Crisi acqua: gli strateghi del disastro ora vendono soluzioni
Si è aperto a Istanbul il primo, grande forum mondiale sull’acqua. Obiettivo: evitare che il pianeta surriscaldato si ritrovi a secco nel giro di pochi anni. Si corre ai ripari, dunque? Niente affatto. Perché i protagonisti del forum, governi e multinazionali, sono gli stessi soggetti che hanno determinato la crisi idrica planateria, e ora si apprestano a nuove vantaggiose speculazioni, spacciandole per soluzioni. Lo afferma l’ecologista Marco Cedolin, intervenendo su “Terranauta”, newsmagazine ambientalista diretto da Daniel Tarozzi.
Il club del G8, dice Cedolin, ripropone da anni «la medesima congrega di premier, ministri, magnati dell’industria e della finanza»: si tratta «degli stessi individui, degli stessi organismi e delle stesse multinazionali che hanno creato la crisi economica, la crisi finanziaria e la crisi ambientale». Gli strateghi del collasso, aggiunge Cedolin, ora «stanno tentando di vendere, come tanti piazzisti, la cura miracolosa consistente nel farne pagare il conto a quei miliardi di persone che già stanno subendone le pesanti conseguenze».
Il Consiglio Mondiale dell’acqua è dunque «una sorta di think–thank privato, diretta emanazione della Banca Mondiale e delle grandi multinazionali che proprio speculando sull’acqua costruiscono i propri profitti». Venti capi di Stato e 180 ministri dell’ambiente affronteranno l’emergenza rilevata dall’Onu: entro il 2030, metà della popolazione mondiale resterà senz’acqua. Le cause: surriscaldamento terrestre, boom demografico, crescente domanda di energia, carenze gestionali della classe dirigente mondiale. Perché allora ci si aspetta che la guarigione arrivi da chi ha procurato la malattia?
Le prime proteste contro la gestione politica del forum di Istanbul, avverte Cedolin, sono state accolte a manganellate, mentre 118 organizzazioni facenti capo a 33 Paesi hanno inviato una lettera al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, per chiedergli di ritirare il proprio sostegno al Consiglio Mondiale dell’Acqua, mettendone in dubbio la legittimità e la trasparenza. Ad Istanbul i dissidenti organizzeranno un forum alternativo, conclude Cedolin, «avendo ben compreso la reale natura dell’incontro, finalizzato a discutere la spartizione della risorsa acqua in funzione d’interessi assai lontani da quelli della collettività».
(info: http://www.terranauta.it/a881/biohazard/l_acqua_della_banca_mondiale.html).