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Archivio del Tag ‘trasporti’

  • Lavori? Ti pago in natura: beni e servizi, anziché soldi

    Scritto il 29/6/13 • nella Categoria: idee • (2)

    «L’Italia ora è virtuosa e rispettata» – dicono ai bimbi scemi – ma Pil, domanda interna, occupazione e investimenti vanno a fondo. Il governo dice che occorre una cura-shock per rilanciarli, per abbattere il cuneo fiscale e le tasse sul lavoro, ma non ha i soldi per farlo. Allora, in attesa di un’impossibile solidarietà tedesca (o europea, che dir si voglia), o si mette a stamparli, uscendo dall’euro, oppure li rapina dai conti correnti e in generale dal risparmio dei cittadini, deprimendo ulteriormente la domanda e aumentando la fuga delle aziende. Fortunatamente vi è una terza via: il governo istituisca di corsa un banco, un consorzio, un’agenzia nazionale o più agenzie regionali che organizzino il pagamento (parziale) del lavoro dipendente (e magari anche autonomo) mediante vouchers, ossia diritti di prelievo su un monte di beni e servizi messi a disposizione da imprese private e da enti pubblici.

  • Contro la Merkel, il Movimento 5 Stelle sbarca in Germania

    Scritto il 27/5/13 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Raramente una forza politica di recente formazione ha raccolto così tanto successo come il “Movimento 5 Stelle” italiano nelle elezioni politiche di febbraio. In men che non si dica il raggruppamento, formatosi intorno al magniloquente comico Beppe Grillo, è riuscito a diventare – grazie alla sua totale opposizione nei confronti di tutti i partiti esistenti – la terza forza in entrambe le Camere del Parlamento. Nessuna meraviglia quindi che i “grillini” appaiano un esempio da seguire: e così nel frattempo si è formato anche in Germania un “Movimento 5 Stelle”. Già nei prossimi giorni dovrebbe essere formato il nuovo partito, afferma Wolfgang van de Rydt, che ha iniziato il progetto insieme ad alcuni compagni di lotta – tra questi molti insegnanti e giornalisti. La propaggine tedesca avrebbe nel frattempo già un forte programma di 25 pagine.

  • L’Italia crolla, ma per fortuna c’è Lupi che tifa Tav

    Scritto il 27/5/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Ci si domanda da quale assurdo mondo parallelo escano le sgangherate parole del partitocrate Maurizio Lupi, oggi ministro, secondo cui la mostruosa e inutile linea Tav Torino-Lione si deve fare, punto e basta, in quanto opera di valore strategico. Trent’anni fa, le onnipotenti élite planetarie in piena globalizzazione modellavano le prime fantasie ferroviarie in chiave post-sovietica, manovrando alla bisogna la servile tecnocrazia europea. A quei tempi era normale ascoltare amenità persino divertenti sul futuro dei trasporti, puro trionfalismo avveniristico di khrusceviana memoria. Molti entusiasti camerieri locali, politici di professione con amici cementieri, all’epoca finirono dietro le sbarre. Ma i loro successori non persero il vizio: certe superstizioni fanta-ferroviarie erano dure a morire. Una in particolare, la Torino-Lione, divenne col passare degli anni una specie di leggenda: il treno superveloce per passeggeri che avrebbe sostituito l’aereo. Il mito resistette persino all’avvento – quello sì rivoluzionario – dei voli low cost: per tenere in vita la bufala della Torino-Lione bastò convertire il progetto, da passeggeri a merci.

  • Orwell a Catanzaro, telecamere militari fornite dal Mossad

    Scritto il 06/5/13 • nella Categoria: segnalazioni • (5)

    Catanzaro, la città più “sicura” d’Europa. O meglio: la più videosorvegliata, grazie all’installazione di 900 telecamere, di cui 200 fittizie, per sorvegliare i 90.000 abitanti del capoluogo calabrese. Costo iniziale: 23 milioni di euro, che il Comune prevede di ottenere dal fondo “Pon Sicurezza” del ministero dell’interno, creato per la “diffusione della legalità” a tutela della libertà d’impresa. Strategico il protocollo d’intesa firmato con la società “BunkerSec” di Tel Aviv, che fa capo all’ex direttore del Mossad, Meir Dagan. Obiettivo del progetto, battezzato “Safe city”: un sistema di videosorveglianza e controllo, in grado di “mettere in pratica una tecnologia militare in campo civile per monitorare 24 ore su 24 l’intero territorio”. «Il costo – protesta Rosanna Barbuto su “Megachip” – sarebbe giustificato dalla tecnologia militare di cui il “Safe city” è dotato», decisamente «sproporzionata per una città come Catanzaro». Il sistema, infatti, consente di “inviare messaggi su cellulare a un vasto numero di utenti” e “potrà essere utilizzato per informare la cittadinanza relativamente a eventi pericolosi come attacchi terroristici, diffusione dell’inquinamento, tempeste imminenti, incendi, ingorghi stradali e collisioni”.

  • Lupi farà la guardia ai cantieri Tav, alla faccia della crisi

    Scritto il 02/5/13 • nella Categoria: segnalazioni • (Commenti disabilitati)

    Il superministero di Corrado Passera non c’è più. Forse per esigenze di spartizione, forse per presa d’atto dei fallimentari risultati del banchiere prestato alla politica, Enrico Letta torna all’antico, separando sviluppo economico da infrastrutture e trasporti. Sul primo spezzone chiama il sindaco di Padova, Flavio Zanonato, bersaniano per fede politica e anche per riconosciuto pragmatismo. Sul secondo lascia accomodare Maurizio Lupi, 53 anni, uomo di Cl, da sempre vicinissimo a Roberto Formigoni e alla Compagnia delle Opere. La nomina di Lupi caratterizza il governo Letta in modo netto: chiude la strada a ogni ripensamento sulla politica delle grandi opere. L’ex assessore milanese è sempre stato schieratissimo in favore di ogni iniziativa che abbia un significativo contenuto di cemento. Il Tav prima di tutto, ma anche il ponte sullo Stretto di Messina, il Mose di Venezia, strade e autostrade e via elencando.

  • Italia, potenza scomoda: dovevamo morire, ecco come

    Scritto il 02/5/13 • nella Categoria: segnalazioni • (49)

    Il primo colpo storico contro l’Italia lo mette a segno Carlo Azeglio Ciampi, futuro presidente della Repubblica, incalzato dall’allora ministro Beniamino Andreatta, maestro di Enrico Letta e “nonno” della Grande Privatizzazione che ha smantellato l’industria statale italiana, temutissima da Germania e Francia. E’ il 1981: Andreatta propone di sganciare la Banca d’Italia dal Tesoro, e Ciampi esegue. Obiettivo: impedire alla banca centrale di continuare a finanziare lo Stato, come fanno le altre banche centrali sovrane del mondo, a cominciare da quella inglese. Il secondo colpo, quello del ko, arriva otto anno dopo, quando crolla il Muro di Berlino. La Germania si gioca la riunificazione, a spese della sopravvivenza dell’Italia come potenza industriale: ricattati dai francesi, per riconquistare l’Est i tedeschi accettano di rinunciare al marco e aderire all’euro, a patto che il nuovo assetto europeo elimini dalla scena il loro concorrente più pericoloso: noi. A Roma non mancano complici: pur di togliere il potere sovrano dalle mani della “casta” corrotta della Prima Repubblica, c’è chi è pronto a sacrificare l’Italia all’Europa “tedesca”, naturalmente all’insaputa degli italiani.

  • Nato e Bce, con tanti saluti all’Italia (e minacce a Grillo)

    Scritto il 28/4/13 • nella Categoria: segnalazioni • (4)

    Dall’ultra-atlantista Emma Bonino, pronta a tutte le più sanguinose guerre decise da Washington, all’ultra-europeista Fabrizio Saccomanni, direttore di Bankitalia con esperienze sia alla Bce che al Fmi, dopo gli studi alla Bocconi e alla Princeton University. Due ministri-chiave, esteri ed economia, già delimitano in modo inequivocabile il perimetro del secondo “governo Napolitano”, con Letta premier e Alfano vice, più altri mestieranti della nomenklatura: Gaetano Quagliariello alle riforme, probabilmente per una legge elettorale anti-Grillo e un presidenzialismo all’italiana, Maurizio Lupi a infrastrutture e trasporti (leggasi: Tav Torino-Lione), nonché il redivivo Dario Franceschini (rapporti col Parlamento) e i “presentabili” Nuzia De Girolamo (agricoltura), Beatrice Lorenzin (sanità) e l’ex sindaco padovano Flavio Zanonato (sviluppo). Ministri-vetrina: la campionessa Josefa Idem (sport), il direttore della Treccani, Massimo Bray (cultura), il presidente dell’Istat Enrico Giovannini (altro“saggio”, ora incaricato di gestire lavoro e welfare) e la italo-congolese Cécile Kyenge, medico e primo ministro di colore nella storia italiana, delegata all’integrazione.

  • Italiani in fuga? Grillo e No-Tav: buoni motivi per restare

    Scritto il 10/3/13 • nella Categoria: idee • (1)

    Un po’ di tempo fa scrissi un editoriale sul movimento No Tav denominandolo un movimento di speranza. Provengo dal Canada, un luogo nel quale tanti italiani stanno scappando per lavoro, per sperare in un futuro, per i loro figli. Anche dalla val di Susa, che è il posto in cui vivo. L’estate scorsa a Toronto ho incontrato dei laureati italiani che, sfruttando l’accordo tra il Canada e l’Italia per un visto di lavoro di sei mesi, fanno i camerieri e i cuochi. Tutti i ragazzi con cui ho parlato hanno affermato di avere l’intenzione di rimanere. Il direttore della più grande organizzazione sociale e culturale italo-canadese mi ha raccontato delle molteplici e-mail che riceve ogni settimana da italiani ultra-qualificati che chiedono il suo aiuto per trovare un lavoro in Canada. Diverse volte, con mio marito, abbiamo considerato l’opzione di partire.

  • Nessuna penale se l’Italia rinuncia alla Torino-Lione

    Scritto il 07/3/13 • nella Categoria: segnalazioni • (4)

    Torino-Lione da rottamare, e a costo zero. Non bastava aver ragione – opera inutile, devastante e costosissima – perché ci voleva una poderosa “spallata” politica, quella di Grillo. La scossa è arrivata, e forse la valle di Susa comincia a vedere la luce in fondo al tunnel: l’incubo della maxi-opera più disastrosa d’Europa potrebbe cominciare perdere consistenza, se non proprio a svanire. Lo conferma la grande aspettativa per la manifestazione “storica” del 23 marzo, con in prima fila i 163 parlamentari eletti dal “Movimento 5 Stelle”, in marcia da Bussoleno a Susa insieme al “popolo No-Tav”. Tira brutta aria per Mario Virano, eterno super-commissario governativo per la Torino-Lione: fiutando il peggio all’indomani delle elezioni, Virano prova a mettere le mani avanti sostenendo che, se l’Italia dovesse rinunciare alla linea, dovrebbe pagare una penale di oltre un miliardo e mezzo di euro. Niente, in confronto ai 21 miliardi della super-linea Tav, ma Pro Natura lo smentisce: tesi priva di fondamento, l’Italia non dovrebbe sborsare neppure un euro.

  • Fermato l’euro-golpe, Italia al bivio: democrazia o guerra

    Scritto il 07/3/13 • nella Categoria: idee • (4)

    L’Unione Europea nacque come progetto di pace e di solidarietà sociale raccogliendo l’eredità della cultura socialista e internazionalista che si oppose al fascismo. Negli anni ’90 le grandi centrali del capitalismo finanziario hanno deciso di distruggere il modello europeo, e dalla firma del Trattato di Maastricht in poi hanno scatenato un’aggressione neoliberista. Negli ultimi tre anni l’anti-Europa della Bce e della Deutsche Bank ha preso l’occasione della crisi finanziaria americana del 2008 per trasformare la diversità culturale interna al continente europeo (le culture protestanti gotiche e comunitarie, le culture cattoliche barocche e individualiste, le culture ortodosse spiritualiste e iconoclaste) in un fattore di disgregazione politica dell’unione europea, e soprattutto per piegare la resistenza del lavoro alla definitiva sottomissione al globalismo capitalista.

  • Votare No-Tav: per costringere la politica a dire la verità

    Scritto il 23/2/13 • nella Categoria: idee • (Commenti disabilitati)

    Disastrosa, ideologica e sballata: come i leggendari piani quinquennali del Cremlino. L’assurdità della Torino-Lione sembra uscita dal genio inquieto di Buzzati: cambia il mondo, passano i decenni, ma nel deserto siderale che ha attorno – niente merci e niente passeggeri, né ora né mai – la Grande Opera resiste al Grande Nulla, presidiando una frontiera di fantasie, narrazioni, menzogne e puntuali intimidazioni. L’ultima: l’intenzione del governo di chiedere un risarcimento abnorme, quasi un milione e mezzo di euro, a quegli abitanti della valle di Susa che, nell’estate 2011, cercarono di fermare l’avanzata delle ruspe, non avendo di fronte a sé altro interlocutore che i reparti antisommossa. Agenti inviati a Chiomonte a proteggere gli operai che avrebbero recintato un prato, per consentire poi ai politici di dichiarare che sarebbe finalmente partita la Grande Opera voluta e finanziata dall’Europa. Falso.

  • Fréjus, Tir sui treni: cade l’ultimo alibi per la Torino-Lione

    Scritto il 20/1/13 • nella Categoria: segnalazioni • (3)

    La Torino-Lione? Ormai definitivamente inutile. Lo “ammette” anche Rfi, la società delle Ferrovie dello Stato cui compete la gestione della rete ferroviaria: l’attuale traforo internazionale del Fréjus, che già collega Italia e Francia lungo la ferrovia Torino-Modane che attraversa la valle di Susa, è in grado di accogliere anche maxi-convogli, persino i più ingombranti in circolazione in Europa. «La certezza – dichiara Tino Balduzzi, attivista No-Tav intervistato da Alessandra Fava per il newsmagazine “Manifestiamo” – viene da un documento di Rfi, scoperto durante una ricerca sui carri Modalohr». Il documento “svela” l’esatta capacità del vecchio tunnel, recentemente “limato”, e dimostra che le limitazioni che impedivano di caricare su treno i camion standard, alti 4 metri, non ci sono più». Via libera, dunque, alla decantata “autostrada ferroviaria”: cade l’alibi secondo il quale sarebbe necessario un nuovo super-traforo.

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