Archivio del Tag ‘Adriano Olivetti’
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Amoroso: niente ripresa, prima devono ridurci alla fame
La crisi attuale è una crisi economica e sociale provocata dal successo della nuova struttura del processo di accumulazione capitalistico, che si è dato a partire dagli anni Settanta con la globalizzazione. Il cuore del processo è la finanza, cioè la trasfigurazione da un sistema basato sul profitto capitalistico a quello basato sull’esproprio dei redditi e la rapina delle ricchezze materiali e intellettuali. La crisi in corso non ha nulla di ciclico, diversamente dalle crisi economiche del capitalismo industriale, e troverà il suo punto di approdo in un potere assoluto coincidente con l’impoverimento di gran parte dei cittadini. Per questo l’uscita dagli effetti della crisi può avvenire solo con l’uscita dal capitalismo, che oggi è quello della speculazione finanziaria e della rapina di Stato.
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Sapelli: lavoro, non profitto. E bastano tre ore al giorno
Tre ore di lavoro al giorno? «Sono più che sufficienti», purché si tratti di «lavoro liberato» dalla schiavitù del profitto. Giulio Sapelli concorda con Keynes: ridurre l’orario di lavoro è possibile, eccome. «E sarebbe una grande liberazione». Parola d’ordine: cooperazione, al posto dell’attuale – fallimentare – competitività. Sembra l’annuncio di morte del capitalismo moderno, dopo oltre due secoli di industria. Lo pronuncia, senza imbarazzi, uno dei maggiori storici italiani dell’economia: professore alla London School of Economics e poi a Barcellona, Sapelli è un big di prima grandezza nel panorama economico e finanziario italiano: già consulente dell’Olivetti e consigliere di amministrazione dell’Eni, è stato presidente della fondazione del Monte dei Paschi di Siena e membro del Cda di Unicredit. Rappresentante per l’Italia di Transparency International, organizzazione che lotta contro la corruzione economica, dal 2002 è tra i componenti del World Oil Council e dal 2003 fa parte dell’International Board dell’Ocse per il settore no-profit.
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Olivetti, l’utopia felice del capitalismo dal volto umano
«Le cose nuove si fanno solo con i giovani. Solo i giovani ci si buttano dentro con entusiasmo, e collaborano in armonia senza personalismi e senza gli ostacoli derivanti da una mentalità consuetudinaria». Era il 1955, mille anni fa. Così parlava Mario Tchu, figlio di un diplomatico cinese e padre del primo computer mondiale, l’Elea. Una macchina rivoluzionaria, prodotta dall’industriale più eretico e geniale di tutti i tempi, Adriano Olivetti. Il suo credo: «I lavoratori sono persone: bisogna premiarli, dar loro fiducia». Riletta oggi, la vicenda di Olivetti sembra fantascienza. Fatturati record, operai felici, prodotti d’avanguardia. Per i ras del capitalismo italiano, che invece puntavano sull’industria pesante – auto e chimica – l’eretico di Ivrea era «un bubbone da estirpare». E così fu: come tutti i grandi italiani, Adriano Olivetti fu incompreso, isolato e poi dimenticato.
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Bocca: crocifiggere Soria, per occultare i guai di Torino
Sbatti il mostro in prima pagina? E’ quantomeno sospetto l’accanimento nei confronti di Giuliano Soria, patron del Premio Grinzane, al centro delle recenti cronache giudiziarie piemontesi. Lo afferma Giorgio Bocca sul “Venerdì di Repubblica”. «C’è qualcosa da chiarire», nello scandalo del Grinzane, ed è «la ferocia con cui l’establishment torinese degli ingegneri e dirigenti Fiat lo ha raccontato, come se si fosse scoperto sotto la Mole il demonio, e non un’ordinaria storia di corruzione».