Archivi degli autori 
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Relazioni pericolose: la Cina si avvicina a Israele
“Passeggiata in Israele, la terra del latte e del miele” è il titolo del documentario prodotto dalla tv di Stato cinese Cctv, in collaborazione con il governo israeliano. Dodici puntate che rappresentano una dichiarazione d’amore e di ammirazione promanata dai canali di Pechino a suggello delle relazioni sino-israeliane che vanno ben oltre quelle diplomatiche avviatesi solo nel 1992. Quando, alla fine del mese scorso la Cctv ha presentato la nuova serie televisiva, gli uffici dell’ambasciata israeliana a Pechino hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa dell’emittente di Stato che offre al popolo cinese gli strumenti per conoscere «le meraviglie dello Stato di Israele e il contributo che la civiltà ebraica ha fornito all’umanità».
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Sorpresa, la crociata anti-Rom non premia Sarkozy
I problemi veri? La crisi, il lavoro che manca, l’economia asfittica, il futuro incerto. La plateale cacciata dei Rom dal territorio francese doveva essere la panacea di tutti i mali per puntellare una presidenza traballante, ma il meccanismo si è inceppato: il giocattolo della paura stavolta non ha funzionato. La popolarità di Sarkozy non si è impennata, con variazioni minime i sondaggi la danno intorno al 34-35%. E anche se qualcuno gli concede un 2% di rimonta sull’onda della campagna anti-Rom, non cambia la sostanza di un dimezzamento dei consensi dalle elezioni del 2007. E se fosse che a forza di agitare la bandiera della paura, Sarkozy avesse lanciato un boomerang pronto a ripiombargli adosso come pronostica Ségolène Royal?
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Governi, 007 e boss: l’impero del mercante di morte
L’estradizione negli Stati Uniti chiude la carriera di quello che è ritenuto il principale trafficante d’armi al mondo. Ma è davvero l’ultimo atto? Nella sua biografia, la sentenza con cui venerdì 20 agosto una Corte d’Appello thailandese ne ha deciso l’estradizione negli Stati Uniti potrebbe essere il capitolo finale. Ma non c’è da giurarci, perché quando si parla di Viktor Bout, il trafficante per eccellenza, nulla è sicuro e tutto è avvolto da un alone di mistero e leggenda. E allora, forse, conviene partire proprio da quella che al momento è la fine. L’ultimo capitolo si apre con il suo arresto, nel marzo 2008, in un albergo di lusso di Bangkok, dove – secondo l’accusa – stava negoziando la vendita di una partita di armi a rappresentanti delle Farc colombiane.
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Marina e Silvio, regalo da 340 milioni esentasse
Forse i Maya non erano poi così scemi: i segnali della fine del mondo si moltiplicano. La Santanché che cita Marcuse, per esempio (forse crede che sia un grossista di champagne). Oppure il topless di Marina Berlusconi, editore che edita un giornale che di lei stessa scrive: “Marina Berlusconi, selvaggia bellezza a cavallo di una tecnologica moto d’acqua, ricorda Galatea, la più bella tra le Nereidi”. Che non sembri piaggeria, l’ha scritto un archeologo, ma visto il topless andava bene anche un restauratore.
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“Non idoneo” a Torino, ottiene la cattedra a Glasgow
«Non idoneo» per l’università di Torino, con le stesse pubblicazioni è diventato “Professor of Urban Design” a Glasgow. E’ la storia paradossale di Sergio Porta, per sette anni ricercatore al Politecnico di Milano, oggi docente ordinario all’università di Strathclyde: un posto di prestigio, il grado più alto del sistema universitario britannico. Non avrebbe lasciato l’Italia, ma è stato costretto a partire: «E’ una decisione che si tenterebbe di non fare. Spesso si ritiene che andare all’estero sia una scelta di comodo, ma tanti sarebbero contenti di non farla, se potessero».
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11 Settembre, il Pentagono accecò la difesa aerea Usa
Mentre i velivoli dirottati piombavano uno dopo l’altro sulle Torri Gemelle, la difesa aerea degli Stati Uniti era “accecata” da simulazioni speciali ordinate dal Pentagono: per almeno un’ora, dopo il primo dei devastanti attacchi nel cuore di New York, i dispositivi di reazione militare sono rimasti letteralmente paralizzati e depistati dal programma “Vigilant guardian”, una simulazione tattica del tutto virtuale. «Il personale militare responsabile della difesa dello spazio aereo Usa – scrive “Megachip” – aveva dei falsi tracciati visualizzati sui propri schermi radar per tutta la durata degli attentati dell’11 settembre 2001». I tecnici del Norad, cuore della difesa aerea americana, erano ancora fuorviati dalle informazioni radar simulate quando ebbe luogo il terzo attacco, quello al Pentagono.
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Calvario laico, l’Italia di “Pietro” filmata da Gaglianone
Dobbiamo ringraziare Daniele Gaglianone: “Pietro” è il film che dimostra che in Italia la dignità e l’onore (sì, l’onore) non sono morti (non ancora). “Pietro” è il film che si alza in piedi e guarda in faccia il nostro paese, costringendoci a chiederci cosa siamo diventati. Attraverso gli occhi di Pietro vediamo un’Italia ridotta a poche strade, qualche scorcio di metropolitana e un’umanità abbrutita che si pasce della propria nullità e di un’avvilente mancanza di futuro. Gaglianone, lui, sta con Pietro, un italiano che non ha più nessun altro cui volgersi in cerca di umanità e calore.
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Via i Rom dalla Francia? La Romania contro Sarkozy
Caccia ai Rom, casa per casa, a colpi di 100 rimpatri forzati al giorno: così Sarkozy spera di recuperare nei sondaggi, dopo l’allarme per il calo di consenso elettorale in vista delle elezioni del 2012. Obiettivo: smantellare 600 campi nomadi, abitati da rumeni e bulgari. Nonostante le proteste della Romania presso l’Unione Europea, il programma voluto da Parigi è organico, metodico, strutturato: le ruspe irrompono, con polizia al seguito, nei campi nomadi. Famiglie di Rom (con la loro distesa di roulotte) bussano alle porte dei municipi, per trovare nuovi insediamenti. Altre vagano per la Francia o puntano sull’Italia, per cambiare aria e ritornare fra qualche mese, calmate le acque.
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Ultimo mistero: tutti rimpiangono il pessimo Cossiga
Non avrei mai creduto, di fronte alla scomparsa dell’ex presidente Francesco Cossiga, di trovare nel mondo politico italiano una così grande ed estesa unanimità di giudizi. Sembrano passati secoli piuttosto che anni dai contrasti che avevano accompagnato le “picconate” dei primi anni novanta con le quali l’uomo politico sardo aveva caratterizzato gli ultimi due anni di permanenza al Quirinale, dopo che nel ’91 il maggior partito di opposizione aveva tentato addirittura di destituirlo, con la procedura di impeachment, dalla più alta carica dello Stato anche per i suoi violenti attacchi a un vero servitore dello Stato quale è stato il prefetto generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e al giudice Livatino, che apostrofò come il “giudice ragazzino”, entrambi assassinati da Cosa Nostra.
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Basta aiuti di Stato alle aziende che fuggono all’estero
A chi dobbiamo credere? Al governatore della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, che ci dice che la ripresa in Unione europea è forte, assieme ai tg che parlano di boom della produzione industriale, oppure agli amministratori delegati di Fiat, Telecom e Unicredit che accingono a licenziare circa diecimila persone? A tutti e due e a nessuno dei due. Mai nella nostra storia recente la situazione economica è stata più complessa. Le Banche centrali hanno immesso nel sistema una quantità impressionante di denaro per stimolare la crescita e sostenere gli istituti di credito. La ripresa economica è in atto ma è drogata
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Farefuturo: vergogna, Berlusconi è davvero il Caimano
Eravamo convinti che fosse un semplice dibattito politico, il confronto tra due idee di centrodestra. Eravamo convinti che si trattasse di un normale dialogo tra idee diverse, opzioni diverse, leadership complementari. Eravamo sinceramente convinti che tutto potesse scorrere tranquillamente nei canali della democrazia interna a un partito. Era una sicurezza che derivava da una certezza cresciuta negli anni: Berlusconi non era il Caimano descritto dagli antiberlusconiani di professione; Berlusconi era un leader atipico ma liberale; Berlusconi non era uno da “editti bulgari”; certo, Berlusconi aveva tante questioni personali e aziendali (quante se ne potrebbero elencare) ma era comunque un leader con un sogno
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Gaglianone: attenti, viviamo in un mondo a orologeria
Solo questo di noi possiamo dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Parafrasare il Montale scabro degli esordi, isolato e irritato dalla ridondanza espressiva allora dominante e deciso a intraprendere il cammino solitario di una poetica dell’assenza, della sottrazione, dell’inappartenenza, può aiutare a comprendere il senso dell’ultimo lavoro cinematografico di Daniele Gaglianone, “Pietro”, presentato con successo a Locarno: risuona quel “non chiederci la parola che squadri da ogni lato l’animo nostro informe”, perché il film parla con la lingua del silenzio, la parola ridotta a rarefatto epitaffio per meglio esplodere la sua verità terribile: viviamo in un mondo spietato, devastato dall’odio, senza scampo.