Archivi degli autori 
-
Usa, malati di guerra: 18 suicidi al giorno tra i reduci
Ogni giorno negli Usa diciotto veterani, per lo più reduci di guerra, si suicidano. Lo riferisce “Army Times”, settimanale di militari diffuso fra gli operatori delle forze armate negli Stati Uniti. Ogni giorno sono in trenta a tentare il suicidio, diciotto dei quali, appunto, ci riescono. Degli altri dodici, meno di cinque ricevono assistenza da “Veterans Affairs”, considerato uno dei migliori programmi sanitari del paese. Quelli dei reduci rappresentano oltre un quinto dei 30.000 suicidi annuali degli Usa.
-
Dolore e miliardi, tutti i segreti dell’Opus Dei
Mortificati. Plagiati. Indotti ad appropriarsi del denaro d’altri per donarlo alla “causa”, ma, soprattutto, spinti a “pitare”, captare, pilotare l’altrui volontà per ottenerne l’adesione totale. Lo scenario da brivido, già adombrato collaborando con Ferruccio Pinotti per la stesura di “Opus Dei segreta” (Bur, dicembre 2006), Emanuela Provera ce lo propone in tutta la sua brutale evidenza nelle pagine di “Dentro l’Opus Dei – Come funziona la Milizia di Dio”, uscito a fine dello scorso anno per Chiarelettere ed ora già alla seconda edizione. Lo fa, naturalmente, con tutta la grazia, il garbo ed anche, in qualche modo, il rispetto, che le sono congeniali.
-
Il Piemonte: stop agli ipermercati, meglio le botteghe
Meno ipermercati, più spazio alle piccole botteghe. E’ la svolta annunciata dalla Regione Piemonte, guidata da Roberto Cota: mentre cresce la piccola distribuzione di prodotti a chilometri zero e si moltiplicano i negozi “tutto sfuso”, con merci che costano meno (e non inquinano) perché non confezionate né imballate, il Piemonte sembra interpretare le nuove tendenze d’acquisto mettendo un freno ai grandi supermercati: blocco delle istanze in corso e revoca dei procedimenti già avviati. Secondo la Regione gli ipermercati, tanto comodi per il consumo di massa, in realtà degradano la qualità sociale.
-
Unità d’Italia a mano armata, a spese del Sud ricco
Da 150 anni ci raccontano la barzelletta del Sud liberato dai Savoia per portarvi libertà, giustizia e progresso. Errore: la crisi del sud è cominciata proprio con l’Unità d’Italia, imposta col sangue e governata con l’aiuto della mafia, dopo una brutale guerra di conquista: stragi e deportazioni, da cui la tragedia dell’emigrazione, prima sconosciuta. Impressionante la rapina delle risorse: il sud era più avanzato nel nord anche sul piano industriale. E più ricco: il regno borbonico era il più solvibile d’Europa, mentre quello piemontese il più indebitato. Anche per mettere le mani sul bottino, i Savoia si convinsero a unire l’Italia.
-
Petrolio, catastrofe Louisiana: i mandanti siamo noi
Sento il rumore delle grida. Lo sento dentro. Scuote ogni centimetro del mio corpo. Sono grida di dolore, di sconcerto, di paura. Sono le grida degli 11 operai morti e dei 17 feriti (bilancio provvisorio)? Sono le grida degli uccelli, dei pesci, dei cetacei, delle alghe, delle onde del mare, incatramate, soffocate, lentamente uccise dalle tonnellate di petrolio che si stanno riversando nei mari di fronte alla Louisiana. Leggo su Repubblica.it: «La Bp, che inizialmente aveva tranquillizzato sulle conseguenze per l’ambiente, ora lancia allarmi sulla possibilità di bloccare la fuoriuscita di greggio dalle valvole e dalle tubature».
-
Giustizia per gli schiavi di Rosarno: negrieri in manette
Trattati come schiavi per la raccolta degli agrumi: 22 euro al giorno, anche per 14 ore di lavoro. E guai a ribellarsi: aggressioni e minacce di morte. Queste le motivazioni della rivolta dei braccianti africani di Rosarno nel gennaio scorso, sollevazione spontanea contro cui si scatenò la selvaggia “caccia al nero” orchestrata dalle cosche. Se la polizia è intervenuta prima per sedare la sollevazione e poi per mettere in salvo i lavoratori africani, ora le forze dell’ordine hanno colpito il caporalato calabrese: 30 persone in manette, accusate di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della manodopera clandestina.
-
Bonafi: chiudere la Borsa, che rapina le aziende
Chiudere la Borsa, che razzia l’economia reale in modo parassitario, grazie al sistema capitalistico che favorisce il caos. L’economista Gilles Bonafi sposa la provocazione di Frédéric Lordon, ricercatore del Cnrs, il Consiglio nazionale francese per la ricerca scientifica. Secondo Lordon, per bloccare la crisi bisogna innanzitutto abolire i mercati finanziari: «Numerose voci – rileva Bonafi – cominciano ora a porsi il problema di un sistema economico strutturalmente irrecuperabile, che spinge l’umanità alla catastrofe», puro riflesso della «legge della potenza» teorizzata da Vilfredo Pareto.
-
Berlusconi-Putin: nucleare italiano fra tre anni
Nucleare italiano fra tre anni, grazie alla nuova tecnologia sviluppata insieme alla Russia. Lo ha annunciato Silvio Berlusconi incontrando il premier russo Vladimir Putin a Lesmo il 26 aprile. Nell’agenda dei due leader, la sicurezza energetica: attraverso i rispettivi dicasteri alla ricerca scientifica, Italia e Russia hanno siglato l’accordo per il programma “Ignitor”, che si avvale degli esperimenti realizzati dal professor Bruno Coppi e sostenuti da prestigiosi scienziati russi e italiani. Riguardo al futuro energetico mondiale, Berlusconi sostiene che l’accordo può segnare «una svolta» per il nucleare.
-
Piazza Fontana: fermare l’Italia con bombe americane?
L’esplosivo della strage di piazza Fontana veniva dagli Usa e fu collocato nella sede milanese della Banca Nazionale dell’Agricoltura dai neofascisti di Ordine Nuovo, protetti dai servizi segreti italiani. In seguito, carabinieri di Padova (infiltrati dalla Loggia P2 di Licio Gelli?) “ripulirono” il deposito segreto di Venezia dove era stato custodito l’esplosivo americano, giunto in Italia attraverso la Germania, forse impiegato anche per la strage di piazza della Loggia a Brescia. E’ la possibile ricostruzione alla quale ha contribuito il generale Gianadelio Maletti, allora capo del Sid, l’intelligence militare italiana, ripercorrendo il drammatico scenario di quegli anni.
-
Scorie: sconfitta la resistenza anti-nucleare ad Alessandria
Il Tar del Piemonte dà ragione a governo e Sogin, legalizza la finta disattivazione dell’impianto e autorizza il deposito nucleare a Bosco Marengo (Alessandria). La sentenza del Tar scandalizza, è sbagliata e sul piano giuridico merita il ricorso al Consiglio di Stato (ma non abbiamo i soldi). Merita anche una riflessione nel movimento antinuclearista italiano. Per il quale si tratta di una nefasta sconfitta che crea un precedente valido per tutti gli ex siti nucleari: da oggi destinati ad essere depositi di se stessi. Dunque via libera al rilancio del piano nucleare del governo non vincolato, grazie al Tar, a risolvere il problema principale: quello delle scorie in un deposito sicuro per millenni.
-
Gino Strada: chi ha paura del nostro ospedale?
Il giorno dopo sembra quasi più duro. Gli operatori di Emergency sono liberi perché innocenti. Ma l’evidenza non basta, ci sono giornalisti che affermano – eh, perbacco, hanno le fonti! – che la liberazione sia avvenuta per uno scambio politico: fuori i tre possibili terroristi in cambio della chiusura dell’ospedale. Un accordo, insomma. L’ipotesi, peraltro già smentita dalla Farnesina, dal governo afghano e da Emergency, è tuttavia affascinante e induce a qualche riflessione. Se fosse vero che la liberazione sia stato il frutto di uno scambio, ciò non sarebbe altro che una conferma di quel che Emergency ha detto e scritto dopo l’aggressione all’ospedale di Lashkargah
-
Sicilia, asilo negato: processo contro i respingimenti
Una nave della Guardia di Finanza è territorio italiano, ovunque si trovi, e su di essa valgono, dunque, le leggi del nostro Paese. Se un immigrato vi sale a bordo ha diritto, quindi, all’applicazione delle norme nazionali sull’accoglienza e non può essere “respinto”. È la tesi della Procura della Repubblica di Siracusa, che ha disposto il processo – davanti al giudice monocratico – per “violenza privata in concorso” del direttore di polizia per l’immigrazione, Rodolfo Ronconi, e del generale delle fiamme gialle Vincenzo Carrarini, dopo il “respingimento” di 75 clandestini nella notte fra il 30 e il 31 agosto 2009.