Archivi degli autori 
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Intercettazioni, Ilaria Cucchi a Fini: non frenate i giudici
Senza la diffusione stampa di quelle foto terribili, che documentano la straziante agonia di Stefano Cucchi, lasciato morire senza cure in un letto dell’ospedale giudiziario nonostante le violenze subite dopo l’arresto, non si ci si sarebbe mai avvicinati alla verità: ci si sarebbe fermati di fronte al primo, assurdo referto di “morte naturale”. Lo scrive Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, in una lettera aperta al presidente della Camera, Gianfranco Fini: lettera scritta affinché «ciò che è stato consentito fare a noi, non venga impedito ad altri», con la nuova legge che punisce la pubblicazione delle intercettazioni.
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Israele spara sulla flotta di pace: un massacro
«Almeno dieci persone sono morte e una trentina sono rimaste ferite» quando tre unità della marina israeliana hanno intercettato e attaccato una imbarcazione turca della “Freedom Flotilla”, la missione di organizzazioni non governative internazionale salpata il 30 maggio dal porto cipriota di Nicosia con aiuti umanitari per i palestinesi di Gaza. È quanto ha riferito la televisione israeliana. Secondo una Ong turca, le vittime sarebbero invece “soltanto” due: bilancio confermato dall’emittente araba “Al Jazeera” e dalla tv turca “Ntv”. Tra i feriti, alcuni dei quali trasferiti in ospedale, ci sarebbe il capitano della nave assaltata.
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Rigoni Stern: Tino Aime, le sentinelle della neve
Nell’arco delle Alpi, nell’uno e nell’altro versante, in qualche valle non raggiunta dal turismo perché discosta e non appetibile ai cittadini, e quasi del tutto abbandonata dagli abitanti, sono rimasti degli uomini a testimoniare, ma anche a custodire una antica civiltà. Sono la retroguardia in questa ritirata di valori civili, ma come in tutte le ritirate la retroguardia è quella che salva. In molti casi questi uomini sono poeti e artisti; ed è giusto sia così poiché sempre e ancora loro sono quelli che portano il lume. E oggi, poi, siamo in un momento della storia in cui occorre frenare un presunto progresso che non pone limiti alla totale distruzione del pianeta.
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Flotta di pace su Gaza: contro i cavernicoli sterminatori
Sta navigando verso l’epitome di tutti gli orrori, di tutti i dolori e di tutti gli onori del conflitto tra una élite di cavernicoli e il resto dell’umanità. Sta navigando verso Gaza la flottiglia di otto navi da cinque paesi europei, con 800 persone a bordo, tra cui – togliamoci il cappello – Angela Lano, direttrice del sito Infopal, Fernando Rossi, unico in parlamento con Turigliatto a trafiggere con il voto contro la guerra le vergogne dei sinistri. Sta navigando con aiuti a chi è vittima di un mostro che in sé riunisce tutto il male mai fatto o concepito: dallo stupro all’infanticidio, dal razzismo alla tortura, dal fanatismo teocratico alla pulizia etnica, dalla menzogna ontologica al genocidio strisciante.
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Bombe, mafia e politica: Ciampi, nel ‘93 sfiorammo il golpe
«Nel ‘93, Cosa Nostra ebbe in subappalto una vera e propria strategia della tensione che ebbe nelle bombe di Roma, Milano e Firenze soltanto il suo momento più drammatico». Alla clamorosa denuncia del procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, secondo cui lo stragismo mafioso servi a lanciare una nuova «entità politica» dopo il crollo della Prima Repubblica sotto i colpi di Tangentopoli, fa ora eco l’ex presidente Carlo Azeglio Ciampi, che parla di “bombe a comando” per condizionare la politica. E rivela: nel luglio del ’93 l’Italia era sull’orlo di un colpo di Stato. Sui cui mandanti non si sa ancora niente: è venuto il momento di rivelare la verità.
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Lerner: il mio debito con Walter Tobagi
Ieri ho partecipato alla commemorazione di Walter Tobagi al “Corriere della Sera”, trent’anni dopo il suo omicidio. C’era tra noi una felice consuetudine, divenuta amicizia. Dal 1977 mi consultava sulle vicende del movimento, simpatizzava per la drammatica battaglia culturale che su Lotta Continua conducevamo contro il partito armato, e così fu tra coloro che mi fecero scegliere di diventare giornalista, mostrandomi il volto migliore di questa professione. Quanti pranzi gli ho scroccato, al tempo in cui ero povero in
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Milano, la città morta che ha scacciato il popolo
Su iniziativa del “Corriere della Sera” una cinquantina di personaggi milanesi si sono fatti promotori di un “Manifesto per Milano”, fallacianamente ribattezzato “il coraggio e l’orgoglio”, per rivitalizzare la città. Mission Impossible. Perché non si può ridar vita a un cadavere. Solo Cristo c’è riuscito. Milano era una città interclassista. Quartieri molto centrali come il Garibaldi e Brera erano quartieri popolari dove Pirelli abitava accanto al suo operaio, naturalmente in una casa di Caccia Dominioni il primo, in una di ringhiera l’altro. Questo cortocircuito fra ceti diversi fecondava la città, la rendeva viva, umanamente e culturalmente.
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Imbavagliati, la mafia ringrazia: meglio della P2
Con la legge sulle intercettazioni il governo e la maggioranza servile che lo sostiene approvano l’ennesimo provvedimento che mira, scientemente, a consolidare la borghesia mafiosa della quale sono referenti oggettivi e garanti. Una delle più grandi menzogne di Stato degli ultimi mesi – pompata ad arte anche dalla propaganda di regime di Minzolini & Co. – è quella relativa al fatto che questo governo sia il migliore nel contrasto al crimine organizzato. Il dato oggettivo è di segno diametralmente opposto.
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Tagliamo la guerra: contro-manovra da 24 miliardi
Sacrifici duri? Facciamoli pagare alla guerra, non alle fasce deboli. Mentre la Cgil annuncia lo sciopero generale contro la manovra di salvataggio proposta da Giulio Tremonti per mettere l’Italia al riparo dal dissesto finanziario innescato dalla crisi globale e in particolare dal crack della Grecia, dalla provincia di Venezia arriva una singolare contro-proposta: «La mia manovra? Semplice: tagliare la guerra». Ermes Drigo, protagonista della riconversione ecologica di Portogruaro, fa i conti in tasca alla difesa: ritirando le truppe dall’Afghanistan e limando qualche voce dagli armamenti, si risparmiano giusto 24 miliardi di euro, quelli che il governo si appresta a spremere dagli italiani.
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Santoro, sei pronto per la nuova Tv dei cittadini?
Tra le molte cose giuste e vere che Santoro ha detto nella sua autodifesa di fronte al pubblico di “Annozero” e ai lettori del “Fatto” del 22 maggio, c’è qualche importante “interstizio” su cui riflettere. Interstizi, tuttavia, rivelatori. Credo inoltre di avere titolo per replicare anch’io alle sue parole, nella mia qualità di autore di una lettera (inviata al “Manifesto” e al “Fatto”, ma che solo il “Fatto” ha pubblicato) in cui, in sostanza, invitavo Santoro, e tutti coloro che lo hanno sostenuto nella sua battaglia per una televisione migliore, a prendere atto che la battaglia interna alla televisione berlusconiana non era più praticabile
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Cyber-guerra: se gli Usa militarizzano la rete
L’America si attrezza per la cyber-guerra: la Nsa, l’agenzia per la sicurezza nazionale (il Grande Fratello che spia le comunicazioni elettroniche della popolazione) diverrà un comando militare interforze dedicato alla guerra cibernetica. Il generale Keith Alexander, che il segretario alla Difesa Robert Gates ha messo a capo del nascente Cyber Command, darà agli Usa una nuova capacità di combattimento: non solo aerea e marittima, ma anche sul nuovo terreno strategico delle reti informatiche. Obiettivo: difendersi dagli attacchi degli hacker e, se necessario, condurre «operazioni militari ad ampio spettro» per interdire la «libertà di azione nel cyberspazio» degli avversari.
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Bavaglio alla stampa: come Antigone, liberi di dire no
Tanti anni fa Sofocle scrisse di Antigone, di suo fratello Polinice, morto in battaglia, della legge emanata dal reggente di Tebe, Creonte, che vietava di seppellirlo: nemico dello Stato, doveva restare preda dei corvi. Ma Antigone lo seppellì e, processata e condannata, spiegò a Creonte che quella era una legge degli uomini e che però ci sono altre leggi, a queste superiori; e che lei di quelle temeva il giudizio e a quelle aveva obbedito. Nei miei anni di magistrato ho vissuto spesso questo conflitto; e sono felice di non doverlo vivere ora, chiamato ad applicare una legge vergognosa, emanata da una classe dirigente arrogante e tremebonda, impegnata in una lotta disperata per l’impunità e la sopravvivenza.