Economia a rotoli, Draghi pronto a congelare i conti correnti
L’economia dell’Europa “è tornata a crescere”. La disoccupazione “cala” anche in Italia. Le cose vanno così bene, che la Ue sta meditando il congelamento dei depositi, in caso di crisi, per impedire la corsa agli sportelli che trascinerà tutte le banche nell’abisso. Per salvare le banche, vi vieteranno di ritirare i vostri risparmi. Lo ha raccontato la “Reuters” il 28 luglio. La proposta è stata avanzata dall’Estonia, che ha la presidenza pro-tempore della Ue. La questione è discussa dietro le quinte dall’inizio dell’anno, e ha avuto una accelerazione due mesi fa, quando un panico bancario con corsa agli sportelli ha contribuito al fallimento del Banco Popular, poi “salvata” inglobandola in Santander. L’Estonia propone, «in caso di circostanze eccezionali», di bloccare tutti i “movimenti di capitale” da 5 a 20 giorni; fra i “capitali” sono espressamente compresi i depositi bancari, anche quelli sotto i 100 mila euro, che ci hanno fatto credere sono “garantiti” (da che?) anche se la vostra banca è fallita. La Germania è a favore della proposta estone. Altri paesi sono perplessi, e persino la lobby bancaria teme che questa misura non farà che «indurre i risparmiatori a ritirare i soldi prima».
Se ne riparlerà da settembre; l’Estonia – questa prima della classe e neofita del liberismo, ma incline al bisogno a tornare all’autoritarismo sovietico – preme perché il decreto sia approvato entro novembre (evidentemente temono qualcosa …). In ogni caso dovrà essere approvato dal Parlamento Europeo. La discussione, e il rimando all’autunno, già basta dimostrare come i “leader politici europei” non abbiano la minima idea di come gestire uniti il problema della banche in fallimento – una conferma dell’incapacità di un decennio fa, quando la Bce ha salvato la situazione, se vogliamo dir così, “stampando” miliardi su miliardi di euro per trattenere l’Europa “unita” dall’abisso. La Banca Centrale, per conto delle banche private, ha assunto il potere reale e totale. Ormai il potere dei politici e della democrazia, ossia del voto, è una finzione di fronte a istituzioni che possono non solo creare denaro dal nulla, ma anche fissare il costo del denaro del tutto artificialmente, «decidere la preferenza fra il presente e il futuro», ma anche «manipolare il rischio e la percezione del rischio». Il che è reso necessario, nella logica della finanza globale, dal fatto che gli attivi delle banche sono una finzione – crediti che non valgono nulla – ma da cui dipende il valore di altri “attivi”.
Perché «le banche trasformano il breve termine in lungo termine, il poco rischioso in più rischioso, il poco liquido in liquido; e moltiplicano la moneta, la creano semplicemente concedendo altri crediti; i crediti fanno i depositi. Tutto posa su promesse»: la promessa che qualcuno, un debitore, da qualche parte, continuerà a pagare gli interessi passivi sul suo debito. Se tale debitore è, poniamo, lo Stato italiano, con il suo debito pubblico oltre il 130% del Pil, è chiaro che esso non sarà mai onorato. Ma per le banche quel che conta è l’apparenza della solvibilità degli Stati, perché hanno usato i Bot per garantire altri “attivi” fantastici; se cadono i Bot, cadono tutti gli altri del castello di carte che vi hanno appoggiato sopra. Occorre dunque che lo Stato continui ad apparire solvibile, continuamente rinnovabile; occorre anche che non sia deprezzato; lo Stato deve dunque aumentare la pressione fiscale, pagare gli interessi sul debito – e sui debiti nuovi contratti per rinnovare il debito, ossia rimandarne al futuro la resa dei conti. Bisogna che continuiamo, noi contribuenti, a pedalare la bicicletta della finanza privata (chiamasi usura), perché se si ferma cade.
Ora però la finzione è giunta al capolinea, come prova lo stesso fatto che la Banca Centrale sta prestando agli stati, e alle banche, a tasso zero, anzi sottozero. E sul fatto che ormai, il debito mondiale supera il 375% del Pil globale – tale da far sembrare oculata la repubblica italiana. «Se vincono i populisti, la Bce li debellerà provocando una corsa agli sportelli». I banchieri, gli Shylock, che contrariamente a noi hanno la memoria storica lunga, sanno che a questo punto il rischio è che i governi loro servi vengano rovesciati, e arrivino al potere dei “populisti”: che si riprendano la sovranità monetaria ed esercitino la prerogativa sovrana per eccellenza: il default, il rifiuto di pagare Shylock – e magari sbatterlo in galera. Dunque stavolta hanno imparato e sanno come contrastare l’avvento della loro nemesi… La Banca Centrale è già pronta: se dei “populisti” arriveranno al potere in qualche paese, Draghi li sconfiggerà provocando nel paese il panico bancario e la corsa agli sportelli: «Paralizzerà monetariamente il paese, spaventerà la gente per asfissiare le banche – e a meno di chiudere i confini alla fuga di capitali e decretare lo stato d’emergenza – misure decisamente impopolari – i populisti saranno spazzati via in qualche settimana dallo stesso popolo». Così l’economista Bruno Berthez.
Non credete? Ma Draghi l’ha già fatto: alla Grecia. Ha sabotato i piani di Varoufakis per strappare una rinegoziazione del debito (impagabile) del paese, proprio favorendo una corsa agli sportelli delle banche greche, che ha fatto cadere nel panico i depositanti; la banca greca centrale ha ridotto la cifra che si poteva prelevare dai bancomat; in pochi giorni, Tsipras ha dovuto cedere. La Grecia è oggi serva eterna dell’usuraio, deve dare a Shylock la sua porzione di carne vicino al cuore. Dunque la Bce può fare il contrario di quello che la misura estone vuole scongiurare, vietando il ritiro dei depositi. Proprio così. Il dittatore totale è prontissimo a fare tutto e il contrario di tutto, per eternare il proprio potere. Mica sono lì per fare il vostro bene e dire la verità; sono lì per il potere, solo quello.
(Maurizio Blondet, “L’economia va tanto bene, che l’Ue medita di bloccare i depositi”, dal blog di Blondet del 1° agosto 2017).
Non credo che la vaticinazione di Bruno Berthez si verificherà come da lui auspicato.
Manovra, crudele, cattiva e del tutto gratuita, eseguita con lo scopo di fare del male in modo consapevole… una cosa che potrebbe essere tranquillamente evitata, tenuto conto di cosa è effettivamente il denaro e di quale sarebbe la sua vera funzione.
Proprietà e potere d’emissione della moneta FIAT sono finiti in mano a dei privati senza scrupoli, purtroppo. Però, sta ai molti risvegliarsi dal torpore e ribellarsi ai pochi che hanno questi poteri, al fine di acquisire nuovamente libertà, diritti (sociali, principalmente) e prospettive per il futuro. Basare tutto sui “conti”, sui bilanci e su regole sbagliate non farà altro che creare danni.
Quando il tavolo è truccato, bisogna ribaltarlo, non c’è alternativa.
Saluti.
Ah, a proposito di Varoufakis, poco tempo prima di dimettersi aveva impostato un piano segreto per tornare alla Dracma, il quale avrebbe dovuto realizzarsi grazie all’azione di esperti hacker. Egli aveva messo in piedi una specie di “squadra segreta”, capeggiata da un noto economista statunitense, incaricata di introdursi nei sistemi informatici dell’amministrazione fiscale del Paese col fine d’impossessarsi dei dati sugli account fiscali dei cittadini. Il tutto era stato organizzato per creare un “sistema ombra” che permettesse, con un solo clic, di convertire gli Euro in una valuta virtuale elettronica (N.d.R.: forse il preludio ad una nuova Dracma). Era una sorta di “piano B” che l’ex-ministro delle Finanze ellenico Yanis Varoufakis aveva architettato (con l’aiuto del collega James Galbraith) durante il suo breve mandato e che avrebbe dovuto avere il benestare del premier Alexis Tsipras (N.d.R.: il piano non ebbe l’O.K. e poi sappiamo com’è finita). L’obiettivo era preparare il Paese all’eventuale passaggio ad un sistema di liquidità parallelo, propedeutico, se necessario, al ritorno alla Dracma. Via d’uscita da sfruttare in caso di fallimento delle trattative con i “creditori” e di congelamento della liquidità concessa alle banche da parte della BCE, era una sorta piano alternativo contro i potenziali tentativi di asfissiare il governo greco, comprese le azioni aggressive da parte della Troika; tale via d’uscita includeva la pianificazione di un sistema parallelo di pagamenti in Euro, che avrebbe potuto “trasformarsi” in Dracma nell’arco di una notte, se necessario. Poi tutto è andato a ramengo… con le conseguenze che molti sanno.
Io non so se tali fatti siano una bufala o cose successe davvero… ma, viste le modalità d’azione degli strozzini della Troika, c’è una buona probabilità che questa notizia non sia del tutto campata in aria. Ho riportato il fatto per dovere di cronaca.
Saluti.
Quando il tavolo è truccato, bisogna ribaltarlo, non c’è alternativa. Non potevo dirlo meglio di così. Che stiamo aspettando? Ritiriamoli un po’ alla volta i Nostri Risparmi, cominciando sa ORA. Poi aspettiamo, fermiamo la corsa e nel fratttempo populistiamo…Se non indicono le elezioni, le facciamo Noi proprio come in mancanza di efficace amministratore del condominio, i condòmini convocano l’assemblea, Straordinaria ! ! !
Altro che lira, qua c’è da tornare al baratto!
P.S.: ah, notare l’incoerenza… ma se le cose vanno così bene da strombazzare dati positivi ai quattro venti, che bisogno c’è di fare manovre del genere? Ma ci han presi per fessi?
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I fallimenti delle banche, generalmente, sono eventi pilotati (salvo pochi e rari casi di incapacità totale da parte di chi la gestisce). Dovrebbero vergognarsi…
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L’idea non è stata ancora concretizzata, ma il fatto che si cominci a parlarne fa venire il sospetto che lo vogliano fare in futuro, secondo lo schema della Finestra di Overton. Spero che l’idea muoia qui, altrimenti sarà il caos totale.
Saluti.
ma non sono mica tutti come te, la maggior parte delle persone ci crede…
Ovviamente, anche la gestione finanziaria allegra, creativa ed irresponsabile dei soldi di investitori e correntisti può portare al fallimento di una banca. Ecco perché sarebbe necessario ripristinare un impianto normativo e giuridico che distingua e separi nettamente l’attività di banche che si occupano di finanza, affari, investimenti e mercati borsistici da quella di banche che si occupano esclusivamente di credito commerciale e risparmio, sullo stile del Glass-Steagall Act.
Ma quando manca la volontà politica…
Saluti.
Da ciò si deduce che i famosi “creditori” di cui si sente spesso parlare non sono altro che gli usurai ufficiali che controllano l’Euro e che possono strangolare finanziariamente un paese dell’Eurozona, se il governo di tale paese non dovesse obbedire ai dettami della Troika (N.d.R.: Troika che è l’insieme, occorre ricordarlo, dei rappresentanti di Commissione Europea, BCE e FMI… giusto per sapere con chi abbiamo a che fare). L’Italia è stata ficcata proprio in un bel vespaio, non c’è che dire. Chissà se ne usciremo mai…
Saluti.
Riporto, inoltre, un famoso aforisma di Thomas Jefferson, che è stato il 3º presidente degli Stati Uniti d’America ed è inoltre considerato uno dei padri fondatori della nazione USA:
«Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti. Se il popolo americano permetterà mai alle banche private di controllare l’emissione del denaro, dapprima attraverso l’inflazione e poi con la deflazione, le banche e le compagnie che nasceranno intorno alle banche priveranno il popolo dei suoi beni, finché i figli si ritroveranno senza neanche una casa sul continente che i loro padri hanno conquistato.».
L’incubo di Jefferson si sta trasformando in realtà oggi, anche qui in Europa, grazie ad una serie di diabolici meccanismi economici e finanziari. Liberiamoci di questo schifo… non so come, ma è necessario farlo.
Saluti.