Archivio del Tag ‘squali’
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Sardine, il galateo del nulla. Feltri: il loro show è già finito
Le Sardine non meritano antipatia e mi dispiace per la brutta fine che faranno. La loro morte è segnata. La frequentazione decennale degli antri della politica mi autorizza a fare la Cassandra della loro caduta in padella. Le friggeranno, povere Sardine. Se le spartiranno, magari con una fetta di limone e le patate lesse. Le si vede in queste ultime ore, corteggiate e adulate, in visita ad esempio da Lucia Annunziata e Lilli Gruber. Credendo di visitare le loro rispettabili nonne partigiane e post-comuniste, ci pare di sentirle dire: «Ma che bocca grande che hai». Gnam. Nei loro esordi le Sardine hanno avuto la leggerezza delle favole. Dotati di squame e di pinne come la celebre Sirenetta di Andersen e di Walt Disney, ma anche di belle facce e bei capelli, i loro capi si sono esibiti guizzanti, e hanno incantato le anime belle, cui sono apparsi come pesciolini un po’ volanti sulle nuvole del sogno. Sardine Peter Pan. Avannotti nati nelle vasche del nulla, senza padri né madri, tutti le volevano adottare. Così parevano avere un destino di maturità durevole: diversa dai girotondini, dai movimenti dei viola e degli arancioni. Nessuna grevità di tratto, all’inizio facce pulite e ignote.Ragazzi antisalviniani sì, ma moderatamente, e solo perché Matteo fa troppi tweet: si calmasse, e magari ci si sarebbe potuti accompagnare anche con lui (figuriamoci). Sì, sardine un po’ di sinistra, ma si sa come sono i ragazzi, e però senza la zavorra della falce e del martello a tirarli giù nel fondo limaccioso della vecchia politica. Con queste loro costumanze vezzose, i cartelli pitturati da bambini delle elementari, a colori pastello, hanno sedotto persino qualcuno a destra, speranzoso che la nascente popolarità di un movimento strappasse le penne e tagliasse le unghie alla Lega, mettendola fuori moda. C’è voluto meno di un mese perché questo fascino presso l’opinione pubblica poco o niente militante finisse a ramengo, proprio mentre è cresciuto a vista d’occhio l’appetito dei pescecani rossi e gialli affamati di consensi perduti, bisognosi di ingurgitare il pesce azzurro. Gnam.In origine, almeno il primo giorno, le Sardine non parevano destinate a questa sorte. Non si sa se per malizia o per convinzione avevano evitato anche di cantare “Bella ciao”. Vedendo in effigie e ascoltando in tivù i quattro inventori bolognesi di questi raduni, ho apprezzato in loro l’attitudine a usare lo shampoo e i congiuntivi. Non erano antipatici. Il problema – sin dalle loro prime trionfali apparizioni – era che non si capiva se ci fosse qualcosa nella profondità dei loro ricami verbali sulla gentilezza, la sincerità, eccetera. Non dico idee, non esageriamo, ma uno spunto di originalità, un attaccamento alle questioni pratiche, e una proposta di soluzione. Ilva, Alitalia, tasse, migrazioni. Possibile che gli stesse bene tutto, ma proprio tutto del governo, e la sola protesta fosse diretta a chi non governava né Bologna, né l’Emilia-Romagna e tanto meno l’Italia? Ma sì: aria fritta di sinistra, tale quale il loro destino. In tanti anziani militanti, bisognosi di rigenerare le loro illusioni perdute di sessantottini, l’ultimo è stato ieri Gad Lerner, si ostinano a vedere in costoro la palingenesi della sinistra, la rigenerazione dalle ceneri della fenice morta.Non andrà così. La faccenda è diventata chiara dopo che le 160 sardine gallonate si sono chiuse nel palazzo occupato e hanno cavato dalle loro zucche cinque punticini innocui di galateo del nulla, e un solo punto politico: no ai decreti sulla sicurezza. Proprio quel no che è stato la dannazione della sinistra, e la causa del suo sprofondamento. Una ricetta di sicure sconfitte condivisa da ciascuna delle varie correnti del Pd e dei Cinque Stelle, nonché da Italia Viva, +Europa, Calenda, Verdi. Tutti. Dall’ala antisalviniana di Forza Italia fino ai filo palestinesi arabi sono pronti a contendersi i singoli capi acciughe per metterli alla testa di qualche sciagurata lista civica per le regionali e con l’intento di fagocitarli facendoli parlare a qualche congresso, infilandoli nel loro acquario. Finiranno nel loro menù. Sardine fritte. E pure pesanti da digerire.(Vittorio Feltri, “Il futuro di Mattia Santori e Sardine: non meritano antipatia, ma la loro morte”, da “Libero” del 17 dicembre 2019).Le Sardine non meritano antipatia e mi dispiace per la brutta fine che faranno. La loro morte è segnata. La frequentazione decennale degli antri della politica mi autorizza a fare la Cassandra della loro caduta in padella. Le friggeranno, povere Sardine. Se le spartiranno, magari con una fetta di limone e le patate lesse. Le si vede in queste ultime ore, corteggiate e adulate, in visita ad esempio da Lucia Annunziata e Lilli Gruber. Credendo di visitare le loro rispettabili nonne partigiane e post-comuniste, ci pare di sentirle dire: «Ma che bocca grande che hai». Gnam. Nei loro esordi le Sardine hanno avuto la leggerezza delle favole. Dotati di squame e di pinne come la celebre Sirenetta di Andersen e di Walt Disney, ma anche di belle facce e bei capelli, i loro capi si sono esibiti guizzanti, e hanno incantato le anime belle, cui sono apparsi come pesciolini un po’ volanti sulle nuvole del sogno. Sardine Peter Pan. Avannotti nati nelle vasche del nulla, senza padri né madri, tutti le volevano adottare. Così parevano avere un destino di maturità durevole: diversa dai girotondini, dai movimenti dei viola e degli arancioni. Nessuna grevità di tratto, all’inizio facce pulite e ignote.
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Carpeoro: ma con questi politici, l’Italia resterà sottomessa
Alla vigilia delle elezioni europee hanno azionato una tenaglia attorno a Salvini. Esempio: la nave Sea Watch. Salvini non voleva che entrasse nel porto, invece c’è entrata. Come? Grazie alla magistratura, che l’ha sequestrata. Quindi l’ha fatta attraccare e ha fatto esattamente quello che Salvini non voleva: ha fatto sbarcare i migranti. Poi vedrete che l’inchiesta verrà archiviata, ma intanto Salvini è stato beffato. E faranno sbarcare tutti i migranti in questo modo: ormai hanno capito come fare. Ogni volta che Salvini dirà “questa nave non entra”, la magistratura la sequestrerà e farà sbarcare i migranti. Ormai hanno trovato il trucco. Ma vi pare che le cose si possano fare così? D’altro canto, Salvini ha commesso i suoi errori. Questi politici hanno tutti lo stesso difetto: mettono le ambizioni al di sopra del progetto. Salvini pensa di prendere i voti solo con il culto della personalità. E questo in Italia funziona, ma solo a breve termine. Funziona per chi vuole vincerne una sola, di elezione. Chi vuole vincerne tante, invece, deve fare operazioni a lungo termine. Peraltro, in Italia, nell’immediato non si può fare più niente. Siamo talmente “imbalsamati” che gli obiettivi immediati ce li dobbiamo scordare. Dobbiamo capire tutti che ci tocca versare lacrime e sangue: fare fatica, facendo le cose giuste, però – perché adesso abbiamo lacrime, sangue e fatica ma facendo le cose sbagliate.Bisogna avere il coraggio di dire, agli italiani: “Io sono a lungo termine; se pretendete da me gli 80 euro il mese prossimo, rivolgetevi a qualcun altro”. Se poi gli italiani preferiscono così… Ma in questo modo il “qualcun altro” dura solo un giro, come Renzi. Nel frattempo restiamo sottomessi ai diktat del regime politico-finanziario europeo? L’Italia non deve contestare l’Europa, deve contestare il modo in cui è stata rappresentata la sua situazione economica. Il nostro paese ha il patrimonio artistico più grande del mondo, che non viene minimamente valutato. Gli altri, nei bilanci mettono finanche le noccioline; e noi non possiamo mettere a bilancio il nostro patrimonio artistico? Non è un bene? Non è un valore? Non è un patrimonio? Se io a casa ho un Renoir, nella dichiarazione dei redditi lo devo indicare. Invece lo Stato, nella “dichiarazione dei redditi” che fa per l’Europa, non ci può mettere il Colosseo. Se noi ottenessimo la revisione dei parametri economici – per un discorso di verità, non di bugia – possono garantire che il debito pubblico verrebbe azzerato. Gli stessi trattati europei non escludono neppure che, nel proprio patrimonio, si possano indicare dei beni di cui effettivamente si dispone. Non si tratta di rivedere le leggi, ma solo di dire la verità: di fare cioè delle dichiarazioni patrimoniali veritiere.Non osiamo farci valere: dipende dalla scarsa personalità dei nostri politici? Sono ricattabili, i politici italiani: tutti. Quindi, nel momento in cui alzano la voce, qualcuno gli telefona e gli dice: attenti, che in archivio ho un dossier, su di voi. Chi ha i dossier? I vari Attali, i vari Ledeen. Quali interessi difendono? I loro. Sono interessi anche personali: secondo voi questi personaggi chiedono la carità all’angolo della chiesa? Lavorano per banche, fondazioni finanziarie: tutte cose che hanno creato loro, che gestiscono loro, che manipolano loro. Le banche e gli organismi finanziari sono cose neutre, astratte: tutto dipende da chi li governa, da come li gestisce. E’ quello che intendo, quando parlo di “sovragestione”. Sarebbe un danno, per loro, se l’Italia potesse riscattarsi? No, non sarebbe un danno. Hanno semplicemente interesse a speculare sulle disgrazie: e quelle dell’Italia sono ottime, per specularci. Ma è solo una questione di guadagno: non hanno niente, contro l’Italia. Vorrei confortare tutti quanti: non c’è un odio verso il nostro paese. E’ come con la Grecia: nel momento in cui c’è la disgrazia, ci si specula sopra. Così funzionano, i pescecani. E la nostra disgrazia consiste nel fatto che, a suo tempo, non abbiamo rivendicato il nostro reale assetto economico e patrimoniale. Responsabilità di chi sedette al tavolo delle trattative per conto dell’Italia: è chiaro che la partita la perdi, se non cali i tuoi assi.Per contro, a quel tavolo non potevamo non sederci. Se fossimo rimasti fuori dal club europeo avrebbero strangolato la lira in modo inimmaginabile – come infatti stava già accadendo prima ancora dell’euro: don lo Sme e con la grande speculazione, la lira si sarebbe trasformata in una moneta ridicola. Mi si fa notare che un paese come la Corea del Sud è rimasto felicemente indipendente? Certo, ma in quel caso non hanno fatto l’Unione Asiatica: lì non c’è quel tipo di connessione finanziaria e di sovragestione che c’è da noi. Nel nostro caso, la sovragestione finanziaria esisteva già – prima ancora della creazione dell’Unione Europea. La grande speculazione c’era, eccome. La sterlina non è stata affatto strangolata? Certo, perché ha un impero suo: si chiama Commonwealth. Ha risorse, mercati e vie d’uscita enormi. Per questo la Gran Bretagna è stata costretta a uscire, dall’Ue: stava perdendo il Commonwealth. Ci sarà il boom del Brexit Party? Ormai in Inghilterra non si capisce più niente. Comunque il Regno Unito può andare dove vuole, tanto non va da nessuna parte, oggi. Se l’Europa fosse un organismo intelligente, darebbe all’Inghilterra una moratoria di 10 anni. Le direbbe: “Fa’ quello che vuoi. Esci, resta”. Invece di strangolarla, le dovrebbe dire: “Hai dieci anni di tempo, per decidere quello che vuoi fare”. Ma l’Europa non è un organismo intelligente.Ora si contestano anche le radici cristiane dell’Europa. Ma qualcuno può negare che il Cristianesimo faccia parte della storia europea? Fino al 100 dopo Cristo era un soggetto estraneo, limitato a una tradizione mediorientale. Poi ha fatto irruzione in Occidente – come anche il mitraismo e il sincretismo alessandrino, che univa le religioni greca, egizia e mitraica. C’erano tante influenze, perché ormai l’Impero Romano era una entità internazionale: c’era stata una specie di globalizzazione, e quindi è arrivato anche il Cristianesimo. Il problema? Aveva successo. Nei primi tre secoli del primo millennio era diventato, nell’Impero Romano, la religione maggioritaria. Al punto che Costantino fiutò la possibilità di farne una base solida del proprio potere imperiale, e così lo dichiarò religione di Stato. E dire che i cristiani erano stati perseguitati anche sanguinosamente, da imperatori come Traiano. Il guaio è che, una volta diventato religione di Stato, il Cristianesimo ha preso tutti i vizi del potere. Nella sua dimensione strutturale (che prima non aveva) si è plasmato proprio sul potere imperiale. E questa crescita – compresa questa sorta di tara – si è poi trasferita, pari pari, da impero a impero: dall’Impero Romano, poi sgretolato dalle invasioni, al risorgente Sacro Romano Impero.Il Sacro Romano Impero si fondava sul Cristianesimo: era il suo pilastro, tant’è vero che tutti gli imperatori venivano incoronati dal Papa (salvo momenti di frizione e conflitto per il potere materiale). Proprio il Sacro Romano Impero ci ha accompagnato direttamente fino alle porte dell’umanesimo e del Rinascimento. E cosa ha trasferito, fino ai giorni nostri? La trazione franco-germanica: comandavano francesi e tedeschi, esattamente come oggi. Questa è la vera radice europea. La storia ha una grande forza: esiste anche per chi non la riconosce. Contestare le radici cristiane dell’Europa (che non sono le uniche) è sbagliato. E’ un passaggio retorico, ma comunque irrilevante: perché alla fine la verità è che, oggi come allora, comandano i francesi e i tedeschi (a prescindere dalle istituzioni formali europee). Certo, la ricostruzione della storia non è facile, e spesso non è così veritiera. Abbiamo esempi anche recenti: una certa retorica vuole che l’Italia sia stata liberata dai partigiani, ma – se non fossero sbarcati gli americani – qui si girerebbe ancora con l’orbace.I partigiani sono stati il simbolo della reazione di una parte nobile del popolo, ma in pratica – piaccia o meno – l’Italia è stata liberata dagli americani. Si può discutere anche sul concetto di “liberazione”, certo. Ma resta il fatto che l’Italia, da sola, non si sarebbe liberata del fascismo. Americani o russi, non importa: qualcuno, da fuori, doveva intervenire. Liberata e rioccupata? Normale: la penisola è sempre stata occupata. E’ come il cesso della stazione, l’Italia: non lo trovi mai libero. Ma siamo noi che ci facciamo occupare. Non l’abbiamo difeso in niente, il nostro paese. Non abbiamo il senso dello Stato, ci manca il senso della nazione. Seguiamo poco persino la nazionale di calcio, perché non è divisiva: preferiamo le squadre di club, perché siamo campanilisti. Qualcuno si domanda perché Napoleone spogliò l’Italia di tanta arte: era il prezzo da pagare per il supporto dei francesi contro l’Impero Austro-Ungarico? Ma tutti quelli che sono venuti in Italia hanno spogliato il nostro paese. Ben prima di Napoleone, il Re di Francia (Francesco I) si portò via Leonardo: non si prese soltanto l’arte, ma pure l’artista.Alla vigilia delle elezioni europee hanno azionato una tenaglia attorno a Salvini. Esempio: la nave Sea Watch. Salvini non voleva che entrasse nel porto, invece c’è entrata. Come? Grazie alla magistratura, che l’ha sequestrata. Quindi l’ha fatta attraccare e ha fatto esattamente quello che Salvini non voleva: ha fatto sbarcare i migranti. Poi vedrete che l’inchiesta verrà archiviata, ma intanto Salvini è stato beffato. E faranno sbarcare tutti i migranti in questo modo: ormai hanno capito come fare. Ogni volta che Salvini dirà “questa nave non entra”, la magistratura la sequestrerà e farà sbarcare i migranti. Ormai hanno trovato il trucco. Ma vi pare che le cose si possano fare così? D’altro canto, Salvini ha commesso i suoi errori. Questi politici hanno tutti lo stesso difetto: mettono le ambizioni al di sopra del progetto. Salvini pensa di prendere i voti solo con il culto della personalità. E questo in Italia funziona, ma solo a breve termine. Funziona per chi vuole vincerne una sola, di elezione. Chi vuole vincerne tante, invece, deve fare operazioni a lungo termine. Peraltro, in Italia, nell’immediato non si può fare più niente. Siamo talmente “imbalsamati” che gli obiettivi immediati ce li dobbiamo scordare. Dobbiamo capire tutti che ci tocca versare lacrime e sangue: fare fatica, facendo le cose giuste, però – perché adesso abbiamo lacrime, sangue e fatica ma facendo le cose sbagliate.
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Fracchia contro Dracula: gli eroi gialloverdi e i vampiri Ue
«Non si può votare per abolire la legge di mercato, come non si può votare per abolire la legge di gravità» (Carlo Alberto Carnevale Maffè, Università Bocconi). Dopo aver giurato e spergiurato che non avrebbero mai ceduto, i Grilloverdi naturalmente hanno ceduto, stralciando sia quel che resta del miserrimo Reddito di cittadinanza, che la fantomatica Quota 100 pensionistica dalla manovra finanziaria, per renderla più digeribile ai vampiri dell’Ue. Come Fracchia, minacciano sfracelli davanti ai colleghi, per poi cagarsi sotto all’arrivo del capoufficio. In particolare non c’è promessa solenne o valore fondante che la maggioranza dei grillini non sia disposta a rimangiarsi fino all’ultima briciola, pur di restare aggrappata alla posizione di potere che ha raggiunto, e che si restringe e diventa sempre più scivolosa, come una lastra di ghiaccio in un mare in tempesta, circondata dai pescecani, soprattutto leghisti. Tutta la fantascientifica rivoluzione del M5S s’è ridotta al bisogno disperato di riuscire a distribuire qualche buono spesa ai suoi elettori, prima che Salvini glieli porti via tutti. Mentre l’Unione Europea continua a spedire lettere minatorie a raffica come uno spam bot.Questo match truccato fra cazzari e sanguisughe è avvilente. La nostra unica speranza è il loro annientamento reciproco. Purtroppo però hanno più volte dimostrato d’avere la resilienza degli scarafaggi, specialmente la Lega, che si trova bene in entrambe le categorie, e quando si sarà sgonfiata la bolla populista, conta di tornare fra i “moderati”, i borghesi (post) berlusconiani i cui interessi in realtà non ha mai smesso di tutelare in via prioritaria, alla faccia del popolo. La democrazia occidentale s’è rivelata la peggiore truffa a schema piramidale del millennio. Votare è inutile, nella migliore delle ipotesi. Perché non c’è nessun vero cambiamento politico e sociale possibile senza cambiamento del modello economico. Questa pantomima è l’unica “democrazia” consentita dal capitalismo. Intanto il cadavere del Pd aspetta d’essere rianimato dal morso di Minniti. Le conduttrici “progressiste” lo adorano, Gruber, Panella, Merlino, Berlinguer, lo intervistano con occhi sognanti, lo supplicano di salvare la nazione dai fascisti impresentabili. E riconsegnarla a quelli beneducati.(Alessandra Daniele, “Fracchia contro Dracula”, da “Carmilla” del 4 novembre 2018. Blogger disillusa sul menù politico italiano e curatrice della rurbica “Schegge taglienti” proprio su “Carmilla”, Alessandra Daniele ha collaborato a tre antologie cartacee, due progetti collettivi Creative Commons che ha contribuito a ideare, “Sorci Verdi” (Alegre, 2011), “Scorrete lacrime, disse lo sceriffo” (Crash, 2008) e l’antologia urban horror “Sinistre Presenze” (Bietti, 2013). Ha pubblicato due diverse raccolte dei suoi testi “carmilliani”: “Schegge Taglienti” (Agenzia X, 2014) e l’ebook gratuito “L’Era del Cazzaro” (Carmilla, 2016). C’è un suo racconto anche nella raccolta fotografica “Banditi dell’alta felicità”, edita dal movimento NoTav. Il suo spazio su “Carmilla” lo chiama “bloggino”, definendolo «uno spinoff per testi (ancora) più brevi». Precisa: «Non sono né su Facebook né su Twitter. Sono su “Carmilla”. E qualche volta al mare»).«Non si può votare per abolire la legge di mercato, come non si può votare per abolire la legge di gravità» (Carlo Alberto Carnevale Maffè, Università Bocconi). Dopo aver giurato e spergiurato che non avrebbero mai ceduto, i Grilloverdi naturalmente hanno ceduto, stralciando sia quel che resta del miserrimo Reddito di cittadinanza, che la fantomatica Quota 100 pensionistica dalla manovra finanziaria, per renderla più digeribile ai vampiri dell’Ue. Come Fracchia, minacciano sfracelli davanti ai colleghi, per poi cagarsi sotto all’arrivo del capoufficio. In particolare non c’è promessa solenne o valore fondante che la maggioranza dei grillini non sia disposta a rimangiarsi fino all’ultima briciola, pur di restare aggrappata alla posizione di potere che ha raggiunto, e che si restringe e diventa sempre più scivolosa, come una lastra di ghiaccio in un mare in tempesta, circondata dai pescecani, soprattutto leghisti. Tutta la fantascientifica rivoluzione del M5S s’è ridotta al bisogno disperato di riuscire a distribuire qualche buono spesa ai suoi elettori, prima che Salvini glieli porti via tutti. Mentre l’Unione Europea continua a spedire lettere minatorie a raffica come uno spam bot.
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L’inverno nucleare che attende il Pd, con o senza Renzi
«Pensano di essersi liberati di me, ma hanno sbagliato» (Matteo Renzi). Come ha dimostrato chiaramente la reazione del Pd alla strage del ponte Morandi, dopo Renzi è ancora Renzi a dettare la linea. E come al solito punta dritta contro un muro. Se il Pd vuole scampare alla meritatissima estinzione, deve liberarsi immediatamente del Bomba. Speriamo che non lo faccia. Il Pd non è migliore di Renzi. Il Cazzaro non è mai stato, come molti raccontavano, un usurpatore, una metastasi berlusconiana. Renzi è un frutto dell’Ulivo. È la logica conseguenza della deriva strutturale che ha portato il Pci, da sempre verticista, opportunista, settario e securitario, a tradire tutti gli ideali e le speranze dei lavoratori e dei movimenti, inseguire il potere lungo la Terza Via globalista, fondersi coi resti della Democrazia Cristiana – un destino manifesto fin dal Compromesso Storico – e diventare il principale garante dell’establishment, e del capitale.L’Ulivo di Prodi ha svenduto agli squali le aziende di Stato, e col pacchetto Treu ha legalizzato il nuovo schiavismo del precariato. La “ditta” di Bersani, coi governi tecnici, ha smantellato lo Stato Sociale, e lo Statuto dei Lavoratori. Renzi ha finito il lavoro col Jobs Act e la Buona Scuola, mentre cercava di rottamare anche la Costituzione. “Liberi e Ipocriti”, in fuga da Renzi, si sono scelti come padri fondatori Bersani, e il boia di Belgrado. Il “sobrio” Gentiloni ha controfirmato la dottrina Minniti che finanzia i campi di concentramento libici. Tutto il cosiddetto centrosinistra condivide questa marcescenza, di cui il renzismo è solo lo stadio terminale. In Renzi però si vede più che in chiunque altro. Renzi è uno sprezzante, grassoccio principino che ancora si rifiuta di vedere quanta rabbia giustificata susciti il semplice apparire del suo stolido faccione in tutti quelli che la sua classe parassitaria ha depredato.Renzi è la pingue, querula personificazione stessa dell’arroganza del potere ereditario; e il cosiddetto centrosinistra, per avere qualche possibilità di sopravvivere al meritatissimo inverno nucleare che l’aspetta, dovrebbe liberarsi immediatamente di lui e dell’Esercito delle Dodici Sceme, le sue fedelissime che ancora infestano talk e social come uniche portavoce. Speriamo che non lo faccia. Renzi si ripete «il futuro prima o poi torna», o qualche altra stronzata motivazionale da meme di Facebook. Sogna di fondare un partito tutto suo. Che prenderebbe meno voti della Lorenzin. Pensa: «Sull’onda del prossimo spread, tornerà il mio momento». Si sbaglia. Non tornerà, come non è tornato quello del suo Yoda, Rutelli. O quello di Claudio Martelli. Era giovane, rampante e in camicia anche lui. Il Bomba è scoppiato. Per sopravvivere al fallout, il Pci/Pd tenterà l’ennesima mutazione. Facciamo che non gli riesca.(Alessandra Daniele, “Cronache del dopo Bomba”, da “Carmilla” del 23 settembre 2018).«Pensano di essersi liberati di me, ma hanno sbagliato» (Matteo Renzi). Come ha dimostrato chiaramente la reazione del Pd alla strage del ponte Morandi, dopo Renzi è ancora Renzi a dettare la linea. E come al solito punta dritta contro un muro. Se il Pd vuole scampare alla meritatissima estinzione, deve liberarsi immediatamente del Bomba. Speriamo che non lo faccia. Il Pd non è migliore di Renzi. Il Cazzaro non è mai stato, come molti raccontavano, un usurpatore, una metastasi berlusconiana. Renzi è un frutto dell’Ulivo. È la logica conseguenza della deriva strutturale che ha portato il Pci, da sempre verticista, opportunista, settario e securitario, a tradire tutti gli ideali e le speranze dei lavoratori e dei movimenti, inseguire il potere lungo la Terza Via globalista, fondersi coi resti della Democrazia Cristiana – un destino manifesto fin dal Compromesso Storico – e diventare il principale garante dell’establishment, e del capitale.
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Il ponte dei soldi, il ponte degli avvoltoi, il ponte del dolore
Il ponte Morandi è crollato a Genova producendo tanti morti, feriti, sfollati, problemi e dolore per la gente comune. La società privata che lo gestisce ha continuato a rappezzarlo negli anni – come ha fatto per tutte le autostrade italiane – con un occhio attento a fare quanto indispensabile per mantenere la concessione, ma soprattutto a garantire enormi profitti. Ed è chiaro che per generare questi enormi profitti, mantenere ed aumentare le concessioni governative e le quotazioni in Borsa, in Italia occorre avere a disposizione un apparato di “protezione”: lobbies massoniche, pezzi di partiti, di Chiesa, circuiti bancari e assicurativi, dirigenti “amici” al ministero delle infrastrutture e dei trasporti, all’Anas, nella magistratura. Un notissimo massone piduista molto introdotto in Vaticano – vero e proprio successore di Gelli – ha per anni manovrato per garantire a questa gente delle autostrade il massimo delle coperture. E quindi il massimo di profitti. Si sa: amicizie, simpatie, protezioni…. generano profitti enormi. Ma questi profitti generano prima o poi tanti morti, feriti, sfollati, problemi di tutti i tipi e dolore per la gente comune. E anche – loro non se ne rendono conto – buchi neri nelle anime di tutta questa filiera di avvoltoi.La Prima Repubblica aveva già al suo interno forti germi di malaffare. Ma nel tessuto del quadro politico di allora c’erano ancora forti freni morali. La Seconda Repubblica, sorta sostanzialmente grazie all’assassinio di Moro, al vero e proprio golpe di Tangentopoli ed all’avvento al potere di ondate di individui proni al capitale finanziario nazionale ed internazionale, ha prodotto una degenerazione pressoché totale. L’industria e i servizi pubblici sono stati saccheggiati da stormi di avvoltoi: trasporti, acqua, energia, chimica, comunicazioni, stabilimenti di tutti i tipi, sono stati distribuiti a voraci pescecani. Il cui scopo non era dare servizi alla gente, ma solo incrementare i profitti. E l’operazione è stata fatta dopo aver tolto dal tessuto politico – con omicidi e colpi di mano – elementi di moralità o quanto meno di sovranità che ancora contavano per la generazione di Moro, Pertini, Craxi e altri leader della Prima Repubblica. Le istituzioni e i partiti, ridotti a deboli strutture rette da ominicchi servi dei poteri finanziari ed anticoscienza nazionali ed internazionali, hanno facilitato tutto questo.Ora questa “Terza Repubblica”, annunciata dalla nuova maggioranza M5S-Lega, afferma di voler fare pulizia, di voler togliere di mezzo questo sistema di malaffare. Noi speriamo veramente che, almeno in parte, riesca veramente a farlo. E che non si fermi solo a voler cambiare con uomini propri le corrotte dirigenze attuali, lasciando sostanzialmente intatto un sistema di potere oscuro e finanziario internazionale che, in fondo, vuole solo rinnovare una classe politica e dirigenziale. Una classe che il potere vero – quello anticoscienza dietro le quinte – considera ormai talmente corrotta, esaurita ed inefficiente da non essere più utile come strumento di manipolazione dell’opinione pubblica. Nel frattempo tragedie umane colme di dolore: tanti morti, feriti, sfollati, problemi di tutti i tipi e dolore per la gente comune. Speriamo che almeno tutto questo generi ancora, per reazione, risvegli di coscienza.(Fausto Carotenuto, “Il ponte dei soldi, il ponte degli avvoltoi, il ponte del dolore”, da “Coscienze in Rete” del 16 agosto 2018).Il ponte Morandi è crollato a Genova producendo tanti morti, feriti, sfollati, problemi e dolore per la gente comune. La società privata che lo gestisce ha continuato a rappezzarlo negli anni – come ha fatto per tutte le autostrade italiane – con un occhio attento a fare quanto indispensabile per mantenere la concessione, ma soprattutto a garantire enormi profitti. Ed è chiaro che per generare questi enormi profitti, mantenere ed aumentare le concessioni governative e le quotazioni in Borsa, in Italia occorre avere a disposizione un apparato di “protezione”: lobbies massoniche, pezzi di partiti, di Chiesa, circuiti bancari e assicurativi, dirigenti “amici” al ministero delle infrastrutture e dei trasporti, all’Anas, nella magistratura. Un notissimo massone piduista molto introdotto in Vaticano – vero e proprio successore di Gelli – ha per anni manovrato per garantire a questa gente delle autostrade il massimo delle coperture. E quindi il massimo di profitti. Si sa: amicizie, simpatie, protezioni…. generano profitti enormi. Ma questi profitti generano prima o poi tanti morti, feriti, sfollati, problemi di tutti i tipi e dolore per la gente comune. E anche – loro non se ne rendono conto – buchi neri nelle anime di tutta questa filiera di avvoltoi.
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Meglio la mafia perfetta, Wall Street: non ammazza i giudici
Are you ready for a ride? Pronti a stirare il cervello? Alla celebrazione per Paolo Borsellino ho portato due ‘visioni’: una sul perché Borsellino e Falcone sono stati ammazzati in quel modo, e l’altra su come far sparire le mafie, e su come mettere il Vero Potere con le spalle al muro, in un colpo solo. Piuttosto controversa la seconda, vi avviso. Parto dalla conclusione del ragionamento, poi ve lo spiego. Borsellino e Falcone sono stati ammazzati in quel modo apocalittico perché sono rimasti schiacciati da un sistema politico-mafioso “imperfetto” e allo stesso tempo cavernicolo, subumano, demente. Ok, parto. La domanda da farsi è questa: perché negli Usa – dove girano poteri e denari duemila volte maggiori di quelli del mafioso pollitalico pollaio, e dove la violenza armata dilaga come la peste – i giudici importanti non vengono trucidati? Eh? Dall’era Nixon all’ultimo giudice ucciso, cioè ai tempi di Bush Jr., sono stati ammazzati in America 4 giudici importanti, e tutti per motivi futili (vendette di ex carcerati, razzisti ecc). Be’? Eppure in Usa di giudici che hanno messo le mani dentro al più spietato potere del mondo ce ne sono stati, sappiamo i nomi. Allora? Ancora un attimo.Parliamo di affari e veramente vediamone le proporzioni. Le tre mafie italiane messe assieme, si stima, incassano (lordi? netti?) dagli 80 ai 120 miliardi di dollari all’anno. Nel 2008 un hedge fund di New York chiamato John Paulson (complice di Goldman Sachs) incassò in una singola scommessa 15 miliardi di dollari. In pochi giorni. Ed è solo uno delle centinaia di squali finanziari in quel mostro. Un tal Larry Fink, Ceo di BlackRock che gestisce fondi d’investimento, maneggia ogni anno 5.400 miliardi di dollari, ripeto, cinque-mila-quattrocento-miliardi. Ehm… cos’erano pure quegli spiccioli del panettiere di prima? Ottanta… centoventi all’anno? Il tizio sopra fa 15 miliardi in 10 giorni, l’altro ne maneggia 5.400. Cominciamo a capire le proporzioni. La sola Deutsche Bank ha in teoria le mani su investimenti speculativi pari a 20 (venti) volte il Pil di tutta la Germania. Poverini i caproni puzzosi delle nostre mafie, che fanno i polletti con gli spiccioli del distributore di caffè… Mafia, ‘ndrangheta e camorra non ci arriveranno neppure in 2 secoli a fare i soldi che i sopraccitati e affini fanno in un quinquennio.Diversi anni fa io stavo a Londra, una sera ero sul divano con la Tv accesa e vedo un noto programma d’inchiesta della “Bbc” che annuncia un servizio sulla mafia in Gran Bretagna. Ma va’? Lo guardo, ecco come si svolge: il reporter è in un taxi con un informatore che non si vede, e gli chiede di portarlo nei quartieri di Londra dove dominano le cosche e la malavita. L’esperto dà il nome di una via al taxista. Passano diversi minuti, e il taxi si ferma in piena City finanziaria sotto al grattacielo futuristico del gigante assicurativo Lloyd’s. Questa è la “Bbc”, non trasmettono buffonate. Be’, il giornalista, interdetto, non dice nulla per qualche secondo e l’altro gli sputa fuori: «Ma ancora non l’avete capito dove sono i boss, i padrini, qui a Londra? Hanno fatto carriera, altro che puttane, esplosivi o morti ammazzati e latitanze. Questi che stanno in ’sti grattacieli sono i mafiosi più potenti e rispettati del mondo, e incassano come un milione di gang di teste di cazzo messe assieme. Si sono evoluti, lo ha capito?».Parliamo di crimini, e davvero vediamone le proporzioni. Mafia, ‘ndrangheta e camorra non potranno mai fare neppure in 2 secoli ciò che due soli umani hanno fatto al pianeta intero pochi anni fa. Richard Fuld e Joseph Cassano, rispettivamente Ceo di Lehman Bank e della filiale dell’Aig a Londra, hanno trascinato il pianeta intero nella più grave crisi finanziaria dal 1929, cioè ne sono stati i due detonatori, a proposito di via D’Amelio e Capaci. Vogliamo per favore contare i morti per: A) depauperata assistenza sanitaria; B) impoverimento; C) alcolismo/droghe; D) fame; E) suicidio (con la stessa Gran Bretagna che denuncia un calo dell’aspettativa di vita degli inglesi per colpa di ’sta crisi), assieme a F) sofferenze di generazioni di giovani e bambini condannate da oggi per decenni a redditi minimi; G) crollo della dignità sovrana d’intere nazioni… causati da quei due uomini e da ciò che hanno scatenato perché appartenenti alla “mafia perfetta”?Qualcuno che sia sano di mente pensa che un sub-umano rintanato in un casolare, nascosto come un sorcio e con un tumore, che scribacchiava pizzini patetici su foglietti, o un gorilla analfabeta oggi in galera, avrebbero mai avuto il potere di fare un dolo (e molto di più) come quello che ho elencato sopra? Dai… Parliamo di proporzioni fra mafie, quella dei sorci coi pizzini e le ‘ponghe’ politiche del Tevere a Roma chiamati mafie “imperfette” e la mafia “perfetta” che sto descrivendo, e siamo seri, ok? Ma non siamo ancora al punto di tutto. Dopo Lehman (ma anche prima, come nel caso dello scandalo Savings&Loans anni ’80-’90) abbiamo scoperchiato una pentola dell’inferno scoprendo una criminalità immane che infettò quasi tutto il mondo finanziario sulla Terra. Uscirono prove, fatti, reati di proporzioni stellari… E allora chi, dei padrini della mafia “perfetta”, è finito in galera Nessuno. (Madoff sconta 3mila ergastoli ma solo perché ha fottuto una élite di miliardari, vi è chiaro?). Ma non avevamo detto che ci sono stati fior di giudici e magistrati senior che hanno indagato su ’sti criminali planetari? Sì, ma ancora un po’ di pazienza.Ricapitoliamo. Una mafia rozza e “imperfetta” è composta da sti sorci umani alla Casalesi o Corleonesi, col codazzo delle ‘ponghe’ del Tevere a Roma politica, una specie di fossa biologica da cantiere turco che fa esplodere un’autostrada per ammazzare un magistrato e che vive di latitanze con le pustole alla prostata, e il tutto per gestire due soldi da resto del salumiere confronto ai Signori del Mondo. Una mafia “perfetta” è quella che invece, appunto, fa duemila volte i profitti di quegli ‘scarrafoni’ del sud Italia e delle ponghe del Tevere; ma sono tutti uomini liberi, osannati da mezzo mondo, rispettati dai leader della Terra, dormono sonni di platino ogni notte: si chiama Big Finance. E se gli viene un cancro micidiale, come a Lloyd Blankfein, chissà come mai guariscono, mentre il sorcio beccato nel casolare coi pizzini no. I magistrati che indagano la mafia “perfetta” ci sono, o meglio c’erano. Ecco i nomi di quelli del livello di carriera di un Borsellino o di un D’Ambrosio: Mary Jo White, Gary Lynche, Linda Thompson, Paul Berger. Cosa fecero negli anni di platino che portarono al crimine mondiale dopo Lehman?Un cazzo, aprirono fascicoli falsi, e rispondevano a un altro ‘magistrato’ di livello immenso, tal Robert Khuzami della Securities and Exchange Commission americana che privatamente chiamava i banchieri Signori del Mondo prima e dopo Lehman e gli diceva (come da atti del Congresso Usa): «Hey, datemi uno squillo, se siete indagati per i crimini contro gli Stai Uniti ve lo dico prima e in privato, così aggiustiamo le cose con patteggiamenti e non ergastoli». Mary Jo White, Gary Lynche, Linda Thompson, Paul Berger al termine delle indagini di cartapesta che aprirono, si dimisero e indovinate dove sono oggi a prendere centinaia di milioni di dollari all’anno? Da Goldman Sachs, Jp Morgan, Citi, Bank of America ecc. Ma non abbiamo sentito di mega-multe in America, o di audizioni del Congresso di fuoco? Sì. Ma quando? Quando le agenzie di rating, che l’amico Pm Michele Ruggiero ha invano indagato nel paese dei sorci, fecero i dispetti alla mafia “perfetta”. Capitò che, così come sostenne Ruggiero nella sua eccellente requisitoria sul loro operato criminoso in Italia, la agenzie di rating (quelle che con una bocciatura affondano decine di milioni di umani a botta) andarono a pestare i piedi anche e per coincidenza alla mafia “perfetta”, e allora sì che la mafia “perfetta” li bastonò.L’ex ministro della giustizia Eric Holder multò Standard & Poor’s per la cifretta di 1 miliardo e 375 milioni di dollari, ops!, e S&P’s belò in ginocchio «Siii, Uaaaaa! Abbiamo barato, pietaaà!». Stessa cosa con Moody’s, multina da 864 milioni. Ops! La mafia “perfetta” è riuscita nell’intento di far passare indenne in America la seguente battuta (che è sulla bocca di tutti): «Gli Usa sono governati da Government-Sachs». A Washington non esiste una quota di commistione con ste mafie “perfette”, come a Roma con le cosche; no, a Washington mafie “perfette” e governo sono la stessa cosa al 100%, ed è tutto è ‘legale’. Jamie Dimon, padrino di Jp Morgan, non sta in un casolare nascosto come un sorcio e con un tumore, a scribacchiare pizzini patetici su foglietti, e non sarà mai un gorilla analfabeta in galera. Questi sono i nomi degli uomini o donne del governo americano che negli ultimi 17 anni sono venuti da un’unica banca, Goldman Sachs (poi ci sono gli altri) e furono tutti ministri o consiglieri della Casa Bianca: Stephen Bannon, Gary Cohn, Steven Mnuchin, James Donovan, Dina Powell, William Dudley, Gary Gensler, Stephen Friedman, Joshua Bolten, Robert Steel, Henry Paulson, Robert Rubin, Kenneth Brody.E torniamo a quel reportage della “Bbc” che vidi a Londra molti anni fa. Là dove il mondo si è evoluto al di sopra degli australopitechi o dei mungi-capre (camorra, ‘ndrangheta, Cosa Nostra), le mafie si sono trasformate. Non più armi, non più depositi di esplosivi, pizzi, ragliate sulla spartizione del territorio, non più discariche di veleni dietro casa propria, non più puttane, droga, o appalti del valore totale, fra mafia, ‘ndrangheta e camorra, di un pomeriggio di ‘bets’ al solo John Paulson Hedge Fund a Ny. Le mafie nei paesi che ‘giustamente’ Marco Travaglio definisce «i paesi seri» (povero idiota) hanno capito che si può essere un Provenzano alla quindicesima potenza e con in pugno… non gli appalti, ma una trentina di nazioni del mondo, e allo stesso tempo stare davanti al presidente degli Stati Uniti con la “Cbs”, “Msnbc”, “Cnn” a stuoino a fare domande, con onori sul “New York Times” o sul “Financial Times”, e sonni di platino. Insomma, please welcome… la mafia “perfetta”. E qui arrivo al punto di maggior importanza di questo articolo.Dopo aver esposto queste cose al convegno, il Pm Ruggiero in totale buonafede ha esclamato: «Barnard, allora sinceramente io mi devo ritenere fortunato di appartenere a un paese dove le mafie sono “imperfette”, se no… be’, se no manco sarei qui!». E lì io sono arrivato con l’inimmaginabile, eccolo: «Caro Ruggiero, no, noi dobbiamo AUGURARCI augurarci che anche le sozze topaie di scarrafoni politico-mafiosi italiane si evolvano in mafie “perfette”. E sa perché?». Tremore della platea, mormorrii… Barnard: «Lei lo sa, dottor Ruggiero, di cosa NON non si sono resi conto i mafiosi americani o inglesi di Wall Street e della City divenuti onnipotenti mafie “perfette”? Non si sono resi conto che passando dalle latitanze, appalti, pizzi, spaccio droga/armi… a fortune inimmaginabili e prive di reali pericoli d’indagine, essi si stavano… mettendo nella legalità. Certo, è una legalità perennemente violata e che gli dà il potere di svegliarsi la mattina ed essere il governo stesso al 100% e senza nessun rischio, e accumulando fortune cosmiche che la malavita australopiteca italiana neppure immagina. MA E’ COMUNQUE LEGALITA’. Ma è comunque legalità».«E fermi tutti: quando un macro-sistema criminale, senza rendersene conto perché ubriaco di un potere e di profitti divini che da latitanti non avrebbero mai avuto, quando, dicevo, quel macro-sistema criminale si ritrova distrattamente dentro le regole, allora E’ FOTTUTO è fottuto. E sapete perché?… Perché alla fine della giostra è sempre lo Stato che comanda, anche se non se ne rende conto. E se le opinioni pubbliche, una volta rinchiusa la mafia “perfetta” dentro le regole della legalità, cominciano a ruggire, la politica è costretta ad agire, ad applicare le regole, perché la politica non può vivere solo di banche, DEVE deve vivere dei vostri voti, e quando a quel punto la politica è costretta dal TERRORE DEL NON VOTO terrore del non-voto ad agire, la mafia “perfetta”, che si è auto-rinchiusa in una legalità di diamanti e platino, ma pur sempre legalità, è messa… CON LE SPALLE AL MURO con le spalle al muro».«Cosa credete che faranno quell’ipotetico giorno del ruggito delle opinioni pubbliche i vari Jamie Dimon e Lloyd BLankfein o John Paulson? Credete che torneranno alle lupare, spaccio, puttane e ai casolari coi tumori e i pizzini? Torneranno forse agli spiccioli del macellaio, sozzi di applatini, discariche, ponti fatti con la sabbia, e traffici porci, puzzolenti di sudore e latitanze dopo essere stati alla Casa Bianca riveriti come imperatori? No. Indietro non potranno mai più tornare, e sono fottuti. Basterà allora, con la mafia “perfetta” tronfia di iper-potere-cosmico ma dentro LE REGOLE le regole, che i popoli si muovano, e li fotteranno tutti. Al contrario, dottor Ruggiero e lettori, se le mafie rimarranno sorci, blatte, scarrafoni e ponghe, cioè mafie “imperfette”, quelli non li stermineremo mai, mai e poi mai. Infatti sorci, blatte, scarrafoni e ponghe esistono da millenni».Auguriamoci che le tre mafie italiane compiano l’evoluzione da mafie “imperfette” a mafie “perfette” come in Usa o in Gran Bretagna. Anzi, invochiamo una trattativa aperta Stato-mafie dove Roma incentiva le cosche da una parte a fare duemila volte gli affari di oggi, ma dall’altra a rientrare nella legalità della mafia “perfetta”. Certo, dovremo soffrire un’epoca d’imperiosi bastardi legali che penseranno di avere in pugno non solo il 100% di Senati e Parlamenti, ma ogni singolo centimetro quadrato di istituzioni e business esistente, con profitti da Mille e una Notte. Ma poi, ripeto, quando saranno loro malgrado nella LEGALITA legalità delle regole, poiché come in Usa sono divenuti mafia “perfetta”, allora il popolo degli elettori, se veramente coeso, potrà fotterli spalle al muro, come spiegato sopra. E ci saremo sbarazzati di mafie “imperfette” e “perfette” in un colpo solo. Sorry, è l’unica via. Non ce ne sono altre. I veri statisti hanno ‘visioni’ a lunghissimo termine e incredibilmente azzardate. Non c’è altra scelta. Stirate il cervello, e… Think.(Paolo Barnard, “Auguriamoci la mafia perfetta”, dal blog di Barnard del 25 luglio 2017).Are you ready for a ride? Pronti a stirare il cervello? Alla celebrazione per Paolo Borsellino ho portato due ‘visioni’: una sul perché Borsellino e Falcone sono stati ammazzati in quel modo, e l’altra su come far sparire le mafie, e su come mettere il Vero Potere con le spalle al muro, in un colpo solo. Piuttosto controversa la seconda, vi avviso. Parto dalla conclusione del ragionamento, poi ve lo spiego. Borsellino e Falcone sono stati ammazzati in quel modo apocalittico perché sono rimasti schiacciati da un sistema politico-mafioso “imperfetto” e allo stesso tempo cavernicolo, subumano, demente. Ok, parto. La domanda da farsi è questa: perché negli Usa – dove girano poteri e denari duemila volte maggiori di quelli del mafioso pollitalico pollaio, e dove la violenza armata dilaga come la peste – i giudici importanti non vengono trucidati? Eh? Dall’era Nixon all’ultimo giudice ucciso, cioè ai tempi di Bush Jr., sono stati ammazzati in America 4 giudici importanti, e tutti per motivi futili (vendette di ex carcerati, razzisti ecc). Be’? Eppure in Usa di giudici che hanno messo le mani dentro al più spietato potere del mondo ce ne sono stati, sappiamo i nomi. Allora? Ancora un attimo.
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Derby tra Mélenchon e Le Pen: un incubo, per i bankster Ue
«Jean-Luc Mélenchon cresce nei sondaggi», titola l’“Huffington Post”: «La paura della Francia per un ballottaggio con Marine Le Pen». Ma se la Le Pen e Mélenchon rappresentano la maggioranza dei francesi, chi è “la Francia” che ne avrebbe “paura”? Parziale spiegazione: «Più cresce nei sondaggi (gli ultimi lo danno tra il 18% e il 19%), più i mercati mandano segnali negativi». Ok, i “mercati”: non “la Francia”. Spaventati – fosse vero – per quello che (per loro) potrebbe rivelarsi un incubo: il derby per l’Eliseo affidato a due alfieri entrambi anti-Ue, la signora del Front National e l’ex socialista di sinistra, che rimprovera a Hollande di essersi piegato all’oligarchia finanziaria che domina l’Europa attraverso i trattati-capestro di Bruxelles. «L’astro del “comunista” Jean-Luc Mélenchon non cessa di brillare e inizia a impensierire gli altri candidati alla presidenza della Francia che si sfideranno al primo turno, previsto per domenica 23 aprile», scrive l’“Huffington”. «Tanto che nei media inizia a non essere escluso a priori un ballottaggio per l’Eliseo che avrebbe del clamoroso: il rosso Mélenchon contro la nera Marine Le Pen. Un incubo per i partiti tradizionali e per il favorito centrista Emmanuel Macron».Tra parentesi, il “centrista” Macron proviene dalla filiale francese della banca dei Rothschild, mentre l’altro candidato “istituzionale”, l’ex premier François Fillon, propone un supplemento di austerity con altri tagli al spesa pubblica e al welfare. Ancora qualcuno si stupisce se “la Francia” ha tutto, meno che “paura”, di Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon, entrambi ultra-critici sull’euro, la Nato e le sanzioni alla Russia? «Davanti a questo scenario – continua il “Post” – il presidente francese, Francois Hollande, ha rotto il silenzio: secondo il quotidiano “Le Monde” moltiplicherà gli appelli contro il pericolo “populista”». Ballottaggio tra il candidato della sinistra alternativa e la candidata del Front National? Uno scenario che secondo i media mainstream intimorisce i “mercati”, con l’innalzamento dei tassi sul debito pubblico francese. Senza spingersi fino a chiedere un voto per il candidato di “En Marche”, cioè Macron, l’incolore Hollande sembra invece scaricare in modo definitivo il candidato socialista (almeno sulla carta compagno di partito) Benoit Hamon. «L’emotività sta prevalendo sulla ragione», sentenzia Hollande, rivelatosi il presidente meno stimato di tutta la storia repubblicana francese.Anziché per il suo disastroso bilancio politico ed economico, l’Eliseo è preoccupato per la spettacolare impennata, nei sondaggi, del candidato della “France Insoumise”, che allarmerebbe i “bankster”, gli squali della finanza, al pari della Le Pen. Hollande però si guarda bene, per ora, dallo schierarsi con Macron: sa perfettamente che la mossa «potrebbe rivelarsi controproducente», dato il vasto discredito di cui gode il presidente uscente. Nel frattempo, al finto indipendente Macron e al gollista Fillon non resta che giocare di sponda per arginare Mélenchon. A Besançon, racconta l’“Huffington Post”, Macron si è scagliato contro «il rivoluzionario comunista che era giù senatore socialista quando io ancora andavo al college». Fillon, che sinora ha sempre avuto come bersaglio Macron e – seppur in minor misura – la Le Pen, ha inserito tra i suoi nemici anche Mélenchon. Ma il candidato della sinistra radicale ha contro “Le Figaro”, che lo definisce «il Chavez francese», mentre su “France Inter” si denuncia il “pericolo comunista”, fino al ridicolo: per il giornalista Patrick Cohen, «non siamo lontani dallo spauracchio dei carri armati russi del 1981».«Jean-Luc Mélenchon cresce nei sondaggi», titola l’“Huffington Post”: «La paura della Francia per un ballottaggio con Marine Le Pen». Ma se la Le Pen e Mélenchon rappresentano la maggioranza dei francesi, chi è “la Francia” che ne avrebbe “paura”? Parziale spiegazione: «Più cresce nei sondaggi (gli ultimi lo danno tra il 18% e il 19%), più i mercati mandano segnali negativi». Ok, i “mercati”: non “la Francia”. Spaventati – fosse vero – per quello che (per loro) potrebbe rivelarsi un incubo: il derby per l’Eliseo affidato a due alfieri entrambi anti-Ue, la signora del Front National e l’ex socialista di sinistra, che rimprovera a Hollande di essersi piegato all’oligarchia finanziaria che domina l’Europa attraverso i trattati-capestro di Bruxelles. «L’astro del “comunista” Jean-Luc Mélenchon non cessa di brillare e inizia a impensierire gli altri candidati alla presidenza della Francia che si sfideranno al primo turno, previsto per domenica 23 aprile», scrive l’“Huffington”. «Tanto che nei media inizia a non essere escluso a priori un ballottaggio per l’Eliseo che avrebbe del clamoroso: il rosso Mélenchon contro la nera Marine Le Pen. Un incubo per i partiti tradizionali e per il favorito centrista Emmanuel Macron».
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Barnard: cosa sono gli speculatori e quanto male ci fanno
«Welcome to the crazed world of “The Masters of the Universe”». Benvenuti nel mondo allucinante dei “Padroni dell’Universo”. E’ un’espressione coniata a Wall Street dai collaboratori del super-speculatore John Meriwether, padrone dell’hedge fund Ltcm, una macchina per fare soldi fittizi truffando con numeri fittizi per miliardi di dollari l’intero mondo. Lavoravano, questi avvoltoi, con una tale feroce maniacalità che all’apice del successo e delle piramidi di coca che gli passarono nel sangue, una notte stapparono un rosso da 7.000 dollari a bottiglia e gridarono: «Siamo i Padroni dell’Universo!». Ltcm collassò nell’orgia finanziaria suicida nel 1998, e si rischiò il collasso della finanza mondiale. Dopo di loro, l’America e l’Europa si accorsero del pericolo nucleare che ’sta gente rappresentava, e corsero ai ripari: ne crearono di peggio.