Archivio del Tag ‘Turi Comito’
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Ma siamo meno provinciali e cialtroni di chi fustiga l’Italietta
Possiamo pensare qualunque cosa sul Memorandum d’Intesa tra Italia e Cina (e gli accordi derivati) firmato qualche giorno fa a Roma. Che siano sbagliati, che siano giusti, che siano utili all’Italia o dannosi, che siano il cavallo di Troia della Cina per impossessarsi dell’Europa o che siano una opportunità storica per l’Europa stessa. E’ legittimo tutto. Tranne una cosa. Sostenere, in qualunque modo, anche solo per ischerzo, che un piccolo mediocre malamente alfabetizzato come Macron possa dire qualcosa di sensato. Alla stessa maniera di come è impossibile pensare che abbia detto qualcosa di sensato, in qualunque ambito, il suo predecessore Hollande, un altro mediocrissimo piccolo burocrate di partito che verrà ricordato solo per avere distrutto il Partito socialista francese. O, ancora peggio, pensare che abbia detto qualcosa di vagamente intelligente un filibustiere di pessimo conio dal nome Sarkozy, quello che ha voluto bombardare Gheddafi non prima di averci fatto affari miliardari. E’ un vezzo di chiunque solchi le porte dell’Eliseo immaginarsi Napoleone e immaginare la Francia ancora un Impero e non invece il piccolo paese provinciale quale è, come e peggio dell’Italia per certi (e non pochi) versi.La recente reprimenda sugli accordi italiani con la Cina di Macron all’Italia è l’ultimo esempio di una serie di cialtronate che questi presidenti, che sconoscono la parola “vergogna”, hanno prodotto negli ultimi quindici anni. Manco il tempo di dire all’Italia che gli accordi con la Cina non si fanno perché la Cina è pericolosa e che non rispetta i diritti umani che Macron, questo manichino semovente dall’aria sempre inutilmente pensosa, firma contratti miliardari con questa. Questo finto, fasullo fino al midollo, “europeista” è convinto di essere un grande statista e il salvatore della causa europea. E’ convinto che l’asse franco-tedesco sia l’argine ai “populismi”. E’ convinto di essere il più intelligente e in gamba di tutti e che, grazie a lui, la “casa europea” si salverà. Ignaro, per manifesta limitatezza intellettuale, che la fine prossima ventura di questa Europa è dovuta prima di tutto alla ipocrisia congenita, al nazionalismo travestito da europeismo, al colonialismo truccato da cooperazione internazionale, all’osanna al finanzcapitalismo spacciata per sviluppo, al doppiopesimo dei diritti umani che i maggiori paesi dell’Unione come la Francia, la Gran Bretagna e la Germania da sempre testimoniano convintamente al seguito del più ipocrita paese del mondo, gli Usa.In Italia al governo abbiamo gente mediocre, a tratti cattiva, scadente politicamente e umanamente; ma si tranquillizzino quelli che a ogni piè sospinto parlano di “italietta”, “italioti”, “repubblica delle banane” e cretinate del genere. Fossero meno provinciali, o provinciali quanto quelli che stanno oltre le Alpi, si accorgerebbero in meno di un minuto che l’Italietta è in ottima compagnia con la germanietta, la francetta, l’inghilterretta e tutto il resto del lordume liberista che vi si accompagna.(Turi Comito, “Francetta e Italietta”, dalla pagina Facebook di Comito. Intervento ripreso il 26 marzo 2019 da “Megachip”, che lo affianca a un video-editoriale pubblicato sempre su Facebook da Pino Cabras, dal titolo “Come si dirà, in francese, Chiagni e Fotti?”, sempre incentrato sulla surreale uscita di Macron contro l’accordo economico Italia-Cina).Possiamo pensare qualunque cosa sul Memorandum d’Intesa tra Italia e Cina (e gli accordi derivati) firmato qualche giorno fa a Roma. Che siano sbagliati, che siano giusti, che siano utili all’Italia o dannosi, che siano il cavallo di Troia della Cina per impossessarsi dell’Europa o che siano una opportunità storica per l’Europa stessa. E’ legittimo tutto. Tranne una cosa. Sostenere, in qualunque modo, anche solo per ischerzo, che un piccolo mediocre malamente alfabetizzato come Macron possa dire qualcosa di sensato. Alla stessa maniera di come è impossibile pensare che abbia detto qualcosa di sensato, in qualunque ambito, il suo predecessore Hollande, un altro mediocrissimo piccolo burocrate di partito che verrà ricordato solo per avere distrutto il Partito socialista francese. O, ancora peggio, pensare che abbia detto qualcosa di vagamente intelligente un filibustiere di pessimo conio dal nome Sarkozy, quello che ha voluto bombardare Gheddafi non prima di averci fatto affari miliardari. E’ un vezzo di chiunque solchi le porte dell’Eliseo immaginarsi Napoleone e immaginare la Francia ancora un Impero e non invece il piccolo paese provinciale quale è, come e peggio dell’Italia per certi (e non pochi) versi.
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Jo Cox e i mostruosi impresari della morte provvidenziale
Alcuni giornali (“Il Sole 24 Ore”, il “Corriere”) fanno notare come l’assassinio della deputata laburista Jo Cox possa fare pendere la bilancia del voto referendario inglese dal lato del “Remain” piuttosto che da quello della Brexit. Deducono questa ipotesi dal fatto che oggi i famosi “mercati” invece che chiudere con clamorose perdite come nei giorni scorsi, hanno “limitato i danni”. I “mercati”, infatti, tifano perché la Gran Bretagna resti dentro l’Unione Europea e, evidentemente, questo fatto di sangue deve avere convinto speculatori e scommettitori che l’omicidio spingerà una parte significativa dell’elettorato, magari quello indeciso o astensionista, in questa direzione. E così, mentre mezza Europa ascoltava incredula la notizia della morte della deputata ed in Gran Bretagna si sospendeva la campagna referendaria per lutto e solidarietà verso la vittima, i “mercati” scommettevano, speculavano e ragionavano su quanto si poteva guadagnare dall’evento e per quanto tempo.Naturalmente non è una novità che i “mercati”, qualunque cosa di disgustoso accada sulla faccia della terra (terremoti, guerre, pestilenze, stragi, ecc.), continuino a “lavorare”, a fare affari, a scommettere sugli effetti che provocano quei disastri e a cercare di lucrarci. E siccome non è una novità non ci si dovrebbe stupire di questo cinismo da bisca clandestina.E infatti io non mi stupisco. Attiro solo l’attenzione su questo fatto che forse sfugge, tanto si dà per scontato: c’è una parte di società, una parte di mondo – si badi bene: potentissima e ormai in grado di decidere le sorti del resto della società e del resto del mondo – che è del tutto esente dal lutto, dalla solidarietà, dalla testimonianza o, almeno, dal silenzio rispettoso che, se non altro pubblicamente, dovrebbero essere dovuti alla sofferenza umana quando questa assume caratteristiche di catastrofi o di fatti particolarmente odiosi di interesse nazionale o internazionale.Questa parte di società è, invece, una zona franca. Inattaccabile sia dalla politica che dalle manifestazioni di piazza. Dai partiti come dai sindacati. Dai media come dalle grandi personalità pubbliche. Totalmente avulsa, perfino ipocritamente, dall’empatia e invece completamente assorbita dalla “simpatia” o “antipatia” verso uomini e cose che possono favorire o danneggiare le loro attività. È una zona mostruosa, per potere e per cinismo. E fino a che questa mostruosità, cioè i “mercati”, sarà svincolata da qualunque forma di umanità e da qualunque controllo politico che ne limiti (se nel caso anche a torto) il potere e l’influenza e anzi questa “zona franca” continui ad essere essa stessa padrona della politica e dell’umanità, forse non dovremo stupirci tanto se qualcuno ammazza qualcun altro urlando “Allah Akbar” o “Britain First”. Dovremo forse riflettere un poco di più su come sia possibile che qualcun altro faccia affari e lucri sugli assassini e sugli assassinati.(Turi Comito, “Jo Cox e la zona franca”, da “Megachip” del 17 giugno 2016).Alcuni giornali (“Il Sole 24 Ore”, il “Corriere”) fanno notare come l’assassinio della deputata laburista Jo Cox possa fare pendere la bilancia del voto referendario inglese dal lato del “Remain” piuttosto che da quello della Brexit. Deducono questa ipotesi dal fatto che oggi i famosi “mercati” invece che chiudere con clamorose perdite come nei giorni scorsi, hanno “limitato i danni”. I “mercati”, infatti, tifano perché la Gran Bretagna resti dentro l’Unione Europea e, evidentemente, questo fatto di sangue deve avere convinto speculatori e scommettitori che l’omicidio spingerà una parte significativa dell’elettorato, magari quello indeciso o astensionista, in questa direzione. E così, mentre mezza Europa ascoltava incredula la notizia della morte della deputata ed in Gran Bretagna si sospendeva la campagna referendaria per lutto e solidarietà verso la vittima, i “mercati” scommettevano, speculavano e ragionavano su quanto si poteva guadagnare dall’evento e per quanto tempo.
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In campo solo loro, vinceranno il RefeRenzum col 100%
Piazze e vicoli, radio pubbliche e private, Tv, giornali on line e giornali di carta, volantini di Expert, Trony e Ikea, Università e scuole materne, Facebook, Twitter, Instagram, Badoo, pornohub. E poi ancora: Tg, programmi di approfondimento, rassegne stampa notturne, bugiardini dei medicinali, talk-show, varietà (isole dei famosi comprese): la campagna referendaria per il “Sì” del duo Renzi-Boschi – a quattro mesi e passa dal voto – non risparmia alcun luogo fisico, alcun canale di comunicazione per convincere il popolo sovrano ed elettore che deve votare “Sì” al referendum sulla costituzionalizzazione del bonapartismo. L’attività frenetica dei due non conosce soste, limiti, ostacoli. E’ una marcia trionfale verso la schiacciante vittoria plebisciataria che rade al suolo ogni opposizione. Tutte le occasioni sono buone per ribadire che la riforma costituzionale è necessaria, improcrastinabile e santa e che – oltre a Berlinguer, Ingrao, Pajetta, Togliatti, Gramsci, Bordiga, i partigiani buoni e la Terza Internazionale – questa riforma la vuole pure la casalinga di Voghera.Si parla di immigrazione? La riforma è necessaria per arginare i flussi migratori. Il deficit (qualunque deficit, non importa quale, anche un deficit di intelligenza va bene) è oltre i limiti? La riforma lo farà rientrare entro i limiti. Napolitano ha il mal d’auto? La riforma glielo farà passare. La tua connessione internet salta in continuazione? Niente paura, con la riforma sarà stabile e più veloce di prima. Sei stato licenziato? La riforma produrrà nuovi e più gratificanti posti di lavoro tutti per te. Il buttafuori della discoteca non ti ha fatto entrare e ti ha preso a calci perché eri ubriaco come una scimmia già dalle quattro del pomeriggio? Con la riforma non succederà mai più. Mancano, lo dicevo prima, ancora quattro mesi al referendum e già siamo combinati così.Non so quanti italiani resisteranno a questo bombardamento, a questa guerra totale, a questo incubo, per tutto questo tempo. Già tremo all’idea che la notte di ferragosto aprendo un’anguria in spiaggia al falò con gli amici ci possa trovare dentro un volantino con le ragioni per il “Sì” referendario. Il referendum è senza quorum. Questi due, da qui a ottobre, ci avranno sterminato tutti (pure quelli della loro parte) e andranno a votare solo loro. E vinceranno col 100% dei consensi.(Turi Comito, “Vinceranno il RefeRenzum con il 100%”, da “Megachip” del 26 maggio 2016).Piazze e vicoli, radio pubbliche e private, Tv, giornali on line e giornali di carta, volantini di Expert, Trony e Ikea, Università e scuole materne, Facebook, Twitter, Instagram, Badoo, pornohub. E poi ancora: Tg, programmi di approfondimento, rassegne stampa notturne, bugiardini dei medicinali, talk-show, varietà (isole dei famosi comprese): la campagna referendaria per il “Sì” del duo Renzi-Boschi – a quattro mesi e passa dal voto – non risparmia alcun luogo fisico, alcun canale di comunicazione per convincere il popolo sovrano ed elettore che deve votare “Sì” al referendum sulla costituzionalizzazione del bonapartismo. L’attività frenetica dei due non conosce soste, limiti, ostacoli. E’ una marcia trionfale verso la schiacciante vittoria plebisciataria che rade al suolo ogni opposizione. Tutte le occasioni sono buone per ribadire che la riforma costituzionale è necessaria, improcrastinabile e santa e che – oltre a Berlinguer, Ingrao, Pajetta, Togliatti, Gramsci, Bordiga, i partigiani buoni e la Terza Internazionale – questa riforma la vuole pure la casalinga di Voghera.