perderemo tutto, la Bce vuole il nostro sangue

    Scritto il 31/10/11 • nella Categoria: idee • (28)

    La lettera che il governo Berlusconi ha consegnato all’Unione Europea significa una sola cosa: «Che l’Italia si deve piegare al volere dei mercati». Dopo un lungo silenzio, Paolo Barnard torna a farsi sentire attraverso il suo dirompente sito web, dal quale lanciò “Il più grande crimine”, saggio sulfureo sulle vere cause dell’attuale crisi: la resa della politica ai predoni della finanza mondiale, attraverso un’inesorabile processo di privatizzazione perfezionato negli anni ’80 da Reagan e dalla Thatcher con la complicità di Kohl e Mitterrand e sviluppato in Italia da uomini come Ciampi e Prodi, fino al capolavoro assoluto: un’Unione Europea non democratica, retta da una Commissione di non-eletti e incentrata sull’euro, moneta comune ma privata, che la Bce “presta” agli Stati membri ad elevato tasso d’interesse.

  • Nucleare italiano: la nuova mappa della paura

    Scritto il 16/3/11 • nella Categoria: segnalazioni • (6)

    L’incubo nucleare giapponese porta Paesi come Germania e Stati Uniti a prendere in seria considerazione l’abbandono dell’atomo. In Italia, invece, la linea del governo «non cambia». Per il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, quella degli anti-nuclearisti italiani non è altro che uno «sciacallaggio politico a fini domestici». Per la maggioranza di governo, il ritorno all’energia atomica è una scelta non negoziabile. Fra i problemi da prendere in considerazione, però, resta quello della collocazione delle future centrali. E delle scorie radioattive da esse prodotte. Non solo perché l’Italia, come il Giappone, è un Paese a elevato rischio sismico. Ma perché 16 regioni su 20, anche governate dal centro-destra, hanno già detto che non vorranno centrali atomiche sul proprio territorio.

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