Archivio del Tag ‘aiuti’
-
Sapelli: ai militari il dopo-Trump. Con Biden, Italia più sola
Trump si è “suicidato” con il Covid, compromettendo la sua rielezione: se perdesse e non volesse lasciare la Casa Bianca, l’America finirebbe in mano ai militari, almeno temporanamente. Poi, una volta insediato, Joe Biden spingerebbe l’Italia verso un nuovo patto con Germania e Francia. Lo sostiene sul “Sussidiario” il professor Giulio Sapelli, storico dell’economia, in un’articolata analisi della situazione, italiana e mondiale, alla vigilia delle presidenziali statunitensi. Premessa importante: negli Usa, gli sfidanti sono d’accordo almeno su un punto, e cioè la necessità di imporre uno stop al dilagare dell’egemonia di Pechino. «Sulla questione cinese l’accordo bipartisan tra democratici e repubblicani è fermo, è convinto: le famiglie e i caucus Clinton-Bush, dioscuri della finanza sregolata, che vedevano e vedono nella leva demografica cinese il punto archetipale delle loro fortune, non sono sconfitte, ma in ritirata: una anabasi che si riscontra ogni giorno, crisi dopo crisi finanziaria, scandalo dopo scandalo». Certo, ammette Sapelli, «le faglie ci sono ancora e sono profonde, tra i due storici partiti Usa: dal problema del welfare a quello fiscale, sino a giungere all’orientamento da tenere in merito ai temi climatici e all’economia circolare». Secondo Sapelli, intanto, Donald Trump «ha infranto ogni limite del decoro istituzionale, con le sue ultime mosse pandemiche che hanno aperto la via al torrente dei negazionisti».Sul fronte democratico, l’indicazione della nomina a possibile vicepresidente di Kamala Harris «ha colmato quello spazio conservatore di centro che – scrive Sapelli – il prode Sanders (che io voterei in Usa, ora e sempre) ha dovuto rendere contendibile ai democratici con il suo ritiro dal campo». Sempre secondo Sapelli, «la sconfitta di Trump si avvia a compiersi». E tutto, «purtroppo», si misurerà «sulla resistenza che potrà e saprà opporre alla nomina del suo successore». Si tratterebbe di una decisione «nefasta», che «rischierebbe di paralizzare non solo gli Usa, ma il mondo intero, con conseguenze devastanti per i rapporti di forza mondiali, favorendo di fatto una Cina sull’orlo della crisi economica e politica, aumentando le possibilità che le forze aggressive che covano nel suo neo-maoismo possano scatenarsi: senza una base economica possono essere devastanti». Da questa paralisi nordamericana, prosegue Sapelli, Xi Jinping trarrebbe nuova forza: in primis all’interno del Pcc, continuando così la sua opera di accentramento dei poteri, «che non fa che creare tutte le basi per una sua prossima caduta». Attenzione agli Usa: è in gioco «la sorveglianza delle possibili frodi e la prevenzione di possibili colpi di mano di ogni genere». Avverte Sapelli: «Se i democratici affideranno ai militari – come si annuncia – la difesa della continuità della democrazia nordamericana, si aprirà una vera fase inedita nella storia mondiale».Per il professore, il Pentagono resta «la “coorte” che meglio ha saputo e sa difendere i valori della Costituzione più bella del mondo: la storia lo dimostra». Ma questa decisione, se si dovesse ricorrere ad essa, «non potrà non avere una conseguenza pesantissima sul prestigio internazionale degli Usa». La superpotenza atlantica in mano ai militari, anche formalmente, in seguito al caos che si teme possa esplodere, in prossimità delle presidenziali? Scenari da incubo, di cui tuttavia si sta parlando con insistenza. In quel caso, conclude Sapelli, «l’Italia sarà sempre più sola, in Europa». Difficile che Biden schieri le portaerei davanti alla Libia, «mentre è certo che riaprirà il dialogo con l’Iran». Ma l’ostacolo è rappresentato dalle potenze saudite del Golfo, dopo l’“Accordo di Abramo” recentemente stipulato a fianco di Israele per cercare di porre fine ai conflitti in Medio Oriente, esautorando i palestinesi dai negoziati. Gli arabi non appoggerebbero la scelta americana di tornare a dialogare con Teheran: «Quell’accordo è dettato dalla volontà di osteggiare l’imperialismo neo–ottomano e il ritorno diplomatico e militare della Russia nel Mediterraneo, quanto il revisionismo assassino iraniano».Quanto alla recente visita di Mike Pompeo in Italia, per Sapelli è stata «deludente», anche perché i legami dell’Italia con la Cina «non nascono solo dal seno dei 5 Stelle». Tutti – accusa Sapelli – cercano di dimenticare che fu il professor Michele Geraci (leghista e docente di un’università cinese) la mente pensante di quel Memorandum con la Cina che ci ha allontanato dagli Usa e dall’Europa (ma non dalla Germania, sottolinea Sapelli, facendo notare che Berlino e Pechino sono capitali politicamente vicinissime). Della Germania, osserva, «abbiamo accompagnato la trasparente scelta anti-atlantica, che durerà sino a quando la Merkel dominerà, con il suo gruppo d’interesse, la vita politica tedesca». Per contro, una parte degli stessi 5 Stelle (causa «l’imprevedibilità delle mucillagini peristaltiche che hanno sostituito le discipline di partito») ha cambiato posizione, «con la fibrillazione di un abile Fraccaro», riallineatosi agli Usa, anche «grazie al lavoro indefesso e mirabile di un ministro come Guerini, che più atlantico non si può trovare». Il titolare della difesa, esponente Pd, ha infatti «stretto un accordo spaziale con gli Usa che è la cosa più importante compiuta da questo governo sia in economia, sia in politica».Nel mentre, aggiunge Sapelli, i tedeschi e i cinesi «stringono un patto di ferro per dominare il porto di Trieste e proseguire nella Via della Seta in Europa, grazie alle mosse del cavallo con le pedine del Pireo e di Trieste a cui seguirà, se non li si ferma, quella di Taranto». Solo un rafforzamento della posizione italiana in Europa, stringendo saldi rapporti sia con la Francia che con la Germania – secondo Sapelli – può attutire l’impatto che la paralisi nordamericana avrà nella situazione geopolitica, «aumentando il grado di isolamento e quindi di sottomissione dell’Italia ai capitalismi estrattivi francesi e tedeschi». Sapelli cita il Risorgimento: l’Italia se la cavò grazie all’abilità di Cavour nel trattare con le potenze europee: «Un dominio occulto e incontrastato è sempre peggiore di un dominio di cui si scrivono le regole». Mentre il profilo costituzionale nordamericano «è posto in forse», l’Italia dovrebbe puntare tutto su un’altra Europa, sostiene Sapelli. «Sia il governo che le opposizioni, sia ciò che rimane di un’opinione pubblica di cui via via si perde il ricordo, debbono levare alta la bandiera di una Costituzione Europea». Ovvero: «Solo lo Stato di diritto europeo ci può salvare». Il gioco di specchi, quello degli attuali euro-nazionalismi, «aiuta i poteri occulti della sudditanza e della menzogna». Peggio: diffonde l’angoscia di non potere essere assistiti che da «una cornucopia che spande, come veleno per lo spirito, un denaro che è emblema dell’assistenzialismo e della malattia dell’ozio e dell’ignavia». Ma così «si distrugge lentamente l’Italia, perché si inquina la sua anima: la sua storia e i suoi popoli non lo meritano».Trump si è “suicidato” con il Covid, compromettendo la sua rielezione: se perdesse e non volesse lasciare la Casa Bianca, l’America finirebbe in mano ai militari, almeno temporanamente. Poi, una volta insediato, Joe Biden spingerebbe l’Italia verso un nuovo patto con Germania e Francia. Lo sostiene sul “Sussidiario” il professor Giulio Sapelli, storico dell’economia, in un’articolata analisi della situazione, italiana e mondiale, alla vigilia delle presidenziali statunitensi. Premessa importante: negli Usa, gli sfidanti sono d’accordo almeno su un punto, e cioè la necessità di imporre uno stop al dilagare dell’egemonia di Pechino. «Sulla questione cinese l’accordo bipartisan tra democratici e repubblicani è fermo, è convinto: le famiglie e i caucus Clinton-Bush, dioscuri della finanza sregolata, che vedevano e vedono nella leva demografica cinese il punto archetipale delle loro fortune, non sono sconfitte, ma in ritirata: una anabasi che si riscontra ogni giorno, crisi dopo crisi finanziaria, scandalo dopo scandalo». Certo, ammette Sapelli, «le faglie ci sono ancora e sono profonde, tra i due storici partiti Usa: dal problema del welfare a quello fiscale, sino a giungere all’orientamento da tenere in merito ai temi climatici e all’economia circolare». Secondo Sapelli, intanto, Donald Trump «ha infranto ogni limite del decoro istituzionale, con le sue ultime mosse pandemiche che hanno aperto la via al torrente dei negazionisti».
-
Conte governa coi bollettini dei contagi, la politica è morta
Può il bollettino dei contagi sostituire il Parlamento? Se lo domanda Gianluigi Da Rold sul “Sussidiario”, dopo la decisione di Conte di prorogare lo stato d’emergenza a causa del Covid–19 fino al 31 gennaio 2021. «Praticamente, l’Italia resterà in questa condizione per un anno intero, unico paese in Europa». Il 1° ottobre, il numero dei tamponi eseguiti ha battuto ogni record: oltre 115.000. Ma terapie intensive, decessi e ricoveri restano pressoché in linea con il numero dei giorni precedenti. Siamo “schiavi del bollettino”? La verità è che «ognuno dice la sua, e Conte decide prima ancora di consultare il Parlamento». Anche se non si tratta di un lockdown generale, scrive Da Rold, lo stato d’emergenza «mette maggiore ansia in un paese che è angosciato da altre prove che lo attendono, non solo in campo sanitario», e inserisce un nuovo motivo di polemica «proprio mentre ci si dovrebbe unire in uno sforzo comune sia per affrontare la pandemia, sia per affrontare quella che ormai sembra una crisi di sistema». Da anni, ormai, la democrazia parlamentare «sembra più preoccupata di garantire un libero mercato che abbia poche regole, piuttosto che la coesione sociale e i diritti di tutti i cittadini».In questo modo «si sono accentuate le differenze sociali, si sono ridotte le funzione dei Parlamenti e si è creata confusione fra i tre classici poteri». L’eco dello scontro, «ai limiti della decenza», tra Donald Trump e Joe Biden nel primo dibattito televisivo per le presidenziali americane «ha lasciato un po’ tutti stupefatti, ma è sembrato un segnale allarmante per come si presenti oggi la democrazia americana, quella che è stata – insieme alla Gran Bretagna, pur con tutti i suoi limiti – uno dei maggiori riferimenti per i democratici di tutto il mondo». Quanto all’Italia, sembra che il nostro paese sia «veramente sull’orlo di una vera e propria crisi di sistema». Tanto per cominciare, «c’è un governo che è composto principalmente da due forze che, al momento, hanno più motivi di divisione che di coesione». Divisi su tutto, Pd e Movimento 5 Stelle sono separati anche sul fronte costituzionale: contrariando Zingaretti, Grillo ha detto che non crede più nella democrazia rappresentativa. Ruolo della magistratura, Mes e Recovery Fund: non c’è intesa su niente. Senza contare che adesso «diventa inquietante» il ritardo con cui arriverebbero gli aiuti europei.Scontato, in fondo, per un governo-disastro nato al solo scopo di escludere la Lega? Di certo, il trasformismo “acrobatico” di Conte, passato dal governo con Salvini a quello contro Salvini, «ha di fatto indebolito tutta la politica nel suo complesso, non riuscendo tra l’altro a creare un’unità necessaria per superare una crisi di sistema». Non ci sono solo le critiche di Sabino Cassese sulla ridotta funzione del Parlamento, sul taglio lineare dei parlamentari avvenuto cancellando due articoli della Costituzione, con un referendum che ha esaltato solo Luigi Di Maio. Il problema è che, guardando ai risultati delle elezioni regionali, vedendo le proiezioni nazionali e i sondaggi – aggiunge Da Rold – non esiste solo un governo che è in minoranza numerica nel paese, ma paradossalmente maggioranza in Parlamento. Tra partiti e movimenti, «non esiste più un punto di riferimento, un autentico partito di maggioranza relativa intorno a cui sviluppare una linea politica di coalizione». Non solo: «Il proporzionale è destinato ad aumentare ancor più la confusione».Se la Lega perde voti e non raggiunge il 24%, e il Pd è inchiodato al 20%, i 5 Stelle – attualmente, partito di maggioranza relativa in Parlamento – stanno scivolando al quarto posto della classifica, forse prossimi al 10%. Cresce la Meloni, ma Forza Italia è in via di estinzione: «C’è qualcuno che può spiegare quale tipo di maggioranza funzionante, coesa, può uscire da un simile panorama politico?». Ed ecco delinearsi «una crisi di sistema veramente grave», peggiorata da quella che Da Rold definisce «l’invadenza delle magistratura nella politica», e l’atavica elefantiasi di una burocrazia «borbonica». Servirebbe «un governo che almeno assomigli a un esecutivo di unità nazionale», in grado di affrontare «la situazione sanitaria, occupazionale, economica, scolastica». E invece, si scivola verso il baratro.Può il bollettino dei contagi sostituire il Parlamento? Se lo domanda Gianluigi Da Rold sul “Sussidiario“, dopo la decisione di Conte di prorogare lo stato d’emergenza a causa del Covid–19 fino al 31 gennaio 2021. «Praticamente, l’Italia resterà in questa condizione per un anno intero, unico paese in Europa». Il 1° ottobre, il numero dei tamponi eseguiti ha battuto ogni record: oltre 115.000. Ma terapie intensive, decessi e ricoveri restano pressoché in linea con il numero dei giorni precedenti. Siamo “schiavi del bollettino”? La verità è che «ognuno dice la sua, e Conte decide prima ancora di consultare il Parlamento». Anche se non si tratta di un lockdown generale, scrive Da Rold, lo stato d’emergenza «mette maggiore ansia in un paese che è angosciato da altre prove che lo attendono, non solo in campo sanitario», e inserisce un nuovo motivo di polemica «proprio mentre ci si dovrebbe unire in uno sforzo comune sia per affrontare la pandemia, sia per affrontare quella che ormai sembra una crisi di sistema». Da anni, ormai, la democrazia parlamentare «sembra più preoccupata di garantire un libero mercato che abbia poche regole, piuttosto che la coesione sociale e i diritti di tutti i cittadini».
-
Magaldi: per chi lavora Conte, e perché sfascia l’economia
Tutto sembra spingere verso nuovi lockdown, anche se i numeri ormai sono solo quelli dei contagi, e le terapie intensive non sono certo affollate? Io spero di contrarre il coronavirus, perché il Covid di oggi ha una bassa carica virale: contraendolo adesso, probabilmente, ci si immunizza. Al governo Conte dico di stare molto attento, a quello che farà in termini di ulteriori restrizioni delle libertà, perché – in giro per l’Italia, per l’Europa e per il mondo – ci sono forze contrapposte che si studiano e compiono passi: nessuno sottovaluta più la gravità di un passo e le conseguenze che può avere. Verrà risposto colpo su colpo, a tutti gli strappi che saranno fatti da questa grande filiera “cinese”. Bisognerà fare luce sul perché siamo arrivati a una situazione nella quale, nel mondo, tutti sono in crisi, e la Cina riprende invece di buona lena una proiezione esportatrice, dimostrando una salute economica che aveva perso proprio alla vigilia dell’esplosione del Covid. Ci sono cose molto gravi, che coinvolgono l’Organizzazione Mondiale della Sanità. E ci sono cose altrettanto gravi, che coinvolgono i terminali del “partito cinese”, sovranazionale, in tutto il mondo. Ci sono persone che sono “attenzionate” per le nefandezze che hanno compiuto e per quelle che si apprestano a compiere.E quindi, passi lunghi e ben distesi: c’è molta cautela, perché un colpo piazzato può significare riceverne tre. E non tutti sono cuor di leone, disposti a pagare per le conseguenze delle loro azioni. Distruggere l’economia? Intendiamoci: l’economia è un mezzo. Il fine, invece, è sempre quello: costruire in Occidente una società post-democratica. Basta svuotare di sostanza il funzionamento stesso della democrazia. Da un lato, si lavora sull’immaginario e su prescrizioni che abituino i cittadini ad obbedire più di quanto sia giusto, sulla base di norme che limitano la libertà (quello di questi mesi è stato un grande test, e altri ne verranno). Dall’altro, l’idea è che se tu devasti l’economia, e rendi le persone deboli, fragili e insicure, le puoi asservire a manipolare, arruolandole nella schiera dei servi. Per Hegel, in fondo, il servo è colui il quale ha rinunciato a rischiare la vita, anteponendo la salute e la sicurezza alla libertà. Questa è la dimensione antropologica in cui oggi ci troviamo: ci viene proposto un modello di asservimento, di limitazione della libertà, in nome di una presunta sicurezza sanitaria.Noi, poi, siamo governati da mentecatti. Lo affermo pubblicamente: abbiamo dei governanti mentecatti, e degli esecutori burocratici ancora più mentecatti. Siamo nelle mani di questa gente. Detto ciò, c’è qualcuno che vuole nuovi lockdown. Ci sono forze, gruppi di potere, a cui non importa nulla, dell’economia che va a ramengo. Sono gli stessi che hanno distrutto intere filiere produttive, durante l’espandersi di questa globalizzazione taroccata, utile al “partito cinese” (trasversale, tra Oriente e Occidente), che propone modelli post-democratici, nell’immaginario politico collettivo. Ci sono persone che, con la dottrina dell’austerity, hanno distrutto interi segmenti dell’economia, mortificato la classe media e aumentato a dismisura le disuguaglianze. Oggi, queste stesse forze vorrebbero reiterati lockdown per distruggere ancora di più l’economia, ma senza quegli indennizzi immediati sui conti correnti di cui ha parlato Mario Draghi, felicemente “scappato” dal fronte dei massoni neoaristocratici, che poi sono quelli che ora fomentano questa devastazione sociale ed economica.Il progetto, che oggi utilizza strumentalente l’emergenza Covid, è invariato: consiste nell’utilizzare l’economia – come è stato in decenni di neoliberismo imperante – per aumentare le disuguaglianze, distruggere la classe media e ri-proletarizzare ampi settori della popolazione, mettendoli in condizione servile di precariato. Si pensa così di avere facilmente presa su tutta quella gente che non ha nemmeno il tempo di occuparsi di politica. E’ quell’idea dell’apatia del popolo mirabilmente vergata in “The Crisis of Democracy”, pamphlet pubblicato dalla paramassonica Trilateral Commission, filiazione della superloggia “Three Eyes”. Cioè: se io ti distruggo l’economia, creerò ampie fasce di popolazione apatica. La domanda però è un’altra: quanti, invece, oggi hanno aperto gli occhi? Quanta gente, anziché avvilirsi e diventare apatica, oggi vorrà “prendere i forconi” per fare protesta nonviolenta, gandhiana ma dura? La distruzione economica dell’Italia, che è in corso e che costoro vogliono prolungare, produrrà più cittadini apatici e depressi o invece gente incazzata, disposta a protestare in modo vibrante e resiliente fino a quando le cose non cambieranno? Su questa domanda, a qualcuno cominciano a venire dubbi: e ci sono, perciò, anche defezioni, sul fronte neoaristocratico. Rischiamo un nuovo lockdown? Facciano, io mi divertirò molto. Facciano, osino pure: li invito a imporre l’obbligo di circolare con la mascherina ovunque, in tutta Italia, e li invito anche a proclamare nuovi lockdown. E la rivoluzione sarà più vicina.(Gioele Magaldi, dichiarazioni rilasciare a Fabio Frabetti di “Border Nights” nella diretta web-streaming “Gioele Magaldi Racconta”, su YouTube il 28 settembre 2020).Tutto sembra spingere verso nuovi lockdown, anche se i numeri ormai sono solo quelli dei contagi, e le terapie intensive non sono certo affollate? Io spero di contrarre il coronavirus, perché il Covid di oggi ha una bassa carica virale: contraendolo adesso, probabilmente, ci si immunizza. Al governo Conte dico di stare molto attento, a quello che farà in termini di ulteriori restrizioni delle libertà, perché – in giro per l’Italia, per l’Europa e per il mondo – ci sono forze contrapposte che si studiano e compiono passi: nessuno sottovaluta più la gravità di un passo e le conseguenze che può avere. Verrà risposto colpo su colpo, a tutti gli strappi che saranno fatti da questa grande filiera “cinese”. Bisognerà fare luce sul perché siamo arrivati a una situazione nella quale, nel mondo, tutti sono in crisi, e la Cina riprende invece di buona lena una proiezione esportatrice, dimostrando una salute economica che aveva perso proprio alla vigilia dell’esplosione del Covid. Ci sono cose molto gravi, che coinvolgono l’Organizzazione Mondiale della Sanità. E ci sono cose altrettanto gravi, che coinvolgono i terminali del “partito cinese”, sovranazionale, in tutto il mondo. Ci sono persone che sono “attenzionate” per le nefandezze che hanno compiuto e per quelle che si apprestano a compiere.
-
Quota 100, prima vittima del Recovery Fund: via le pensioni
Il Recovery Fund neanche esiste ancora (il piano deve ancora essere approvato da tutti i Parlamenti nazionali; campa cavallo, insomma) ma già comincia a mietere le sue prime vittime. Proprio in questi giorni, infatti, Giuseppe Conte ha dichiarato che Quota 100 non sarà rinnovata. Si ritorna, dunque, alla logica che da vent’anni a questa parte ispira le politiche pensionistiche (parzialmente invertita dalla misura del governo gialloverde): aumentare sempre di più l’età pensionistica – cioè costringere chi un lavoro ce l’ha a lavorare sempre più a lungo – con la sempiterna scusa che “non ci sono i soldi” (cioè quei numeretti che le banche centrali creano regolarmente sui loro computer, ma lasciamo perdere). La notizia ha ovviamente scatenato il solito chiacchiericcio politico-mediatico. Nessuno però si è preso la briga di far notare l’aspetto più importante della vicenda: ovverosia che la decisione di cancellare Quota 100 non è un colpo di testa di Conte o una semplice resa al Pd, uscito ringalluzzito dalle recenti elezioni regionali, ma una conseguenza diretta dell’adesione (entusiastica, ahinoi) dell’Italia al piano di “aiuti” europei – che per ora, come detto, esiste solo sulla carta.
-
Magaldi sfida Conte: altro lockdown? Scoppia la rivoluzione
«Vuole imporre un nuovo lockdown? Ci provi, e la rivoluzione sarà più vicina». Durissimo monito al primo ministro, Giuseppe Conte, da parte di Gioele Magaldi. Il presidente del Movimento Roosevelt sfida Palazzo Chigi: «L’obbligo del vaccino antinfluenzale in Lazio e l’imposizione della mascherina anche all’aperto, in Campania e in Sicilia, sono tutti indizi di una chiara volontà di estendere queste misure al resto del paese». La situazione è gravissima: «Si sta superando la soglia della legalità democratica», scandisce Magaldi, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Il leader “rooseveltiano” accusa apertamente «precise forze massonico-reazionarie», come i veri mandanti (occulti) dell’aggressione in corso, in tutto il mondo, «ai danni del sistema democratico occidentale». Aggressione condotta «con il pretesto di una pandemia clamorosamente enfatizzata dai grandi media, asserviti a poteri oligarchici». Autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente del circuito massonico progressista sovranazionale, Magaldi lancia un avvertimento: «Stiano ben attenti a quello che fanno, lorsignori: per ogni colpo che infliggeranno alla popolazione, ne incasseranno tre».Anche per questo – aggiunge lo stesso Magaldi – molti esponenti della massoneria “neoaristocratica” «stanno passando tra le fila democratico-progressiste, imitando il “fratello” Mario Draghi». Già a marzo, l’ex presidente della Bce (che si muove in sintonia con la “sorella” Christine Lagarde, ora alla guida dell’Eurotower) propose di inviare aiuti immediati, sui conti correnti: soldi a fondo perduto, “come in tempo di guerra”, indispensabili per tenere in piedi l’economia disastrata dal lockdown, in Italia protratto per quasi tre mesi, con esiti spaventosi. Nel paese, infatti, «la situazione è catastrofica: migliaia di aziende ed esercizi sono sull’orlo della chiusura, non avendo ancora ricevuto un euro. Niente credito nemmeno dalle banche, che non si fidano dello Stato: da Conte, infatti, finora solo promesse e parole al vento». Magaldi parla di un collasso socio-economico «deliberatamente provocato, dalle entità massoniche sovranazionali che – a partire dalla “Three Eyes” di Kissinger – fin dagli anni ‘70 hanno scommesso sulla Cina come modello alternativo per un Occidente non più democratico». Non a caso, aggiunge, l’export cinese ha ripreso vigore, mentre il mondo occidentale è in ginocchio «anche grazie alle prescrizioni di un organismo opaco come l’Oms, largamente finanziato dai cinesi».Una crisi planetaria, ottenuta manipolando la percezione della pandemia. Oboettivo? «Produrre depressione e sottomissione socio-economica, a tutto vantaggio degli oligarchi privatizzatori e neoliberisti che hanno dichiarato guerra alla nostra democrazia». Un calcolo cinico, da “apprendisti stregoni”, che però – secondo Magaldi – gli si ritorcerà contro: «Gli stessi gestori della crisi-Covid cominciano a temere che, una volta trascinata alla disperazione, la popolazione possa ribellarsi». Il che potrebbe avvenire anche in Italia, «specie di fronte a misure che calpestano i diritti e le libertà democratiche, oltre a produrre miseria e minacciare direttamente la salute». Quanto al capitolo “museruole”, molti medici – avverte Magaldi – stanno già facendo un bilancio dei danni provocati dalle mascherine, anche nelle scuole, «e da tutte le restrizioni (prima gli “arresti domiciliari” e poi il “distanziamento”) che possono causare malesseri e patologie psico-fisiche gravissime, inclusi i tumori». A questo si aggiunge l’incombente vaccino antinfluenzale, che i sanitari considerano scarsamente efficace e addirittura controindicato, in presenza del coronavirus.L’obbligo dell’antinfluenzale, già rigettato dal Tar della Calabria, è ora all’esame del Tar del Lazio, al quale (insieme ai medici) il Movimento Roosevelt ha presentato ricorso. Magaldi preannuncia burrasca, in qualsiasi caso: «Il Tar laziale potrebbe dare torto a Zingaretti e quindi stabilire che una Regione non può imporre un Tso come quello. In tal caso, Conte potrebbe sempre assumere una decisione a livello centrale: potrebbe impegnare direttamente lo Stato a introdurre l’obbligo in tutta Italia». Succederà? «Non ha che da provarci», lo provoca Magaldi. Per il presidente “rooseveltiano”, la situazione è in via di rapido aggravamento: «L’economia italiana sprofonda, senza che il governo Conte faccia nulla per impedirlo: sono dei mentecatti, dei cialtroni incapaci che oltretutto si fanno pilotare dalle forze massoniche che puntano al disastro socio-economico». All’esecutivo, Magaldi imputa la responsabilità imperdonabile di aver imposto un lockdown “cinese”, modello Wuhan, senza le necessarie contromisure economiche. «Era davvero necessario, il coprifuoco? Parlano da soli i dati della Svezia, ormai ufficiali: nel paese scandinavo, il bilancio sanitario del Covid è simile a quello dell’Italia, e senza che il paese abbia effettuato il lockdown». La differenza? L’economia appare in piena salute, e la società svedese non è certo ridotta come quella italiana.Per tutto questo, aggiunge Magaldi, «dobbiamo ringraziare anche i giornalisti, che hanno accettato di manipolare la verità sulla reale entità del pericolo pandemico». Ai media, un appello: «Mi rivolgo agli operatori dell’informazione che volessero riscattarsi, in nome del futuro democratico del paese: per innescare una rivoluzione basta anche un solo giornalista con la schiena diritta, capace di ribellarsi alle disposizioni che ha ricevuto». A Conte, intanto, Magaldi rivolge un arrivederci in piazza: «Se il governo non prenderà in considerazione l’ultimatum che riceverà dal Movimento Roosevelt con le istruzioni su come dare immediato ristoro economico agli italiani, e se – peggio ancora – introdurrà nuove misure restrittive, se la vedrà nelle strade con la durissima protesta della Milizia Rooseveltiana, ormai prossima al debutto, accanto a tante altre associazioni italiane». Quella che si annuncia è una prova di forza, a tutto campo. «L’aria che tira non è delle migliori: ho sentito che qualcuno pensa di effettuare un nuovo lockdown, sotto Natale, giusto per ammazzare definitivamente il commercio. Sappiano, questi personaggi – dice Magaldi, testualmente – che li prenderei a badilate nel culo». Per essere chiari: «Ci provino, a fare un altro lockdown, e se ne accorgeranno: dovranno fronteggiare una rivoluzione».«Vuole imporre un nuovo lockdown? Ci provi, e la rivoluzione sarà più vicina». Durissimo monito al primo ministro, Giuseppe Conte, da parte di Gioele Magaldi. Il presidente del Movimento Roosevelt sfida Palazzo Chigi: «L’obbligo del vaccino antinfluenzale in Lazio e l’imposizione della mascherina anche all’aperto, in Campania e in Sicilia, sono tutti indizi di una chiara volontà di estendere queste misure al resto del paese». La situazione è gravissima: «Si sta superando la soglia della legalità democratica», scandisce Magaldi, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Il leader “rooseveltiano” accusa apertamente «precise forze massonico-reazionarie», come i veri mandanti (occulti) dell’aggressione in corso, in tutto il mondo, «ai danni del sistema democratico occidentale». Aggressione condotta «con il pretesto di una pandemia clamorosamente enfatizzata dai grandi media, asserviti a poteri oligarchici». Autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente del circuito massonico progressista sovranazionale, Magaldi lancia un avvertimento: «Stiano ben attenti a quello che fanno, lorsignori: per ogni colpo che infliggeranno alla popolazione, ne incasseranno tre».
-
Spariti i 5 Stelle, ora il Pd vorrebbe “commissariare” Conte
Il Pd vorrebbe commissariare Conte, ma molto dipenderà anche da quello che deciderà di fare Mattarella. Lo stesso capo dello Stato potrebbe infatti anche chiedere un “tagliando” o un rimpasto visto che il M5S è stato ridimensionato dal voto. Forse avrà più poteri Gualtieri o ci sarà addirittura un vicepremier democratico. A ogni modo ho l’impressione che qualcuno del Pd verrà messo a “marcare a uomo” Conte. Il 22 settembre, Antonio Misiani ha mandato un messaggio chiaro agli alleati del Movimento 5 Stelle dai microfoni di “Radio 24″. Il viceministro dell’economia ha infatti ricordato che il Pd ha vinto in Toscana, Puglia e Campania senza il sostegno pentastellato. Se «la leadership di Zingaretti esce rafforzata», questo significa che ci dovranno essere anche dei cambiamenti negli equilibri della maggioranza. «Speriamo che veti ideologici e pregiudiziali vengano via via superati», ha detto in particolare Misiani, con riferimento alla richiesta di accesso al Mes sanitario che l’Italia, secondo i dem, dovrebbe avanzare. Penso che ci sarà un cambio negli equilibri, ma i veri problemi nell’azione di questo governo rimangono.Comunque, a me non sembra una vera vittoria del Pd. Toscana a parte, il centrosinistra si è affermato con candidati per certi versi “populisti” come Emiliano e De Luca, che cercano di difendere apertamente gli interessi della loro regione oppure si fanno notare per dichiarazioni e atteggiamenti che spopolano sul web o non passano mediaticamente inosservati. Allo stesso modo non mi sembra che si possa parlare di una sconfitta della Lega in quanto tale. Laddove la Lega è concreta sui bisogni del territorio, fa proposte specifiche e opera, riesce a farsi apprezzare dagli elettori, come si è visto con Zaia e Toti. Non guadagna consensi laddove invece si presenta solo come movimento di protesta, trattando argomenti di politica nazionale o criticando l’Europa. Salvini, se voleva essere il vero leader del centrodestra, avrebbe dovuto giocare meglio la partita delle regionali puntando su specifici problemi economici locali. Per esempio, in Toscana sulla vicenda Mps che si sta nuovamente complicando, in Campania sui contratti di produttività per spingere l’occupazione giovanile, in Puglia sull’ex Ilva di Taranto.Cosa accadrà ora al governo? Non ha vinto il Pd il senso stretto, ma sicuramente ha perso il M5S, che non può intestarsi l’affermazione del Sì al referendum, visto che non era l’unico partito a sostenerlo. Inoltre, alle regionali sono arrivati pochi voti rispetto alle politiche di due anni fa. Mi sembra anche che i pentastellati si stiano sfaldando, dato che non si capisce chi comanda tra Crimi, Di Maio, Grillo e Casaleggio jr, senza dimenticare che Di Battista ha fatto campagna contro Emiliano. Zingaretti avrà vinto grazie ai populismi, ma a questo punto vorrà il suo trofeo. Conte è nei guai, perché non si può certo dire che abbia vinto lui. Tra l’altro, l’esito del referendum costringerà i partiti a occuparsi di legge elettorale, il che appare un po’ assurdo visti i problemi economici che il paese è chiamato ad affrontare. Ci saranno non poche liti, e non è nemmeno da escludere che non si riesca ad arrivare all’approvazione della legge in questa legislatura. Detto questo, personalmente ritengo che il referendum sia illegittimo perché si sarebbe dovuto tenere a marzo, ma è stato rinviato a settembre causa Covid. Tuttavia non bisogna dimenticare che lo stato d’emergenza relativo alla pandemia è stato prorogato fino a metà ottobre, quindi non si sarebbe dovuto votare.Se Zingaretti ha vinto, cosa chiederà a Conte? Oltre al ricorso al Mes sanitario, vorrà una situazione in cui il Pd potrà avere più peso nell’utilizzo dei fondi europei, nelle decisioni economiche e nei rapporti con le regioni. In buona sostanza, chiederà un po’ dei posti che adesso hanno i 5 Stelle. Per fare cosa? Il problema è che i dem non sono in grado di sbloccare gli investimenti, sono vaghi e generici, e la linea economia del governo non verrà di fatto modificata. Come sempre è accaduto dopo le pestilenze, anche oggi ci vorrebbe un condono fiscale, ma non lo faranno. Casomai continueranno con una navigazione a vista senza una politica che aiuti davvero crescita e occupazione. Essendoci un’alleanza anomala tra due partiti “tortuosi” avremo ancora un governo che faticosamente prende poche decisioni, non particolarmente azzeccate. Alla fine, credo che sarà solamente una questione di poltrone: a parte il Mes sanitario, non compare all’orizzonte alcuna possibile linea di discontinuità. Basta pensare ai vari dossier economici. Il Pd non sembra avere una proposta sull’ex Ilva, su Alitalia, su Mps, su Autostrade. Senza dimenticare che non pare nemmeno avere in mente una normativa per sbloccare gli investimenti come accaduto per il ponte di Genova.(Francesco Forte, dichiarazioni rilasciate a Lorenzo Torrisi nell’intervista “Il Pd vuole commissariare Conte, ma aspetta Mattarella”, pubblicata dal “Sussidiario” il 23 settembre 2020. Forte è stato ministro delle finanze e ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie).Il Pd vorrebbe commissariare Conte, ma molto dipenderà anche da quello che deciderà di fare Mattarella. Lo stesso capo dello Stato potrebbe infatti anche chiedere un “tagliando” o un rimpasto visto che il M5S è stato ridimensionato dal voto. Forse avrà più poteri Gualtieri o ci sarà addirittura un vicepremier democratico. A ogni modo ho l’impressione che qualcuno del Pd verrà messo a “marcare a uomo” Conte. Il 22 settembre, Antonio Misiani ha mandato un messaggio chiaro agli alleati del Movimento 5 Stelle dai microfoni di “Radio 24″. Il viceministro dell’economia ha infatti ricordato che il Pd ha vinto in Toscana, Puglia e Campania senza il sostegno pentastellato. Se «la leadership di Zingaretti esce rafforzata», questo significa che ci dovranno essere anche dei cambiamenti negli equilibri della maggioranza. «Speriamo che veti ideologici e pregiudiziali vengano via via superati», ha detto in particolare Misiani, con riferimento alla richiesta di accesso al Mes sanitario che l’Italia, secondo i dem, dovrebbe avanzare. Penso che ci sarà un cambio negli equilibri, ma i veri problemi nell’azione di questo governo rimangono.
-
Magaldi: cari grillini (e Travaglio), votate No ai poteri forti
Alla vigilia del voto del 20-21 settembre, accorato appello di Gioele Magaldi nei confronti dei pentastellati: tornate in voi, ai tempi in cui vi battevate per la democrazia diretta. «Io sono per indire sistematici referendum propositivi e senza quorum, cioè forme di democrazia diretta che integrino in modo efficace la democrazia rappresentativa», premette il presidente del Movimento Roosevelt: «Se credete ancora nei valori di partecipazione in base ai quali nacque il Movimento 5 Stelle – dice Magaldi, rivolgendosi ai grillini – votate No al taglio dei parlamentari, che restringe ulteriormente gli spazi di democrazia, come espressamente richiesto dall’élite neoliberista che ha messo in crisi il pianeta». Stupore, da parte di Magaldi, per la presa di posizione di Marco Travaglio, giornalista di cui pure ha stima: «Come può scrivere che a volere il No siano i “poteri forti”, quando è vero esattamente il contrario? La Loggia P2 di Licio Gelli, che era il terminale italiano dei veri poteri forti, nel suo Piano di Rinascita Democratica metteva al primo posto proprio il taglio dei parlamentari».«La penalizzazione del Parlamento è stata ripetutamente pretesa, anche di recente, dal grande potere finanziario», ricorda Magaldi, evocando il documento con cui una grande banca come la Jp Morgan “consigliò” il taglio dei parlamentari. «Ai grillini – dice Magaldi – resta il merito storico di aver smascherato la fittizia contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra, due schieramenti che di fatto eseguivano le direttive della medesima élite: e allora perché adesso, votando Sì, ci tengono così tanto a fare un piacere a quella stessa élite, che vede nel Parlamento una minaccia e un ostacolo ai suoi piani?». Analogo discorso quello rivolto a Travaglio: «Come fa oggi a sostenere il contrario della verità, dopo aver così bene smascherato, negli ultimi anni, le ipocrisie del centrodestra e quelle del centrosinistra, senza fare sconti a nessuno?». Per Magaldi, la realtà è lampante: «Dopo le privatizzazioni selvagge, le infami restrizioni imposte dall’austerity e la mortificazione degli enti locali, il taglio del Parlamento – che distanzia ulteriormente gli eletti dai cittadini – è l’ultimo anello di una catena di eventi drammatici, promossi dai nemici della democrazia».Per Magaldi, è irrisorio il vantaggio economico che si otterrebbe con la riduzione dei seggi (si risparmierebbe l’equivalente di un caffè all’anno), mentre è clamoroso il depistaggio dell’elettorato. «Per quanto “rubino”, i cattivi politici restano degli straccivendoli. Chi preme per il Sì, ha idea di quanto ci costino i manager, spesso in televisione, che poi chiedono aiuto allo Stato per salvare le banche e le aziende che hanno portato alla bancarotta?». Seriamente: «Avete idea – insiste Magaldi – di quanto ci sia costato, in termini di miliardi, il divorzio tra Tesoro e Bankitalia? O la stessa manipolazione dello spread, operata dai soliti noti? E’ tristemente ridicolo che si scateni il risentimento popolare verso i parlamentari, ed è molto deludente – aggiunge sempre il presidente “rooseveltiano” – che a questo gioco si siano prestati persino Matteo Salvini e Giorgia Meloni». Dice ancora Magaldi: «So benissimo che Salvini non è favorevole al Sì, esattamente come i leghisti Borghi, Bagnai e Giorgetti, che si sono apertamente pronunciati per il No».Se non troverà il modo di rimediare a questo gravissimo errore, lo avverte Magaldi, anche il leader della Lega ne farà le spese, «esattamente come tutti gli italiani che, dopo aver votato Sì, scopriranno amaramente di essersi sbagliati: perché saranno loro le prime vittime di un’operazione che, tagliando la politica, mira a tagliare la democrazia». Sull’esito del voto, Magaldi è pessimista: «Ho in frigo lo Champagne per brindare alla vittoria del No, ma prevedo che il Sì abbia più numeri, a causa della martellante disinformazione operata dai media e dai partiti. In ogni caso – conclude il presidente del Movimento Roosevelt – una eventuale, sciagurata vittoria del Sì aprirà gli occhi a tutti, dimostrando quanto si sarà caduti in basso. Sarà il punto di partenza per mobilitare finalmente le energie necessarie a compiere quella rivoluzione democratica di cui proprio l’Italia sarà protagonista: una battaglia durissima, per il futuro del nostro paese ma anche dell’Europa e del mondo, contro l’oligarchia della globalizzazione neoliberista che oggi vuole tagliare anche il Parlamento, dopo averci tolto molte libertà e il diritto a un futuro sereno e dignitoso».(Affermazioni che Gioele Magaldi ha reso il 19 settembre 2020 nella trasmissione “Pane al Pane”, di MrTv, in web-streaming su YouTube, condotta da Roberto Hechich. Nell’ambito della diretta, Magaldi ha ricordato l’impegno del Movimento Roosevelt a favore del progressista Massimo Della Siega, candidato sindaco a Varmo, Udine, e di Marco Bonini, candidato sindaco a Zagarolo, alle porte di Roma; già assessore nella precedente amministrazione dominata dal Pd, Bonini è ora alla guida di un cartello appoggiato anche da Lega e Fratelli d’Italia, «in polemica con il conservatorismo che può frenare l’azione sia del centrodestra che del centrosinistra»).Alla vigilia del voto del 20-21 settembre, accorato appello di Gioele Magaldi nei confronti dei pentastellati: tornate in voi, ai tempi in cui vi battevate per la democrazia diretta. «Io sono per indire sistematici referendum propositivi e senza quorum, cioè forme di democrazia diretta che integrino in modo efficace la democrazia rappresentativa», premette il presidente del Movimento Roosevelt: «Se credete ancora nei valori di partecipazione in base ai quali nacque il Movimento 5 Stelle – dice Magaldi, rivolgendosi ai grillini – votate No al taglio dei parlamentari, che restringe ulteriormente gli spazi di democrazia, come espressamente richiesto dall’élite neoliberista che ha messo in crisi il pianeta». Stupore, da parte di Magaldi, per la presa di posizione di Marco Travaglio, giornalista di cui pure ha stima: «Come può scrivere che a volere il No siano i “poteri forti”, quando è vero esattamente il contrario? La Loggia P2 di Licio Gelli, che era il terminale italiano dei veri poteri forti, nel suo Piano di Rinascita Democratica metteva al primo posto proprio il taglio dei parlamentari».
-
Magaldi: Pompeo a Roma avvisa i ‘cinesi’ Conte e Bergoglio
«Benvenuto a Mike Pompeo, al “fratello” Mike Pompeo, segretario di Stato americano, che sta venendo in Italia anche a spiegare – al Vaticano e agli ambienti politici – che deve finire, la vicinanza al partito “cinese”, trasversale e sovranazionale, che in Italia si è allargato un po’ troppo». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt ed esponente del network massonico progressista, usa parole più che esplicite per accogliere nel nostro paese il “ministro degli esteri” statunitense, atteso a Roma nei prossimi giorni. A Pompeo, Magaldi rivolge un benvenuto «sincero e affettuoso», nonché «fraterno», a rimarcare la comune identità massonica. Con questa visita, il braccio destro di Trump «segnerà una soluzione di continuità con tante cose sbagliate, che riguardano anche la politica vaticana verso la Cina ma soprattutto l’infiltrazione del partito “cinese” (orientale e occidentale), che purtroppo ha forti addentellati in diverse, cosiddette democrazie occidentali». Magaldi lo definisce «un partito trasversale che vuole proporci un nuovo paradigma politico-sociale, ed è un partito che va sconfitto: Mike Pompeo – sottolinea Magaldi – verrà a dirlo chiaro e tondo, a tutti i principali rappresentanti della classe dirigente italiana».Autore del saggio “Massoni” (Chiarelettere, 2014) che svela il ruolo occulto delle superlogge mondiali nella sovragestione del potere, Magaldi ha ammesso che, nel 2016, le Ur-Lodges progressiste appoggiarono Trump, contribuendo al suo successo. «Uno dei grandi meriti della vittoria di Trump, anzitutto alle primarie repubblicane – dice oggi Magaldi – fu quello di aver impedito che Jeb Bush arrivasse alla nomination: già di questo, il mondo dovrebbe essere grato, a Trump». Nel suo saggio, Magaldi accusa i Bush di aver promosso – attraverso la superloggia “Hathor Pentalpha” – la strategia della tensione basata sul terrorismo internazionale avviata con gli attentati dell’11 Settembre contro le Torri Gemelle. «Una filiera dell’orrore che si è prolungata con l’Isis, che ha potuto seminare il terrore in Medio Oriente durante la presidenza Obama». Magaldi ricorda che lo fu lo stratega Zbigniew Brzezinski – “l’inventore” di Obama – a reclutare in Afghanistan un certo Osama Bin Laden, allora in funzione anti-sovietica. «Iniziato alla superloggia “Three Eyes”, poi Bin Laden passò coi Bush nella “Hathor”, tra lo sconcerto e la delusione dello stesso Brzezinski.Grandi giochi del passato, che probabilmente aiutano a leggere meglio quelli di oggi, che vedono in primissimo piano l’Oms “cinese” e personaggi come Bill Gates. I supermassoni della “Three Eyes” (come appunto Brzezinski e soprattutto Kissinger, patron della Trilaterale) diedero sostanza all’ideologia del neoliberismo, come motore dell’attuale globalizzazione finanziaria, scommettendo sulla Cina come possibile modello alternativo per un Occidente meno democratico e meno libero, in un futuro non lontano. A quanto pare, quel futuro è arrivato: solo che, sal 2001 in poi, è stato accelerato dal terrorismo internazionale promosso dalla “Hathor”, superloggia che ha reclutato – accanto ai Bush – politici di rango come Tony Blair, Nicolas Sarkozy e il turco Erdogan. «Il loro obiettivo – riassume Magaldi – era una progressione anche violenta del programma neoliberista, fondata sul ricorso alla guerra, alla strategia della tensione, allo svuotamento della democrazia, all’imposizione dell’austerity europea incarnata da personaggi come la “sorella” Angela Merkel». Nel frattempo, questa élite ha permesso alla Cina di crescere a dismisura, grazie a regole truccate: niente democrazia e zero libertà, nessun sindacato, niente norme anti-inquinamento. Risultato: la Cina è diventata la nuova manifattura del mondo, a basso costo, mettendo in crisi il lavoro – come da copione – in tutto l’Occidente.Poi, nel 2016, il programma ha subito un imprevisto di portata storica: l’inattesa vittoria, del tutto “accidentale”, di Donald Trump. Letteralmente: un alieno, rispetto al potere neoliberista. Che infatti ha saputo risollevare l’economia anche in modo “rooseveltiano”, cioè aumentando il deficit, per raggiungere la piena occupazione, restituendo fiducia e sicurezza ai lavoratori statunitensi precarizzati da decenni di delocalizzazioni selvagge. Sulle imminenti presidenziali di novembre, Magaldi è ottimista: «Io credo che gli americani sceglieranno ancora Trump. Non bisogna temere la vittoria di Biden: la sua sarebbe una presidenza debole, affidata a un uomo che non ha grandi capacità, ma attorno a Biden ci sarebbe comunque un collegio di amministratori che, in termini di geopolitica, proseguirebbe sulla scia tracciata da Trump». Vale a dire: mantenere l’impegno ad arginare l’espansione dell’influenza cinese in Occidente, almeno fin tanto che la Cina non accetterà di competere alla pari, adottando un regime democratico. «Io credo che Trump meriti una riconferma – sostiene Magaldi – perché ha fatto cose buone, con tutti i limiti del personaggio. E credo che gli americani andranno in questa direzione».Severo, invece, il giudizio di Magaldi su Giuseppe Conte, uomo vicinissimo al Vaticano. L’ex “avvocato del popolo” si è rivelato una sorta di docile strumento del partito “cinese”: lo si è visto nel modo in cui Palazzo Chigi e il Comitato Tecnico-Scientifico hanno imposto all’Italia un lockdown ultra-repressivo, modello Wuhan, ben sapendo che avrebbe fatto precipitare l’economia. Analoghe critiche a Bergoglio: imperdonabile, per Magaldi, la decisione di Papa Francesco di concedere al governo di Pechino il potere di designare i vescovi cattolici in Cina. Uno squillante avvertimento all’establishment italiano e vaticano – Conte e Bergoglio in primis – verrà ora direttamente da Pompeo, impegnato (con Trump) a preservare l’Italia dall’insidiosa influenza del “partito cinese”, cioè il gruppo di potere – largamente atlantico – che oggi avversa Trump negli Stati Uniti, e che negli anni ‘70, soprattutto attraverso un massone reazionario come Kissinger, sdoganò la Cina per farne un modello economico – di successo, ma non democratico – da proporre poi anche in Europa e in America. Magaldi (e lo stesso Pompeo) individuano l’ombra del partito “cinese” persino nell’attuale gestione “psico-terroristica” del coronavirus, emergenza gonfiata dai media e utilizzata per comprimere la libertà e rendere permanente la riduzione dei diritti sociali e civili.Dopo la visita di Pompeo – destinata a lasciare il segno – Magaldi annuncia che il Movimento Roosevelt presenterà il suo “ultimatum” al governo Conte: un pacchetto di proposte per alleviare immediatamente le sofferenze economiche provocate dal lockdown. «Sarà anche calendarizzato l’esordio della Milizia Rooseveltiana», formazione che scenderà in piazza nel caso in cui l’esecutivo non dovesse rispondere, in modo adeguato, alle sollecitazioni “rooseveltiane”. «Finora, l’ultimatum a Conte non è stato ancora presentato, a causa della fluidità della situazione, molto complicata ma anche molto feconda», spiega Magaldi, riferendosi alla tornata elettorale del 20-21 settembre. La visita romana di Pompeo, ribadisce Magaldi, contribuirà a rimescolare ulteriormente le carte, in uno scenario dominato dal caos: governo fragilissimo e in fibrillazione per le elezioni regionali e il referendum, mentre il paese – fermato da Conte per quasi tre mesi – paga un prezzo altissimo, in termini di perdita economica, senza che l’esecutivo abbia saputo indicare una via d’uscita credibile.Il grande problema – l’emergenza sanitaria globale, declinata in modo catastrofico in Italia grazie a Conte – viene letto, da Magaldi, in termini geopolitici: e se è stato proprio il partito “cinese” a trasformare un virus in tragedia globale, esponendo l’Italia a pericoli gravissimi per la tenuta del suo sistema socio-economico, la risposta può venire oggi da Mike Pompeo (e domani da Mario Draghi, che ha proposto un Piano-B già a marzo, sul “Financial Times”: emissione illimitata di denaro, che non si trasformi in debito). Dando per probabile la riconferma di Trump, all’orizzonte il progressista Magaldi individua «quel Robert Francis Kennedy Junior, che col suo discorso a Berlino ci ha scaldato il cuore, ricordando che ogni vera soluzione, per l’umanità, non può prescindere dalla libera partecipazione democratica». Per Magaldi, il figlio di Bob Kennedy «rappresenta una speranza di un “upgrade” significativo, nei prossimi anni, anche nella conduzione della grande democrazia americana».«Benvenuto a Mike Pompeo, al “fratello” Mike Pompeo, segretario di Stato americano, che sta venendo in Italia anche a spiegare – al Vaticano e agli ambienti politici – che deve finire, la vicinanza al partito “cinese”, trasversale e sovranazionale, che in Italia si è allargato un po’ troppo». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt ed esponente del network massonico progressista, usa parole più che esplicite per accogliere nel nostro paese il “ministro degli esteri” statunitense, atteso a Roma nei prossimi giorni. A Pompeo, Magaldi rivolge un benvenuto «sincero e affettuoso», nonché «fraterno», a rimarcare la comune identità massonica. Con questa visita, il braccio destro di Trump «segnerà una soluzione di continuità con tante cose sbagliate, che riguardano anche la politica vaticana verso la Cina ma soprattutto l’infiltrazione del partito “cinese” (orientale e occidentale), che purtroppo ha forti addentellati in diverse, cosiddette democrazie occidentali». Magaldi lo definisce «un partito trasversale che vuole proporci un nuovo paradigma politico-sociale, ed è un partito che va sconfitto: Mike Pompeo – sottolinea Magaldi – verrà a dirlo chiaro e tondo, a tutti i principali rappresentanti della classe dirigente italiana».
-
Mes e Recovery, la trappola per svenderci a Parigi e Berlino
«Ci si balocca se accettare o no il Mes, mentre l’industria manifatturiera crolla». L’economista Giulio Sapelli lancia l’allarme: è a rischio il sistema industriale italiano, fondato sulle piccole e medie imprese. Si salvano solo i big (pochissimi) e i comparti alimentare e farmaceutico: tutto il resto sta per collassare, dopo la catastrofe del lockdown. Sul “Sussidiario”, Sapelli cita la recente uscita – sullo stesso newsmagazine – di Domenico Lombardi, già consulente economico del Fmi, che segnala l’enorme budget oggi a disposizione della Tesoreria italiana: 98 miliardi di euro (frutto dell’acquisto massiccio di titoli di Stato, da parte della Bce presieduta da Christine Lagarde). «E allora la risposta del perché si faccia questo rito da avanspettacolo del Mes è tutta nel gioco di specchi in cui si è ormai trasformata la politica italiana ed europea», scrive Sapelli. «Si ripete insistentemente, nelle cancellerie europee e nelle ambasciate, che è da tempo iniziato un pressing sulla mucillaggine peristaltica governativa». Che tipo di pressing? Si vuole che l’Italia «giunga a essere ben disposta a cedere, a talune imprese francesi e tedesche (modello Fca-Psa), assets essenziali di ciò che rimane delle sue imprese di eccellenza medio-grandi».Tutto questo, «per compensare i grand commis de l’État d’oltralpe di aver appoggiato la nostra diplomazia in Europa» nelle trattative sul Recovery Fund. «Appoggio di cui non vi era nessun bisogno – scrive Sapelli – se non quello artatamente creato dalle molecole in movimento nella mucillaggine», molecole debitamente «eterodirette». Per Sapelli, finalmente «si disvela l’arcano»: per realizzarsi pienamente, aggiunge l’economista, la concentrazione capitalistica «dovrebbe integrare in forma subalterna, ossia tipica del capitalismo estrattivo (in questo caso di marca tedesca e francese) segmenti del capitalismo italiano». Attenzione: questo dominio capitalistico-coloniale «i francesi lo sperimentano ancora su larga scala in Africa, usando soprattutto la forza militare», mentre la Germania – priva di un esercito temibile – deve ricorrere a «forme di pressione che sono rese esplicite (e non volute) nel caso Navalny, ossia attraverso un lavorio di intelligence, contro-informazione e indebolimento degli Stati in cui sono localizzate le imprese da “estrarre”, sino a giungere alla corruzione su larga scala, come fu evidente già con il Dieselgate e ora con il caso Wirecard».Sapelli allude all’impresa di pagamenti che è stata prossima ad acquistare Deutsche Bank e che è al centro di uno scandalo finanziario di immani proporzioni, e il cui amministratore delegato «si è rifugiato o in Bielorussia o in Russia, protetto dai servizi segreti tedeschi e russi». Tornando all’Italia, «si capisce bene che ricevere i fondi a prestito del Mes o non riceverli diviene – in questa situazione – solo una sorta di scelta politica, perché di essi non vi è assolutamente nessuna necessità finanziaria». Il guaio? Al governo Conte, e ai partiti che lo sostengono, manca «una linea strategica riformista e produttivista rispetto all’Italia e all’Europa». E così, «la maggioranza mette in scena un dilemma che in realtà potrebbe non esistere: dilaniarsi tra lo scegliere se stare con i populisti di destra o con quelli di sinistra». Si tratta quindi di decidere se vogliamo «cadere nelle mani dei fanatici dell’ierocrazia europeista», oppure «nelle mani di coloro che sono contro l’Europa tout court, secondo i modelli della destra sociale più classica, spesso neonazista, antisemita e in ogni caso tipica di quello che intere biblioteche hanno classificato come “anticapitalismo di destra”».La vera tragedia, conclude Sapelli, è rappresentata dall’inconsistenza politica italiana: in pratica, siamo «una maionese», ma «senza chef». In giro si cono soltanto «cucine da campo improvvisate», ma purtroppo «inamovibili». E nessuno, nella “cucina da campo”, segue la vera questione. E cioè: «I fondi europei che giungeranno sono meno di quelli che si potrebbero raccogliere lanciando un prestito nazionale a lunga scadenza». Allora, ragiona Sapelli, «sarà inevitabile essere sottoposti in Italia alle procedure di controllo della Commissione Europea». Fatale corollario: la «conseguente imposizione delle controriforme fiscali e pensionistiche», cioè le misure ammazza-Italia che si riterranno più idonee «per procedere a quella centralizzazione capitalistica a cui si lavora alacremente, come si è detto, dietro quegli specchi che accecano elettori ed eletti, in par condicio», mentre il paese – cui si propone “l’avanspettacolo” del Mes – si accinge a votare stancamente per le regionali e per il referendum contro il Parlamento, in una situazione in cui il conto alla rovescia annunciato da Bankitalia – nei guai una famiglia su tre – è confermato dalle statistiche che indicano in zona pericolo non meno di 90.000 piccole imprese. E il governo – che ha in cassa quasi 100 miliardi di euro – anziché usare quelli, si prepara a cadere nella trappola del Mes?«Ci si balocca se accettare o no il Mes, mentre l’industria manifatturiera crolla». L’economista Giulio Sapelli lancia l’allarme: è a rischio il sistema industriale italiano, fondato sulle piccole e medie imprese. Si salvano solo i big (pochissimi) e i comparti alimentare e farmaceutico: tutto il resto sta per collassare, dopo la catastrofe del lockdown. Sul “Sussidiario“, Sapelli cita la recente uscita – sullo stesso newsmagazine – di Domenico Lombardi, già consulente economico del Fmi, che segnala l’enorme budget oggi a disposizione della Tesoreria italiana: 98 miliardi di euro (frutto dell’acquisto massiccio di titoli di Stato, da parte della Bce presieduta da Christine Lagarde). «E allora la risposta del perché si faccia questo rito da avanspettacolo del Mes è tutta nel gioco di specchi in cui si è ormai trasformata la politica italiana ed europea», scrive Sapelli. «Si ripete insistentemente, nelle cancellerie europee e nelle ambasciate, che è da tempo iniziato un pressing sulla mucillaggine peristaltica governativa». Che tipo di pressing? Si vuole che l’Italia «giunga a essere ben disposta a cedere, a talune imprese francesi e tedesche (modello Fca-Psa), assets essenziali di ciò che rimane delle sue imprese di eccellenza medio-grandi».
-
Magaldi: Sì al referendum? Un voto a Conte, cioè alla Cina
«Altro che taglio dei parlamentari: vorrei che deputati e senatori fossero il doppio degli attuali, e per giunta pagati il doppio. Non siamo ipocriti: se a pagarli adeguatamente non sarà lo Stato, provvederanno i privati (anche in modo illegale). E se le poltrone verranno tagliate, resteranno “sicure” solo quelle destinate a uomini che, anziché ai cittadini, risponderanno unicamente ai leader di partito». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, stronca la proposta referendaria di decurtazione della rappresentanza democratica, in Parlamento. «E’ triste che a volerla siano soprattutto i 5 Stelle, che un tempo caldeggiavano nobili forme di democrazia diretta come i referendum propositivi: un’idea ottima, a mio avviso, per integrare la democrazia rappresentativa. Peccato che i grillini se la siano completamente dimenticata». L’antipolitica dominante, che oggi gonfia i consensi del facile “sì” al taglio dei parlamentari, sotto la sferza della grande crisi innescata dal lockdown all’amatriciana, secondo Magaldi deriva dalla cocente delusione degli italiani per i leader che si sono succeduti negli ultimi anni: «Personaggi come Berlusconi e Renzi, bravissimi a chiacchiere quanto inconsistenti al lato pratico: stando alle riforme introdotte, il loro bilancio è davvero misero».Un caso addirittura grottesco è quello dei grillini: «Volevano “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno”, e oggi si ritrovano a puntellare un regime neoliberista che, da decenni, non chiede altro che tagliare ogni rappresentanza popolare: il referendum sulla riduzione dei parlamentari, demagogico e irrisorio sul piano del risparmio economico (vale un caffè offerto agli italiani, in un anno) piace molto ai signori dell’austerity, preoccupati di spegnere gli ultimi spazi di democrazia a disposizione dei cittadini». Non è un caso, aggiunge Magaldi, che i più accesi sostentori del “sì” – da Conte a Di Maio – siano anche «esponenti del partito “cinese”, trasversale alle istituzioni, che ha imposto una gestione dell’emergenza in stile Wuhan, agevolando in più occasioni la penetrazione di Pechino nel sistema-Italia». Lo si è visto anche con l’ultimo via libera concesso dal premier a Huawei (lontano dai riflettori) per sdoganare la tecnologia cinese per il 5G a disposizione di Telecom: un atto che ha irritato gli Usa, che avevano chiesto apertamente al governo italiano di non spalancare le porte del Belpaese a quello che ritegono sia il cavallo di Troia, tecnologico, dell’intelligence del gigante asiatico.Sferzante il giudizio di Magaldi su Conte, che ha raccontato di aver proposto Draghi come presidente della Commissione Ue: una dichiarazione patetica, dice il presidente “rooseveltiano”, da parte di un soggetto che – come tutti sanno, in Italia e in Europa – non ha mai avuto alcun titolo per “candidare”, in qualsivoglia sede immaginabile, un personaggio internazionale del calibro di Draghi. «L’avvocaticchio Conte, incidentalmente ancora primo ministro proprio grazie al Covid, presto tornerà al nulla dal quale è venuto», profetizza Magaldi. «Purtroppo per l’Italia – aggiunge – Conte ha avuto il tempo di disastrare la nostra economia: e se oggi si parla di Draghi, è perché il governo in carica non ha la minima idea di come sfruttare in modo adeguato i prestiti europei del Recovery Fund, non avendo uno straccio di idea su come rimettere in piedi il paese». I complottisti tremano, dopo la dichiarazione di Draghi secondo cui per uscire dal tunnel sarebbe necessario il tracciamento sanitario di massa? Non hanno capito bene, dice Magaldi: in questo modo – certificando lo stato di salute dei cittadini – Draghi toglierebbe dalla circolazione l’arma della paura, finora utilizzata come alibi per paralizzare all’infinito il paese.Autore del saggio “Massoni” (Chiarelettere, 2014), che descrive il ruolo delle superlogge svranazionali nella sovragestione occulta del potere mondiale, Magaldi – leader del Grande Oriente Democratico e frontman italiano del circuito massonico progressista – fornisce una personalissima lettura degli eventi: la catastrofe planetaria del coronavirus sarebbe stata sfruttata in modo “terroristico” dalla medesima élite reazionaria, anche atlantica, che già negli anni ‘70 – con Kissinger – aveva scommesso sulla Cina neo-capitalista come modello (non democratico) da imporre un giorno a un Occidente senza più libertà né diritti. L’occasione, ghiottissima, si è presentata con il Covid, che ha permesso all’Oms – oggi largamente finanziata da Pechino e da Bill Gates – di trasformare la pandemia in un pretesto per imporre, al resto del mondo, una sorta di polizia sanitaria: l’alibi della paura, per spegnere ogni dissenso e cancellare lo stile vita occidentale.Mentre negli Usa lo stesso Donald Trump ha cercato di resistere all’imposizione dell’autoritarismo indotto con il lockdown (e in Russia persino Putin ha provato a sdrammatizzare, lanciando un vaccino scaccia-panico in anteprima mondiale), l’Italia si è rivelata l’epicentro della tragedia, in Europa. E il governo Conte – strettamente controllato proprio dall’Oms “cinese” – ha imposto il peggior coprifuoco che sia stato adottato nell’intero continente, mettendo in ginocchio l’economia nazionale e senza neppure la forza di contrattare a Bruxelles un adeguato piano di soccorsi finanziari. Magaldi tifa apertamente per Mario Draghi, e spiega: insieme a Christine Lagarde (e ad altri pezzi da novanta del potere mondiale, interamente massonico), l’ex numero uno della Bce ha abbandonato i vecchi sodali del fronte oligarchico per abbracciare una prospettiva rooseveltiana e keynesiana, fondata sul recupero della sovranità democratica dopo i decenni dell’austerity e della globalizzazione neoliberista. Per questo Draghi fa paura: non tanto all’irrilevante Conte, quanto ai suoi sponsor “cinesi”, ben lieti di imporre agli italiani – col referendum sul taglio del Parlamento – l’ennesima restrizione dei residui spazi democratici.«Altro che taglio dei parlamentari: vorrei che deputati e senatori fossero il doppio degli attuali, e per giunta pagati il doppio. Non siamo ipocriti: se a pagarli adeguatamente non sarà lo Stato, provvederanno i privati (anche in modo illegale). E se le poltrone verranno tagliate, resteranno “sicure” solo quelle destinate a uomini che, anziché ai cittadini, risponderanno unicamente ai leader di partito». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, stronca la proposta referendaria di decurtazione della rappresentanza democratica, in Parlamento. «E’ triste che a volerla siano soprattutto i 5 Stelle, che un tempo caldeggiavano nobili forme di democrazia diretta come i referendum propositivi: un’idea ottima, a mio avviso, per integrare la democrazia rappresentativa. Peccato che i grillini se la siano completamente dimenticata». L’antipolitica dominante, che oggi gonfia i consensi del facile “sì” al taglio dei parlamentari, sotto la sferza della grande crisi innescata dal lockdown all’amatriciana, secondo Magaldi deriva dalla cocente delusione degli italiani per i leader che si sono succeduti negli ultimi anni: «Personaggi come Berlusconi e Renzi, bravissimi a chiacchiere quanto inconsistenti al lato pratico: stando alle riforme introdotte, il loro bilancio è davvero misero».
-
A rischio 5 milioni di posti di lavoro, 4 mini-aziende su 10
«Sull’economia italiana si sta per abbattere uno tsunami di proporzioni non immaginabili», a causa della drammatica flessione del Pil in seguito al lockdown, evento non compensato da adeguati aiuti europei. Effetti: sono a rischio chiusura 4 piccole aziende su 10, con conseguenze devastanti sulla disoccupazione e quindi sulle entrate statali. Secondo “Proiezioni di Borsa”, newsmagazine finanziario, i segnali sono inequivocabili: «L’arrivo di uno tsunami si manifesta prima con delle onde anomale. Poi arriva l’onda enorme, che spazza e travolge tutto quello che trova sulla sua strada. E quando si ritira lascia solo danni e devastazione. E’ ciò che sta per accadere alla economia italiana». Lo conferma Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio. Secondo l’ufficio studi dell’associazione nazionale commercianti, i consumi in Italia oggi sono ai livelli più bassi degli ultimi 25 anni. «Significa che oggi gli italiani spendono, in consumi di prodotti e servizi, come 25 anni fa». Sono indicativi alcuni dettagli: «Oggi gli italiani spendono più in alimentari che in servizi, fenomeno che non si verificava dal 2007. Inoltre si registra una forte contrazione degli acquisti per automobili, scarpe e vestiti».Il commercio e la domanda interna sono una parte rilevante del Pil italiano. «Una riduzione della domanda interna di beni e servizi – scrive “Proiezioni di Borsa” – può mandare in crisi decine di migliaia di attività commerciali e di piccole e piccolissime imprese. Una loro chiusura farà aumentare la disoccupazione in Italia». Il fenomeno per ora è attutito grazie alle misure-tampone del governo. Con il Decreto Agosto, l’esecutivo ha prolungato la cassa integrazione e i termini del divieto di licenziamento, anche se con dei “paletti”. «Ma cosa accadrà quando anche queste misure cadranno?». Secondo uno studio Istat, su aziende con almeno 3 dipendenti, sono a rischio chiusura il 40% delle microimprese, mentre potrebbe chiudere i battenti il 19% delle grandi imprese. «Nella ristorazione e nell’ambito dei servizi turistici, oltre 6 alberghi e ristoranti su 10 sono in pericolo chiusura». In termini occupazionali, per l’Istat sono in pericolo 3,6 milioni di posti di lavoro nelle imprese, a cui si aggiungono 800.000 addetti nella ristorazione e nell’accoglienza turistica. «A questi si sommano altri 700.000 addetti del settore dello sport, cultura e intrattenimento».Se facciamo la somma, conclude “Proiezioni di Borsa”, nei prossimi mesi circa 5 milioni di persone rischiano di perdere il lavoro. «Non è uno tsunami, è una ecatombe. Se anche solo la metà di questi lavoratori perdesse il posto, per l’economia nazionale sarebbe un colpo terribile». E attenzione, stiamo parlando di una indagine su aziende con almeno 3 dipendenti. E le partite Iva? E le aziende familiari con due componenti? Sempre secondo l’Istat, a giugno il tasso di disoccupazione in Italia è salito all’8,8% (ad aprile il dato era al 6,3%). Drammatico il dato per i giovani, il cui tasso di disoccupazione a giugno è al 27,6% contro poco più del 20% di aprile. «Ma il dato più indicativo, e se volete drammatico, è il forte aumento delle persone in cerca di lavoro, pari al 7,9%. Rispetto a maggio 2020, a giugno quasi 150.000 persone si sono messe in cerca di occupazione». Attezione: «Meno occupazione significa meno reddito, quindi meno domanda da consumi, quindi meno produzione, quindi meno lavoro. Andiamo verso un periodo in cui ci sarà un incremento della disoccupazione che non si vede come possa essere riassorbita».Un’azienda che chiude non porta danni solo per l’economia, ma anche allo Stato (meno entrate fiscali). E per ogni azienda che rimane in piedi, ma vede ridursi il suo giro d’affari, le entrate tributarie si riducono. Se per quest’anno Bankitalia prevede un calo del Pil tra il 9,2% al 13,1%, significa che le entrate tributarie diminuiranno del 10% circa. «Infatti, nel periodo gennaio-maggio 2020 lo Stato ha accusato mancate entrate per 15 miliardi (dati del Mef). In percentuale è una cifra pari al 9,3% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019». Per i prossimi mesi e per buona parte del prossimo anno, continua “Proiezioni di Borsa”, lo Stato incasserà meno tasse ma dovrà fronteggiare maggiori spese: dovrà fare fronte a tutte le misure di sostegno varate a deficit con i 4 decreti, cui si aggiunge l’indennità di disoccupazione (Naspi) che inevitabilmente lieviterà, senza contare le spese ordinarie per mandare avanti la macchina statale. «Ma supponiamo che i costi sociali, previdenziali, sanitari, non aumentassero e rimanessero uguali. Comunque lo Stato avrebbe a disposizione decine di miliardi in meno per fare fronte alle spese fisse della macchina statale. Come vi farà fronte?».«Sull’economia italiana si sta per abbattere uno tsunami di proporzioni non immaginabili», a causa della drammatica flessione del Pil in seguito al lockdown, evento non compensato da adeguati aiuti europei. Effetti: sono a rischio chiusura 4 piccole aziende su 10, con conseguenze devastanti sulla disoccupazione e quindi sulle entrate statali. Secondo “Proiezioni di Borsa“, newsmagazine finanziario, i segnali sono inequivocabili: «L’arrivo di uno tsunami si manifesta prima con delle onde anomale. Poi arriva l’onda enorme, che spazza e travolge tutto quello che trova sulla sua strada. E quando si ritira lascia solo danni e devastazione. E’ ciò che sta per accadere alla economia italiana». Lo conferma Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio. Secondo l’ufficio studi dell’associazione nazionale commercianti, i consumi in Italia oggi sono ai livelli più bassi degli ultimi 25 anni. «Significa che oggi gli italiani spendono, in consumi di prodotti e servizi, come 25 anni fa». Sono indicativi alcuni dettagli: «Oggi gli italiani spendono più in alimentari che in servizi, fenomeno che non si verificava dal 2007. Inoltre si registra una forte contrazione degli acquisti per automobili, scarpe e vestiti».
-
Aiuti: Trump sbaraglia i dem (e Obama sarà incriminato?)
Donald Trump ha praticamente vinto le elezioni presidenziali lo scorso fine settimana, con i suoi quattro “ordini esecutivi”. Senza nemmeno arrivare alla Convention del Dnc, a Milwaukee, posso dire senza incertezze che questa stagione elettorale sia già finita. I sondaggi dicono che Joe Biden (che soffre probabilmente di demenza senile) stia guidando la corsa sul presidente Trump, ma francamente non me la bevo. E nemmeno i Democratici se la bevono: altrimenti non sarebbero così disperati, fino al punto di considerare il “voto per corrispondenza” la loro “collina politica”, sulla quale resistere fino alla morte. E in effetti, è su quella collina che moriranno. Dal canto suo, la presidentessa della Camera, Nancy Pelosi, ha proposto una nuova serie di leggi per lo stimolo dell’economia. Ma l’enorme divario fra le proposte del Gop e quelle del Dnc evidenzia solo una parte di quella che è la vera divergenza politica fra i due partiti. I Democratici, in realtà, vogliono il “voto per corrispondenza” per poter imbrogliare, fatto che permetterebbe loro di “vincere le elezioni”.La Pelosi pensava di aver messo Trump con le spalle al muro, perché il presidente avrebbe dovuto cedere alla sua richiesta per poter spendere i 1.700 miliardi di dollari raccolti attraverso le “Aste del Tesoro” – prova della “Grande Menzogna” che il dollaro stia per morire. Ma tutto quello che il presidente doveva fare, in realtà, era di rendere irrilevante l’imposta sui salari per la maggior parte dei contribuenti. Esaminate gli ordini esecutivi che ha appena firmato: ognuno di essi attacca una delle posizioni che i Democratici si son ritagliati nei loro discorsi pubblici. 1) Rinviata la riscossione dell’imposta sui salari. Al riguardo, Trump sta facendo almeno due cose. In primo luogo sta abbassando le tasse sui poveri e sulla classe media. In secondo luogo sta abbassando il costo del lavoro negli Stati Uniti, tagliando al contempo la burocrazia e rendendo più facile la sopravvivenza delle imprese in crisi di liquidità, che non devono più preoccuparsi di pagare le tasse mensilmente o trimestralmente. Questo rinvio attacca uno dei noccioli del discorso dei Democratici: “Ai Repubblicani non importa dei piccoli, a noi si!”.2) Rinviate le scadenze dei “prestiti agli studenti”. E’ un passo necessario per congelare la situazione e che, al contempo, molto si avvicina al “giubileo del debito”. Trump, in questo modo, attacca le banche che fanno prestiti predatori agli studenti e mina, al contempo, il discorso di “Occupy Wall Street” secondo cui tutto il denaro va sempre alle banche. 3) Estesa la moratoria sugli affitti e sui prestiti ipotecari. Ancora una volta Trump colpisce le banche, fermando lo sfratto delle persone il cui reddito è stato distrutto come conseguenza dei blocchi pandemici ordinati dal governo federale e dai governi statali. E’ un attacco contro il piano del Dnc volto a che le banche buttino fuori dalle loro case milioni di persone, proprio al culmine della campagna elettorale. In questo modo Trump ribatte con forza all’argomento secondo cui il Gop è solo per i ricchi capitalisti-avvoltoi. 4) Estesa l’assistenza alla disoccupazione. Trump non è uno stupido. A questo punto la questione del deficit di bilancio è semplicemente ridicola. Estendendo l’assistenza sociale nel pieno della stagione elettorale lancia il messaggio che, ancora una volta, sta aiutando la popolazione… mentre il Dnc fa solo ostruzionismo.Non è un piano perfetto, ma rinvia i problemi a dopo le elezioni (quando il presidente potrà fare cambiamenti più radicali), mantenendo le persone nelle loro case, nutrite e con una qualche parvenza di normalità. Trump rivendica in questo modo la sua superiorità morale. L’unica cosa che i Democratici possono fare, in risposta, è criticare il mancato finanziamento della previdenza sociale. Ma è un argomento rilevante solo per i Boomers, i quali stanno comunque ottenendo dei vantaggi. I loro assegni stanno arrivando e continueranno ad arrivare. L’alto tasso di disoccupazione rende sempre più insicuro il futuro della previdenza sociale, alla quale i disoccupati non possono contribuire. Se si vuole rimettere in piedi l’economia, bisogna far circolare il denaro.Mai avrei pensato di poter vedere un presidente americano che chiama il bluff degli “ingegneri sociali” sul risparmio pensionistico forzato, che deve finire nella sua forma attuale. Oggi, i governi locali dicono ai cittadini di vivere nella paura del virus, e al contempo che non possono proteggere la loro casa dai rivoltosi e dai saccheggiatori. La polizia è sopraffatta o, peggio ancora, c’è chi dice che dovrebbe essere sciolta. Sono le stesse persone che, se andassero al potere, agli americani toglierebbero le armi che hanno appena comprato per proteggersi. Ma, la prossima settimana, diranno qualcosa di diverso: perché Trump, nel frattempo, li ha privati dei loro “punti di conversazione”. Con questi quattro “ordini esecutivi” Trump sta cambiando l’intera narrazione su cui si basa il governo federale. Da qui alle elezioni, la prossima storia che andrà a cadere sarà quella secondo cui il Dnc sta conducendo una “campagna elettorale” per qualsiasi altro motivo che non sia quello di evitare la prigione per tradimento (Obamagate). Ma di questa storia si parlerà solo dopo che Trump avrà fatto in modo che le cose non peggiorino, per coloro che sono già stati oggetto dei loro abusi.(”Lo scontro finale, Trump distrugge i democratici”, estratto di un’analisi di Tom Luongo per “Gold Goats ‘N Guns”, ripresa da Franco Leaf e pubblicata da “Mitt Dolcino” il 14 agosto 2020).Donald Trump ha praticamente vinto le elezioni presidenziali lo scorso fine settimana, con i suoi quattro “ordini esecutivi”. Senza nemmeno arrivare alla Convention del Dnc, a Milwaukee, posso dire senza incertezze che questa stagione elettorale sia già finita. I sondaggi dicono che Joe Biden (che soffre probabilmente di demenza senile) stia guidando la corsa sul presidente Trump, ma francamente non me la bevo. E nemmeno i Democratici se la bevono: altrimenti non sarebbero così disperati, fino al punto di considerare il “voto per corrispondenza” la loro “collina politica”, sulla quale resistere fino alla morte. E in effetti, è su quella collina che moriranno. Dal canto suo, la presidentessa della Camera, Nancy Pelosi, ha proposto una nuova serie di leggi per lo stimolo dell’economia. Ma l’enorme divario fra le proposte del Gop e quelle del Dnc evidenzia solo una parte di quella che è la vera divergenza politica fra i due partiti. I Democratici, in realtà, vogliono il “voto per corrispondenza” per poter imbrogliare, fatto che permetterebbe loro di “vincere le elezioni”.