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Archivio del Tag ‘romanzo’

  • No Tav, eresia e orgoglio di una valle in fondo al vento

    Scritto il 24/9/12 • nella Categoria: Recensioni • (Commenti disabilitati)

    Vorrei riuscire a scrivere di questo romanzo senza dilungarmi sulla questione del Tav. Del treno ad alta velocità (o capacità) s’è parlato e scritto e la mia posizione contro questo progetto è chiara. D’altronde le ragioni di chi è contro sono esorbitanti rispetto a quelle di chi vuole imporcelo. Un romanzo dovrebbe innanzitutto attenersi a dei parametri letterari, perché se in esso si prende una posizione troppo precisa, a favore o contro un argomento, allora siamo di fronte a un’opera militante che col romanzo (genere letterario che si diffonde con l’avvento del relativismo) ha poco a che vedere. È palese che all’amico Giorgio Cattaneo il Tav non piace, come non piace a me e alle persone che considerano la Valle di Susa qualcosa in più di una zona di passaggio; tuttavia, se il suo romanzo si limitasse ad esprimere un dissenso, tale dissenso potrebbe esprimersi in un ennesimo saggio sull’argomento, o in uno degli innumerevoli instant-book che occupano gli scaffali delle librerie.

  • Fred Vargas: svelare tutto il marcio che c’è in Europa

    Scritto il 11/9/12 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Non penso che le storie poliziesche possano cambiare la realtà sociale. Da storica so che non sono gli scrittori a ottenere le vittorie decisive nell’ambito delle questioni sociali e politiche. Émile Zola ci è riuscito con “J’accuse”, ma non si trattava di un romanzo. Il romanzo ha altri scopi, che sono altrettanto importanti e profondi, ma sono diversi dalla politica. Mio padre era un ottimo scrittore, ma pensava che i polizieschi fossero colossali sciocchezze. Quando aveva 17 anni si era ripromesso di diventare un nuovo Rimbaud o di lasciar perdere. È una cosa un po’ triste. Coltivavo l’ambizioso proposito di ottenere una lingua musicale, ma feci l’ errore di pensare che la trama non fosse importante. Ora spero che i miei libri contengano una storia ben fatta, ma credo ancora che anche la storia più bella non valga nulla se la scrittura non è musicale.

  • Erri De Luca: il torto del soldato non è la sconfitta

    Scritto il 25/8/12 • nella Categoria: Recensioni • (Commenti disabilitati)

    La scrittura di Erri De Luca ha un ritmo spezzato, come le onde corte che si infrangono sugli scogli della sua Ischia. E’ un ritmo che, all’inizio, mi affatica sempre un po’. Poi, dopo poche pagine, entro in risonanza, divento onda, divento scoglio, e il suo ritmo si fa mio. Così, quando il libro finisce, mi rimane sulla pelle qualcosa che ha il sapore della nostalgia: di quelle onde e di quegli scogli. Persino dei ricci di mare che si fanno parole e pungono di nero. “Il torto del soldato” è tante storie, ma soprattutto la storia di due solitudini. Anzi tre. Lui è un uomo maturo, esperto di letteratura yiddish. Un taciturno, che affida le sue sensazioni alla parola scritta o alle mani con cui scala, anzi sente le montagne. «Uno che passa il suo giorno a frugare rocce a quattro zampe ha un mucchio di tempo per contarsi storie».

  • La crisi a Detroit: i cadaveri finiscono nella spazzatura

    Scritto il 24/8/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    Non ci siamo dimenticati di Detroit, che è un po’ la città-simbolo di questo blog e il nostro personale “canarino nella miniera” della crisi. Seguiamo le vicissitudini di quella disgraziata città ormai da tempo, spesso attoniti ed atterriti allo spettacolo del progressivo incredibile degrado. Sembra di vedere una città futuristica e postcatastrofe, eppure tutto accade oggi. L’ultima, segnalata dalla “Nbc”, è questa: «I luoghi abbandonati di Detroit diventano discariche per cadaveri». Dalla strada, i due corpi in decomposizione erano quasi invisibili, nascosti in una crescente discarica di copertoni usati e un vecchio divano. I teenagers erano stati colpiti da una pistola, spogliati di tutto e lasciati in un lotto abbandonato.

  • Romanzo di una valle che resiste in fondo al vento

    Scritto il 27/7/12 • nella Categoria: Recensioni • (Commenti disabilitati)

    Un giovane giornalista riluttante e già disilluso sul proprio mestiere viene inviato nella valle di Susa in rivolta contro il Tav. Dietro alle barricate della più anomala protesta popolare d’Italia scoprirà un oscuro retroterra di misteri irrisolti che ancora inquinano un orizzonte di tensioni. E’ il tema di “Una valle in fondo al vento”, romanzo che Giorgio Cattaneo – esponente del network creativo torinese “Libre” – dedica alla lunga controversia, tuttora in corso, sull’alta velocità ferroviaria Torino-Lione. Sullo sfondo dell’opaco business delle grandi opere, fra strani depistaggi e attentati fantasma, emerge la voce corale di una comunità esasperata dagli abusi subiti e pienamente consapevole del respiro storico della propria terra, eterno crocevia europeo fin dall’antichità. Tra le ombre inquietanti di vicende frettolosamente archiviate, il protagonista scopre che, proprio come in guerra, la prima vittima della cronaca è sempre la verità.

  • Atene, banchieri in pericolo: il giustiziere è un serial killer

    Scritto il 28/4/12 • nella Categoria: Recensioni • (6)

    La crisi uccide, ma non come siamo portati a pensare. C’è chi ci lascia la pelle in modo violentissimo: banchieri, finanzieri e funzionari delle agenzie di rating. I corpi sono rinvenuti orrendamente decapitati, a colpi di scimitarra. E tutto fa supporre che l’assassino, che li considera criminali, si sia assunto l’incarico di impartir loro la più plateale delle punizioni. Romanzo criminale dell’abisso nel quale sprofonda la Grecia: Petros Markaris, il più noto autore greco di romanzi gialli, è attualmente impegnato in un’impresa piuttosto ambiziosa: sta lavorando a una “trilogia della crisi”, per raccontare la catastrofe sociale provocata dai tagli imposti dalla Bce. Nel primo volume, “Lixipròsthema Dhàneia” (in italiano “Prestiti scaduti”) l’antieroe nero è un serial killer: è lui che fa pezzi, letteralmente, i “carnefici” del popolo greco.

  • Piazza Fontana, cine-romanzo di un’occasione sprecata?

    Scritto il 06/4/12 • nella Categoria: Recensioni • (1)

    Una docu-fiction tipo Rai Storia, ma in versione lusso e con tesi non dimostrate? La differenza la fanno soprattutto i due protagonisti, Valerio Mastrandrea nei panni del commissario Luigi Calabresi e Pierfrancesco Favino, che incarna la vittima dell’indagine, cioè l’ex partigiano, ferroviere e attivista anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato dal quarto piano della questura di Milano il 15 dicembre 1969. La tragedia scoppiò al termine di un fermo illegalmente prolungato per tre giorni e scattato poche ore dopo la strage di piazza Fontana, che fece 17 morti e 88 feriti alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. Attentato che segnò l’inizio della “strategia della tensione” scatenata in Italia per fermare l’avanzata democratica della sinistra e scongiurare il rischio che potesse andare il governo il Pci, ancora formalmente collegato al grande nemico degli Usa e della Nato, l’Unione Sovietica.

  • Venite a visitare il mare di gioia che non riuscite a vedere

    Scritto il 05/3/12 • nella Categoria: Recensioni • (Commenti disabilitati)

    E’ difficile raccontare il mare senza mai staccarsi da terra. Può succedere solo se il mare ce l’hai dentro di te, senza neppure saperlo: e allora i prati in fiore diventano fondali rigogliosi, i cieli scogliere ventose, i rami degli alberi trame intricate di corallo. E’ un mare di stagioni, quello dipinto dai ragazzi che dipingono sulla riva del grande fiume, proprio là dove il fiume si rassegna a salutare gli argini erbosi e ad entrare nella prigione di cemento della città. La città è Torino e la riva dei pittori coraggiosi, poeti del mare, si chiama Moncalieri: i ragazzi arrivano puntuali ogni mattina, si fanno compagnia, pranzano insieme. E poi, si mettono in ascolto: fanno silenzio, e lasciano scrosciare tutto il mare che hanno dentro. E’ un mare segreto, incontaminato. E loro lo dipingono, sfiorando un viaggio che i comuni mortali, semplificando, a volte chiamano con un nome misterioso: felicità.

  • Fruttero e Lucentini: segreti e perfidia di una coppia geniale

    Scritto il 16/1/12 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    «Adesso la coppia è davvero finita, perché con la morte di Carlo Fruttero scompare anche quel modo di scrivere, quella sottile perfidia dello sguardo, quel disincanto acuto del racconto che apparteneva a tutti e due», e che Franco Lucentini non era riuscito a portarsi via con la morte. Fruttero era rimasto solo, affondava le mani in tasca e “fiutava” Torino senza nemmeno vederla: «Un gioco mentale perfetto, senza il contagio della realtà quotidiana». Così il direttore di “Repubblica”, Ezio Mauro, prende commiato il 16 gennaio da Fruttero, che insieme a Lucentini aveva trasformato la città piemontese in creatura letteraria, da smontare pezzo per pezzo per poi rimontarla ogni volta nei romanzi: «Un vizio attaccato a un’abitudine, a un quartiere, al modo di camminare di una donna, a un gesto di periferia, a una curva sulla collina».

  • Pallante: trent’anni di bugie, vi svelo la truffa dei partiti

    Scritto il 02/11/10 • nella Categoria: Recensioni • (2)

    Come direbbe Beppe Grillo: ci hanno preso per i fondelli. Tutti: destra e sinistra. Politici impegnati a recitare nel loro teatrino elettorale, ma in realtà ridotti a semplici sudditi, servi ottusi e corrotti del pensiero unico, meri esecutori dei diktat del vero potere, quello dell’industria e della finanza, complice anche l’appoggio della politica cattolica. Firmato: Maurizio Pallante, il guru della Decrescita all’italiana. Che stavolta non tiene una conferenza e non firma un saggio sul dogma folle dello sviluppo illimitato, ma addirittura un romanzo: ambientato nell’hinterland di Torino, in un ex paese divenuto città. Un plastico perfetto per mettere in mostra, spietatamente, tutti gli orrori dei “trent’anni che sconvolsero il mondo”: una trappola dalla quale, ormai è evidente, non sappiamo più come uscire.

  • La via dei lupi, un film dal romanzo di Carlo Grande

    Scritto il 12/11/09 • nella Categoria: segnalazioni • (1)

    “L’inverno, il lupo non l’ha mai mangiato”. E’ un proverbio della conca di Bardonecchia, in alta valle di Susa, ad aprire uno dei capitoli in cui più si respira l’eco della civiltà montanara trecentesca, lunghe attese invernali dentro case di legno e pietra supplicando la misericordia di Dio contro le forze della natura. E’ l’ambientazione del bestseller italiano “La via dei lupi”, di Carlo Grande: libro destinato a trasformarsi in un film, con la collaborazione degli sceneggiatori Fredo Valla e Barbara Allemand, che il 14 novembre anticiperanno al pubblico torinese l’adattamento cinematografico appena concluso, insieme all’autore del romanzo.

  • Kinney, la schiappa che sbaraglia anche Dan Brown

    Scritto il 10/11/09 • nella Categoria: Recensioni • (Commenti disabilitati)

    Greg Heffley funziona perché è autentico. Pur essendo di carta. Ha dodici anni, pochi peli in testa, è magro che più non si può e ha ribaltato ogni previsione editoriale del mondo dei grandi. Che il suo “Diario di una Schiappa” sarebbe diventato un bestseller appena due settimane dopo l’uscita, che sarebbe restato oltre trenta settimane nella classifica del New York Times e che avrebbe sbaragliato persino la concorrenza dell’ultimo attesissimo romanzo di Dan Brown non l’avrebbe immaginato certo Jeff Kinney, il trentottenne programmatore di giochi online che di Greg è il creatore.

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